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Autore: Elbeth    23/03/2012    2 recensioni
Mi sono sempre chiesta chi era Sirius Black e come mai un personaggio così affascinante come lui, non avesse mai avuto nessuna al suo fianco.
Ho liberato la fantasia e questo è il risultato!
Hogwarts, ultimo anno dei Malandrini, nuovi personaggi, nuovi avversari e l'atmosfera cupa dell'inarrestabile ascesa del Signore Oscuro...
Vi giuro solennemente di non avere buone intenzioni!
***
Dal capitolo XVII:
....
Nessuna anteprima.
Stavolta potete solo leggerlo...
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Niente guerra!

 

Non sapeva cosa l’aveva spinta lì, comunque aveva deciso di salire in alto, in un posto che dominasse l’orizzonte ed oltre. Così era finita lì: sulla Torre di Astronomia. 

Si appoggiò al parapetto fissando il cielo che volgeva al tramonto. 

Era stanca, quasi spossata.

Le emozioni che ormai reprimeva da qualche tempo, bussavano violente dentro al suo cuore, chiedendo di uscire. La corazza gelida e fredda che aveva costruito intorno a sé e che le faceva da scudo, stava per crollare.

Non era la prima volta che le succedeva, solo che prima era riuscita sempre a controllarsi, a placarsi. Ora, lì, in quel preciso momento le sembrava tutto più complicato.

Le imminenti vacanze stavano portando a galla le sue paure più nascoste e – non l’avrebbe mai detto! – le dispiaceva abbandonare le protettive mura di Hogwarts.

E poi c’era anche Dulcy da proteggere, da coccolare ed un altro pensiero che la turbava.

Andrè…

Le lacrime, ormai, uscivano copiose.

Non si premunì neanche di bloccarle.

Era da sola, poteva permetterselo.

Non amava piangere, neanche quando era da sola, lo trovava inutile.

Quindi, inspirò a pieni polmoni e ... 

…Tossì!

Una nuvola di fumo la investì ed iniziò a tossire ancora più forte.

Lizzie alzò gli occhi al cielo, appena vide da dove proveniva il fumo.

O meglio, da chi!

« Black» sussurrò depressa.

« Dimmi, Delaroche!»

Le dispiaceva lasciare quel luogo di pace, ma non era in vena di chiacchiere con lui.

Il loro rapporto era notevolmente migliorato, ma lui le provocava sempre una strana ansia, non sapeva mai cosa aspettarsi.

« Vado via, non ti preoccupare» disse stranamente pacata.

« Ah, io non mi preoccupavo mica!»

Lizzie si girò e quasi inciampò nelle sue gambe distese. 

Eccolo di nuovo, il suo tono sarcastico a farle perdere la pazienza.

Lui, a braccia conserte era appoggiato contro la parete, seduto in terra. 

Lizzie scosse il capo, mentre pensava che stava lasciando quel posto ad uno a cui non importava nulla del panorama!

« Perché non vai via tu Black, per una volta?»

Sirius si tirò su a sedere, inspirando un’altra boccata dalla sigaretta e sputandogliela in faccia.

« E tu perché non vai a prepararti per la partenza come gli altri? C’ero prima io!»

« E chi ti dice che debba partire?»

« Oh, andiamo, lo fanno tutti...» e si appoggiò al muro, inalando ancora dalla sigaretta e guardandola con fare sarcastico.

« Già…» Si avvicinò al suo volto, espirando il fumo ancora una volta sulla sua faccia « Basta, Black La sua voce era stanca.

Lizzie istintivamente voltò il capo, cercando di allontanare il fumo da sé con la mano.

« Per oggi potresti lasciarmi in pace e scegliere un’altra vittima? Te ne sarei grata. Ero venuta qui per stare da sola, quindi, se non ti dispiace...»

« Me ne vado via, stai tranquilla.» Lizzie fu colpita dal suo improvviso cambio di registro « Anche io volevo stare da solo...»

Aggrottò le sopracciglia.

« Non fare quella faccia stupita, piccola serpe» poi fissò un punto lontano, con sguardo triste. 

Lizzie lo fissò meravigliata per quel cambio repentino di umore. 

Le tornarono alla mente le parole di Remus sulla sua famiglia: anche per lui le vacanze natalizie non dovevano essere uno dei periodi migliori dell’anno.

Poi, Sirius si mosse per andarsene. 

L’aveva appena oltrepassata, che lei lo fermò, prendendolo per un braccio.

« Resta» sussurrò « l’importante è che non parli.»

Lo fissò profondamente nei suoi occhi scuri. 

Lui annuì e si sedette dove era prima. 

Lei si appoggiò di nuovo al parapetto a fissare l’infinito.

 

Si accese un’altra sigaretta, premurandosi questa volta di non far finire il fumo in faccia alla Delaroche. 

Era strana l’alchimia che si era creata tra loro. 

Ogni tanto la sbirciava, non visto, mentre lei fissava imperterrita il cielo. Era triste. Forse più di lui. E sembrava anche delusa ed amareggiata. Ogni tanto sospirava, anche se cercava di nasconderlo. Aveva l’impressione che anche lei non amasse particolarmente le feste. Ad un certo punto ebbe un’illuminazione. Si alzò e le porse una sigaretta. Lei lo fissò perplessa, la vide scrollare le spalle ed accettare la sigaretta. Lui prese la bacchetta e fece comparire una lieve fiammella sulla quale Elisabeth si chinò per accenderla. I lunghi capelli rossi le scivolarono di lato e gli sfiorarono la mano. Sirius ebbe un fremito. Poi lei si allontanò e la vide socchiudere gli occhi mentre si godeva la sigaretta. Non tossì, segno che aveva già fumato in vita sua. E la vide finalmente sorridere, mentre si appoggiava al muro accanto a lui.

« Facciamo un patto Delaroche, per queste vacanze. Il nostro regalo di Natale…»

Lei inarcò un sopracciglio incuriosita.

« Niente guerra.»

E le porse la mano.

« Niente guerra.»

E lei gliela strinse.

 

Un fremito le corse lungo la schiena nel prendere la mano di Sirius Black. 

E le ci volle tutto il suo autocontrollo per non arrossire.  

 

Sdraiato sull’erba Sirius fissava le nuvole rincorrersi nel cielo azzurro. Ormai tutti erano pronti alla partenza per le feste di Natale. Lui aveva deciso di restare ad Hogwarts: gli serviva stare un pò da solo e riflettere. Tutto quello che era successo con Elisabeth lo turbava non poco.

Per quella ragazza provava cose discordanti: un lato di lei lo irritava terribilmente e scatenava i suoi istinti peggiori.

Si, ma l’altro...

L’altro ormai stava prendendo il sopravvento.

Ma c’è Remus...

Era quasi certo che l’amico fosse innamorato di lei, ma che non lo desse a vedere per lui. Aveva fatto male a dirglielo, ma egoisticamente aveva sperato che lui dicesse qualcosa. Invece non gli aveva detto nulla, anzi, l’aveva incoraggiato. Ma da Remus Lupin c’era da aspettarselo. 

Quindi, in fondo, era felice di stare solo per quelle feste. Doveva riflettere.

 

Finì di infilare l’ultimo libro nel baule, che si chiuse ad un cenno della sua bacchetta, con un rumore secco del lucchetto. Si sedette stancamente sul letto.

Era un pò nervosa. Non sarebbe tornata a casa se non fosse stato per Silente e ciò che le aveva chiesto. Ma sarebbe stata in grado di farlo? Sospirò.

Sopporterò mio padre per tutto questo tempo?

E poi il pensiero si fermò su Sirius Black. Provava sentimenti contrastanti per lui. In realtà la metteva a disagio: era questo che la spiazzava e lei non amava sentirsi spiazzata. Sarebbe stato meglio passare un pò di tempo lontani. Forse l’avrebbe aiutata a capire.

 

« Solo, Sirius? Niente Potter quest’anno?»

« No, signore. Solo Hogwarts quest’anno.»

« Un pò di sana solitudine?»

« Già, devo riorganizzare le idee. Ho già combinato sufficienti disastri da bastare per tutto l’anno.»

« Si, è vero: hai una discreta dose di inventiva, mio caro. Ti sarà utile quando sarai un Auror.»

« Grazie, signore. A proposito, signore, potrei...»

« Dimmi pure, Sirius.»

« Il Signore Oscuro sta diventando più potente...»

« Si, forse.»

« E non si può far nulla?»

« Oh no, si può sempre fare qualcosa, ragazzo mio, sempre.»

« Ed allora perchè non la facciamo?»

« E chi ti dice che non la stiamo già facendo? Oh!» disse come capendo solo ora quel che Sirius voleva dire « Comprendo. Ma sei ancora troppo giovane Sirius e troppo immaturo, aggiungerei, per questo genere di cose. Ho fiducia che tra poco vedremo sbocciare il vero uomo. Forse, allora, anche tu potrai essere messo a parte...»

E sorridendo enigmaticamente, si allontanò. 

Sirius sorrise a sua volta: non poteva dare torto al nuovo preside. Era un irresponsabile e lo sapeva: era una caratteristica del suo carattere su cui avrebbe dovuto lavorare, se voleva diventare veramente un Auror. 

E lo voglio!

Ora doveva solo evitare i rituali e noiosi auguri natalizi. Aveva già salutato Remus, Peter e James, per cui nulla lo tratteneva oltre nell’atrio del castello. Con incedere naturalmente elegante si avviò verso il lago. Una passeggiata l’avrebbe allontanato dal caos che di lì a poco, la partenza per le vacanze, avrebbe causato.

 

Elisabeth sospirò. Con un movimento aggraziato della bacchetta fece volare le ultime cose nel baule che si richiuse, facendo scattare il lucchetto. Era seduta sul letto e la prospettiva delle vacanze a casa non la divertiva affatto. Ed il pensiero rivolto a Sirius Black, ancora meno!

Un brusio crescente la riscosse dai suoi pensieri.

Cosa sta accadendo là fuori?

Si alzò pigramente e sbirciò fuori dalla finestra: non che i sotterranei dei Serpeverde avessero una splendida vista, ma l’ingresso del castello era ben visibile.

E quello che balzò ai suoi occhi ...la fece sbiancare.

Per Morgana! Maledizione!

Era stata abbondantemente al centro dell’attenzione generale, senza dover desiderare di esserlo ancor di più. Eppure suo padre c’era riuscito!

Perchè mai sarà venuto a prenderci? E per di più scortato?

Non ci voleva un genio a capire che il motivo del crescente brusio era stato proprio l’arrivo di suo padre! 

« Evanesco!»

Con un gesto secco fece sparire il suo baule.

Finiamo questa pagliacciata il prima possibile!

E si precipitò fuori dai dormitori.

 

Quel mormorio sommesso stava infastidendo il suo sonnellino pomeridiano. Sirius si stropicciò gli occhi. 

« Mmm...»

Mormorò infastidito, mentre il brusio che l’aveva svegliato cresceva di minuto in minuto di intensità. 

« Ma cosa diavolo...?»

Innervosito si tirò su a sedere. Gli occhi grigi e furiosi si girarono verso l’ingresso del castello, dove un’insolita folla si stava continuando a radunare.

Cosa sta succedendo?

Era insolita anche per gli auguri di Natale!

Sirius si alzò in piedi ed ormai sveglio ed incuriosito, vinse le sue remore e si avvicinò all’atrio di Hogwarts.

Ad ogni passo, il brusio continuava a crescere e nel caos indistinto di parole sussurrate sottovoce, una si evidenziò nel mucchio: Mangiamorte!

Impossibile! Non qui, non ad Hogwarts!

Silente non l’avrebbe mai permesso!

Eppure il mormorio crescente andava ripetendo quella parola.

Sirius continuò ad incedere con la sua innata eleganza, fino a portarsi fin nelle prime file, facendosi largo tra la folla. Gli occhi grigi erano gelidi, mentre fissava il manto nero ed i volti coperti. Sembrava impossibile, ma erano veramente lì. La mascella si contrasse ed ogni singolo muscolo del suo corpo fremeva impaziente. Cosa ci facevano ad Hogwarts?

Poi, un volto attirò la sua attenzione: l’unico non celato da una maschera. Quegli occhi erano inconfondibili: non lo conosceva, ma la somiglianza era troppo evidente per negarla.

Delaroche!

L’uomo impettito, vestito in modo raffinato e con un bastone in mano non poteva che essere il padre di Elisabeth e Dulcinea. Il contegno fiero e lo sguardo sprezzante che passava in rassegna la folla, fissando tutti con aria di aperta superficialità, non fece che confermare i suoi sospetti.

Sirius era disgustato. Solo dopo si accorse della presenza di Silente e dello sguardo grave del preside.

« A cosa dobbiamo l’onore Monsier Delaroche?»

« Ah! Silente... Sono solo venuto a prendere le mie figlie.»

Ed in quel mentre Elisabeth uscì dal portone, seguita da Dulcinea.

« Già, era inutile, padre. La carrozza sarebbe stata più che sufficiente.»

« Le precauzioni non sono mai troppe, mia cara.»

Elisabeth fissò il padre con superiorità, mentre aiutava Dulcinea a salire in carrozza.

« Già, terribili pericoli in una scuola frequentata per la maggior parte da ragazzini ancora inesperti nell’uso della magia: in effetti le precauzioni erano proprio necessarie.»

Silente sorrise cautamente, mentre Elisabeth si dirigeva con passo altero verso la carrozza.

Ma il padre la bloccò, prendendola per un gomito.

«Stai al tuo posto, Elisabeth!» le sibilò gelido.

 

Solo in quel momento Sirius capì.

L’ambiente in cui era cresciuta, il rapporto con suo padre, lei!

Era a disagio, ma solo lui era in grado di capirlo. 

Era furiosa, ma celava tutto dietro una gelida freddezza.

E quando vide il padre prenderla per il gomito e condurla decisamente verso la carrozza tutta la tensione accumulata scattò.

Accadde tutto in un attimo. 

Uscì fuori dalla folla nel momento in cui Delaroche padre passava davanti a lui e lo urtò violentemente, tanto da costringerlo a lasciare la presa su di lei.

Lo sguardo di Elisabeth, prima sorpreso, divenne terrorizzato ed infine supplichevole.

Sirius si bloccò all’istante, la fissò lungamente negli occhi scuri.

 

Suo padre mandava sguardi di fuoco prima verso di lei, poi verso di lui.

Poi Sirius con il suo solito fascino elegante si inchinò.

« Mi scusi, monsieur Delaroche. Questa marmaglia...» sussurrò.

« Si alzi giovanotto. Vedo che conosce mia figlia» poi si voltò perentorio verso di lei attendendo di essere presentato « Elisabeth?»

« Padre» rispose con voce atona « ti presento Sirius Black. Sirius, mio padre Sir Antony Delaroche.»

Gli occhi di Delaroche mandarono un lampo interessato.

« Della nobile casata dei Black?»

« Si, signore.»

Se non avesse conosciuto Sirius, Elisabeth non avrebbe creduto alle sue orecchie. Lo guardò grata. 

Quanta fatica gli sta costando? 

Era strabiliata dal comportamento di Sirius. Le pareva incredibile, eppure l’unica spiegazione é che lo stesse facendo per lei.

«Bene, mia cara. Mi compiaccio che questa scuola...progressista» commentò disgustato «sia ancora ben frequentata.»

Il compiacimento dell’ultima frase era palese nel suo tono.

« Venga a trovarci quando vuole signor Black ed auguri alla sua famiglia un buon Natale.»

« Grazie Signore, anche a lei Signore.»

Elisabeth rivolse un’ultima occhiata perplessa a Sirius che le aprì galantemente la portiera e l’aiutò a salire. Non potè fare a meno di continuare a fissare i suoi occhi grigi, mentre la carrozza si allontanava da Hogwarts.

«A presto Elisabeth» e le baciò con galanteria la mano, prima di richiudere la portiera della carrozza.

« Proprio simpatico quel Black, mia cara. Dovresti coltivare la sua conoscenza.»

Disse distrattamente prima di immergersi nella lettura di un mucchio di pergamene del ministero.

 

« Sirius... ma che...» la carrozza dei Delaroche aveva appena lasciato Hogwarts e con lei anche i Mangiamorte.

« Si, James?» e cambiando discorso aggiunse « è ancora valido il tuo invito per Natale?»

« Certo, amico. Non dovresti neanche chiedermelo.»

« Allora penso proprio che verrò, ho cambiato idea. Vado a fare i bagagli: ci metto un attimo.»

E prima che James potesse rispondere era scomparso all’interno del castello.

« Ma cosa diavolo gli è preso? Dare confidenza in quel modo ai Delaroche, non è da lui» mormorò James perplesso.

« Si, amico, ma devi vedere le cose da un’altra prospettiva» e di fronte alla smorfia ancor più perplessa di James, Remus aggiunse « proprio tu dovresti riconoscere una persona innamorata!

« Sirius?!?»

« Eh già, ci sei arrivato, Ramoso: ce ne hai messo del tempo!»

« Così si spiega tutto...»

« Stagli vicino, James. Sirius è ancora molto provato, per quanto non lo dia a vedere e le feste non aiutano certo a dimenticare.»

« La famiglia non si può dimenticare, Remus.»

« Hai ragione, James. Ma almeno rimanesse in pace con se stesso. Almeno questo.»

« Ti preoccupi sempre per tutti, Lunastorta. Baderò a Sirius, te lo prometto, e cercherò di alleviare la sua sofferenza per quanto possibile. Certo che la Delaroche... come al solito predilige situazioni complicate!»

« Ed anche Elisabeth non è da meno, James. Che rimanga tra noi, sono preoccupato per loro.»

« Ma per Sirius avere qualcuno accanto potrebbe essere una salvezza.»

« Speriamo» e Remus sospirò.

 

« Perché non mi hai detto nulla, Sirius?» il tono di James Potter era decisamente deluso e lui si sentiva dannatamente in imbarazzo.

« Perché non c’è nulla da dire James! A cosa ti riferisci?»

« Ad Elisabeth Delaroche.»

« Oh, andiamo, non ti ci mettere anche tu. Scommetto che è stato quel ficcanaso di Remus a metterti la pulce nell’orecchio. Appena lo vedo lo schianto! Sta veramente esagerando.»

« Beh, se avevo dei dubbi la tua reazioni, me li ha fugati tutti, Felpato!» e James scoppiò, con sua grande sorpresa, a ridere.

« Cosa c’è di così ilare in quello che ho detto? Sul serio, James, non ne capisco il motivo.»

« La tua caparbietà nel negare l’evidenza» ora il tono dell’amico era pericolosamente serio.

Sirius sospirò.

« James, davvero, provo cose contrastanti per quella ragazza e non mi va che vi mettiate in testa strane idee. Non ho mai pensato a lei in quel modo, James, mai. Te lo giuro! Alcuni miei comportamenti suonano strani anche a me stesso.»

James annuì.

« Ti capisco. Ti ricordi? Anche tra me e Lily è stato così. Lei mi odiava e ci considerava degli idioti. Non che ci fossimo mai comportati come dei saggi, ma non siamo proprio degli stupidi, no?»

« Non è la stessa cosa, James. Tu e Lily avete tanto in comune.»

« E tu e la Delaroche, no? Andiamo Sirius, sembra il tuo alter ego, solo più composto!»

« Già, questa è l’unica cosa che ti concedo, me ne sto rendendo conto anche io!»

« Sirius!»

La voce imperiosa di Silente che li aveva sorpresi alle spalle, li fece sobbalzare.

« Bene James ci sei anche tu» aggiunse il preside « Ho bisogno di entrambi.»

« Ci dica signore.»

« Sirius ho visto che hai incontrato Delaroche e che ti ha invitato a casa loro.»

« Si, signore.»

« Bene, è il caso che tu ci vada, il più presto possibile.»

« Signore, non capisco...»

« Delaroche ha contatti con Voldemort. Potreste scoprire qualcosa di utile, di molto utile che cerchiamo di scoprire da tempo.»

« Cosa Signore?»

« Tutto a suo tempo, Sirius. Quando sarà il momento lo saprai.»

« Ed io signore?»

« Tu, James, sei la loro copertura.»


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Note per i lettori presenti, passati e futuri

Miei cari, cosa dirvi?
Intanto dovrei scusarmi per la lunga attesa, ma alla fine mi è servita ed ho inserito una scena che prima avevo scartato.
E, per una volta, sono soddisfatta della scelta fatta.
Chissà se indovinate quale era?

E poi volevo ringraziare una vecchia amica che mi ha aggiunta subito tra le autrici preferite!
Sei un tesoro Leonia!
Andrè non è l'Andrè che conosci tu, ma penso che non ne resterai delusa.
A breve su questi schermi... ;)

Ed infine un ringraziamento speciale a _Padfoot e Cathy Earnshaw, che ho già ringraziato, ma se lo meritano di nuovo, perchè lasciano la loro recensione.... Sempre!
Voi siete due tesori! :D

Baci
El


 

  
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