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Autore: marmelade    23/03/2012    10 recensioni
Scrollai le spalle, cercando di leggere per l’ennesima volta l’ennesima pagina, ma venni di nuovo interrotta.
"Scommetto che era tutto programmato".
[...]
Due occhi verdi mi stavano fissando e, se pur coperti da una cascata di riccioli castani, riuscivo a scorgere una luce allegra in essi. Inoltre, un sorriso bianchissimo, faceva da protagonista su quel volto dai lineamenti dolci, incorniciato da due adorabili fossette.

"Non avrei mai immaginato di innamorarmi di qualcuno che, inizialmente, avevo odiato.
Eppure quel qualcuno, era l’unico capace di farmi sentire felice semplicemente guardandomi negli occhi."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I raggi della luna colpivano il mio viso, in quel momento rilassato e morbido. Gli occhi, venivano solo un po’ accecati da quella luce leggera, ma abbagliante.
Mi rigirai nel letto nuovamente, questa volta sul lato destro.
Nella penombra, erano distinguibili gli oggetti della mia stanza, che vedevo quotidianamente, le foto attaccate alle pareti, la scrivania e l’armadio.
Era tutto uguale, come ogni giorno, come sempre.
Feci aderire meglio la guancia sul cuscino, alzandolo e posando le mani sotto di esso, ma niente.
Non riuscivo a dormire.
Mi voltai lentamente sul lato sinistro, facendo si che le lenzuola si disordinassero ancora di più.
Fissai il muro di fronte ai miei occhi. I raggi lunari notturni, lo colpivano e lo utilizzavano come palcoscenico per far si che le ombre dei rami degli alberi esterni, venissero riflesse su di esso, facendolo, in qualche modo, animare.
Lo sfiorai prima con un dito, e sentii la parete fredda sotto di esso poi, poggiai l’intero palmo della mano per godermi meglio quel contatto, sperando che mi favorisse il sonno.
Chiusi gli occhi, portandomi la mano, adesso completamente fredda, dal muro alla mia guancia.
Ma il sonno non arrivò.
Sbuffai e mi misi seduta nel letto, rimanendo così per un po’. Poi, mi tolsi tutte le coperte di dosso e, senza infilare i piedi nelle pantofole, mi avvicinai alla porta e la aprii, per poi avviarmi verso la scalinata.
Scesi le scale in punta di piedi, cercando di non fare rumore e, soprattutto, di non cadere dato che il pantalone del pigiama, fin troppo lungo e largo per le mie gambe, andava a finirmi sotto il palmo dei piedi.
Arrivata a metà scala, sentii dei rumori provenire dalla cucina.
Rimasi ferma ed immobile per qualche secondo, incapace di muovere qualsiasi muscolo per la paura. E se fossero stati i ladri?
Non avevo il coraggio di controllare, così mi voltai per tornarmene di sopra, quando i rumori si fecero leggermente più forti.
Dovevo scendere a controllare, anche se disarmata.
Feci un sospiro lungo ed intenso, sperando che mi trasmettesse coraggio, e scesi piano le scale. Cercai in tutti i modi di pensare positivo in quel momento, del tipo che i ladri normalmente, si sarebbero consultati tra di loro sussurrando, e io non avevo sentito nient’altro, se non rumori.
O forse, che erano solo dei ladri affamati, dato che si trovavano in cucina e avrebbero risparmiato me, la casa, i ragazzi e tutti gli oggetti in cambio di una torta.
No, niente di tutto ciò poteva sembrare credibile.
Ed io, ero un’idiota. Una grandissima idiota.
Mi avvicinai piano allo stipite della porta della cucina, tremando. Chiusi gli occhi  per la paura, sperando che non ci fosse nessuno, e mi sporsi leggermente verso la stanza, attenta a non farmi scoprire.
Quando lentamente li riaprii, una figura di spalle si trovava davanti ai miei occhi.
La guardai dall’alto verso il basso e, solo arrivata al punto della testa, la riconobbi.
Era la testa piena di ricci di Harry.
Feci un sospiro di sollievo ed entrai in cucina, senza farmi sentire. Me l’avrebbe pagata.
Mi avvicinai piano a lui, in punta di piedi e, all’improvviso, gli misi le mani sui fianchi, che lo fecero sobbalzare dalla paura.
“Ma sei impazzita?!” urlò sussurrando, quando si voltò verso di me e vide che stavo ridendo per la sua reazione spaventata.
“Dovevo farlo!” sussurrai a mia volta “mi hai fatto prendere uno spavento con tutti i rumori che hai fatto, animale! Mi sono solo vendicata”.
Lui sospirò e chiuse gli occhi, portandosi una mano sulla fronte.
“E’ dura vivere con te…”
Gli diedi uno schiaffetto sul braccio, facendo una smorfia da offesa.
“Ehi, non sono io l’idiota alla quale si è rotta la caldaia senza sapere come! E ringrazia che ti sto ospitando!” dissi, puntandogli il dito contro il petto e, solo in quel momento, mi accorsi che si trovava a torso nudo. Arrossii violentemente dopo averlo constatato e, tolto velocemente il dito dal suo petto, mi allontanai da lui, avvicinandomi alle mensole dove si trovavano i bicchieri.
Harry parve notare il mio imbarazzo e il mio rossore, visibile anche nella penombra della stanza e sogghignò.
“Fa caldo, vero?” disse, sghignazzando.
Mi voltai verso di lui, fulminandolo con uno sguardo mentre mi versavo l’acqua nel bicchiere.
“E’ meglio che ti metta una maglia, potresti prendere la broncopolmonite” dissi, cercando di fare l’indifferente.
Lui, per tutta risposta, mi si avvicinò di più, prendendo una ciocca dei miei capelli tra le sue mani.
“E a te dispiacerebbe, se la prendessi?” sussurrò al mio orecchio. Il contatto con il suo fiato caldo, mi fece arrossire nuovamente.
“Per niente. Anzi, è meglio se la prendi, così magari ti levi da davanti alle scatole” risposi, sorseggiando l’acqua e allontanandomi da lui.
Harry si sedette su uno sgabello, appoggiando i gomiti sul tavolo e il mento sui palmi delle sue grandi mani, come se mi volesse aspettare.
Cercai di fare finta che lui non ci fosse e, una volta finito di bere, posai il bicchiere nel lavandino e mi avviai fuori dalla cucina.
“Perché sei venuta in cucina?” mi chiese, quando fui sull’uscio della porta.
Mi girai e posai lo sguardo su di lui, che si torturava un riccio.
“Non riuscivo a dormire. E tu?”
“Anche io. Niall russa troppo stasera; è davvero insopportabile”.
Risi leggermente. In effetti quella sera, Niall stava dando il meglio di se con il suo sonoro russare.
Lo vidi alzarsi improvvisamente dalla sedia e raggiungermi.
“Adesso hai sonno?” mi domandò.
Scossi il capo lentamente. Nemmeno un sano bicchiere d’acqua mi aveva aiutata.
“E tu?” gli chiesi, indicandolo con un cenno della testa.
Si limitò anche lui a fare cenno di no con la testa, muovendo i ricci di qua e di là.
Sembrava un bambino, mentre muoveva il capo, mordendosi dolcemente il labbro inferiore.
Lo scrutai a fondo, partendo dal suo viso fino ad arrivare al suo torso nudo, limitatamente visibile a causa della penombra.
“Potresti infilarti una maglia, per piacere? Sai, sarebbe molto più comodo!” sussurrai.
“Che c’è, ti metto in imbarazzo per il mio fisico perfetto?” chiese maliziosamente, ghignando.
“No, mi mette in imbarazzo il fatto che io abbia un fisico molto più asciutto del tuo!”.
Harry sbuffò, portando le mani sui fianchi scoperti.
“E va bene, me la metto! Sei di una pesantezza unica!” disse, avviandosi verso il salotto e prendendo una semplice maglietta bianca da sopra al bracciolo del divano infilandosela velocemente, per poi tornare da me.
“Contenta?!” disse ironico, portando il petto all’infuori e toccandosi la maglia.
“Molto” risposi spingendolo , per poi sorpassarlo e uscendo dalla cucina.
Mi avviai verso il divano dove dormiva Harry e mi sedetti a gambe incrociate su di esso, prendendo un plaid appoggiato alla sua estremità, che appoggiai sulle spalle scoperte, avvolte solo da una maglia leggera a giro maniche.
Harry mi fissò per un po’, poi mi raggiunse, sedendosi accanto a me, con i piedi sul grande cuscino del divano.
Mi coprii il viso completamente con il plaid, lasciando intravedere solo gli occhi, per poter guardare Harry e perdermi nell’immensità dei suoi occhi.
“Hai freddo?” mi chiese sussurrando, avvicinandosi lentamente a me.
Annuii con il capo, evitando di parlare per non svegliare Liam e Niall che dormivano beatamente, uno sullo brandina e l’altro steso sul divano accanto.
“Vuoi una felpa?” chiese ancora.
Scossi il capo, lentamente.
“Grazie, sto bene così” bofonchiai, con la bocca coperta dal plaid.
Presi un cuscino, che era appoggiato al divano, e ci infilai i piedi sotto, per permettere al mio corpo di provare ancora più calore. Sentii Harry sorridere di fianco a me e, lentamente, fece passare un suo braccio intorno alle mie spalle.
Mi voltai immediatamente verso di lui dopo quel suo gesto, e il suo mezzo sorriso era ancora stampato sul suo volto.
“Non voglio che tu muoia di freddo, tutto qua” disse, anticipando la mia domanda.
Cacciai fuori tutto il viso dal plaid e lo chiusi meglio intorno al mio petto.
Eppure il braccio di Harry, pur se appoggiato dolcemente attorno alle mie spalle, mi riparavano da tutto il freddo possibile ed immaginabile che potesse esserci in quella casa.
Era come se mi riscaldasse anche solo averlo vicino, ed era una strana ma bella sensazione.
“Posso farti una domanda?” gli chiesi all’improvviso, sussurrando, facendo si che lui si voltasse verso di me, facendo aderire e incrociare i suoi occhi meravigliosi con i miei.
Quel contatto, fece provare ancora più calore dentro di me.
Si limitò ad annuire e i suoi occhi, aspettavano curiosi la domanda che gli avrei rivolto da lì a poco.
“Sei mai stato innamorato?” gli chiesi, tutto d’un fiato.
La mia domanda mi parve fin troppo stupida una volta pronunciata, e lui parve accorgersene. Ovvio che lo era stato, se pochi giorni fa mi aveva confessato che si stava innamorando di me!
Harry aprì la bocca per rispondere, ma io alzai la mano come per bloccare le sue parole.
“Cioè, non mi sono spiegata bene, forse. Intendo prima di… me” sussurrai flebilmente, soprattutto quell’ultima parola. Me.
Posò lo sguardo di fronte a se, perdendolo nel vuoto mentre pensava ed elaborava una risposta da darmi.
Scrutai a fondo il suo profilo.
Non c’era niente di sbagliato in lui.
I ricci che gli ricadevano morbidi sulla fronte, incorniciavano il suo viso dai lineamenti dolci e forti allo stesso tempo, e quelle imperfezioni, invisibili e piccolissime, lo rendevano ancora più bello.
Sorrisi leggermente.
Harry era bello, e non lo si poteva negare.
Si voltò improvvisamente verso di me, senza che io me lo aspettassi, e mi ritrovò che lo fissavo con un’espressione inebetita sul volto. Fin troppo inebetita.
Sorrise anche lui e, al contatto con i suoi occhi, sentii le mani che iniziarono a tremare.
Quel contatto era sempre così dannatamente strano e meraviglioso allo stesso tempo.
“Forse si, forse no. Non saprei risponderti. So solo che quello che sto provando adesso, è nuovo per me e non l’ho mai provato con nessun’altra ragazza. Cioè, l’ho provato ma non così… forte e vero come lo sto provando adesso per te”.
Le sue parole erano sincere, lo si sentiva dal suo tono di voce e dalle sue parole, pur se basse e sussurrate, che trasmettevano emozioni ad ogni singola, minima parte del mio corpo.
Gli occhi mi si riempirono di lacrime.
Le parole di Harry mi facevano battere il cuore, quasi quanto i suoi occhi, e io non capivo assolutamente più nulla.
Non ero più sicura delle certezze che mi ero creata, delle mie ambizioni, dei miei sogni, del mio futuro.
Perché non riuscivo a capire davvero cosa c’era al centro del mio cuore?
“E tu?” mi domandò improvvisamente, facendomi distogliere dai miei pensieri complessi e confusi.
Scossi il capo leggermente per riprendermi.
“Io cosa?” chiesi a mia volta, torturandomi le mani.
“Sei mai stata innamorata?”
Lo fissai meglio, rinchiudendomi nelle spalle, per poi circondare le mie gambe con le braccia, portandole al petto, appoggiando la bocca sulle ginocchia.
“Si…” bofonchiai, spostando la testa di lato per guardarlo meglio.
“Io credo di amare Robert” continuai “lui mi ha detto di amarmi, e sono sicura di amarlo anche io. Mi fa stare bene e mi tratta come non l’ha mai fatto nessuno. Siamo completamente uguali, ed è questo che mi piace di più. Completa le frasi al posto mio, nel modo giusto”.
Harry prese una ciocca dei miei capelli tra l’indice ed il pollice e iniziò a giocarci, ma io non mi ritrassi. Mi piaceva quel contatto così dolce con lui.
“Io credo che non sia questo l’amore, almeno per come la vedo io” disse sorridendo.
“E come lo vedi tu, allora?” gli domandai, pericolosamente vicina al suo viso.
Lui fece un sospiro, cercando la risposta da darmi a quella domanda così difficile, socchiudendo gli occhi.
“Sembra la consegna di un tema!” disse, ridendo leggermente.
Fece ridere anche me. In effetti, sembravamo due adolescenti alle prese con delle crisi esistenziali!
“Si, forse è vero. Però non cercare di deviare la mia domanda…!” dissi, puntandogli contro l’indice.
Harry fece un mezzo sorriso e lasciò la mia ciocca di capelli, che portai dietro l’orecchio, mentre lui si ravvivò i ricci.
“Per me l’amore è ricercarsi dentro a vicenda, giorno per giorno, scoprendo i segreti più profondi dell’altra persona. L’amore si forma quando due persone totalmente diverse tra di loro, ma è proprio questo che serve: due persone completamente diverse si completano a vicenda, l’uno con l’altro. L’amore è litigare ogni singolo giorno, ma fare pace con uno sguardo. E’ capire le emozioni e i pensieri dell’altro solo attraverso gli occhi. E’ un sentimento che nasce dentro ogni secondo o minuto che passi e che può durare in eterno, se vero. L’amore è quando parli della persona che ami senza sosta e senza stancarti, facendoti brillare gli occhi talmente forte, che quella luce può illuminare una città intera, ma l’unica cosa che vorresti, è che quella luce illuminasse il cuore della persona che ami”.
Rimasi immobile, senza muovere un muscolo. Quello che aveva appena detto era bellissimo e mi emozionai al solo pensiero che lui provasse tutte quelle cose per me. Mi sentii improvvisamente un’ingrata per non contraccambiarlo e anche un’ignorante.
Harry aveva ragione. Forse era quello il vero amore.
Sorrisi e gli accarezzai una sua guancia, calda e morbida. A quel contatto, lui chiuse gli occhi, come se volesse godersi a fondo quel tocco e quel momento.
“Conosci il mito degli Androgini?” gli domandai, ritraendo la mano dalla sua guancia e spostarla sul mio ginocchio.
Lui aprì gli occhi e mi guardò confuso, limitandosi a scuotere il capo.
“E’ un mito filosofico, riportato da Platone nel Simposio. Parla dell’amore”.
Lessi la curiosità nei suoi occhi, che mi incitarono a continuare.
“Simposio significa banchetto conviviale, al quale vi si trovavano filosofi come Socrate, Pausania, Aristofane e Platone stesso. Durante il banchetto, ognuno di questi filosofi si alzò, e iniziò ad esporre la propria opinione sull’amore. Dopo vari interventi, Aristofane iniziò a raccontare questo mito, intrattenendo e suscitando l’attenzione degli altri ospiti. Gli androgini, erano degli esseri con due teste, quattro braccia, quattro gambe e due sessi, ed erano uniti tra di loro. Non erano uomini o donne, ma appartenevano ad un terzo genere neutro, non figli del Sole come gli uomini e ne figli della Terra come le donne, ma figli della Luna, che partecipavano alla natura di questi ultimi. Un giorno questi esseri, dotati di una forza immane essendo uniti, si misero in testa di scalare il cielo e raggiungere gli dei, ma Zeus fermò la loro stupida impresa e, colpendoli con i fulmini, separò ciascuno di loro in due metà, rendendoli infelici. Da quel momento in poi, ciascuna metà andò alla ricerca disperata dell’altra metà e non trovava pace fin tanto che non l’aveva trovata”.
Rimanemmo in silenzio per un po’, che veniva interrotto solo dal russare di Niall, e dai lenti sospiri di Liam.
“Bello…” sussurrò Harry, facendomi distogliere lo sguardo da qui due e costringendomi a posarlo nei suoi occhi. Annuii leggermente con il capo dopo il suo apprezzamento, per dargli ragione.
“E’ uno dei miei miti preferiti” dissi “ci fa capire quanto siamo ossessionati dalla ricerca dell’anima gemella”.
“Perché, tu non ne sei stata ossessionata?” mi chiese, sorridendo.
“Non posso dire di no, certo, ma sono stata in grado di rimanere da sola per un po’. Mi auto convincevo del fatto che se l’anima gemella doveva davvero arrivare, sarebbe arrivata. Sarebbe stata solo una questione di tempo”.
Lui sorrise ancora e mi sfiorò una guancia con un dito, facendomi divampare, ma lo ritrasse immediatamente, come se non volesse farmi del male o forse, come se non volesse darmi fastidio.
“E alla fine è arrivata?” mi domandò sussurrando, e appoggiando la fronte sulla mia.
Il mio cervello andò il blackout non appena incontrai nuovamente i suoi occhi e mi ci persi dentro.
Se voleva farmi impazzire, ci stava riuscendo alla grande.
Mi riscossi da quel breve momento di incapacità mentale, e annuii con il capo, poco sicura di me.
D’altronde, i suoi occhi mi facevano sempre dimenticare tutto, accidenti!
Harry fece uno strano sorrisetto, fra il disturbato e l’ironico e approfondì il contatto con i miei occhi.
“E a t-te?” balbettai.
Ormai non ricevevo più ossigeno al cervello.
Mi sfiorò leggermente la mano, sorridendo ancora.
“Si, io ho trovato l’anima gemella. Peccato che, in questo momento, appartenga a un altro…”
Ed ecco un’altra fitta al cuore.
Si riferiva a me, e io lo facevo soffrire.
Mi morsi il labbro inferiore e alzai gli occhi al cielo, disperata.
Perché era tutto così complicato?!
“Non sai quanto si sente in colpa la tua anima gemella, in questo preciso istante…” sussurrai, guardandolo ancora negli occhi.
“Lei è perfetta, solo che non ha ancora capito chi è davvero la sua anima gemella. E vorrei tanto farle passare questo senso di colpa che si porta dentro…” sussurrò lui a sua volta.
Si avvicinò più pericolosamente a me, al mio viso, alle mie labbra, ai miei occhi.
“E c-come vorresti farglielo passare?” chiesi, con un filo di voce, chiudendo gli occhi.
Immaginavo già la sua risposta, ma speravo non fosse quella.
Lo sentii sorridere e spostarmi una ciocca di capelli dal viso, portandola dietro l’orecchio destro. Il tocco con la sua mano calda sulla mia pelle fredda, mi fece rabbrividire, ma trasmise calore a tutto il mio corpo. Soffiò dolcemente sulle mie labbra e appoggiò completamente il palmo della sua mano sul mio viso. Mi attirò di più a se e, proprio mentre sentii il suo fiato ancora più vicino alle mie labbra, mi resi conto dello sbaglio che stavo per fare.
“Non posso…” sussurrai flebilmente, abbassando lo sguardo, con la voce quasi rotta dal pianto.
Mi accarezzò meglio la guancia, come se volesse consolarmi, ma non si allontanò da me. Mi rimase vicino, con la fronte ancora appoggiata alla mia.
“E’ per Robert, giusto?” chiese, ma la sua voce non sembrava triste, solo rassegnata.
Annuii lentamente, incapace di parlare, fissandomi ancora i piedi.
“E se non ci fosse stato lui nella tua vita, mi avresti baciato?” sussurrò ancora, ma sembrò urlarlo.
Quella sua domanda mi colpì dritta nel petto, traforandomi il cuore.
Non avevo una risposta.
Non sapevo se volessi baciarlo o meno, fatto stava che ogni volta che mi trovavo di fronte ai suoi occhi, le sue labbra, o semplicemente lui, perdevo completamente il controllo di me stessa.
Aprii la bocca, cercando di rispondere alla sua impossibile domanda ma, prima che potessi farlo, mi bloccò, poggiando il dito sulle mie labbra.
“No, non voglio saperlo, almeno non adesso. Sarai tu a dirmelo, non voglio rovinare niente di ciò che è importante per te”.
Alzai meglio lo sguardo e gli sorrisi, torturandomi i capelli.
L’importante adesso, era capire cosa volessi davvero.
Feci un sospiro lungo e sbadigliai. Tutta quella lunga conversazione con Harry, mi aveva fatto tornare il sonno. Guardai l’orologio posato sul tavolino davanti a noi.
Le quattro del mattino.
“Hai sonno adesso, vero?” mi chiese.
Voltai lo sguardo verso di lui e annuii.
“Fin troppo, domattina devo alzarmi presto” risposi.
“Anche io. Devo andare in sala di registrazione, mancano solo poche canzoni da registrare”.
Rimanemmo un po’ in silenzio, senza dirci nulla, come se fossimo uno più in imbarazzo dell’altro.
D’un tratto, non seppi spiegarmi il perché, poggiai la testa sulla sua spalla, chiudendo gli occhi. Lo sentii sorridere accanto a me e prese ad accarezzarmi i capelli, facendomi stendere lentamente lungo il divano, come se non volesse disturbarmi.
Mi coprì con un altro plaid e lo sentii allontanarsi.
“Harry…?” dissi, aprendo gli occhi.
Si voltò verso di me e si avvicinò al divano, mettendosi in ginocchio per guardare meglio il mio viso. Gli sfiorai un suo dito, poggiato sul cuscino del divano, con il mio indice.
Parve capire subito la mia richiesta tramite i miei occhi, e sorrise.
Si sedette sul divano e si stese accanto a me, circondando le mie spalle con il suo lungo braccio.
Mi diede un lungo bacio morbido sulla nuca, dopo che lo sentii sorridere.
“Buonanotte, Harry…” sussurrai, poggiando una mano sul suo stomaco.
“Buonanotte, Mary…” sussurrò anche lui, mentre mi avvicinai al suo petto e poggiai l’orecchio sul suo cuore, che batteva incessantemente.
Chiusi gli occhi e, quasi immediatamente, mi addormentai con la più bella melodia di sempre.






Writer's Corner! :)
Ollelèè ollalààà... cel'ho fatta si, ce l'ho fatta yeee! :D
Okkei, si..basta .____.
Ma io mi sto sentendo trrroppo realizzata, cioè...
Ho aggiornato dopo soli quattro giorni, QUATTRO! *w*
cioèè, *w* 

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Eccomi adesso u.u

Coooooomuuunque, per il capitolo volevo dirvi che è un po' più corto degli altri, infatti doveva essere più lungo ma l'ho "tagliato" e inserito nel quattordici, che sto scrivendo u.u 
L'ho tagliato peerchè, questo è abbastanza pienotto, no?! u.u 
Cioè, non volevo rovinare il momento..
OOKKEI BASTA!

Anyway, vi avverto da subito che non credo lo pubblicherò con molta velocità perchè domani devo stare nove ore a scuola ç_ç e domenica non ci sarò, ma vi prometto che lunedì ci lavorerò all day! 
*alldayallnightDjMalik*

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Vabbè, stop.

Cooomunque, io credo di amarvi davvero, sisi :)
Cioè, io vi rapisco e vi sposo tutte! (l'ho gia detto?! vabbè, lo ripeto u.u)
IO VI SPOSO! *w*
Vi ringrazio sul serio, anche a chi si ferma solo a leggere e pensa "che schifo", 
io vi ringrazio, perchè sprecate del vostro tempo per me e io...
e io vi voglio bene! :')
Quiindi, come al solito
A MASSIVE THANK YOU! 
:')

Altri ringraziamenti, come al solito, vanno a:
Chiara e Alessia (che finalmente ha tagliato i capelli, yeah! :D)
A Rebecca, che è una fiiga assurda che amo e stimo troppo! *w* e che ringrazio per avermi fatto pubblicità tramite twitcam :)
Sei una meraviglia, babe :D
E Agnese&Federica :')
Cantiamo un "Buon Compleanno" a quest'ultima che domani compie diciasette anni! *w*
TAANTI AUGURI A TEE, TANTI AUGURI A TEE, TANTI AUGURI FELDUURIICA..
TANTI AUGURI A TEEE! :D

Il miio bellissimo Camel :)

Vabbè, detto tuutto ciò, io me ne andrei dai, che vi ho rotto troppo :)
Grazie ancora, davvero :D

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Ecco, questo è quello che vorrei darvi io, adesso per tutto il supporto :)
Anche se lo preferireste da quei cinque come, d'altronde, anche io *w*

#muchLove.

ps. se volete, potete passare nella mia pagina per seguire me e lo sviluppo della storia, o per eventuali aggiornamenti u.u
Mi fareste contenta! :D

http://www.facebook.com/LeiCredeNeiMiracoli


-Y
oursM.




 

  
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