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Autore: Sallivergron    23/03/2012    1 recensioni
Questa storia parla di una scuola d'arte, la Ohio School of Arts, un istituto che dedicato interamente alle discipline che tutti noi vorremmo fare a scuola- almeno credo - quali il ballo, il canto e la recitazione. I ragazzi saranno sottoposti a due prove e continue novità. Non sempre la loro vita sarà facile. Ogni capitolo sarà narrato in prima persona da un personaggio. Seguite questa storia e fatemi sapere che ne pensate!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kurt Hummel, Noah Puckerman/Puck, Rachel Berry, Santana Lopez, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sveglia suonò insistentemente. Cavolo quanto era fastidiosa! Con gli occhi ancora chiusi buttai una mano sul comodino e la spensi. Aprì gli occhi. Fissai per qualche istante il panorama che si intravedeva dalla mia finestra. Era un nuovo giorno. Sospirai. Mi feci coraggio e mi tolsi le coperte di dosso. Mi sedetti e affondai i piedi nelle pantofole rosa poste accanto al mio letto. Misi le mani sopra le gambe e rimasi per un po' in quella posizione a pensare, sino a quando mio fratello fece irruzione nella mia stanza. 
-Santana muoviti, facciamo tardi, è il primo giorno di scuola!
Lo guardai. Come faceva ad essere sempre così attivo. Non si stancava mai. Invidiavo il suo entusiasmo, eravamo gemelli e davvero tanto diversi. 
-Matt sta tranquillo, non facciamo tardi, sono velocissima, lo sai!- esclamai. Lui mi guardò sospettoso. Mi chiesi come facesse, voglio dire, era il primo giorno di scuola, l'estate era finita. Perché era così felice? Mi diressi in bagno. Girai la manovella della doccia, l'acqua era bollente, se c'è una cosa che odio è proprio l'acqua bollente. Faceva caldissimo. Aspettai che si raffredasse ed entrai. Mentre l'acqua scorreva sul mio viso mi soffermai a pensare all'anno che mi aspettava. La scuola delle Arti non era certo una passeggiata! Quello sarebbe stato un anno faticoso. Dopo essermi "rinfrescata" mi vestì, scesi le scale e andai verso la porta. Mia madre mi fermò. 
-Santana hai fatto colazione?-
-No mamma, non ho fame!- risposi e uscì senza aspettare che mi chiedesse il perché e che cominciasse a farmi una ramanzina sul perché fare colazione fosse importante. Non appena fui fuori dalla porta mi misi i miei adorati occhiali da sole e percorsi il vialetto di casa perfettamente curato. Arrivai alla macchina, aprì lo sportello ed entrai. Guardai Matt euforico e roteai gli occhi. 
-Partiamo?- mi chiese. Mi limitai ad annuire. 
Durante il tragitto sino a scuola non avevo fatto altro che limarmi le unghia e mettere i piedi sul cruscotto, cosa che faceva innervosire mio fratello e che mi divertiva parecchio. Arrivati nel parcheggio, cominciai a guardarmi intorno in attesa di riconoscere faccie famigliari. Sentì qualcuno picchiettarmi sulla spalla, mi girai e mi trovai difronte Rachel Berry, mia odiosa compagna di studi dell'anno precedente. Era egocentrica e autocrate. In poche parole: INSOPPORTABILE. 
-Ciao Santana, bentornata a scuola!- disse con il suo sorriso irritante. Non le risposi e mi avviai all'entrata. Non appena ebbi sorpassato il portone grigio mi tornò il sorriso. Adoravo il primo giorno di scuola, e sottolineo il primo, dal secondo cominciavo ad annoiarmi. Era così bello vedere ragazzi seduti sulle lunghe scalinate che improvvisavano spettacoli. Adoravo la faccia confusa delle matricole che non sapevano dove dirigersi, ma sopratutto adoravo quel senso di ugualianza e di benessere che riuscivano a trasmetterti solo gli studenti di quella scuola. 
-Bentornata Santana!- mi salutò Marta, la mia bidella preferita -Con quale testa siamo venuti quest'anno? Dovrai farmi penare ancora?- mi chiese. Sorrisi e la guardai. 
-Ma Marta, io sono un angelo, dovresti saperlo!- risposi. Lei mi guardò e scosse la testa. 
-Non cambierai mai vero?- mi domandò e sorrise. 
-No, ma questo dovresti saperlo!- detto questo mi allontanai. Salì le scale sino a raggiungere Sam Evans. Il mio migliore amico, che con in mano una chitarra stava suonando qualcosa. 
-Ehi Sammy, che suoni?- domandai io osservandolo con ammirazione. Mi sarebbe piaciuto imparare a suonare. 
-Niente di che!- detto questo chiamò un paio di ragazzi, anch'essi muiti di strumenti. -Su forza ragazzi, innauguriamo quest'anno!- gridò. Tutti risposero urlando un "Si". Dopo essersi accordato con i tipi cominciò a suonare. -Seguimi Lopez!- disse. Voleva che cantassi. Sorrisi. Conoscievo bene quella canzone, era "Sing" dei My Chemical Romance, il più bell'inno alla musica. Cominciai a cantare, poi guardai tutta la folla che si era accumulata intorno a noi e gli incitai a cantare con me, tutti subito si unirono al mio canto.
 
Sing it for the boys, sing it for the girls
every time you that you lose it sing it for the world
Sing it from the heart
Sing it till you’re nuts
Sing it out for the words that’ll hate your guts
Sing it for the death
Sing it for the blood
Sing about everyone that you left behind
Sing it for the world
Sing it for the world
 
Amavo farlo, cantare era la mia unica e vera passione, non avevo in mente altro, era quello che sognavo di fare nella vita, la cantante, altrimenti perché avrei scelto quella scuola, la Ohio School Of Arts. Sognavo di diventare famosa e abbandonare quel cesso di città per andare a Los Angeles. La nostra esibizione terminò. Guardai la folla entusiasta e sorrisi a Sam che mi abbracciò. La campanella suonò e segnò l'inizio di quell'anno. Salutai il mio amico con un bacio sulla guancia e corsi in classe cercando di non ritardare. Alla prima ora avevo lezione di canto. Entrai con solo due minuti di ritardo. 
-Cominciamo bene Lopez!- esclamò il professor Schuester sorridente -Sai cosa significa questo?- mi chiese. Roteai gli occhi. Non ci potevo credere, prima ora, primo giorno ed ero in ritardo, sicuramente vi avrebbe affidato una matricola. 
-Mi affiderà un matricola imbranata?- domandai annoiata. 
-No!- rispose -Meglio, dato che in auditorium stanno facendo gli esami di ammissione, innaugurerai tu quest'anno cantandoci una canzone!- esclamò tutto entusiasta. Che cavolo di punizione era? Si era forse rimbambito durante l'estate? Non mi importava, avevo scansato una rottura bella grossa. 
-Ma professore, credevo di dover essere io la prima a cantare quest'anno!- esclamò arrabbiata Rachel Berry! Non ci potevo credere, era dinuovo nella mia stessa classe, questa si che era sfiga. 
-Mi dispiace Rachel!- rispose il prof. -Su, forza Santana, cosa ci canti?- mi chiese. Lo guardai per qualche secondo. 
-Ehm credo che canterò Back to Black!- affermai. Lui annuì. Feci cenno al pianista di cominciare a suonare, lasciai il mio zaino a Brittany e presi in mano il microfono. 
 
He left no time to regret
Kept his dick wet with his same old safe bet
Me and my head high
And my tears dry, get on without my guy
 
Vedere Rachel nervosa e gelosa mi faceva sentire appagata. Finalmente quel giorno il professore ebbe il coraggio di metterla a tacere. Le ci voleva proprio. Era iniziato un nuovo anno, l'anno di Santana Lopez e Rachel Berry non poteva far nulla per cambiare questo. Stavo andando benissimo, le parole ed il tempo erano giustissimi, l'intonazione era a dir poco eccezionale, lo sentivo, questo sarebbe stato il mio anno. L'entusiasmo cominciò ad invadermi. In men che non si dica stavo ballando e cantando contemporaneamente. Ma tutto questo finì nell'istante in cui entrò in aula Noah Puckerman. 
-Ciao a tutti ragazzi Puckzilla è qui!- disse interrompendo la mia brillante esibizione. Vi giuro che avrei voluto ucciderlo in quell'istante. Mi aveva interrotto e odio quando succede. 
-Noah sei in ritardo!- gli fece notare il professore. Ma il ragazzo sembrava infischiarsene altamente. Lui non veniva a scuola con noi perché gli piaceva, lui era obbligato a frequentarla, dato che l'alternativa sarebbe stato il riformatorio. 
Durante il resto dell'ora non avevo fatto altro che litigare con Puck. Mi dava fastidio, mi provocava! Non ce la feci più e sbottai.
-Ok, adesso basta!- mi alzai dalla sediolina rossa e mi diressi verso il ragazzo. -mi hai rotto le palle!- gli disse dandogli una spinta che non lo mosse minimamente. Il professore mi guardò a bocca aperta. Senza dire niente si girò verso la cattedra e scrisse qualcosa, dopodiché staccò un foglietto rosa da un blocco, conoscevo bene quei foglietti, ne ricevevo tantissimi, ma di solito non il primo giorno alla prima ora. Me lo porse e poté leggere in alto la scritta "Punizione" sbuffai e mi andai a sedere quardando male quell'idiota di Noah. Non ci potevo credere, in punizione il primo giorno di scuola! Per tutto il resto della giornata non avevo fatto altro che evitare il mio caro amico Puck, perché lo avrei preso a pugni sul suo bel faccino. Erano più o meno le undici del mattino, il mio stomaco cominciò a brontolare, presi il cellulare dal mio armadietto, composi il numero di Sam e lo invitai a raggiungermi al bar della scuola. Ci sedemmo ad uno dei tavolini e aspettamo che Alex, la barista, venisse a prendere le nostre ordinazioni. 
-Ehi ragazzi come sta andando il primo giorno?- ci chiese avvicinandosi. Senza risponderle le mostrai il biglietto della punizione. -Solo tu potevi avere la punizione il primo giorno di scuola!- esclamò sempre la stessa. 
-In mia difesa dico che è stata tutta colpa di Puckerman, mi stava facendo innervosire!- esclamai abbassando la testa.
-Va bene, ho capito, non ti va di parlarne!- notò la ragazza e poi passò a chiederci cosa volessimo. Quando tornò ci chiese. -Avete sentito la novità?- Io e Sam ci guardammo, non sapevamo di cosa stesse parlando.
-No, quale?- chiese il mio amico. Lei sorrise.
-A quanto pare il preside è andato via e la Sylvester prenderà il suo posto!- esclamò Alex. Io e Sam ci guardammo spaventati. Presi il telefono e chiamai Quinn. 
-Pronto? Quinn? Si sono Santana! Non saprai mai cosa ho saputo. No! La Sylvester è la nuova preside!- affermai scandalizzata, poteva andare storto qualcos'altro? Si, certo che poteva. 
Arrivò l'ora della punzione, mi diressi nell'aula, era al secondo piano, vicino al magazzino del bidello. Sbuffai ed aprì la porta. Consegnai il foglio all'insegnante assieme ad un panino con tonno, maionese, pomodoro e insalata, questi in cambio mi diede una lattina di Coca Cola non Lite che a noi studentesse non era concessa, grazie alla professoressa Sylvester che sosteneva che l'obesità delle ragazze era dovuta all'assunzione di questa bevanda e per questo aveva convito l'ex preside a toglierci tutti i dolci più buoni e ovviamente più grassi. 
-Lopez cominciamo bene!- esclamò l'uomo leggendo il foglio della punizione. 
-Professor Tanaka non ci si metta anche lei!- sbottai io. Lui mi guardò, mi sorrise. 
-Come hai fatto a farti mettere in punizione dalla prima ora?- chiese. Io mi andai a sedere e ignorai la sua domanda. Poggiai la zaino a terra e presi da esso una rivista, dopodiché cominciai a leggerla, ignoranto totalmente chiunque fosse in quella stanza con me. Dopo qualche minuto, qualcuno mi toccò la spalla. Alzai gli occhi dalla rivista e vidi Puck che mi guardava sorridente. Roteai gli occhi e pensai -Ma che palle, anche qui me lo devo sopportare?- Lo guardai malissimo. 
-Mettiamo in chiaro due cose. Numero uno: Non mi sei affatto simpatico quindi non rompermi. Numero due: Stammi lontano!- esclamai ritornando a leggere l'articolo sulle mode di quell'anno. Passai tutta l'ora a sfogliare e risfogliare il giornale, mi stavo annoiando a morte. 
Per fortuna quell'interminabile momento finì. Corsi fuori dall'aula, in quel momento stava passando Brittany. La presi sotto braccio e mi incamminai con lei per evitare Puck. Arrivai al mio armadietto, presi di corsa le mie cose e corsi verso l'uscita, volevo tornare a casa, la giornata era stata parecchio snervante. Notai mio fratello baciarsi con una ragazza appoggiato alla nostra auto, gli sfilai le chiavi dalle mani e dopo essere entrata in macchina suonai più e più volte il clacson. Lui sorrise alla ragazza, la salutò e si decise ad entrare e ad accendere l'auto. Che giornata snervante, ed era solo il primo giorno di scuola. In quel momento il mio pensiero era uno solo: FINALMENTE STAVO TORNANDO A CASA!


  
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