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Autore: Writer96    23/03/2012    8 recensioni
E’ noto che da sempre le ragazze tendono ad innamorarsi dei ragazzi trasgressivi.
Lo fanno inconsciamente, ma lo fanno.
Fu per questo che, forse, Emma si innamorò di lui.
Perché era trasgressivo al punto giusto e lo faceva perfettamente.
Nessuno diceva bene come lui sedere, cacca e bidet.
Lui era speciale.
Emma ne era convinta.
Prima OS sui 1D. L'avrei messa tra le originali, ma ho rubato Louis.
E' pessima, ma volevo scrivere.
-W
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata alla mia Signora Lerman, perchè è tutta colpa sua se scrivo di loro.
Dedicata ad Alix, che mi ha chiesto Combinazioni e si ritrova questa e forse anche Click.
Dedicata a te, lettrice o lettore.





E’ noto che da sempre le ragazze tendono ad innamorarsi dei ragazzi trasgressivi.
Lo fanno inconsciamente, ma lo fanno.
Fu per questo che, forse, Emma si innamorò di lui.
Perché era trasgressivo al punto giusto e lo faceva perfettamente.
Nessuno diceva bene come lui sedere, cacca e bidet.
Lui era speciale.

Emma ne era convinta.
                                                                                                                                                                           ****
 
-Maestra! Louis ha detto quella parola che non si dice!- urlò Jenny con la sua vocetta da bambina petulante.
Quattro anni, capelli biondissimi e occhi celesti da bambola, Jennifer Greencrow era la fidanzatina di praticamente tutti i bambini della “Peter Pan School
Emma era la sua vicina di banco e talvolta anche di giochi e sopportava a stento la sua presenza. Non che le avesse fatto qualcosa di male, intendiamoci, le dava semplicemente fastidio quel suo nasino all’insù e il grembiule di Hello Kitty sempre perfettamente stirato.
Emma sbuffò e incrociò le braccine al petto, guardando la maestra che si voltava verso Louis, che rideva come un matto. Le scappò da ridacchiare quando il bambino, ignorando le proteste della maestra, cominciò a ripetere a mitraglietta la parola cacca, suscitando una marea di sguardi sconvolti.

-Louis! Vergognati! Un bambino non deve dire certe parole!- urlò la maestra, stringendo le labbra e cominciando a muovere su e giù un piede, facendo cozzare il tacco e la punta con ritmica ripetizione.

-Perché non si può dire cacca, maestra?- domandò lui, sorridendo malizioso. Louis Tomlison era il classico bambino estremamente pestifero, che ti incantava con un paio di occhioni azzurri e subito dopo ti spalmava la sua zuppa sulla camicia.
Le bambine lo guardavano con disgusto da sopra i loro occhialetti tondi e gli passavano davanti con il naso all’insù, ignorandolo volutamente. Jenny era la sua nemica più accanita e non c’era un giorno in cui non litigasse con lui, facendolo finire più e più volte in punizione.
A Emma stava antipatica anche per questo e probabilmente, se fosse stata più grande, l’avrebbe definita con certe parole che avrebbero fatto drizzare i capelli anche a Louis. Ma aveva solo quattro anni e l’insulto più grande con cui si potesse rivolgere a lei era quello di ranocchia ammuffita.

-Louis! Adesso basta! Invece di uscire a giocare con i tuoi amici, tu resti qui da solo, così impari a non dire delle brutte parole...- disse la maestra, girandosi stizzita in direzione della porta. I bambini si riversarono in cortile con foga, spingendosi e urlando eccitati, ignorando completamente il loro compagno seduto su una seggiolina rossa sotto il cartellone delle Amiche Foglie.

Emma lo guardò intensamente e si avvicinò a lui, ignorando la porta aperta. Louis non la degnò di un’occhiata e si concentrò sul disegno che aveva iniziato poco prima, una macchia indefinita di rosa ed azzurro che avrebbe dovuto rappresentare...

-Un porcellino! Louis! Ma i porcellini sono sporchi!- esclamò Emma, guardandolo sorpresa. Lui la guardò come se la vedesse per la prima volta e le sorrise amabilmente prima di annuire.

-E’ vero, accideeenti. Mi dai la matita marrone?- le chiese, tirando fuori la lingua e disegnando ancora con più foga. Lei annuì e lo guardò disegnare in silenzio, ridacchiando quando per sbaglio Louis sporcò quella che doveva essere l’erba con un po’ di marrone.

-Ahah, il tuo porcellino ha fatto la pupù! – disse lei, indicando la macchiolina marrone. Louis iniziò a ridere a sua volta e ingigantì la macchia, fino a farla diventare più alta del maialino stesso.

-Un’invasione di caccaaa!- urlò, tappandosi poi la bocca e sbirciando in direzione della porta. Emma rise più forte e, preso un pastello a sua volta, cominciò a colorare anche lei il foglio.

-Shh, devi stare zitto, che sennò poi ti sentono i bimbi di tre anni e loro sono piccoli, dopo imparano brutte parole...- lo ammonì Emma, con una leggera aria di superiorità, posando la matita ed osservando il loro capolavoro.
Una macchia marrone campeggiava nel bel mezzo del disegno ed era circondata da linee di un po’ tutti i colori. Qua e là spuntavano dei fiori sbilenchi e c’era anche qualcosa che assomigliava terribilmente a un’astronave deforme.

-E tu che ne sai delle brutte parole?- domandò lui, guardandola scuro i volto. Lei inclinò la testa e uno dei codini scivolò dal colletto della camicia. Si studiarono un paio di secondi e poi lei scrollò le spalle sconfitta.
Non era una tipa guerrigliera, Emma. Era una di quelle bambine buone e timide, di quelle che stanno per i fatti loro senza infastidire nessuno e che studiano tutto guardando da lontano. Gli adulti la definivano una pensatrice, gli altri bambini semplicemente una solitaria.

-Non so niente. Ma la maestra dice che tu dici delle brutte parole.- rispose, raddrizzando la testa e chinandosi per disegnare una farfalla sbilenca in un angolo ancora bianco del foglio. Louis la studiò per qualche istante e si stupì di non averci mai fatto amicizia. Lei non era stupida come le altre femmine.

-La maestra ha detto che io dovevo rimanere qui da solo, e invece ci sei anche tu. Tu non la ascolti e nemmeno io lo faccio. Vogliamo essere amici?- le domandò, a bruciapelo. Lei spalancò gli occhi e aprì la bocca per qualche istante, dopodiché si limitò ad annuire, entusiasta.

-Se siamo amici non siamo fidanzati, vero?- chiese lui, preoccupato. Lei scosse la testa e continuò a  disegnare, con un sorrisino sulle labbra. La farfalla storta prese il volo da sotto la punta della sua matita e lei guardò quella macchia viola e blu con orgoglio.

-No, no. Però se siamo amici ci nascondiamo insieme a nascondino?- chiese lei e lui sghignazzò, facendo brillare i suoi occhioni azzurri. Emma sorrise in risposta e lo guardò ammirata mentre lui annunciava fiero di conoscere tutti i nascondigli migliori.

-Adesso io esco fuori a giocare. Tu finisci il disegno, però poi nascondilo, che se la maestra vede la pupù...- disse lei, alzandosi e salutandolo con una manina. Lui sbuffò e annuì, sconfitto.

-E comunque, si dice caaa...- provò a dire, ma lei scoppiò a ridere e si allontanò, saltellando leggermente.

Solo quando Emma fu uscita dalla porta si concesse un risolino entusiasta.
Ne era certa. Quel bambino speciale e trasgressivo era suo amico.
Avrebbero giocato insieme a nascondino e avrebbero fatto disegni di nascosto.
E un giorno, si sarebbe innamorato di lei e sarebbe diventato il suo principe azzurro.

 





Writ's corner.
Non ha neanche una vera conclusione.
Non è... niente.
Una storia di bambini.
Ho semplicemente rubato il faccino di Lou.
Mi sarei aspettata di scrivere, per la prima volta, di Liam, e invece è uscito Lou.
Prendetela come volete. Un bisogno di avere un amico d'infanzia?
Un baisogno di essere un po' fuori dalle regole senza fare danni?
Non lo so.
Prendetemi così.
Prendetemi e basta.

Un bacione
Writ
   
 
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