E se durante un matrimonio si possa avere un'esperienza favolosa? E se anche dopo ore di noia interminabili, queste vengano fatte dimenticare da un fatto molto erotico?
Le risposte si trovano in questa one shot, in cui Sofia avrà un'esperienza davvero indimenticabile.

Lei è Mia, 25 anni.
Lui è Michele, 30 anni.
Si conoscono in discoteca e finiscono a letto insieme... ma poi?
Si tratta di sesso occasionale o c'è dell'altro sotto?
"«Mia, piacere.»
«Michele, piacere mio.» mi stringe forte la mano e quasi mi sembra che quel calore si irradi direttamente nel fulcro della mia eccitazione.
«Mia, eh? Nome interessante...» dice afferrando con le labbra la cannuccia e sorseggiando il suo Mojito.
Oh Gesù! Fatemi essere quella cannuccia! Vi prego!
«Ah? Sì, già...» bevo un lungo sorso d'acqua per riprendermi e non fare la figura della cogliona. «Mia madre era una fan accanita di Mia Martini al tempo.»
«Ti va se usciamo a fumare che qua non si respira?» annuisco ammiccando e lo precedo.
Tie', caro! Non sei l'unico ad avere un sedere perfetto!"

Una one-shot su una giovane coppia che si scambia tenerezze in un lungo pomeriggio di primavera, in mezzo alla natura. Ho cercato di renderla il più delicata possibile, ma senza velarla troppo. Spero vi piaccia. Recensite :)

Milano, Italia. Alice, diciassettenne come tante altre, in cerca del principe azzurro e di ricostruirsi una vita nella sua nuova scuola. Lorenzo, suo vicino e ora anche suo compagno di classe; incomprensibilmente odioso, estremamente attraente. Le loro vite avrebbero potuto scorrere parallele, non fosse stato per l'attrazione innegabile tra di loro, per un patto scellerato.
(Introduzione by Bea (Panna_))
Dal prologo: "Ti odio. Sì, proprio così, ti odio. Il mio cuore potrà pensarla diversamente, ma il mio cervello riesce ancora a ragionare in maniera lucida…più o meno.
Non sto capendo un cavolo della lezione -sulla mia materia preferita tra l’altro- per colpa tua.
Ti sto fissando da mezz’ora, forse anche di più, eppure tu sembri immerso in un mondo completamente tuo e non te ne accorgi…o meglio, fingi di non accorgertene.
Mentre ti passi una mano fra i capelli per spettinarli, mi viene spontanea una domanda; chi ti credi di essere? Chi sei tu per farmi stare così male?"

Alessandro e Silvia sono migliori amici, da molto tempo. La vita non è stata semplice, per nessuno dei due. Sono il porto sicuro, l'uno per l'altro,dove ritirarsi quando le ferite bruciano e i problemi sembrano non avere soluzione.
-Silvia, perdonami. Sono uno stupido. Non so come ho fatto a proporti una cosa simile. Perdonami-, dice e fa per alzarsi, ma lo prendo per mano e lo trattengo.
Dovrei riflettere ancora. Dovrei analizzare meglio le implicazioni della mia decisione, ma non c'è tempo. Lo voglio. Lo voglio adesso.
-Va bene-, gli dico. E lo tiro verso di me.
Lascio che le sue labbra si posino di nuovo sulle mie. Assaporo il suo profumo famigliare.
La sua bocca sa di fragola.
Lascio che le mie labbra intrappolino il suo inferiore e lo succhio dolcemente. Sospira. Adoro i suoi sospiri. Sanno di desiderio,di dipendenza.
Faccio scorrere le mie mani sulla sua nuca. Incontro i suoi capelli. Li accarezzo. Sono morbidi, perdo le mie mani in quella seta.
Ale si ferma, mi guarda, senza però allontanare il viso dal mio.
-Siamo sicuri?-, mi chiede e mentre lo fa sfiora le mie labbra con le sue.
No, io non sono sicura. Ma cosa importa?La sicurezza è una stabilità effimera. Meglio la certezza dell'insicurezza. Non si conoscono i limiti, non si conoscono le regole, ma si è coscienti dell'instabilità.
Non rispondo. Non voglio rispondere. Sia con sì che con un no mentirei. Perché non lo so se siamo sicuri. Ma non me ne importa. Non voglio che me ne importi.
Abbasso gli occhi e accarezzo il dorso della sua mano. Fatico quasi a respirare, tanto sono emozionata. Li rialzo e lo bacio.
Torno a sentire il sapore di fragole.
Seguo il contorno delle sue labbra con la punta della mia lingua e mi ritraggo. Respiro.
Ricomincio.
Appoggio di nuovo le labbra sulle sue e le faccio di nuove prigioniere tra le mie. Le nostre lingue si sfiorano,si toccano, si accarezzano, mentre le nostre labbra continuano ad accavallarsi l'una sull'altra e i nostri respiri si fanno sempre più affannati, si rincorrono, si cercano, si desiderano,anelano la presenza l'uno dell'altro.
[STORIA CONCLUSA]

Cavoli dire che da uno così ti faresti fare di tutto è dir poco! Avrà all'incirca venticinque anni, supera di sicuro il metro e ottantacinque, ha le spalle larghe e le braccia muscolose, l'addome piatto e i pettorali da urlo, il tutto si vede grazie a quella maglietta bianca che gli fa da seconda pelle, le gambe sono strette e fasciate da dei jeans da urlo, gli occhi, ora che torno al viso, sono del colore del ghiaccio e la bocca è carnosa, di quelle che ti fanno gemere solo se ti sfiora il viso...

“Ma si può sapere che altro vuoi? Non hai ancora finito di massacrarmi l'anima?” gli chiedo furiosa voltandomi a guardarlo. Lui di nuovo mi stupisce assalendomi, poi nel tempo di riprendere fiato mi sussurra ad un orecchio.
“Voglio te.” quelle parole, quella voce, quelle labbra, quel profumo... tutto mi fa perdere il controllo e stavolta sono io che assalgo lui, mentre lui sorride, bacio, mordo, tocco ogni parte del suo viso, poi lui di nuovo prende il controllo, si addossa completamente al mio corpo e le sue mani corrono ai miei fianchi stringendoli forte. Da quanto non mi toccava così? Da quanto non sentivo i miei ansiti dovuti alle sue carezze?
(...) Lo accontento e prendo ad accarezzargli il petto lentamente, partendo dal collo e scendendo giù, fermandomi sui pettorali e poi sugli addominali, per poi risalire su.
“Cristo baciami.” geme strozzato e di nuovo l'accontento, tiro fuori la lingua e senza tanti complimenti gliela metto in bocca sorprendendolo un secondo per la foga, poi di nuovo lui si spinge contro di me e stavolta sento chiaramente l'erezione premermi contro.

“Sei tu che fai morire me.” e per accentuare il concetto avvicino il mio bacino al suo. Al contatto non riusciamo a nascondere un gemito e lui preso dalla foga torna a baciarmi, stavolta avido, come un assetato nel deserto che trova la sua oasi. La sua lingua esplora furiosa ogni centimetro della mia, dal palato, ai denti alla mia di lingua, che rincorre, trova, succhia, morde e venera.
Le sue mani nel frattempo scendono dalla vita al fondo schiena, ma non glielo impedisco, al contrario quando sento che entrambe lo afferrano mi spalmo su di lui, divaricando leggermente le gambe per far venire meglio in contatto le nostre intimità. Le mie mani passano fra i suoi capelli, sconvolgendo ancor di più quella maledetta chioma castana e le mie labbra scendono al suo collo, dove lascio leggeri baci, lì fino al pomo d'Adamo, dove so che è più sensibile, e lì puntualmente, solleva la testa e geme, riempiendomi di orgoglio e gioia.