dal capitolo 3:
[...]
-Vai! Vai in camera, spogliala e falla tua una volta per tutte!
Jimmy stai zitto. Non è giusto, io non stupro la gente. Sta male. Se lei non è d’accordo non si fa, punto.
-Che ti è successo amico mio? Una volta mi ascoltavi. Andavi di qua e di là a farti ragazza a tutt’andare. Cosa ti è successo?
Non sono io che ho la fissa per questa ragazza e che non divento dritto se non per lei…
=Ok, ok. Forse UN Po’ è colpa mia. Ma capiscimi, è sexy anche se non è perfetta.
-Amico, quella ragazza è perfetta.
Cervello stai zitto. Ho già abbastanza problemi con Jimmy.
=Cervello ma ce li hai gli occhi? Niente fessura tra le cosce, la pancia non è perfettamente piatta, ha le guanciotte.
Quelle guanciotte sono adorabili.
-Concordo con Liam
VI PREGO STATE ZITTI.
Si, a volte finivo a fare discorsi con il mio pene e il mio cervello. Aveva ragione il cervello questa volta, lei era perfetta anche senza la fassura tra le cosce, senza la pancia perfettamente piatta e con quelle stupende guance.
[...]

Emma non ebbe bisogno di alzare del tutto lo sguardo per capire chi fosse: soltanto una persona a scuola aveva la pelle ambrata di quella perfetta sfumatura che ricordava il miele, solo un ragazzo era talmente incurante delle regole da fumare a meno di un metro dalla porta d'ingresso e, sopratutto, soltanto dallo sguardo di un ragazzo, Emma, si sentiva trapassata da parte a parte. Non aveva bisogno di alzare gli occhi per incrociare quello sguardo, lo sentiva perfettamente su di sé senza bisogno di vederlo.
* Non c'era niente in lei che esprimesse disordine, o caos, che invece per lui erano parole all'ordine del giorno.