Severus l’aveva pensato più di una volta: che cavolo gli era saltato in mente quel giorno piovoso d’autunno? Eh si, perché quel giorno piovoso d’autunno, lui se ne stava comodamente seduto sulla sua poltrona a leggere un tomo intriso di magia nella sua casa babbana di Spinner’s End, e pensava che nulla al mondo potesse disturbarlo dopo la fine della guerra magica. A parte gli assalti dei soliti giornalisti a caccia di scoop, lui non aveva ricevuto nessuna visita. Il campanello babbano posto fuori dalla porta d’ingresso, che emetteva un rumore sinistro piuttosto che un trillo nitido, era rimasto in quelle condizioni da quando suo padre, inavvertitamente, lo aveva rotto sbattendoci contro il muso da ubriaco. Fu proprio quel giorno piovoso che, con sua immensa sorpresa, quel campanello riacquistò vita.
Severus è alle prese con uno scocciatore che disturba la sua quiete pomeridiana. Che cosa farà il nostro professore? Chi sarà mai questo individuo? Una storia su qualcosa che non può essere controllato che porterà Severus a fare un viaggio all'interno di sè stesso e di un passato vicno che ancora lo tormenta, oltre a dare una mano a due innamorati pasticcioni...

Questa storia è il diretto seguito di AHUM.
Correva l’anno 2002 e l’unica cosa che le sarebbe dispiaciuto non fare era lo smistamento. Un sorriso le si dipinse spontaneo sulle labbra quando realizzò che quest’anno i piccoli sarebbero stati accolti da Severus…
Un uomo alto e snello vestito di tutto punto camminava solitario lungo la via di ciotolato. Erano circa dodici anni che non metteva piede in quella strada di Londra.“Adele tu sai chi è mia madre, vero?” domandò enigmatico.
La donna tentennò sulle prime ma poi gli andò in contro e rispose al suo quesito. “Non mi hai posto questa domanda fin’ora. Cosa devo risponderti?”

Quel giorno era il 9 gennaio, un giorno qualunque, anche per lui che, con passo deciso, attraversava la lunga fila di negozi. Diagon Alley era semi deserta nonostante le vacanze natalizie fossero oramai volte al termine. Il mantello nero ondeggiava imperterrito ad ogni brusca folata di vento gelido e lo sguardo era sempre rivolto in avanti, quasi a tralasciare tutti i piccoli particolari che si trovavano ai lati.