Cancellare. Il tredicenne Yuri Plisetsky l’ha sempre fatto.
I propri limiti, le proprie debolezze, il proprio dolore. Ha imparato ad essere un soldato, e guardare dentro di sé non è mai stato prioritario al guardare davanti a sé. Perché saper graffiare è sempre bastato.
Viktor Nikiforov, però, sa perfettamente cosa significa superare la sofferenza senza attraversarla davvero.
In una San Pietroburgo che si sta tiepidamente risvegliando alla primavera, l’avvicinamento tra la Leggenda e la Tigre di Ghiaccio avverrà per gradi, e con la condivisione di un difficile segreto. Ovviamente non mancheranno momenti tremendamente imbarazzanti, comici e fluff, il resto del meraviglioso team russo, un burbero coach dalle adorabili guance da bulldog nonché un sensuale, biondissimo ospite (non propriamente) inatteso…
“Anche se siamo attratti, temo,
da ciò che ci abbandona, o promette di abbandonarci,
alla fine credo che sia quel che ci accoglie a segnarci.”
Tutto inizia al di là del fiume.
Basterà attraversarlo. Ancora una volta.

Un'idea nata da una scena del film che la riprende a modo mio.
Amore.
Senza nome e senza verità, sentimento che non potrà mai avere vera voce tra loro, non tra un capitano e un traditore.