“ Ragazzina vuoi diventare qualcuno o rimanere un misero maschiaccio senza gloria? “ la schernì gelido, avanzando lentamente verso di lei, gustandosi già il terrore che avrebbe letto nei suoi occhi.
A differenza di quello che credeva, quella mocciosa si alzò da terra, sfidandolo con lo sguardo “ E va bene… ma sappi che per me sei solo il rimpiazzo di Bardack “.
Una risata echeggiò nell’aria, riconducendola all’amico dietro di sé che, reggendosi i fianchi per il dolore, continuava a prenderlo bellamente per il culo.
“ Come ti chiami ragazzina? “ riuscì a dire Vegeta, tornato finalmente serio. Anche se la rabbia rodeva dentro come un tarlo, non aveva resistito dinanzi quel teatrino con protagonista Kakaroth. Il grande super sayan della leggenda beffeggiato da una mocciosa d’infimo livello di appena dodici anni.
Era stato troppo anche per la sua calcolata freddezza…
“ Il mio nome è Chichi, principe Vegeta “.

Bulma era coricata sul letto, sorrideva ma era sfibrata e stanca. Lei aveva il bambino fra le braccia.
Avvicinatosele lei gli sorrise e gli porse il fagottino.
Vegeta lo prese in mano e lo guardò.
Era piccolo e gracile.
I capelli erano pochi e violacei.
Non sembrava somigliarli un granché, pensò.
Ma dopo aver trovato le differenze, trovò le somiglianze.
Era forte!
Era di carnagione più scura, come la sua.
Aveva la coda.
Ma soprattutto, quando il bimbo aprì gli occhi vi si specchiò.
Aveva il suo sguardo.
Aveva lo sguardo tipico dei Vegeta, tipico dei Principi Sayan.
Lo sguardo tipico della sua famiglia. E sorrise impercettibile.