Justin Bieber era il ragazzo più bello della scuola.
Effy era la solita timida ragazza che ammirava, da lontano, il fascino di Bieber.
Effy era bellissima, ma non sapeva di esserlo.
Eppure, qualcuno era affascinato da quella bellezza esotica; non lo dimostrava, ma lo era.
Effy viveva di sogni. Lei era TOTALMENTE spaventata dall'affrontare la realtà.
Justin era il contrario: lui amava la sua realtà. Ammirato da tutti, fisico perfetto, genitori perfetti, casa perfetta.
Ed Effy voleva esser parte di quella realtà così perfetta, e forse, ci era riuscita.

"è come se i suoi occhi mi osservassero sempre, ovunque io vada."
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Lei: Chloe Jhonson
Lui: Justin Bieber

Abbie Evans,17 anni,presa di mira dalla gang di Bieber. Picchiata dai genitori che la usano come mezzo di ''sfogo'',il suo esile corpo veniva ricoperto da lividi e tagli,ma non dei semplici tagli,erano profondi..
Era stufa di tutte quelle botte dal padre che tornava a casa ubriaco e dalla madre che soffriva della ''sindrome bipolare''.
Solo all'età di 15 anni era presa sotto tiro da Bieber,Horan,Payne,Tomlinson,Malik e Styles tutti casanova,la picchiavano senza un motivo,le resero la vita peggiore di quella che ha.
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-''cosa sono quelli?''-domandò la voce di Bieber indicando il mio polso pieni di tagli.
Notai che la manica era letteralmente alzata e con fretta la abbassai.
-''è stato il gatto''- dissi semplicemente prima di andarmene.
Dal capitolo 15
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Dal capitolo 20
Ero accucciata sul petto di Justin,stavo piangendo mentre lui tentava di calmarmi -''cosa è successo Abe?''-domandò gentilmente.
-''mio padre mi ha quasi violentata..''-
A quell'affermazione sbincò di colpo.
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Dal capitolo 25
Justin P.O.V
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mi avvicinai a lei togiendo tutta la distanza tra di noi,i nostri nasi si sfiorarono finchè non unii le nostre labbra..
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Spero di avervi incuriosito,buona lettura:

Due bande rivali. Regole inviolabili. Mantenere il proprio nome in alto.
"Non puoi amare colui che porta la tua morte"
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*Rivivevo il momento in cui i suoi occhi e i miei si erano incontrati, il momento in cui mi era mancato il fiato e, soprattutto, quell’indimenticabile bacio che mi aveva letteralmente aperto le porte del Paradiso.
Peccato che non ci fossi entrata.
Perché se quello in cui stavo attualmente era il Paradiso, potevo concludere dicendo che era una bella merda, davvero.
*"Ripetè quel passaggio varie volte, prima di tornare a guardarmi con gli occhi ardenti, così luminosi che sembrava ci avessero versato dell’oro liquido. Non era possibile che una persona del genere fosse umana, doveva per forza essere un demone inviato sulla Terra con delle fattezze angeliche.”