Cosa volevi che ti dicessi Sam? Che senza di te mi sentivo morire dentro ogni giorno di più? Vidi l’espressione sul tuo viso passare da beffarda a soddisfatta. C’eri riuscito di nuovo, eri riuscito a capire se provavo qualcosa verso di te. Ci cascavo sempre, anche quando stavamo insieme, ma chissà perché quel giorno quello che stai facendo mi sembrava un gioco tremendamente doloroso. Per me ovviamente. Tu ti divertivi, tu ti credevi un Dio non è così? Sei sempre stato abituato ad avere tutto per te, a non dover rinunciare mai a nulla. Io ero stata solo l’ennesima bambolina della tua interminabile collezione. Probabilmente quella più nuova, conservata ancora nella confezione di plastica.

Detestavo dover stare seduta accanto a lui, o meglio detestavo il non riuscire neanche a pronunciare una sillaba senza che la salivazione mi si bloccasse. Lui era Tony Stonem, lui era esattamente il tutto e il niente. Da quando Michelle era “tornata” da lui avevo perso ogni speranza, non riuscivo neanche più ad immaginarmi al suo fianco. Non che lui me ne avesse mai dato la possibilità ad esser sincera: in fondo io non ero altro che una sua amica, un’amica come Cassie o come Jal. Facevamo parte dello stesso gruppo, io riuscivo a procurargli la droga migliore e lui non faceva troppe domande. Funzionava così, tra di noi. Senza considerare il fatto che ero più piccola di lui, che avevo l’età di sua sorella Effy. Non mi avrebbe mai potuta considerare una sua possibile ragazza.