Ciao Waanzin,
innanzitutto volevo dire, in generale, che anche questo pezzo mi è piaciuto e sei stato bravo ad esprimere nello spazio che permette una "slice of life" pensieri e tematiche non comuni. Infatti secondo me è più difficile "sintetizzare" in poco spazio talune riflessioni che avere a disposizione pagine intere, anche se quest'ultime lasciano maggior libertà di approfondimento.
Ti sembrerà strano, ma per certi versi anche io mi sono immaginata un Jake piccolo, intento a combattere per la sopravvivenza in un luogo molto degradato.
Ma andiamo nel particolare.Divido il commento in tre parti, tante quante sono le scene del capitolo:
1)Particolare la descrizione del background iniziale, dove troviamo il bambino intento a scappare da due poliziotti. E' freddo ed intorno mi posso immaginare i tanti palazzi malandati della periferia, inghiottita dalla povertà. Questa è stata una scena particolare, in cui erano presenti le vittime di una società malsana, dove da una parte ci sono i ricchi e potenti signori della guerra, dall'altra la gente comune che si deve sporcare le mani (rubando o mettendo in pericolo la propria vita) per vivere un giorno in più. Meno male che in tale contesto, alcune persone non vengano irrimediabilmente abbrutite....
2)Giustamente hai classificato il quartiere dove vive Jake più una "giungla" che un parco giochi. Per un bambino che avesse avuto una vita "normale" sarebbe andata bene la seconda definizione. Comunque, tornando alla giungla, in effetti i tetti delle case sono come una specie di luogo sicuro dove rifugiarsi, come le fronde degli alberi in una pericolosa foresta. E' tuttavia anche un posto dove farsi scivolare addosso la triste realtà che lo attanaglia, ma questo suo tentativo di dimenticare rischia di fargli rompere l'osso del collo. In fondo i pericoli si nascondono anche in cima ai tetti....
Tuttavia Jake, pur avendo solo 10 anni, riesce a scamparla, anche grazie al fatto che è dovuto crescere in fretta...molto in fretta....
Piaciuto l'episodio del teatro dell'opera, anche se avrei da fare due appunti, che non sono assolutamente delle critiche. In primis, l'ora del concerto. Poche righe addietro hai usato l'espressione "freddo mattutino"... ma di solito tali performance non sono fatte verso sera o comunque nel tardo pomeriggio? In secundis, il fatto che fai leggere al bambino delle righe dei libri di letteratura che ha rubato. A questo punto c'è una divergenza con la mia visione, in quanto credo che per quanto possa essere dotato di fine intelletto, un bimbo di dieci anni rimane comunque un bambino di dieci anni. Non sto mettendo in discussione il fatto che sappia o no leggere, ma mi pare strano che in una situazione del genere, dove uno deve combattere per un tozzo di pane, ci si possa permettere certi svaghi. Cioè, il significato è questo : è difficile che la cultura cartacea attecchisca tra la povertà. Non so te, ma un certo interessamento alla cultura sarebbe stato invece un tratto peculiare di suo padre..... Me lo sono immaginato tante volte con in mano un libro di tragedie di Sofocle o Euripide...ma basta divagazioni sul tema....
Discorso differente va fatto per il concerto, il cui momento mi è davvero piaciuto. Infatti il linguaggio della musica è universale...non è uguale al linguaggio dei libri. Cioè, per la musica basta saper ascoltare, per dei libri bisogna saper leggere (lo dico anche nel senso astratto del termine). Spero di essermi spiegata.
Compresi e apprezzati i riferimenti alla mela ( presumibilmente rossa^^) e alla moonlight sonata di Beethoven, che hai inserito come una sorta di filo rosso tra questa scena e RE1.
E' un brano molto crepuscolare e adatto alla situazione di degrado che non ha risparmiato neanche il teatro. Fossi stata io ci avrei messo la "String quartet No. 12" di Dvoràk per la potente espressività, ma hai comunque fatto la scelta giusta (guardando al contesto, ovviamente).
A riprova di quel che ho detto prima, la musica è in grado, per chi la sa ascoltare,di portare le persone in luoghi lontani e di far esulare da una realtà tanto amara. E' stata una scena commovente.
3)Infine, qui c'è il ritorno alla realtà per Jake...una realtà che sa di morte. Ancora una volta si dimostra un ragazzino diverso dagli altri e deve essere forte. Tuttavia vedo in lui una sorta di limbo, una condizione nè di carne, nè di pesce. Infatti egli è intrappolato in una dimensione che non è nè infantile, nè adulta. Vuole dimostrarsi un duro di fronte a tutti, ma quando è solo, chiuso tra le squallide pareti della sua stanza, si aggrappa agli occhiali del padre, quasi fosse un peluche che i bambini si portano a letto quando dormono. Ma c'è di più. Infatti quel gesto fanciullesco rappresenta il bisogno di qualcuno che non c'è, di qualcuno che se ne è andato lasciando soli lui e sua madre. Non c'è il sentimento di odio, ma solo tristezza.Eh,sì....è stato toccante come momento.
Beh, Waanzin, continua pure così, perchè come raccolta di piccoli pezzi mi sta piacendo. Mi raccomando, perchè hai tra le mani una bella occasione per sviluppare temi e pensieri assai particolari. Come testo scorre bene, non ci sono errori sintattici. Ho trovato qualche svista, ma nulla di che.
Alla prossima!
A. |