Recensioni per
Conseguenze di un padre assente
di Waanzin

Questa storia ha ottenuto 12 recensioni.
Positive : 12
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
13/02/13, ore 00:54
Cap. 1:

Mi piace molto questo spezzone. Rappresenta intensamente la lotta interna di Jake, personaggio già di per sè molto complesso. Molto bella questa prima parte, complimenti ^^

Blackmoon276

Recensore Junior
21/01/13, ore 16:47

hai aggiornato! :)
Prima di tutto, volevo farti gli auguri di buon anno nuovo!^^
Ora vado alla recensione.
E' stato un capitolo breve, ma molto inteso, che chiude questa triade di capitoli ove, come era tuo preciso intento, volevi spiegare l'ossessione di Jake verso i soldi.
Una passaggio che è stato molto interessante e sul quale mi è piaciuto riflettere.
Immagini semplici, ma che con la tua bravura nella scrittura hanno assunto un significato profondo.
Mi ha emozionato enormemente la parte finale, quando egli torna a casa...una scena che si ci aspetta da vedere, eppure scene così non perdono mai la loro drammaticità e il loro impatto.
Per di più hai descritto le reazioni di Jake in modo veramente verosimile. L'ho rivisto molto, quando vede sua madre, bagnato fradicio e dolorante dopo quel lungo e tortuoso viaggio...ed ora l'unica cosa che gli rimane...sono quei soldi.
I soldi per cui ha sempre combattuto nella vita, soldi che non gli sono serviti per salvare sua madre, ma...sono soldi. I soldi per i quali si vive.
Jake ha imparato questo dalla vita.
Una realtà cruda...eppure vera, purtroppo. E non solo per Jake.
Ottimo lavoro.

Recensore Junior
20/01/13, ore 12:43

Già dal titolo, avevo intuito che questa miniserie nella già meravigliosa raccolta sarebbe stata pura genialità. E credimi, almeno per le storie, ho naso da vendere.
L'amore. Cioè, non so se hai presente cosa voglio intendere con l'amore. E con questo intendo tutta -e intendo proprio tutta- la storia da te finora pubblicata, compreso questo breve, ma maledettamente intenso capitolo. Mi arrogo il diritto di farti i complimenti per aver colto nel segno l'essenza burbera e sprezzante del buon vecchio Jake Muller, sei stato bravissimo perché non ho mai visto in un pugno di righe un'introspezione così curata.
Il senso di perdita di Jake, che non ha perso solamente la propria madre -sebbene questo sarebbe bastato a chiunque per farlo sentire un naufrago-, ma anche uno scopo, una vita, un obbiettivo, ritrovandosi vuoto ma con un'enorme ex professo, è reso in modo talmente nitido da dare i brividi. Il tuo stile mi piace molto, si vede già dal modo di costruire ogni piccola frase il tuo voler puntare a creare attraverso poche parole un profilo emotivo e psicologico e questo è da lodare perché ci riesci molto di frequente.
La nascita della strafottenza di Jake poi, è stato un tocco di classe. L'aumentare del rancore verso il padre sconosciuto, se mi permetti questa modesta lode, è stato un vero e proprio lampo di genio.
Aspetto con ansia il seguito, caro!
Kiss,
Ladie.

Recensore Junior
28/12/12, ore 21:16

Che dire….non è stato solo un capitolo con i fiocchi…
Questo capitolo è un film…
Davvero, John, hai descritto ogni scena con una maestria impressionante, riuscendo a creare delle immagini degne di una pellicola. Dalla scena del funerale della madre, al rapporto del giovanissimo Jake con Shawn, alla missione finale dal finale struggente…
Parto dal funerale, che è stata una scena veramente inaspettata perché non credevo che avresti fatto morire la madre di Jake. Una scelta che però nel tuo contesto si è amalgamata benissimo…triste, cruda, struggente…hai la capacità di catapultare lo stato d’animo di chi legge esattamente nella situazione da te descritta. L’immagine della tomba che scende nel fosso, di questo Jake sotto la pioggia ferito, il sacerdote e il becchino…e poi il suo “annegare”…annegare nell’alcol…
Un insieme di descrizioni che mi hanno fatto provare una profonda empatia, resa ancora più esasperata quando hai specificato sui soldi…quei famosi soldi per cui Jake vive…
Quei soldi che alla fine hanno solo pagato il funerale di sua madre….
Provo dentro di me una profonda angoscia ancora adesso, mentre sto scrivendo…è stata una scena triste, cruda, eppure così veritiera…una scena profonda che hai descritto nel modo giusto, tanto da suscitare emozioni forti. I miei complimenti davvero…
Il tutto poi si interrompe con un nuovo flashback, che alla fine spiegherà cosa ha dannato ancora di più “quei soldi”…
Dimenticavo la scena sul ponte. Suggestiva l'immagine di Jake che spezza gli occhiali che stringeva da bambino...che un tempo lo consolavano al ricordo di un fantomatico padre, ma che invece ha dannato la vita sua e di sua madre...
Gli occhiali annegano...e nella scena di dopo annega anche Jake.
Passando a Shwan, il rapporto Shawn-Jake è stato davvero interessante. Hai costruito un personaggio che avrebbe potuto tranquillamente far parte davvero della vita di Jake…un uomo rude, che tuttavia coi gesti più che con le parole, e soprattutto “parlando la sua lingua” è riuscito a comunicare con Jake, in quei gesti, in quelle lotte, in quegli allenamenti, che per loro rappresentavano la loro intesa…almeno così era stato per Jake…ma io credo anche per Shawn, solo che oramai egli è un uomo troppo segnato dalla vita di mercenario. Egli diviene la figura esasperata dello Jake del futuro...ovvero l'uomo ossessionato dai soldi...
La scena action, di guerra, che segue dopo sembrava un film….mi è piaciuto soprattutto l’aggancio che hai usato…un’esplosione che catapulta chi legge direttamente in questo nuovo contesto…
La scena è uscita davvero credibile e molto suggestiva…la descrizione delle armi, dell’atmosfera, quando sale le scale con il suo compagno e poi…Shawn…l’ennesimo uomo, l’ennesima persona che ha torturato la psiche di Jake (e che lo porterà ad essere quello che conosciamo).
Quelle parole “i soldi sono soldi”, sembrano parole tipiche, eppure non è così. Nel contesto da te creato sono state come una pugnalata per Jake che come lettrice ho sentito fortemente.
Il cuore di Jake lentamente si spezza e poi si è ricompone…e da ragazzino, si trasforma in un gigante (come hai descritto) di fronte l'uomo che l'ha tradito.
L’unica cosa rimastogli rimane dunque ancora una volta solo sua madre…e quei soldi…
Il tutto poi si ricollega alla scena del funerale…ove poi non gli rimane più nemmeno sua madre…ma solo quei soldi….
I miei complimenti ancora una volta!!
(Recensione modificata il 28/12/2012 - 09:27 pm)

Recensore Junior
24/12/12, ore 16:43
Cap. 2:

Eccomi novamente qui a recensire questa storia!
Beh... Devo dire che, come lo scorso capitolo, questo mi è piaciuto tantissimo. Le descrizioni sempre ben accurate e il linguaggio scorrevole... Non posso chiedere di meglio! L'introduzione mi ha molto colpito poichè nelle poche righe dello spericolato inseguimento tra la polizia e Jake hai messo in evidenza la condizione di un intero  paese allo stremo. Poi il pezzo al teatro... Una meraviglia! Non ci crederai ma quando hai scritto del pianista che prendeva posto ho subito pensato alla Moonlight di Beethoven  (pezzo che, tra l'altro, mi ha riportato alla mente il caro vecchio puzzle di Resident Evil1) e, poi, l'ha proprio suonata! Bellissima.
Mi piace proprio l'immagine che hai dato di  Jake, ragazzino che, nonostante tutto, riesce in qualche modo a farsi una cultura e a sopravvivere, soprattutto.
Il finale non fa che rimarcare le difficili condizioni in cui versa la vita ad Edonia ed è proprio qui che vediamo un Jake forte che non si vuole fare sottomettere dalla triste realtà, Ma, come hai ben detto tu nelle note, Jake è solo un ragazzino che ha bisogno di un punto di riferimento e che, suo malgrado, deve accontentarsi solo di un paio di occhiali scuri. Triste... ma meglio di niente!
Pollice in su anche per questo capitolo! ^^

Nuovo recensore
20/12/12, ore 10:50

Ciao, Waanzin!
Riguardo le prime impressioni, affermo che anche questo pezzo mi è essenzialmente piaciuto, sia per l'uso del flashback (tecnica che non tutti sanno sfruttare o anche solo proporre), sia per le tematiche che in esso sono leggibili ( e non parlo solamente del fatto che Jake diventi un mercenario).

Ma andiamo nel particolare. Dividerò il brano in tre parti, in corrispondenza dei tre pezzi ( in ginocchio, due mesi prima, oggi). Prima però volevo farti una domanda. Nel prologo hai specificato che Jake ha raggiunto la maggiore età ed io l'ho intesa come i 18 anni. Nel brano poi indichi che il ragazzo è entrato a far parte dei mercenari a 16 anni ed hai indicato il lasso di tempo che intervalla le due parti come "due mesi". E' una mia svista?
1) Molto forte è l'incipit, dove troviamo Jake intento a vomitare in bagno. E' una scena che non mi ha lasciata indifferente, in quanto hai saputo riproporre bene il contesto. Buono il paragone della tazza come àncora di salvezza. In effetti, quando uno vomita l'anima, l'unico appiglio è proprio quello.
Solo a fine capiamo il motivo del perchè lui stia male, ovvero l'indigestione di alcol per togliere il dolore della ferita al volto e di altre ferite.
Tuttavia ancora non sappiamo come si sia procurato il taglio che diverrà una sua caratteristica fisica assai peculiare.
Ho trovato un paio di sviste, come "spuntarlgi" e successivamente "cadere all'indietro con un" , dove manca la parola finale.

2)Buona la contestualizzazione che permette al ragazzo di entrare nei mercenari.
Particolari sia il nome che hai usato, cioè "volantino di reclutamento" come se il lavoro di mercenario fosse qualcosa di lecito e di assolutamente normale, sia il fatto che lo sguardo del "dottore" sia schivo (ma direi anche discriminante, come se dovesse puntualizzare che loro non possono permettersi certe cure). Comunque è proprio la malattia di sua madre a spingerlo a "reclutarsi" ed è un particolare importante cui mi riallaccerò a fine capitolo.

Giuste sono state le tue riflessioni su cosa ha portato Shaw a testare il ragazzo. Infatti quest'ultimo è diverso dagli altri, egli non prova paura perchè è stato forgiato dalla cruda realtà che lo circonda e inoltre, non è mosso dall'avidità ma da una causa profonda e sincera: salvare sua mamma.
Particolare il contorno che si va a formare intorno ai due allorchè inizia il combattimento. Giustamente siamo proiettati in una società dove vige la legge del più forte e ognuno è pronto a raccogliere i frutti delle disgrazie altrui ( un pò come durante la prima e la seconda guerra mondiale, dove si rubavano gli stivali dei compagni morti i battaglia per avere un riparo in più contro il freddo). Di solito, in un incontro la gente parteggia per l'uno o per l'altro, qui sono tutti contro Jake, tutto per i loro interessi.
Ma cosa è che non fa gettare la spugna al ragazzo? La visione di sua madre morente ed è una motivazione più forte di qualsiasi altra.
Si ritrova il motivo dell'enfant prodige, in quanto, anche se in giovane età, egli conosce le tecniche del combattimento corpo a corpo.
Molto gradite sono state le due tecniche "paterne" usate da Jake: La prima, ricordabile nel famoso combattimento in re5 quando Chris e Jill vanno da Spencer ( Wesker la usa contro Chris), la seconda ( chiamata comunemente "shotei") usata nel medesimo contesto contro Jill.

3)Si ritorna al presente, caratterizzato sempre dal marciume e dall'atmosfera squallida del motel.
La ferita è ripresa a sanguinare, ma non è solo quella a farlo....è anche il suo cuore e lo si capisce solo a fine lettura.
In un gesto simbolico, Jake sparge sul letto i tanti soldi che con la sua carriera da mercenario ha guadagnato. Alla fine si va ad adagiare un foglietto ripiegato, una sorta di giglio in mezzo a tutti quei verdoni sporchi di sangue. Presumibilmente ( vado per ipotesi, poichè credo che le spiegazioni ci saranno in seguito) il biglietto è la lettera che gli ha lasciato la madre prima di morire - in cui afferma che Jake e suo padre un giorno si ricongiungeranno, etc...-.
Quel pezzo di carta gli ricorda dolorosamente che, nonostante tutto quel che ha fatto, non ha potuto salvare sua madre. I soldi che prima avevano un valore inestimabile perchè servivano a uno scopo, adesso non ce l'hanno più. Penso che ciò che lo attanagli sia il senso di impotenza di fronte alle mire crudeli del destino e di fronte al fatto di essersi macchiato le mani per nulla. Adesso è solo, senza problemi di denaro, ma solo.
Probabilmente, anche se potrebbe lasciare la vita del mercenario, egli continuerà a svolgere tale mansione per avere un obbiettivo nella vita, per fare giusto qualcosa, visto che l'unico motivo che aveva per farlo non c'è più.
Alla fine, stremato e sofferente si abbandona al sonno, sicuro che non verranno dei sogni a visitarlo, in quanto l'unico suo sogno era di curare la madre.

Bene, è tutto. Continua così col tuo stile di scrittura coinvolgente e piacevole. Come ti avevo detto precedentemente, saper trasmettere certe sensazioni in poco spazio non è da tutti.
Alla prossima!

A.

Recensore Junior
18/12/12, ore 19:43
Cap. 1:

Innanzitutto... Bentornato sul fandom! Ci sono già pochi autori per permetterci di perderne qualcuno!
Ti sembrerò stupida ma il titolo di questa raccolta inizialmente non mi aveva ispirato molto. So che un libro non si giudica dalla copertina ma una buona presentazione ha la sua importanza, per me almeno. Come ti accennavo all'inizio, non ci sono molti autori bravi su questo fandom, per cui il titolo mi era apparso un pò banale. Ma poi ho notato il nome dell'autore... e ho esclamato come una pazza "E' quello della lapide! E' quello della lapide!!!" (a parer mio, un piccolo capolavoro).
Così... eccomi qui! Ma veniamo alla recensione.
Da un'idea molto originale, la raccolta inizia proprio con un capitolo che mette  subito in evidenza uguaglianze e contrasti tra padre e figlio, quest'ultimo alquanto confuso e turbato dato che non sa quali considerazioni ascoltare circa suo padre. Alla fin fine, non sa praticamente nulla di lui e, come ognuno nelle sue condizioni, è normale che sia così. Mi è particolarmente piaciuta la scelta del titolo "Riflessi" col riferimento a quelli fisici sulle lenti degli occhiali (altro dettaglio fondamentale!) e, immagino, quelli riferiti alla persona stessa (dopotutto, è una questione biologica). Altro punto a favore di questo capitolo sono le descrizioni. Personalmente amo le storie ricche di dettagli e qui  c'è ne sono abbastanza da soddisfarmi, dai volti simili al profilo della moto in penombra  e all'uomo che parla a Jake. Tutto molto accurato e preciso.
Le uniche piccole pecche sono costituite da alcune virgole inserite prima delle "e" e dagli accenti mancanti nei "sé" riflessivi (tipo nella frase "borbottò tra se e se"). Ho anche notato un errore di battitura nella frase "nell'arruginità stazione di servizio". 
Ma ricapitolando... Ti meriti senza dubbio una bandierina verdissima!

Spero di non aver peccato di pignoleria segnalandoti quei dettagli ma perchè non rendere questa raccolta un altro gioiellino? ^^
Presto mi farò sentire per gli altri capitoli!
Ciao!



Recensore Junior
17/12/12, ore 16:08

Adoro la tua idea di spiegare psicologicamente Jake attraverso la tua fanfiction, in tutte le sfaccettature apprese in re6. Uno scopo che ammiro e che un personaggio come Jake merita! Inoltre stai riuscendo perfettamente nel tuo scopo! L’uomo che annega è già un titolo che ‘immerge’ in uno stato psichico di oppressione e sopravvivenza, sentimenti che si addicono perfettamente al contesto e soprattutto al personaggio. Non potevi scegliere un titolo più azzeccato. Già questo trasmette quanto tu sia entrato perfettamente nel personaggio di Jake.
Ma ora passiamo al capitolo.
Un capitolo descritto egregiamente, nel quale passano tutte le emozioni e le vicissitudini di Jake Muller, a soli 16 anni già abbastanza simile a quello che conosceremo in re6. Un concetto triste dato che a sedici anni si è ancora dei ragazzini…invece lui è già pronto a lottare e a guardare la vita con freddezza e scaltrezza. Con gli stessi occhi gelidi di suo padre…
Attraverso questo excursus ci immergiamo nuovamente nella sua vita, una vita di battaglia, una continua battaglia per la vita e la sopravvivenza. E’ un concetto che rimbomba per tutto il capitolo.
Il tutto reso da una scena iniziale agognante, e un flashback che mostra una parte della sua vita, una parte che però rappresenta il suo mondo.
La sovrapposizione dell’immagine di Jake che perde sangue dalla bocca e quella di sua madre malata che perde anch’ella sangue dalla bocca piegata in quella stessa posizione…una scena veramente d’impatto che comunica una profonda malinconia ed empatia con personaggio.
Inoltre la disperazione di non avere a propria disposizione i soldi per curare il suo male e dovere quindi lottare per guadagnarli…il tutto traspare da ogni parola, da ogni descrizione…
E poi eccolo…il suo denaro…
La scena in cui si abbandona al pianto e poi si mette a dormire, descritta in modo perfetto e che commuove chi legge, rimandano immediatamente alla conclusione del capitolo precedente. Ove adesso però, il nuovo Jake è un ragazzo grande, e che di sogni non ne ha più…le lacrime non sono più quelle di un bambino, ma di un giovanissimo uomo. Si avverte dunque una pesantezza simile…ma completamente diversa da quella del capitolo precedente. Si sente tangibilmente l’infanzia negata a questo ragazzo che ha sempre dovuto lottare, e che è la conseguenza di quel bambino, il cui sguardo è divenuto freddo ed impenetrabile.
Ti faccio i miei complimenti ancora una volta!! Veramente un bellissimo capitolo..!!

Recensore Junior
17/12/12, ore 15:35
Cap. 2:

Condivido pienamente la tua visione sull'infanzia di Jake.
Un po’ il suo carattere rude da ragazzo di strada che ha in re6 lo dimostra…quindi è venuto subito anche a me di pensare a un certo stile di vita molto difficoltoso che lo ha reso così.
Le prime battute con le quali si apre il capitolo fanno presagire immediatamente tutto questo.
La parola “ratto” detta in questo contesto appesantisce quel concetto di abbandono e di quella vita arrangiata in una strada. Un concetto già di suo triste e pesante e che si fortifica se si pensa che chi l’ha detto, l’ha detto riferendosi a un ragazzino…considerato non più di un ratto.
Il fatto che poi il poliziotto cacci una pistola addirittura, la dice ancora più lunga…..e gli arriva poi anche la spazzatura addosso, che rafforza ancora una volta il concetto iniziale di cui parlavo prima.
Le tue descrizioni sono accurate e precise, immergono direttamente nella vicenda chi legge, facendoti seguire il testo narrativo come fosse la pellicola di un film, una particolarità che ti è sempre appartenuta e che non smentisci ancora una volta.
Chi legge entra nel personaggio subito, immergendoti nella sua mente.
La dura vita di questo ragazzino, che già bada alla sua vita, e nella difficoltà, non teme la morte infischiandosene del pericolo che ogni giorno potrebbe portato a farsi male sul serio…un ragazzino che è dovuto crescere in fretta, e ha dovuto imparare a cavarsela.
Colgo la citazione a Leopardi, col “passero solitario”, un animale solitario per natura come narrato nella poesia e che si adatta anche a Jake, in questa vita ove non può fidarsi di nessuno.
Dunque sceglie una vita solitaria.
Inoltre il fatto che lui si metta ad ascoltare quel piano è una scena che trasmette sia dolcezza che malinconia, pensando alla sensibilità e la dolcezza di cui un ragazzino avrebbe bisogno, ma ha dovuto abbandonare per preoccuparsi di problemi più importanti della vita…
Il tutto che si riversa in quel piccolo sogno ad occhi aperti che trasporta il giovanissimo Jake in un mondo di sogni non fatto per lui, ma che sussiste per un istante e lo rende leggero come dovrebbe essere un bambino.
Il ritorno a casa, poi…mi ha veramente commossa. Come nel tuo stile, poche parole, ma concise, volte a far immedesimare chi legge in quella situazione con la maestria di parole scelte accuratamente.
La madre non è descritta, ma la vedi davanti ai tuoi occhi…una scelta direi più che azzeccata, che rende la storia credibile, essendo la madre di Jake non ancora svelata dalla storia originale. Ma già quel che viene descritto nel capitolo basta a fartela figurare e ripeto, è la stessa scelta che avrei fatto anche io!
Inoltre nel finale hai reso ancora una volta alla perfezione l’idea di questo Jake che ha dieci anni solo di numero…perché a fatti è già un ragazzo che non bada solo a se stesso, alla sua sopravvivenza…ma anche a quello di sua madre stessa, colei che dovrebbe curarsi di lei, ma non può. E questo Jake che la copre, la cura e che ha già la maturità e la sensibilità per non desiderare nemmeno una stanza, che è la madre come descrivi che lo esorta a prendere.
Cura quindi sua madre e quel teppistello che correva sui tetti scompare…sostituendosi a un ragazzino premuroso che poi silenzioso si mette nel suo letto, portando a se l’unica cosa che gli è rimasta di suo padre.
Gli occhiali sono di Wesker…almeno questo ho percepito. Una scena, un gesto…ma dai mille significati emotivi per Jake e per il fan.
Inoltre le tue parole finali, commoventi, e tristi…la lacrima che sostituisce il bacio della notte…
Ho sempre adorato del tuo stile la scelta di un lessico curato, ti ringrazio quindi per l’attenzione che dai a questa fanfic! Bravissimo! Vado a leggere il prossimo capitolo che vedo hai già pubblicato! *-*
Continua così!!
Grace

Nuovo recensore
15/12/12, ore 19:01
Cap. 2:

Ciao Waanzin,
innanzitutto volevo dire, in generale, che anche questo pezzo mi è piaciuto e sei stato bravo ad esprimere nello spazio che permette una "slice of life" pensieri e tematiche non comuni. Infatti secondo me è più difficile "sintetizzare" in poco spazio talune riflessioni che avere a disposizione pagine intere, anche se quest'ultime lasciano maggior libertà di approfondimento.
Ti sembrerà strano, ma per certi versi anche io mi sono immaginata un Jake piccolo, intento a combattere per la sopravvivenza in un luogo molto degradato.
Ma andiamo nel particolare.Divido il commento in tre parti, tante quante sono le scene del capitolo:
1)Particolare la descrizione del background iniziale, dove troviamo il bambino intento a scappare da due poliziotti. E' freddo ed intorno mi posso immaginare i tanti palazzi malandati della periferia, inghiottita dalla povertà. Questa è stata una scena particolare, in cui erano presenti le vittime di una società malsana, dove da una parte ci sono i ricchi e potenti signori della guerra, dall'altra la gente comune che si deve sporcare le mani (rubando o mettendo in pericolo la propria vita) per vivere un giorno in più. Meno male che in tale contesto, alcune persone non vengano irrimediabilmente abbrutite....

2)Giustamente hai classificato il quartiere dove vive Jake più una "giungla" che un parco giochi. Per un bambino che avesse avuto una vita "normale" sarebbe andata bene la seconda definizione. Comunque, tornando alla giungla, in effetti i tetti delle case sono come una specie di luogo sicuro dove rifugiarsi, come le fronde degli alberi in una pericolosa foresta. E' tuttavia anche un posto dove farsi scivolare addosso la triste realtà che lo attanaglia, ma questo suo tentativo di dimenticare rischia di fargli rompere l'osso del collo. In fondo i pericoli si nascondono anche in cima ai tetti....
Tuttavia Jake, pur avendo solo 10 anni, riesce a scamparla, anche grazie al fatto che è dovuto crescere in fretta...molto in fretta....
Piaciuto l'episodio del teatro dell'opera, anche se avrei da fare due appunti, che non sono assolutamente delle critiche. In primis, l'ora del concerto. Poche righe addietro hai usato l'espressione "freddo mattutino"... ma di solito tali performance non sono fatte verso sera o comunque nel tardo pomeriggio? In secundis, il fatto che fai leggere al bambino delle righe dei libri di letteratura che ha rubato. A questo punto c'è una divergenza con la mia visione, in quanto credo che per quanto possa essere dotato di fine intelletto, un bimbo di dieci anni rimane comunque un bambino di dieci anni. Non sto mettendo in discussione il fatto che sappia o no leggere, ma mi pare strano che in una situazione del genere, dove uno deve combattere per un tozzo di pane, ci si possa permettere certi svaghi. Cioè, il significato è questo : è difficile che la cultura cartacea attecchisca tra la povertà. Non so te, ma un certo interessamento alla cultura sarebbe stato invece un tratto peculiare di suo padre..... Me lo sono immaginato tante volte con in mano un libro di tragedie di Sofocle o Euripide...ma basta divagazioni sul tema....
Discorso differente va fatto per il concerto, il cui momento mi è davvero piaciuto. Infatti il linguaggio della musica è universale...non è uguale al linguaggio dei libri. Cioè, per la musica basta saper ascoltare, per dei libri bisogna saper leggere (lo dico anche nel senso astratto del termine). Spero di essermi spiegata.
Compresi e apprezzati i riferimenti alla mela ( presumibilmente rossa^^) e alla moonlight sonata di Beethoven, che hai inserito come una sorta di filo rosso tra questa scena e RE1.
E' un brano molto crepuscolare e adatto alla situazione di degrado che non ha risparmiato neanche il teatro. Fossi stata io ci avrei messo la "String quartet No. 12" di Dvoràk per la potente espressività, ma hai comunque fatto la scelta giusta (guardando al contesto, ovviamente).
A riprova di quel che ho detto prima, la musica è in grado, per chi la sa ascoltare,di portare le persone in luoghi lontani e di far esulare da una realtà tanto amara. E' stata una scena commovente.

3)Infine, qui c'è il ritorno alla realtà per Jake...una realtà che sa di morte. Ancora una volta si dimostra un ragazzino diverso dagli altri e deve essere forte. Tuttavia vedo in lui una sorta di limbo, una condizione nè di carne, nè di pesce. Infatti egli è intrappolato in una dimensione che non è nè infantile, nè adulta. Vuole dimostrarsi un duro di fronte a tutti, ma quando è solo, chiuso tra le squallide pareti della sua stanza, si aggrappa agli occhiali del padre, quasi fosse un peluche che i bambini si portano a letto quando dormono. Ma c'è di più. Infatti quel gesto fanciullesco rappresenta il bisogno di qualcuno che non c'è, di qualcuno che se ne è andato lasciando soli lui e sua madre. Non c'è il sentimento di odio, ma solo tristezza.Eh,sì....è stato toccante come momento.

Beh, Waanzin, continua pure così, perchè come raccolta di piccoli pezzi mi sta piacendo. Mi raccomando, perchè hai tra le mani una bella occasione per sviluppare temi e pensieri assai particolari. Come testo scorre bene, non ci sono errori sintattici. Ho trovato qualche svista, ma nulla di che.
Alla prossima!

A.

Recensore Junior
11/12/12, ore 21:47
Cap. 1:

Non solo ho la sorpresa di ritrovarti su efp, ora apprendo che stai anche riprendendo a scrivere! E…su resident evil ancora una volta! Anzi..re6, Jake in modo specifico…!
Doppia, tripla, quadrupla felicità! xD
Aspettavo di trovare qualche fic su re6, e su Jake in particolar modo, figura che ritengo abbia colpito qualsiasi fan di Wesker e di resident evil.
Re6 ha rappresentato una nuova perla della saga, che mi ha emozionata e coinvolta come solo una saga come questa riesce. Non ha deluso le mie aspettative e, come prevedevo ancor prima di seguire questo gioco, Jake è entrato nel mio cuore, assieme alla sua storia e alla sua fantastica personalità affascinate, travolgente, rude e scazzata.
Per me è stato la trasposizione perfetta di un Wesker adolescente, una figura necessaria al fan ancora in “lutto” per la perdita di un personaggio di questo calibro, amato e personaggio chiave di tutta la saga fin ora.
Quindi le aspettative sul suo “erede” erano alte, e sono quindi felicissima di poter dire che esse sono state soddisfatte. Perché Jake Muller è un personaggio che promette bene.
Ma non voglio dilungarmi troppo sui miei pensieri su re6, anche se una premessa era d’obbligo proprio per esprimere la mia contentezza nel trovare una fanfict su di lui, per di più scritta da uno dei miei autori preferiti ;)
Passo al tuo primo capitolo, nel quale ancora non possiamo presagire cosa accadrà, tuttavia già si evince il tuo intento di approfondire questo personaggio. Le frasi già destano più di una riflessione in chi legge.
Il contrasto, ad esempio, fra le parole dettogli dalla sua ipotetica madre, e poi quelle che ha appreso durante la vicenda di re6, è stata una scena realistica e ben costruita, attraverso la quale già possiamo comprendere i sentimenti combattuti che Jake prova verso il padre.
Perché questa natura conflittuale, ove da una parte lo rinnega, e dall’altra reagisce quando vede chi lo ha ucciso…come dicevi nella tua premessa.
Già questa scena iniziale, nella sua semplicità, giustifica la natura di questo rapporto.
Inoltre, che tutto il capitolo scorra davanti l’immagine di Jake riflesso in degli occhiali da sole, è stata una scelta molto evocativa che mi è piaciuta molta!
Non mi resta a questo punto che attendere il continuo di questa fanfiction e…bentornato di nuovo!! :)

Nuovo recensore
11/12/12, ore 13:49
Cap. 1:

Ciao Waanzin, innanzitutto complimenti per la bella idea alla base della tua raccolta. Anche io, da fan di RE non mi sono potuta perdere il 6 capitolo e, checchè ne dicano molti, a me è sinceramente piaciuto, soprattutto ( ma non solo ) per l'entrata in scena di certi personaggi. Uno che sicuramente mi ha colpito molto è stato quello di Jake Muller-Wesker, un ragazzo burbero, ma dal cuore d'oro. Purtroppo quelli della Capcom hanno lasciato troppe cose in sospeso, troppi dubbi e spero vivamente che nel prossimo capitolo ci diano parecchie spiegazioni in proposito.
Ma passiamo alla tua storia.
Mi è piaciuto,intanto, che tu ti sia riallacciato al video alla fine della campagna e tu abbia voluto imprimere alle riflessioni di partenza l'aspetto puramente visivo. Infatti il ragazzo si sofferma sui propri lineamenti, fantasticando poi sul volto di suo padre, che non ha mai visto. Ovviamente alla base c'è il rimpianto del ragazzo di non essere riuscito a parlargli e forse mai gli parlerà ( metto il "forse" perchè sono una di quelle che, nonostante tutto, crede che il caro Albertino sia in qualche modo vivo).
Ad hoc il paragone col Mosè di Michelangelo - e la citazione della famosa frase dello scultore "perchè non parli?" è d'obbligo-. Jake ha davanti quel viso, ma esso è duro e immobile come il marmo.
In seguito, giustamente, ti sei soffermato sulla visione antitetica che il ragazzo ha di suo padre. Da una parte ci sono le parole di sua madre, dall'altra quelle dei suoi compagni di disavventure. Tutto ciò si ripercuote sulla doppia immagine che riflettono i suoi occhiali, da cui traspare appunto questa duplice visione.
A interrompere questo flusso di pensieri ci pensa il meccanico, ma non a cancellarli ed il ragazzo è costretto a nascondersi dietro a un silenzio significativo.

Allora, nonostante la brevità(ma credimi, essa era molto in linea col contesto), il brano mi è piaciuto. Infatti hai saputo toccare un punto dolente di Jake e certi suoi pensieri.
Sicuramente gli spunti per sviluppare il personaggio e elaborare determinate situazioni ci sono, poichè l'alone di mistero che accompagna il ragazzo da' un certo margine di libertà e immaginazione. Da questo punto di vista il genere introspettivo la fa da padrone.

Alla prossima
A.