Eccomi di nuovo qui, cara Bloom, come promesso.
Non manco mai, come le tasse! xD
Ma passiamo alla recensione, che è meglio, e lasciamo perdere le me solite battute dementi: l'inizio è descritto in maniera fantastica, lasciando quasi che il lettore prima entri nel torpore di Chaz e poi ne esca insieme a lui. E' bellissimo, poi, entrare in questo personaggio e seguirne il pensiero e la logica, i sentimenti che scorrono e il cuore che lo porta dalla parte di Jay e la testa che invece vuol farlo allontanare. E' doppio, Chaz, ma incredibilmente unico nelle sue parti: ama Jay, sa che non potrà averlo, lo vuole lo stesso, ma non osa avvicinarsi per non essere "di troppo". E' una cosa sublime, assolutamente!
E la sua arrendevolezza nei confronti del cuore lo rende ancora più tenero, dolce e caro ai miei occhi. E subito, però, tenta di riportare la situazione alla stabilità con la domanda sulle intenzioni di Jay. E lì, però, è forse meno delicato per come si pone, dato che sorge una minuscola incomprensione: gli chiede cos'ha intenione di fare, e Jay pensa che lo stia accusando di svignarsela. Ma poi si mette in chiaro che non è così, e Chaz lo sa benissimo.
In effetti, il pretesto di Jay, poi, per affrontare i genitori è un po' labile, e forse si ferma al bar proprio perché lui stesso se n'è accorto e ha bisgono di un po' di incoraggiamento, della spinta prima del salto, ecco. Sì, forse un voto non aggiusta le difficoltà, ma magari è il punto di partenza per spiegarsi, cercare di farsi capire e accettare.
E il fatto che il bar in cui sceglie di andare sia proprio di fronte alla chiesa è, per me, emblematico: non sceglie un luogo sacro che l'ha ripudiato, un luogo così detto "pulito" e senza macchia poiché casa di dio, ma sceglie il bar all'opposto della strada, all'opposto in tutto: un po' trasandato, poco curato, poco frequentato e però accogliente, il luogo che prende i reietti e i "perfetti" (scusami, ma non trovo altro termine per spiegarmi bene) allo stesso modo, che non fa selezioni e che ti lascia prendere il tempo che vuoi e che ti serve. Sì, sceglie il profano al posto del sacro, perché magari quello che lui si sente.
Ed eccola, la lotta contro dio, quel dio sceso in terra per bocca dei suoi genitori, prima, e del sacerdote, poi.
Ebbene, proprio nel profano trova il raggio di luce che illumina per qualche attimo il tunnel in cui si trova: il ragazzo affascinante che gli sorride e lo guarda. Sai, mi immagino uno sguardo ironico, sfottitore, un po' sarcastico su un ragazzo del genere. Qualcosa di decisamente sopra le righe. Sbaglio? Non lo so, so solo che me lo imamgino così. Essendo un eccentrico, non ci sta male, ecco tutto.
Eh beh, non vedo l'ora di proseguire con il quarto capitolo! Spero di aver capito il tuo capitolo anche stavolta.
Sappi solo che ti trovo sempre bravissima e assolutamente geniale. Sì, come ho scritto nella recensione per "Beckley", tu sei geniale.
Addirittura aggiungerei folgorante, stavolta.
Alla prossima recensione!
Sempre tua ammiratrice
Sid. |