Mio caro Old, buongiorno!
Rieccomi a recensire una tua storia, stavolta mi sono buttata nell'horror, un genere che, devo confessarlo, non apprezzo molto per il semplice motivo che sono una fifona e mi autosuggestiono facilmente. Però questo più nei film, nei libri invece mi lancio e mi piace invece il genere gotico, alla Poe e Shirley Jackson per capirsi. Questo tipo di storie, più classiche, mi intrigano sempre e leggo persino libri contemporanei, quindi capirai che quando ho notato questa tua storia me la sono segnata a tempo di record.
Ma bando alle ciance! Ovviamente mi aspettavo una bella lettura e così è stata, una lettura dove l'elemento horror fosse ben dosato, mai macchiettistico o eccessivo o tanto per, come appunto mi sono abituata ad aspettarmi nei tuoi scritti, che sono sempre misurati, attenti a mantenere un equilibrio tra atmosfere inquietanti e violente e precisione e sobrietà della resa stilistica. Questa storia l'ho trovata molto faustiana, passami il termine, molto tedesca con tutte le sue citazioni (che bella quella di Schiller su quando sparisce la costrizione del sentimento e della ragione!) che hai saputo inserire con grande naturalezza, ihmo, sposate ai personaggi e al contesto che hai descritto. Io personalmente sono una citazionista compulsiva che nel corso degli anni ha cercato di contenersi perché esagerava: le citazioni, ho imparato, non devono eccedere, capisci che lo fanno quando a toglierle non cambia niente. In questa storia se le togliessimo si perderebbe un pezzo importante e questo dimostra a mio parere come siano parte integrante della storia, uno degli elementi che la rende quello che è.
Ma al di là delle citazioni ho notato tanti altri riferimenti: Poe, probabilmente, Frankenstein, certamente, Il Golem di Gustav Meyrink, Goethe, il Faust, persino Mann e La montagna incantata. Ripeto: c'è molto della cultura tedesca, ma c'è anche Praga con la sua atmosfera misteriosa e occulta; è stata una delle mie parti preferite, anche un po' inaspettata. Non mi aspettavo che Thellmann avrebbe ricorso a certe pratiche, all'inizio me l'ero immaginata più come un novello Frankenstein, versato nella scienza più che nell'occulto, ma alla fine quanto di occulto c'era anche in quello che faceva il protagonista della Shelley? Alla fine parli di generatori di corrente, non a caso, quindi scienza e magia si uniscono coi soliti risultati terribili che puniscono la iubris degli uomini.
L'inizio della storia mi ha fatto pensare a un libro che non so se conosci, Follia di McGrath (se non l'hai mai letto, te lo consiglio con tutto il cuore! Penso ti piacerebbe molto), che è ambientato in un istituto psichiatrico, non in un sanatorio, ma la figura di Leitner mi ha fatto proprio pensare al protagonista di quel libro, un narratore inaffidabile per certi versi, che si scopre solo alla fine quanto abbia sfruttato dei suoi pazienti.
Scusa se ti faccio tutti questi riferimenti e paralleli, ma quando vedo una storia che mi fa viaggiare in altre storie mi diverto molto! Ovviamente questo scritto non è derivativo, ci sono tanti imput e riferimenti, ma è tuo e si sente, con il tuo modo di scrivere, i tuoi personaggi e le loro inquietudini. Anche qui ho molto apprezzato lo stile così preciso e sobrio anche nel raccontare le cose più inquietanti e l'ho visto proprio come una scelta: il tono quasi clinico, austero delle prime pagine che si stempera a poco a poco, man mano che leggiamo e scopriamo cosa Thellmann ha fatto, andando al di là sia della ragione, sia del sentimento, arrivando a sfidare le leggi della natura e di Dio. Ritorna Schiller, ma anche Goethe e Hoderlin e la tua metafora della civiltà quale patina di ghiaccio su un profondo oceano di caos e oscurità mi sembra l'immagine più perfetta per descrivere la condizione di Thellmann e quella che accomuna noi tutti esseri umani quando le regole non contano più.
Più che una recensione ho scritto un delirio psicoanalistico infarcito di considerazioni letterarie, Leitner forse dubiterebbe anche della mia sanità mentale xD Concludo dicendo che al solito ho apprezzato molto, mi son gustata la storia leggendola con calma questi giorni, di notte, mossa forse non azzeccatissima, ma comunque è imprgenata di quel gotico che non spaventa ma più che altro inquieta e quindi a mio parere è più efficace. La fine poi, con quel rapporto freddissimo e burocratico, l'ho trovata perfetta.
Un abbraccio e buon weekend ^^
Prim |