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Autore: Trick    20/05/2013    4 recensioni
«Il mondo non è diviso in brava gente e Mangiamorte».
Raccolta di drabble, flash-fic e one-shot di mediocre pretesa spudoratamente a caso.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Altre drabble scritte a caso in momenti a caso. Ehm... la maggior parte dei prompt sono sicuramente di Ferao. Almeno un altro paio credo di averli pescati a caso. Non ne sono sicura, ma tant'è... (:



*
«But I, being poor, have only my dreams».
ArthurxMolly
114 parole

Stringe le sue piccole mani paffute fra le proprie in una morsa disperata, china il capo e lo ripete di nuovo:
«Non ce la faremo mai. Non ce la possiamo fare».
Le dita di Molly si intrecciano attorno alle sue e i suoi occhi gentili cercano il suo sguardo, ma Arthur la ignora. Continua a guardare il pavimento, prega che possa aprirsi una voragine in grado di inghiottire la sua vergogna.
«Arthur...».
«Mi dispiace, Molly».
«Arthur...».
«Non meriti questa casa disastrata».
La giovane donna arriccia le labbra in un sorriso triste, scuote con decisione la testa e lo costringe ad appoggiare la mano destra sul ventre sempre più rotondo.
«La mia casa sei tu».


*
Affrontare i propri amici
Hannah Abbott
248 parole

«Non posso farlo».
Hannah conosce bene la sensazione di essere sola in mezzo a una folla, eppure quella volta è tutto un po' più diverso e annebbiato. Susan le rivolge un'occhiata mesta. Ernie inclina deluso la testa. Justin sospira affranto e mostra i palmi in segno di resa.
E Hannah risponde ai loro sguardi – gli sguardi dei suoi amici, dei suoi migliori amici – ma nella testa non c'è altro che il vuoto rimbombo delle campane che avevano suonato durante il funerale di sua madre.
Cenere alla cenere.
«Longbottom è pazzo se pensa di poter resistere da solo ai Mangiamorte».
«Non sarà solo, se ci uniremo a lui».
Polvere alla polvere.
Hannah resta a torcersi le dita fino quando le fiamme del camino non si spengono. La sala comune è ormai deserta, le luci deboli, l'aria pesante. Stringe le ginocchia al petto e soffoca un gemito di paura.
Non può farlo.

Il giorno successivo Vincent Tiger solleva la bacchetta su una ragazzina di nome Hester. Ha undici anni, due buffe trecce castane e i denti un po' sporgenti. Ha undici anni, è al suo primo anno a Hogwarts – e quella è Hogwarts.
Le sue grida riempiono il corridoio del terzo piano e fanno male.

Hannah chiude gli occhi.
Cenere alla cenere.
La paura le ha inaridito la gola – ma Hester strilla ancora nella sua testa, e Vincent ride, e quella è Hogwarts, ed è tutto un'eco di urla e campane a lutto...
«Stupeficium!».
Non può farlo.
Polvere alla polvere.
Lo fa lo stesso.


*
Scala reale
Percy Weasley
179 parole

Bill era l'asso – era quello che vinceva sempre.
È ancora al Ministero quando lo scopre. Lavora fino a tardi, lavora perché spera di dimenticare un sacco di cose che in realtà non vuole dimenticare.
Charlie era il re – era quello che comandava.
La notizia è una bomba che gli esplode nel petto, nelle viscere, nella testa. La battaglia sta per iniziare – ed è a Hogwarts, è là che si deciderà il loro futuro.
Fred e George erano fante e cavallo – erano quelli che non stavano fermi.
Si alza in piedi di scatto. Ha l'indice sporco di inchiostro e rotoli di pergamena sparsi davanti agli occhi.
Ginny era la regina – era quella decisiva.
«A Hogwarts! A Hogwarts!» gridano fuori dal suo ufficio. Percy serra le palpebre – e c'è la Tana nella sua mente, c'è l'odore di sua madre e il sorriso di suo padre, c'è una fotografia scattata ai piedi di una piramide.
Ron è il Jolly – Ron vale più di tutti loro.
Percy stringe la bacchetta.
La scala non è ancora reale.


*
Fear of the Dark, Iron Maiden
LuciusxNarcissa
184 parole

«Andrai anche questa notte?».
Lucius si ferma in mezzo al corridoio. La luce delle torce danza sugli antichi arazzi di Malfoy Manor in decine di arabesche serpentine. Le guarda, ma non le vede sul serio: riconosce solo le lingue di fuoco che lambiscono i nobili stendardi della sua famiglia e sembrano bruciare, mangiare, divorare.
E Narcissa è lì nell'ombra alle sue spalle, dove luce e fuoco non possono arrivare – dove il Marchio Nero che dilania il suo avambraccio non si potrebbe nemmeno scorgere.
«È il mio dovere. Gli ho giurato fedeltà».
La piccola mano candida della moglie si appoggia alla sua schiena. Le sue unghie artigliano con disperazione la stoffa nera del suo mantello.
«Non andare... ti prego, resta qui».
Lucius stringe gli occhi, trattiene il fiato e ogni cosa esplode nuovamente davanti alle palpebre chiuse. Non c'è più luce: ci sono solo alte figure incappucciate, e grida, e strilla, e un ordine perentorio al quale non può sfuggire.
«Qui sei al sicuro».
Dalla gola di Narcissa non risale che un gemito sommesso.
«Di' agli elfi di spegnere le torce».
Nasconditi nel buio.




   
 
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