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Autore: lamialadradilibri    01/04/2014    3 recensioni
SEQUEL DI “THE HELP”.
Hermione non c’è più. Ronald non c’è più. Ma Draco sì, Harry sì. Il resto del mondo, sì. È vero, nel cammino si può smarrire qualcosa. Persone, lettere, sentimenti. È così facile. Ma è così facile accettarlo? No, non lo è. Né per Harry, né per Draco. Ecco a voi STAY STRONG. Una ricerca. Delle lotte. Sangue, lacrime, corse, urla ... Chi trova per primo ciò che ha perso vince.
— Cosa si vince? Un premio?
No. Dipende da chi sei. Si può vincere la fama, l’onore. Il poter dire — Sì, IO li ho salvati!
Oppure, puoi vincere l’amore.
A chi vince, l’onore della scelta.
STAY STRONG.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Draco Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo TRE

Questa è la tua vita e sta finendo un minuto alla volta.

Da: Fight Club, 1999.

Allora, mi scuso per l'enorme ritardo che ho fatto per pubblicare il 3° capitolo di "Stay Strong." Mi dispiace davvero, davvero tanto, ma non riuscivo ad ingranare. Un po' per la scuola, un po' perche' sono stata male più volte, un po' perchè non c'erano proprio le idee (e allora, non se ne fa niente, veh?). Allora, potrete perdonarmi? Quante fan ho perso dall' ultimo capitolo? spero nessuna(!) anche perché la storia, d'ora in poi, si farà scoppiettante. 
Inoltre, ricordo un'ultima volta che questo non è il capitolo giusto per iniziare a leggere "Stay Strong!" Bisognerà infatti leggere prima "The Help," ed il link è al primo capitolo di questa storia. Per cui, se siete arrivate fin qui (capendo ben poco, mi sa), fate retromarcia per un beeel po'.
Allora, buona lettura popolo di e f p!
 



Più tardi, l’unica sedia libera al tavolo di Draco Malfoy si spostò. Il biondo, intento a leggere un altro inutile libro sui non-morti,  nemmeno alzò lo sguardo dalle pagine sempre più opprimenti, credendo che fosse arrivato Potter.
« Era ora! » si lamentò, incupendosi. Aveva aspettato un bel po’ lì, senz’avere né fame né sete e sentendosi osservato da molti ragazzi insospettiti.
« Mi stavi aspettando, Malfoy? »
Draco alzò lo sguardo dal libro, sorpreso sinceramente. Davanti a sé c’era Ginny, con un’espressione divertita e un po’ sconcertata. Si fissarono a lungo, finché lei non ripeté la domanda, ancor più interessata.
« Certo che no, Weasley. Va’ via, subito! » grugnì, tornando a guardare le righe del suo testo. S’infilò in bocca una forchettata di polpettone e fece una smorfia – non che la cucina di Hogwarts fosse penosa, ma lui aveva sempre odiato il polpettone.
« No, Malfoy. Ho una cosa da dirti. È urgente ».
« Se è così urgente, perché mai non me l’hai ancora detta? »
Ginny restò un momento zitta. Draco immaginò d’averla sorpresa con quella risposta acida e se la figurò scioccata, pallida, con la bocca semiaperta ed incapace di parlare.
Invece parlò. E non l’avesse mai fatto!
« Mio fratello è scomparso. Una mia amica è ... morta » la sua voce s’incrinò. Draco alzò lo sguardo su di lei, comprendendo il suo dolore. Ma non le disse né una parola di conforto, né le fece intendere di capirla. « So che tu ed Harry macchinate qualcosa. Voglio farne parte, salvare almeno Ron... »
Superò il limite, scoppiò in lacrime.
Draco s’irrigidì. « Io ed Harry non facciamo proprio un bel niente » mentì.
« Sì invece! » ruggì lei. Metà della mensa si girò verso di loro, e Draco pensò di zittirla con un incantesimo. Ci mancava solo che urlasse a metà scuola i piani che avevano lui ed Harry!
« Chi te l’avrebbe detto? »
« Lo so e basta! »
Lo sa e basta.
Quindi, almeno per il momento, Harry aveva tenuto la boccaccia chiusa. Malfoy si rilassò un poco, e ricominciò a mangiare, disgustato. Quanto odiava il martedì! Il giorno del polpettone!
« Non è così. Io ed Harry ci parliamo a malapena, Gin- »
« Draco, eccomi! Scusa il... Oh. Ginny? »
Ginny assottigliò lo sguardo. « Ciao ».
Il biondo si voltò verso Potter. Ma che tempismo!
 
« Okay, cos’ho combinato in mensa? »
Draco scrollò le spalle. S’erano liberati della ragazzina – ormai non più tanto ragazzina – solo dopo mezz’ora di litigi in mensa, dai quali erano usciti stremati, ed ora si stavano dirigendo verso i propri alloggi. Avrebbero dovuto parlare un’altra volta. « Vuoi davvero saperlo? »
« Sì! » esclamò Harry, passandosi le mani sui pantaloni della divisa. « Quando sono arrivato avevi un’espressione furibonda. E Ginny... Era anche peggio! »
« D’accordo... Ginny è venuta a sapere – non so come – che noi due c’incontriamo per trovare una soluzione alla scomparsa di Ron e vuole partecipare » Draco osservò l’espressione di Harry: sorpresa, un po’ orgogliosa, stanca; il sopravvissuto lo fissò a sua volta, e vide un ragazzo distrutto, triste, a pezzi. Draco non era più Draco da quand’era morta Herm, ed in più... C’era quella storia dei sogni, ma ancora lui non si sentiva pronto a dirgli nulla. « La stavo convincendo del contrario, ma poi sei arrivato tu e hai rovinato tutto. Ecco ».
« Non preoccuparti » lo rincuorò Potter, dandogli una pacca sulla spalla « La convincerò io a stare al suo posto ».
Draco di nuovo scrollò le spalle. Sentiva su di sé un peso troppo grande, e poi aveva l’impressione che gli mancasse qualche pezzo... Qualche tassello di quel puzzle. E chissà perché, aveva la sicurezza che quelle mancanze gliele nascondesse proprio Harry Potter.
« Andiamo in biblioteca? » domandò, per forza dell’abitudine.
Harry esitò. Per un secondo si domandò se dirgli la verità – che da un mesetto, circa, sognava Hermione. E che era tutto reale, non erano sogni, ma un collegamento con un altro universo. Che ciò poteva aiutarli. Poi scartò l’idea. Era pur sempre Malfoy!
« » annuì, pentendosene già. Un’altra volta lì dentro, in quella stanza polverosa, a fare su e giù per gli scaffali cercando libri... Quello non doveva essere il loro compito, ma di Hermione. Hermione che non c’era più. O quasi.
 
Il giorno dopo, Draco ritrovò sotto la sua porta un altro biglietto. Era piccolo, di carta bianca, piegato in quattro.
Ne aveva già uno simile e così, sicuro che fosse per lui, lo aprì.
 
Ricordati.
M.
 
M. dannazione, chi era?
Scosse il capo, pensieroso. Ci mancava solo un’altra ammiratrice segreta, o chissà cos’altro – magari anche qualcosa di peggio!
Andando verso la sala dove avrebbe fatto colazione, decise che, alle ventidue, sarebbe andato all’ “appuntamento’’. Solo per togliersi la curiosità e capire chi fosse questa M. O questo M.
 
Draco avrebbe voluto che la giornata fosse passata in fretta, ma così non fu. Le lezioni – sempre più noiose – sembravano non finire mai e Ginny assaltò lui ed Harry più volte.
« So cosa fate! »
« Vi ho visti! »
E così li spiava. Draco si sentì rammaricato nel doverle rispondere male più volte; insomma, lei aveva da poco perso un altro fratello, ma non poteva star loro così tanto addosso. No, era inconcepibile, un po’ come il comportamento di Malfoy in classe.
Alla fine dell’ultima ora di lezione,Draco raggiunse Potter fuori dall’aula – avevano avuto l’ora assieme, quel giorno.
Gli afferrò un gomito e, senza saperne il perché, sussurrò, malvagio: « Mi nascondi qualcosa, Potter? ».
Subito dopo averlo detto, tra sé e sé si chiese: ma che faccio?
Poi però Potter ebbe un’esitazione. Un’altra esitazione, anzi. Si trattenne dal rispondere, ed alzò le sopracciglia.
Bingo.
« No, Draco... perché? »
Il biondo assottigliò lo sguardo. avrebbe voluto combattere con le unghie e coi denti, pur di scoprire ciò che Potter stava trattenendo per sé, ma era dannatamente stanco. Ci vedeva doppio. Da giorni, ormai, nemmeno lui comprendeva più sé stesso. Parlava senza pensare, agiva senza chiedersene il perché.
Era l’insonnia.
Con l'insonnia nulla è reale. Tutto è lontano. Tutto è una copia di una copia di una copia... *
 
E scriveva, scriveva tanto. Ad Hermione.
L’amava.
Questo era l’amore. Vero, puro, genuino.
No. Genuino, no.
Non era più così, ormai.
Scrivere ad un morto non è una cosa genuina.
Era quasi... malsano.
Draco ignorò quei pensieri, mandò a quel paese un po’ di ragazzi che gli vennero contro e s’avviò verso la sua stanza.
 
Ore ventidue.
Stanza delle necessità.
Draco s’infilò nella stanza senza fare rumore, come un gatto – con grazia ed agilità.
Non era eccitato all’idea d’incontrare M. Anzi, era un po’ seccato. Sicuramente era una del primo anno, troppo sciocca per lasciarlo in pace.
L’avrebbe sgridata un bel po’. E sarebbe finita lì.
Poi, avrebbe scritto ad Herm.
Si buttò sul pavimento, nonostante ci fossero delle sedie e delle belle poltrone, e cominciò a sfogliare le pagine d’un libro che s’era portato appresso.
Storie di non-morti.
Era un libro inutile, ma tremendo.
Raccontava delle  trasformazioni di più persone. Da vive, a non-morte.
Era come rivedere Rossana... e poi Hermione, che prima c’era
(lo giuro lo giuro lei c’era era lì lo giuro l’hai vista anche tu)
e poi, non più.
Era come rivedere, ogni volta, quella schifosa non-morta strangolare la rossa e poi Ron ed Harry che tentavano di salvarla ma no, non c’era scampo, perché
Lei
Era
Già
Morta
...
Era come...
La porta s’aprì.
Dei passi.
Draco s’alzò in piedi.
Il suo volto si tramutò. Diventò indifferente, seccato, acido.
I passi s’avvicinavano sempre più.
Poi spuntò una sagoma.
Sempre più vicina, più vicina, finché...
« Professoressa McGranitt? »
 

*cit. Edward Norton, sull’insonnia, da: Fight Club, 1999.
A almeno 3 recensioni per questo capitolo pubblicherò il 4°.
  
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