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Autore: Dorothea    21/03/2009    6 recensioni
Con la scusa di voler distruggere gli Horcrux e salvare il mondo, anziché frequentare il settimo anno, Harry parte in cerca di (dis)avventure.
Non sarà solo però, a rendere le sue peregrinazioni ancora più deliranti di quanto non siano già ci saranno uno svitato membro dell'ordine, una capra puzzolente, una cinesina in cerca di vendetta, un bulgaro dal vestito imbarazzante e ovviamente Ron ed Hermione. Senza contare l'intelligence decisamente poco intelligente di stanza a Hogwarts.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Capitolo 8


Capitolo 8
Il capitolo più tardone nella carriera di Dorothea – Il ritorno
(anche lo scorso capitolo si chiamava così, ma questo ne ha decisamente battuto il record!)

    Come ben ricorderete, nonostante sia successo circa due secoli fa, lo scorso capitolo si è chiuso con un bel botto contro un muro. Fortunatamente Hermione è una strega rapida con la bacchetta e esattamente pochi istanti prima dello scontro era riuscita a gettare un incantesimo attutente tra loro e il muro, facendo si che ne uscissero tutti indenni. Tutti a parte Aberforth che, inspiegabilmente, si era rotto tutti gli arti, il naso, la scatola cranica e l’orologio comprato al mercato nero.
    La mattina dopo lo schianto, il capraio giaceva completamente ingessato, a parte due minuscoli forellini per gli occhi, in un letto del San Mungo, mentre Billie lo vegliava seduta al suo fianco. Il triumsvitato sedeva su alcune seggiole (tre presumo, visto che in questa quantità sono essi) a fianco del letto.
    « Oh, Aberforth, mi dispiace così tanto » sospirò Hermione ricacciando indietro le lacrime « Ma i dottori sono ottimisti, tornerai perfettamente come prima! »
    « Che non so se sia una gran fortuna » disse Ron smangiucchiando un kinder cereali donatogli tre natali prima dal professor Lupin.
    Aberforth, non potendo ribattere, gettò al ragazzo un’occhiata molto eloquente e così carica d’odio che Ron venne improvvisamente colto da forti dolori allo stomaco.
    « Se non altro siamo riusciti a recuperare quello che volevamo » disse Harry stringendo il medaglione che teneva in tasca ed ignorando l’amico che si contorceva a terra « Se non è troppo dispiacere per te, mentre te ne stai qui in panciolle noi continuiamo con la nostra missione, ma troveremo qualche tempo morto per venirti a trovare di tanto in tanto. »
    Aberforth non fece una piega (e grazie), ma alla parola “panciolle” emise dei mugugni strani che assomigliavano vagamente a certe bestemmie che avrebbero fatto arrossire un diavolo.
    « Ehm, è meglio se andiamo » borbottò Hermione alzandosi imbarazzata « Ciao Billie. »
    « Già » concordò Harry alzandosi a sua volta ed evitando Ron che stava vomitando l’anima « Saluti anche da parte mia, Billie. Spero di rivederti ancora, una volta passata la pasqua. » Billie lo mandò allegramente a fanculo con un belato.
    « Uh, quel kinder cereali doveva essere davvero avariato » disse Ron ammirando quello che aveva appena vomitato « E l’autrice andava pensando che mi sentissi male per colpa di non ben definite capacità voodoo dello sguardo di Aberforth! Che siema! »
    Ron non fece in tempo a mettere piede fuori dalla stanza che venne investito da due goblin che facevano le gare in carrozzella. Rimesso in sesto Ron, i tre eroi (bwuahahah, scusate non resisto! ) si avviarono verso il bar dell’ospedale, dove Krum e Cho si erano recati per un’allegra tazza di tè.
    « Ci è andata fatta bene a quel ristorante » commentò Hermione mentre salivano le ripide scale « Però ancora non capisco come facevano i Mangiamorte a sapere che ci saremmo recati lì. »
    « Culo? » ipotizzò Ron.
    « Ma dai Ron » disse Hermione « Mica possono essere entrati in un ristorante a caso e averci beccato! Non esistono tali coincidenze! »
    « Eppure leggendo i libri precedenti mi era sembrato di si. »
    « Si, ma solo quando portano vantaggi a me » precisò Harry fermandosi a metà gradino « Per gli altri nisba, soprattutto se sono Mangiamorte. »
    « Quello che temo, Harry » continuò Hermione preoccupata fermandosi a sua volta « E’ che ci sia una spia tra noi. »     « Per me si tratta di Piton » disse Harry risoluto.
    « Harry, sappiamo già che Piton non è dalla nostra parte e di certo non lo informiamo di cose su cui possa fare la spia. »
    « Ah già, è vero! » convenne Harry « Sai, sono sei libri che incolpo sempre lui, ormai ci avevo fatto l’abitudine » spiegò prima di mettersi a deridere un agonizzante abitante di un quadro ritraente i sintomi della peste bubbonica.
    « Harry ascoltami per favore » incalzò Hermione « E’ una cosa seria, se c’è veramente una spia tra di noi allora tu sei in grave pericolo! E, soprattutto, potrebbe andare a monte tutto se Voldemort dovesse venire a scoprire di quello che stiamo facendo. »
    « Cioè salire le scale? » chiese Ron.
    « No, rintracciare gli Horcrux. »
    « Hai ragione!» convenne Harry « Uccidiamo subito la spia e gettiamone i resti in pasto ai pesci! »
    « Ma Harry, non sappiamo chi sia la spia! » gli fece notare Hermione.
    « Uffa, sempre qualche intoppo ai nostri piani » sbuffò Harry.
    « Però… » continuò Hermione esitante.
    « “Però” che? » la incitò Ron.
    « Beh, ecco… vedete, quello che pensavo è che... metti il caso, insomma che…»
    « Entro ‘sta sera, vuoi? » sbuffò impaziente Harry.
    « E se la spia fosse più vicina di quel che pensiamo? » sputò fuori Hermione tutto d’un fiato « Voglio dire, possiamo ciecamente fidarci di Aberforth e Billie? »
    « Ma dai Hermione, è stato lui a salvarci da quei Mangiamorte, no? » ribatté Harry.
    « Si, è vero, ma se lo avesse fatto per mantenere la copertura? »
    « E a che gli serviva mantenere la copertura se tanto saremmo stati trucidati da Bellatrix? E’ alquanto improbabile, non trovi? »
    « Beh, in linea con la fanfiction. »
    « Su questo ha ragione » ammise Ron.
    « E poi, ammesso che Aberforth ci stia veramente aiutando, possiamo dire lo stesso di Billie? » tornò all’attacco Hermione « La conosciamo appena! E che dire di Cho? »
    « Beh, Cho non può essere, è stato il suo arrivo a smascherare i Mangiamorte. »
    « Non dimenticare che la fanfiction è improbabile! »
    « Si, va be', ma è sempre stata dalla nostra parte. »
    « Sempre? La storia di Marietta non ti dice nulla? »
    « Ma in quel caso era Marietta di cui non ci si poteva fidare, non di Cho direttamente – »
    « Chissà che direbbe Ginny a sentirti difendere Cho in questo modo » sbuffò Hermione amareggiata.
    « E questo che c’entra adesso? Allora vogliamo parlare di Krum? »
    « Un punto a favore di Harry » disse subito Ron.
    « Ma… Krum appartiene ad un’associazione benefica senza scopo di lucro! Non può volere il male. » lo difese Hermione.
    « L’unico al mondo da cui abbia mai sentito parlare dei Cavalieri Sailor è lui, per quel che ne sappiamo potrebbe benissimo esserselo inventato. »
    « E poi lo abbiamo lasciato solo in mezzo alla High Street di Hogsmeade per un sacco di tempo mentre parlavamo con Aberforth » aggiunse Ron.     « Ma ancora non aveva idea di dove volessimo recarci » disse Hermione alzando gli occhi al cielo.
    « Magari non era indispensabile, quello lo avrebbero potuto scoprire anche i Mangiamorte da soli, e comunque abbiamo accennato davanti a lui che cercavamo un medaglione! »
    « I Mangiamorte non sapevano che stavamo cercando un medaglione, visto come lo hanno ritenuto privo di interesse. »
    « Forse semplicemente non gliene fregava nulla, non avevano compreso appieno quale importanza avesse. Un momento! » esclamò Harry facendo sobbalzare gli amici « Lupin! Lui sapeva benissimo che eravamo alla ricerca di Mundungus! Potrebbe averlo detto ai mangiamorte e poi loro, dimostrando un’intelligenza che non avrei mai immaginato, sono arrivati da soli alla conclusione che andavamo da Aberforth e poi al ristorante cinese! »
    « Dai Harry, non mi dirai che ora sospetti di Lupin? » disse Hermione guardandolo scettica.
    « Anche il meno sospettabile può rivelarsi una spia » disse Harry con aria saggia « E fossi in te prenderei un po’ più seriamente le mie parole. Ricordi l’anno scorso come non credevate che Draco fosse un mangiamorte? Eppure avevo ragione. »
    « Si, ma adesso stai facendo accuse a destra e a manca senza uno straccio di fondamento! Perché ora non accusi anche me? »
    Harry la guardò sospettoso « Cos’è, una specie di confessione la tua? » Hermione alzò le braccia al cielo esasperata.
    « Amico, se accusi la mia donna, allora accusi anche me » disse serio Ron.
    « Come preferisci. »
    « No, aspetta, non dovresti rispondere così » lo corresse Ron stringendosi pensieroso il mento tra le dita « Dovresti scusarti ed essere rammaricato di aver recato offesa alla donna del tuo migliore amico e – »
    « Si si, va bene Ron, ma ora riprendiamo a salire che son tre ore che parliamo su questa rampa di scale » lo interruppe Hermione.
    « Già, io sono perfino rimasto tutto il tempo a metà salita di un gradino, fra poco non sento più la gamba. »
    « Perché parla? »
    Dopo quest’ultima uscita scema di Ron i tre finalmente raggiunsero la sala da tè dove Cho rideva come una matta per via di una storiella che Krum le aveva raccontato, storiella che comprendeva Krum stesso, un orso con le pustole e una ricevuta di prelievo al bancomat.
    « Ehi, è bello vederti così allegra » commentò Harry prendendo posto vicino a Cho.
    « Oddio, non dovrei! » si riscosse la ragazza assumendo un’espressione preoccupante « Non dopo che mio zio è appena morto e dato la fine che ha fatto Cedric » e così dicendo scoppiò a piangere.
    Dato che il tè rimasto era stato irrimediabilmente annacquato dalle lacrime di Cho, i cinque uscirono dal San Mungo e presero una stanza in uno squallido alberghetto, dato che non potevano certo tornare al quartiere generale dell’ordine della fenice: Cho e Krum non potevano metterci piede e il triumsvitato ora era paranoico e temeva che lì potesse esserci qualcuno che potesse fare la spia a Voldemort oppure alla C.I.A.

    Tanto per staccare un po’ e non restare sempre a parlare di Harry, passiamo ai Mangiamorte. Voldemort stava rimproverando i suoi uomini per l’insuccesso al ristorante cinese.
    « Siete degli incapaci! » urlava il signore oscuro colpendoli ripetutamente con una copia della Gazzette del Profeta « Avevate Potter lì e ve lo siete lasciati sfuggire! »
    « Potter era più forte! » piagnucolò Cretino tirando su con il naso « Ed era pure aiutato. »
    « Si, da una babbana, un traditore del sangue, una cinese piagnona e un bulgaro idiota! Sai che roba! » urlò Voldemort « E poi, che cavolo vi è saltato in mente di andare alla sua cattura senza la mia benedizione? » chiese furioso voltandosi verso Bellatrix « E’ già la seconda volta che mi deludi Bellatrix! Mi stupisco di te. »
    « Le chiedo perdono padrone, ma non è stata certo una mia idea quella di tendere questo discutibile agguato a Potter » rispose Bellatrix con freddezza « La colpa è solo di Draco, mio signore. »
    Voldemort si voltò lentamente verso Draco, posando su di lui uno sguardo gelido. Draco rabbrividì e corse a mettersi un golfino.
    « Mi sembrava di averti dato un compito ben preciso, Draco » disse Voldemort accomodandosi sul suo scranno, senza mai smettere di fissare Draco con astio.
    « S…si, padrone » balbettò Draco.
    « E allora perché non ti occupi di quello, anziché fare cose che non ti sono state richieste? »
    « Ma era proprio per quello che ideato quel piano! Avendo saputo che Potter sarebbe stato là ho pensato che fosse l’occasione buona per catturarlo e –»
    « Non ti ho ordinato di catturarlo, ma di trovare un modo per far si che Potter si faccia catturare! » sbraitò Voldemort balzando nuovamente in piedi « Non capisci la differenza?! »
    Draco voltò lo sguardo fino ad incontrare quello di Pansy che aveva la tipica espressione del “te lo avevo detto io”. Draco la mandò mentalmente a fanculo.
    « Ora, grazie al tuo brillante piano, Potter sarà più allerta che mai! E poi guarda qui cosa pubblica la gazzetta del profeta! » e così dicendo Voldemort spalancò il giornale davanti alla faccia di Draco.

Dalla Cina con terrore!

Ieri sera, alcuni mangiamorte non identificati hanno fatto irruzione nel ristorante cinese del signor Quan Ching, uccidendo i commessi e, non paghi, distruggendone la mobilia. Probabilmente si è trattata di un’intimidazione da parte di Voi-Sapete-Chi nei confronti dei ristoratori orientali: gli Auror infatti suppongono che Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato abbia intenzione di intraprendere affari nella ristorazione cinese, forse come mezzo di conquista del mondo o forse solo per sfizio personale.
Interrogato in proposito il ministro Scrimgeour ha cercato di tranquillizzare la popolazione magica con le seguenti parole: “Non si può sempre essere i campioni mondiali di Cricket. Quest’anno è andata male, ma ci rifaremo al prossimo torneo”; dimostrando così di non aver capito la domanda.
L’articolo prosegue a pagina 2.

    « Ti pare? » incalzò Voldemort quando Draco ebbe finito di leggere il trafiletto « Ora il mondo magico penserà che voglia aprire una catena di ristoranti! Io voglio essere temuto, non deriso! »
    « Perché aprire dei ristoranti dovrebbe portare gli uomini alla derisione? » chiese Logico.
    Voldemort rimase cinque minuti pensierosa fissare un punto nel vuoto « E che ne so » sbuffò infine « Io mi attengo alle battute della fanfiction, vallo a chiedere all’autrice se ci tieni tanto a saperlo! »
    Per quanto curioso potesse essere Logico non ci pensò nemmeno ad andare a rompere le scatole al’autrice, dal momento che ci teneva particolarmente alla salute delle sue ossa e dei suoi organi interni.

    Siccome in un qualche modo il tempo deve pur trascorrere, in men che non si dica i giorni passarono e ci si ritrovò al primo di settembre. Dal momento che non avevano niente di meglio da fare, nel primo pomeriggio, approfittando di un’assenza di Cho e Krum, che erano andati alle giostre nella piazzetta di fronte; Harry estrasse il suo specchietto in modo da contattare Ginny ed augurarle buon viaggio. Ron ed Hermione si strinsero di fianco ad Harry per poter guardare a loro volta sulla superficie riflettente, volgarmente chiamata anche specchio.
    « Ginny? Mi senti? » disse Harry guardando il suo riflesso. Pochi istanti dopo l’immagine cambiò fino a trasformarsi nel volto di Ginny.
    « Harry, che bello sentirti! » esclamò gioiosa « Ciao Ron, ciao Hermione » aggiunse vedendo anche loro.
    « Ciao Ginny, siete ancora in viaggio? » chiese Hermione.
    « Si, mi trovo in uno degli scompartimenti in compagnia di Neville e Luna » a queste parole i visi dei due amici fecero capolino dai lati dello specchio.
    « Oh, che bello vedervi » disse Luna raggiante.
    « Ehi Harry! Questa estate ho fatto parte di una squadra amatoriale di calcio e per la prima volta in vita mia ho quasi fatto goal! » disse eccitato Neville.
    « Ehm, bravo Neville, complimenti » si congratulò Harry.
    « Che peccato non siate qui sul treno insieme a noi » disse Luna « La signora del carrello è impazzita è ci ha donato tutti i dolci. E poi quest’anno non c’è neppure più Draco a rompere. Anche Pansy non è tornata a scuola! E neppure Lavanda e Calì, quest’anno si sta decisamente bene. »
    « Io sono perfino stato nominato Caposcuola » aggiunse Neville non trattenendo l’eccitazione.
    « E grazie, non c’era nessun altro che potesse farlo! » disse Ron. Neville cominciò a piangere e sparì dallo specchio.
Hermione lanciò un’occhiata esasperata a Ron « Dove è a andato Neville? » chiese poi.
    « E’ qui in un angolino a piangere » rispose Ginny « Sapete com’è facile da ferire. »
    « Altroché! Non oso immaginare se invece delle parole Ron avesse usato un coltello a serramanico » disse Harry « Comunque, dispiace molto anche a me non essere lì con voi. Non poter venire a Hogwarts, non poter partecipare al torneo di Quidditch, non poter imboscarmi con Ginny in qualche aula vuota… » è così dicendo tirò su con il naso in modo molo rumoroso.
    « Oh anch’io » sospirò Hermione con gli occhi lucidi.
    « E no, tu non saresti venuta con noi in un’aula vuota, grazie tante! » la rimbeccò Harry.
    « Voglio dire anch’io sento la nostalgia della scuola. Non poter seguire tutte le lezioni, non poter fare i compiti, non poter passare i pomeriggi a studiare qualche voluminoso tomo, non poter fare le ore piccole per finire qualche ricerca… »
    « Solo io non sento nostalgia della scuola? » chiese Ron.
    « Ehm, a dire il vero sta passando pure a me » disse Harry schifato all’idea di dover fare tutto quello detto da Hermione.
    « Passando a cose più importanti » sussurrò Ginny con aria cospiratrice « Ho informato Neville e Luna della nostra missione. E sono entusiasti di poter aiutare. »
    « Proprio così » esclamò Luna « Anche Neville è felice di poter dare una mano, non ve lo dice solo perché è troppo impegnato a cavarsi gli occhi dal troppo piangere. »
    « Bene, ho piena fiducia in voi » disse Harry « Ah, prima che mi dimentichi, abbiamo già scoperto la vera identità di R.A.B., quindi non c’è più bisogno che cerchiate di scoprirla voi. »
    « Ah. E chi era? » chiese curiosa Ginny.
    « Il fratello di Sirius » disse Harry trionfante.
    « Ma dai? » disse Ginny « Che coincidenza, proprio la prima persona a cui ho pensato quando mi hai parlato di R.A.B. »
    « Sul serio? E perché non me l’hai detto? »
    « Beh, mi è sembrato così scontato che davo per certo non fosse lui, ad ogni modo pensavo avessi già pensato tu ad un’ipotesi tanto ovvia. »
    « Geniale la mia sorellina, eh? » disse Ron compiaciuto.
    « Già, ora credo di capire che fine ha fatto la razione di intelligenza che spettava a te » commentò Harry.
    « Uh? » chiese Ron « Non ho mica capito quello che vuoi dire, sai? »
    « Va be’, chi se ne frega Ron » lo zittì Harry prima di rivolgersi nuovamente a Ginny « Ok, dolcezza mia, stammi bene ok? Studia anche per me. »
    « Ma anche no » disse Ginny.
    Finalmente conclusa la conversazione tra Harry e l’intelligence segreta, il triumsvitato raggiunse Krum e Cho e tutti insieme si misero a giocare a palla avvelenata nel cortile.
    Giorno dopo giorno i giorni passarono (e grazie!) e settimane dopo settimane passarono le settimane (e grazie ancora!) finché non passarono i mesi. Il trio non è che in questo tempo se ne stesse con le mani in mano, solo non sapeva dove metterle: né Harry, né Hermione, né Ron avevano la minima idea di dove fossero i rimanenti Horcrux, gli altri due manco sapevano che dovessero cercare degli Horcrux quindi potete immaginare. L’unica cosa che potevano fare era aspettare che l’intelligence segreta scoprisse qualche cosa, pagando nel frattempo un fracco di soldi per l’alloggio all’hotel.
    Purtroppo Ginny e gli altri due non avevano ventiquattro ore al giorno da dedicare alle ricerche, ma dovevano anche andare a lezione, studiare e fare i compiti e poi, diciamoci la verità, mica sempre avevano voglia di fare ricerche per Harry, molte volte avevano disertato il compito per andare a divertirsi per i fatti loro.
    Finalmente, una sera in cui Harry si esercitava con la sua corda per saltare, Ron sfogliava alcune riviste che la signora Weasley non avrebbe di certo approvato e Hermione studiava un librone sulle implicazioni teologiche e filosofiche della potatura dei cespugli, Ginny si mise in contatto con loro.
    A dire il vero questa non era una cosa poi tanto strana, tutte le sere, tramite gli specchi, Harry e Ginny si scambiavano sdolcinate effusioni amorose che l’autrice si guarda bene dal riportare. Quello che questa volta c’era di sensazionale è che Ginny aveva delle novità per loro.
    « Harry, forse abbiamo trovato qualche cosa » disse raggiante non appena Harry prese lo specchio.
    « In relazione alla nostra missione spaccaculavoldy? » chiese Harry facendo un salto di tre metri per l’emozione e sbattendo la testa nel soffitto della camera.
    « Proprio così. »
    « Oh, ma è meraviglioso! » disse Hermione che insieme a Ron aveva raggiunto Harry allo specchio « E di cosa si tratta? »
    « Beh, non abbiamo capito bene a dire la verità » disse Ginny esaminando i suoi appunti « Non siamo nemmeno sicuri che c’entri veramente, ma sembra che Voldemort, durante i primi periodi in cui predicava la purezza di sangue, poco dopo essere tornato dai suoi viaggi, si sia preoccupato di finanziare un bar babbano chic in uno dei quartieri più eleganti di Brighton. C’è un articolo al riguardo su una vecchia Gazzetta del Profeta, sembra che il locale, chiamato Terra, sia un comunissimo locale babbano, cosa che scandalizzò non poco i sostenitori di Voldemort. »
    « Mmh, non mi sembra molto un’azione alla Voldemort » commentò Hermione.
    « No nemmeno a me » disse Ron.
    « A me neppure » disse Harry finendo di fasciarsi la testa « Probabilmente si è trattato di un momento di pazzia di Voldemort e non è una cosa di grossa importanza. A reliquie appartenenti ai fondatori come siamo messi? » chiese poi a Ginny.
    « Nada per ora. »
    « Quelle sono le cose più importanti da scoprire a mio parere. Non tanto le follie di gioventù di Voldy. Questo non toglie che abbiate fatto un ottimo lavoro, mia confettina glassata » concluse con vocetta sdolcinata.
    Dieci minuti dopo, finito di scambiarsi effusioni diabetiche e salutata la sua amata, Harry ripose lo specchio nel suo zaino. Non aveva ancora finito che Hermione gli si rivolse con urgenza.
    « Lo so che la ritieni una cosa senza importanza, ma sono del parere che dovremmo fare un salto a questo Terra. »
    « Se vuoi saltare puoi farlo benissimo anche qui » disse Harry.
    « Voglio dire che dovremmo dare un’occhiata a questo locale! E’ molto strano che Voldemort si dedichi a cose di questo genere, soprattutto quando un’azione del genere avrebbe potuto mettere a rischio la sua credibilità davanti ai suoi sostenitori. La cosa a mio parere è sospetta, secondo me questo Terra ci riserva delle sorprese. »
    « Secondo me Hermione ha ragione » disse Ron « Dovremmo fare come dice lei. »
    « Grazie Ron, tu almeno sei ragionevole » sorrise Hermione.
    « Ma che ragionevole e ragionevole » sbuffò Harry « Ti sostiene solo perché teme che tu possa rifiutarti di dargliela per ripicca. Io invece continuo a pensare che non sia una buona idea, ci toccherebbe sacrificare tempo prezioso per seguire una pista che può rivelarsi infruttuosa, mi seccherebbe perdere tempo per nulla. »
    « Quale tempo hai paura di perdere? » gli domandò Hermione allibita « Sono settimane che ce ne stiamo qui a grattarci la pancia, se non altro impieghiamo il tempo per fare qualche cosa. »
    « Anche questo è vero » ammise Harry « Peccato però, mi piaceva stare tutto il giorno in panciolle a grattarmi la pancia.Ok, andremo a questo locale, magari ci divertiamo pure. »
    Detto fatto i cinque partirono. Forse vi state domandando dove fossero Krum e Cho durante la chiacchierata con Ginny… beh non lo so, erano sfuggiti alla suprema e onnipotente controllo dell’autrice. Facciamo che erano a mangiarsi un anguria in un chioschetto lì vicino.
    La mattina seguente, in un’oretta di treno, i nostri eroi giunsero a Brighton e, appena scesi, si diressero nel quartiere più chic della cittadina. In una larga piazza guarnita di fiori rossi faceva bella mostra di se un enorme locale molto tirato e ricco di tavolini di bambù che occupavano almeno metà della suddetta piazza, impedendo così ai poveri bambini di giocarci, costringendoli a restare in casa a rincitrullirsi davanti alla tv con i programmi di Maria De Filippi.
    Al primo tentativo di entrata al Terra i nostri vennero cacciati via a colpi di miscelatore per aver osato avvicinarsi senza l’adeguato abbigliamento, così dovettero andare in un negozio di alta moda e spendere un fracco di soldi per degli abiti praticamente identici a quelli che avevano prima, ma con la differenza che qualcuno di rinomato ci aveva affisso il suo autografo.
    Fattisi belli e profumati vennero infine accolti con numerosi inchini e salamelecchi dal cameriere in livrea, a parte Harry, che l’unica cosa che ricevette fu un’occhiataccia dal momento che, abito bello o meno, aveva sempre una faccia da poco di buono. Krum invece aveva deciso di aspettarli fuori seduto su una panchina, per niente al mondo avrebbe barattato la sua divisa da cavaliere con un abito.
    I rimanenti eroi vennero fatti accomodare a un tavolino nella saletta interna e lasciati in compagnia di quattro menù. Non appena il cameriere si fu allontanato Hermione si chinò subito verso gli amici.
    « Direi che dovremmo dare un’occhiata in giro » bisbigliò « E vedere se c’è qualche cosa di interessante. »
    « Buona idea » disse Cho « Ma interessante in che senso? »
    Hermione Ron ed Harry si scambiarono qualche occhiata non sapendo che risponderle senza rivelarle tutti i dettagli della missione « Beh, interessante nel senso che… che… che attira la tua attenzione, ecco » spiegò Hermione.
    « Ah. »
    « Magari resta al tavolo e guardati intorno, noi andiamo a curiosare in giro » propose Harry.
    « Come vuoi, sei tu il capo. »
    « Uh, capo, che bello sentirsi apostrofare così! » gioì Harry rabbrividendo per la gioia « Bene » aggiunse poi rivolto ai suoi best friends « Con la scusa che cerchiamo il bagno ficcanasiamo un po’ dappertutto, occhi aperti per la prima cosa sospetta. »
    « Agli ordini! » esclamarono Ron ed Hermione saltando sull’attenti e facendosi per questo guardare strano da un paio di clienti seduti al tavolo a fianco.
    I tre guardarono dappertutto, ma proprio dappertutto. Ron si lanciò in un’accurata ispezione dei cessi, dei lavandini e dei vasi di fiori; Hermione, sostenendo di essere un’ ispettrice sanitaria, controllò tutte le cucine e stanze riservate al personale; Harry, facendo finta di essere un demente (non che gli riesca difficile), si ficcò a guardare sotto i tavoli facendo scappare indignati tutti i clienti.
    Quando la pazienza del proprietario era ormai quasi giunta al limite per le azioni di Harry, il triumsvitato tornò sconsolato al tavolo. Non avevano trovato niente che potesse avere un qualche legame con Voldemort.
    « Nulla » sospirò Harry « Abbiamo solo perso tempo venendo qui. »
    « Beh, tempo da perdere ne avevamo comunque » commentò Hermione con un’alzata di spalle.
    « Già che siamo qui, che ne dite di prenderci qualche cosa di buono? Che so, una bella coppa di gelato, di quelle con il cioccolato fuso sopra, le ciliegine e tante altre schifezze! » propose Ron con la bava alla bocca.
    « Non te lo consiglio » disse subito Cho « Qua la roba ha dei prezzi assurdi! In particolare questo gelato servito in coppa d’oro: viene 18.000,07 euro! Ma dico io, chi lo prenderà mai? Soprattutto per quei 0,07 centesimi! »
    Ron si allungò per guardare nel menù e all’improvviso cominciò a saltellare e sputacchiare emozionato indicando la pagina con dito tremante.     « Hermione, mi sa che il tuo ragazzo ha un attacco o qualche cosa del genere » disse Harry con voce annoiata.
    « Ron, per l’amor del cielo, capisco tu sia una persona golosa, ma contieniti! » e così dicendo gettò a sua volta un’occhiata al menù e anche lei cominciò improvvisamente a balbettare e a strabuzzare gli occhi.
    « Ma che ha quel gelato di tanto sconvolgente? » chiese Harry guardando Cho stupito.
    « Boh, mi pare un gelato come un altro. Si, è particolarmente grosso e schifosamente costoso, ma a parte questo non vedo che abbia di strano » e porse il menù ad Harry perché anche lui potesse vedere. A Harry si mozzò il fiato, poi svenne scivolando sotto il tavolo.
    « Mi sa che mi sto perdendo qualche cosa » mugugnò Cho guardando attentamente l’immagine.
    « N –non è il gelato… ma la coppa! » esclamò Hermione che finalmente aveva ritrovato l’uso della parola « Guarda: ha un tasso inciso! »
    « E allora? »
    « Dobbiamo averla! » urlò Harry riemergendo con il pugno scagliato per aria e facendo sobbalzare Cho.
    « Che, un tasso inciso? » chiese Ron guardando meglio « Ohi! Mica me ne ero accorto sapete? »
    « E allora perché eri tanto emozionato? »
    « Ma per il gelato! Guarda lì che roba gustosamente e schifosamente calorica » e così dicendo venne colto da una nuova e improvviso attacco di salivazione.
    « Ordiniamolo subito » disse Harry risoluto.
    « Aspetta Harry, non possiamo » lo fermò Hermione.
    « Alla linea penserai un’altra volta » le disse brusco Harry.
    « No, voglio dire, con cosa lo paghiamo? Abbiamo speso quasi tutti i nostri risparmi per gli abiti e quello viene 18.000 euro! »
    « E 0,07 centesimi, non dimenticarlo » puntualizzò Cho.
    « Uhm, bella domanda. Forse possiamo metterci qui fuori a chiedere l’elemosina, oppure Krum potrebbe dare spettacolo in cambio di qualche spicciolo. Oppure possiamo derubare tutti i presenti. »
    « Non per fare la difficile, ma dubito che qualsiasi di queste risoluzioni sia fattibile, soprattutto in breve tempo » protestò Hermione con voce scettica.
    « Io ancora non capisco a che vi serve ordinare questo gelato » disse Cho debolmente.
    « Non preoccuparti, fa parte del piano e tu ben sai che non posso rivelare nulla per una promessa da me fatta in tempi passati » le spiegò Harry con tono solenne.
    « Ok, però mica è facile lavorare senza sapere nulla » e così sbuffando Cho uscì dal locale e andò a raggiungere Krum che stava insegnando la salsa cubana ai piccioni, ovvero uno degli impegni fissi di un cavaliere sailor.
    « Per prima cosa chiederei informazioni al cameriere » disse Hermione con aria pratica « Poi escogiteremo un piano per averlo » e con queste parole fece un cenno ad un cameriere di passaggio.
    « I signori desiderano ordinare? » chiese l’uomo gentilmente.
    « Possiamo anche ordinare di desiderare? » chiese Ron. Il cameriere lo guardò strano.
    « Ron, per la grazia di Dio » lo rimproverò Hermione sottovoce.
    « Hermione, ma come parli? » le chiese Harry « “Per la grazia di Dio”? Mai ti ho udita usare questo vocabolario! »
    « Sono parole che mi mette in bocca l’autrice. »
    « Bello che nemmeno l’autrice parla mai così » osservò Harry.
    « Allora, ordinate o no? » chiese il cameriere dando evidenti segni di impazienza.
    « Oh giusto » esclamò Hermione con vocetta leziosa e sorriso fasullo sulla faccia « Bene, desideravamo ordinare una fetta di torta alle bacche della Siberia appena colte, una spremuta di papaya arrostita guarnita con foglioline di menta essiccata… e poi ci incuriosiva questa coppa di gelato qui. »
    « Ah, la nostra preziosissima coppa Sfarzosa Bontà! Si tratta di una generosa porzione di gelato composto da ventotto qualità di cacao, di cui quattordici tra le più esotiche e costose del mondo, il tutto arricchito da cinque grammi di oro commestibile da ventitré carati! »
    « Interessante… e mi dica, da dove la curiosa idea di usare questa coppa come contenitore? »
    « Vede, quasi trent’anni or sono, un galante ha fatto dono al proprietario di un ricco assegno e di questa preziosa coppa, dal momento che questo luogo aveva per lui grande importanza, anche se ignoro quale sia. Anzi, è stato proprio lui ha volere che venisse usata per servire una porzione di gelato davvero lussuosa e ha lasciato le direttive che ora vedete sul menù. »
    « Ovvero che il coperto costasse otto euro a testa? » chiese Harry.
    « No signore, ma che la coppa contenesse gelato composto da ventotto qualità di cacao, di cui quattordici tra le più esotiche e costose del mondo e che il tutto fosse arricchito da cinque grammi di oro commestibile da ventitré carati. »
    « Ne vogliamo una » disse subito Harry. Hermione lo guardò con tanto d’occhi, non avevano ancora escogitato un modo per pagare.
    « Siete il primo cliente che ne ordina una! » esclamò gioioso il cameriere.
    « Non faccio fatica a crederlo » commentò Harry « E mi dica, data la mia particolare natura di primo cliente merito uno sconticino, nevvero? »     « Cadesse il cielo se fosse così! » esclamò il cameriere scandalizzato « Noi non facciamo mai sconti » e così dicendo si diresse in cucina.
    « Harry, come facciamo a pagarla? » gli bisbigliò Hermione preoccupata dopo alcuni minuti.
    « Ci penseremo quando sarà il momento » disse Harry.
    « Mi sa che il momento è già abbastanza vicino per pensarci » ribatté Hermione.
    « Ve’ che io non voglio andare a lavare i piatti » precisò Ron.
    In quella vennero interrotti dal cameriere che faceva ritorno con le loro ordinazioni, tra cui un’elegante coppa di gelato « Ecco a voi signori » disse posandola sul tavolo « Vi auguro un buon e prezioso appetito. »
    « Possiamo tenere il vuoto? » chiese Harry speranzoso.
    « Ma nemmeno per sogno! Ci serve nel caso un nuovo cliente ordinasse un’altra porzione. »
    « Ovvero mai. »
    « Mai dire mai, del resto lei ne ha appena ordinata una » precisò il cameriere tornando ai suoi alloggi.
    « Ora abbiamo due problemi » disse Hermione sconsolata « Come pagare il conto e come intascarci la coppa. »
    « Senza contare come faremo a ingerire tutto il gelato, è una porzione assurda » disse Harry.
    « Mai un problema mangiare qualche cosa » disse Ron con voce sapiente.
    « E comunque possiamo sempre non finirlo » disse Hermione pratica.
    Ron ebbe una mezza paralisi facciale a sentire idee come far avanzare del cibo.
    « Non sia mai! » esclamò Harry risoluto « ‘Sta coppa ci costa un occhio della testa, mica ne sprechiamo il contenuto in questo modo! »
    « Va bene, prego mangiate allora » sbuffò Hermione incrociando le braccia scocciata. I due ragazzi non se lo fecero ripetere e si gettarono a divorare il gelato.
    Dopo un’ora Ron si infilò finalmente in bocca l’ultimo cucchiaio. Ingurgitato il gelato lasciò cadere la posata sul piattino e si accasciò stravolto a fianco di Harry, che già da un po’ aveva rinunciato all’impresa e ora si trovava in uno stato simile al coma.
    « Mamma mia » non sono mai stato così pieno » biascicò il ragazzo con sguardo stravolto.
    « Burp » gli fece eco Harry.
    « Siete soddisfatti ora? » chiese arrabbiata Hermione « Quando vi mettete in testa qualche cosa non c’è verso di farvi cambiare idea! Che bisogno c’era di mangiarlo tutto, dico io? Guardate che pance vi son venute! »
    « Questione di principio » precisò Ron con voce fievole « E lascia stare le nostre pance, voi donne non pensate ad altro che alla linea. »     « Ma chi se ne frega della linea, il nostro problema ora è: come portiamo via la coppa? » chiese Hermione seria.
    « La prendiamo in mano e la portiamo via con noi? » ipotizzò Ron.
    « Non essere stupido, noi abbiamo pagato per avere il gelato, mica la coppa! »
    « Ecco, e poi ti arrabbi perché lo abbiamo mangiato » protestò Ron.
    « Potremmo trafugarlo e al suo posto metterci un oggetto simile, in modo che il cameriere non noti la differenza » propose Harry.
    « E’ una buona idea » convenne Hermione « Hai con te qualche cosa di simile a questa coppa? »
    « No, in genere non vado in giro con modellini della Coppa di Tassorosso » disse sarcastico Harry.
    « Abbiamo del pongo blu » disse Ron rovistando nello zaino « Possiamo modellarlo a forma di coppa e scambiarla con quella vera. »
    « Scusa se ti sembro dubbioso, ma penso che il cameriere sappia riconoscere la differenza tra oro e pongo » disse Harry.
    « Invece potrebbe proprio funzionare » ribatté Hermione eccitata « Basta darle vagamente la forma e poi, con un incantesimo, darle le sembianze della Coppa di Tassorosso! Il cameriere è un babbano, non se ne accorgerà di certo. »
    « Ok, facciamolo » disse risoluto Harry.
    Cercando di non dare nell’occhio (ovvero Ron gettò il bicchiere colmo di spremuta di papaya attraverso la stanza, in modo che l’attenzione generale fosse rivolta da quella parte) Hermione estrasse la bacchetta e velocemente tramutò la coppa di pongo, che Harry aveva modellato, in una copia esatta della Coppa Di Tassorosso. Aveva appena riposto la bacchetta e la coppa vera nella veste quando il cameriere giunse furibondo al loro tavolo.
    « Signore, cosa le salta in mente di comportarsi come una volgare scimmia qualunque? » chiese arrabbiato rivolgendosi a Ron.
    « Ehi, ci vada piano con le offese, mica mi son messo a mangiare banane e a dondolarmi sulle liane! » ribatté Ron offeso.
    « Lei e i suoi amici siete pregati di lasciare il locale e non farvi più ritorno. »
    « Non desideravo sentire altro » disse Ron alzandosi e dirigendosi verso l’uscita, seguito in fretta da Harry e da Hermione, anche se questa aveva un vago aspetto colpevole scolpito in faccia.
    « Ehi, dove credete di andare? » li richiamò il cameriere raggiungendoli di corsa.
    « Lasciamo il locale per non metterci mai più piede, proprio come ci ha detto lei » spiegò Harry.
    « Nessuno lo gradisce più di me, ma prima dovete pagare il conto. »
    « Quale conto? »
    « Quello per aver mangiato qui da noi, ovviamente! »
    « Ah, quel conto! » disse Harry fingendo sorpresa « Credevo dovessimo pagare un conto, ovvero un conte tonto. »
    « Ma è scemo? » chiese il cameriere.
    « No, è tonto, l’ho appena detto! » ribatté stizzito Harry.
    « Senta, paghi il conto e basta » disse il cameriere esasperato.
    « Facciamo domani. »
    « Macché domani, ora lo paga! »
    « Ah, se lo paga Ora allora non devo pagarlo io » concluse Harry.
    « Senta, paghi subito il conto o mi vedrà costretto a chiamare quel vigile laggiù » minacciò il cameriere indicando un vigile baffuto che faceva la ronda nella piazza gettando occhiate strane a Krum e al suo gruppo di piccioni studenti.
    « Le andrebbe di patteggiare? » gli si rivolse allora Harry con fare cospiratorio « Lei non ci fa pagare e noi in cambio le doniamo un fischietto che non funziona » propose tirando fuori dallo zaino la prima cosa capitatagli in mano.
    In tutta risposta il cameriere chiamò il proprietario.
    « Cavoli, siamo nei guai, fagli un incantesimo di memoria e chiudiamola qui! » disse Ron ad Hermione.
    « Non posso mica, ci sono decine di babbani testimoni » protestò indicando i numerosi clienti del locale.
    « Modificala pure a loro. »
    « Non è una cosa così semplice da farsi, ci sarebbe bisogno di altri maghi che ci diano una mano, noi siamo troppo pochi! Ormai credo che l’unico modo di fuggire sia con la forza. »
    « E allora forza sia! » esclamò Harry risoluto « Mano alle bacchette e facciamoci largo a suon di schiantesimi! » E così dicendo tirò fuori la bacchetta e schiantò due bambini che bevevano un frullato al bancone.
    In seguito, oltre ad altre persone che non c’entravano nulla, i tre schiantarono anche i camerieri e il proprietario, per poi uscire a gambe levate dal locale. Un po’ lentamente a dire la verità, dato che Ron ed Harry erano ancora piuttosto appesantiti dal gelato.
    « Presto presto, via di corsa! » urlò Hermione rivolta a Krum e Cho, ma attirando anche l’attenzione del vigile che, intuito che c’era qualche cosa che non andava, stava intimando loro di fermarsi.
    « Penso io a fermare il vigile babbano! » disse Krum risoluto. E senza aspettare oltre alzò le braccia al cielo facendo una piroetta pronto a sferrare il suo mortale attacco sailor. Purtroppo durante l’esecuzione della piroetta si inciampò nei suoi piedi e cadde rumorosamente a terra battendo la testa su un tombino.
    « Ho capito, dovrò occuparmi io del puliziotto » disse Ron infilando una mano nello zaino. Ne estrasse un sacchetto di cibo per piccioni che gettò prontamente contro il povero uomo che venne improvvisamente aggredito da tutti i volatili della piazza. Approfittandone i cinque scapparono via attraverso vicoli tortuosi, cercando di mettere più distanza possibile tra loro e il locale.

***

Salve a tutti :) Sempre che sia rimasto qualcuno a seguire la fanfiction -__- Non avevo mai fatto un tale ritardo (e, sinceramente, spero di non rifarne più), non so nemmeno spiegare come sia successo, un po’ per la mia pigrizia cronica, un po’ che la giornata è fatta solo di ventiquattro ore, un po’ per colpa di facebook e un po’, mi duole dirlo, perche c’è stato un grosso periodo in cui il mio interesse per questa fanfiction era pari a zero. Non so se fosse dovuto di più al fatto che con la pubblicazione del settimo libro fosse calato in generale il mio interesse per la saga o al fatto che avevo molto più stimoli a scrivere altre cose… fatto sta che per mesi non ci ho proprio messo mano é__è
Poi un po’ di interesse è tornato e quindi eccomi qui ^^ Devo dire che ormai mi è tornato anche un po’ d’interesse per la saga di Harry Potter in generale, anche se la cosa che più mi stimolerebbe al momento sarebbe scrivere la parodia del settimo, ma cercherò di non farmi distrarre troppo e portare prima a termine questa fanfiction qui ^^
L’idea della coppa di Tassorosso come contenitore di un gelato costoso è ispirata ad una coppa di gelato realmente esistente praticamente identica a quella descritta qui ed entrata nel guinness dei primati un paio di anni fa. Però la trovate a New York, non a Brighton ^^ Sempre che abbiate voglia di fare follie, s’intende XD
Ringrazio tutti i lettori è in particolare Hermione93, Anakina, Illidan e Fay, che hanno recensito il capitolo scorso ^^
Baci a tutti!


   
 
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