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Autore: Trick    03/08/2011    9 recensioni
«Il mondo non è diviso in brava gente e Mangiamorte».
Raccolta di drabble, flash-fic e one-shot di mediocre pretesa spudoratamente a caso.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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In risposta alla sfida di Lily_Snape che aveva richiesto una SeverusxTonks ambientata nel quinto o nel sesto libro. Il prompt era: «Sei troppo bella per morire» e so, chiedo venia, di averlo raggirato come una narcotrafficante, ma tant'è. Lily, so che mi avevi chiesto che perlomeno ci scappasse un bacio o qualcosa di simili, ma Severus è Severus, e per quanto Severus/Tonks sia uno dei miei pairing preferiti, se non sono in modalità OOC proprio non ce la faccio a non shipparlo con Lily Evans. Che dramma è la vita, eh?
Spero ti possa ugualmente piacere.

*

Quelle troppo belle
SeverusxTonks



Luglio 1996

«La professoressa McGranitt mi ha detto che Remus sarà di ritorno a Londra, questa notte».
Severus tenne il capo chino sulle pergamene che stava correggendo; pareva non essersi nemmeno accorto della rumorosa giovane che aveva fatto irruzione nei propri sotterranei. Segnò con una grossa cancellatura di inchiostro nero un altro clamoroso errore di Terry Steeval sulle proprietà dell'aconito e fece una smorfia scocciata al pensiero di quanto fossero incompetenti gli studenti del sesto anno.
«Lei lo ha saputo da te» riprese con veemenza Tonks, avvicinandosi a grandi falcate verso la sua scrivania e poggiando entrambe le mani sul legno di ebano. «Perché diavolo non me l'hai detto?».
Le labbra di Severus si storsero in un sogghigno perfido.
«Non ho tempo da dedicare alle tue sciocche infatuazioni da adolescente».
«Stronzo» soffiò lei, mentre si avvicinava ad una poltrona lì accanto. Si lasciò cadere malamente sui cuscini e incrociò fra loro le gambe come un ragazzina.
Lui sollevò gli occhi: sebbene indossasse l'abito di foggia maschile del Quartier Generale degli Auror, era impossibile non scorgere l'orlo della sgargiante T-shirt spuntarle dal bavero o non notare il paio di sneakers verdi al posto degli stivali d'ordinanza. Sforare dagli schemi era così tipico di lei, d'altronde, che Severus si era quasi abituato alla sua mancanza di disciplina. Era una caratteristica che le calzava a pennello ben più di quella divisa da giovane soldato di cui tanto era orgogliosa; non sembrava pronta a quella guerra più di quanto non lo potesse essere una tredicenne.
«Avevo il diritto di saperlo, professore» incalzò nuovamente Tonks.
«A quanto mi è stato riferito, la tua attuale occupazione dovrebbe essere preoccuparti per la sicurezza di Hogsmeade e della scuola. Lupin se ne tiene ben alla larga ed è qui, Ninfadora, che finiscono i tuoi diritti».
Gli occhi scuri di Tonks si assottigliarono minacciosi, ma Severus aveva già riabbassato il capo sulle proprie pergamene.
«Sei un bastardo» lo insultò con voce alterata. «E sicuramente morirai bastardo. Sei uno di quei bastardi talmente bastardi che rimangono bastardi perfino da morti. Un bastardo in qualunque cosa, che sia da vivo, da morto o da redivivo».
«È appagante scoprire che dopo sette anni di istruzione hai imparato la distinzioni fra un morto e un redivivo; peccato tu non sia riuscita a cogliere la sottile sfumatura che separa un umano da un Vampiro» si fermò per rivolgerle un'occhiata disgustata. «Ah... dimenticavo: tu non cogli le sfumature che separano gli umani da... beh, tutto il resto».
Tonks si levò di scatto, lo fulminò con un'occhiata furente e si lanciò a grandi passi verso la porta, assicurandosi che lui potesse vedere con chiarezza il dito medio che aveva alzato. Prima che la sua voce svanisse del tutto, Severus la sentì imprecare lungo le scale per almeno una decina di secondi.
La fragranza fruttata del suo profumo aleggiò nei suoi sotterranei fin quando Severus non si decise a mettere le mani fra i propri alambicchi.

Dicembre 1996

Remus Lupin era una di quelle tante persone che Severus sperava sempre di incontrare il meno possibile. Era stato scioccante imbattersi in lui, quando invece cercava Albus Silente – e la poltrona del Preside, purtroppo, era vuota.
A differenza di tutta quella gente che continuava a farsi irretire da quel maledetto licantropo come un cucciolo di Kneazle, Severus era allergico a quella sua studiata affabilità; era falsa, calcolata, nauseante. Remus Lupin era fra quegli adulatori d'alta classe che dicono esattamente quello che ci si aspetta di sentirsi dire. Fin dai tempi della scuola si era rivelato un incorreggibile debole, sempre pronto a difendere Black e Potter per paura di inimicarseli, a qualunque costo. Severus non poteva dimenticare le centinaia di umiliazioni che aveva dovuto pagare, né di quella notte di luna piena in cui lo scherzo di quegli idioti gli costò quasi la vita.
Non poteva dimenticare troppe cose – l'immagine di Lupin che studiava per i M.A.G.O. con Lily, Lily che si confida con Lupin di ciò che un tempo avrebbe preferito raccontare a lui, Lily che sfiora il braccio di Lupin nel cortile di Hogwarts, Lily che accetta Lupin, un dannato lupo mannaro, quando non era stata capace di perdonare lui.
Escono di nascosto, di notte. Ha qualcosa di strano, quel Lupin. Dov'è che va sempre?.
Mentre fissava il volto magro e segnato di Lupin, sentì il mostro dell'acredine agitarsi ancora una volta dentro di lui. Sebbene sembrasse essersi fatto più pallido e lacero dall'ultima volta in cui era stato costretto ad incontrarlo, i suoi occhi erano brillanti e attenti.
«Buonasera, Severus» lo salutò con voce roca, chinando appena il capo. «Cercavo il professor Silente. Sai dove posso trovarlo?».
«Se lo avessi saputo, non sarei venuto fin qui» lo liquidò brevemente lui, voltandosi per tornare ai propri passi.
«Severus».
Severus si fermò di colpo e chiuse gli occhi in un moto di stizza. Sentiva il disgusto e il desiderio di far sparire quel lupo mannaro accentuarsi rapidamente dentro di sé. Girò il collo quel tanto che bastava a rivolgere a Lupin un'occhiataccia particolarmente sdegnosa.
«So quello che hai fatto».
Le sopracciglia di Severus schizzarono in alto; le sue labbra sottili si storsero in un mezzo sogghigno.
«Temo di non capirti».
Lo sguardo di Lupin fu attraversato d'un tratto da una luce minacciosa – quasi ferina. Si umettò con lentezza le labbra, come se stesse valutando con attenzione le parole da usare.
«Hai detto a Fenrir Greyback che nel suo gruppo c'è un infiltrato».
«Davvero l'ho fatto?» chiese con innocente stupore.
Lupin si mosse con una velocità tale che Severus ebbe a malapena il tempo di accorgersene; un istante dopo, aveva già le spalle schiacciate contro la parete dell'ufficio e il braccio sinistro di Lupin premuto con barbara forza contro la sua gola. Invano Severus tentò di liberarsene: il tempo trascorso insieme a quelli come lui sembravano aver avuto su Lupin un'influenza bestiale. I suoi occhi sembravano ardere di violenza e fu solo in quel momento che Severus si accorse che erano gialli.
Buon Dio” si ritrovò a pensare.
«Come hai potuto?» riprese Lupin, serrando rudemente la propria stretta. «Come cazzo hai potuto farlo?».
«Ho mentito, forse?» sputò Severus fra i denti, cercando di ritrovare il fiato e piantando le unghie nell'avambraccio dell'altro. «Non mi sembri meno animale di quanto possa esserlo Greyback. Guardati».
A quelle parole, la ferocia di Lupin parve scemare con la stessa inaspettata rapidità con la quale era esplosa. Sbatté un paio di volte le palpebre e si allontanò da lui come se ne fosse appena stato scottato. Severus lo fissò con circospezione mentre si massaggiava con cura la gola: quella missione lo avrebbe fatto sicuramente impazzire.
«Sei un maledetto stronzo» ringhiò Lupin, mentre stringeva fra loro i pugni con movimenti nervoso. «Un fottuto, maledettissimo stronzo che morirà stronzo».
Severus si lasciò sfuggire uno sbuffo sarcastico.
«Me l'hanno detto, sì. Me l'ha detto anche Ninfadora».
Lupin ruotò la testa con uno scatto e quell'irruenza svanita poco prima sembrò riaffiorare nei suoi occhi.
«Cosa le hai fatto?».
«Decisamente meno di quanto tu non abbia fatto a lei, credo».
Il colore rimasto sul viso di Lupin parve svanire in un secondo. Distolse in fretta lo sguardo dall'altro mago e si diresse verso la grande finestra che si affacciava sui cortili interni. Si appoggiò al vetro con il braccio e rimase immobile e silenzioso. Severus ebbe l'impressione che Lupin stesse cercando di soffocare un altro scoppio di nervi.
«Sai, Lupin, in una circostanza diversa saresti l'ultimo a cui offrirei spontaneamente un consiglio, ma... ti suggerisco di stare alla larga da Ninfadora Tonks. La distruggeresti».
Fra tutte le reazioni che Severus avrebbe potuto ipotizzare, di certo che Lupin scoppiasse a ridere non sarebbe stata fra quelle. Invece, eccolo lì, ancora appoggiato alla finestra e scosso da una bassa e roca risata priva di allegria.
«Sai, Severus... saresti l'ultimo a cui rivolgerei un complimento, se solo tu non fossi anche l'unico abbastanza bastardo da dirmi la verità. Perché è la verità, per Godric...» aggiunse in un flebile sussurro, appoggiando la fronte al vetro. «Non le causerei che dolore».
Tu non vedi l'ora di unirti a Tu-Sai-Chi, vero?.
Severus fece una smorfia sprezzante.
«È troppo giovane» riprese a parlare Lupin, sebbene Severus avesse la sensazione che si stesse rivolgendo a se stesso. «Troppo innocente. Non posso trascinarla insieme a me».
«No» rispose Severus con voce bassa. «Non puoi».

Giugno 1997

«Va' avanti, Draco» ordinò repentinamente al ragazzo che lo seguiva. «Raggiungi i cancelli passando per le serre. La strada sarà libera».
Draco Malfoy aveva il volto pallido e sudato in una maschera di puro terrore. A Severus non era mai sembrato tanto vulnerabile come in quel momento: non era che un ragazzino, dopotutto, e non poté evitare di pensare a lui con un'ondata di indicibile pena.
«Vai» gli ripeté seccato.
Con le labbra tremanti e gli occhi che si guardavano febbrilmente a destra e a sinistra, Draco annuì con un gesto meccanico della testa e iniziò a correre come un forsennato in direzione dei cortili. Severus sapeva che avrebbe dovuto seguirlo per accertarsi che non gli accadesse nulla di male – sapeva cosa rischiava – ma aveva intravisto un Auror duellare con Rowle dall'altro capo del lungo corridoio e in tutta la Gran Bretagna c'era solo un Auror che quella notte avrebbe potuto essere a Hogwarts.
Tonks era una duellante ben più micidiale di quanto non si potesse immaginare. Sebbene fosse nota per la propria goffaggine, sferrava ogni colpo con una precisione e una grinta tali da far pensare che non avesse mai fatto altro in tutta la sua vita. Era evidente che Rowle si trovava in posizione di netto svantaggio, ma Severus sollevò comunque la bacchetta e gli scagliò contro un potente Schiantesimo.
Vide Tonks trasalire mentre la scia rossa le sfrecciava accanto e voltarsi con uno scatto. Quando ebbe riconosciuto la figura alta e scura di Severus, le sue spalle parvero rilassarsi.
S'affrettò a correre verso di lui. Aveva il viso sporco di polvere e un grosso taglio che le correva lungo la tempia sinistra, ma il suo sguardo brillava di feroce determinazione.
«È proprio tipico di voi bastardi Serpeverde attaccare a tradimento» gli disse lei con voce dura, sebbene gli angoli della sua bocca fossero lievemente piegati verso l'alto.
Severus la guardò per un lungo istante e alzò cautamente la mano per sfiorarle la sanguinante ferita che le stava rigando il viso. Tonks sobbalzò e rimase impietrita, con gli occhi sgranati dallo stupore.
«P-professor Piton?».
Lui fece una smorfia infastidita, come se avesse appena ascoltato qualcosa di particolarmente offensivo.
«Se solo tu fossi un poco più elegante e un poco meno scurrile, assomiglieresti a Lily Evans in una maniera nauseante».
Tonks si allontanò di un passo da lui e rimase a fissarlo con la fronte aggrottata, scuotendo appena il capo.
«E Lupin non ti merita» riprese sprezzante lui, facendo un movimento seccato con la mano con cui l'aveva accarezzata pochi secondi prima. «Non ti meriterà mai. Quelli come noi non meritano mai quelle come voi».
«Professore, non--».
«E dovresti prestare attenzione, Ninfadora, perché sembra che anche la morte abbia un debole per quelle come te».
Quelle troppo belle anche per lei.








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I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »

   
 
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