Nata come oneshot ispirata al fanbook "Wreck" di Reapersun, ho deciso di trasformarla in una raccolta di racconti a rating rosso, dedicate quasi esclusivamente alla coppia Sherlock e John, smut e PWP principalmente. Non il luogo ideale se cercate di pensieri approfonditi e filosofeggiamenti sfrenati, insomma.
Aggiunta la storia n. 29, Il licantropo e il detective: dopo aver scoperto che John è un licantropo, la vita torna a scorrere come prima, ma quando ottobre si avvicina di nuovo, Sherlock e John hanno un aspro diverbio su come gestire la licantropia di quest'ultimo.

Era febbraio, una fitta nebbia avvolgeva Londra e il detective era steso a pancia all'aria sul divano del 221b, mentre il dottore aggiornava il suo blog.
Non c'erano casi da settimane ormai, e i due coinquilini combattevano solamente contro la noia.
Inoltre Sherlock era ammalato, riducendosi a un ammasso sedentario spettinato e ricoperto di maglioni e coperte varie, incapace perfino di sparare allo smile tanto odiato presente su una delle pareti dell'appartamento.

John si sveglia con un mal di testa allucinante e senza un ricordo della sera prima.
Sangue per la stanza, Mycroft svenuto fuori dalla porta, Lestrade astemio che è l'unico che sembra ricordarsi di qualcosa, foto on-line, bottiglie di birra sul tavolo...Ma che ci fa Sherlock avvinghiato a lui nel suo letto?
AVVERTIMENTI: Follia, bromance, follia, slash, follia, follia, follia...
Leggete e DIMENTICATE anche se POSSO SPIEGARE TUTTO!

Sarebbe complicato spiegare i legami di lealtà, affetto, comprensione, orgoglio, rispetto che ci hanno legati tra noi e con il resto dell’equipaggio, ma è in essi che va cercato il significato di questo mio gesto apparentemente illogico, del viaggio che ho intrapreso.

Poteva condurlo dove voleva, per quanto gli riguardava. Lo aveva adorato fin dal primo momento.

“-Tu mi appartieni. La tua voce appartiene alla mia chitarra, quando le rispondi. Siamo legati da qualcosa di inspiegabile e forte.
-E' questo che mi fa paura. È troppo forte.
-E' quello che ci permetterà di dare un significato a ciò che stiamo facendo. Tu sei straordinario, Percy. Osa esserlo anche se quelli là fuori non dovessero mai riuscire a comprendere la tua grandezza.”
***
Robert Plant, al continuo inseguimento della propria perfezione spirituale. Jimmy Page, alla ricerca del suono ideale, tra genialità e distruzione.
La luce e l'ombra. Un incontro di anime e di sensi...

James Kirk non riusciva a dormire ed era uscito per prendere una boccata d'aria e bere qualcosa. L'indomani sarebbe iniziata la sua nuova, incasinatissima vita come capitano dell'Enterprise. Certo non immaginava di conoscere qualcuno che sarebbe rimasto al suo fianco per tutta la vita.

«Quindi tu sei vergine?»
Steve sentiva che stava morendo.
«Eh?» fece, pregando di aver udito male.
«Ho chiesto: Sei vergine?».

Si sarà capito che io non sono il classico tipo conservatore e pieno di pregiudizi. Però questo non significa che avrei mai potuto immaginare che un qualsiasi venerdì sera di giugno mi sarei ritrovato a bere un Apple Martini in un gay club con il mio coinquilino.
“È per un caso, John.” mi fa lui. Sempre così: o è per un caso o si tratta di un esperimento. E io sono talmente autolesionista da dargli sempre corda.

«E poi i giornali dicono che sei inutile e sottovalutato» sussurrò Robert, tornando ad abbracciarlo.
«Lo prendo come un complimento» replicò tranquillamente John.
«Saresti davvero stupido a non farlo, Jonesy.»
Un papiro egizio per dedicare un buonissimo compleanno a John Paul Jones (Sidcup, 3 gennaio 1946, all'anagrafe John Baldwin), il mio - credo, ma ecco che già gli altri mi guardano con gli occhioni afflitti da "e noi no?" - membro preferito della mia band preferita.

I Led Zeppelin avrebbero mai potuto immaginare che una delle loro canzoni provocasse reazioni del genere?

La genesi di una delle canzoni più belle della storia della band, con una GuestStar d'eccezione: il Duca Bianco qui per voi.
Dedicata alle ragazze del gruppo, soprattutto a Ziggy e Fra!

«Già, dove viviamo ragazzi?» chiese John ridendo.
«In un sottomarino giallo!» risposero gli altri in coro.
Nonsense sui Beatles

Tutti hanno un cognome.
Lettere che ci identificano, che ci accostano alla nostra famiglia.
Alcuni hanno un cognome buffo, dal quale spesso vengono fuori nomignoli idioti.
Altri ne hanno uno corto, oppure chilometrico.
Poi ci sono io, che ho IL cognome.
Il cognome proibito.
Sette lettere maledette.