L'inatteso annuncio di una gravidanza nella famiglia del Capo clan di Ripa Boscosa ha messo tutti in subbuglio e ci si prepara al lieto evento, che un sogno profetico e il dono di uno straniero hanno caricato di grandi aspettative.
Elenna, la Gran Sacerdotessa di Corellon nonché sorella maggiore del nascituro, si reca in visita presso la madre, la quale condivide con lei timori ed speranze su quella piccola vita che nascerà di lì a qualche mese.
Dubbi che appartengono a qualsiasi donna in dolce attesa e che la figlia si premura di fugare con convinzione.
Ma sulla via del ritorno un'ombra cala sui pensieri della sacerdotessa, che si sofferma a riflettere alla scomoda eredità dei loro antenati.
[Questa storia partecipa all'Imaginaerum Song Contest indetto da Spoocky sul forum di EFP]

Questa storia partecipa alla challenge “Una parola al giorno toglie il blocco di scrittura di torno!” del gruppo Facebook Prompts are the way
PROMPT 11/08/23
Trittico: A e B si incontrano da bambinx. A e B finiscono a scuola assieme a un certo punto della loro adolescenza. A e B si reincontrano da adultx.
Simenon e Dorlas: alcuni momenti tra i due, in diversi momenti della loro vita…

Simenon Vargas aveva sempre amato la neve, soprattutto perché quando iniziavano a cadere i primi fiocchi bianchi, voleva dire che si avvicinava anche il giorno del suo compleanno, e lui era sempre stato un felice di festeggiarlo con la sua famiglia, ma questo era prima, prima che tutto cambiasse, prima che lui fosse gettato nel mondo, orfano e diverso, senza nessuno scudo a proteggerlo se non le proprie lacrime e la propria solitudine, senza più né casa né famiglia.

Il desiderio di Mornon
“Tenetelo su!”
Gridava il capo di quelli folli, di quella setta di stregoni che abitava da secoli in quel luogo sperduto ed inospitale di cui nessuno sapeva nulla.
I due altri stregoni dai capelli con sfumature bianco azzurre più o meno accentuate, issarono il mezzelfo incosciente su di una specie di impalcatura ricavata nel ghiaccio, una specie di croce, dove gli agganciarono le braccia tese.
“La donna è fuggita, ma non andrà molto lontano... le si geleranno i piedi prima che possa trovare rifugio, o qualcuno che voglia aiutarla” disse l’elfo, che doveva essere il capo, perché portava ornamenti preziosi, teneva una certa postura e i suoi capelli facevano apparire come sbiaditi quelli di tutti gli altri, erano di un intenso azzurro-blu, come il colore dei suoi occhi che rispecchiava quello del mare circostante.
“Bloccategli i polsi e risvegliatelo... ha già riposato abbastanza...”
I due elfi sottoposti obbedirono e legarono stretti i polsi di quel mezzelfo, così atipico per loro, soffermandosi più volte sul colore nero dei suoi capelli e sulla sua carnagione di neve.

Aveva combattuto per giorni sulle linee nemiche, era stato immischiato in quella guerra in cui neanche credeva, aveva vissuto settimane in trincea, aveva i calli sulle dita, i nervi del braccio e della spalla erano stati sottoposti a continui sforzi e stiramenti per scoccare innumerevoli frecce e altrettanti incantesimi voce dici verso il nemico, e tutto ciò spesso non gli consentiva nemmeno di dormire dal dolore, come se, anche volendo, avesse potuto chiudere occhio in tutto quel delirio di morte, magia, dolore e assurdità.
Callisto detestava la guerra, quel tipo di guerra, detestava tutta quella morte inutile e tutto quel sangue versato sulla terra battuta per niente.
L’unica cosa buona che aveva portato quel conflitto che ormai si protraeva da quasi un mese, ed erano tutti in stallo, era che maghi e stregoni dopo secoli si erano decisi a collaborare e quindi ora lui e quei mangialibri che tanto lo detestavano ora stavano entrambi dalla stessa parte. Anzi, era proprio Callisto, in qualità di stregone, mezzodrago e arciere, a guardare le spalle ai maghi, o almeno ad alcuni di loro.
“Che compito ingrato…” sbuffò Callisto, pulendosi la terra secca dal viso.

La tua camicia, ultimo ricordo di tua madre, si è rovinata durante una battaglia. Vorresti ripararla, ma non sai cucire. Astarion ti offre il suo aiuto.