L'amore di un angelo

di Spensieratezza
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Castiel e Gabriel in paradiso ***
Capitolo 2: *** La gelosia di Gabriel per i Winchester ***
Capitolo 3: *** Sfiorare la morte, sfiorare l'amore ***
Capitolo 4: *** Il tormento di Gabriel ***
Capitolo 5: *** L'incontro tra Gabriel e Cas, nel mondo delle fiabe ***
Capitolo 6: *** La caverna ghiacciata ***
Capitolo 7: *** La nuova vita di Castiel come fratello di Dean ***
Capitolo 8: *** Sam e Dean dovevano essere la bella e la bestia ***
Capitolo 9: *** Per amore di un fratello ***
Capitolo 10: *** Compassione della dea ***
Capitolo 11: *** Le ali dell'angelo ***
Capitolo 12: *** Come le Pleiadi ***
Capitolo 13: *** Portami su una stella ***
Capitolo 14: *** Dunque, fino a questo punto mi ami? ***



Capitolo 1
*** Castiel e Gabriel in paradiso ***


In Paradiso, anni e anni fa…


“Fratello, perché ti piace così tanto scendere su quel pianeta? Qui in Paradiso siamo nella nostra casa, con i nostri fratelli, abbiamo tutto quello di cui abbiamo bisogno..”

Gabriel aveva scosso la testa, guardandolo con un sorrisetto.

“Vorrai dire che qui in paradiso abbiamo tutto quello che pensiamo di avere bisogno, invece sulla Terra, ho trovato anche quello di cui non pensavo di aver bisogno, ma di cui avvertivo comunque la mancanza, fratello.”

Castiel l’aveva fissato con sguardo triste.

“Perché dici così, fratello? Non ti trovi bene qui con noi?”

Gabriel gli aveva accarezzato una guancia, su quel viso androgino fatto di una sostanza liquida che somigliava all’acqua.

“Siamo i tuoi fratelli. Dovresti stare qui, non andare a mischiarti con una specie così diversa da noi.”

“Attento, fratello. Ora stai parlando quasi come Lucifero. Non vorrai che nostro padre ti senta e decida di punire anche te.”

Castiel fece una smorfia.

“Io non sono come Lucifero. Non odio né vorrei far del male agli umani, però forse…Lucifero aveva ragione, nel dire che siamo troppo diversi da loro.”

Gabriel sorrise ancora. “Sai, Castiel, la pensiamo in maniera simile a Lucifero, il nostro caro fratello perduto, anche se non abbiamo niente della sua rabbia. Tu la pensi in maniera simile a me, è per questo che, sarai sempre il mio preferito!

Detto questo, Gabriel spalancò le sue grandi ali. Erano color bronzo ed erano magnifiche e regali.
 
Prima di spiccare il volo aldisotto delle nuvole, Castiel lo fermò, toccandogli gentilmente un’ala.

“Aspetta..dimmi..perchè ti piace così tanto la Terra. Cos’ha di più del Paradiso. Cosa ci trovi di tanto bello?”

“La passione che la sua razza trasmette.”

Castiel restò a fissarlo sorpreso.

“La razza degli umani, è piena di passione, fratello. Cibo, lussuria, divertimento e io intendo goderne ogni privilegio..e poi è piena di bellezza. Sai, ho sempre sostenuto che tu fossi bello, mi sono sempre chiesto come sarebbe vedere la tua bellezza, se avesse anche dei tratti somatici che lo sottolineassero.” Disse Gabriel, studiando il suo viso, androgino, come una forma d’acqua.

Castiel mise il broncio e il suo viso sembrò incresparsi.

“Non ho bisogno di un corpo. Non priverò un altro essere umano, del libero arbitrio. È una violenza. Io non lo farò. MAI.”
Gabriel sorrise.

“Per sempre è tanto, tanto tempo, fratello…e il tempo tende sempre, a cambiare le cose.” Disse, prima di spiccare il volo e lasciando Castiel perplesso e disorientato.
 
 
 
 
 
*

“Per favore, calmati ora.” Disse Castiel, accarezzandogli dolcemente le guance.

Gabriel sospirò, aspettando che la rabbia lasciasse piano il suo corpo, che scivolasse via.

“Perseguitato..come fecero ai tempi con nostro fratello Lucifero, solo per essermi vendicato di un umano, che sarebbe morto comunque, in meno di un anno. Questa è la giustizia celeste, divina. Ma se pensano che io sia come mio fratello che mi lascerò calpestare, si sbagliano.”

“Ti prego, non parlare di Lucifero, non ad alta voce. Per il tuo bene, ti prego di non farlo.”

“Castiel, tu non dovresti accudirmi così. Sarai anche tu a pagare nel caso..”

“Non ti troveranno mai qui. Questo è un posto che ho creato in paradiso, per te. Un posto creato da un angelo, per amore di un’altra creatura, rimane sigillato agli altri, se l’angelo non consente di condividerlo a loro.”

“LORO capiranno che mi stai nascondendo. Non puoi tenermi qui per sempre.”

“è vero, ma vorrei farlo solo il tempo necessario per farti sentire il mio amore..”
 
Gabriel si imbarazzò e gli voltò le spalle.

“Non credo tu sappia di cosa stai parlando davvero, Castiel.”

“Perché? Perché sulla Terra, hai imparato che l’amore gli umani lo vivono diversamente? L’amore, quello vero, non ha niente a cui spartire con la violenza, i tradimenti, gli inganni e neanche è pura passione, Gabriel, è una cosa di sentimento. Non sono io a non saperlo,sei tu che l’hai dimenticato.”

“Un angelo che fa ad un altro angelo la morale, che cosa bizzarra.”

“Sei sicuro di non volerti spogliare di quel tramite? Ti aiuterà ad essere più leggero.”

“Forse, ma non sono sicuro di quello che potrebbe capitare ad un cadavere, se sentisse la potenza del paradiso. Potrebbe liquefarsi e non ho voglia di perdere tempo a cercarne un altro.”
 

Castiel gli sorrise. “Va bene, fratello. “
“Cosa..cosa stai facendo?”
“Sdraiati con me.”

Dicendo così, si sdraiarono sul letto di soffici nuvole. Poco distante a loro, c’era un’oasi d’acqua e una casetta di sole, che Castiel aveva creato.

Gabriel si accucciò contro Castiel.

“Che cosa vuoi fare?” gli chiese.

“Farti sentire il mio amore.” Rispose l’angelo.

Gabriel strinse un po’ le labbra.

“In questa forma, posso sentire l’amore, solo in una maniera in cui tu non capiresti..” disse voltandogli le spalle.

Dal corpo di Castiel si sprigionò una forza angelica e pura che pervadeva il corpo di Gabriel.

“L’amore, lo sentono tutti allo stesso modo, caro fratello, sono i pregiudizi e i preconcetti delle altre specie, ad avvertirlo come un qualcosa di scandaloso o vergognoso. Lasciati andare, so che anche nella tua forma umana, tu puoi sentire lo stesso, l’amore di un angelo.”
 

Gabriel lo sentiva. Lo inebriava e lo riscaldava. Lo faceva sentire bene. Ancora imbarazzato, non poteva fare a meno, di sentire il brivido della possessività e della gelosia farsi strada in lui.

“Tutto questo, è per me, Castiel?”

Ma Castiel, ancora angelo, ancora non abituato alle debolezze umane e al loro bisogno di conferme, sempre alla ricerca di un’esclusiva che era tanto evanescente, quanto illusoria, non gli rispose in quel momento, ma si limitò ad abbracciarlo più stretto, per fargli sentire il suo calore.
 
 


*

“Sei bellissimo.” Gli disse Gabriel, quando vide Castiel dentro i panni di Jimmy, che camminava sulla Terra.

“Grazie per essere venuto. Volevo che tu lo vedessi.”

“Che ti vedessi. Da questo momento in poi, devi pensare a questo corpo come se fossi tu, Castiel.”

I due stavano passeggiando nel parco. Castiel si fermò, guardando il rfiume e le papere nuotare in esso.
“Non so se posso riuscirci, Gabriel. Qui non posso volare, perché non è sicuro farmi vedere, non ci sono laghi infuocati da attraversare, per portare in salvo anime dannate…”

“Alludi al salvataggio di quella pover’anima di Dean Winchester?”
“Sì. “

“Se non vuoi stare sulla Terra,non sei obbligato a farlo. Non lasciarti influenzare da quello che dicono gi altri angeli. MAI. Io non lo faccio.”

“Se decidessi di stare qui..tu..mi aiuteresti ad ambientarmi?” chiese Castiel.
Gabriel sembrò tentennante.

“Basta che mi prometti di non fraternizzare troppo con i tramiti di Michael e Lucifero.” Disse.
 






















Note dell'autrice: 

ragazzi ho deciso di mettere l'avvertimento incest (dopo averci pensato a lungo ) perchè comunque gli angeli si ritengono fratelli e considerano Dio loro padre, anche se sono stata molto combattuta sulla questione!

pensandoci bene, sam e dean compaiono brevemente nella storia, quindi l'avvertimento può andare bene sia per gabe e cas, sia per sam e dean ^^

ok innanzitutto non allarmatevi ahha non sarà un'altra long, ci ho pensato davvero da tanto tempo e non trovo giusto relegare la storia di gabe e cas, a un trafiletto in mezzo a tutto il marasma che è stato "il quinto mondo" credo debba essere esaltata come una storia a sè.

ps la bomba che avevo promesso, arriverà alla fine di questa storia!

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Capitolo 2
*** La gelosia di Gabriel per i Winchester ***







Castiel, in realtà, fraternizzò con i Winchester.

Dean e Sam erano intelligenti, erano buoni e avevano la stoffa degli eroi e l'idealismo di cavalieri erranti d’altri tempi.

Castiel volente o nolente, ne fu affascinato.

Questo rese Gabriel sempre più frustrato. E geloso.
 
Mandò Dean e Sam intrappolati nel mondo della tivù, anche se poi riuscirono ad uscirne.

Aveva anche bloccato Castiel, impedendo loro di raggiungerli.

Una volta che Dean e Sam se ne furono andati, Castiel volle una resa dei conti con suo fratello.
 
 

In aperta campagna, di giorno, si misero a discutere.

“Come hai potuto mettermi fuori combattimento per tutto quel tempo?”

“Beh..lasciami pensare..sono un arcangelo e ho poteri da trickster!” disse Gabriel esaltato.

Castiel sospirò. "Non intendevo in quel senso."

“Avanti, non mi dire che non ti sei divertito anche tu, a giocare al gatto con il topo con i tuoi cuccioli preferiti.”

“No, non mi sono divertito per niente, Gabriel!”

“Ma come no, ora che mi sono presentato anche io a loro, siamo tutti come un’allegra famiglia, no?”

Castiel lo squadrò stranito.

“Perché tu…non mi avresti presentato MAI a loro, non è vero? Ti vergogni di avere un fratello come me.” disse Gabriel sorridendo.

“Questo non è affatto vero. Sei ingiusto, Gabriel.” gridò l'angelo.

“Beh, sono il cattivo, no?”

“Non deve andare per forza così.”

“Ma andrà così, vero? Insomma, pensa ai ruoli che il Paradiso ha scelto per Dean e Sam! Loro non vogliono giocarli, ma li giocheranno comunque! Ciascuno di noi giocherà il ruolo che il destino ha scelto per lui!” disse Gabriel con fare teatrale, spalancando le braccia.

“è TUTTO UN MALEDETTO GIOCO PER TE, NON è VERO? NON TI IMPORTA DI NIENTE, VERO? DEL PARADISO, DI CHI SARà UCCISO, NON TI IMPORTA NEANCHE DI ME, VERO?”

Gabriel si fermò a guardare Castiel. Il sorriso svanito dalla faccia.

“Se vuoi giocare a fare quei giochetti di manipolazione mentale in cui uno fa sentire una merda l’altro, dovresti trovarti almeno qualcuno che abbia dei sentimenti sui cui puoi attaccarti.”

“Gabriel..non mi abbandonare..per fav..” Castiel cercò di prendergli le mani, ma l’arcangelo le spostò.

“E questa cos’è? Un veloce cambio di strategia? Ti manca della pratica, fratello. Un po’ meno altalenante e un po’ meno veloci e qualcuno potrebbe perfino prenderti per un film, se vuoi posso aiutarti a lavorare in qualche filmetto di quelli che piacciono a me..”

“Io non sto recitando.”
Silenzio.
 
Gabriel aspettò prima di parlare e poi il suo tono fu atono, ombroso.

“Allora, è ancora peggio..”
“Gabriel, senti…”

“Non ti ho mai chiesto niente. Una cosa ti ho chiesto. Una.. di – non – fraternizzare – con i tramiti.”

“Io non li vedo come dei tramiti, come degli oggetti..”

Gabriel diede un calcio che spezzò parte del recinto e lo fece cadere.


“Lucifero aveva ragione..”
“Gabe, cosa..”
“Ora so come ci si sente a venire traditi dalla propria famiglia…a sentirsi dire che si preferisce degli sporchi umani a uno della propria famiglia..”

“Un uomo molto saggio che ho conosciuto, ha detto che la famiglia non è solo il sangue.” Disse Castiel.

Gabriel lo fissò.

“La famiglia è le persone che ami.”

“Tu AMI quegli sporchi umani?”

“Gabe, non hai capito la quest..” Castiel fece per toccarlo, ma Gabriel lo allontanò di nuovo.

“Ascoltami..ti ricordi quando..volevo parlare a Dean quel giorno, ma gli angeli, mi hanno rispedito indietro in Paradiso?”

“Castiel, se è un altro dei tuoi trucchi..”

“Per favore. Ricorda. Quel giorno ero così afflitto..non ero stato mai estromesso da un  tramite prima d’ora, non volontariamente. È stato per me come una violenza, ho percepito anche il senso di disorientamento che doveva aver provato Jimmy, il mio tramte..e quando sono tornato in Paradiso..tu…mi sei stato vicino…”
 
 
 
“Gabe…è così brutto..così devastante..”

“Schhh non pensarci, adesso basta..”

Gabriel stava cercando di consolare Castiel, in Paradiso. Castiel era seduto tra le sue braccia, mentre Gabriel lo abbracciava da dietro e lo cullava.

“è come se io possa sentire l’odio di tutto il Paradiso. E fa male. Fa tanto male, Gabriel…”

“Castiel, non è il Paradiso a farti del male, ma il tuo cuore.”

“Cosa? Che stai dicendo?”

“Il tuo cuore si sente tradito. Non hai fatto quello che desideravi fare. Aiutare un amico. Quindi stai soffrendo.”

“Tu..li stai difendendo? Credevo li odiassi!”

Gabriel sospirò.

“Odio loro, ma amo te di più..quindi penso che..sì, che tu dovresti andare, quando sarai pronto..”
 
 
Il flashback  li lasciò storditi e per un attimo confusi. Sapevano che l’altro avesse ricordato la stessa cosa.

“Quel giorno tu mi incoraggiasti ad andare da Dean..” disse ancora Castiel. “è grazie a te, se sono un angelo che è capace fare le sue scelte, che non si piega a un volere più grande..”

“Quello che è successo quel giorno non…tu non..hai superato il limite con quei due, lo sai che ti chiamano la puttana dei Winchester?” disse Gabe arrossendo.

“Non mi importa..” disse Castiel scuotendo la testa. “Se la nobiltà di non tradire i propri amici e la devozione verso di loro e verso il bene, viene visto in questo modo, che sia..”

“Bene..” disse Gabe, sorridendo in maniera cattiva. “Hai fatto la tua scelta.”

“Ma non voglio farla da solo. Per favore, Gabe, resta al mio fianco.”
 
Gabriel per un momento restò allibito, poi scoppiò a ridere.

“Non solo fai tutto questo per LORO, ma vorresti trascinare in questa guerra, ANCHE ME?”
“Gabe, ascoltami, io..”

“Non toccarmi..” disse Gabe, indietreggiando ancora. “Io..io SPERO veramente che questa Terra e tutti i suoi abitanti, BRUCINO sotto questa Apocalisse e che non NE RIMANGA Più NIENTE!”

Castiel rimase scioccato dallo scatto di rabbia del fratello, prima che quest’ultimo scomparve nel nulla.
 
 
 






















ragazzi non mi lanciate i pomodori ahha xd ero DAVVERO convinta di fermarmi al secondo capitolo, ma qualcosa è andato storto, perchè poi come al solito divento passionale in quello che faccio e i dialoghi si allungano più di quello che pensavo xd comunque adesso scrivo i commenti di Dean e Sam nella storia "il quinto mondo" si, perchè anche loro fanno recensioni ahhah xd sclerooo ps le foto sono della 5 x 8 e i due si stavano proprio guardando xd

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Capitolo 3
*** Sfiorare la morte, sfiorare l'amore ***


Pov Castiel.


Quando Gabriel mi voltò le spalle, un senso assoluto di perdita e di quasi lutto, si impadronì di me. La mia mente, i miei pensieri, i miei ricordi, continuavano ad andare al cielo, al paradiso, ai momenti incantevoli che avevo passato insieme a lui. All’unico angelo che avevo mai sentito vicino.

Al dolore per averlo perso.

Fu così che lo ricercai…
 
 
Gabriel si trovava in un Night lussuoso e aveva appena finito di fare l’amore con due prostitute, nello stesso momento. Usciva appena da una serie di estasi e godimento , ma quando vide la sagoma di Castiel, con il suo impermeabile, il suo umore si abbassò nel raggio di due secondi.

“Per favore, andate, lasciateci soli.” Disse alle due bionde che erano con lui, nel privè

Loro obbedirono senza fare domande. Castiel le guardò sgattaiolare via, guardandole sdegnato.



Gabriel ridacchiò, cominciando a rivestirsi.

“Se sapessi l’estasi che si prova, non faresti quella faccia, caro fratello.”

“Non sapevo che l’estasi venisse paragonata al piacere, oggigiorno. Credevo fosse più simile alla felicità.”

Gabriel scosse le spalle. “Infatti il piacere è felicità.

“Credevo che la felicità risiedesse in un sentimento più duraturo, rispetto ad un’emozione effimera che si cancella dopo pochi minuti, a volte dopo pochi attimi.” Disse Castiel, guardandolo duramente.

Gabe scosse di nuovo le spalle.

“La felicità è fatta di momenti, infatti, la felicità perfetta non esiste. Perché sei qui, fratello?”

“Per capire il tuo concetto di felicità.”

“Quindi, adesso l’hai capito?”
“No.”
Gabriel lo guardò.

“Cioè, credo di sì, ma non lo condivido.” Disse Castiel, sedendosi sul divano.



“Dunque, fammi capire….non condividi le mie idee, i miei pensieri, allora perché sei ancora qui?”

“Sono qui perché mi manchi.
 
Silenzio.
“È un po’ tardi, adesso, non credi?” chiese Gabriel.
“No.”

“Possibile che..sei così ostinato! Non hai capito che quello che ci siamo detti durante il nostro ultimo incontro…era un addio?

“Per me non lo era. Bisogna essere in due per lasciarsi, non credi?”

Gabriel gli voltò le spalle e si grattò la nuca. Sentiva molto caldo sul collo.

“Sei..patetico. Patetico e imbarazzante.”



“Perché non vuoi parlarmi più, Gabriel? È per i Winchester, vero?”

“Ma dai! Sei così arguto, Cassie!”

“Se sei così geloso di me da non sopportare che possa avere altri amici, allora..allora dovresti stare al mio fianco!” sputò fuori Cas, rosso in viso.

Gabriel lo guardò paonazzo, se possibile ancora più rosso di lui.
 
“Quanta..quanta arroganza, Castiel! Io geloso di te? L’unica cosa di cui potrei mai essere geloso, è degli uccelli, perché hanno ali ma a differenza di noi angeli, non hanno fastidi e rompimenti di palle, ogni due per tre!”

“Ti stai autodistruggendo, Gabriel.”

“Cosa? Ma che stai dicendo?”

“L’alcool, la dissolutezza…gli angeli non sono come gli umani..un angelo che mette da parte il suo cuore, che va contro di esso, annienta sé stesso..” disse Castiel, facendoglisi più vicino.

“Non sai di cosa stai parlando..” sussurrò Gabriel, provato comunque dalla sua vicinanza.



“Nel tuo cuore, dentro di te, hai giurato di essermi leale, se perseguirai nel voltarmi le spalle, la tua anima cadrà.. e io non voglio che questo accada..” disse Castiel, appoggiando la fronte contro la sua.

“Quante sciocchezze. Credi di essere importante a tal punto per me?” sussurrò Gabriel, senza spostarsi.

“Che male ci sarebbe ad ammetterlo?” sussurrò Castiel, inspirando l’odore della sua giacca, l’odore del suo collo, ma senza appoggiarsi a esso.

“Ecco..il grande inganno delle relazioni sentimentali tra individui consenzienti..una continua lotta di potere, per prevaricare sull’altro, un ricatto emotivo continuo, un bisogno narcisistico continuo e patologico di appagare il proprio ego, godendo nel vedere l’altro, dipendere da te. Un continuo scambio di ruoli in cui prima è l’altro a sottomettere e manipolare e poi i ruoli si ribaltano..”

Dicendo queste frasi sprezzanti, si allontanò di nuovo dall’angelo, privandolo di quel calore in cui si stava beando.
 


“Sei..ingiusto. Io ti voglio bene  e questo lo sai.” Disse Castiel, guardandolo triste.

“A modo tuo, certo, così come io l’ho fatto a modo mio, ma mi chiedo..è abbastanza?”
“Certo che lo è!”

“Per te! Ma per me? Perché io mi dovrei accontentare, dopo essermi sentito abbandonato da te per due criceti,  di ricevere tutte queste amorevoli attenzioni da parte tua, solo ora che la situazione si fa così tragica per l’Universo?”

“BASTA CON LE STRONZATE! Sono stufo di pregarti! Ti voglio bene, sei mio fratello, ma non tirare troppo la corda!” sbottò Castiel.
 
Gabriel lo guardò, compiaciuto della gran gamma di sentimenti che riusciva a scaturirgli, tra i quali, la rabbia.

“Ma tirare la corda, ingannare la gente, è nel mio DNA. Sono il trickster, ricordi? D’altrocanto, tu cerchi di manipolare me, facendo presa sul nostro legame, per convincermi ad allearmi con te e i Winchester, nella vostra assurda crociata contro gli angeli e contro il diavolo. “
“Io non sto cercando di manip..”

“Ma ti capisco, sai. Ognuno usa le armi che può, soprattutto con Lucifero che è tornato e che non vede l’ora di approdare e bruciare tutto, vero? Però non sono irragionevole, sai, anzi direi che hai anche molto motivazioni convincenti, mi hai convinto, Castiel, quasi!”

“Cosa..cosa vuoi dire?”

“Saresti davvero disposto a tutto pur di volermi con voi? Devo saperlo. Ci sei quasi ma mi manca solamente questo pezzetto.”

Silenzio.



“C-certo..”

“Bene. Allora baciami!”
 
Altro silenzio. Gabriel si godette l’espressione di Castiel.Paonazza, leggermente imbarazzata, impaurito, la rigidità del suo corpo.

“é..uno scherzo?”

“Sono il re degli scherzi, ma so quando essere serio.”

“Ma..perchè?”

“Per dimostrarmi che sei davvero disposto a fare di tutto.”

Castiel si passò una mano sulle labbra, sconvolto.
 
“L’idea ti ripugna, eh? Di certo io non salto dalla gioia, ma è impagabile vedere che dopotutto, l’importanza di quello che dici, crolla come neve al sole, davanti alla prospettiva di un BACETTO.” Disse Gabriel divertito, seppur con le guance che erano diventate porpora.

“Io..io..e va bene!”

“Cosa?” chiese Gabe sorpreso.
“Fallo. Mi sta bene.”
“Puoi ripetere?”

“Maledizione, Gabriel! Baciami! Fai quello che vuoi, se ti serve per capire che parlo sul serio, fai tutto quello che vuoi!!”

Gabriel lo fissò serio.



“Quindi la tua devozione verso i Winchester, arriva a questo punto?”

“Non è della mia devozione A LORO, che stiamo parlando, ora, IDIOTA.”
 
Questo generò un silenzio più lungo degli altri. Castiel ora si rifiutava di guardare Gabriel in faccia, quest’ultimo sgranò appena gli occhi e ci mise un po’ a riprendersi.

“Molto bene. Allora facciamolo.”
 


Con uno scatto fulmineo, fu davanti a lui sul divano, anche se poi per avvicinarsi ulteriormente e salire sopra di lui, il processo fu molto più lento.

Castiel restò fermo,  ma non impassibile. Quando Gabriel si sedette sopra di lui, inarcò appena la schiena e la testa all’indietro e si mise a fissarlo in soggezione.

Gli occhi socchiusi, erano concentrati sul suo viso e poi sulle sue labbra. Il respiro affannato, il torace che respirava più velocemente, molto probabilmente per via dell’accelerazione del battito cardiaco.

Inclinò appena la testa nella sua direzione, in attesa. Un gesto che sapeva di attesa, fremente, di quello che sarebbe successo.

Gabriel ridusse ancora di più la distanza tra le loro labbra, provando quasi compiacimento di avvertire quasi materialmente la tensione dell’attesa negli occhi dell’angelo, avvertirla nel suo respiro.

E poi…

Si allontanò.
 
Gabriel lo vide deglutire e sospirare forte, quando lasciò il suo corpo.



“Quindi?” chiese l’angelo, un po’ irritato.

“Direi che basta così.”
“Cosa? Stai scherzando, vero??”

“Per niente.” Rispose Gabriel, ma non lo stava più guardando.

“Non doveva esserci un…”

“Un bacio? Ho detto che volevo una dimostrazione.  Ho visto che eri pronto a farlo e a me basta così.” Disse Gabriel, rigirandosi il colletto della camicia.

Non si aspettava che Castiel lo agguantasse per il colletto con uno scatto rabbioso.

“Quindi era solo una presa in giro?”



“Sta calmo, Castiel. Un patto è un patto. Lo rispetterò. Dovresti essere contento che non sia andato fino in fondo, se non sapessi che è impossibile, direi che quasi desideravi baciarmi.”

Castiel lo lasciò andare. La furia dipinta sul suo volto.

“Sei uno sporco ingannatore.”

“Lo so. Sono il trickster. Ingannare è la mia specialità.”

“Come ti pare, adesso me ne vado.”

“è stato un piacere fare affari con te!”

E riservandogli un’ultima occhiata astiosa, Castiel se ne andò.



In realtà Gabriel aveva agito sotto uno specifico suo desiderio.

Da tanto tempo si era immaginato la faccia che Castiel avrebbe fatto se avesse tentato di baciarlo.

Aveva voluto simulare quell’azione, solo per godersi quell’espressione, per non doverla più immaginare.

Per vedere finalmente con i suoi occhi, sentirlo ansimare sotto di lui, per vedere come ansimava, durante l’attesa di un bacio, che comunque non gli avrebbe dato.

MAI in quel modo.

Era l’angelo dell’inganno, ma… rubare un bacio con l’inganno?

Mai. Tantomeno con LUI.
 


“Castiel!” lo richiamò prima che se ne andasse definitivamente.

Castiel si fermò.

Io vi aiuterò. Ma loro non dovranno mai saperlo.”

Per un attimo, lo rabbia di Castiel, lasciò spazio al suo stupore.

“Cosa stai dicendo? È normale che debbano saperlo, se siamo alleati.”

Gabriel però, sorrise al suo stupore.

“Fino a che non riusciranno a mettermi all’angolo, io fingerò di continuare sulla linea del sfuggire ai problemi famigliari, poi, se dovessero costringermi a fare una scelta, cederò, facendo credere di star compiendo un grande sacrificio, che poi, non dovrò fingere molto.”

Perchè?”

Gabriel scrollò le spalle.

“Non si deve sapere che lo faccio perché me l’hai chiesto tu.”

“Sarebbe una cosa tanto orribile?”

“Ne andrebbe della mia reputazione.” disse Gabriel, ignorando la sua espressione ferita.
 
Castiel era tornato ad afferrargli la maglia.

“Perché devi essere così? Perché vuoi far credere a tutti che non ti importa di niente e di nessuno? Perchè ti ostini ad indossare questa maschera di cinismo e freddezza e insensibilità, dimmi perché!!”



Gabriel sorrise sotto la sua presa.

“Perché quando mostri il tuo vero io, il tuo CUORE, la tua anima a qualcuno, sei destinato ad un destino di dolore e sofferenza, peggiore della MORTE.

Castiel lo lasciò andare, sgomento dalle sue parole.

Gabriel stufo di quella conversazione, decise di smaterializzarsi e tornare nella sua stanza.
 
 



Quello che però era inimmaginabile, sia per Gabriel che per Castiel, era che Lucifero aveva ascoltato il loro colloquio e sapeva quindi, che Gabriel aveva accettato di essere suo alleato.

Si materializzò in quel momento nella sua stanza, visualizzando una sfera di fuoco, mentre galleggiava sul soffitto.

Gabriel era seduto sulla scrivania, con la faccia immersa tra le mani.

Allargò le dita, scoprendo il volto. Era in lacrime.

C’era uno specchio davanti a Gabriel e grazie a quello, vide Lucifero.

Lucifero, che rimase allibito nel vedere Gabriel piangente.
 
Il tempo sembrò fermarsi un momento.

 
 
Lucifero corrugò appena la fronte, stranito da quelle lacrime.

Stranito dalla strana e surreale immobilità di Gabriel, che guardava nello specchio, senza voltarsi.
Conscio della presenza di Lucifero dietro di lui.

Conscio del fatto che avesse con sé una sfera di fuoco.

Conscio del fatto che stava per ucciderlo.
Ma non fece niente.

Restò fermo così, senza neanche voltarsi, solo guardandolo.

Non c’era terrore nel suo volto, solo rassegnazione, peggio: accettazione.
Una cosa a cui Lucifero non era abituato.

Assieme a qualcos’altro a cui era abituato da troppo tempo.

Disperazione.
 


La sfera di fuoco che aveva tra le mani, si dissolse lentamente, subito dopo accompagnata dalla sua presenza, scomparì come era apparso. Sempre guardandolo con sospetto.

Quando sparì, solo allora, Gabriel si voltò.

Costernato.

Lucifero era venuto lì con il proposito di ucciderlo e non l’aveva fatto!
 
 
 






















Note dell'autrice:  Scusate per il fatto che allungo la fanfiction, ma capitemi, non ho mai scritto fanfiction su Cas e Gabe (eccetto negli au, ma di loro due originali - poi magari dimentico qulacosa ma non credo - non mi pare di aver mai scritto nulla, soprattutto in maniera così approfondita ) e quindi è un'emozione così rara xd

non ho dimenticato i commenti di Sam e Dean ma li riservo per domani, sia per lasciarvi respirare, sia per cercare di far un buon lavoro ^^

nel prossimo capitolo di qui, parleremo di come vive Cas, la morte di Gabriel

EDIT: la citazione, è "loro non dovranno mai saperlo" mi ha ispirato la frase "lui non dovrà mai saperlo" di piton a silente, riferendosi ad harry *_*

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Capitolo 4
*** Il tormento di Gabriel ***


“Prima che scoppiasse l’apocalisse, prima che arrivasse Lucifero, io e Castiel eravamo ancora vicini, anche se un po’ lontani, ma non del tutto. Come due numeri primi, vicini, ma mai abbastanza per toccarsi davvero.

Castiel stava facendo amicizia con voi due, anche se il suo era ancora un rifiuto amore, amore – rifiuto. Erano i primi tempi che Dean era tornato dall’inferno e l’amicizia con voi era ancora all’inizio. Lui veniva da me a confidarsi, a chiedere consigli. Successivamente il rapporto divenne più stretto e mi infastidì un po’. Restavamo lunghe settimane senza vederci e sentirci. Io scomparivo per darmi alla lussuria, al divertimento, alle donne, poi di punto in bianco, ci incontravamo…” raccontava Gabriel.

“E cosa..vi dicevate?” chiese Sam curioso. Non riusciva proprio ad immaginare che cosa potessero dirsi, in una tale situazione di imbarazzo come la loro.

Gabriel sembrò leggere dentro le loro menti e sorrise prima di rispondere.

“Sai, quando lasci perdere la razionalità, per lasciarti trascinare semplicemente dai sentimenti e dalle emozioni, ti rendi conto di quanto sia facile lasciar accadere le cose, quando non pensi troppo.”

“Non avevamo bisogno di pensare a cosa dire quando ci saremmo rivisti, perché la voglia di vederci faceva tutto da sé. Il tempo scorreva più velocemente quando stavamo insieme..” rispose Castiel.
 
C’era la nebbia. Nessuno dei due si aspettava di vedere l’altro. Semplicemente accadde.

Castiel vide dipanarsi la nebbia  e l’arcangelo comparire in essa.

“Il mondo è così grande, ma noi due riusciamo ad incontrarci sempre..” sorrise l’arcangelo.

“Beh, non più grande del Paradiso.” Sorrise Castiel. “Camminiamo?”
 
 

*

Un altro giorno,  fu Gabriel a sorprendere Castiel. L’angelo stava bevendo una birra irlandese in un pub. L’arcangelo gli arrivò da dietro e lo fece spaventare.
“Gabe!”
“Sembra buona. Fammi assaggiare, posso?”

E senza aspettare una risposta, l’arcangelo bevve.

Castiel lo guardò sorridendo. Anche solo vederlo, gli faceva sentire un senso enorme di sollievo.

“Ottima birra irlandese! Ne ho bevute così tante da saperle riconoscere!”

“Sei qui per me o per la birra?”

“Sono qui perché ho seguito il tuo filo d’Arianna.” Ridacchiò Gabe.

“Sarebbe che mi stai seguendo?”

“No.” ammise Gabriel.”Ma ammetto che qualcosa di strano c’è. Avevi voglia di vedermi?”

“Cosa te lo fa pensare?”

“Perché noi angeli siamo tutti collegati, quando la nostra anima cerca l’altra, è come se mandassimo un segnale..per ritrovarci. Non è così per gli umani invece, che cercano per anni la propria anima gemella, senza mai ritrovarla. Loro dimenticano le loro vite passate e quindi le loro anime non riescono a riconoscersi e quindi a ritrovarsi, ma per gli angeli..”

“Quindi tu saresti la mia anima gemella?” ridacchiò Castiel, bevendo un altro po’ della sua birra.

“Sai perché andiamo tanto d’accordo,io e te?” chiese Gabe.

“Sono curioso.”

“Perché anche tu come me, non prendi mai niente sul serio!” disse Gabriel, bevendo un altro sorso della sua birra.
 
A Castiel non importavano queste battute passivo – aggressive. Gabriel era andato da lui, perché sentiva il suo richiamo. Era quello che più lo faceva felice.
 
 
C’era qualcosa di profondamente grande che mi legava a Gabriel. Più qualcosa è sfuggente, più te ne innamori. Gabriel prendeva male il fatto che non dissi a voi, che lui era mio fratello, ma io non me la sentivo. Non ancora. Era così profondo, così complesso, quello che provavo per lui, che volevo tenerlo per me, custodirlo gelosamente, non volevo condividerlo. Non avrei neanche saputo spiegare a voi, cos’era per me Gabriel.

E poi sentivo di doverlo proteggere.

Gabriel non voleva avere a che fare co gli angeli, né con gli umani, sentivo di dover rispettare il suo volere, finchè fosse possibile.

Il nostro era un continuo incontrarsi, mordi e fuggi, come due amanti clandestini. E quanto erano eccitanti quegli incontri da soli!

Non facevamo niente di passionale né sessuale, ma ci sentivamo ardere.

Lui faceva ardere la mia anima e io la sua.

Era tutto platonico , ma era irresistibile, era come una droga.
 
 
Pov Gabriel.

“Castiel, quando gliene davo la possibilità, mi allietava con la sua dolcezza. In uno dei nostri momenti di spensieratezza, lo passammo in una biblioteca, su suo desiderio e lì mi sorprese.
 
Gabriel e Castiel erano seduti su una grossa e morbida sedia verde con un grosso cuscino viola. Castiel teneva in mano un libro poderoso e leggeva per Gabriel.

Era un libro sugli ANGELI.

Gabriele. “ leggeva Castiel. “Il nome deriva dall’ebraico e significa POTENZA. L’arcangelo comunicatore, può risvegliare il ricordo dello scopo della tua vita.” leggeva dolcemente.

“Troppi complimenti. Potrebbero gonfiarmi troppo e poi potrei esplodere e sarei costretto a cercare un altro tramite.” Disse Gabriel, sorridendo, chiudendo il libro dolcemente, ma si vedeva che era imbarazzato.
 
 
 




*

Dopo la fugace apparizione di Lucifero, non lo vidi più per un po’, lui nel frattempo, stava continuando a indagare su di me, a mia insaputa.” Spiegava Gabriel.

“E cosa scoprì?” chiese Dean.

“Quello che voi già sapete. Venne a conoscenza del fatto che gli angeli ce l’avevano con me a causa del casino temporale che avevo combinato e che non erano disposti a perdonarmi altre intemperanze. Al prossimo sgarro, mi aspettavano le prigioni celesti. “ disse Gabriel.

“Io ero a conoscenza che Gabriel era diventato una pecora nera a causa del fatto che aveva pasticciato con il tempo, ma sono uno di quelli a cui non venne detto nulla di esplicito su cosa si intendesse. Non immaginavo assolutamente che riguardasse voi e Gabriel non me lo disse. Si vergognava.” Disse Cas.

“Il mio senso di colpa era ancora di più accentuato, una volta che vidi che fraternizzò con voi. Temevo che mi avrebbe odiato, se avesse saputo.” Disse Gabriel.

“Vai avanti.” Lo spronò Dean.

“Beh, alla fine, Lucifero comparve in una stanza di un albergo in cui mi ero fermato un paio di giorni.” Disse lui.
 
 





“Lucifero..” disse Gabriel, facendo cadere la tazza che teneva in mano, che rotolò sul pavimento.

“Ciao, fratellino.” Sorrise lui.
“Che cosa vuoi da me?”

“Solo parlare. “ disse lui, alzando le mani. “Sai, ho fatto molte indagini in questo periodo. A quanto pare, gli angeli del Paradiso ti detestano.” Disse in tono adorabile.

“Non ho mai detto che sia facile amarmi.” Disse Gabe con un sorrisetto.

“Beh, allora abbiamo una cosa in comune!” disse Lucifero raggiante.

Lucifero si avvicinò senza perdere il suo sorriso.
“Magari non solo quello.”
“Io non sono come te, Lucy!”

“Sei un perseguitato, come me. Ho saputo che hai combinato un gran bel pasticcio con il tempo.”
Gabriel non si scompose a sentire questo.

“Sai, immaginavo da quando non mi hai  ucciso quel giorno, che avresti indagato su di me, comunque non vedo dove sia il problema. Non sono il primo, né l’ultimo. Angeli meno importanti di me hanno osato..Anna..Zaccaria..angeli che hanno manipolato il tempo, come me..”

“Ma sono MORTI, giusto? Tutti e due morti. “ disse Lucifero sorridendo. “Chissà se forse morendo, sono scampati a qualcosa di più orribile della morte.”

“Stai forse cercando di mettermi contro i miei simili, Lucifero?” chiese Gabe sorridendo. “Beh, non attacca, perché vedi, a me non importa proprio un fico secco di loro."

“Loro ti odiano. Questo ti lascia indifferente?”

“Sono abituato all’odio della gente, degli angeli, di tutti. Te l’ho detto. Non è semplice amarmi.” Rispose Gabriel sempre senza perdere il suo sorriso straffottente.

“Però non impossibile, vero? Vediamo.” Disse Lucifero con un sorriso molto più ampio.
“S-stai indietro.Cosa vuoi fare?”

“Che cosa desidera un tipo come te, Gabriel? Sesso? Donne? Libertà? Distruggermi? Perfino questa opzione sembra lasciarti indifferente.”

“C-che cosa vuoi fare? No!”
 
Lucifero non lo ascoltò e gli mise le mani sulle tempie. Un bagliore di luce illuminò la stanza. Lucifero stava leggendo la sua mente.



Gabriel tenne gli occhi chiusi, mentre Lucifero forzava la sua mente.

“ Tu desideri LUI.” Disse Lucifero con gli occhi sbarrati.

“T-ti prego..non dirlo...a nessuno..non posso sopportare..”

“Anche tu odii i Winchester, perché ti portano lontano da lui! È una posizione difficile la tua. Ho le mie spie, sai…e ho scoperto cosa ti fa soffrire tanto, cosa quel genio del tuo innamorato non capisce. Tu quel giorno non piangevi per lui, caro fratello, no, non completamente. Piangevi perché lui non capiva la tua posizione! Gli angeli ti odiano per quello che tu hai fatto a Dean Winchester. Altri angeli prima di te hanno manipolato il tempo, ma non hanno mai preso di mira uno dei tramiti di Lucifero e Michele, giusto? Hai cancellato sei mesi di vita terrestre, creando quindi dei dejavu inconsapevoli negli umani, vale a dire che molte scelte che erano destinati a fare, tornando indietro, preda di una sorta di presentimento, non sono successe e non hanno compiuto. Ora addirittura c’è chi dice che se Sam e Dean non combatteranno tra di loro, nei panni miei e di Michael, sarà tutta colpa tua.”

“Questo è assurdo.”

“Davvero? Quindi non hai ucciso Dean tutte quelle volte, per traumatizzare i fratelli in modo tale che nel momento cruciale, decidessero di stare insieme, proteggendosi l’un l’altro, a causa dello shock perpetrato durante questa esperienza, in modo che non dessero il loro benestare per fare da tramiti e in questo modo non sarebbe stato possibile trovare dei tramiti per combattermi? Geniale, fratello, devo ammetterlo, anche se in realtà, una cosa che non avevi previsto, ha funzionato di più di tutta quella manfrina.Quei famosi sei mesi in cui Dean Winchester è rimasto MORTO.”

“Loro non possono avercela con me per questo!!”

“Davvero? Beh, in fondo, hai solo dimostrato di voler proteggere il DIAVOLO, mettendoti contro gli angeli, manipolando la mente dei tramiti, per convincerli a non cedere il loro corpo, che sarà mai!” ridacchiò Lucifero.

“LORO NON AVREBBERO ACCETTATO COMUNQUE!!” Gridò Gabriel, stufo che gli venisse data la colpa di tutto.

Lucifero tornò serio.

“Forse, o forse no, ma ad ogni modo, tu sei consapevole che hanno solo bisogno di trovare un capro espiatorio cui dare la colpa di tutto, vero? Prima ero io, ora sei te…e in tutto questo, il tuo dolce innamorato non capisce! Vieni con me, ti dice, è facile per lui, perché non sarà lui che gli angeli prenderanno, se dopo quello che tu hai fatto, farai l’ennesima azione ribelle, alleandoti con i Winchester. Lui non sa quanto ti costerebbe! Sai che dovrai prepararti a combattere anche contro di me? Gli angeli hanno stabilito tra le varie punizioni, anche questa. O la prigione celeste, o farti possedere da Michele, qualora Dean dovesse rifiutarsi. Una punizione esemplare per la tua ribellione.”

“Credi davvero che io..abbia paura di LORO?” chiese freddamente Gabriel.

 “ Resta al mio fianco, Gabriel..passa dal carro del vinciore.. e sarai ricompensato. Faremo piazza pulita di tutti gli angeli ipocriti che ti hanno fatto sentire perseguitato. ”

“Io..non posso…Castiel..lui..non me lo perdonerebbe..”
Lucifero sorrise. “Capisco. Scegli lui.”

“Ora che vuoi fare…uccidermi?” sospirò l’arcangelo.

“Non ne ho motivo ora,  MA se intralcerai la mia strada..ricordati queste parole..” disse scomparendo nel nulla.
 
 
 




*

Il resto lo sapete… Credo che Lucifero sperasse che Gabriel avesse cambiato idea o che perlomeno non si sarebbe messo in mezzo..ma non fu così.. “ disse Cas.

“C’è qualcosa che non ci torna…” disse Dean grattandosi la testa. “ Gabriel VOLEVA uccidere Lucifero quel giorno, ma Lucifero non voleva uccidere lui? Ma com’è stato possibile che l’avesse mandato in una dimensione fatata, se è stato pugnalato a morte dalla lama angelica?”

“Ehm..già..ci siamo dimenticati di spiegare questo dettaglio..” disse Castiel, guardando Gabe, che ridacchiò nervosamente.

“Okay, le cose stanno così. Quella non era una vera lama angelica!” disse Gabe.
“COSA??”

“Andiamo, se non sono morto, avreste dovuto intuirlo, no? Diciamo che..era una lama incantata per il cosiddetto altro mondo, quello fiabesco. Non chiedetemi come sapevo di esso, devo proteggere i miei informatori. La mia idea non era quella di uccidere Lucy, ma di spedirlo in quel mondo. Lui è stato molto più furbo di me e ha infilzato lui me, con quella lama, avrebbe potuto benissimo schivarla, ma ha voluto proprio colpirmi, perché sapeva che gli angeli non mi avrebbero mai lasciato in pace.”
 
Detto questo, fu il turno di Castiel, di raccontare come si era sentito, una volta appreso della morte di Gabriel.

“Io non ero a conoscenza di tutti questi retroscena, ero solo venuto a sapere che Gabriel aveva mantenuto la sua promessa, che si era messo contro Lucifero e che aveva pagato con la vita per questo! Dopo la sua morte, mi sentii annientato..”
 
Dicendo questo, Castiel ricordò quei momenti. Lui che si chiudeva in Paradiso, da solo, a piangere, in ginocchio, a gridare, dove era sicuro che non poteva vederlo nessuno.
 
“Avresti dovuto dircelo che stavi male! ti saremmo stati vicini!” lo rimproverò Sam.

“Se non aveva voluto condividere questo legame con me, quando ero ancora in vita, figuratevi quando non c’ero più. Voi non capite l’orgoglio degli angeli. È raro che ci mostriamo quando cadiamo e sto parlando di una caduta morale.” Disse Gabriel.

“E poi non volevo darvi altri problemi a cui badare.” Disse Castiel.
 
 
 
 






















Note dell'autrice: per riuscire a mantenere la promessa di finire questo capitolo con la morte di Gabe, ho dovuto fare un cap più lungo degli altri, in modo da farlo più corposo xd credetemi, se avete fatto fatica voi a leggerlo, pensate io, che sono dovuta andarmi a leggere e rileggere le parti in cui si parlava di Lucifero nei capitoli scorsi per il timore di cadere in contaddizione ahha xd e meno male che l'ho fatto! Stavo dimenticando cose importanti! Comunque ora ho scritto tutto per quello che riguardava la faida con Lucifero! Allego qui le parti dove parlano nei capitoli scorsi per chi come la sottoscritta vuole andare a rileggerle e vuole evitare di diventare scemo a cercare i capitoli xd almeno vi risparmio sto fastidio xd

allora, quando parlano per la prima volta di lucifero e gabe, è nel cap 10 di "il quinto mondo" 

https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3759064

  ne parlano ancora nel capitolo 37! https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3769414&i=1

nel prossimo passiamo direttamente a quando Cas lo trova nel mondo delle fiabe, state tranquilli, saranno scene brevi! Più che altro a me preme di scrivere quando lo porta fuori di li!  

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Capitolo 5
*** L'incontro tra Gabriel e Cas, nel mondo delle fiabe ***


Pov Castiel


Io non avevo idea che Gabriel fosse ancora vivo, quando finalmente lo ritrovai, accadde in un bar grazioso con le tovagliette rosa.

Era a poca distanza di me. Le gambe mi tremavano, mentre lo guardavo. Pensai a un errore, a un doppio, ma irrazionalmente, dando solo ascolto al mio cuore, mi precipitai da lui.

Gabriel!”

“Scusa? E tu chi saresti?”

“Gabriel, non mi riconosci?” disse Castiel sconvolto.

“Non ho idea di chi sia questo Gabriel! Io mi chiamo Richard e sono un intermediario per organizzazioni segrete..beh, questo, quando non faccio il giullare per divertimento!”

Castiel guardò il suo completo gessato, poi di nuovo lui.

“Io…”

“Sei così buffo! Una preda succulenta per i miei scherzi!” rise Gabriel toccandogli il naso.
 
 
 
*

Pov Castiel

Non mi aveva riconosciuto. Nei giorni successivi, tornai in quel bar che sembrava una pallida imitazione di un bar delle bambole di barbie, ma Richard …cioè Gabriel, non aveva più il completo gessato, ma sembrava divertirsi molto di più. Veniva al bar travestito da giullare, pagliaccio, jolly, facendo interminabili scherzi ai clienti, che sembravano sbuffare, ma non lamentarsi o ribellarsi mai. Faceva scoppiare dei coriandoli nelle loro tazze di caffè o metteva su dei secchi d’acqua alle porte.

Era tutto come un cartone animato, eppure per il solo fatto di poterlo rivedere – o vedere almeno uno che gli somigliava, continuavo a tornare in quel bar.

Allo scadere del settimo giorno, lui mi si avvicinò.
 
“Scusa..”

“Eh?” chiese Castiel, guardandosi intorno.
“Sto parlando con te, esattore delle tasse!”

“Non sono un esattore delle tasse!” protestò Castiel.
“Per me lo saresti.”

“Neppure tu sembri un agente segreto.” Rimbeccò Castiel.

Gabriel gli sorrise.

“Sei innamorato di me? O forse sei uno stalker?”
“COSA?”

“Continui a fissarmi e a spiarmi da sette giorni ormai. Li ho contati, certo non poso dire che questa sorta di attenzioni sia spiacevole, tuttavia, preferisco saperlo se sei uno psicopatico..”

Non sono uno psicopatico! “ protestò Castiel, alzandosi in piedi. “Mi dispiace se ti ho spaventato. È che tu mi ricordi una persona..anzi se non fosse impossibile, direi che..sei proprio TU.” Aggiunse Castiel.

Gabriel lo guardò con un sorrisetto.
“Pensi che sia pazzo.”

“No, penso che tu sia il più normale qua dentro. Guarda tutta questa gente. Sono giorni che li tempesto di scherzi, eppure non si ribellano mai a me, mi lasciano fare quello che voglio..non lo trovi assurdo?”

“S-sì…forse..”

Fu in quel momento che cominciai a valutare l’ipotesi che forse..era con il vero Gabriel che stavo parlando..forse anche lui era finito in quel mondo, proprio come Sam e Dean..ma io sapevo che lui era MORTO. Sam e Dean dissero che era morto! Perché avrebbero dovuto mentirmi?
 
 





Passarono i giorni e continuai a frequentare il bar. L’amicizia con Gabriel si intensificò un po’ e questo purtroppo mi fece essere vittima dei suoi scherzi ripetuti e continui. Un giorno mentre passeggiavo tranquillamente in strada, venni quasi investito da una valanga di palloni giganti.

Caddi a terra.

Quella volta persi la ragione!
 
“Gabriel! Maledetto! Questa volta hai superato ogni limite! Tra noi è finita, ti odio!!!”

Subito dopo che ebbi pronunciato quelle parole, mi misi una mano sulla bocca. La lunga permanenza in quel mondo, assieme a questa nuova identità, mi stava trasformando anche DENTRO. Inoltre avevo ripreso a chiamarlo Gabriel, a dirgli inoltre che lo odiavo.
Non ero l’unico però, a essere rimasto ferito da quelle parole.

Gabriel mi stava guardando con un’espressione vuota.
 
“Davvero?”

“Io…no..no..certo che no..non ti odio, Gab…Richard.Cosa stavo facendo? Perchè gli avevo detto che lo odiavo? Lui non poteva sapere che era la mia sofferenza a parlare, che non odiavo lui come persona, ma odiavo Gabriel perchè mi aveva lasciato, lui però non poteva saperlo.

“Non so perché mi comporto così!” sbottò ad un tratto lui, spaventato. “Sento di doverlo fare! Quasi come un’azione involontaria! Come se una parte di me fosse uccisa, mortificata, umiliata e agire in modo così stupido, è l’unica cosa che posso fare per provare un po’ di sollievo!”

Castiel lo guardò pensieroso.

“Quando ti guardo,è come se sentissi di aver incontrato un’anima affine alla mia, dopo tanto, tanto tempo..fuori di casa…

“Gab…Richard…”

Smettila di chiamarmi così!”

Castiel si ammutolì.

“Non so chi sia costui e non voglio sapere niente di lui, perchè non voglio nemmeno immaginare chi sia lui per te…ma…quello che provo,..così irrazionale..per te..non so cosa mi hai fatto..tu hai qualcosa..ma..non giustifica il fatto che io..debba ferirti..” disse Gabriel, allungando la mano verso di lui.

Quando lo fece, qualcosa accadde.

Si sprigionò un fascio di luce bianca e il graffio sul volto di Castiel, si rimarginò.
 
“Ecco..” disse Gabe contento.
Castiel lo fissò sgomento.
“Sei tu..”
“Io..?”

“Tu! Gabriel. Io ti ho cercato tanto!”

Dicendo così, lo abbracciò.
Gabriel ricambiò l’abbraccio.

Poi lo allontanò.

“No, senti, non è giusto. Non sono il tuo Gabriel e non posso illuderti, solo perché ho bisogno..di qualcuno che mi voglia bene!”

“No, ascoltami, ti prego, tu non sei di qui, non sei di questo mondo..sei…questi poteri che tu hai..sei un angelo!

Gabriel restò a guardarlo a bocca aperta.

“Se pensi questo, allora sei più folle di me.”

E se ne andò, lasciandolo solo, che continuava a invocare il suo nome.
 
 
 
*

Ero sconvolto, triste e incazzato e dubitavo di tutto, anche che lui fosse davvero mio fratello. .. - e se mi stessi sbagliando? - pensavo. Forse dopotutto era possibile che in quel mondo ci fosse un sosia di mio fratello.

Non andai più al bar per i successivi tre giorni, fino a quando mi arrivò come una preghiera, mentre dormivo.

Era il richiamo di Rowena.

Non so come, aveva avvertito la mia disperazione, il mio bisogno di conferme, la mia richiesta di aiuto.

Mi disse che dovevo crederci, quello era davvero mio fratello.

Dopo quattro giorni, tornai in quel bar e Gabriel quasi mi assalì.

“Da quando mi hai detto quella cosa, non faccio altro che fare brutti sogni sugli angeli..sul Diavolo..è tutta colpa tua..quel giorno mi hai fatto sentire insensibile, freddo..cattivo!”

“M-mi dispiace..io..”
Gabriel restò un attimo in silenzio.

“Parlami di Gabriel.”
 
 

Lo feci. Gli raccontai tutto quello che sapevo. Eravamo in montagna, lontani da occhi e orecchie indiscrete e all’improvviso, quando ormai avevo la gola riarsa a forza di raccontare, le vidi!

Durò poco ma rimasi a bocca aperta per lo stupore.

Per un attimo avevo visto delle ali trasparenti, veleggiare sulla sua schiena, per un attimo vidi quello scintillio di bronzo, scintillare.

Ma fu NIENTE rispetto a quello che accadde dopo.

Gabriel alzò lo sguardo su di me e mi guardò in un modo diverso, uno sguardo di riconoscimento che non aveva mai avuto prima.

“Castiel..io..a-aiutami. Io non so cosa..mi è successo..”

Parlava a scatti, lentamente, quasi come se facesse fatica a parlare, io d’altra parte avevo gli occhi pieni di lacrime, per via della commozione che mi stava sopraffacendo.

Non dissi niente. Semplicemente lo abbracciai. Lo abbracciai forte. Ci stringemmo forte come due amici che si rincontrano dopo tanto, tantissimo tempo!
 























 Note dell'autrice: 

e niente, chiedo scusa a tutti, in particolare a Team, che sono 2 giorni almeno, che la illudo dicendo che stavolta è l'ultimo capitolo xd

avevo fatto un papiro giustificandomi, ma ho cominciato questa storia per allietare i lettori con una bella storia e non è giusto che vi devo ammorbare,facendomi sentire la mia stanchezza, quindi a posto così..quando finirà, finirà :)

nel frattempo voglio anticiparvi che c'è ancora la bomba che deve far scoppiare Gabriel che riguarda Sam e Dean! Vi posso anticipare che riguarda Sam e Dean e un luogo SEGRETO.Cominciate a pensare già adesso a cosa possa trattarsi! Un indizio è nascosto proprio in questa storia! :pp

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Capitolo 6
*** La caverna ghiacciata ***


"Rowena e io eravamo in contatto telepatico e quando lei capì che Gabriel era in quell’altro mondo, tra parenesi, è un’altra Terra, ma la chiamano Vinisia, fece il possibile per scoprire dove si trovasse il suo corpo sulla Terra. Aveva ovviamente paura di Lucifero, visto che l’aveva già uccisa, quindi trasfigurò il suo aspetto in una giovane strega bionda con una lunga treccia. Sì, avete capito bene, chiese al Diavolo, dove si trovava il corpo dell’arcangelo Gabriel, disse che lei sapeva che era vivo."

“E LUI gli ha indicato dove fosse, senza lottare??” chiese Sam stupefatto.

“Non voleva, ma alla fine ha dovuto arrendersi all’evidenza che Rowena era molto più forte di quella che era un tempo. Non riuscì a sopraffarla e quindi capì che era guidata da una forza oscura molto, molto potente. Naturalmente, Lucifero non era disposto a mostrare il corpo del fratello ad un’estranea, ma a LEI…”
 
 
 
 
*

 “Chi sei TU, veramente?” ansimò Lucifero, accasciato al suolo, di una strada deserta, dove lei l'aveva sopraffatto con la magia.

“Chi sono, non deve riguardarti. Ora, puoi dirmi dove si trova il corpo dell’arcangelo,  O NO??” chiese la donna. Sembrava imponente e alta e gli occhi gli brillavano di un colore viola furioso.

Lucifero guardò Rowena con un lampo di riconoscimento e allo stesso tempo, come se la vedesse per la prima volta.

“Sei Rowena? Non è vero? Che cosa ti è successo?”

“Non so di chi tu stai parlando. Smettila di temporeggiare.”

“Riconosco la tua aura, ma è cambiata. Trasfigurata da qualcosa di forte, OSCURO, quasi come..il Principio…” disse Lucifero sbarrando gli occhi. “Per chi lavori?”
 
 


“E LEI gliel’ha detto?” chiese Dean stupefatto.

“Non aveva scelta. L’aveva smascherata. Cercare di insistere a ingannare il diavolo anche quando lui ti ha già smascherato, risulta solo deleterio più che sano.” Disse Castiel.
 


“Sei una sciocca, Rowena. Avresti dovuto dirmi subito chi eri e cosa volevi. Un’estranea che avesse chiesto di vedere mio fratello morto da tempo, a quest’ora non sarebbe ancora viva per ascoltare queste parole.”

“Volevi uccidermi di nuovo? Solo la prima volta fa paura.” Disse Rowena stizzita e Lucifero ridacchiò. Rowena suo malgrado, sorrise.

“L’hai messo da qualche parte?” chiese poi.

“Certo. Non potevo lasciare che il suo corpo si putrefacesse o sarebbe morto e io non lo volevo morto.” Disse il diavolo.
 
 
 
*

Lucifero e Rowena si trovavano in una caverna ghiacciata in una montagna. La caverna era bellissima con quella sfumatura di blu che contornava la neve e il ghiaccio. Lucifero la portò davanti alla bara di cristallo in cui giaceva Gabriel, immerso dentro la bara, in acqua ghiacciata.

La bara era bianca lucente con degli ornamenti d’oro e aveva il lato davanti trasparente da cui era possibile vedere il volto dell’arcangelo.

“è..bellissima..” disse Rowena ammirata.

A coronarne la bellezza, la bara era intrisa e pervasa di uno strano alone magico che la ammantava e che la rendeva se possibile ancora più regale.

“Che cos’è? Magia?” chiese Rowena incerta, ipnotizzata da quello strano alone.

“Quella che mio padre continuava a dirmi essere la più potente di tutte. L’amore. Potrei perfino apprezzarne l'ironia." Disse Lucifero con un sorriso triste. Non c’era la solita traccia di sarcasmo nella sua voce. Sembrava malinconico.

Rowena lo guardò basita.

“E come hai..dove l’hai..?”

Trovata?” ridacchiò Lucifero e si guardò lentamente le mani. “Quando ho rinchiuso qui mio fratello, ho scoperto che usciva fuori da me, come un potere che avevo sempre avuto. Prima ancora di accorgermene, questo potere fuoriuscì da solo, senza che io dovessi comandarlo a farlo, dominato solo da un unico desiderio pulsante..”

“Qual era?” sussurrò Rowena, ma conosceva già la risposta.

 

 

 

"Proteggerlo.."


























Note dell'autrice: 

beh, avete visto, a volte riprendo le storie, non le abbandono del tutto ahha xd seriamente, sembrava che in questi due giorni tutto il mondo mi remasse contro per impedirmi di aggiornare xd stamattina mi sono sforzata, perchè ammetto, non sto benissimo..e..devo dire che non mi aspettavo venisse così, è venuta meglio di quanto credevo xd e lo dico perchè, non so voi, ma io ADORO queste scene ambientate in caverne ghiacciate e discorsi melensi. Ambientazioni così, mi ricordano Crystal di Saint Seya, poi :D

ps SONO NERA, perchè su word avevo scritto la scritta finale con un carattere MERAVIGLIOSO ma non me lo lasciano trasporre qui, qui diventa normale çççççç che nervi. Sono amareggiata. Ho cercato di riportare un minimo di regalità, ingrandendo l'ultima parola e diciamo che l'effetto un pò si nota, anche se non è la stessa cosa o.o vabbè, baci! xd

ps per chi vuole sapere che carattere avrei usato, è: Edwardian script ITC con il carattere 48.  un gioiellino di scrittura. Mi ricorda la calligrafia delle lettere romantiche antiche <3

altri particolari che non svelo nel capitolo: era giorno. (lo so sembra una cavolata ma magari pensavate che era notte, invece no xd ) Quando Rowena attacca Lucifero era giorno, poi quando vanno da Gabe, il tempo è un pò nuvoloso e cupo, in linea con l'ambiente e il clima xd

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Capitolo 7
*** La nuova vita di Castiel come fratello di Dean ***


“Ho parlato con suo fratello e mi ha raccontato un quadro scolastico infernale e molto doloroso. Ho trovato tracce di idee persecutorie e tendenza ad evadere dalla realtà, che è andata peggiorando sempre di più con il passare del tempo, aggravata oltretutto da un disturbo dell’attenzione radicato molto forte in lui, che gli rendeva praticamente infernale la presenza nell’ambiente scolastico.”

“Io mi sentivo allo stesso modo..”

“Provava anche fastidio ai rumori?”

“R-rumori? Che cosa intende per rumori?” chiese Dean.

Il medico sospirò.

“Credo che il ragazzo dovrebbe fare una visita acustica. Lamenta un’insofferenza ai rumori FORTI. Credo abbia un difetto dell’udito che ovviamente peggiora il suo stato già molto gravoso di ansia sociale
 


“Ti ricordi cosa facesti dopo, Jensen?” chiese Misha.
“Io..
“Ti ricordi che mi chiamasti?” chiese Misha.

“Sì..”

 
 
 
“Misha!! Cos’hai? Ti senti male? Jared..” disse Dean agitato, sostenendolo.

“Tuo fratello…starà bene, Dean..”

“Cosa? Come fai a saperlo?? Cos’hai fatto??” chiese Dean, entrando nella stanza solo per scrupolo e sfiorandogli il collo, notò che dormiva profondamente. Tornò subito da Misha.

“Quello che..andava fatto,  l’ho fatto sentire meglio, ma Lei non sarà contenta di questo…” disse Misha, sostenendosi a malapena a Dean.

“LEI? LEI CHI?”
 
“Mi dispiace, Dean..non sono riuscito a salvarvi..forse ci riproverò..in un’altra vita!” disse Misha, toccandogli la fronte e in quel momento, gli occhi di Dean divennero bianchi come sprazzi di luce.
 
Subito gli infermieri dell’ospedale accorsero pensando ovviamente che Misha lo stesse aggredendo, ma pochi secondi dopo, anche Misha si accasciò al suolo, insieme a Dean.
 
C’era tuttavia una differenza tra i due ragazzi. Se uno era solo svenuto, l’altro..

“Oddio. Ma questo ragazzo..è MORTO.” Disse una delle due infermiere che reggeva uno dei due ragazzi.
  

 
 
 



*

Con una lunga esalazione, Castiel  ritornò alla vita.

Si guardò intorno. Era sdraiato per terra, in una casa accogliente e piena di candele, all'interno di un cerchio. La casa di Rowena! Poco distante al centro, un bellissimo tappeto verde che faceva da splendida cornice alla casa in legno. Rowena era intorno a lui e sembrava preoccupata.

“Stai bene?? Non sei uno spirito, vero?” chiese lei.

“Beh, tecnicamente, lo sono!” disse Castiel.

“Cosa DIAVOLO è successo?? Ho sentito il tuo spirito abbandonare la vita, a Vinisia! Credevo che un angelo, a Vinisia, non potesse morire! Non uno che non è di quel mondo!”

Ma Castiel non la stava più ascoltando.

“Gabriel…”

Aveva visto il suo amato fratello che lo guardava poco distante, in piedi, braccia incrociate,

Gli corse incontro e lo abbracciò stretto.



Rowena sbuffò.

“Allora?? La morte a Vinisia? Come funziona?? Io qui sto lavorando per voi!”

“Sì..ecco..infatti è così…io non stavo morendo..diciamo che il mio spirito..stava..rinascendo!” disse Castiel.

Rowena e Gabriel lo guardarono stupefatti.

“Ma la cosa più importante è che sei riuscita a trovare il corpo di Gabriel! Grazie, Rowena, ti sono debitore! Sei fantastica!” e abbracciò anche lei.

Rowena ricambiò imbarazzata.

“Ok, questo è strano, ok? Che gli è successo?” disse poi rivolta a Gabriel.

“Quel mondo stravolge un po’ tutti.” spiegò Gabe.
 




Castiel si fece raccontare tutto di cosa era successo, di Lucifero e della teca adornata dall’amore suo. Gabriel cercava disperatamente di cambiare discorso.

“Sentite, tutta questa storia di mio fratello e del suo amore che mi protegge, è troppo imbarazzante! Cambiamo discorso!” quasi urlò.

“Sì, passiamo ad altro. Rowena tu devi rimandarmi laggiù.” se ne uscì fuori Castiel.

Si aspettava che Rowena avesse gridato “COOSA?” più o meno come fece Gabe, ma lei lo stupì.

Piombò invece come una furia contro di lui per picchiarlo, facendolo anche cadere.
 



“Ahi, Rowena, calmati!” disse allontanandosi, sfuggendo dai suoi pugni. Infatti Rowena cercava di colpire ogni parte di Castiel che riusciva a raggiungere.

Dopo tutto quello che ho fatto per riportarvi indietro!!! Come osi..altro che Lucifero! Il mostro sei tu!!” esalò lei.

“Ti chiedo questo grandissimo favore, Rowena. So che hai fatto tanto per me, ma c’è ancora tanto che io devo fare per LORO. Sam e Dean sono rimasti li, sono ancora tanto indifesi, malgrado siano le persone più forti e valorose che io abbia mai incontrato. E hanno ancora tanto bisogno di me."

Rowena e Gabe rimasero zitti.

"Devo fare di tutto per riportarli qui.” disse ancora Castiel in tono solenne e sentito.

“Ma in quel mondo sei MORTO, CASTIEL!” gridò Rowena.

“Ma rinascerò. E magari lo farò come fratello stavolta, quando il mio spirito ha lasciato quel corpo..ho sentito come una voce che mi diceva che sarei stato il fratello di uno dei due..”
 
Gabriel era senza parole. "ERA AMARA! STA GIOCANDO ANCHE CON TE, NON LO CAPISCI. SEI IL SUO PROSSIMO PERSONAGGIO DI RUOLO!"  

Rowena si allontanò per raccogliere le idee, aveva gli occhi chiusi e le mani strette a pugno e Castiel sapeva che si stava immaginando di poterlo strozzare.




“Vuoi davvero tornare laggiù?” chiese Gabe triste.

“Sì..mi dispiace, Gabe. Tu cosa pensi? Lo so, che ti ho deluso..” disse l’angelo triste.

Gabe lo guardò triste a sua volta.

“Dico che sei un fottuto egoista. Sai che ti seguo dappertutto, amico mio.” disse ancora.

Cas lo guardò strabiliato.
“Non sei obbligato a farlo.”

“Ma voglio.” Disse Gabe con ardore. “Rowena, c’è un modo per rispedirci laggiù, senza che dimentichiamo un’altra volta chi siamo?”

“Sì. Per tutte le stregonerie, sì! Ma dovrete fare un incantesimo di legame. Doppio stavolta....e quindi avrà delle lacune. Potrebbero esserci dei momenti in cui tu, Castiel, dimentichi, perchè la tua mente dovrà sopportare un doppio legame. Quello con Gabriel e quello con i Winchester. Spero che la tua mente sia forte! Oh, adesso non guardarmi così! Sto facendo l'impossibile! Maledetti! maledetti a voi e a me. Voi mi crepate addosso e io finisco sotto processo!”
 
 






















Il prossimo dovrebbe essere l'ultimo! xd scusatemi per il prolungamento ma era MOLTO IMPORTANTE svelare cosa fosse successo quando Misha era crollato nell'ospedale, quando ha aiutato Jared, in quel momento non dissi più cosa era successo a lui. Di lui si perdono le tracce fino a quando non ritorna come fratello di Dean. La sua prima comparsa era stata nella saga della bella e la bestia, come comparsa, ma qui scopriamo che ancora prima di allora, conosceva già Jared e Jensen, esattamente come Jared quando era la bestia non sapeva che il suo adorato Jensen fosse in realtà il suo caro fratello che era morto :)

per comodità, anche considerato la fatica che ho fatto a trovarlo, allego il capitolo dell'ospedale qua:

https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3754652&i=1

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Capitolo 8
*** Sam e Dean dovevano essere la bella e la bestia ***


Lo specchio gli rimandò l’immagine di suo fratello. Un ragazzo dai capelli corvini e dagli occhi di un azzurro cielo. Jared vide subito che era un bel ragazzo e se non fosse stato il fratello di Jensen, ne sarebbe stato geloso.

Qualcosa però accadde e il sorriso che era spuntato sul viso di Jensen per pochi istanti nel rivedere il fratello, si spense subito.

Misha sembrava stare male. Era pallido ma allo stesso tempo sembrava avere la febbre. Era a letto e si lamentava.

Jared si voltò verso Jensen che si era messo una mano sulla bocca, spaventato, non capendo cosa Misha avesse.
 
Misha tossiva e sembrava stare davvero male.

“Chissà cos’ha…e io non sono con lui…” si preoccupò Jensen.

Jared tirò un sospiro.

“Dovresti andare da lui.”

Jensen sollevò lo sguardo.

“Cosa?”

“Vai da lui. Ti lascio andare.”

Jensen sbattè gli occhi. Non sembrava crederci.

“Ma…”

“Jensen, vai, io so cosa vuol dire avere un fratello. Credimi. Devi andare.”
 
 


Questo era quello che accadde quando Jared era ancora la bestia. Aveva lasciato andare Jensen, perché suo fratello aveva la consunzione, anche se poi Jensen aveva insistito affinchè Jared andasse con lui.

Misha stava davvero male. aveva cominciato a stare male da alcuni giorni e Gabriel era con lui. Non aveva avuto bisogno di reincarnarsi in un altro corpo, perché lui non era morto. Era rimasto però al fianco di Misha, per tutto quel tempo, per quelli che a Misha sembrarono ANNI, attese pazientemente, con amore, amicizia e fratellanza, quando Misha, tornato bambino, non si ricordava di lui e quando alternava momenti in cui ricordava tutto perfettamente, ad altri in cui, si dimenticava.

In quei giorni, MIsha quasi delirava dal male che si stava impossessando di lui e Gabriel piangeva al suo capezzale, anche se in quei giorni, riusciva ancora ad alzarsi in piedi e sedersi sulle sedie.
 
 
“Gabriel, non piangere. Non posso sopportare di vederti piangere.” Disse Castiel, dispiaciuto, guardando l’angelo.

“Come faccio? Tu..stai male..e io..non posso fare niente!! A che servono questi cazzo di poteri se sono INUTILI??” gridò.

“Sai bene che non è colpa tua. Tutto quello che siamo non servirà qui. Questo è un gioco di ruoli, un gioco che noi dobbiamo accettare di giocare, soltanto così possiamo vincere!”

“Anche se questo significa guardarti morire?

Castiel lo fissò profondamente.
“Sai che qui nessuno di noi muore davvero, Gabriel. E poi..dimmi..quante persone hai visto morire?”

“Non te! Non te! C’è una bella differenza.”

“Sono già morto qui.”

IO NON – ERO Lì – A GUARDARE –“ gridò Gabriel all’angelo. “Non ero lì a guardare quando decidesti di immolarti per salvare uno dei Winchester, quel giorno all’ospedale. E fu una fortuna..altrimenti..altrimenti mi sarei sentito morire anche io…”

“Subito dopo siamo tornati indietro richiamati da Rowena..”

“Credi che faccia alcuna differenza???” gridò Gabriel, perdendo il controllo. “Credi che per il mio cuore faccia alcuna differenza se muori per due minuti e poi torni alla vita?? Castiel, non so se te lo sei dimenticato ma io NON SONO Più il Gabriel che conoscevi prima! La vita qui, il lunghissimo soggiorno qui mi ha cambiato nell’anima!!”

Misha lo guardò. C’era una certa dolcezza nel suo sguardo, rivolta a suo fratello Gabriel.

“Tu sei sempre stato coraggioso, leale e profondamente buono, Gabriel..”

“Non è vero..quello che tu hai fatto..per i Winchester..come posso io competere, come posso io anche solo sperare di paragonarmi davanti a una simile GRANDEZZA d’amore e d’amicizia??”

Sembrava che Gabriel sarebbe scoppiato a piangere da un momento all’altro. Misha sentiva che Gabriel si sarebbe vergognato molto a farsi vedere piangere da lui, ma Misha al contrario, non avrebbe potuto sperare di vederlo ricolmo di tanta fierezza come in quel momento. Gli prese le mani e continuò a guardare il fratello con dolcezza.



“Sei l’angelo più coraggioso e nobile che io avrei potuto sperare di avere come fratello. Dopo che hai ricordato chi sei, avevi il diritto e la libertà di tirarti fuori da tutto questo, EPPURE sei rimasto.”

“Certo che sono rimasto!!” protestò Gabe.

“Hai accettato che io restassi qui per continuare a vegliare e proteggere Sam e Dean, Rowena ti aveva avvertito dei rischi, ti aveva detto che io sarei dovuto rinascere e che avresti dovuto avere una gran forza d’animo per restare qui, restarmi accanto, che in certi momenti ti saresti sentito molto solo..”

“Io non mi sono MAI sentito solo, Castiel.”

“Tu con grande cuore mi sei rimasto accanto. In pochi l’avrebbero fatto. Hai dimostrato di avere un grande cuore, Gabe. Sei stato la mia luce in questi anni. Non credere per un solo istante che tu sei meno importante del mio affetto per i due fratelli.”
“Castiel…”

Castiel lo abbracciò in maniera sentita e i due angeli rimasero così. Una sorta di scintilla bianca scaturì dai loro corpi. La loro magia.
 


“Questo..non…non capisco perché tutto questo ci porta al fatto che tu debba morire, non posso accettarlo, Castiel.” Disse Gabe, sciogliendo l’abbraccio e scacciando via una lacrima traditrice che gli era affiorata in un occhio.

“Non l’ho deciso io. Non credere che mi faccia piacere. Evidentemente è parte della storia, deve andare in questo modo..” sospirò castiel.

Non deve andare per forza così!! Possiamo avvisare Sam e Dean, se tu mi lasciassi andare ad avvisarli, io potrei..”

“No!” disse Castiel in un tono perentorio e definitivo.
Gabe rimase a guardarlo stralunato.
 
“Perché?” gli chiese supplicante.

“Gabriel..non capisci?” gli chiese Castiel, con più dolcezza. “Tutto quello che abbiamo fatto, è stato per LORO. Ho vissuto un’altra vita da fratello di Dean..ed è stato bellissimo..poi ho realizzato che..queste storie, tutte queste storie su questa bestia che viveva isolata e odiata dal mondo, potessero avere a che fare..con la favola che noi conosciamo..e che spettava a Dean/Jensen adempiere al lieto fine di questa favola. Tutto per uscire di qui. Loro sono la chiave.

“Avremmo comunque potuto accelerare la cosa se glielo avessimo detto…”

“Non ne sono convinto. “ disse Castiel. “Dean doveva essere BELLE e Sam doveva essere la bestia. Così era stato deciso. Se avessimo intralciato questa trama, avremmo perso per sempre la speranza di lasciare questo mondo..”

“Sì, ma adesso..adesso che Dean è da Sam, cioè dalla bestia, perché non andare ad avvisarli, perché non raccontargli tutto??”

“Perché intralcerebbe la loro storia. “ disse Castiel, gelandolo.

Castiel sospirò ancora una volta. “Non credo che Dean sia già riuscito a spezzare l’incantesimo, se ora tu vai da loro e gli dici che sto male, peggio, se gli raccontassi tutto, andremmo tutti FUORI TRAMA. Dean non spezzerà mai l’incantesimo, loro non ricorderanno mai chi sono..non se glielo diciamo noi..e tutti noi..non lasceremmo mai questo mondo..”

“Ma tu così morirai!” disse Gabe, tenendogli le mani e ora non potè proprio evitare di lasciar scivolare via le lacrime dalle sue guance.

“Rowena riuscirà a riportarci indietro di nuovo..”

“No..come lo sai..non puoi saperlo..” protestava Gabriel.

“Noi dobbiamo fare quello che è giusto..fratello mio..non possiamo interferire…se morirò, vorrà dire che..la mia storia doveva andare così..se mi salverò, vorrà dire che era previsto dalla storia, ma noi non possiamo interferire con..la FAVOLA.”

“Oh, Castiel..”

“Se Sam e Dean non spezzano la maledizione della Bestia..saremo tutti perduti..” disse Castiel.






















Note dell'autrice: 

lo so, magari sarete delusi, perchè speravate in altri aggiornamenti, ma io devo ASSOLUTAMENTE finire sta storia, non ci dormo pù la notte se no ahha  xd questo capitolo serve a empatizzare e capire ancora di più i sentimenti tra Gabriel e Cas e quello che davvero l'angelo, anzi, tutti  e due, hanno sacrificato per Sam e Dean. Serve anche a capire davvero l'importanza di quella storia della bestia, sinceramente non volevo nemmeno scriverlo, ma poi ho capito come tutti questi passaggi siano importanti. A presto :) ps come sapete, poi Jared vede nello specchio Misha stare male e si precipita da lui :) 

per comodità, allego qui il capitolo a cui fa riferimento:

https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3499189&i=1

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Capitolo 9
*** Per amore di un fratello ***


Quando arrivarono a casa di Jensen, i genitori non c’erano. C’era solo Misha ma era a letto.

“Fratello.” Disse Jensen andando subito da lui.

“Jensen…” gemette Misha, vedendolo entrare.

“Jensen dove sei stato?”

“Non ti preoccupare. Ora sono qui. Cos’hai? È tutto a posto? Niente di grave, spero.”

“Come…sapevi che stavo male?” chiese Misha tossendo di nuovo.

“Misha, smetti di farmi domande e dimmi cos’hai.”

Misha con gli occhi lucidi rispose:

“Consunzione.”
 
Il gelo invase la stanza. “No. Non è possibile.”

Tubercolosi… pensò Jared sgomento.
 
“NO.” gridò Jensen. “No. Non in questo secolo!! NON TU. CI DEVE ESSERE UNO SBAGLIO.”

“Nessuno sbaglio, Jensen…”

“Perché non me l’avete detto…oh mio dio…ma stai tranquillo, ti guariremo..la tubercolosi non è più una malattia incurabile…guarirai..ora ci penso io…” disse Jensen singhiozzando, accarezzandogli i capelli.

“Jensen, và a prendergli un bicchiere d’acqua, guardo io MIsha.” Disse Jared.

Jensen era talmente sconvolto che andò in cucina senza protestare.
 


Jared appena Jensen si allontanò, mise una mano sulla fronte di Misha e sgranò gli occhi appena lo fece.

Mio dio…questo ragazzo ha pochi giorni di vita…forse ore…
 
Jensen tornò in stanza e Jared si allontanò subito da lui.

Jensen gli diede da bere personalmente dalle sue mani e poi riprese a singhiozzare ai piedi del letto e Jared provò una dolorosa morsa allo stomaco a vedere Jensen soffrire.

Non poteva sopportarlo. Avrebbe messo fine a quello stesso dolore in quel momento, se avesse potuto. Non poteva vedere il ragazzo che amava, soffrire.
 
“Jensen, c’è qualcosa che possiamo fare per aiutarlo.” Disse subito.

Jensen lo guardò con gli occhi colmi di speranza.

“Ma devo tornare al mio castello. Lì ho qualcosa di magico che potrebbe aiutarlo.”

“Vengo con te.”

“No, sarebbe inutile e stressante per te. Aspettami pure qui. Non è lontano. Tornerò presto.”

Jared non poteva lasciare che Jensen soffrisse per la perdita di suo fratello. Era per questo che…anche se gli faceva male, sacrificarsi era l’unica soluzione. Non sarebbe stata vita per Jared, continuare a vivere la sua vita vedendo Jensen infelice, sapendo che avrebbe potuto fare qualcosa per salvarlo e non l’ha fatto.

Era per questo che doveva donargli la sua rosa. Quella che manteneva la sua linfa vitale e lo teneva in vita.

Non poteva sapere per certo se avrebbe salvato Misha ma doveva provarci.

Lui aveva perso Dean, non avrebbe permesso che anche Jensen provasse lo stesso dolore.





Con grande sollievo di Jensen, Jared riuscì a tornare non troppo tardi e senza inconvenienti né incidenti. Quando tornò, lo abbracciò forte.

Sgranò gli occhi però, quando vide la rosa incantata tra le braccia di Jared che gliela porgeva.

“Che significa?” domandò.

“Devi darla a tuo fratello. Credo che il suo potere magico potrà guarirlo.”

“Jared, no…è tua. Io non posso…”

“Jensen, questa è un’emergenza. Lascia perdere le sciocchezze come il diritto di precedenza o le manie di possesso.”

“Ma ti succederà qualcosa se io…?”

A questo punto Jared sfoggiò il suo miglior sorriso e la sua risata più convincente.

“Ma no! Non mi succederà niente! Ne ho decine di rose così, hai visto la mia fontana? Posso attingere al loro potere in mille modi diversi. Modi che tu non puoi neanche immaginare. Hai visto quanti decenni sono rimasto in vita e tra l’altro sempre giovane? Come avrei potuto se avessi attinto da una sola rosa?” mentì.

Gabriel nel frattempo, era nascosto in un angolo della stanza, invisibile, che si consumava di preoccupazione per Misha. Aveva scoperto di potersi rendere invisbile, forse quel potere gli era affiorato per via del troppo stress e della paura di farsi scoprire lì da loro.




Jensen dopo quell'episodio, ricordò improvvisamente di essere Dean e quindi andò da Jared per spezzare la maledizione.

Gabriel si precipitò da lui. "Castiel!! Tu..stai bene!" disse.

Dopo che Jared e Jensen ebbero spezzato la maledizione della bella e la bestia, si presero la loro prima notte insieme e la fata ne approfittò per incontrare Misha e Gabriel.

"Sono contenta che sei guarito, Misha." disse lei.

"Aspetta, tu CHI SEI?" chiese Gabriel, mettendosi davanti a Castiel, per impedirgli di fargli del male.

"Sono una fata."

"Le fate NON ESISTONO. " "Sì, invece. Per tutto questo tempo sono stata spiritualmente vicino a Jared, sperando che riuscisse a spezzare la maledizione. Ora ci è riuscito. Potete festeggiare." disse sorridendo.

"Jensen..ha spezzato la maledizione?" chiese Castiel attonito. Gabe davanti a lui, si mise una mano sulla bocca, mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime.

I poveri angeli non potevano sapere di trovarsi davanti proprio Amara.


"Vogliamo vederli!" disse Castiel, cercando di uscire immediatamente dalla casa, ma la fata sprangò la porta con un gesto della mano.

"MA CHE...PERCHè STAI FACENDO QUESTO? NON CAPISCI CHE.." cominciò Castiel, ma Gabriel si mise davanti all'angelo.

"Gabriel?? Ma che stai facendo?"

"Possibile che non l'hai ancora capito, Castiel? Quella donna..è AMARA."

"CHE COSA?

Castiel si girò verso la fata.

"Dice la verità??"

La fata fece per aprire bocca, ma Castiel la anticipò.

"è TUTTA COLPA TUA QUELLO CHE è SUCCESSO??" gridò Castiel.

"Ascoltami, Castiel. Quello che è fatto ormai è fatto, non guardare più indietro, ma guarda AVANTI. Loro lo stanno facendo e dovrete farlo anche voi, dovete prendere una DECISIONE, anzi, sarà tuo fratello GABRIEL a farlo."

"Cosa?? Gabriel...ma che.." Cas stava tremando, non capendo dove quella fata malefica volesse andare a parare.

La fata guardò entrambi gli angeli e all'improvviso il suo sguardo divenne come di fuoco, maligno. In un istante, il suo vestito verde smeraldo, scomparve, per lasciar posto a un lungo vestito nero con mantello. Sembrava la morte con la falce.



"Ho vissuto nell'oscurità per molto tempo, sapete, imprigionata dal mio caro fratello, dov'ero ho potuto vedere MOLTE COSE, ma quello che ho visto più di tutto, è che l'essere umano è EGOISTA, quando deve scegliere, sceglie per sè stesso, non per salvare l'altro. Mi sono divertita, sapete, a testare ognuno di voi, a vedere che scelte avreste fatto, su quale piatto della bilancia sarebbero cadute. Sull'egoismo o sull'altruismo." disse Amara tenendo i due palmi delle mani in alto.

Tu sei malata.." disse Gabriel.

"Sam e Dean hanno superato brillantemente la prova! Anzi, tutte le prove. Mi hanno stupito. Davvero. Hanno dimostrato di anteporre il benessere dell'altro a loro stessi! Sam si è addossato la colpa del siero per salvare suo fratello Dean dalla furia degli spiriti, Dean è addirittura RINATO e nonostante questo, è tornato da suo fratello e ha spezzato la maledizione! Vogliamo parlare di Sam? Ha atteso tutti questi anni che suo fratello Dean tornasse da lui e quando poteva avere la speranza di salvarsi, ha preferito salvare TE." disse la fata indicando Castiel.

"Questo..ti dispiace??" disse Castiel sarcastico.

"Tutt'altro! Mi commuove! Mi commuove anche tutto quello che ha fatto il tuo VERO fratello, per te. Tutto quello che ha sacrificato. è commovente."

"Questo si chiama AMARE!!" rispose Gabriel con sguardo feroce e Castiel guardandolo si sentì arrossire. "Tu potrai non apprezzarlo, ma molte persone sì!"

"Oh, ma io lo apprezzo ecome!" disse Amara, scioccandoli. "Non avete ancora capito perchè ho fatto tutto questo? Non è solo per prendermi una rivincita nei confronti del caro Dean, ma per prendermi una rivincita nei confronti del MIO CARO FRATELLO, DIO!"

"In...in che razza di modo contorto, far soffrire NOI, ti farebbe prendere una rivincita SU DI LUI'??" urlò Gabriel.



"Io volevo capire, SAPERE, quanto in là si può SPINGERE un fratello, per amore di un altro fratello! Volevo SAPERE, se la mancanza d'amore che mi ha dato mio fratello, si riflettesse in TUTTI GLI ESSERI o solamente IN ME!" 

"Ma tu hai perdonato Dio!! Ti avevamo visto volare con lui!" disse Castiel scioccato.

"Pfff..certe cose non si dimenticano facilmente, certo gli voglio bene, ma non potevo DIMENTICARE. Per questo ho messo alla prova Dean e Sam, volevo vedere quando si sarebbero spezzati, quando avrebbero accettato di abbandonarsi a vicenda, pur di salvarsi! Beh, non è successo..tutto sommato sembra che si vogliono davvero bene." disse la fata guardandosi le unghie.

"Bene!" ruggì Gabriel furibondo. "Ora hai avuto la tua perversa e malvagia risposta, LASCIALI ANDARE. LASCIA ANDARE TUTTI!" gridò Gabriel.

"Questo.." disse lentamente la fata. "Dipende da te, Gabriel." 

"Cosa??"  chiese Gabriel impallidendo.

"Sapete, all'inizio ero interessata solamente a Sam e Dean, ma poi sei arrivato tu, Castiel.. e mi sono appassionata così tanto anche al vostro amore fraterno, che..ho deciso di farvi entrare a far parte del cast di personaggi. Oh, Gabriel ha sacrificato così tanto per te... certo tu hai fatto ben poco per lui, eri troppo occupato a stare sotto le sottane dei Winchester, non è vero??"

"Non ti permettere di mettere in dubbio il mio affetto per Gabriel!!" disse Cas minaccioso.

"Oh, ma a me non interessa mettere in dubbio il tuo, mi interessa mettere in dubbio il SUO!" disse la fata guardando Gabriel con un sorrisetto.

Gabriel impallidì, mentre la fata gli faceva più vicino.

"Sam e Dean hanno infranto la maledizione, ma non possono ancora lasciare questo mondo, fino a che non ricorderanno chi sono, certo, avrebbero un aiuto in più se potranno contare sul sostegno di un amico, nel momento in cui il loro mondo crollerà un'altra volta, non è così?"

"Gabriel! Non ascoltarla!" disse Castiel, spaventato. Non capiva cosa intendesse Amara, ma aveva capito benissimo il suo intento di manipolare il fratello.

 

"Tra poco dirò ai due innamorati che potranno vivere una nuova e splendida vita in un mondo di pace e amore, l'età dell'Oro, sta a te decidere se darò a loro anche un regalo aggiuntivo, un biglietto in più per Orolandia! Disgraziatamente, i biglietti sono esauriti. Ne ho solo uno." disse la fata con aria triste.

Gli angeli restarono di stucco. 

"Comprendo il vostro dilemma." disse la fata in tono comprensivo. "Se do il biglietto a uno di voi, l'altro resterà da solo, libero di tornare nel suo mondo! Sono una persona generosa in fondo, no? Naturalmente non è una scelta tirannica, potete anche prendere il mio gentile omaggio e..." fece un finto gesto di strappare un biglietto invisibile.

"Naturalmente, se decidete di strappare il biglietto, tornerete tutti nel vostro mondo, perchè non posso mica rischiare che voi due rimaniate qui una volta che siete andati fuori TRAMA, non è vero? Sareste un pericolo per me! Quindi, direi che la scelta è chiara. Niente biglietto, tutti e due a casa, oppure.."

"No!! Non sceglieremo niente, noi non ci faremo manipolare!!!" gridò Castiel.

"Oh, ma la scelta non è tua, vero, Castiel? La scelta è di Gabriel. Avanti, cosa scegli?" chiese la fata.

Castiel si volse a guardare Gabriel con espressione affranta.

"Sam e Dean hanno ancora bisogno di te, Castiel..io..vorrei portarti con me...ma non posso essere egoista.."

"Gabriel! No! Ci deve essere un altro modo!" 

"Sai quanto odio separarmi da te..e sai che mi sacrificherei io per riportarti a casa e restare io quaggiù..ma..non ho lo stesso potere con loro, che hai tu su di loro!"

La fata ridacchiò, citando una frase di telefilm. "Facciamo tutti questi giochi di potere con le persone a cui vogliamo bene!" 

"Non posso lasciarti, Gabriel, non posso lasciarti un'altra volta! Resteremo insieme, se lei ci riporterà nel nostro mondo, troveremo un modo per tornare indietro, di nuovo, INSIEME!" disse Castiel, prendendogli le mani, con gli occhi lucidi.


Gabriel, con gli occhi traboccanti di lacrime, riuscì comunque a riservargli un sorriso. Sembrava felice.

"La luce che è ora nei tuoi occhi, Castiel. Non sai quanto a lungo ho visto quella luce quando guardavi loro e quanto a lungo ho sperato di vedere quella luce riflessa nei miei occhi, Castiel...e finalmente sta accadendo.."

Castiel sorrise più apertamente, pensando che Gabriel aveva accettato ormai, ma l'arcangelo gli spezzò il cuore definitivamente. Lasciando scivolare le mani dalle sue, lo gelò.

"Ma non spetta a te questa decisione, fratello."

Castiel era impalludito, mentre Gabriel si rivolgeva verso la fata. "Sono pronto."

"NO!! NO! IO NON TE LO PERMETTERò, MI HAI SENTITO?? NON PUOI FARLO!!" 



Lo sguardo di Amara però, alle parole di Gabriel, era ritornato fiammeggiante e aveva spinto malamente Cas da parte, come una dea della resurrezione.


"GABRIEL, TI SCONGIURO, NON FARLO, TI HO GIà PERSO UNA VOLTA, NON VOGLIO PERDERTI DI NUOVO!" 

Castiel era impossibilitato a muoversi per via della forza che lo teneva legato alla porta, Gabriel aveva sollevato il capo, a occhi chiusi e le lacrime gli scendevano copiosamente sul viso.

"Non sta a te scegliere, Castiel. "disse Gabe.

La fata sembrò addolcirsi per un momento. Gli tolse via due lacrime dal viso e mise le sue mani sul viso di Gabe.

"Non piangere. Sìì orgoglioso, perchè hai superato la mia prova."

Quella frase sembrò calmare Gabriel e il suo volto si trasfigurò di una nota di fierezza. Fece un debole sorriso e un attimo dopo, la fata gli toccò la fronte e lui scomparve, sotto lo sguardo attonito di Castiel.  






















Note dell'autrice: eccomi qui ragazzi, siccome Gabriel non compare per le mie due storie sulle fiabe, era importante colmare le lacune e far capire come mai non si è visto xd era importante anche far capire ad un certo punto come aveva fato ad andarsene! Non mi aspettavo venisse un capitolo così tanto angst! Si capisce che ci ho messo parecchio sentimento?? xd mettetemi personaggi che piangono perchè l'amico si sacrifica e io ci vado a nozze xd confesso che pima di scriverlo non mi aspettavo tanto angst, ero sinceramente convinta che questa parte sarebbe stata molto corta xd sempre più misteri svelati! Alla fine Amara confessa di aver fatto tutto questo anche perchè GELOSA dell'amore fraterno di sam e dean prima e di quello tra gabe e cas dopo! :) 

confesso di essermi emozionata molto a scrivere questo capitolo, penso si capisca :))

la frase in grassetto "facciamo sempre questi giochi di potere con le persone a cui vogliamo bene" è di REIGN. Prima di cominciare a far schifo, era un GRANDE TELEFILM :D

pps niente è dato al caso, altra cosa importante è quello che dice Gabe a Cas! "ho sperato a lungo che tu mi guardassi come guardi loro" qualcosa nel cuore di Cas è cambiato e Gabe è come se lo percepisse e ne è felice! Questa è stata la mia intenzione da sempre, non volevo che si innamorassero in maniera "banale" diciamo. Volevo che Gabe conquistasse e facesse inanmorare Cas piano piano fino a fargli quasi mancare l'aria, se ci siamo capiti :))

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Capitolo 10
*** Compassione della dea ***


Jared aprì gli occhi e si ritrovò in un’aula sconosciuta. Guardò di fronte a sé e vide una…scuola?

Giovane. Era di nuovo…un ragazzo.

Quanto? 16 ? 17 anni? si chiese.

“Ti senti bene? Guarda che qui prendono in giro chi parla da solo.” Disse un ragazzo dai capelli corvini e gli occhi celesti.

Jared lo guardò a occhi sgranati.

“Misha??” chiese sbigottito, facendo una smorfia plateale.


“Sai, di solito non dicono il mio nome con tanto disgusto.” Disse il ragazzo ridendo della cosa e mangiando patatine.

“Ok, senti, sono partito con il piede sbagliato..e forse la cosa ti sembrerà un po’ strana, ma..conosci per caso un ragazzo di nome Jensen? Dean..non ricordo bene il suo nome..” disse Jared sudando.

“Mmmm…” disse il ragazzo guardandolo con sospetto.

“Sì, lui. Lo conosci??” chiese Jared con ansia.

“Tu mi prendi in giro.”

“Cosa?? No, ti assicuro di no!!”

“Ok, senti, a parte il fatto che siete entrati insieme oggi e vi siete anche presentati alla classe come nuovi alunni, mi dici perché diavolo vuoi sapere di mio fratello?” 
Jared spalancò la bocca nuovamente.

Tu..ti fai di crac. “ disse Misha con un sorrisino. “Ne ho frequentati talmente tanti di tipi così, da saperli riconoscere.” Concluse con un sorriso divertito.

“No! Ti assicuro che io non…”

In quel momento entrò in classe un ragazzo biondo con un gran fisico. Era magro ma straordinariamente bello. Maglietta bianca e jeans a vita bassa.

“Eccolo lì, mio fratello. Ehi, Jensen, vieni qui.”
 “Eccoti qui, Jensen, questo bel ragazzo chiede di te. Mi raccomando, fa attenzione. Si fa di crac.” Disse Misha facendogli l’occhiolino e allontanandosi.
“Cosa? No, non è affatto vero!!” si ribellò subito Jared. Nel frattempo MIsha si era allontanato da loro, quindi si girò verso Jensen che lo guardava con curiosità.

“Jensen, tu…mi riconosci, vero? Dimmi che mi riconosci.” Disse Jared. Non si era accorto che per l’ansia aveva afferrato Jensen per la felpa.

“Calmati.” Disse l’altro.

Jared deglutì.

“P-perdonami.” Disse Jared.

Jensen si avvicinò di più a lui e gli sussurrò:

“Mantieni la calma fino a quando non finiscono le lezioni e fa finta di non conoscermi, ok? Poi parliamo.”

Jared lo guardò. La speranza si era riaccesa nei suoi occhi, ma quello che gli aveva detto Jensen non era proprio una conferma, insomma…

“Tu..sai chi sono, però, vero?” chiese, insistendo.

Jensen sbuffò sorridendo.

“Ti bacerei anche adesso, ma è meglio aspettare di essere soli, per farlo.”
Per il resto delle lezioni, Jared e Jensen continuavano a rifilarsi occhiate reciproche. Jared aveva l’impressione di essere tornato indietro nel tempo e di vivere quello che non aveva mai vissuto. Il classico flirt adolescenziale. Jensen continuava a lanciargli occhiate ammiccanti ed era sempre più difficile concentrarsi sulla lezione.
 
 
 
“Perché noi siamo…ringiovaniti?” chiese Jared. “Perché andiamo di nuovo al liceo??”

“Perché questa era una cosa che tu desideravi.” Spiegò la fata.
in sostanza, ho potuto modificare lo spazio tempo della vostra dimensione, elevandola ad un livello superiore.”

“La..quinta dimensione?”
È come se fosse la quinta dimensione ma senza poteri telepatici o teletrasporto. Un semplice mondo di pace.”
“Una fata può fare tutto questo?”

“Ho usato l’energia che è stata scatenata dal vostro amore. Un’energia potentissima, in grado di sconfiggere qualsiasi maledizione!” spiegò la fata.

“Continuo a non capire..noi saremmo tornati indietro nel tempo ma in un mondo parallelo, quindi? Che ne è dei ricordi delle persone? Dei ricordi della tua famiglia? Misha…”

“Misha sa tutto. Quella di prima è stata una piccola messinscena.” Spiegò Jensen, lasciando Jared sbalordito.

“Lui..sa tutto?”

“Sì, è un mio regalo. Lui ricorda, inoltre gli ho spiegato ogni cosa. La storia della reincarnazione di Jensen.. I genitori di Jensen hanno la memoria cancellata e un po’..revisionata. Come tutti gli abitanti della popolazione qui. Penseranno che hanno ancora dei figli adolescenti, ma è possibile che tra qualche anno il muro che ho alzato su di loro, si disgregherà. Sarà allora che tornerò e dovrete dirmi se desiderate che lo rialzi di nuovo o se preferite che, con garbo e dolcezza, spiegheremo loro tutto quanto.”
“Prima Misha ha detto che..noi ci siamo presentati alla classe, ma io non mi ricordo che l’abbiamo fatto..”

“L’universo trova sempre il modo per correggere la rotta. Non importa quello che facciamo per modificarlo, si riaggiusterà da solo.
 
 
 
Misha ascoltava tutto questo, nascosto dalle siepi del bellissimo giardino della scuola.  Si sosteneva con un braccio, mentre ascoltava tutto quanto, cercando di non perdere le parole.

è un mio regalo

“Misha sa tutto

“L’universo trova sempre il modo per correggere la rotta
 
Su quest’ultima frase, delle lacrime scivolarono via dalle sue guance.

Nella sua testa continuava a rivivere i momenti in cui Gabriel si era sacrificato con lui.

Era ancora in quel dannatissimo mondo.

Ma come avrebbe fatto stavolta ad aiutarli, ad aiutare i loro amici,
con un tale peso nel cuore?
 
 
 
 




*

Castiel non dormiva. Ufficialmente la fata aveva preparato una famiglia nuova anche per lui, ma Castiel avrebbe preferito invece essere di nuovo fratello di Dean. Da quando erano in quel nuovo mondo..

Da quando Gabriel se n’era andato…

Si sentiva molto debole e faceva fatica a camminare, ogni giorno di più.

Aveva cominciato a vomitare e appariva sempre come se fosse malato.

Era chiaro che il suo spirito aveva preso male, molto male, questa separazione.

Si chiese cosa sarebbe successo se fosse morto. Sarebbe forse rinato?

Qualcosa di simile a un nuovo dolore, più intenso, prese parte di lui. Se fosse rinato, con ogni probabilità, si sarebbe dimenticato di nuovo di Gabe.

“NO, NON VOGLIO!” gridò al nulla, mentre era seduto sul letto.
 
 
Lo stress di tutta quella situazione, portò Castiel a fare materialmente fatica a camminare. Nel giro di altri due giorni, quando ci provava, faceva solo due passi prima di provare un dolore atroce, inoltre aveva cominciato a non sentirsi più tanto fermo sulle gambe.

Si sentiva stanco, spossato e incazzato.

Imprecò contro la maledetta Amara, chiamandola fata del male e gli rivolse epiteti ancora più coloriti, fino a quando Amara, incazzata, non arrivò da lui, guardandolo male ma con un accenno di preoccupazione.

“TU osi insultare me?? Tu essere inferiore, osi insultare la regina di tempi, colei che esiste fin dai tempi della Creazione?”

Ma nonostante cercasse di darsi un tono, il suo tono apparì più debole del solito, quasi come se si imponesse di recitare. Castiel non sapeva perché, ma aveva colto immediatamente che non era baldanzosa come voleva far credere, come era sempre. Era un privilegio della febbre, stranamente gli faceva notare particolari che forse in altri momenti non avrebbe notato.
 
Castiel non aveva risposto alla sua domanda retorica e invece di subire un attacco o magari una scarica elettrica, come sarebbe successo, se Amara fosse stata la stessa stronza di sempre, si ritrovò a fargli un’altra domanda.



“Che cosa ti è successo?” la sua voleva essere una domanda di disprezzo, tuttavia non suonò così indifferente come voleva far credere. Seguì con lo sguardo Castiel , mentre prendeva una medicina dalla sua scrivania e per la foga faceva  cadere la scatoletta dei medicinali.

Amara, lentamente, gliela raccolse.

Castiel la fissò. Era forse pietà quella che vedeva nel suo sguardo. La ricambiò con qualcosa che lui sperava lei avrebbe riconosciuto come disprezzo.

“Grazie.” Disse gelido. “Se intendi fisicamente, credo che il mio corpo mi stia abbandonando. Forse il mio spirito sta tornando a casa. Mi dispiace per te, il tuo piano non ha funzionato, fata. “ disse Castiel con un finto sorriso, ostentando una sicurezza fasulla che non provava.

“Non è il tuo spirito che ti abbandona, è la tua anima che grida..” disse Amara.

“Ohh, su questo non c’è alcun dubbio..” disse ironico Castiel.

“No, intendo che materialmente la tua anima grida. Quello che ti ha colpito è qualcosa di un po’ più materiale, CASTIEL.”

Castiel continuò a guardarla interrogativo.

Stress, Castiel. I medici sulla Terra, la chiamano ricaduta fisica da stress , noi esseri celesti, beh, preferiamo dire che è l’anima che grida tutto il suo dolore ed è talmente forte da piegarsi su sé stessa, da piegare il corpo. Non è niente di permanente, riprenderai a camminare tra qualche giorno, ma..i medici dovrebbero visitarti..” disse pensierosa.

“Tu..tutto questo è colpa tua, sei tu che mi hai portato via Gabriel! È per colpa tua se sto soffrendo così!”

“Io..”

“è rimorso quello che vedo nei tuoi occhi? Quindi perfino l’Oscurità può provare pietà? Se sei davvero sincera, riportamelo! Anzi, riporta me da lui. Non voglio più stare qui, ci ho ripensato!”

“Non posso..” sospirò Amara.

“Bugiarda!!”



“Ti sto dicendo la verità, Castiel. Ho perso metà della mia potenza. La strega che era al mio servizio, mi ha tradito e sta cospirando alle mie spalle. Non mi è più fedele, in fondo tu ne sai qualcosa..”

“Non oserai torcerle un capello..”

“Non ho intenzione di toccare la tua preziosa streghetta ingrata e doppiogiochista, ti stavo dicendo che se potessi far tornare le persone indietro, deciderei di farlo per me stessa.”

“Se è una metafora di pentimento, scusami se non riesco  a coglierla..” disse Castiel.

“è la cruda realtà. La parte bambina che era in me, si è allontanata, si è divisa da me, mi ha disconosciuto. Non so dove si trovi adesso, ma ne sento la mancanza..”

“Senti, a me non frega niente della tua malinconia..o delle tue crisi d’identità..cosa sei venuta a fare qui??”

Amara si voltò verso Castiel con aria dura e decisa.

“Io non posso fare nulla per la tua anima, Castiel. Sono l'Oscurità, ma la medicina può. Guarirai, Castiel, ma dovrai farti vedere da dei dottori. Ti metteranno in coma farmacologico per un’ora. Basterà. Ti cureranno con la medicina tradizionale. Non posso prometterti che la tua anima guarirà, ma almeno i farmaci le impediranno di sottomettere e debellare così il tuo fisico.”

“Tz..non voglio la tua pietà..”

“Guarirai comunque ma se non accetti aiuto, sarà molto più doloroso per te, potresti restare in agonia per giorni.”

“IO – NON VOGLIO – LA TUA – PIETAAAAAAì”
 


Ci fu qualche attimo di silenzio. Castiel sfinito si accasciò al pavimento, tenendo una mano sul materasso.

“Mi dispiace, ma non sei tu a scegliere, Castiel.”

Sapeva di aver usato una frase crudele, la stessa che usò Gabriel su di lui.

Non si aspettava, però il telecomando gettato con furia allo specchio, che era proprio davanti di lei e la fece sobbalzare di spavento.

“Io ti odio.” Disse Castiel. Un misto di dolore e disperazione.

“Anche la mia me stessa mi odia.” Disse Amara con un tono insolitamente triste.
 
Stava per andarsene definitivamente, quando Castiel gli disse ancora una cosa.

“Viviamo in un mondo fatto di benessere, pace e prosperità. Me le ricordo le tue parole su questo nuovo mondo che avresti regalato a me, Sam e Dean. Non potrai mandarmi da dei dottori, senza creare un bug in questo fantastico mondo perfetto in cui nessuno soffre.”

Se Castiel pensava che avrebbe spiazzato Amara, non fu così. Lei ne era già a conoscenza.

“Mi inventerò qualcosa. Mi invento sempre qualcosa.”
 
In realtà, quello che si sarebbe inventata Amara, sarebbe stato quello di inventarsi una storia totalmente assurda, coinvolgendo Sam e Dean, facendogli trovare sul loro cammino, la cabina del tempo di Nostradamus e manipolando il passato. Sam e Dean avrebbero creduto che il mondo sarebbe cambiato per via dei desideri che il re di quel giardino, aveva deciso di coltivare, grazie all’Erba voglio che faceva esaudire i desideri e in questo modo non si sarebbero posti altre domande.
 






















Note dell'autrice:

per chi volesse rivedere quel pezzo, qui, quando Amara, Sam e Dean parlano dell'erba voglio nel mondo delle fiabe: ritorno a un'altra fiaba, cap 6, speculando sulle origini.

https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3542943&i=1

 ragazzi..e chi se lo sarebbe mai aspettato che da questa storia venisse su un polpettone simile? xd è una sorpresa anche per me, ma le idee continuano a venire e non riesco a fermarle, è anche incredibile come tutto si incastri alla perfezione xd chiarisco prima una cosa importante! Questa cosa del coma farmacologico e della sindrome da stress, non me la sono inventata, esiste davvero! è possibile per pochi giorni, smettere di camminare per via dello stress xd

il pezzo iniziale è un pezzo vecchio ma dovevo mettere per ricollegarmi a tutto, in fondo non è stato lungo no? xd

se avete notato, mi sono ricollegata al fatto che poi Amara bambina si separa da quella adulta

nel pezzo finale, ci ricolleghiamo alla storia di aladdin, la lampada e il genio, se ricordate è apartito tutto dall'Erba Voglio che spegne o accende i desideri a seconda se esiste o meno e a tutta qulla storia della cabina del tempo :))

questa storia è un parto ahha

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Capitolo 11
*** Le ali dell'angelo ***


Castiel finì in coma farmacologico  come Amara aveva predetto. I genitori accorsero all’ospedale per stargli vicino e anche Dean e Sam - che in quel mondo erano ancora Jared e Jensen - accorsero..

Una sensazione avvolgente, come se qualcuno gli riscaldasse il gelo che sentiva dentro di sé, la avvertì Castiel, nel momento in cui Dean/Jensen si precipitò ad abbracciarlo, sotto gli sguardi curiosi dei genitori, che certamente si stavano chiedendo cosa ci facessero lì quegli strani ragazzi e cosa rappresentassero per il figlio.

Castiel sentì, quando Dean lo abbracciò, tutto l’affetto e l’amorevolezza che Dean gli stava dando, da fratello.

Solo che non era suo fratello!

Castiel si sentì in colpa per il fatto di star ingannandolo così.

Jared/Sam dall’altro canto, sempre con gli occhi lucidi, lo guardava, timoroso di osare qualcosa che forse lui non avrebbe gradito.

Castiel gli sorrise e allargò le braccia e anche Sam si gettò ad abbracciarlo.

Castiel comprese allora, che quel sentimento che loro due provavano per lui, serviva a riscaldarlo, come una fiammella dorata in una caverna buia.

Fu quando anche Sam lasciò le sue braccia, che un dubbio gli affiorò, ma non si  palesò fino a quando i due, richiamati dall’infermiera a lasciare la stanza e accompagnati dalle sue rassicurazioni che quello che aveva subito Castiel, era certamente un eccesso di colpo di sole, dovuto allo stress, dovuto al caldo -  e riaccompagnato dai rimbrotti del padre – “Insomma, che diavolo è questo stress? Ha fatto un indigestione di mini dolci”? **(N.B pronunciando al contrario il nome desserts, viene fuori stressed) – non se ne furono andati.

Il dubbio si trasformò in conferma. Il calore era stato tanto intenso, quanto breve, come una fiaccola che lo riscalda ma non sufficiente a scacciare il gelo che senttiva dentro di sé.

Voleva bene a Sam e Dean ma loro erano la sua fiaccola. Non il suo sole.

Gabriel era il suo sole.

E ora se n’era andato.
 
 
 
 
 
*

Castiel riuscì di nuovo a camminare e il suo fisico si riprese quasi completamente, ma non la sua anima. Tornò lucido abbastanza però, da capire che non poteva continuare a restare a casa con la sua famiglia se non voleva far preoccupare i suoi genitori e anche Sam e Dean, che andavano a trovarlo. Nel frattempo, il mondo era cambiato. Già si diceva che l’età dell’Oro era svanita e che una strana ondata di tristezza stava albergando tra i cittadini. Gli esperti ne cercavano la causa. In una delle sue ondate di tristezza, Castiel pensò di essere lui la causa. Forse in realtà quello che gli aveva raccontato Amara, era falso. Forse non era stato il suo coma a scombinare il mondo intero, ma la sua tristezza, come un enorme mantello che ricopriva la città intera, nascondendola.

Castiel capiva che si stava lasciando andare di nuovo alla tristezza, proprio come il cavallo di Bastian nella palude famosa.

Non voleva che i genitori, Sam o Dean, lo vedessero così, quindi decise di approfittare dello chalet che avevano loro in montagna, per riuscire a prendersi una vacanza e avere la possibilità di crogiolarsi nel dolore in tutta solitudine.

I genitori che speravano che fosse il segno che il figlio si fosse rimesso in sesto, accettarono subito di lasciarlo partire.
 
 
Fu una scarpinata. Il luogo non era per niente vicino, ma Castiel era contento di sentire la fatica, lo distraeva dal dolore dell’anima che provava, anche se, non cercava di rifiutarlo, accettarlo era sempre il modo che aveva per ricordarsi di lui.



Per tutto il giorno non mangiò niente, ma bevve tantissimo dal ruscello. Quell’acqua lo faceva sentire purificato.

Quell’acqua gli faceva credere di sentirsi meglio.

Per alcune ore credette di stare meglio, poi arrivò la notte.

Le stelle.



Si ricordò di quante volte lui e Gabe erano rimasti fuori a guardarle, sdraiati su un prato, a giocare a riconoscere le costellazioni.
 
“Gabriel..sai che noi angeli potremmo perfino raggiungerle?” gli aveva detto Castiel un giorno.

“Cas, Cas, quando la smetterai di fare così il sentimentale irrealistico? Sai bene che le stelle in realtà non sono unite come credi tu, il disegno che ti sembra di vedere in questo momento, è un’illusione.”

Castiel si era voltato verso di lui e gli aveva sorriso teneramente.

“Ma noi siamo angeli. Potremmo volare più veloci della luce e raggiungere un’intera costellazione di stelle nel giro di cinque secondi e così crederemmo davvero che le stelle sono vicine come le vediamo qui in cielo.”

“Come le Pleiadi?” chiese Gabriel facendo per la prima volta un sorriso intenerito.

“Sì, esattamente come le pleiadi. “ rispose Castiel.

“E tu faresti questo giro formato stella danzante?”

“Se tu mi accompagnassi, forse potrei.” Disse Castiel, sdraiato sull’erba, il capo rivolto all’insù verso la sagoma del fratello che era seduto a gambe incrociate. Avevano già i tramiti, ma quello era prima, prima che Lucifero venisse liberato. Prima, avevano una spensieratezza che non avrebbero più avuto. Prima era semplice, far finta di essere ancora dei bambini umani che si illuminavano per dei puntini luminosi in cieli. Li rendeva felici.

Gabriel aveva dei pantaloncini marroni che gli lasciavano scoperti i polpacci. Castiel gli sfiorò il ginocchio con la mano mentre parlava per richiamare la sua attenzione o forse come carezza.

“Potrei..se volessi..” disse Gabriel. Non c’era ironia nella sua voce, solo malinconia.

Castiel si voltò a pancia in sotto, osservandolo, ma Gabriel non stava guardando lui, ma alto in cielo.

“Castiel…credi che noi..siamo come le Pleiadi?”
 
 
 


Quel ricordo arrivò a squarciargli le viscere come una lama angelica puntata allo stomaco.

Castiel realizzò di non riuscire a ricordare cosa gli avesse risposto, cosa era venuto dopo e il dolore gli si fece più profondo per quel ricordo che il cielo gli aveva rubato.



Gridò.

AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH
HHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH
HHHHHHHHHH
HHHHHHHHHHHHHHHH



Gridò così forte da tenersi le mani alle tempie e inginocchiarsi davanti al ruscello, con le ginocchia piantate nel fango.

Gridò così forte  che per un attimo parve perfino sdoppiarsi.
 
Il suo dolore fu così intenso che arrivò perfino a Dean e Sam.
 
Sam /Jared stava scrivendo qualcosa sul suo diario alla sua scrivania, nella stanza che divideva con Dean/Jensen, quando all’improvviso si fermò e si toccò il petto all’altezza del cuore.

Delle lacrime presero a scendergli e una tristezza assoluta, gli prese il cuore.
 
Dean invece, era nel giardino, sempre della loro casa, che curava le piante, anche se era notte. Anche lui si era fermato, lasciando di colpo cadere la borraccia con un tonfo secco.
 
 



Dopo poco, Dean/Jensen raggiunse Sam/Jared nella loro camera, fece il percorso di corsa e lo trovò in piedi davanti allo scrittoio che si teneva la testa tra le mani come se avesse paura che gli sarebbe caduta.

“Jared!” lo chiamò Jensen spaventato.

Jared lo fissò con il terrore negli occhi. I due non si dissero niente, ma si abbracciarono soltanto, troppo sopraffatti da quell’ondata di terrore e tristezza che li aveva appena avvolti.
 
Si misero a letto così, avvolti nelle coperte, abbracciati insieme, con le lacrime che stavano cadendo loro sulle guance.

“Jensen..cosa credi che fosse quell’ondata di grande dolore e pena che abbiamo percepito?” chiedeva Jared.

“Non lo so, Jared..ma mi sento..non so come spiegarlo..ma mi sento come..come se un caro amico mi avesse appena lasciato..” confessò.

“Anch’io..anch’io provo le stesse cose..oh, Jensen, stringimi, ti prego..” disse Jared.
 
 
 
Nel frattempo, Rowena aveva informato immediatamente Gabriel d’urgenza.

“Ti scongiuro, dimmi che è uno scherzo. Non può essere vero!” disse Gabriel accorso in casa sua appena aveva avuto il suo richiamo telepatico.

“Purtroppo è vero, Gabriel. Tuo fratello Castiel ha appena rescisso il legame che lo legava a Sam e Dean, quello che li legava insieme in quel mondo.”

“E questo..questo cosa diavolo dovrebbe voler dire? “ chiese Gabriel.

“Senza quel legame, loro non si sentiranno più magicamente legati a lui, nonostante l’affetto che provano sinceramente per tuo fratello, finchè saranno in quel mondo..senza quel legame..loro si dimenticheranno di lui..”

“Non è possibile, ti stai sbagliando..”

“Loro hanno già avvertito che quel legame si è spezzato. Ora sono in lutto, anche se non ne capiscono il motivo..” disse Rowena insolitamente rattristata.

“Ci..ci deve essere un altro modo! Lui NON VUOLE QUESTO. Lo conosco! Gli si spezzerà il cuore quando capirà quello che è successo! Credimi!”

“Non capisci, Gabriel. Tuo fratello ha recisso volontariamente quel legame.”

Gabriel rimase tanto sbalordito che restò zitto per diversi secondi.
 
“Perché..perchè l’ha fatto?”

“Non credo l’abbia fatto in maniera consapevole, ma è talmente grande il dolore che prova, che il desiderio di non essere legato a Sam e Dean magicamente, per potersi ricongiungere a te, deve aver inaspettatamente, fatto crollare l’incantesimo che lui stesso mi ha chiesto di fare. Il vero problema è che in questo modo..senza di loro..lui è…completamente SOLO.”

“No. No. Non permetterò che soffra ancora di più di quello che ha già sofferto.Rowena, noi dobbiamo fare qualcosa!!”
 
 
 





*

Era notte inoltrata. Erano passate diverse ore da quando Castiel aveva rescisso il legame. Non sapeva cos’era successo, ma sapeva che qualcosa era cambiato fermamente in lui. Qualcosa che lui aveva, ora aveva perso per sempre.

Non si interrogò su cosa.

Il dolore era così accecante che lui non riusciva neanche a pensare lucidamente più.

Era in cima a un precipizio, ma non voleva buttarsi.

La sua disperazione, semplicemente lo portava a cercare la desolazione che lui stesso sentiva nel cuore.

O forse era perché inconsciamente sapeva che di lì a poco, avrebbe gridato MOLTO.

Il suo corpo prudeva, come se qualcosa lottasse per venire fuori da dentro. La pelle gli faceva male.

AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH HHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH HHHHHHHHHH HHHHHHHHHHHHHHHH



Aveva gridato molto, ma questa volta non aveva nessun legame da recidere ma piuttosto qualcosa di lui, da liberare.

Le sue ali.

Grandi, gigantesche, perlate.
Candide.
Talmente forte era la sua disperazione, che erano venute fuori.

E poi incapace di reggere ancora a tanto dolore, cadde.
Svenne.
Con le sue grandi ali a ricoprire la sua candida schiena, quasi come ad ammantarlo come una soffice coperta.
 
Un ultimo pensiero.  
 
Le...Pleiadi...  





*

Gabriel aveva visto tutta la scena, grazie alla congiunzione mentale che Rowena gli permise di allacciarsi con la sua mente ed era impazzito.

“Fallo tornare indietro!! IMMEDIATAMENTE, ROWENA!”

“Non credi che se avessi potuto trovare un modo indolore per farlo, l’avrei già fatto??”

“Cos..ma cosa..Rowena, che cazzo me ne frega di un modo indolore! Se c’è qualche possibilità di farlo tornare e farlo smettere di soffrire, fallo!”

Rowena sospirò.

“Cosa sei disposto a darmi per riportare Castiel qui?”

Per un attimo, Gabe rimase tramortito. Subito dopo,rispose con certezza.

“Qualsiasi cosa. “

“Ho bisogno della tua linfa vitale.” rispose Rowena con fermezza.

Gabriel non emise un gemito, ma Rowena vide che deglutì.

“Prendi tutta quella che ti serve. Prendila tutta se è necessario!”
 
 
 
 
*

Ritornare indietro, fu come attraversare mille mondi in un attimo.

Come se la luce di una stella, la luce di milioni di stelle, ti esplodesse negli occhi.

O forse era la luce del sole?

Come volare, come attraversare lo spazio.

Tornare fu come riemergere da acqua ghiacciata.
 


“HHHHHH.”

“Calmo, Castiel, sta calmo.”
“Hhhhhh…”

“Tranquilo. È tutto a posto, respira. Sei a casa, ora.”

“Casa?? Io..io..”

Castiel era adagiato sul pavimento del salotto di Rowena, i suoi occhi si incontrarono subito e si allacciarono a quelli che amava più di sé stesso.

Gabriel??”
Gabriel, in piedi davanti a lui, gli sorrise.

“Sono..morto? Sono in Paradiso?”
Gabriel gli sorrise ancora.

“Sei sempre il solito vanesio presuntuoso, credo che un salto in purgatorio lo dovresti pur fare.”
 
Non si dissero nient’altro. Si abbracciarono stretti come due uomini della guerra che non si vedevano da anni e anni.



“Gabriel! Gabriel! Sono a casa?? Com’è possibile? Come avete fatto a riportarmi indietro? Oh, Gabe, ero sicuro che ti avrei rivisto! Non ho mai smesso di sperarci, non mi sono mai rassegnato, come avete fatto? Io..”

“Castiel, credo che tu dovresti lasciarlo respirare, fidati di me..” intervenne rowena.

Gabe fece un timido sorriso.

“Non ti preoccupare Rowena, ha diritto di fare tutte queste domande…e ora che l’ho rivisto sono anche disposto a pagare il pegno di lasciarmi asfissiare da lui tutti i santi gior…”

“Gabriel?” lo richiamò Cas, che gli si era mozzato il respiro, appena aveva visto che l’angelo si era fermato.
 
In quel momento l’angelo si accasciò tra le sue braccia.


“GABRIEL!!” lo richiamò, più spaventato, Castiel.

Castiel alzò lo sguardo verso la strega, attonito.
“Rowena!! Cosa..cosa ha fatto? Cosa..”

“Per riuscire a riportarti indietro, Gabriel ha dovuto esaurire  molta della sua linfa vitale, fino ad arrivare a sfinire il suo corpo. Non morirà” chiarì per evitare che Cas urlasse, come sembrava avere intenzione di fare. “Ma molta della sua grazia è stata prosciugata, portando il suo corpo ad un livello quasi mortale, portando con sé le conseguenze di quello che un corpo mortale subisce, dopo esser stato sotto l’acqua per anni e anni.” disse Rowena, scioccandolo ancora di più.
 
 
 
 
 























Note dell'autrice

vi ho sorpreso eh?? non vi aspettavate che cas in questo capitolo tornasse a casa ahha! e in questo modo poi!!

preciso una cosa! Tutto quello che avete letto in questo capitolo, comprese le parti in cui compaiono Sam e Dean, è INEDITO, quindi nessuna scena di quelle che avete visto, si è vista nel mondo delle fiabe di Sam e Dean :D anche se ovviamente è là che si trovano, quando compiono l'azione :D lo stesso vale per il flashback di Cas e Gabe <3 è una cosa che mi è venuta in mente all'ultimo momento. Ormai sapete quanto io ami le stelle <333

preciso che per chi ha visto la ff "l'angelo della morte" (quella in cui jared è un angelo del paradiso che si innamora di jensen e lo salva dal suo destino di morire ) campeggiare per pochissimi secondi nella sezione CAST, non avete avuto allucinazioni, semplicemente la troppa fretta e l'ansia di aggiornare mi ha fatto sbagliare capitolo da aggiornare -.- xd cmq ho riportato ora questo capitolo in questa storia e cancellato nell'altra!

è stato questo il cap che mi è piaciuto di più scrivere, mi sono anche emozionata :D ci tenevo che il loro ricongiungimento non fosse una cosa banale, ma fosse dettato da sacrifici che fanno entrambi

penso ora di aver pagato a sufficienza il debito che avevo con questo povero cas, che durante le mie storie fiabesche, è stato allegranente accantonato dopo aver fatto un ruolo da poco più di comparsa xd

ps la battuta su "stress" e i mini dolci, è per via del fatto che stressed, al contrario è "dessert" xd  

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Capitolo 12
*** Come le Pleiadi ***


Gabriel stava male. Continuava ad avere incubi riguardo al mare, all’acqua. Non era come accadde con Sam. L’arcangelo era stato messo in una bara di acqua ghiacciata e in una condizione di morte apparente, per cui non era come Sam che sognava di affogare continuamente, però…anche se avrebbe dovuto essere diverso, non fu esattamente così.

Anche se Gabriel aveva vissuto per anni in un’altra dimensione, il suo corpo sembrava SAPERE di essere rimasto sotto ghiaccio per tutto quel tempo e stava male.

Gabriel aveva i brividi, tremava e mostrava delle rimostranze a farsi anche solo la doccia.

Castiel si sentiva in colpa. Sapeva che tutto questo era colpa sua, avendo privato a Gabe di buona parte della sua grazia, per riuscire a farlo tornare indietro.

“Non pensare a me…pensa a Dean e Sam..dobbiamo trovare un modo per farli tornare..loro..”

“In questo momento voglio pensare solo a te..e smettila di parlare di loro..potrei essere quasi geloso sai?” gli diceva Cas dolcemente, accarezzandogli i capelli, mentre erano sdraiati sullo stesso letto.

Gabe gli aveva rivolto un’occhiata penetrante.

“Oh, Gabriel..tu non sai..quanto..ho sofferto..mi mancavi troppo..”
 
 

Altri giorni pieni di emozioni e batticuore e carezze, con un fratello sorprendentemente più premuroso con il solito fratello ribelle, fecero guarire piano piano Gabe, che stava riprendendo la sua grazia, ma nonostante questo, Cas non smetteva di stargli accanto, di coccolarlo, di fare le cose per lui.

Si trovavano ancora sullo stesso letto, ormai complici di una intimità che stava diventando se possibile, sempre più fisica.

“Sto meglio, Castiel..non c’è più bisogno che ti preoccupi per me..”

“Perché pensi che lo faccio perché devo? Io lo voglio, ma se ti do disturbo, vado via..”

“Forse semplicemente..per me è strano pensare che tu possa desiderare di avere un peso morto vicino a te..” disse Gabe studiandolo attentamente.

“Tu non sei un peso morto..sei la mia LUCE.” Sussurrò Castiel, accarezzandogli i capelli.

“Luce..” sussurrò Gabe. “Questo mi ricorda..tu hai sussurrato una cosa..prima di impazzire così..prima che ti riportassimo indietro..”

“Le pleiadi..” sussurrò Castiel.
 
“Gabriel..sai che noi angeli potremmo perfino raggiungerle?” gli aveva detto Castiel un giorno.

“Cas, Cas, quando la smetterai di fare così il sentimentale irrealistico? Sai bene che le stelle in realtà non sono unite come credi tu, il disegno che ti sembra di vedere in questo momento, è un’illusione.”

Castiel si era voltato verso di lui e gli aveva sorriso teneramente.

“Ma noi siamo angeli. Potremmo volare più veloci della luce e raggiungere un’intera costellazione di stelle nel giro di cinque secondi e così crederemmo davvero che le stelle sono vicine come le vediamo qui in cielo.”

“Come le Pleiadi?” chiese Gabriel facendo per la prima volta un sorriso intenerito.

“Se tu mi accompagnassi, forse potrei.”
“Potrei..se volessi..” disse Gabriel. Non c’era ironia nella sua voce, solo malinconia.

Castiel si voltò a pancia in sotto, osservandolo, ma Gabriel non stava guardando lui, ma alto in cielo.

“Castiel…credi che noi..siamo come le Pleiadi?”

 
 
Sapevano che stavano pensando la stessa cosa, stavano pensando allo stesso ricordo. Gli occhi di Cas brillavano.

“Ti ricordi..Gabe..le pleiadi?” chiese Cas.

“Sei sempre stato un sentimentale..” disse Gabe, accarezzandogli il viso, dolcemente.

Castiel non ce la faceva più, si sentiva totalmente assorto da un incantesimo e al contempo, da un desiderio bruciante. Mise una mano sulla guancia di Gabe e fece per alzarsi per raggiungerlo, per sporgersi, per toccare le sue labbra, per raggiungerlo, desiderando finalmente quello che a lungo voleva, cioè le braccia di Gabriel tra le sue, i suoi baci, tutto di lui.

Ma Gabriel non sembrava dello stesso avviso. Appena vide che Cas si era sporso verso di lui, gli aveva fermato il braccio tenendolo per il polso. Castiel aveva aperto gli occhi, sgranandoli.
 
Castiel rimase come paralizzato davanti a questo e il dolore del rifiuto cominciò a bruciare dentro di lui, facendo molto male.

“Io…credevo che anche tu..” ogni parola sembrava costargli molto sforzo, ogni parola gli bruciava i polmoni.

Gabriel gli lasciò il polso, sul viso un’espressione indecifrabile. Sembrava preda di un enorme conflitto, poi, sempre con lo stesso sguardo, si alzò dal letto e andò verso la finestra.
Era notte.


“Gabriel, mi dispiace tanto, perdonami, io non…”

Attendeva febbrile che Gabriel dicesse qualcosa e qualcosa in fondo disse.

“Un giorno ti feci una domanda, ti chiesi…”

“Castiel…credi che noi..siamo come le Pleiadi?”
 
Castiel si sentiva mancare il respiro. La domanda. Quella domanda che l’aveva tormentato, quando la ricordò, in quel mondo,

Quel ricordo arrivò a squarciargli le viscere come una lama angelica puntata allo stomaco.

Castiel realizzò di non riuscire a ricordare cosa gli avesse risposto, cosa era venuto dopo e il dolore gli si fece più profondo per quel ricordo che il cielo gli aveva rubato.


Gridò.

 
Bizzariamente, il ricordo della sua risposta, arrivò proprio in quel momento.
 
“Ti risposi di sì..che credevo che fossimo esattamente così..avvinti…indissolubili..” rispose Castiel.



 “Io ero dello stesso avviso. Ho sempre creduto che io e te fossimo come le Pleiadi, Castiel..Avvinti..indissolubili....ma quando tu mi chiedesti di vederle insieme, di accompagnarti…io ebbi…PAURA.”

“Paura..di cosa?” chiese Cas sempre con le lacrime agli occhi.

La risposta di Gabriel fu pacata, calma, ma suonò profonda ed altisonante alle orecchie di Castiel.

La lontananza è come il futuro! Davanti all’anima ci prospetta un mondo vasto, dai contorni sfumati, dove i nostri sensi e i nostri occhi si perdono

con il nostro intero essere desidereremmo provare la pienezza di un unico, possente sentimento di totalità, 

ma quando colmiamo le distanze, quando il laggiù, diventa un QUI, tutto resta come prima. Rimaniamo intrappolati nella nostra misera condizione, prigionieri di angusti confini


Castiel si asciugò un occhio con la mano.

“Paura di cosa, chiedi? Forse paura di vedere che quando colmiamo le distanze, tutto resta come prima."
 
 “Gabe..” disse Cas, con le lacrime agli occhi.

“Mi facesti una domanda. Mi chiedesti se avrei potuto accompagnarti, ti risposi:

Potrei, se volessi,
ma non volevo.”

Gabriel” riprese Cas, stavolta in tono più deciso, non volendo sentire altro. Si alzò in piedi.

Ma voglio ora!” disse Gabriel.

Lo guardò fiero, un’espressione fiammeggiante negli occhi, mentre si avvicinava e si fermava davanti a lui, mentre allo stesso tempo, con un cenno della mano, spalancò magicamente la finestra, con un rumore di vento forte in sottofondo.
 
 






















ps ragazzi, io ho amato la parte in cui parlo di loro due che parlano delle Pleiadi, l'ho amato quando l'ho scritto nel capitolo scorso e ancora oggi di più *_* volevo fare delle note ma non so cosa direeee questo capitolo mi ha minacciato seriamente alle lacrime xd

le frasi colorate in gigante, sono citazioni di uno dei miei libri preferiti che però non nomino spesso, ma che ADORO!!

I dolori del giovane Werther - Johann Wolfgang Goethe

BENE!! Due ore per scrivere il capitolo, un'altra mezz'ora per correggerlo tutto e io faccio colazione alle undiciiiiiiiii

è una vita di stenti e di privazioni, come disse un'ex fidanzata di dylan dog!!

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Capitolo 13
*** Portami su una stella ***


“Gabriel, tu mi stai dicendo che vuoi..vuoi andare sulle stelle?
“Sì. Voglio andarci con te.” Disse Gabriel avvicinandosi e prendendogli la mano.

Nell’istante in cui le loro mani furono giunte, Castiel sentì come un calore piacevolissimo irradiarsi da loro, come se fossero immersi già nella luce di una stella, il confronto con il freddo e il vento della notte, non lo spaventava, anzi, era un contrasto piacevole.
“Vola con me, fratello.” disse dolcemente Gabriel.

Castiel sorrise e i due angeli si lanciarono dalla finestra, nel momento in cui furono fuori, le loro ali magnifiche si spiegarono.
 
Continuavano a tenersi per mano, mentre salivano sempre di più.
Castiel era cosciente delle ali tra di loro. Azzardò uno sguardo a quelle di Gabriel.
Erano esattamente come le ricordava. Di bronzo e regali, in confronto alle sue color panna e con delle striature azzurre.
 
“Ho sempre pensato a noi come degli uccelli, Castiel. Liberi di librarci verso l’infinito, una volta credevo che Lucifero avesse ragione, che solo noi avessimo il diritto di sentire l’infinito, la luce delle stelle, ma tu mi hai insegnato che una tale bellezza è così sprecata per pochi eletti. TUTTI dovrebbero poterne assaporare l’interezza, l’infinità. Perfino nostro fratello.

“Non pensi che nostro fratello bruci abbastanza anche senza così tanta luce?”
“C’è differenza tra bruciare di rabbia e bruciare d’amore, fratello!” replicò Gabriel.
 

Parlavano e Castiel non si era nemmeno accorto che erano già nello spazio, quindi volse lo sguardo a guardare le stelle. Lontano, un piccolo puntino. La Terra.

“Guarda, fratello, è così piccola e indifesa. È come un cucciolo che ha bisogno di essere protetto e pensare che c’è chi vorrebbe distruggerla. “ disse Gabriel accarezzandogli il dorso della mano.
“Fa male, sì.” Disse Castiel commosso.

Questo sarebbe stato un buon momento per dire a Gabriel che lo amava, ma l’angelo era tutto assorto a regalare e donare la bellezza delle luci delle stelle a Castiel.

“Gabriel, io..c’è una cosa che devo dirti..” disse Cas, ma la vastità del cosmo, delle loro ali, lo spazio, lo confondeva. Non ci era più abituato.
“Allora non parlare, fratello. Le parole sono fonte di malintesi.” Disse Gabe dolcemente,
“Non posso, Gabe, io..” stavolta non poteva farlo. Era necessario che Gabriel sapesse!
“Guarda, fratello, le pleiadi.” Disse Gabriel dolcemente.
 

La potenza di tutte quelle luci legate insieme, era tanto bella da far male. A Castiel vennero le lacrime agli occhi.
“Non sono belle, Castiel? Tanto legate, tanto vicine. Con tutto quello che vorrà significare?”

“Dicono che quando due corpi vivente si avvicinano, finiscono sempre per ferirsi." disse Castiel.
" Ma alle stelle non importa tutto questo. Loro hanno compreso che siamo tutti parte dello stesso universo e brilliamo di luce propria, non permettono alla luce delle altre stelle di ferirle, anzi.” disse Gabriel.
“Se ragionassimo tutti così, ci sarebbe meno dolore nel mondo. Grazie, Gabriel per avermi portato qui.” disse Castiel.

“Dammi la mano, Castiel.”
Castiel gliela diede. Si fidava totalmente di lui.
 
Non appena gli diede la mano, si sentì – o forse si lasciò trascinare – da Gabriel, in un giro impetuoso che fu quasi come una danza, girando tutto intorno alle pleiadi, tenendo stretto suo fratello per mano.
Era adrenalinico, era potente, era liberatorio, era…
Come sentirsi VIVI.
 

“Gabriel…grazie!” gli disse, abbracciandolo stretto, mentre volteggiavano nell’oscurità.
Gabriel non disse niente, gli sorrise solo.

Poi gli diede una piccola spinta e Castiel finì all’indietro come al rallentatore.
Dietro di lui c’era una stella.
Una sfera luminosa di luce.

Castiel ci entrò dentro, cosparso dalla sua luce e luminosità.
Gabriel lo seguì subito dopo.

E lo baciò.

Castiel a occhi chiusi, sentì le labbra di Gabriel sulle sue.
Non aprì gli occhi.
Quel momento non ne aveva bisogno.

Le cose più belle sono invisibili.
L’amore è invisibile.
 























Note dell'autrice: 

ragazzi, spero vi piaccia il capitolo, è stato molto difficile da scrivere, io lo immaginavo già sarebbe stato difficile xd
per il titolo del capitolo, mi ha ispiratola frase del titanic tra jack e rose.

"Dove la porto signorina? - Su di una stella" <3 

Le parole sono fonte di malintesi. frase del libro il piccolo principe <3 così come Le cose belle sono invisibili.

ragazzi non mi intendo molto di stelle e affini, ho cercato di cosa è fatta una stella e..non vorei dire cavolate, ma c'è scritto che è fatta di GAS, quindi non dovrebbe essere solida, ecco xd per questo ho scritto così, se dico strafalcioni, sentitevi pure liberi di dirmelo xd ciaoooo <3   

ps mi piacerebbe scrivere ancora di un loro appuntamento e che almeno fanno l'amore! poi credo la ff possa considerarsi conclusa! xd

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Capitolo 14
*** Dunque, fino a questo punto mi ami? ***


Dopo il primo bacio, restarono a coccolarsi tutta la notte, ma non andarono oltre.

Erano angeli dopotutto e anche se Gabriel lasciava trasparire il contrario, ci teneva ancora a fare il gentiluomo e il cavalier servente con il suo fratello preferito.

L’indomani organizzò un appuntamento in un ristorante dove si serviva dell’ottimo pesce.



Castiel apprezzò tanto il pensiero, aveva scoperto che amava il sushi e Gabriel si divertiva a guardarlo mangiare come un bambino goloso di dolci.
“Scusa, sto facendo la figura dell’ingordo, vero?” chiese Castiel mortificato.
“Tutt’altro. MI piace guardarti. È così raro vederti mentre perdi il controllo.”
“Tu me lo fai perdere.” Disse Castiel, facendo sgranare gli occhi all’angelo.
“Sei serio, Castiel?” chiese Gabriel.

“Non sono solito dire bugie. Lo sai. Tu sei sempre stato lo scavezzacollo, quello imprevedibile, ma capace sempre, proprio per questo, di farmi battere il cuore più degli altri.”
“Cuore che non appartiene ai Winchester?”
“Quello per loro è un altro tipo di amore, lo sai..”
“Non sembrava però, quel giorno alla villa, nel paese delle fiabe, eh?”

Castiel non si scompose, ma rispose semplicemente:

“Forse cercavo in loro, traccia di te..”
“Oh, per favore..” ridacchiò Gabriel.

“Quando te ne sei andato, quando ho creduto che tu fossi morto..si è scavata una ferita in me, incolmabile. Ho fatto cose di cui non vado fiero. Ho cercato il purgatorio con Crowley, ho ucciso degli angeli, nostri fratelli..ho liberato i leviatani sulla terra..a volte penso a come sarebbe andata se tu non fossi mai andato via..e penso che quelle cose non sarebbero mai successe se tu fossi rimasto..”
“Qundi adesso sarebbe colpa mia?”

“No..la colpa è mia..perchè non ho saputo dirti..confessarti..quanto ti amavo.”
 
Una forchetta tintinnò sul piatto.


“Basta, per favore..”
“Gabriel..io ho biosgno di dirti quello che..”

“Pensi che si stata dura solo per te? Pensi che non mi sia sentito morire dentro, quel giorno che Metatron mi ha usato  a distanza, come un burattino, per farti credere che io fossi tornato e per darti poi l’impressione, che fosse tutto un’illusione? Non potevo neanche parlarti, dirti che era VERO che ero VIVO, perché stavo interpretando il ruolo che METATRON aveva deciso per me. Mi chiedesti se ero vivo, quel giorno, io semplicemente scomparì in un battito di ciglio, con la consapevolezza piena di dolore dentro, che il nostro legame venisse strumentalizzato così per far soffrire TE. Ma allo stesso tempo, ero FELICE di averti potuto rivedere, anche solo per brevi istanti..”

“Mi odiai quando successe una cosa del genere, capìì che per quanto cercassi di non far trasparire il dolore per la tua mancanza, doveva essere così evidente che perfino LUI, l’aveva capito.” rispose Castiel.
“A questo punto, quindi, mi ami?” chiese Gabriel.

“Sono convinto che avresti potuto opporti allo scriba e a quello che lui scrisse, gli arcangeli possono, ma non l’hai fatto, forse solo perché volevi rivedermi? Quindi direi io, a questo punto mi ami TU?”

I due fratelli si guardarono intensamente senza parlare, per poi incollare le loro bocche vogliose l’una sull’altra, alla ricerca delle loro lingue, vogliose e fameliche, le loro mani che vagavano già sui vestiti.

“Gabriel, dobbiamo controllarci. Siamo in un ristorante.” Disse Castiel.

“Non credo che riuscirò ad arrivare al dolce!”
“Non ci credo! Non ti riconosco più!”

“Ohh, mio caro fratello, tra qualche minuto stenterai a riconoscermi ancora di più!!” rispose gabriel.
 
 
 
 

*

Gabriel aveva pensato proprio a tutto, aveva prenotato una suite lussuosissima a suo nome e quando salirono, Castiel rimase a bocca aperta dalla meraviglia.  La suite era di uno stupendo color viola scintillante e il letto era regale con lenzuola e coperte di velluto ROSSO. Al centro, a qualche distanza dal letto, una stupenda piscina con l'idromassaggio.

“A noi.” disse Gabriel porgendogli un bicchiere di champagne.
“A noi, fratello.”

Castiel credeva che Gabriel a quel punto stette per saltargli addosso, ma lo stupì ancora una volta.

Accese un pulsante su uno stereo e partì una musica dolcissima e si trovò in pochi istanti a ballare un lento con suo fratello.


“Mi stupisci sempre di più..” sussurrò Castiel con le mani in alto intrecciate a quelle di Gabriel.
“Sono un seduttore, lo sai, è il mio compito..”
Castiel lo guardò curioso.

“Peccato che nessuno mi ha mai detto quanto fosse bello..sedurre chi ami..” sussurrò ancora l'arcangelo.

Castiel non lo stava guardando, aveva appoggiato la testa alla sua spalla, ma il suo cuore aveva ripreso a martellare furiosamente nel petto.

Gabriel senza spostarlo, con un’eleganza senza confini, cominciò a spogliarlo dei pulsanti della camicia.


Castiel stava per spostarsi per facilitargli il compito, ma Gabriel lo trattenne.

“Non interrompere il nostro ballo..” sussurrò.
 
Era la cosa più strana, ma dolce, che Castiel avesse mai provato.

Stavano ballando ma Gabriel lo stava anche spogliando, con lentezza, languore, non c’era traccia di volgarità in quei gesti.

La musica finì e i pantaloni di Castiel erano scivolati morbidamente giù.


Gabriel gli riservò un sorriso malizioso e lo spinse sul letto.
 

Castiel non se l’aspettava un cambiamento così repentino.
Gabriel era decisamente una mina vagante.
In un secondo gli fu sopra, finendo di spogliarlo con eccitazione repressa troppo a lungo.


“Hhhh…”
“Schhhh..ora ci penso io a te..”

Gli prese il membro e cominciò a masturbarlo a ritmo cadenzato, facendolo gemere e poi lo prese in bocca con aria lussuriosa.
“Oddio..”
Però non voleva che tutto finisse presto, così, dopo un po, lo lasciò andare.

“L’hai mai fatto con un uomo?”
“N.no…”
“Bravo ragazzo..”
“E tu?”
“Ovvio.”
Castiel fece una faccia di disappunto.

“Qualcuno deve avere esperienza tra noi due..” ridacchiò Gabriel, cominciando a prepararlo e a farlo gemere un po’ di dolore, un po’ di piacere.

Quando inserì anche il terzo dito, gli lasciò il tempo di abituarsi, baciandolo ancora, sentendolo in affanno.

Castiel ridacchiò e i due fratelli ripresero a coccolarsi e baciarsi.

Castiel prese ad accarezzargli teneramente la schiena, le braccia, i fianchi.

Amava toccarlo. Gli era mancato il contatto di lui. Gli era mancato così tanto.
 
Gabriel parve leggergli dentro.

Un pianto di bambino risuonò nella sua mente.
Gli accarezzò il viso.
“Ricordo quando sei nato, ti presi in braccio, eri così minuscolo..incrociasti gli occhi con i miei..in quel momento io provai..amore incondizionato.

Castiel non si aspettava quell’ammissione. Lo guardò sorpreso  e i suoi occhi si sgranarono ancora di più sentendolo entrare dentro di lui.

Era commosso. Sia per quello che aveva detto, sia perché lo sentiva dentro di lui, poi Gabriel si chinò ancora su di lui e lo baciò dolcemente.

I suoi baci, non ne avrebbe fatto mai più a meno.

E poi lentamente, Gabriel cominciò a spingere, senza lasciargli le mani.

Sul viso di entrambi, una gioia senza confini.






















Note dell'autrice: 

ciao ragazzi! xd scommetto che pensavate che non aggiornassi più xd non nego che non è stato facile, ma ci tenevo davvero tanto a raccontare la loro prima volta! Ringrazio tutti voi che mi avete seguito e mi dispiace se è stata un po lunga, ma è la prima volta che scrivo di cas e gabe (che non sia un au) e volevo fosse perfetto ecco! Per lo stesso motivo continuavo a rimandare, lultimo capitolo. Volevo fosse epico e magari non ci sarò neanche riuscita, ma..spero di avervi emozionato almeno un po xd
il riferimento a Metatron riguarda una puntata di Spn, la 9 x18 in cui Metraton scrive con la macchina da scrivere sfruttando il potere della tavoletta angeli. e si credeva il nuovo Dio, divertendosi a inventare storie e aveva fatto credere a Castiel di vedere Gabriel...

(ringrazio Teamfreewill per avermela ricordato in privato xd )  

ciaooo e ancora grazie per aver seguto! 
 

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