Recensioni di GladiaDelmarre

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Così crudele e accecante - 02/02/20, ore 15:19
Capitolo 1: Così crudele e accecante
Gellert è davvero fragile. Hai ragione. Costruisce le sue sicurezze solo sul suo potere, sull'immagine che da di sè agli altri. E' inquietante, a volte terrorizzante. Questa è una parte forte della sua personalità, senza dubbio l'unica che può far vedere. Non si accettano debolezze da un uomo come lui, e lui è il primo a non volerne.
La repressione dei ricordi e dei momenti con Albus non può funzionare e sconvolge i suoi equilibri, perchè le sue fragilità riemergono tutte, lo invadono come una marea, al suono di una canzone cantata da una ragazza sciocca e vana. Bastano quelle poche parole per trascinare Gellert indietro di anni, suo malgrado, a un momento in cui forse si conoscevano poco, lui e Albus. Il ricordo di un attimo di felicità e serenità, miste a quel tocco di dolore e malinconia che sono date dalla gelosia immotivata per l'amore che Albus prova per Ariana. C'è così tanto amore in lui da desiderare ogni singolo abbraccio, ogni singolo bacio di Albus. Ogni tocco, ogni attenzione. Il suo non è un amore "sano" in qualche modo, perchè lo rende ossessivo e, ovviamente, altrettanto fragile.
Il troppo amore gli stringe il cuore, lo rende schiavo, dipendente, come se si trattasse di una vera e propria droga. Gellert non si disintossica mai. Nemmeno a distanza. Nemmeno quando lui e Albus si trovano da due parti diverse. In qualche modo nemmeno Albus, ma la scelta è stata sua, quella di separarsi, e lui quindi ha dalla sua parte la certezza del fare la cosa giusta, la sicurezza dolorosa della necessità di quella separazione. Gellert (e di questo ne abbiamo già parlato), è quello abbandonato. Non può comprendere appieno le ragioni, e sebbene penso abbia provato a sostituire il dolore e l'amore con la rabbia, alla fine gli basta una piccola menzione e un ricordo per farlo ricadere in quel piacere e quella dipendenza. Tanto dal non riuscire a uccidere quella ragazza, causa di quel ricordo. Semplicemente perchè in quel modo è entrata a farne parte, anche senza nessun diritto.

Le tue storie sono sempre così ricche. Dovrei davvero parlarne a lungo, e di persona, perchè scrivere recensioni (sebbene io provi ad essere accurata), a volte credo non mi basti. Il background comune che abbiamo forse mi rende la comprensione un poco più semplice, e mi fa sentire vicina.

P.S. ho adorato la frase di Memorie di una Geisha con cui inizi: uno dei libri che mi è piaciuto davvero tantissimo, e ho sempre pensato che quella frase fosse perfetta.

A presto <3
Recensione alla storia Vide cor tuum - 24/01/20, ore 13:42
Capitolo 4: Cor cordium
Mi sono presa TANTO tempo per trovare le parole. Ho letto questa storia qualche giorno fa, e l'ho riletta. E riletta.
La cosa strana è che io stia andando a ritroso nei tuoi scritti, e questo mi da la possibilità di scoprirti in un modo differente. Come andare a levare strati e arrivare al cuore e all'osso di quello che è il tuo canon.

Avevi dato un congedo, e invece sei ancora qui. A regalare pezzi di cuore. Sono davvero felice che tu abbia continuato, perchè altrimenti sarebbe stato più difficile scoprirti.

Il congedo per te era sia fisico che metaforico, perchè qui Gellert congeda se stesso dalla vita. Arriva alla fine, con una serenità data dalla lunga esperienza di vita, e la certezza di trovare dall'altra parte l'amore della sua vita. Albus lo ha preceduto, e in questo, sebbene ci sia dolore nel momento della morte, rassicura dalla parte opposta. Proprio per questa sicurezza, per questa immagine che lo accoglie a braccia aperte di un Albus tornato giovane, nei tempi in cui si erano amati furiosamente e dolorosamente, pieni di passione e di fame per loro stessi e per la vita.

Albus che lo abbraccia è un presagio, un preludio della fine. Lo riporta a casa, dove è il suo posto: vicino al suo cuore. Tra le sue mani.

C'è una enorme poesia in tutto questo, e la fede in una vita dopo la morte che riappiana tutto, porta equilibrio, reca finalmente pace. E' un dono che rende liberi. Ho trovato splendida la menzione alla purezza e alla rosa bianca che Gellert tiene tra le mani. Il cuore di Albus è tornato dove, appunto, deve essere.

E' incredibilmente delicato il modo in cui descrivi un momento tanto difficile, che però non riesce a rendermi triste. Vedo solo l'avvicinarsi di un premio, di una fine che reca in sè un nuovo inizio. Come la fenice appunto, simbolo di Albus e parte della sua bacchetta magica, Albus non muore davvero, e con lui anche Gellert. In questo, lo splendore rappresentato dall'amore che provano, forte e indissolubile, è qualcosa che li lega al di là di tutto.

Una conclusione che è giusta ed equa. Si può aver fatto del male, ma Gellert non è un archetipo del male come Voldemort. Gellert ha travisato, ha sbagliato, ma ha conosciuto amore e passione, desiderio e perdono. E sono quelli che lo portano a una fine tanto serena, tanto agognata, tanto bella.

Non so davvero come esprimere l'emozione che mi hai dato. Sei piena di magia, tu, anche senza che una bacchetta ti abbia mai scelto. O forse si, e noi non lo sappiamo.

Grazie <3
Recensione alla storia Come lacrime da una stella - 16/01/20, ore 13:40
Capitolo 1: Nights in black satin
Credo che qualcuno dovrebbe inventare nuove parole di lodi, quelle che ti ho già scritto non mi bastano più.

Perdonami, ho lasciato per un attimo Vide Cor Tuum perchè ero curiosa.

Hai quindi scritto una poesia d'amore. Un canto, un lamento disperato e struggente di Albus per Gellert.
Leggo consapevolezza del distacco. Della mancanza, dell'assenza. Tanto che Albus riesce a sentire la presenza di Gellert ovunque, in ognuna delle piccole cose, dei gesti quotidiani, degli incontri casuali e delle risposte date per convenienza, della bellezza attorno a sè, del terribile vuoto che sente.
Questa assenza è tangibile, palpabile, assordante. Tanto da soverchiare e coprire ogni altra sensazione. E' terribile, ma ci si aggrappa nonostante tutto, perchè lasciarla andare è impossibile.

Forse non ti ho ancora mai scritto quanto sia meraviglioso che tu abbia usato dei soprannomi per loro due, che loro stessi usano tra loro. La trovo una cosa meravigliosa, intima, appassionata. Una cosa che fanno gli innamorati, e quindi splendida perchè racconta in qualche modo di un attimo incredibilmente privato a cui siamo ammessi perchè tu ce lo rendi possibile.

Tu parli di Albus e Gellert come se fossero una sorta di emanazione di te, li hai interiorizzati tanto profondamente da viverli, respirarli, e quello che leggo del tormento di uno o dell'altro passa da te, dentro di te, contaminato da come tu sei. Leggo tanto di te in tutto questo, e immagino quanto ricco sia il tuo mondo interiore, che popoli di un amore così immenso, un amore incredibile e oltre la morte. Ogni volta mi commuovi perchè anche solo sognare un legame così (e a maggior ragione, sapergli dare voce e rendergli giustizia) è qualcosa di unico.
Grazie <3

Spero che tu decida di continuare questa raccolta, ad ogni modo. Sai che ti seguirò anche qui <3
Recensione alla storia Vide cor tuum - 12/01/20, ore 14:50
Capitolo 3: Ma nel cuore nessuna croce manca
Aspettavo questo momento.
Un nodo fondamentale della vita di Albus, e di riflesso, anche di quella di Gellert. Sono felice che tu ne abbia scritto, perchè credo sia davvero il punto focale della loro storia.
Una storia che inizia come un amore dirompente e sconfinato, e non termina mai: si trasforma soltanto, in un amore disperato e oltre la morte. C'è un'immensa differenza tra le due fasi. Il desiderio non manca mai, ma muta in qualche modo. Se prima era un balsamo, una droga leggera, magari un oppiaceo per i pensieri, dopo diventa come eroina, da assuefazione e distrugge allo stesso tempo.

Il dolore di Albus si riflette, riverbera, è come un'onda di marea: finchè monta è terribile e annega tutto, ma i veri danni li fa quando si ritira, perchè trascina via, strappa, devasta quello che si era costruito. Ancora non lo sa, Gellert, ma c'è l'ombra di un presagio. Per questo Albus chiede, mille volte, quanto lo ami. Ha bisogno di conferme, ha bisogno di sapere che lui lo ama, perchè lui non può più amare se stesso, distrutto com'è dai sensi di colpa. E' per questo che non accetta Gellert nel suo cuore in questo momento, perchè è solo pieno di rabbia.

C'è amore e odio e disperazione in tutto questo, un misto di emozioni che mi prendono la gola, mi lasciano senza fiato.

Forse uno dei pezzi più belli che tu abbia mai scritto.
Recensione alla storia Vide cor tuum - 10/01/20, ore 15:33
Capitolo 2: Ascolta come mi batte forte il tuo cuore
Parto subito col dire che se mi citi Jane Eyre io ti offro il mio cuore sanguinante su un piatto d'argento. Prego, qui ci sono le posate, fanne quello che vuoi. E' uno dei miei confort book, l'avrò letto almeno dieci volte. Quella è al storia di uno dei più begli amori di cui abbia mai letto.
QUINDI.

Come già nel capitolo precedente ti ho scritto, la prosa qui è forse meno lirica, nonostante tu utilizzi sempre termini ricercati. Ha un qualcosa di più colloquiale, in qualche modo. Le interazioni tra Gellert e Albus sono espresse anche con le loro stesse voci, oltre che dalle loro anime e dai loro pensieri. Questo mi permette di vederli in un modo un po' diverso, forse più umano. Loro sono umani, come abbiamo fià detto più volte, ma in altri tuoi scritti avevano una connotazione più ultraterrena, quasi come fossero delle idee in un iperuranio mistico. Che poi queste anime fossero in grado di unirsi e di fare l'amore, in un certo senso è ancora più affascinante ❤

Qui invece sembrano appena più umani.
C’è la rabbia, il terrore del non riuscire più ad ascoltarsi, che in qualche modo trascina Gellert verso il basso. Come se queste sensazioni lo scuotessero dal profondo, facendolo tornare più insicuro, più debole, più bisognoso di attenzioni. E infatti “È solo dolore, che si aggiunge ad altro dolore, e il dolore di uno è il dolore di entrambi, ed è il dolore a ricordarvi di essere vivi, di essere uomini.”
Credo che il dolore sia un’esperienza totalizzante forse ancor più dell’amore, perchè coinvolge ogni cellula e ogni terminazione nervosa. La sofferenza distrugge più di quanto l’amore possa lenire, e penso che questo sia un punto importantissimo della loro storia: invasi d’amore e passione, la lontananza li stronca. Nel momento in cui Albus sceglie una strada diversa, Gellert viene bruciato, letteralmente, dalla sofferenza che spazza via gran parte della sua umanità. Albus mantiene una parte più salda, ma sappiamo bene come la sua non sia una vita priva di lati oscuri… anzi. Il suo stesso comportamento con Harry, in buona sostanza, ne è la prova. Anche in questo sono due lati della stessa Medaglia: Albus cerca di incanalare la sofferenza provata verso qualcosa di buono, mentre Gellert ci si abbandona, si lascia invadere, ci si crogiola dentro e la usa per disumanizzarsi. Tutto ciò che gli resta è il ricordo di un amore, un legame indissolubile, che va oltre la morte.

Un ultimo pensiero su come appena i due si riavvicinano e si baciano e possono toccarsi, il tuo stile risale di nuovo, libra sulle vette della poesia, e mi incanta di nuovo.

P.S. anche qui, Marion Zimmer Bradely, con I suoi fuochi di Beltane e le Nebbie di Avalon <3