Recensioni di Altair13Sirio

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Recensione alla storia Everything's changing, but... nothing will really change. - 17/08/23, ore 14:49
Capitolo 7: 07
Un capitolo difficile, pesante, che merita il giusto commento. Mi scuso per averci messo così tanto, l'estate si riconferma la stagione peggiore per me e la scrittura (e la lettura) ma anche se tra una pausa e l'altra volevo scrivere una recensione degna di un episodio tanto carico di emozioni, un episodio cruciale per la famiglia Simpson.

La mattinata passata da Lenny e Marge come se la notte precedente, con quegli sguardi amari che si erano scambiati quasi a compatirsi a vicenda, non fosse mai accaduta è quanto di più sconfortante potessi scrivere, almeno per come la vedo io, specialmente ripensando a cosa succede nel resto del capitolo... Credo che vederli conversare allegramente facendo finta di non avere entrambi mille problemi (e di non saperlo l'uno dell'altra) sia come indossare una maschera vecchia, sporca e rovinata, inutile, ma che non si vuole lasciar andare perché senza ci si sentirebbe nudi, si avrebbe paura... Perché è più facile che tutto rimanga così piuttosto che cercare di cambiare. E in fondo è il nocciolo dell'intera questione, questo qua...

Vedere Maggie fortemente legata a Homer è stata una sorpresa piacevole, nonostante tutti i guai che ne sono derivati. Devo sempre ricordarmi che, a causa dell'età di Maggie nella serie, abbiamo sempre avuto poche occasioni di vedere il suo legame con la famiglia, ma mi sembra di ricordare che la sua prima parola sia stata proprio "papà." E' una situazione rognosa questa: Homer è sempre stato assente e Maggie sente il bisogno di avvicinarglisi, Marge è sempre stata lì e il fatto che la figlia preferisca lui a lei la punge nell'orgoglio. "Perché vuole lui, che non c'è mai, e non vuole stare con me, che l'ho sempre curata e coccolata?" Proprio una brutta situazione, tristissima, ma così reale... E diventa ancora più difficile quando questi pensieri si tramutano in parole pronunciate ad alta voce, che feriscono come lame tutti i presenti.
Povera Maggie, che riceve il trattamento da figlia minore in una famiglia difficile e che ha perso la scintilla dell'affetto da tanto tempo. Si sente lasciata indietro perché i genitori sono anziani e hanno smesso di provarci, perché non può essere all'altezza dei fratelli e perché tra tanti problemi e complicazioni che sorgono in casa lei ci finisce in mezzo e viene trascurata... E in tutto questo, si avvicina al padre, si sente più simile a lui perché... Bé, anche lui è un nessuno, malvoluto, sciatto... Ma è sempre suo padre, e in tutte le sue imperfezioni - una cosa che ho sempre amato di Homer Simpson - ha sempre cercato di mettere i figli al primo posto (o di rimediare quando non ci riusciva.) E' stato poco, come vediamo nel finale di questo capitolo, ma anche se in un modo un po' troppo "romantico" i sentimenti che lo muovevano erano puri. E ora, con Marge debilitata e depressa, stanca, un Homer che continua ad avanzare allo stesso modo da tanti anni - a malapena e con tanti problemi da trascinarsi dietro - finisce per essere paradossalmente il genitore più presente e affettuoso.

Dopo tutta questa premessa è comprensibile la sfuriata di Maggie; un po' cattiva e dolorosa, ma sensata. Dopo del pianto con il padre, dopo essersi confidata, si è schiarita le idee e si è decisa: succede spesso di infervorarsi ancora di più, di essere più "sensibili" a certi stimoli e di esplodere con tutto ciò che si sarebbe voluto dire tempo addietro, tutto dopo essersi sfogati una prima volta. E' come aprire una diga che non si richiuderà finché non sarà passata tutta l'acqua.
E Homer si ritrova a cercare di fare la voce della ragione, pur sapendo di non essere mai stato perfetto né di avere le capacità per affrontare una situazione del genere. Mi sembra me, che cerco di sedare gli animi nelle discussioni tra mia sorella più piccola e mio padre, quando un tempo ero io quello che combinava guai e creava discussioni... XD

Mi ha fatto piacere vedere Moe, un personaggio che mi è sempre piaciuto nonostante non ci fosse niente in lui a cui ispirarsi... E' che lo trovo un buon amico per Homer, una persona con tanti rimpianti e anche un po' cattiva, ma nonostante tutto decente, come ce ne sono tante altre a Springfield, che cerca solo di tirare avanti. E qui si ritrova a cercare di fare da mediatore tra due amici sbronzi e sconvolti. Il riferimento poi all'amore che ha sempre provato per Marge è il tocco finale: lui è probabilmente quel tipo di persona che non esiterebbe un secondo a farsi avanti nel caso Homer e Marge si dovessero separare davvero, ma sarebbe per sempre tormentato dai sensi di colpa di aver "pugnalato alle spalle" l'amico e a quel punto farebbe la stessa fine di Lenny...

In tutto questo, il finale è deprimente, scoraggiante direi. Homer sa e sapeva già di non essere un padre e marito perfetto, sapeva di aver fatto soffrire tanto Marge negli anni, ma averne la conferma è ciò che lo ha ferito di più e sapere che probabilmente anche il resto del mondo sa già tutto (come il vicino sempre perfetto e ficcanaso, il suo migliore amico e collega che stava ospitando sotto il suo stesso tetto, le cognate spocchiose e sempre diffidenti, persino i mezzi conoscenti che incontrano lui o Marge per strada e notano i loro sguardi stanchi, spenti) è la mazzata finale a una storia drammatica che sembra senza uscita. Cosa può fare? Dopo aver provato ancora e ancora a cambiare, dopo essersi convinto di avere qualcosa di sbagliato in sé, di essere semplicemente un fallito destinato a ripetere gli stessi errori... La soluzione qual è?

Sei bravissima, non mi stanco mai di dirtelo! Tu giochi con i personaggi come se li avessi creati tu stessa, ti muovi nelle loro emozioni con esperienza e li rendi più umani che mai.
A presto!
Altair13Sirio
Recensione alla storia Everything's changing, but... nothing will really change. - 07/04/23, ore 16:32
Capitolo 6: 06 scheggia
Ai guai non fanno che aggiungersi altri guai...
Finalmente abbiamo un capitolo dal punto di vista completo di Homer e, come mi aspettavo, è stato un viaggio avvilente che non ha fatto che solidificare quella sensazione di ineluttabilità da cui sono afflitti i Simpson, mostrando che come Marge, anche Homer è incatenato a qualcosa fuori dal proprio controllo e in un certo senso il capitolo ridimensiona il problema, mostrando come Homer non sia che un'altra vittima del mondo ingiusto e spietato che, personificato dal vecchio amico Carl, va avanti calpestando senza alcun ritegno i più deboli.

Ancora una volta ho adorato la tua abilità nell'espandere i personaggi, soprattutto quelli secondari che in origine hanno avuto solo uno studio approssimativo o che si fermava alle apparenze. In questo caso abbiamo Lenny e Carl, i due inseparabili colleghi e compagni di bevute di Homer, ora due ex compagni separati dal lavoro, dalla freddezza umana... Mi fa tenerezza Lenny che chiede riparo a casa di Homer e poco dopo quando mette la coperta sulle spalle di una Marge esausta, letteralmente al limite. Ma cosa può fare se non continuare a comportarsi sempre nello stesso modo, si chiede? Homer ha un lavoro precario e che paga poco, ma è l'unica certezza nelle loro vite, lei non ha modo di metterci una toppa e le uniche persone con cui potrebbe provare a sfogarsi un po' la fanno sentire ancora più inadeguata, ricordandole tutti gli sbagli della sua vita e mettendo l'accento su come stia continuando a sbagliare non volendo abbandonare la vita che ha per una fioca speranza... Che poi il ragionamento di Patty e Selma non è completamente sbagliato, ma dalla loro posizione è troppo facile giudicare e ciò non porta alcun aiuto alla loro sorellina.

In tutto questo, ho trovato particolarmente indicativa la prima parte del capitolo, con Homer che continua a prendersela con tutto ciò che si ritrova tra i piedi: non solo ricorda molto il sé originale della serie, ma è anche l'immagine di ciò che è diventato in questa storia, un uomo stanco e arrabbiato che non può che prendersela con gli oggetti per le insoddisfazioni di una vita che da tempo ormai ha smesso di essere nelle sue mani. E credo proprio che questo sia un po' il punto di questa storia, arrivato a questo punto, tutti quanti o quasi sono a bordo di una automobile che si guida da sola e nessuno è in grado di cambiare la direzione.

E' un capitolo molto malinconico, non lascia molte speranze per il futuro a essere onesti, ma è scritto tremendamente bene e fa entrare in empatia con i personaggi da subito! Complimenti ancora una volta per il lavoro che fai, spero di poter leggere presto i prossimi aggiornamenti!
Altair13Sirio
Recensione alla storia Everything's changing, but... nothing will really change. - 26/02/23, ore 19:05
Capitolo 5: 05 hospital
Questa volta ci si rilassa (giusto un pochino) e si mettono da parte i guai della famiglia Simpson per dare spazio ad altri personaggi, personaggi secondari che hanno comunque sempre avuto un gran peso sulle vicende dei nostri protagonisti, qui approfonditi ed esplorati, trasformando così anche situazioni al limite dell'assurdo (tra un attimo ci arrivo) nell'altra faccia della medaglia; quello che apprezzo molto del tuo lavoro è che non cerchi di cambiare il passato, trasformando i personaggi in ciò che non sono, ma li evolvi e gli permetti di crescere presentando poi il risultato di questa crescita.

Nelson è uno dei personaggi più ricorrenti nella serie, troppo spesso visto semplicemente come il bulletto che prendeva in giro la gente, ma che se osservato meglio lasciava piuttosto chiaramente in vista un malessere da non poco: bastava vedere i suoi vestiti logori e la sua difficoltà nell'applicarsi agli studi per capire come ci fosse qualcosa sotto, ma anche con questo era difficile capire cosa. Onestamente non ricordo di aver mai visto degli episodi riguardanti una sua backstory, ma tu la lasci intendere chiaramente e anche senza di questo basterebbe guardare tutte le volte che Nelson ha mostrato la parte più dolce e umana di sé, costruendo quell'amicizia che dura ancora oggi con Lisa e che chiaramente ha gettato le basi per dei sentimenti non comuni da parte di lei.
È stato un incontro molto dolce quello tra Nelson e sua madre, ma è chiaro come ci sia ancora qualche sassolino nella scarpa... E va bene così, tra tutti i personaggi visti fino ad ora, Nelson è forse quello più felice: un po' ignaro di quello che gli succede attorno, ma comunque puntato sui propri obiettivi, deciso a migliorare giorno dopo giorno, e questo suo atteggiamento influenza chi gli sta attorno, ed è bello da vedere.

Ora il piccolo focus sui personaggi non presenti nel capitolo ma che ho apprezzato tantissimo ugualmente perché molto ben fatto! Cominciamo dal dottor Riviera, un personaggio in perfetto stile Simpsons, completamente fuori posto e mai serio, Nelson ci dice subito di averlo sempre considerato un incapace, raccomandato e mezzo scemo, salvo poi conoscerlo meglio; perché in una serie comica che si prende poco sul serio uno come lui ci può stare, ma è seriamente ai limiti dell'assurdo il più delle volte. Ecco quindi che entri in azione tu facendoci scoprire *perché* Nick Riviera è un bravo medico nonostante le strane occhiatine ammiccanti e le arie da sempliciotto che lo hanno sempre caratterizzato, l'altra faccia della medaglia, come dicevo.
Poi c'è Milhouse, un personaggio che ad occhio e croce direi che ha sempre avuto più spazio di Nelson, ma che mi ha sempre dato una brutta impressione... E evidentemente non ero l'unico, se qui hai deciso di dargli direttamente la nomea di stalker. Era il migliore amico di Bart, ossessionato da Lisa già da piccolo e con una famiglia difficile da gestire; se nella serie originale la sua immagine da bambino un po' strano serve da comic relief, qui si traduce perfettamente in giovane adulto problematico, tanto da fare venire i brividi a Lisa solo al sentirlo nominare, e a questo punto spero che non debba saltare fuori nella storia...
Infine altro focus su Terry, una delle gemelle che suonavano il sax con Lisa, presumo; onestamente questo personaggio è sempre stato troppo marginale perché potessi farmici un'idea personale, ma anche qui lo hai saputo definire in pochissimo tempo, attraverso i ricordi di Lisa. Terry, in poche parole, è un problema; ancora di più se dovesse rivelarsi una rivale in amore per la protagonista, che in tutta la sua ingenuità, sentendosi come quando era ancora alle elementari, stava cercando di farsi notare dall'amico e coinquilino, che però forse potrebbe essere totalmente distratto... È triste da immaginare, ma nei tag "angst" non è messo a caso...

Apprezzo ancora tantissimo l'attenzione data al personaggio di Nelson: diciamo che qui hai saputo dare il punto di vista di Marge nel capitolo scorso, in contrasto con quello più superficiale di Ned che non lo ha mai conosciuto meglio... È bello vedere tutte queste sfaccettature nelle tue storie!

Ti chiedo scusa per averci messo così tanto a passare, ho beccato una bella influenza e ho dovuto rinviare tutti gli scambi... Ma leggere questa storia è un toccasana! Sul serio, ogni volta che vengo qui si già che passerò una piacevole oretta o quanto sia, analizzando tutto ciò che hai da dire sui personaggi e andando sempre più a fondo nella storia.
Ti faccio tanti auguri di buona ispirazione, e complimenti per il capitolo!
Altair13Sirio
Recensione alla storia Everything's changing, but... nothing will really change. - 12/02/23, ore 01:30
Capitolo 4: 04 bagliore
*Ignora l'orario improponibile di questa recensione, non c'è niente da vedere qui...*

Una cosa a cui per qualche motivo non ho mai pensato è che solo adesso mi sono reso conto è che io non ho mai visto in che circostanze sia morta Maude Flanders. Ho sempre saputo che c'entrasse Homer e in un certo senso per me che le puntate dei Simpson le vedevo sporadicamente e da quando si era già arrivati a oltre la ventesima stagione, sono sempre stati più i momenti in cui era morta che quelli in cui fosse ancora viva... Così giusto per curiosità sono andato a cercare l'episodio in questione... E niente da dire, è scioccante come una cosa così tragica sia affrontata così con leggerezza, ma soprattutto è disarmante l'assurdità dell'incidente... Una circostanza simile ridimensiona tutto, non c'è da sorprendersi che la fede di Ned abbia vacillato dopo questo.

Marge a questo punto della storia è tornata a casa, prende delle medicine nuove (era prevedibile, ma è interessante vedere come ci dai questo dato attraverso la curiosità di Ned e il suo essere un po' impiccione) e vive ancora estraniata da tutto, sola nelle sue faccende e triste... Solo, "rallentata" come dice lei stessa. È un'immagine deplorevole, lo stesso Flanders è scioccato dalla sua presentazione; non per la trascuratezza, i capelli arruffati o i vestiti poco presentabili, ma perché anche lui alla fine si è accorto che quella luce nei suoi occhi, quell'ottimismo inguaribile che l'aveva sempre distinta, adesso non c'è più. E questo non fa che preoccupare il vicino, che però sa di poter fare poco per aiutarla; un po' qui Ned si comporta come una zia burbera secondo me, trattenendo un "te l'avevo detto" metaforico mentre giudica Marge in silenzio. E così per lei non ha altro se non parole di conforto, ma nel finale mostri chiaramente come lui stesso soffra ancora, e tanto, incapace di superare il trauma della scomparsa della moglie, aggrappato alla speranza un giorno di rivederla, che tutta la sua pazienza e la sua buona volontà non siano state invano.

Sai che quando Ned ha detto "anche io soffrivo parecchio per il lutto" mi sono bloccato un momento e ho pensato: "ma vuoi vedere che non ci avevo capito un c*** e Homer in realtà è morto?" XD
Poi è comparso russante e puzzolente di alcol, e allora si è rimesso tutto a posto. Perché in un primo momento non ero sicuro di aver capito a cosa si stesse riferendo Marge parlando con Flanders, e quella frase è stata come una secchiata d'acqua gelida!

Comunque basta mettere in mostra la mia poca comprensione del testo, adesso è il momento di parlare dei personaggi. Io non lo so come ogni volta tu riesca a stupirmi, un capitolo dopo l'altro sei sempre più brava! Partiamo da Ned, che secondo me descrivi alla perfezione.
Ned è candido, nel suo modo di parlare e nei gesti con cui si esprime; è un po' vittima di sé stesso e continua a mordersi la lingua (metaforicamente) quando pensa alla propria fede. Ma Ned è anche un po' maligno, un po' presuntuosetto per così dire; lui giudica e si considera moralmente superiore, e a volte lo è pure. Non esprime questo lato di sé, ma c'è e tu fai un ottimo lavoro nel mostrarlo! È proprio come se Ned Flanders lo avessi inventato tu!
E poi c'è Homer. Il padre di famiglia lontano dall'essere perfetto che "fa il suo", sbaglia ma ci prova sempre, quello che nonostante tutto vuole bene alla famiglia... Oppure no? Perché questo Homer sembra la parte più infantile, sciatta, repressa e abbandonata a sé stessa di quello che conosciamo noi; come se dopo anni a tentare di dimostrare al mondo che lui era più di quanto credessero, alla fine si sia arreso e ormai non ci creda più neanche lui. Lui ha la sua famiglia (cresciuta), il suo lavoro (appena passabile) nel crescere i bambini lo ha fatto, un lavoro mezzo decente ce l'ha e probabilmente fino alla pensione non lo perderà (forse), e la ricerca della felicità è stata sostituita da una dose di mera soddisfazione giornaliera situata sul fondo di una pinta, una chiacchierata tra amici al bar e una sonora dormita nel proprio letto, prima di ripetere tutto da capo, e poi di nuovo e di nuovo... Ma intanto al suo fianco Marge soffre e a lui non sembra importare nulla, è questo è tremendamente triste perché, anche se a modo suo, gli è sempre importato della felicità della famiglia.

Complimenti come ogni volta!
Altair13Sirio
Recensione alla storia Everything's changing, but... nothing will really change. - 15/01/23, ore 18:46
Capitolo 3: 03 I can't explain and I won't even try
Ok, lasciami sottolineare una cosa prima: il momento in cui Bart passa in rassegna i volti al pronto soccorso è TROPPO in-character! E' seriamente una scena che ti aspetteresti di vedere in un episodio dei Simpsons!
E' fantastico vedere come, tolto il filtro comico e fanciullesco di questi personaggi, una volta resi tuoi riesci comunque a non snaturarne il carattere, ma ANZI a renderli totalmente credibili come gli originali!

Ogni volta che torno a leggere questa storia, mi sorprendo di quanto sia piacevole! Sei bravissima e sai esattamente come sviluppare una trama che tenga il lettore incollato e desideroso di saperne di più! Sapevamo già che Marge avesse qualche problema, ma non sapevamo quanto grave; ora abbiamo la conferma del problema e la preoccupante prospettiva che questo non si risolverà tanto presto... Tutto ciò è snervante e triste, lascia incapaci di reagire.

La scena della corsa di Bart è stata veramente forte. Non solo per come tu l'abbia raccontata, ma anche perché ne hai approfittato per mostrarci i "segreti" del maggiore dei tre figli, con tutte le sue paure e le ansie nate dall'essere quel bambino che "non ha mai espresso il suo potenziale." Scrivi di Bart veramente bene, un attimo prima è tremendamente spaventato e in preda a un attacco di panico, l'attimo dopo sta addentando un tramezzino perché l'adrenalina gli è passata e pensa che non ci sia più nessuna emergenza; è frettoloso, è divertente, è davvero ben fatto! Sembra quasi che tu l'abbia scritto con l'intenzione di presentare un personaggio affetto da un deficit dell'attenzione, e Bart potrebbe benissimo rappresentare tale personaggio conoscendo la sua storia.

Sul serio, complimenti per questo capitolo, credo sia il mio preferito dell'intera storia e sarà difficile fare qualcosa di più forte... Ma in fondo c'è ancora da conoscere i pensieri di Maggie e Homer, sono sicuro che riuscirai ancora a stupirmi!
Altair13Sirio