Recensioni di Koa__

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Mio blu - 01/02/21, ore 20:02
Capitolo 3: Promesse
Ciao, eccomi a recensire stranamente a tempo di record (miracolo! Domani nevica proprio...) l'ultima parte di questa stupenda raccolta, che per altro ho già inserito tra le mie preferite e lì ci starà benissimo, perché l'ho seriamente adorata in ogni parola.

Questa storia conclude un po' il cerchio che avevi aperto con "Mio blu", ma in un certo senso si rifà anche alle storie precedenti, penso soprattutto a "Vide cor tuum" in cui viene mostrato un incontro che va al di là della mera fisicità e che è anche mentale. La promessa che qui viene sancita è un po' secondo me la chiave del loro rapporto, forse qui non hanno ancora stretto il patto di sangue che hai raccontato nell'ultima Drabble de: "Vorrei cantare il canto delle tue mani", però senza dubbio è un passaggio fondamentale per comprendere il senso di questa serie e quella che poi è l'essenza dei tuoi personaggi.

Ho già parlato approfonditamente del legame speciale che lega Gellert e Albus, del loro amore che è più che un sentimento fine a se stesso, più di attrazione fisica, è proprio l'essere e il diventare l'altra persona in tutto e per tutto. Sarà perché sono dei maghi potenti o forse, come dicevo anche nelle precedenti recensioni, perché sono proprio Soulbond, ma il loro stesso fare l'amore e farlo in questo modo, all'infinito e senza stancarsi mai, è diverso. Diverso dalle altre fanfiction che ho letto in generale su Efp, diverso il modo in cui ti approcci tu per prima a questi personaggi. Il tuo è uno scrivere molto costruito, nel senso più positivo del termine. Ci lavori tanto, e si vede. Da un punto di vista stilistico c'è tanto di passionale e istintivo, o almeno io percepisco gran parte della tua scrittura in questo modo. Ma poi condisci il testo con citazioni, riferimenti musicali più o meno evidenti, ma ben presenti. Lavori da anni a questa serie, arricchendola di tanti piccoli dettagli e si vede tutta la passione e l'amore che provi per Silente e Grindelwald. Portare avanti un progetto come questo che non so se hai già conlcuso o meno, è impegnativo, lo so per esperienza. Quindi già per l'impegno che ci hai messo ti faccio i complimenti. In questa storia poi fai tirar fuori loro una passione indomita e selvaggia che finora non avevo mai percepito così intensamente. Non conosciamo l'antefatto, ovvero come sono finiti lì, ma come spesso succede nelle tue storie, certi dettagli pratici non sono importanti, quel che conta è il qui e ora! Perché è ciò che sono li porta a farlo per terra, a non rendersene conto e a non pensare a nient'altro, nemmeno a quel futuro che presumono ci possa essere, ma che lasciano fuori dalla porta assieme a tutto quanto il resto. Non pensano all'universo che c'è fuori, a nulla. L'universo ce l'hanno dentro quella stanza e tanto gli basta. Torna il Mio Blu con il punto di vista di Gellert che accoglie tra le proprie braccia un Albus assonnato e pigro, ma ancora voglioso. Il Mio blu è tutto lì, è uno stupendo concetto che racchiude alla perfezione l'idea che l'altra persona sia il tuo universo, il tuo "Blu" infinito appunto. Torna tutto quanto, in quest'ultima fanfiction. Le storie sensoriali e molto intense che ti contraddistinguono, l'emotività volubile di questi due personaggi che parlano e flirtano come soltanto loro riescono a fare... Questa raccolta però ha in sé qualcosa che sa un po' di cambiamento, è stata diversa fin dalle prime righe di "Mio blu" e lo è fino alla fine. La promessa a cui acennavo prima è quella di non lasciarsi mai davvero e non è una frase retorica, è un sancire qualcosa con l'anima e il corpo. Ed è questo l'elemento che spiega tutto quanto, questo legame profondo che va al di là di tutto e che sa molto di quella stessa magia d'amore di cui Silente parla spesso in Harry Potter e che poi è la chiave dei sette libri. Per me è quel tipo di magia lì, è la stessa che lega i tuoi Albus e Gellert, quella che intuiamo in "Miraggi" e prima ancora in tutte le storie precedenti. Qui semplicemente le dai un nome, una definizione più precisa. Ciò che li lega diventa palpabile e concreto e deriva da una magia impalpabile, che non fai con la bacchetta. Non c'è un incantesimo per formularla. Devi amare in questo modo e basta. E qui succede, c'è questa promessa e a cosa porta ce lo mostri alla fine.

La morte di Silente è sempre uno dei momenti più drammatici della serie. Con tutte le morti che ci sono state, per me non è la più insensata, ma è la più dolorosa. Tu ce la descrivi, non per la prima volta oltretutto, mostrandoci il come la vive Gellert. Lui lo sente, è ovvio che l'abbia sentito. Come poteva non farlo? Patto di sangue o meno, il legame tra loro c'è e ci sarà sempre. Se lo sono promesso e così è stato. La tua storia finisce nel 1997 (a proposito, anche io avevo sempre pensato che fosse giugno, essendo già finite le lezioni!), ma lascia sottinteso quello che c'è stato in tutti questi anni. Lontananza, certo. Separazione. Ma anche un qualcosa di più, un trovarsi mentale, il sentirsi costantemente. Direi che più che finire con la tragica morte di Silente, questa storia finsice con la certezza che sia tutto vero e non soltanto una promessa tra ragazzi. Questa idea, a me personalmente, ripaga di tutto l'angst possibile e immaginabile.

Andrò certamente avanti, intanto mi salvo la prossima storia da leggere.
Alla prossima.
Koa
Recensione alla storia Mio blu - 31/01/21, ore 20:22
Capitolo 2: Miraggi
Ciao, allora... per fortuna oggi un paio di momenti di tranquillità sono riuscita a ritargliarmeli per lasciarti un paio di impressioni perché, e specie su questa storia, ci tenevo davvero tanto. Ricordo, a memoria e vagamente, il periodo in cui postasti i link su Facebook o comunque ne parlasti lì, di questa raccolta e ricordo anche che mi incuriosì. Ma purtroppo sono arrivata tardi, avrei voluto davvero godermi prima questa stupenda storia. Che mi ha sorpresa, sì, mi ha sorpresa tanto.

Lo dico senza offesa alcuna, al contrario, ma quando leggo qualcosa di tuo so più o meno cosa aspettarmi, mi oriento dai tuoi scritti passati su quali corde andrai a toccare, come sarà strutturata la storia, la trama, eccetera... Diciamo che posso dire ormai di conoscere il tuo stile e il tuo approccio a un testo, ma questa storia è diversa e io non me l'aspettavo. Ieri sera ero a letto e dopo "Mio blu", trovo questa. Inizio a leggerla, prima forse un po' confusa (anche se avevo intuito subito il pov di Albus perché è diverso da quello di Gellert in alcune piccole sfumature), dalla presenza di questa ragazza che fungeva già di per sé, e già solo perché era presente, come elemento di novità. Ogni tua storia su di loro è focalizzata al cento per cento su Gellert e Albus, cambiano i contesti, gli anni, la concretezza fisica di quello che stanno vivendo, ma al centro della scena ci sono sempre loro. Al massimo è la natura a essere presente, l'universo entra nella loro stanza, ma è solo questo. Diciamo che è un'influenza poetica molto forte, Pavese, che citi spesso, scriveva un po' così. Con l'universo in mano, pronto a tirarlo fuori, ecco per te è la stessa cosa su Silente e Grindelwald. Qui invece arriva Adelaide e spacca i ritmi della narrazione, tira fuori altre cose e quelle sensazioni che ti hanno un po' contraddistinta ai miei occhi, cambiano radicalmente diventando altro. Ieri sera, leggendo, il mio interesse aumentava a dismisura al punto che non sono riuscita a staccarmi dalla lettura fino alla fine, e anche allora mi è rimasto addosso un senso di stupore che leggendoti non avevo mai provato prima. Come dicevo, ormai so che quando ti leggo troverò storie molto sensoriali e intense da un punto di vista emotivo. Introspettive, certo, ma data la brevità che di solito contraddisingue i tuoi scritti (mediamente, ho notato, anche grazie al tuo contatore molto puntuale che sono tutte sotto le mille parole) e questo fa sì che ci sia introspezione psicologica ed emotiva, ma che questa non vada a fondo. Qui lo fai. Sarà la lunghezza, sarà che la storia stessa è stata impostata in un'altra maniera, ma questa storia va a fondo nella mente di Albus e la scorpora, pezzo dopo pezzo tirando fuori le sue contraddizioni, la sua solitudine, il suo sentirsi come mancante di un pezzo, ma soprattutto tira fuori il suo amore totalizzante che non può nulla nemmeno contro la ferma volontà di voltare pagina e di cambiare vita, magari con un'altra persona. Come dicevo nella recensione a Mio blu, la loro non è la storia di una cotta adolescenziale. La Rowling stessa differenzia il tipo di amore tra Silente e Grindelwald da quello degli altri studenti di Hogwarts, pur avendo più o meno la stessa età li mette già lei su due piani diversi, facendo intuire semplicemente da racconti di altri, quasi per sentito dire, che sono due cose diverse. Il loro non è un amore adolscenziale e superficiale, sono due persone che sono arrivate a fare un patto di sangue e che dai due film usciti è chiaro che patiscano la reciproca lontananza. Il loro è un legame fisico e mentale che posso spiegare solo pensando alle anime gemelle. Di soulbonding, per riprendere la tua idea messa per iscritto se non sbaglio Supernova.

Come dicevo, Adelaide è l'elemento di rottura. Ce la descrivi come una ragazza, seppur giovane, tanto talentuosa d'aver attirato l'attenzione di un genio come Silente. Sappiamo che a Silente piace insegnare, io credo che il modo in cui ha impostato Howgars sotto la sua presidenza, sottolinei molto bene il fatto che lui ami l'insegnamento. Quindi si può anche pensare che l'interesse per questa ragaza sia legato a questa sua "vocazione", diciamo così. Ma così non è, pare che Albus abbia la ferma intenzione di spingersi a qualcosa di più e lei lo ha capito. Perché ce la descrivi come molto intelligente, anche. Lei è perfetta, non ha niente che non vada e con Silente farebbero anche una bella coppia. Ma più vai a fondo dentro la mente di Albus, più scorpori pezzo dopo pezzo tutto quello che prova, più ci rendiao conto che non è la perfezione che Albus vuole. Questa ragazza bella e intelligente, anche molto capace e con un futuro di sicuro molto roseo davanti a sé, non è quello che lui vuole. E lui lo sa già. Perché questa non è una storia in cui Silente capisce quello che vuole e se lo va a prendere, è una storia in cui Albus si ricorda quello che ha sempre desiderato e che desidererà sempre, e lo accetta. Non è bello, non è roseo, non è un amore limpido e non c'è un finale felice. E Albus è troppo intelligente per non saperlo, eppure non può fare a meno di amare Gellert, non può fare a meno di sentire la propria voce dentro la sua mente, che fuge quasi da coscienza. Non può farne a meno perché il mostro mitologico esiste davvero, ha due teste, ma una sola anima e Silente ne è consapevole.

Quasi mi dispiace per la ragazza perché era chiaro che ci aveva creduto, a questa relazione (che non trovo affatto scomoda o altro, che era maggiorenne era evidente dal fatto che l'avevi collocata all'ultimo anno e poi siamo nel '10, Silente non deve avere molti più anni di lei, quindi su questo capisco i tuoi dubbi, ma mi sento di rassicurarti). Ma forse se l'avesse baciata o anche solo incoraggiata, l'avrebbe probabilmente illusa e questo sarebbe stato persino peggio.

Il finale l'ho adorato e mi ha sorpresa tantissimo per le implicazioni che porta con sé. Ero convinta che avresti concluso con lei che se ne va via, e Silente che rimane da solo e invece Grindelwald arriva. Cioè lui ha preso il treno ed è venuto fino a Hogwarts. Fisicamente, questa volta. Non c'era nulla di mentale, in quella scena di sesso a cui hai accennato. E l'idea che sia venuto fino a qui mi ha fatta impazzire, perché lui ha sentito tutto. Sarà il patto di sangue, sarà che sono soulbonding o una sola mente e un solo cuore. Ma lui ha sentito i pensieri di Albus e i suoi sentimenti e in un certo senso è venuto a metterlo in riga. Lo ha riportato sulla retta via, che poi retta non è. Il loro non è un rapporto perfetto o di puro amore come, ipoteticamente, lo sarebbe stato quello con quella ragazza. Al contrario è un sentimento contorto, vissuto con la certezza che non potrà mai andare bene. Ma che pure viene vissuto perché non c'è altro che entrambi possano fare, è come se non avessero alcuna via di fuga e per certi versi neanche la volessero. Intenso, di certo. Finora la tua storia che ho preferito in assoluto tanto che metterò senz'altro la raccolta tra le preferite perché merita assolutamente di starci.

Piccoli bonus, senz'altro la citazione a Pavese. Di nuovo, io adoro questo autore e le tue citazioni mi hanno fatto venire voglia di rileggermi qualcosa. Poi, non so se ti sei immaginato Albus con il suo aspetto da giovane, forse sì se si considera l'anno, ma io non riuscita a fare a meno di vedermi un giovane Jude Law in queste parole. Sarà per il fatto che sono a Hogwarts, non lo so. In effetti penso che nella tua mente ci siano sempre gli Albus e Gellert più giovani rispetto a Depp e Jude Law...

In conclusione, davvero, mi dispiace essere arrivata così tardi a leggerla. Ora non mi resta che l'ultima storia, la recupererò al più presto, intanto tantissimi complimenti per questa.
Alla prossima...
Koa
Recensione alla storia Mio blu - 31/01/21, ore 10:19
Capitolo 1: Mio blu
Ciao, ti avevo detto che avrei provato a passare un po' più spesso e infatti eccomi qui! Ieri sera ho letto le prime due storie di questa raccolta, confesso di esser stata folgorata dalla seconda e che ero tentata di recensire prima quella, ma prima mi fermo qui un momento per lasciarti qualche impressione a freddo.

Anzitutto lasciami dire che la scelta di "Mio blu" non soltanto come citazione legata al testo, ma proprio come parte integrante diciamo pure della caratterizzazione di Gellert, con questo suo modo di chiamare Albus, è stupenda. Ammetto che non conoscevo questa poesia, sono andata a fare qualche ricerca stamattina prima di recensirti perché volevo capire se il significato che avevo colto io leggendola era indovinato oppure no (curiosità personale, lo confesso). Ho letto di questa idea che il "Mio blu" sia un po' l'universo di qualcuno, che alla fine era un po' anche la mia. Mio blu inteso come tutto quello che esiste di bello, di vita e di morte, tutto e anche oltre. Talasciando il fatto che calza a pennello con Albus e con il colore dei suoi occhi, ma è proprio stupendo il concetto e per loro due è a dir poco perfetto. Soprattutto per come hai deciso di descriverceli e di caratterizzarli.

Questo punto di vista di un Gellert che è oltre l'essere banalmente innamorato, ha proprio trovato quel "qualcuno" che lo fa sentire in pace col mondo, è ben fatto e molto profondo. C'è fluidità nella lettura e, nonostante il salto temporale, una certa continuità. Il perno di tutto è Gellert e i suoi sentimenti, quello che c'è dentro di lui e che brucia per Albus. Nella prima parte sono insieme anche fisicamente, nella seconda (tenendo sempre presenti le tue precedenti storie) non lo sono fisicamente, ma lo sono senz'altro nello spirito e nelle menti. Il concetto del "Mio blu" ritorna come un mantra. L'idea, che poi verrà ripresa con forse più intensità anche nella storia successiva a questa, è che non ci sarà mai nessun altro nella vita né di Gellert né di Albus. Nessuno potrà prendere il posto di quello che hanno avuto insieme. Anche se molto giovani, anche se entrambi avrebbero potuto classificare quello come un primo fugace amore giovanile e tentare qualcosa con qualcun altro, questo non li ferma dal viverlo in modo così struggente. Sia quando sono insieme che soprattutto quando sono separati, il loro legame si sente tantissimo. Ci sono sfumature differenti tra le due situazioni da te descritte, e qui rappresentate da quella vissuta nel 1899 e quella invece nel 1927. Nella prima parte, nonostante i due siano insieme, provano un amore talmente totalizzante e una voglia di restare insieme così intensa, che l'amore che provano assume connotazioni di disperazione. Sembrano due amanti condannati a morte che sanno di star passando la loro ultima notte insieme, da tanto è intenso ciò che dicono e ciò che fanno o pensano. Forse perché entrambi avevano supposto come sarebbe andata a finire? Forse perché avevano la certezza che sarebbe finito tutto in questo modo? Non posso saperlo, di certo c'è una consapevolezza che matura di storia in storia e che cresce dentro a questi personaggi. Nella seconda parte invece infatti è maggiore, la consapevolezza che provano. C'è sempre questa idea di un sentimento totalizzante, ma ci sono toni più amari e malinconici. Sarà per la separazione, di certo. Non per altro, ma io credo che entrambi soffrano più che l'idea di essere arrivati a odiarsi a vicenda, che patiscano proprio l'idea di dover restare separati l'uno dall'altro. Che sia il patto di sangue o che sia il legame che hanno, e che è indissolubile, poco cambia in effetti. Quel che è certo è che le sfaccettature di una stessa relazione che riesci a offrire sono davvero tantissime.

E poi, come ho detto, amo tanto l'idea che Gellert chiami Albus "Mio blu"...
Complimenti, appena posso passo anche dalla seconda storia.
Koa
Recensione alla storia Vorrei cantare il canto delle tue mani - 30/01/21, ore 20:20
Capitolo 7: Patto di Sangue
Ciao, avevo questa raccolta di Drabble da un bel po' nella lista di storie da leggere (più precisamente, dall'ultima tua storia che ho recensito), sempre nell'intento di recuperare tutte le storie sulla Grindeldore che hai scritto. In realtà ho letto già da qualche giorno, non starò qui ad analizzare tutte le Drabble nello specifico, ma volevo semplicemente dare un piccolo segno del mio passaggio.

Ognuna è una piccola poesia, non esagero nel dire che hai scritto delle perle stupende di una collana ancora più bella. A iniziare già dai titoli e dalle citazioni scelte, non credo di citarle tanto spesso nelle recensioni che ti lascio, ma lo faccio qui. Leggo sempre con attenzione tutte le citazione e i brani di canzoni che scegli, perché li percepisco come una parte integrante di quello che scrivi. Anche perché sono citazioni che hai specificatamente collocato per quella trama nello specifico, si nota il grande lavoro di ricerca che c'è dietro. Quindi solo per questo complimenti.

La scrittura è perfetta, ogni Drabble ha un equilibrio particolare. Descrivono momenti, sensazioni speciali... e tutto ruota, ovviamente attorno ad Albus e a Gellert. Ormai su di loro ho detto tutto quello che potevo dire, nelle tue mani prendono forma con molta più intensità di quanta io non li abbia recepiti sullo schermo. Dico davvero. La tua scrittura delicata e poetica, che a tratti mi ricorda Pavese (devo dirlo, anche se potrà sembrare esagerato a qualcuno, ci sono alcune Drabble di questa raccolta che ne ricordano lo spirito) e sappi che per me è un grande complimento, perché è uno dei miei autori preferiti. Ogni Drabble era molto sensoriale, Canto Notturno ammetto che è stata la mia preferita, con questa sensazione di quiete e la disperazione di un sentimento che viene fuori in maniera totalizzante anche in un momento di pace appartente. Pochissime parole, per descrivere quello che forse nemmeno in un poema si riuscirebbe a racchiudere. Mi è piaciuta moltissimo anche Patto di Sangue, già solo per l'idea che hai avuto di descrivere, in poche parole, quel momento. Già a iniziare dall'impaginazione tutta centrale e in corsivo, una scelta particolare e di sicuro d'effetto. E poi la sensazione che trasmette, si ha l'impressione di trovarsi di fronte quasi a una creatura mitologica. Un essere che un tempo era composto da due anime distinte, ma che ora si è fuso in una sola. Mi ha lasciato, ma questo vale anche per tutte le altre sulle quali non mi soffermo (ma sappi che le ho lette tutte quante), delle sensazioni molto positive.

Mi dispiace davvero procedere con così tanta lentezza. Vedrò di accelerare un tantino i ritmi, ma intanto tantissimi complimenti per il lavoro che hai fatto qui nello specifico, ma in generale per tutta quanta questa serie di storie stupende.
Koa
Recensione alla storia Vide cor tuum - 16/12/20, ore 20:35
Capitolo 4: Cor cordium
Ciao di nuovo, beh che dire?? Questa è indubbiamente la storia migliore tua che ho letto. Stupefacente, a dir poco stupefacente. Mi sono molto emozionata a leggerla e mi ha dato tantissime sensazioni, che al momento non saprei nemmeno come esprimere. Intenso, ecco, è stato intenso e lo è stato sin dalla citazione, I fiori del male, una mia lettura piuttosto recente che mi ha dato tantissimo e che ritrovare qui mi ha fatto molto piacere. Quelle prime righe, quella descrizione di Albus fatta dalle parole di Baudelaire è stupenda, indovinatissima tra l'altro e il modo in cui poi tu hai perseguito nei tuoi intenti, snocciolando una storia di tutto rispetto, lo è ancora di più. Al solito fai un uso straordinario dell'italiano, questo devo dirlo anche se a rischio di ripetermi, e lo utilizzi nel senso più ricco e completo del termine. Dal lessico, alle figure retoriche che utilizzi con una facilità disarmante... la lettura è scorrevole, ma non affrettata e di sicuro mai banale, neanche nella caratterizzazione e la gestione dei personaggi. E questa storia, questa raccolta, è stato un viaggio che sono molto felice di aver fatto.

Ecco, probabilmente se avessi letto questa storia quando l'hai pubblicata, mi sarebbe suonata un po' come un piccolo addio. Per me suona come un arrivederci a fra poco, ma a leggere le tue note suonava davvero come una sorta di piccolo addio. E devo dirti che ne ha tutta l'aria. Questo viaggio che ci fai fare nel quale assistiamo Gellert nel momento praticamente che precede la sua morte, e che soprattutto precede il suo ritrovarsi con Albus, inizia con una descrizione di un luogo meraviglioso. Che trasmette serenità e pura luce, e mi piace molto la tua idea che Nurmenrgard non sia solo ciò che ci è stato mostrato, ma che possa essere anche un luogo come questo. Luminoso, sereno, tranquillo, una sorta di paradiso in cui passeggiare. Un luogo dal quale Gellert non scappa, non fisicamente e anche se sa che la morte sta arrivando a prenderlo. Sembra non averne nemmeno bisogno né la voglia di farlo, tutto ciò di cui gl'importa è Albus. è come se lui fosse stata la costante di tutta la sua vita, anche nei passaggi in cui era un potente mago oscuro e cervava di portare Silente con sé, anche allora Albus era la costante della sua esistenza. E questo forse è stato una buona parte del problema. Incontrarlo probabilmente non ha cambiato la sua indole, ma lo ha portato ad amare in una maniera viscerale. E qui ce ne dai la dimostrazione. Le loro menti, unite in una, con le sensazioni che si mescolano insieme, i sentimenti forti come un tempo nonostante di anni ne siano passati moltissimi, è un'immagine che ho adorato. Accompagnamo Geller verso la morte, sì, perché Tom Riddle sta arrivando, ce lo dici tu molto chiaramente alla fine, sottintendendo che per Grindelwald si sta avvicinando la fine. Non è un passaggio drammatico però, al contrario lo hai fatto con molta delicatezza, lui stesso è molto sereno e credo che il fatto che nei suoi ultimi istanti di pace abbia visto Albus gli abbia dato la tranquillità necessaria.

Mi piace molto il legame che hai descritto tra Gellert ed Albus, che poi è stata il centro di questa raccolta. Questo amore totalizzante al quale nessuno dei due ha alternative... Ce lo fai vedere anche attraverso quel che dice e fa Silente, parla poco e più che altro agisce, un Silente dall'aspetto più giovane. Sembrano gli stessi ragazzini di un tempo, quelli delle tue storie passate che hanno vissuto un amore estivo dirompente e che poi non sono riusciti a fare a meno di allontanarsi, nonostante ogni cosa suggerisse sino a che punto fosse necessario. Il tuo venerare questi personaggi e questo rapporto, in questa storia è evidentissimo. Ne parli con reverenza e amore assoluti, ogni parola è una dichiarazione d'amore. I baci e i tocchi di Albus e Gellert sono una carezza dolcissima. E io sono davvero felice di aver letto questa raccolta di storie, sono arrivata in ritardo alla fine, ma l'importante è essere qui. Andrò di certo avanti con le altre, ma intanto voglio farti i complimenti per questa storia fantastica!
Koa