Senza neanche salutare.
"Mugolio". :D
Te l'ho mai detto (negli ultimi quindici secondi intendo, perchè prima sono già arcistrasicura di avertelo detto, ma sarà sicuramente passato troppo tempo e quindi te lo ripeto, perchè te lo devi stampare in testa) che la tua scelta di parole mi fa sempre impazzire perchè è sempre mirata e azzeccata? Ecco. "Mugolio", di per sè, è qualcosa piuttosto normale in ogni lemon, e non solo in quelle "di carta". E' una cosa che si fa in preda all'eccitazione, è un sostantivo che ci sta. Ma ecco, non ci sta, di solito, "ex abrupto", se prima non ci sono stati tanti sfrucugliamenti reciproci. Ed ecco perchè succede il miracolo: perchè tu, con una sola parola, ci hai fatto capire che genere di scena stiamo per leggere. Sarà una lemon, sì, ma non convenzionale: sarà qualcosa fra due persone con molta intesa sessuale, sarà qualcosa senza... 'regole'. Potremmo essere sul punto di leggere di due sconosciuti o di una coppia di lunga data, ma non importa: quello che importerà sarà la passione. Punto.
Ecco la tua magia: non hai mai bisogno di creare chissà quale contesto per un tuo episodio, tu riesci semplicemente a partire e raccontare e siamo già in lì, in mezzo alla scena, senza bisogno di altro.
"Minako fremette e non si preoccupò di spingergli la testa contro il viso, i capelli in bocca."
Di nuovo, passione. Frenetica, irresistibile. I capelli in bocca possono essere la cosa più fastidiosa del mondo, ma qui diventano la più erotica. Ci hai fatto leggere lemon di altri personaggi dove all'inizio, chi più chi meno, il "fare le cose bene" era quasi più importante dell'abbandonarsi all'altro. Certo, dopo un po' la frenesia e l'abbandono avevano - sempre chi più chi meno :D - conquistato tutte, ma all'inizio c'era quel timore di rivelarsi "troppo" o "troppo poco" per il proprio lui. Un istinto primordiale di autocontrollo, poi sempre più scemato con le scene d'amore successive... Ma pur sempre qualcosa che, un po', frenava la passione del momento. Cosa normalissima, del resto, quando ci si trova a concedersi per la prima volta a qualcuno, soprattutto se si ha l'intenzione di impegnarsi in un qualcosa di duraturo: è un artifizio che tanto prima o poi crollerà comunque, una volta approfondita la conoscenza reciproca.
Qui, questi "capelli in bocca" (di nuovo, tre parole, ma tre parole che suggeriscono molto di più) ci pongono di fronte a diverse strade: stiamo leggendo di una relazione che va avanti da parecchio, dove le etichette sono state abbandonate in nome di un coinvolgimento supremo? Stiamo leggendo di due persone per cui il sesso è effettivamente "tutto quello che c'è", dove non ci si premura di 'comportarsi bene' perché l'interesse per l'altro sarà sempre limitato a una parte ristretta dell'amore? Oppure - beh, lo sappiamo - siamo di fronte a qualcos'altro, a un'intesa fortissima che sfocerà in qualcosa di sorprendente? Per noi la risposta è facile, per chi legge senza conoscerti, no. Quasi invidio queste ultime persone, perchè con poche righe hanno un mondo di domande e curiosità, di fronte.
"Perverso", e il dialogo seguente.
Beh, è la tua scrittura che è perversa, qui. :D Ma è perversa in un modo giustissimo, perché non ci aspetteremmo altro, da una scena del genere. La tua descrizione del sesso, qui, è "meccanica", ma in un senso buono. Non è una lista della spesa, non è un decalogo dell'amante perfetto. E' una descrizione, cruda nel senso di asciutta, pura nel senso di essenziale. Non c'è da scrivere di unicorni di rosa e amore infinito, c'è da descrivere un rapporto mirato al godimento reciproco, e questo non può essere fatto senza usare una scrittura - appunto - "perversa". E, anche questo te lo sto per ripetere per la quinquaglionesima volta, tu SAI come si descrive una scena del genere. Sai come essere diretta, dettagliata, erotica, senza per questo essere volgare. Onestamente ancora mi chiedo come fai. :D La tua scrittura, come nel caso di Usagi/Mamoru, eccita tantissimo. Se di là potevamo giustificare un sesso apparentemente poco "sentimentale" pur sempre con un sentimento fortissimo e approfondito che di per certo sapevamo alla base di quello e di tanti altri momenti, qua non abbiamo... niente. Qua siamo di fronte a un incontro di corpi, ma non per questo sembra sbagliato. E - ci tengo a ripeterlo - non si ha questa sensazione perchè "ok, sono Minako e Shun, sappiamo che *spoiler spoiler spoiler spoiler* e quindi va tutto bene. Si ha questa sensazione perchè tu, descrivendo i loro gesti, spasmi, movimenti ci fai sentire una fortissima partecipazione da parte di entrambi. E qui, in fondo, abbiamo già la risposta a una delle prime domande: non sono due sconosciuti. Se fossimo di fronte a due persone che si sono appena incontrate, piaciute e che avessero deciso di fare un po' di sano sesso fra sconosciuti, non ci sarebbero "graffi per incitarlo, colli che si voltano per trovarla in un bacio, stimolazioni di ogni più piccolo nervo". E non ci sarebbero, soprattutto, "risate basse". Mi è venuto in mente il verbo inglese "to giggle", mi ha sempre fatto tanta tenerezza. :) Tu, con quella risata bassa (due parole, due!), ci hai fatto sentire tutta la grandissima intesa e coinvolgimento di questi due. Sono lì perchè lo vogliono entrambi, sono lì pienamente coscienti di vivere un qualcosa di poco definito, forse, ma qualcosa che è lì e che è solo per loro, DI loro.
"Era una fatica dirlo, la deconcentrava."
Minako che non vuole perder tempo e concentrazione mi fa morire. :) Questa volta non di tenerezza, ma di eccitazione. E di ammirazione, ancora una volta, per la tua "crudezza che non è crudezza". Stanno facendo una cosa, bisogna che sia fatta bene, non c'è tempo per le ciance. E poi Minako, molto probabilmente, sa di non aver bisogno di parlare, perchè poi Shun azzarda un paio di mossette che... beh, forse sapeva dove mettere le mani, ed altro. :D A questo punto, la certezza è infinita, se proprio non vogliono innamorarsi, che almeno continuino a quagliare per l'eternità, perchè non ci sarà modo - per nessuno dei due - di trovare qualcuno con un'intesa maggiore di questa.
Anche il dialogo successivo, quello a margine del cambio di posizione, è un gruppo di parole mirato solo... a quello. E mi piace, di nuovo, quel "non se n'era mai pentita". E quel "lo avrei detto io". E, soprattutto... "La risata la divertì", "lui appoggiò le labbra sulla sua guancia". Se anche - e non lo sono - fossero due estranei, li staremo già shippando tutti. :) E, di nuovo, non perché sono "Minako & Shun", ma perchè sono quei Minako & Shun lì, quelli che ci stai descrivendo, mostrando, presentando adesso. C'è così tanta aspettativa, per questi due, che tu per prima devi essere un po' terrorizzata di... rovinare qualcosa, nello scrivere la loro storia. Ecco (tanto lo so che tu, maledetta come sei, già avevi di questi dubbi): non li hai rovinati per niente, al contrario, a ogni nuova loro scena, ce li fai piacere di più. Finora erano "Minako & Shun", quelli del frappè alla fragola, quelli con la battuta pronta, quelli che intorno a uno "Stunning" ci hanno fatto sognare per mesi e anni. Ora sono Minako & Shun, quelli che a letto non hanno bisogno di parlare, quelli che si fidano l'uno dell'altro, quelli che hanno costruito un rapporto così profondo senza neanche sapere di averlo. E quelli che... si divertono. Ancora, noi sappiamo - per tutti gli *spoiler spoiler spoiler* - che questi si meritano TANTO un sorriso, una risata, un... giggling. Ma anche se non lo sapessimo, anche se Shun avesse una sorella, una nipotina, una famiglia normale, anche se Minako potesse amare come una persona normale... ci piacerebbero lo stesso, perchè il sesso, l'amore non sono niente se non sono uniti a due paia di labbra incurvate all'insù. E, tutto questo, senza neanche leggere l'ultima metà della one-shot.
"Vorrei poter abbracciare."
Ora, è ormai risaputo che io ormai vedo doppi sensi ovunque, ma... "poter". Magari in questo caso è legato solo alla costrizione fisica di Shun che le tiene l'avambraccio, ma... "poter", non "poterti". Minako sta continuando a vedere solo l'aspetto fisico di tutto quello che sono lei e Shun. Lei vuole abbracciare, non "lo" vuole abbracciare. Un abbraccio per accogliere un orgasmo è quanto di più possessivo e affettuoso ci possa essere: è un "vieni, adesso tocca a te, regalami tutto quello che mi hai regalato e sappi che... è un po' merito mio, che ti voglio tutto come un premio, per te ma anche per me". Nella mancanza di un pronome (due lettere, due!), Minako ha un po' allontanato l'idea di Shun, da sè. In quella semplice frase io ho letto anche un... "Vorrei poter abbracciare", inteso in generale, inteso come gesto rivolto verso... chiunque. E' un abbraccio questa volta possessivo, soddisfatto e soddisfacente, ma... non affettuoso: Minako si sta già allontanando. (sigh) E infatti "si bea della propria fisicità". Non c'è amore, non c'è affetto: non che non ne provi, nei confronti di Shun, ma... non è una cosa che voglia legare a quell'attimo. Quello è stato sesso, puro e semplice sesso: lei per prima sente il bisogno di confermarselo. Ma... non se lo vuole ripetere per autoconvincersene, lei ne è già convinta. "Minako rimase sola, senza rimpianti". Noi sappiamo che di mezzo c'è Venere, che c'è una maledizione, ma... Ci stupirebbe, forse, il contrario, dopo quello che abbiamo letto? La risposta, beh, è no. Questo era sesso, nè più nè meno: era fra due persone consenzienti ed entusiaste, ma... beh, si sta bene anche da soli (magari di meno). Tanto ci sarà una prossima volta, no? Perchè lamentarsi, quando sembra l'unica cosa che si possa avere?
Poi ci sono altri gesti che ci confortano: battute, risate, giochini.
Ma di nuovo, Minako ha paura che insiti in tutto questo ci siano "sentimenti che da principio non c'erano stati". Una conoscenza troppo approfondita. Domande che prima venivano taciute. Emotività, felicità che rischiano di far male a entrambi, ma più che altro a lui.
Minako è cosciente dell'effetto che sta avendo, è cosciente di tante sensazioni che anche Shun ha intuito, ma di cui lei preferisce non parlare. Shun sa essere sensuale e dolce, è un "preciso che non era altro", e le piace, ma lo ringrazia per darle spazio. Fanno un passo indietro entrambi, scherzano di nuovo. Poi, ci ricascano. E confermano le mie sensazioni. Non è sesso, non è amore, è molto più di sesso, è un po' meno dell'amore (tanto meno dell'amore, da una parte sola). Cura, attenzione, tutte cose che Minako non vuole, solo che Shun ha il coraggio di parlarne, lei no.
Però... è bello.
E noi sorridiamo.
Shun mi ricorda tanto Alexander di Acqua Viva, quando Ami lo lascia. Lui la riprenderà indietro senza chiederle cosa c'è che non va, semplicemente chiedendole di... amarlo. Shun sta facendo lo stesso: tutto, pur di avere quell' "amicizia in cui si trasmettono sensazioni". Shun è... perfetto, non siamo Shuntoiste solo per partito preso. :D Minako trasmette sì una grande tristezza, ma non fino in fondo. Perchè riesce a sorridere, di tanto in tanto, perchè nei suoi silenzi, nella sua ritrosia, nel suo bisogno di aria riusciamo sempre a vedere un appiglio. Una luce che continua a brillare in mezzo a voci imbarazzate e risposte non date: quella Minako che trattiene il fiato, che scatta in seguito a un contatto non pronosticato, che rifugge i baci come portatori di chissà quali sottintesi... Quella è una Minako che non aspetta altro che di... brillare. Sappiamo che lo farà - ci ripetiamo che lo farà - e lo sa anche Shun. "La animava un desiderio di essere, vivere e sentire così forte che se ne sentiva trascinato". Questo non è l'inganno di una Venere, di una Dea, questa è l'essenza di una persona che si butta anima e corpo in una relazione, per quanto essa sia solo un'amicizia condita dal sesso. E noi lo sappiamo, che la maschera non è affatto quella di una Minako esuberante, con la battuta pronta, con il sorriso a trentadue denti... la maschera è l'esatto opposto. La maschera è quella che viene indossata dopo l'orgasmo, la maschera è quel dialogo a letto in cui Minako si ritrae.
Lo sappiamo, ma lo percepiamo tantissimo anche da questa singola one-shot scollegata da tutto il resto, che un trasporto, coinvolgimento, passione del genere non si possono fingere, non si possono... indossare.
Quella è Minako.
E con quell'ultimo paragrafo, abbiamo la certezza su chi le toglierà quella maschera.
Shun sa che dovrà "riaccenderla". Per ora, "gli stava bene essere grato e basta".
Ma noi lo sappiamo, che un giorno quella luce splenderà più di una stella.
E sappiamo anche che dopo anni di buio, sarà una luce accecante, avvolgente, incandescente.
E l'interruttore è... lì da qualche parte, a un soffio di distanza.
E Shun lo troverà. E basta.
:)
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