Recensioni per
Confessions from a hospital room
di LubyLover

Questa storia ha ottenuto 39 recensioni.
Positive : 39
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
22/03/13, ore 22:10

Oh Lindsay *-* La mia donna preferita della serie :D
Io adoro quella puntata, mi fa sganasciare dalle risate tutte le volte che la vedo, per non parlare poi della faccia che fa Adam quando rimane imbambolato davanti alla bambola (scusa il gioco di parole)... A proposito, dov'è finito? Immagino che si farà vedere in futuro.
Comunque, tornando alla storia, Lindsay è veramente una grande, la adoro (si era capito?). E' forte e intelligente, che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno e prende le decisioni da sola, senza badare quello che pensano gli altri. In più, è dolce e tenera con tutti i suoi amici e una mamma perfetta per Lucy, nonostante il passato che ogni tanto torna a tormentarla e che avrebbe fatto impazzire chiunque altro. Secondo me hai azzeccato in pieno la sua personalità e, come al solito, hai fatto un ottimo lavoro ;)
Un bacio, a presto.

Recensore Junior
16/03/13, ore 21:58

Oddio, adoro quell'episodio e quella scena ** Quando l'ho vista la prima volta mi sono messa a ridere come una scema in camera mia xD
Comunque, tornando alla storia, io non sono una che capisce Mac alla perfezione e quindi non mi posso sbilanciare più di tanto; come hai detto tu, credo proprio che margheritanikolaevna sia la persona che meglio conosce questo personaggio un po' - tanto - complicato. Ad ogni modo, secondo il mio modesto parere, credo tu sia riuscita a tirare fuori un po' di quel lato oscuro che Mac cerca sempre di nascondere agli altri, anche se a volte si fa scoprire (e per fortuna oserei dire!). Leggendo questo capitolo, poi, mi è tornato in mente l'episodio 2x24 La sentinella, uno dei più angoscianti (almeno per me), quando alla fine Mac è in ospedale accanto a Flack e gli tiene la mano dicendogli di resistere. Che tenero, sembrava tanto suo padre **
Un ottimo lavoro, come al solito. E da te non posso certo aspettarmi niente di così ben fatto ;)
Un bacio, a presto.

Recensore Master
15/03/13, ore 20:45

Cara Luby, comincio ringraziandoti per il complimento, che in verità non sono certa di meritare del tutto... Leggendo il tuo capitolo ho fatto un vero viaggio dentro la testa - complicata - e il cuore - disastrato - del mio detective preferito: trovo che tu l'abbia tratteggiato meravigliosamente bene, come sarebbe piaciuto anche a lui, senza eccessi melodrammatici, nè sbavature.
Ci ho visto un Mac particolare, non quello delle prime stagioni (forte, saldo nelle sue idee, forse fin troppo...) quanto quello dell'ultima: un uomo ancora pieno di risorse, ma anche immensamente stanco, che inizia ad avvertire su di sè il peso delle troppe responsabilità. Stanco di una vita segnata precocemente dal dolore e il cui orizzonte è stato per troppi anni solo il lavoro, che si rende conto di non aver lasciato dietro di sè che una pila di casi irrisolti.
Perchè alla fine non importa essere il migliore nel proprio lavoro, nè il nemico numero uno dei criminali di NY, importa quale "eredità di affetti" ci lasciamo dietro, e quanto ciò ci "renda il sonno della morte men duro", per citare un'allegra poesia in tema... :)
Non so se riesco a spiegarmi: mi è sembrato che nel suo monologo interiore ci fosse sì l'angoscia per le condizioni dell'amico Don, ma anche un'angoscia personale, legata a se stesso e a come ha impostato la sua esistenza. E' come se contemplare il corpo esanime del collega lo avesse costretto a fare un bilancio, rendendosi conto che una cosa del genere sarebbe potuta capitare facilmente anche a lui... e, quindi, quante occasioni perdute, quante parole non dette! Anche quando si sarebbe potuto offrire ben più di una spalla su cui piangere, essendo già passato attraverso l'esperienza di un lutto straziante.Ma, come hai scritto tu, Claire andandosene si è portata via il sole, il sorriso e la spontaneità.
Tuttavia, ho avuto la sensazione che le sue riflessioni in qualche modo preparino il terreno all'arrivo di Christine nella sua vita e questa sensazione ha portato con sè anche il convincimento, non so se fondato o meno, che il finale di questo racconto sarà positivo e Don si risveglierà... non chiedermi perché, è solo una sensazione.
Ma io ci credo, mica sono Mac Taylor!
Grazie per questo bel capitolo, intenso e commovente.

P.S. per farti sorridere, sappi che mio marito mi prende in giro dicendomi che sono un panzer blindato che va avanti a testa bassa fino alla meta: in fondo Mac Taylot c'est mi! Anche se solo un pochino. ;-)

P.P.S. guarda che quando parli del killer della bussola c'è un "fossi" al posto di un "fosse"
(Recensione modificata il 15/03/2013 - 08:48 pm)

Recensore Master
09/03/13, ore 20:18

Già, cara Luby, immagino la difficoltà di scrivere a lungo e dettagliatamente di un personaggio come Sheldon che, sebbene abbia in teoria tutte le qualità per piacere (è belloccio, intelligente, fa anche il tipo sensibile e un tantino dannato alcune volte...), rimane sempre un po' in ombra e non riesce a venir fuori in maniera incisiva come altri personaggi. Non so, è come amorfo, senza una caratteristica peculiare che te lo faccia ricordare, nel bene o nel male.
Tra l'altro, caso vuole (o forse no, dato che come hai notato anche tu sovente capita che arriviamo alle stesse idee in tempi simili, quindi è evidente che ci influenziamo un pochino a vicenda) che anche io mi sia cimentata di recente con lui, ed effettivamente tirarne fuori qualcosa non è agevole.
Ma veniamo a noi: mi piace come stai costruendo questo racconto su un doppio binario, da un lato la narrazione di cosa è accaduto a Don (mai diretta, ma sempre percepita dal narratore di turno, che ci racconta un tassello dopo l'altro del mosaico) e dall'altro l'analisi dei sentimenti e dei pensieri dei personaggi al suo capezzale. Il che rende l'idea di una situazione ovattata, come deve essere una camera d'ospedale, e anche del limbo grigio e immoto in cui naviga suo malgrado il povero protagonista.
Trovo che tu abbia, ancora una volta, colto l'essenza del soggetto su cui hai lavorato: Sheldon è davanti a noi, con la sua intelligenza e la sua cultura che, però, non lo rendono ferreo e incrollabile come Mac, ma molto molto più vulnerabile alle emozioni. Tuttavia, anche queste sue emozioni appaiono come filtrate attraverso il velo della sua intelligenza e del suo sapere, razionalizzate... non so se riesco a spiegarmi.
Intensa anche l'interpretazione che il dottore da - cerebrale, proprio come lui - del comportamento di Don: io non sono certa che lui agisca veramente così, ovvero tenendo nascosto il suo sapere per lasciar che i cervelloni facciano bella figura, ma sono convinta che sia molto da Sheldon pensarla così.
Ah, mi sono ricordata una cosa: vedi che a otto righe dalla fine c'è un "sicoro" al posto di "sicuro"
Un abbraccio, alla prossima.
(Recensione modificata il 09/03/2013 - 08:21 pm)

Recensore Junior
09/03/13, ore 17:49

Sinceramente, nemmeno per me Hawkes è stato tra i miei personaggi preferiti. Non che non sia interessante come personaggio, anzi, però credo che abbia una personalità un troppo complicata per la mia mente sempliciotta xD
Comunque, direi che la tua descrizione rappresenta benissimo il dottore: sempre con la scienza per la testa e i suoi paroloni difficili da pronunciare che ci vuole mezz'ora solo per riuscire a dirli xD Vedi solo "benzodiazepine": ho impiegato almeno 5 minuti per capirlo! Per il resto - come ho già deto per il capitolo su Jo - credo che abbia centrato in pieno anche questo personaggio.
Non vedo l'ora di sapere chi sarà il prossimo, anche se punto su Lindasy ^^
Un bacio, a presto.

Recensore Junior
08/03/13, ore 18:02

Sinceramente, Jo non mi è mai piaciuta più di tanto. Forse perchè ero abituata a vedere Stella di fianco a me, ma non mi ha entusiasmato più di tanto il suo arrivo. Comunque, credo che la tua descrizione si abbini perfettamente al suo carattere: cerca di essere divertente anche in situazioni più o meno gravi, provando a sdrammatizzare un po' la tensione, ma è anche una donna che non ha paura a nascondere i suoi sentimenti come altri personaggi (vedi Danny) e, secondo il mio parere, a volte si lascia andare un po' troppo ai sentimentalismi.
Questa è solo la mia opinione, non voglio certo sminuire il tuo lavoro che è assolutamente fantastico, e si vede perfettamente quanta passione e voglia impieghi nello scrivere, proprio come me.
Intanto scappo a leggere anche il nuovo capitolo ^^
A presto.

Recensore Junior
03/03/13, ore 20:42

Come ti avevo promesso, mi sono ritagliata un po' di tempo per leggere ed eccomi qui a recensire. Certo che però sei sadica: povero Flack, è sempre lui a finire in coma! Vabbè che anche io non sono stata molto clemente con lui qualche volta, però... xD
Comunque, credo proprio che Danny sia il tipo da odiare gli ospedali (non oso immaginare che fatica abbia fatto ad andarci quando è nata Lucy xD) visto tutto quello che è successo in passato. Mi viene solo un dubbio: ma Louie è morto o no che non ricordo? A volte mi dimentico quello che succede negli episodi...
Ad ogni modo, vedere Danny che esterna i suoi sentimenti è un po' strano: di solito lui, insieme a Flack, è quello che passa direttamente all'azione e nasconde quello che prova a tutti - anche se Mac, ogni tanto, riesce a cavargli di bocca qualche parola in più. Nonostante questo, credo che quello che dice possa essere veramente il suo pensiero: davvero ben fatto, complimenti!

Recensore Master
02/03/13, ore 12:13

Sai, quando ho scoperto che questo capitolo era dedicato a Jo Danville i miei sentimenti sono stati contrastanti: curiosità da un lato, perchè è un personaggio che conosco poco e che è arrivato ex abrupto a prendere il posto di Stella, alla quale ero affezionata, come tutti. Dall'altro, un po' di diffidenza, appunto perché Jo non mi ha convinto granché, per quel poco che l'ho vista: sempre al massimo, col sorriso sulle labbra, capace di integrarsi in un battibaleno in un gruppo non propriamente facile, bravissima in tutto, anche fine psicologa (si veda cosa fa con il primo bacio di Adam Ross...), eccellente agente FBI nonchè moglie recalcitrante di un bonazzo a piede libero come il compianto Harmon Rebb di JAG. E poi, vogliamo parlare dl suo look da metallara estremista? Che neanche la figlia tredicenne si metterebbe quei cardigan informi e tutti quei ciondolini&ciondoletti da mercatino di Porta Portese... aridatece er taier (come dicono a Parigi)!
Insomma, ce n'è abbastanza per rendere Jo Danville non propriamente simpatica ai miei occhi.
Ma veniamo al tuo capitolo, che ha avuto il merito di farmi riconciliare in parte col personaggio: ho apprezzato l'accenno iniziale alla perdita di Stella (peraltro, credo che tu sul punto sia stata più delicata degli autori, che si sono sbarazzati di lei come sappiamo...) e mi è piaciuta l'impostazione sentimentale ma non lacrimevole della narrazione, in linea con lo stile della serie. Mi hai regalato una Jo più umana, più vulnerabile, con tutte le sue preoccupazioni da mamma (niente da fare, i figli sono un pensiero costante!), il timore di non essere bene accolta in un gruppo così affiatato (che non mi pare sia stato un aspetto affrontato nella serie) e parallelamente la felicità per esservi riuscita senz grossi problemi.
Mac che è, giustamente, uno degli uomini più efficienti del pianeta... anche adesso, con i suoi vuoti di memoria? Ma magari Jo non ne sa niente...
E dolcissime le considerazioni di Jo su Don: è così dannatamente Ic la sua voglia di abbracciarlo, aggirando i tubicini! Sono certa che l'avrebbe fatto davvero, in una situazione del genere.
E poi la cotta di sua figlia per lui, decisamente convincente... no? ;-)
Ma soprattutto il finale è stupendo e commovente, col riferimento - delicato - alla scomparsa di Jessica (ma la foto che aveva visto era quella di "Venti ore?", ti sei auto-citata!)e all'attenzione di Jo nel voler mantenere il loro rapporto di amicizia su un tono leggero, scherzoso, non troppo invasivo. Per quanto, sono certa che se lui avesse mostrato di volersi aprire con lei, Jo non si sarebbe certo tirata indietro. Dicevo... sì, la parte che più mi è piaciuta è che Don sia riuscito a far "confessare" a Jo i suoi sentimenti e le sue paure anche stando così, immobile, nel grigio del coma. Un'immagine dolce, struggente, che rispecchia il personaggio e la tua affezione nei suoi confronti.
Ti abbraccio, aspettando il tuo prossimo aggiornamento.

Recensore Master
22/02/13, ore 11:07

Eccomi qua, cara Luby, scusandomi per l'indegno ritardo. Avevo letto la tua storia l'altra sera al volo, ma ho voluto rileggerla con calma e rifletterci un pò su prima di lasciarti una recensione, dati lo spessore e la delicatezza degli argomenti che affronti.
Immagino non sia stata una ff facile da scrivere e non già perchè, come hai anticipato, non succede niente (ma è poi vero? magari non succede niente all'esterno, ma nell'anima dei nostri amici, nel loro cuore, ne succederanno di tutti i colori!), quanto perchè lo studio dei personaggi è difficile, specialmente se vuoi renderlo non fine a se stesso, ma attraversato da un unico filo conduttore, che in questo caso è Don e ciò che lui - i suoi gesti, le sue parole e anche la sua sola presenza - ha lasciato come traccia di sè nelle vite di chi gli sta intorno e gli vuole bene. Almeno, io l'ho inteso in questo modo...
Il racconto, ho l'impressione, va a completare il percorso narrativo che avevi cominciato con le tue ultime long e idealmente potrebbe inserirsi nell'una o nell'altra (dato che qui non sappiamo ancora se lui si sveglierà o meno...) raccontandoci un momento che lì non era stato descritto o, meglio, era stato descritto solo nel suo finale in "Venti ore".
Quali possono essere i pensieri di un uomo al capezzale di un amico che lotta tra la vita e la morte? Danny fa una sorta di bilancio - io l'ho letto così - della sua vita, letta tra i poli opposti di ciò che lui sarebbe potuto diventare (uno sbandato come il fratello, un uomo troppo severo e anaffettivo come suo padre) e di ciò che è diventato (un poliziotto, un marito, un padre felice). In mezzo c'è Don e ciò che ha rappresentato nella sua vita (insieme anche a Mac, diciamo la verità!) ed è come se Danny, senza dirlo esplicitamente, riflettesse su come il suo amico sia stato importante per le scelte che ha fatto, per il modo in cui ha saputo dare una svolta alla sua vita.
E poi Lucy, sì, perchè nessuno come i figli ti rapporta insieme con l'idea della tua mortalità - perchè ci sarà un momento in cui loro ci saranno e tu no - e della tua immortalità, dato che rappresentano la continuazione di te, in qualche modo un'eredità vivente che se ne va in giro per il mondo e continuerà a farlo anche quando tu non ci sarai più.
Alla fine, posso immaginare che sia per questo che Danny desidera per il suo amico non il ritorno alla vita in quanto tale, ma anche quel passo avanti nella vita che per lui ha rappresentato avere una figlia.
Vabbè, interrompo il mio sproloquio facendoti i miei complimenti per quest'altro bel racconto, che seguirò con interesse.
Un bacione, a presto.
(Recensione modificata il 22/02/2013 - 02:42 pm)

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