Recensioni per
In aeternum
di Nymeria90

Questa storia ha ottenuto 55 recensioni.
Positive : 55
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
04/11/13, ore 12:25
Cap. 19:

Un confronto diretto fra Ash e Jack. Sicuramente inevitabile, così come era inevitabile un colloquio chiarificatore fra Shepard e la biotica.
Devo dire che chi esce peggio da questo capitolo è proprio il comandante. E' un uomo tipico, sotto certi versi, nonostante l'eccezionalità come comandante e combattente. Sempre più spesso, nella letteratura come nel cinema, gli uomini finiscono per essere trattati in modo analogo a come hai fatto tu in questo capitolo. Soccombono, come figure, di fronte alle donne. Un po' come se si trattasse di figure a due dimensioni, in mezzo a tanti solidi affascinanti. Fanno da sfondo, diventano pretesto per raccontare cose importanti.
Mi sento razzista nel dover ammettere che condivido questo pensiero. Probabilmente è ingiusto. Anzi, sicuramente è ingiusto se lo si amplia a tutto il mondo maschile, eppure non mi vergogno a scrivere di credere davvero che, in generale, le figure maschili siano più semplici e meno profonde di quelle femminili. Ovviamente esistono eccezioni, ma il tuo comandante non fa parte di queste eccezioni. E' un uomo qualsiasi e lo sa bene anche Ashley, mentre forse Jack lo ha idealizzato troppo.
Sono due donne veramente bellissime, poste a confronto. Sono anche certa che chi si eleva maggiormente è Ash, ma se pure capisco le tue scelte (ti ho seguito fedelmente e ho finito per apprezzare la tua coppia Shpe-Ash), il mio amore per Jack non mi consente un paragone obiettivo. Per legge un giudice non può essere imparentato con le persone chiamate in giudizio e c'è un motivo evidente. Io amo Jack e credo che con Citadel è diventata la mia donna preferita, superando di gran lunga anche Tali.
Quella frase di Drake è vera e giusta. La condivido e la apprezzo, ma se fossi Jack avrei fatto una fatica bestiale ad accettarla tranquillamente. Poi, con il cinismo che so mi anima, penso che è meglio un amore che vive poco e si interrompe a uno che finisce per estinguersi naturalmente, trasformandosi magari in fastidio o noia. Pochi sono i rapporti che riescono a durare a lungo, come le favole di una volta lasciavano immaginare con quel "e vissero felici e contenti" e io non scommetterei mai sulla tua coppia, come esempio di felicità duratura.
A parte queste considerazioni, voglio comunque dirti che mi è piaciuto veramente molto tutto. I dialoghi, i pensieri, i gesti.
E' tutto estremamente verosimile ed in linea con i personaggi. C'è un lungo percorso introspettivo e il riconoscimento dei propri e degli altrui limiti. La saggezza e le miserie umane, mischiate inestricabilmente, come effettivamente accade nella realtà.
L'amaro che resta in bocca è doveroso. La rabbia che provo ancora anche, così come la tristezza.
E la fine si avvicina... e sono terribilmente dispiaciuta di dovermene rendere conto.
(Recensione modificata il 04/11/2013 - 12:26 pm)

Recensore Veterano
24/10/13, ore 11:37
Cap. 18:

Condivido appieno la tua idea di scrivere qualcosa che non sia mostrata nel gioco riguardo alla missione su Thessia. E' vero, spesso è possibile affiancare le immagini e la narrazione proposta dalla Bioware con apporti personali di rilievo, che restituiscono realtà e drammaticità alle immagini viste in gioco e ai dialoghi che abbiamo ascoltato.
Ma Thessia è densa di dolore anche nella versione originale. C'è il dolore di Liara e quello di Shepard, trattati con vera maestria. Sono così intensi che non si fa alcuna fatica a sentirli vibrare dentro di noi, mentre giochiamo.
Fin dalle prime righe di questo capitolo, che reputo uno dei più strazianti e commoventi che ho avuto l'onore di leggere in questa sezione, mi sono chiesta se le asari di cui stavi parlando avessero a che fare con la storia che ricordo. Quando ho letto di Sanctuary mi si è stretto il cuore, pensando che forse quella bambina e sua madre le avevo affrontate come banshee in quel posto infernale, che solo un dannato idiota aveva potuto concepire.
Non so se sembri un pensiero da folle, ma sono certa che tu possa capirlo (se ti è venuto il dubbio che stia dando della pazza anche a te, sappi che lo intendo come un complimento sincero). So che oggettivamente non ha senso, eppure mi sono sentita male realmente per questa ipotesi che è ovviamente priva di senso reale, ma che mi ha ferito. Perché certo, so che potrebbero non essere esattamente le tue protagoniste, ma in fondo le banshee che ho ucciso, senza alcun rimpianto, una volta erano esseri viventi pieni di emozioni e sentimenti. Certo, mi rendo conto che uccidere una banshee sia un'opera di pietà, ma resta un senso di disagio da cui è comunque difficile liberarsi.
Andando avanti nella lettura mi sono chiesta se il soldato fosse stato quello all'avamposto Tyklis, mentre non so perché non mi avesse sfiorato l'idea che fosse la prima asari che Shepard incontra su Thessia. Eppure è lei quella che mi ha più colpito, proprio per i motivi che tu hai descritto così bene in questo capitolo.
Non ho resistito alla tentazione di guardare il video di cui parli nella premessa e sono rimasta talmente commossa dalle scene e dalla musica (Hans Zimmer è uno dei geni indiscussi della musica da film) da non avere il coraggio di riascoltarla quando ho ripreso la lettura. Ero troppo provata per essere in grado di riascoltarla.
Ora che ho finito e continuo ad asciugarmi occhi e naso con la manica (perché non ho voglia neppure di cercare uno stramaledetto fazzoletto, prima di finire di scrivere di getto questa recensione) ti confesso che sono letteralmente devastata, assolutamente e sinceramente grata per quello che mi hai regalato come emozioni, ma mi resta il dubbio se alla rilettura che farò, una volta che tutta questa tua storia sarà conclusa, troverò o meno la forza di affrontare nuovamente le emozioni tanto intense che mi hai regalato con questo dannato capitolo.
Ci sono film che mi sono ripromessa di non guardare mai più, pur reputandoli fra le pellicole più belle che avessi mai visto. Paura del dolore, paura delle emozioni violente. Suona strano? Non so, io conosco un amante della musica classica che evita di ascoltare Beethoven, perché lo coinvolge troppo. Una volta mi ha detto che si sentiva come violentato, costretto a provare emozioni che lo turbavano troppo. Ho sorriso senza capire esattamente cosa volesse dire, eppure posso confessarti che mi sento così, in questo momento.
Non è la prima volta che un brano che leggo qui mi turba a tal punto, ma di certo non è neppure qualcosa che mi capita di frequente: sarà la terza volta, credo... e di storie qui ormai ce ne sono un bel po'.
Non so cosa dirti, davvero... Mi spiace che non ci sia nulla più di una misera bandierina verde a disposizione.
Diciamo che mi metto ad agitartela freneticamente davanti agli occhi...

Recensore Junior
24/10/13, ore 11:10
Cap. 18:

E' stato un bel capitolo, davvero. Visto dal punto di vista delle Asarii combattenti su Thessia invece che dal punto del Comandante.
Molto, molto interessante.
Dal mio punto di vista, ci sei riuscita , perfettamente. Abbiamo visto la reazione del Comandante, la reazione di Liara, ma cosa sappiamo delle sensazioni di chi non ha una squadra come Shepard ad aiutarlo, o una nave altrettanto potente come la Normandy? Come se la passano chi rimane sul proprio pianeta natale a combattere e a resistere in una guerra disperata? Un vuoto che il gioco ha lasciato e che tu hai colmato alla perfezione.
Quando ho sentito le Asari chiedere soccorso, dopo il combattimento contro Kai Leng, chiamare disperate e non poterle aiutare, mi si è stretto il cuore, una sensazione di impotenza palpabile. Tu ci regali l'immagine di ciò che è successo mentre Shepard usciva sconfitto dal confronto con KL(mi disgusta solo scriverlo quel nome) e ascoltava impotente quelle richieste di soccorso.
Ribadisco, davvero un bel capitolo.
Un grosso abbraccio e a presto.
Nad.

Recensore Veterano
23/10/13, ore 12:50

Purtroppo non ho avuto modo di giocare questo DLC, quindi perdonami se non posso dilungarmi più di tanto. Eppure, anche se non l'ho giocato (e non ho visto video a proposito per non spoilerarmi nulla), ciò che hai scritto qui, nella prima parte, mi è apparso perfettamente chiaro.
La seconda parte è stata, boh... non so come definirla. C'era tutto, tutto quello che doveva esserci. Alexander e Ashley li ho sempre immaginati come due persone che si amano profondamente, ma hanno troppi ostacoli fra di loro, cose che li impediscono di raggiungersi. Alcuni di questi ostacoli sono lì come forma di difesa... a volte è molto più semplice nascondersi dietro a un muro che affrontare la realtà, perchè lo sappiamo tutti quanto faccia male scontrarsi con la verità. Ma stare in quel limbo fa male, a lungo andare, è come morire lentamente... e allora si sente il bisogno di scavalcare le barriere e semplicemente "parlare", anche a costo di sbagliare. Spesso ci vuole un avvenimento particolare per far ciò che questo accada... come in questo caso il fatto che lui abbia rischiato la vita. Beh, ben venga se ciò può finalmente portare una fetta di luce a questa storia che naviga fra troppe ombre e fantasmi del passato. E' bello che finalmente abbiano avuto modo di trovarsi davvero, di abbattere un altro di quei tasselli che li tengono separati.
Nonostante ciò non saprei... mi sembra di vedere un individuo molto solitario nel tuo Shepard, qualcuno che ha talmente tanti demoni che lottano al suo interno, da avere effettivamente pochissimi attimi di pace, pochissimi momenti in cui riesce a non lasciarsi sopraffare dal caos. Non posso biasimarlo quando dice che ha paura dell'eternità... molta gente così, su due piedi, direbbe che desidera essere immortale. Io concordo con Shepard dicendo che non ci sarebbe punizione peggiore. Siamo fatti per essere mortali, per apprezzare ogni istante che ci è concesso dal tempo e dargli il giusto valore... che ce ne faremmo delle cose del mondo sapendo che ne siamo in qualche modo eterni spettatori?
Concludo facendoti i miei migliori complimenti per questo capitolo stupendo e spero di leggerti presto :) Alla prossima!

Recensore Veterano
16/10/13, ore 17:42

Uno squit! squit! squit! festoso (per il criceto). Povero tenero pelosetto... ti ricordi Shepard, quando gli parla dopo averlo trovato nella gabbietta che il clone ha tolto dalla cabina del comandante? Il divertente è che io ho sentito il monologo rivolto al criceto solo giocando con uno comandante uomo (perché con Trinity non mi ero ricordata di cercarlo).
E passiamo all'ultima frase. La condivido: anche a me fa paura l'eternità. Ci sono tanti motivi per cui mi terrorizza e non mi pare il caso di abbandonarmi alle mie solite farneticazioni, anche se ritengo che tu le accetteresti senza battere ciglio... Ma ci potrei scrivere un capitolo e invece, forse (non lo so), sarai tu a scriverne ancora (e in questo caso non ti voglio influenzare in alcun modo).
Comincio dall'inizio, perché il leviatano mi ha sempre inquietato non poco. A dire il vero, quando avevo deciso di trovare un pretesto che mi consentisse di scrivere un possibile seguito di ME3 (perché non potevo rassegnarmi ad accettare la fine di quella bellissima storia, accidenti alla Bioware!...) avevo pensato di occuparmi di loro e che potessero essere i prossimi nemici, dopo i Razziatori. Ti dico questo per farti capire quanto poco mi garbino... Mi hanno messo i brividi da subito e più andavo avanti a conoscerli, più il senso di inquietudine aumentava... Brrrr, algidi e distaccati, molto peggiori delle IA che abbiamo finito per amare (geth e IDA) e sgradevoli quasi più dell'Uomo Misterioso. Almeno lui all'inizio era animato da intenzioni comprensibili, poi viene indottrinato, quindi ci può stare che si comporti da completo deficiente...
Ma i leviatani no... Non li ho mai capiti e non mi sono mai riuscita a fidare di loro. A parte il fatto che non ho capito come abbiano contribuito effettivamente al combattimento, mi sono sempre chiesta se la cura non potesse essere peggiore del male. Me li immaginavo pronti a far casino, magari approfittando del fatto che mezza galassia era riunita nel sistema Sol. E se avessero controllato un po' di gente? Non so... non mi piacciono affatto e mi pare che tu condivida le mie impressioni.
Poi ci sta questa coppia che ormai ha finito per conquistarmi, anche se all'inizio storcevo il naso. Beh, capisco meglio Ash ed è lei a piacermi di più, ma gli uomini sono uomini... anche se ammetto che la sua interpretazione della leggenda mi è parsa assolutamente perfetta, al punto che ho guardato Ash come se fosse una povera stupida per non aver compreso il vero senso della punizione che era stata imposta a Sharra.
Comunque, incomprensioni passeggere e poco rilevanti a parte, sono davvero felice che quei due testoni siano riusciti a costruire un rapporto vero e profondo, che non si limiti a quelle sensazioni forti e appassionate che sono destinate a estinguersi nel tempo. Un rapporto basato solo su quelle avrebbe necessariamente vita breve ed ovviamente non inciderebbe più di tanto nella vita di nessuno dei due, mentre invece si capisce che Shepard sta cominciando a capire qualcosa (nonostante la naturale ottusità maschile :P).
Ti faccio i complimenti per questo capitolo e aspetto con curiosità il prossimo.
A presto.

Recensore Veterano
13/10/13, ore 20:23

Credo sia in assoluto la prima volta che leggo qualcosa a proposito del clone di Shepard. Potenzialmente, lì alla BioWare hanno sganciato una bomba... anche se poi risulta effettivamente difficile occuparsene. Non credo che affronterò mai una storia ambientata in ME3, ma in quel caso mi verrebbe quasi difficile considerarlo parte integrante, e se lo facessi, dovrei sicuramente approfondire la questione in molti modi.
Ricordo ancora l'emozione e l'impazienza quando ho giocato per la prima volta Citadel. E' stata la cosa "virtuale" che mi ha fatto piangere di più in tutta la mia vita, neppure un libro o un film mi hanno mai trasmesso tanto. Ho giocato tutta la prima parte chiedendomi cosa diavolo stesse succedendo e chi mai poteva voler morta la mia Shepard. Trovarsi faccia a faccia col clone è stato qualcosa di assurdo.
Quando sono stata chiamata a scegliere se risparmiarlo o buttarlo di sotto senza pensarci una volta, ho fatto agire Ann nell'unico modo in cui so che avrebbe agito: salvandolo. E la sua morte è stata qualcosa di tristissimo... diamine penso che la mia Shepard sarebbe rimasta traumatizzata a vita.
Ha avuto davvero una breve, tristissima esistenza e credo che tu, con questo capitolo, abbia descritto tutto questo alla perfezione. Sarebbe stata un'ottima one-shot, ma dentro questa storia ci sta benissimo.
Bella davvero, ti ammiro tanto per aver trattato anche quest'argomento... leggere è stato piacevolissimo e sono d'accordo con te, quel povero clone si merita almeno questo, uno spazio dove la sua vita, in qualche modo, abbia un vero significato.
Complimenti :)

Recensore Veterano
12/10/13, ore 14:33

Ho capito di cosa si trattava dopo pochissime righe. Sono ovviamente avvantaggiata perché ho giocato quel DLC, il più bello fra tutti quelli usciti.
In fatti provo il vago rimpianto di non aver mai trattato questa faccenda nella mia storia. Non so perché, forse semplicemente perché c'è molto da dire e non mi sentivo in grado di farlo con la dovuta perizia.
Sì, perché immaginare le emozioni di quel clone non mi era facile. Avevo paura di banalizzarlo. E credo di aver fatto bene, perché sono certa che non avrei saputo scrivere nulla che sarebbe potuto stare al confronto di quello che ho appena letto.
Mi hanno colpito moltissimo le sensazioni che fai provare a questo Shepard, così simile e così diverso da quello che noi tutti amiamo. E' vero: nessuno nato a quel modo, con uno scopo come quello nella sua vita, potrebbe essere troppo diverso da lui. L'umanità che pervade il nostro comandante non può albergare nella mente del clone. L'empatia è sconosciuta, le emozioni dettate dal contatto con altri esseri viventi gli sono precluse.
Ricordi il monologo di Shepard con il suo criceto? Ecco, pur senza citarlo, questo tuo capitolo me lo ha riportato alla mente. Perché il clone non potrebbe provare alcun sentimento nei confronti di quella bestiola ed è logico che se ne fosse liberata, come un oggetto inutile.
E tutto il resto segue ed è coerente con questa impostazione, assolutamente corretta e secondo me ineccepibile. Perché il clone, probabilmente più potente del comandante proprio perché libero da emozioni terrene, finisce per essere sconfitto proprio da questa sua natura così fredda, determinata, pura e inarrestabile. Fallisce perché non è nessuno e non ha nessuno.
Conta solo su stesso e non ha le apparenti debolezze che derivano proprio dai rapporti con altre persone. Ma quello che può sembrare una debolezza è in realtà il punto di forza di Shepard. Con tutto il bene e l'amore che possiamo provare per lui sappiamo tutti che lui, da solo, non avrebbe sconfitto nessun Razziatore. La sua forza è sempre stata nel costruire una squadra in cui ognuno conta sugli altri e si occupa degli altri. Non c'è posto per individui che non sappiano collaborare e che non si sappiano sacrificare.
Mi è piaciuta molto anche la nota finale: il clone non è mai stato cattivo. Ne convengo. Perché non aveva neppure la possibilità di scelta. Quindi non puoi definirlo tale. Era il risultato, ovvio e inevitabile, del suo processo di creazione e sviluppo. Nulla di più e nulla di meno, direbbe Miranda. Ed è così, assolutamente.
Complimenti come sempre e a presto!

Recensore Veterano
10/10/13, ore 14:30

E' un capitolo meraviglioso, uno dei più belli di tutta questa storia, a mio avviso, e mi sembra banale usare il termine "romanticismo", perchè c'è davvero molto di più, qui.
Ashley... vorrei conoscerla di più. Nel mio prossimo playthrough ci sarà sicuramente lei, e inevitabilmente penserò a questa storia e sono sicura che mi piacerà un sacco, perchè è anche grazie a te se ora sono curiosa di approfondire questo personaggio.
C'è un inizio malinconico, sulle note di una canzone altrettanto malinconica che fa perfettamente da sfondo a una situazione come questa. L'immagine di Ash che va avanti nonostante tutto, affiancata da quella presenza oscura e solitaria che sembra risparmiarla ogni volta è qualcosa di meraviglioso e agghiacciante allo stesso tempo. E inevitabilmente, finisce per sentirsi in colpa perchè lei c'è ancora, gli altri no. Sapere che di fronte a un bivio, il destino ha scelto di risparmiare noi anzichè un amico, dev'essere terribile. E in questo caso quel destino è impersonato da Shepard, che per lei è anche molto di più. Un chiarimento era d'obbligo, a questo punto. Sono stata felice di vederli discutere di quell'avvenimento troppo a lungo seppellito sotto strati di cose non dette, mi è piaciuta la spiegazione che Shepard le ha dato, il paragone con Tarquin. Ancora una volta sei riuscita a giustificare una scelta importante in modo eccellente, secondo me.
Poi hai scelto dei versi perfetti, per concludere un capitolo stupendo, e li hai fatti pronunciare a loro... un uomo e una donna che da sempre non hanno fatto che lottare, chiamati a rinunciare per forza di cose, a qualcosa che è molto più grande di entrambi. Quella parola che nessuno dei due è in grado di pronunciare, ma che è sempre presente sul fondo dei loro occhi.
Mi sono emozionata ad ogni frase in questo capitolo, davvero sono rimasta senza parole per quanto è stato intenso e profondo. Ti faccio i miei migliori complimenti e ti invito ad uscire dalla cella imbottita... signori, facciamo a turno vi prego, spazio ce n'è poco :)

Recensore Veterano
09/10/13, ore 15:11

Una volta ho letto qualcosa che suonava più o meno: la pagina definitiva è figlia della stanchezza e della noia.
Penso sempre questo quando pubblico un pezzo, inevitabilmente. So che non è perfetto, so che potrei continuarlo a riscriverlo per altri 10 anni senza per questo riuscire ad essere completamente soddisfatta. Alla fine comunque mi arrendo, perché la perfezione richiede l'eternità e io non ho questo dono (dono? ma siamo matti! a pensarci bene pare una bella dannazione...)
Ok, come inizio di recensione pare che si addica alla tua cella. Chiedo un posticino e mi accoccolo.
Ora che ho imparato che non ti piacciono le scene romantiche, ho capito che dovrei provare a scrivere quello che non mi piace: forse è il disagio che avrai provato a rendere così dolce e intenso questo capitolo? E' una domanda stupida? Forse no... perché magari ti ci sei così impegnata da tirare fuori qualcosa che è il meglio del meglio. Io mi sono addirittura riconciliata con tutti e due i tuoi personaggi. E guarda che se c'è una che è capacissima di commuoversi nei film romantici, ma anche di mettersi a ridere come una deficiente se la scena sfiora appena il lato comico, beh... quella sono io. E se poi qualcuno tenta di propinarmi una scena romantica strappalacrime, calcando sugli "effetti" allora reagisco anche in modo peggiore. Un vaff... è sempre lì in agguato, insieme ad un'occhiata di compatimento.
Insomma, è bellissimo questo momento che hai descritto. Veramente mi sono commossa. No, non con le lacrime, ma li ho sentiti dentro di me. Tutto è perfetto: i versi, il sogno, i gesti, le parole, i ricordi e i pensieri.
Non c'è nessun appunto che posso farti e ormai non so cosa altro aggiungere per dirti in modo diverso quanto io adori questa tua storia. E no, NON devi cambiare assolutamente nulla. Non è una pagina figlia della stanchezza e della noia, te lo assicuro.
Alla prossima!

Recensore Veterano
05/10/13, ore 14:41

Una bellissima canzone che fa da sfondo a un capitolo altrettanto bello. Ecco, uno dei motivi per cui adoro questa storia è sicuramente quello che non tralasci nessun personaggio, che vai a scavare a fondo dentro ognuno di loro, regalandoci pezzi unici e inestimabili. Hai dovuto inventare un mondo, ma l'ho trovato perfettamente coerente e possibile. Sei riuscita a descrivere benissimo la situazione tragica di un popolo, di una specie che sta per essere abbattuta e che ancora però non riesce a staccarsi dalle tradizioni, forse per orgoglio, forse perchè è tutto quello che rimane.
E' tragico, ogni cosa di questo capitolo è tragica, ma ci permette di comprendere a fondo il comportamento di Javik così come lo conosciamo. Come si può odiarlo, come si può dargli torto? Non oso immaginare cosa significhi essere l'ultimo rimasto di una specie... e oltretutto risvegliarsi per trovare il mondo nuovamente alle prese con gli orrori che ci hanno portato via tutto. Se Javik non si rifiugiasse nella vendetta, cosa gli rimarrebbe? Secondo me è rassegnato alla morte, non gli interessa neppure di lottare per la propria sopravvivenza... vuole solo combattere e uccidere più nemici possibile, adesso che qualcun altro gli ha dato una nuova speranza. Vede in Shepard il braccio destro col quale riuscirà a compiere la propria impresa, nutre una profonda stima in lui e forse ci si rivede pure, in questa figura che ha così tanto sulle spalle... esattamente come lui un tempo.
Javik mi è sempre piaciuto molto, sin dall'inizio, e questo capitolo ha contribuito a farmelo piacere e comprendere ancora di più.
Hai fatto davvero un ottimo lavoro, ti faccio tutti i miei complimenti... non solo per quest'ultimo capitolo ma perchè stai scrivendo una storia che non si limita a narrare gli avvenimenti che già conosciamo, ma va oltre, regalandoci tutti quei missing moments che avremmo voluto vedere anche in gioco e che sono carichi di emozione.
Bravissima, a presto!

Recensore Veterano
04/10/13, ore 18:42

Anche se non era un capitolo previsto, sono veramente contenta che tu l'abbia scritto :)
Non mi considero in grado di aiutarti a trovare eventuali errori sui Prothean e a dire il vero ne sono estremamente lieta, perché mi sono potuta gustare tutto quello che hai scritto senza fermarmi per nessun dubbio. Javik non è mai stato uno dei miei personaggi preferiti, ma il suo modo di ragionare non mi ha mai urtato.
Non condivido le sue azioni e le sue idee. Non condivido il suo modo di fare e a volte le sue battute non sono divertenti, ma dimostrano solo un senso di superiorità che mi dà vagamente noia. Eppure comprendo le sue motivazioni, l'ho sempre fatto.
Era nato e vissuto in una civiltà imperialistica e non aveva mai provato nulla di diverso. Probabilmente un'organizzazione civile diversa era al di là della sua possibilità di comprensione.
E' sempre stato un soldato che si è occupato di combattere e di guidare i suoi sottoposti. Si è trovato a combattere una guerra disperata in una situazione disperata, quando ormai l'impero era al suo declino e i Razziatori avevano quasi completato la loro opera distruttiva. Ha combattuto contro i suoi stessi simili, mutati dalla tecnologia dei Razziatori.
E la tragedia del "tradimento" dei suoi uomini è stato qualcosa di terribilmente arduo da sopportare. Ricordo l'orrore momentaneo che ho provato quando ricorda come li ha uccisi, eppure... si può provare empatia per quel Prothean scostante e supponente.
Qui tu gli hai reso la giustizia che merita, esaltando il suo lato "umano" e mettendo in evidenza la sofferenza che ha provato. Mi sono davvero commossa e avrei voluto quasi abbracciarlo, pur sapendo che se ne sarebbe uscito con qualche battuta di dubbio gusto sugli uomini, che ai suoi tempi non avevano neppure scoperto l'uso del fuoco, emettevano grida prive di senso ed erano ricoperti da peli scimmieschi...
A parte le battute, essere l'unico sopravvissuto di un'intera razza e covare un solo e unico sentimento, quello di un odio devastante nei confronti dei Razziatori, non deve rendere particolarmente semplice svegliarsi e trovarsi 50 mila anni dopo, unico sopravvissuto della sua razza, in mezzo a civiltà estranee che fino ad un attimo prima erano poco più di semplici animaletti da compagnia...
Vendetta. Sì, credo che l'unico sentimento che lo anima possa davvero essere questo, e forse non lo proverebbe solo un prothean, ma chiunque, se avesse dovuto assistere alle stasse scene e vivere le stesse esperienze: la resa totale del suo popolo e di tutti gli alleati, la necessità di combattere contro esseri che un tempo erano suoi fratelli e sorelle, l'abbattimento delle ultime sacche di resistenza a causa dell'indottrinamento, ossia a causa dell'arma più spregevole e disgustosa che possa essere partorita da una mente perversa.
Ecco, adesso mi è venuta voglia di dire a Javik che aveva ragione lui e che nessuno lo aveva capito...
Torno quatta quatta nella mia cella imbottita digrignando i denti contro i Razziatori...
Grazie per questo bellissimo capitolo.
A presto!

Recensore Veterano
01/10/13, ore 07:14
Cap. 13:

No dai, questa volta niente cella imbottita. Non credo che ci sia qualcuno che, messo veramente alle strette, avrebbe scelto i Geth. Non li ho mai annientati, li ho sempre riscritti e ho odiato ferocemente più di un quarian, ma condannare a morte un popolo di organici per salvare un popolo di macchine, sia pure evolute quanto vuoi...
In realtà si prova un affetto profondo per i Geth quando la loro evoluzione li porta a rassomigliare agli organici. Provare sentimenti e farsi domande, avere dubbi. E' in quel momento che i Geth diventano qualcosa di comprensibile, diventano capaci di generare sentimenti profondi dentro i nostri cuori.
Fino a quando restano pure macchine se ne può ammirare la logica, la razionalità, ma si avvertono come estranei.
Il tuo paragone con i bambini e con gli adulti è qualcosa di meraviglioso, che mette in evidenza con estrema chiarezza tutti i sentimenti che si provano in questa dannata vicenda. Non mi è mai capitato di essere costretta a fare una scelta. Da renegade o da paragon, sono sempre giunta a poter salvare entrambi. Ma ho sempre saputo che, dovendo scegliere, non avrei potuto scegliere i Geth. Perché sono i bambini la speranza nel futuro. Le macchine potranno anche imparare, ma la loro evoluzione è necessariamente più "limitata". Ad un essere organico si apre una strada fatta di infinite possibilità, ad un organico alcune strade resteranno del tutto ignote, perché non potranno essere neppure intraviste.
Beh, poi penso ad un'evoluzione di macchine che possa portare a deviazioni, a "fallimenti", a esseri "deformi" per quanto riguarda le loro caratteristiche peculiari e mi vengono i dubbi. Forse una macchina può imparare a ragionare come un organico? E un organico come una macchina? Sto parlando di centinaia di migliaia di anni. E' possibile?
Vorrei correre a nascondermi in un angolino della tua cella imbottita, mentre la mia mente si è persa in elucubrazioni che hanno perso un contatto con la realtà e con l'argomento...
Passiamo a Tali. Mi hai fatto veramente sussultare con quel suo fucile a pompa. Mi chiedo se esista davvero qualcosa del genere nel gioco (perché non potrei saperlo, non sono mai arrivata a dare a Tali l'impressione di voler distruggere il suo popolo). Ma in effetti non ha importanza se esiste davvero una possibilità del genere (che mi ha fatto ricordare Wrex su Virmire) oppure no. La Bioware potrebbe averlo previsto o meno, ma il realismo resta comunque. Sì, non faccio fatica a immaginare una cosa del genere.
Potrei criticarla ferocemente a questo punto, ma ammetto di non riuscirci. Se provassimo a girare la frittata e a pensare che si tratti di umani e non di quarian, siamo certi che avremmo avuto dubbi? L'amore verso il proprio popolo, verso la propria razza, è qualcosa di atavico, insito nell'animo degli individui. La sopravvivenza della razza necessita di questo. E la sopravvivenza della propria razza è qualcosa di profondo, risultato di migliaia di anni di evoluzione. E' scritto nel DNA di ciascuno di noi.
Con tutta la disapprovazione che mi viene naturale provare per Tali, la capisco e la giustifico, così come giustifico pienamente la scelta del tuo comandante. Non sempre mi è piaciuto il suo modo di fare (non è una critica alla tua storia, tutt'altro...) e non sempre ho condiviso i suoi pensieri, ma qui lo trovo meraviglioso.
Condivido completamente il suo punto di vista e trovo che si sia comportato nel migliore dei modi.
Bene, la finisco qui, anche se vorrei aprire il dizionario dei sinonimi per trovare aggettivi adeguati per complimentarmi per questo tuo nuovo capitolo. E' veramente ricco di sentimento e di riflessioni profonde, nonché di punti di vista assolutamente non banali e interessanti.
Un abbraccio,
S.

Recensore Junior
30/09/13, ore 13:10
Cap. 13:

"Capitolo insensato"?!Questo capitolo è stupendo. La missione di Rannoch e il dilemma tra Geth e Quarian è stata una delle tante scelte più difficili che abbia mai affrontato in Mass Effect, esattamente per i motivi che hai elencato in questo capitolo, tramite la voce del tuo Comandante. E' uno dei tanti motivi che mi spingono a scegliere sempre il finale Distruzione. Noi organici siamo il caos più totale, ma abbiamo una cosa meravigliosa che si chiama libero arbitrio e curiosità, la voglia di ricercare sempre delle risposte. Siamo il caos, ma è questa imperfezione che ci rende ciò che siamo.
Ammetto di seguirti da Requiescat in Pace, mi scuso se non recensivo, ma volevo aspettare la fine per farlo. Questo capitolo mi è piaciuto particolarmente e non ho resistito. Dovevo lasciarti una recensione.
Le mie congratulazioni.
A presto, aspetto pazientemente il prossimo capitolo.
Nad.

Recensore Veterano
30/09/13, ore 12:50
Cap. 13:

Ho trovato in questo capitolo tutta la coerenza che tu affermi di non essere riuscita a esprimere. Ormai ci hai abituati, capitolo dopo capitolo, a farci scontrare con i quesiti più grandi che dominano l'universo di Mass Effect, dai quali deriva ogni volta un carico di riflessioni grandi e profonde... e puntualmente, ti ritrovi a vederci un pò più chiaro, attraverso le parole del tuo Comandante. Senza dubbio la questione tra Quarian e Geth, tra organici e sintetici è una delle più spinose di tutto il gioco e chissà, in un futuro potrebbe anche diventarlo nella vita reale. I ragionamenti di Alexander sono quelli che anche il giocatore si ritrova a fare, nel prendere una decisione.
Il dramma arriva quando non hai abbastanza punti per scegliere di mediare e sei chiamato al sacrificio. Mi è capitato spesso e ogni volta mi piangeva il cuore... è pur vero che i Quarian sono organici, hanno in loro la scintilla misteriosa della vita, ma che colpa ne hanno tutti quei Geth che sono stati creati e poi combattuti, proprio quando avevano iniziato a sviluppare una sorta di coscienza? Certo, l'istinto primario è quello di salvaguardare chi è più simile a noi, ma sarebbe davvero così giusto?
Il paragone che hai fatto tra organici visti come bambini e sintetici visti come adulti incapaci di farsi domande l'ho trovato perfetto. Hai giustificato un eventuale scelta tra le due fazioni in modo impeccabile... non avrei mai pensato ad una chiave di lettura simile, eppure la trovo davvero calzante. Ogni volta mi stupisce la tua capacità di analizzare così bene una situazione e io mi sono trovata sempre d'accordo con le parole del tuo Comandante, nonostante sia poi così profondamente diverso dalla mia.
Tali è stata giustamente la protagonista di questo capitolo e sono riuscita a vedere il suo dolore, la sua paura di perdere per sempre ciò che finalmente era riuscita a conquistare. Senza dubbio lei è un personaggio che mi piace tanto, ma in alcune occasioni il suo atteggiamento mi ha destabilizzata. Più di una volta ha dimostrato di non fidarsi di Shepard, e sempre per lo stesso motivo. Sinceramente nel corso del gioco avrei voluto vederla un pò più di larghe vedute... io capisco il dispiacere immenso dell'aver perso il pianeta natale, una terra su cui stare, ma diamine, possibile che non si sentano responsabili? Oppure l'orgoglio e il senso di colpa li portano a fingere che non sia stata tutta colpa loro?
I Quarian sono un popolo particolare, li vedo come molto pragmatici e razionali... tant'è vero che pur di approfittare di una situazione favorevole per attaccare i Geth avrebbero mandato a morire un'intera squadra che era lì per loro. Ecco questo è stato uno dei tanti avvenimenti che mi ha fatto vedere questo popolo in un'ottica diversa. Anche io, potendo, sceglierei una riconciliazione, ma c'è un ma... dopo mi fiderei più dei Geth che dei Quarian. Non avrei paura di un attacco dei Geth, in un sintetico cos'è la cattiveria, cos'è la sete di potere? Loro si difendono, e basta (certo, non stiamo parlando di indottrinamento o riscrittura, quelle sono altre cose), invece degli organici non ti puoi mai fidare.
Insomma chissà se sapremo mai com'è andata... sempre che non si sia scelto il finale distruzione, ahimè.
Comunque davvero complimenti per questo capitolo, mi è piaciuto tutto... dalle soundtrack, ai dialoghi, alle dinamiche che hai descritto. Ottimo lavoro :)
A presto!

Recensore Veterano
28/09/13, ore 13:06

La ricerca sistematica del dolore: farsi del male e fare del male come se in quelle parole e in quegli atti portatori di sofferenza fosse racchiusa una possibilità di catarsi. Già nel gioco del "mai" c'è questa ricerca affannosa e l'atto sessuale che segue ne è la logica conclusione.
C'è la ricerca della purificazione dal dolore che si è procurato all'altro e che non potrà essere dimenticato. Ci sono stati tradimenti da ambo le parti, anche se in modi diversi. Entrambi sono dolorosi da sopportare. Non so se sarà mai possibile tornare indietro per i tuoi protagonisti. Non credo che tu lo immagini. Sarebbe molto confortante, ma lo ritengo troppo ottimistico. Sono persone diverse da come erano agli inizi di Mass Effect, ma non sono certa che si siano avvicinate fra di loro. Entrambe sono maturate, entrambe hanno perso spigolosità e rigidità, ma non per questo sono molto più vicine fra di loro rispetto agli inizi.
Due figure comunque estremamente avvincenti e assolutamente in linea con lo Shepard e la Ashley della Bioware. Anche se indubbiamente la profondità dei tratti è eccezionalmente maggiore. In ogni caso sono terribilmente realistici e ci si sente stringere il cuore a quella lacrima solitaria e alla mancanza di un singolo atto di dolcezza da parte del comandante. Sarebbe bastato poco, veramente poco... ma lui ha deciso di non compiere alcun gesto di vero avvicinamento rifugiandosi dietro la considerazione che non c'è posto per la tenerezza in quella situazione.
Invece in quei pochi attimi di sospensione, fra il vecchio giorno appena trascorso e il nuovo, c'era tutto il tempo. Io lo vedo chiaramente proprio dall'incipit del capitolo.
E così mi chiedo se il tuo comandante si rende conto di star mentendo anche a se stesso. Beh, no. Non credo che se ne renda conto. In fondo è in buona fede. Ed è forse proprio in questa buona fede reciproca che sta l'impossibilità di ritornare ad un rapporto che somigli a quello che hanno avuto in passato.
Resta a te decidere dove andranno. E stai certa che ti seguirò con estremo interesse perché questa storia mi ha catturato davvero.
A presto,
S.