Recensioni per
Into another world
di Hotaru_Tomoe

Questa storia ha ottenuto 66 recensioni.
Positive : 66
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
02/07/22, ore 18:08

E’ sempre bello tornare dopo tanti anni a rileggere una storia che e’ stata uno dei miei primi amori qui nel fandom e che è rimasta una delle mie preferite nonostante tra qui e ao3 ne abbia letto migliaia a questo punto. Cosa faccio? Ti rifaccio i complimenti per la centesima volta? È una storia fantastica, perfetta, che meriterebbe una serie tv tutta sua, perché forse, la avremmo preferita in tante queste storia, al posto di come sono andate le cose sulla bbc. Quindi ancora tanti complimenti e grazie per averla scritta 🥰🥰

Nuovo recensore
15/02/19, ore 18:04

Bellissima storia, grazie per averla scritta. A mio parere superiore a tutte le altre, anche se mi sono cmq piaciute tanto, ed è' la cosa che ho letto qui su efp che possa veramente somigliare ad un romanzo con un inizio, una fine e una trama fluida e scorrevole. Mi hai fatto disperare con John dopo la caduta e mi hai fatto temere per la sua vita, ma in fondo lo sapevo che Sh non poteva averlo lasciato solo. Posso chiederti solo una cosa? Lo so in italiano e' corretto ma odio, si lo odio quel "od" che usi davanti alle vocali, potresti prendere in considerazione di usarlo solo davanti alla o, lo dice anche la Treccani... Se proprio non puoi lo riterrò la tua firma e lo amerò proprio come amo le tue storie. Grazie ancora per il tempo trascorso con le cose che scrivi. Sei veramente brava, complimenti.

Recensore Veterano
08/08/17, ore 13:52

Ciao, Ho iniziato la tua storia ieri primo giorno di ciclo, MOLTO incazzata con il mondo - e l'ho letta tutta d'un fiato e l'ho ADORATA. Scrivi bene, mi è piaciuto molto il riferimento a Harry Potter. E I riferimenti alla cartomanzia... Un po' strano, ma comprensibile con la storia, è stato il susseguirsi dei casi per sherlock e la sua notorietà. Mi sarei aspettata che, non avere il blog di John a fare pubblicità, ci sarebbe stato un ritardo nella presentazione dei casi e magari un riferimento al fatto che era stato difficile iniziare con i casi, ma era un'idea mia.

Recensore Master
23/03/17, ore 21:34

Il connubio è perfetto: la rete mortale dell’agguato tessuta con lucida determinazione da Sh, in cui agisce l’impeto di John e la sua esperienza di soldato. La ragione e il sentimento, purtroppo qui i sentimenti sono due ed, oltre all’amore, c’è anche l’odio e questo trasforma Watson in una macchina mortale. Come giustamente tu fai intendere, però, a parte la naturale propensione al pericolo e alle scariche di adrenalina che caratterizzano la complessa personalità di John, qui lui agisce soprattutto per difendere Sh. Egli cerca di salvare l’uomo che, in qualche mondo, da qualche parte, gli ha permesso, con il suo originale ed affascinante modo di essere, di ritornare a vivere dopo il vuoto lasciato dalla guerra e dai suoi sensi di colpa. La loro sintonia affiora subito anche in quella buia situazione di grave pericolo, facendoli addirittura sorridere. Dal punto di vista puramente tecnico, la scena dell’agguato a Moran ed ai suoi uomini, della sparatoria e della (prevedibile) ricomparsa di Sh è un gioiello: descrivi luoghi ed azioni con metodo, precisione e credibilità, facendo sentire il lettore di fronte ad uno schermo cinematografico. “…-Casa- biascicò John di fianco a lui…”: non voglio sembrarti troppo sdolcinata nel mio commento, ma qui io mi sono (quasi) commossa perché hai saputo rendere in modo realistico l’umanità di John, il suo cocciuto attaccamento a Sh, il suo desiderio di stare con lui e, dall’altra parte, hai fatto agire uno Sh emotivamente coinvolto che si arrende alla profondità del sentimento che il medico prova per lui. D’altra parte Watson, offre a Sh, spiazzato dalla fine di quell’avventura con Moran e preoccupato di trovarsi ora in un vuoto senza fughe da criminali o inseguimenti convulsi, un motivo valido per tornare con serenità a Baker Street. Procedendo nella lettura mi sono imbattuta in un pezzo molto divertente: mi è piaciuto immaginare quei due a Trieste, è una città che considero bellissima, ed assistere agli sproloqui di Sh che cerca di trasmettere il suo desiderio di stare con John con frasi altisonanti e comici giri di parole (“…non sono avverso ad un approfondimento del nostro rapporto…”). Ciò che succede poi è la giusta ricompensa sia per John sia per Sh ed il suo sentirsi solo in mezzo agli altri. Ma ora sono loro due, il resto del mondo rimane fuori. Una storia, questa, impegnativa, avvincente e scritta bene. Che altro dirti? Grazie e, a proposito di dimensioni temporali diverse, torno nel 2017…

Recensore Master
23/03/17, ore 18:32

Un capitolo più bello dell'altro...questo è caratterizzato soprattutto dal contrasto tra l'emozione con cui John tenta di convincere Sh del fatto che egli lo conosca bene e l'accoglienza fredda del consulting, ovviamente non coinvolto, per ora, penso, in quella sorprendente intersezione di dimensioni temporali diverse che, invece, ha travolto John. Fa da sfondo la natura selvaggia dei luoghi in cui Holmes continua la sua caccia agli uomini di Moriarty (“…Grosse nubi scure…Non incontrò anima viva…striscia di ghiaia a strapiombo su una scarpata…”) e perfino il paesaggio sembra comunicare il pericolo di quell’avventura sia per il consulting sia per John. L’unico sprazzo di luce in quei luoghi, che tu descrivi con precisione tanto da mettermi a disagio per la loro inospitalità che percepisco, proviene dagli occhi di Sh che attirano subito l’attenzione di Watson. Molto intensa la scena dell’ingresso di Holmes, travestito, accolto da un John che è come se fosse stato colpito da un fulmine. In questo modo hai sottolineato efficacemente la fatale attrazione che li ha attirati l’uno verso l’altro anche se, fino ad ora, in altri universi. Abbagliante la frase che Watson dice all’uomo dei suoi sogni, proprio per non lasciare più spazio al dubbio e alla nebbia del “non detto”.

Recensore Master
21/03/17, ore 23:01

Anche questo capitolo me lo sono “bevuto” in un sorso, cioè l’ho letto con avidità, curiosa di scoprirne gli sviluppi. “…Non è una squillo, è una ragazza che legge i tarocchi…”: ecco, ora i diversi piani del racconto si fondono e John ha l’incontro che intreccerà la sua vita e quello che si porta dentro, cioè Sh, con il cammino di Patricia. La scena in cui agiscono John e la ragazza, soprattutto quella al cimitero, l’ho trovata veramente efficace, non troppo slegata dalla storia dei due protagonisti. Il tocco di sovrannaturale non è pesante, la predizione di Patricia trova dei limiti (“…davvero non riesco a sapere nient'altro…”) in una credibile difficoltà di squarciare veramente il Velo che separa la vita reale dall’altra dimensione. Infatti, pur non essendo appassionata di tarocchi e di lettura delle carte, in questo mi sento un po’ John, ho trovato comunque equilibrata quella pennellata di sovrannaturale che ha dato un sapore più deciso alla storia, le ha aggiunto una sfumatura di mistero che, secondo me, si fonde perfettamente con la vita reale. Ho trovato originale la svolta che hai dato alla vita di Watson e geniale la scoperta di dove possa essere Sh mediante una semplice, anonima cartolina. Hai trasformato la palude soffocante di vuoto in cui la sofferenza aveva gettato John in un’energia straordinaria, nella riscoperta di una rinnovata voglia di vivere.

Recensore Master
21/03/17, ore 22:21

I capitoli di questa tua storia diventano sempre più carichi di eventi, significati, sviluppi. In questo c'è di tutto e provo ad elencare, non necessariamente in ordine, tutti gli elementi che tu hai intrecciato in un’unica trama che si sta rivelando sempre più originale: l'affiorare di Moriarty nelle vite dei due protagonisti, la Donna, la "sparizione" di Sh dopo il suo finto suicidio, il fascino di Hannibal, Baskerville e tutto ciò che ha significato, Sh ritenuto un truffatore ed un falso genio immediatamente prima di Reichenbach e subito dopo la sua (finta) morte, il rapporto tormentato tra i due fratelli Holmes, Molly complice che finge davanti alla lapide al cimitero e John percepisce qualcosa di particolare, la “rinascita”di Watson, che, addirittura, non solo non zoppica ma diventa un “runner” convinto, grazie a ciò che vive durante il sogno, la vita quotidiana al 221b dei due coinquilini, la signora Hudson…Sicuramente non ho elencato tutti i nuclei tematici presenti in questo capitolo, ne avrò dimenticato qualcuno, ma mi ha colpito molto la tua capacità narrativa di far specchiare, l’una nell’altra, in una maniera in cui, ormai, quasi non le distinguiamo più nettamente, la dimensione onirica e la vita reale che, di reale, ha sempre meno per John. Ma, soprattutto, c’è l’amore: grande, travolgente, che supera ogni barriera di pregiudizio e spazza via le paure. L’unica àncora, che tiene legato Sh alla sua solitudine interiore, è la triste consapevolezza che il legame tra lui e John aprirà una grossa falla nella sicurezza delle loro vite, ed Holmes teme soprattutto per Watson. E, grazie alla precisione del tuo racconto, abbiamo decisamente chiare le ragioni del (finto) suicidio di Sh, almeno di quello che avviene nella dimensione onirica in cui c’è anche John. Quest’ultimo è il suo punto debole, ed al consulting non interessa tanto la sua vita ma quella del suo blogger. Ti rinnovo i miei sinceri complimenti per un lavoro che denota un grande impegno narrativo anche nel costruire gli intrecci del percorso onirico e reale cui accennavo prima. Ff sorprendente.

Recensore Master
20/03/17, ore 23:58

“…sentiva che dentro di sé qualcos'altro si agitava…”: il richiamo del destino è troppo forte, l’istinto di John ha già stretto un legame che, per ora, è sotterraneo, nascosto alla luce della vita di ogni giorno ma si rinsalda sempre di più. E porta Watson a “leggere” tra le sensazioni che il breve incontro con Sh gli ha lasciato e a capire che quell’uomo così particolare non è un falso genio ed un imbroglione ma è una vittima della malignità, della stupidità e, probabilmente, di trame criminali sconosciute. Dal punto di vista puramente tecnico hai scritto una ff che è un ottimo lavoro di ricostruzione psicologica e di parallelismo narrativo. L’incastro con quelli che John ritiene “sogni” ma che in realtà è riduttivo denominare così, è perfettamente complementare con il grigiore della sua vita e della piatta routine ch’essa gli impone. Ma ecco la rivelazione di chi sia veramente quel genio incompreso per lui: nella sua mente risuona la domanda che lo aveva fatto allontanare da Mary e da altre ragazze ma, questa volta, la risposta è assordante per il suo cuore, è affermativa, sì, lui ucciderebbe per Sh. Proseguendo nella lettura mi ha particolarmente colpito l’eco quasi magico del suono di quel violino che accarezza l’animo di John e anestetizza la sua disperazione, volando attraverso lo spazio ed il tempo, quasi a richiamarlo verso un altro mondo (“…da dove nasceva la melodia udita in sogno…”). Con abilità, via via, fai in modo che le realtà comincino a sovrapporsi, tanto che John rischia di non distinguere più i due piani: ecco il guardarsi intorno, da sveglio, per cercare Sh nel suo appartamento, dove c’è solo lui, ecco la frase sfuggitagli di fronte ai colleghi a proposito di Anderson, ecco il ritrovamento di quel negozio nel quartiere cinese. Quei “sogni” stanno, piano piano, sostituendosi alla realtà, anche se, sinceramente comprendere quale sia quella “vera”, può essere difficile. La situazione precipita quando John incontra Violet e sa già il suo nome e chi è, anche se non l’ha mai vista prima, l’ha solo “incontrata” nelle sue visioni oniriche. È un crescendo di sovrapposizioni tra i due piani diversi che ormai fanno parte della vita di Watson e sono arrivata alla fine del capitolo quasi con il fiatone…Un lavoro complesso il tuo, come non se ne trovano molti in giro, veramente affascinante, da considerare come una magnifica avventura per noi lettori. Un’ultima osservazione: tutto perfettamente IC, nonostante l’ottovolante su cui ci hai fatto salire.

Recensore Master
20/03/17, ore 23:00

“…Patricia girò la prima carta…”: hai ideato un avvincente intreccio tra le vicende della bambina, ormai diventata ragazza, e quelle di Sh e John. Questo dà, a ciò che racconti, una nota di originalità ed accresce la curiosità e l’interesse per ciò che succederà. Qui ritrovo volentieri le tracce narrative, come hai scritto nelle “Note” finali, di TBB, che mi riportano ai bei tempi dell’inizio della conoscenza tra i due. Una parte consistente del capitolo, poi, è impegnata ad offrire una descrizione di Sh che non cada nella banalità e, secondo me, sei riuscita ad assemblare un ritratto che rappresenti perfettamente il consulting con le sue caratteristiche più peculiari, sia fisiche che psicologiche: si va dal tono inaspettato, in una “persona così smilza”, della voce ai capelli “ricci e ribelli”, dall’eleganza naturale della figura agli occhi dal “colore indefinibile”. Lui, insomma, senza dubbio. Naturalmente innesti l’inserimento di Holmes nel terreno già preparato del disagio di John e nello scenario nuovo in cui agisce Patricia, riuscendo ad ottenere un testo che promette originalità ed sviluppi molto interessanti. Ho trovato avvincente la versione che hai dato della scena con il tassista e Sh: veramente inquietante quello sparo che sembra essersi generato in un’altra dimensione. Non faresti che confermare, per un’altra affascinante strada, la predestinazione da cui quei due sono guidati l’uno verso l’altro. Le vicende si snodano fino al finale sorprendente (“…lesse sul giornale del suo suicidio…”) e la domanda è d’obbligo, non come quella che si pone John uscendo con le ragazze, ma ugualmente importante: ma quei due, allora, come e quando s’incontrano?! Un capitolo, questo, che mi ha colpito sinceramente per lo “sparigliare” le carte di ciò che sappiamo di John e Sh, facendo scivolare i piani temporali delle loro vite in modo da allineare gli eventi in maniera diversa. Complimenti, davvero.
P.S. mi pare di capire che il Re di Coppe sia John…

Recensore Master
19/03/17, ore 16:29

“…disse il Capitano Watson…”: ecco, ci siamo, il capitolo precedente hai preparato, come ho già scritto, lo scenario, con sfumature di mistero e hai catturato la nostra attenzione. Ora inserisci gli ingredienti principali: i nostri due protagonisti, John in questo caso. A proposito di quest’ultimo, ne sintetizzi in poche parole le caratteristiche di generosità, senso di responsabilità ed altruismo che, abbinate al disprezzo per il pericolo, ne fanno un uomo molto interessante. Mi è piaciuta molto l’ambientazione, per nulla scontata, che fai del teatro di guerra in cui si trova il dottor Watson; non hai fatto mancare neppure i riferimenti letterari dell’opera di Buzzati che, in generale apprezzo molto, e bene ricordo il senso di nulla e di attesa angosciante, che caratterizza quel romanzo, che potrebbe benissimo rappresentare l’essenza stessa del deserto, tanto più in tempo di guerra. Hai riportato con precisione, senza banalità, l’atmosfera tragica e precaria della vita dei soldati, facendoci rivivere, quasi in prima persona, quei momenti concitati dell’agguato nel villaggio. L’atmosfera poi si distende nella luce cupa del rimorso e del senso di colpa di John. Voglio riportare una frase che mi ha colpito particolarmente per la sua immediata applicabilità nella vita. Di solito “archivio” frasi che mi colpiscono per la loro suggestione poetica, questa, invece, è splendidamente vera e pratica: “…. Non chiedere a te stesso l'impossibile, ma fai al meglio ciò che ti è possibile… è ciò che mi permette di dormire tranquillo la notte…". Un capitolo molto intenso, questo.

Recensore Master
19/03/17, ore 15:30

Dal bosco favoloso de “L’ultimo tarassaco dell’estate” a Londra, in cui, presumo, succederanno cose che trascenderanno la normalità. È una scelta, la mia, di recensire qualcosa del “passato” per svariati motivi. Quelli che ti riguardano direttamente sono relativi alla tua capacità di spaziare da un tema all’altro, adeguando bene anche il registro linguistico e la caratterizzazione dei personaggi. Trovo la conferma pure qui, in questa long. “…non ci è consentito sbirciare oltre il Velo…”: c’è già la sensazione di essere in un U in cui sono amplificati i confini tra realtà ed altre dimensioni. Che tu ci stia raccontando una storia “diversa”, che devierà dalla routine londinese, è già rivelato dal contrasto, anche visivo, che Patricia provoca nel grigiore di un pomeriggio di maltempo, con il suo ombrellino rosso a pois bianchi e le soprascarpe rosa. Un primo elemento che suscita la nostra curiosità è quel signore che, grazie alle sue carte, è in grado di prevedere il ritorno del gatto dalla sua padroncina. Ciò che segue è un racconto avvincente, anche se non ci sono i personaggi consueti di questo fandom, ma si segue con interesse perché lo scenario che stai preparando per loro delinea avventure particolari.

Nuovo recensore
18/03/17, ore 20:09

...Wow. Questa è la prima storia in assoluto che recensisco. Ho scoperto Sherlock tardi, ma mi sono subito innamorata della serie, e inevitabilmente anche della Johnlock. Ho letto un sacco di fanfiction (tra l'altro trovo le tue straordinarie), ma non ne ho mai recensita una, non è una cosa che mi viene naturale. Però sento il bisogno di dirti (quasi 4 anni dopo averla scritta, mi rendo conto, è assurdo e probabilmente è improbabile che tu legga questa recensione) che questa storia mi è piaciuta moltissimo. Mi ha tenuta incollata allo schermo un pomeriggio, è perfetta. John è caratterizzato magnificamente secondo me, amo il suo lato folle e impulsivo, e ho adorato il tuo modo di scrivere, hai inserito una serie di riferimenti (la cartomanzia ad esempio) e citazioni che in altre storie sarebbero potuti essere improbabili, ma qui sono descritti così accuratamente da non sembrare mai, mai fuori posto. Grazie. Me ne torno nel mio angolino (a sperare un giorno di pubblicare qualcosa di mio che sia almeno lontanamente decente), con quella soddisfazione di quando finisci un buon libro. :)
(Recensione modificata il 18/03/2017 - 08:15 pm)

Recensore Veterano
01/06/14, ore 20:32

Mi sono letta tutta la storia di un fiato e la amo. Mi piace il modo in cui hai descritto tutto questo. Ho amato i dettagli iniziali di come Patricia incontra Arthur e scopre il suo dono (hai reso la lettura piacevole). Tutta questa faccenda poi dei sogni e della vita che John avrebbe vissuto senza Sherlock è meravigliosa e alquanto realistica. Cavolo è stato così emozionante leggere il momento in cui si sono incontrati!!! *.*
Veramente un'ottima storia ben curata.

Recensore Junior
12/01/14, ore 04:10

Io non so come tu sia riuscita a scrivere un'opera del genere. Sì, è un'opera, un vero e proprio romanzo.
Per mia immensa sfortuna non ho visto ancora il telefilm, anche se ne conosco alcune parti, ma credimi che appena avrò la possibilità di vederlo non riuscirò a guardare Sherlock e Watson negli occhi.
Credo che tu abbia fatto un lavoro spettacolare parlando di questo "universo parallelo" in cui John ha fatto la scelta sbagliata, soprattutto per tutti i riferimenti ai tarocchi e ad altre cose. Stupendo anche il crossover con Hannibal.
Beh non so che altro dire se non che sono due giorni che la leggo e mi dispiace tantissimo di averla finita.
Grazie mille per il tuo lavoro.

Recensore Master
15/12/13, ore 22:04

Questo è  il capitolo più completo fra tutti perché c'è ogni cosa. C'è l'azione, c'è Moran (❤️), c'è tanto fluff, c'è erotismo, c'è gente da prendere a calci (l'omofobico), c'è Moran... Ah, l'ho già detto?!? ^_^
Tutta la parte di azione iniziale è descritta molto bene e ragionevolmente, con Sherlock che fa solo finta di andarsene... E poi pian piano c'è l'avvicinamento tra i due, lo scoprirsi (o riscoprirsi). Hai descritto delle scene molto dolci, mentre quella erotica è davvero di ottimo livello come sempre. E ci hai messo pure i tropici! (Okay, ammetto di non vederceli molto loro due caratterialmente su un atollo, ma "immaginarmeli" è stato piacevolissimo!)
Concludendo, non so, ho avuto un po' l'impressione che tu abbia "amato" un po' di meno questa storia rispetto ad altre tue, tipo Errando o Spirale (magari è stata soltanto una mia impressione) ma in ogni caso, in ogni punto è stata una storia scritta molto bene, con tutti i dettagli precisi al loro posto e con il giusto ritmo.
È stata una storia davvero particolare e mi ha fatto piacere leggerla <3

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