CIAOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO
PARTE PREFERITA:
Niall's pov
Ventitrè dicembre.
Nel pomeriggio avrebbero dovuto dimettermi, così la mattina la stavo passando con Hazel.
Quella ragazza mi piaceva. E speravo anch'io di piacere a lei. Forse ci avevo messo troppo poco per prendermi una cotta per lei, ma d'altronde non avevo più di settantadue ore. Così il sentimento era stato costretto a crescere in pochissimo tempo. Non che me ne fossi pentito, perché in Hazel vedevo tutto ciò che potevo chiedere. Lei era fantastica, era molto allegra. Rideva spesso, e quando si trovava in imbarazzo iniziava a borbottare qualcosa di incomprensibile e diventava tutta rossa. Grazie a lei avevo potuto respirare anche un po' d'aria, in quanto in quel momento ci trovavamo sulla terrazza dell'ospedale. C'erano altre due o tre persone, ma Haze aveva scelto un posto leggermente nascosto, così potevamo parlare in pace. Era la prima vota che non era vestita in divisa, perché essendo sabato non aveva scuola di mattina. E devo ammettere che era...beh, perfetta. A differenza del giorno prima era leggermente truccata, e sulle sue palpebre luccicava un'ombretto verde, esattamente come la maglietta che aveva, che le ricadeva elegantemente sulle gambe fasciate da dei semplici leggins. Il cuore mi batteva forte solo a guardarla, e quando incatenava i suoi occhi ai miei quasi dovevo deglutire dall'agitazione.
-Quando ti dimettono, Nì?-
-Stasera. Vengono Zayn e Louis a prendermi, così recuperano anche Kassidy e Liam, Harry è a casa.-
-Si vede distante chilometri che quei due stanno insieme...come si sono conosciuti?-
-Beh, loro...sì, ecco...a scuola.-
-Sicuro?- alzò un sopracciglio, accennando ad un sorriso.
-Certo.-
-D'accordo...e in famiglia? Tutto bene?-
Famiglia. Non andava bene che continuassi a riempirla di bugie, questo era sicuro.
-Beh...no. Non va tutto bene.-
-Con i tuoi fratelli però mi sembra che andiate d'accordo.-
-Sì. Beh, a dirla tutta non sono miei fratelli di sangue. Siamo tutti quanti fratellastri.-
Vidi i suoi occhioni sgranarsi per la sorpresa.
-Com'è possibile?-
-Storia lunga...lascia stare, Haze.-
-Se ne vuoi parlare comunque, io ci sono.-
-Grazie...-
Sorrise dolcemente. Guardai l'orologio, mi restavano solo pochi minuti di libertà, poi avrei avuto un'ultima visita prima di inizare a sistemare i vestiti per il ritorno. Così non esitai più, e mi avvicinai a lei. Al contrario di quello che mi aspettavo però, fu lei a fare il primo passo, e dopo aver intrecciato la sua mano fredda alla mia, mi baciò.
Appoggiò lievemente le sue labbra sulle mie, mentre si alzò con le punte dei piedi. Avrei voluto sostenerla con la mano, ma essendo ingessata non sapevo come fare, avendo la destra già intrecciata alla sua. E quando la ragazza si staccò, mi guardò quasi confusa, sorridendo appena.
-Quindi?- chiesi, ridendo appena.
-Quindi mi piaci.- ammise lei, fissando il suolo come se le sue scarpe fossero diventate la cosa più interessante così di punto in bianco.
-Quindi anche tu mi piaci.- sorrisi io, dandole un buffeto sulla guancia.
-Davvero?-
Annuii in silenzio.
-Beh, sono felice.- si appoggiò alla ringhiera, facendo leva sui gomiti per staccarsi dal suolo:-Sono felice!!- gridò, ridendo.
-Ok, ma stai attenta, miss felicità, che cadi in avanti.-
-Ma no, mister sono molto fiducioso.-
Le stampai un piccolo bacio sulla guancia:-Raccontami tu della tua famiglia.-
-Beh, è un po' un disastro...come vedi sono obbligata a passare la mia vita qui, e non ho tempo per nulla. Né per la scuola, né per gli amici, né per un ragazzo. E dire che ci sono stati diversi ragazzi che mi hanno chiesto di stare insieme a loro...ma mia madre me lo impedisce sempre.-
-Insomma, è una tipa tutto lavoro, no?-
-Sì, ma c'è stato un evento che l'ha fatta diventare così.-
-E sarebbe?-
Il suo sguardo si perse nell'orizzonte:-Avevo un cugino una volta...si chiamava come te. Non mi ricordo nemmeno il suo aspetto, ci saremo visti una decina di volte in dieci anni che avevo allora. Non aveva un buon rapporto con i miei zii. Così un giorno è scappato di casa. Aveva solo dodici anni...non l'abbiamo più ritrovato.- le scivolò una lacrima sulla guancia candida, mentre il mio cuore si fermava lentamente:-...io volevo bene a Niall. Anche se lui non l'ha mai saputo, ma io non vedevo l'ora che ci potessimo vedere. E pensare che ora è morto...perso, chissà dove...scusami.- si accasciò a terra, raccogliendosi tra le ginocchia.
-Non te l'ho mai chiesto Haze, come fai di cognome?-
-Williams.- rispose, tra i singhiozzi.
Williams.
Zia Dorothea e zio Marty Williams.
Hazel Williams.
Quella bambina che mi inseguiva tra gli scivoli del parco vicino a casa a Mullingar, quando stavamo ancora lì, con i codini biondi che oscillavano teneramente sulle sue spalle, gli occhioni celesti sempre allegri e spalancati. Gli Horan e i Williams. Era lei. Non conoscevo due persone che si chiamavano Hazel. Ne conoscevo una sola, e portava il cognome Williams. Quello però voleva dire che avevo appena baciato mia cugina. Io mi ero preso una cotta per mia cugina.
-Haze...- sospirai con la voce carica di delusione:-...tuo cugino non è morto.-
-Cosa? No, lui...non è più stato ritrovato...-
-Hazel.-
Alzò gli occhi a me, probabilmente non capiva la durezza del mio tono.
-Che c'è?-
-Non è morto tuo cugino, perché è qui davanti a te.- le presi la mano:-E ti sta tenendo la mano. Haze, io sono Niall Horan.-
Spalancò gli occhi, portandosi una mano alla bocca. Il suo respiro divenne affannato, e lei cominciò a sventolarsi una mano davanti al viso.
-Mi...mia madre lo sapeva...e non me l'ha detto. Lei sapeva...che eri tu e non mi ha detto...un cazzo...io...-
L'abbracciai come meglio potei. Anche se mi faceva male il fianco, in quando ero appoggiato sulle ginocchia, ma non potevo lasciarla sola. Dovevo contare il fatto che l'avevo appena sconvolta.
-Mi dispiace, Hazel, se ti ho fatto preoccupare così tanto in questi anni.-
-Sono otto anni che io mi dispero per mio cugino e tu sbuchi fuori solo ora col tuo "sto bene"!? Vaffanculo!-
Mi spinse via, alzandosi repentinamente.
-Hazel, no, aspetta...io non potevo dire niente!- mi alzai a fatica anche io, andavo meglio quando la differenza di statura era più evidente.
-E io anche...Ossignore! Sono innamorata di mio cugino!- si portò una mano alla fronte, agitando l'altra nervosamente.
-Vale anche per me, se ti consola...-
-Non mi consola, anzi, perché vuol dire che nella merda ci siamo tutti e due, non solo io!-
Corse via.
Conoscendo la strada meglio di me le fu facile sparire nel nulla, mentre io rimasi lì come una statua, consapevole del casino in cui mi trovavo. In cui ci trovavamo. Mi ero innamorato per la prima volta, e mi ero innamorato di mia cugina. Cos'avrei pouto fare? Non mi rimanevano più di sette ore da poter passare con lei e le avevo mandate già tutte a puttane. Cosa mi restava da fare?
Kassidy's pov
Io e Liam stavamo facendo una partita a carte seduti sul letto di Niall nell'attesa del ritorno del biondino. Liam in vantaggio di due parite, eravamo alla settima. Niall non arrivava mai, a me mancavano terribilmente Zayn, Louis ed Harry, anche se con Liam me la stavo passando bene. Lui era molto simpatico, mi raccontava di quello che erano abituati a fare da piccoli. Mi raccontò di quando Louis per Natale ricevette la sua prima macchina telecomandata, di quando Niall mangiò il tubetto di tempera gialla di Zayn scambiandola per crema, di quando Zayn si vendicò scrivendo "ZAP!" sulla maglietta di Niall, di quando Liam stesso si preparò la torta di compleanno all'età di nove anni perché nessuno sapeva ancora le date dei compleanni, e di quando Harry nel periodo natalizio preparava latte e biscotti da lasciare in salotto, in attesa di Babbo Natale. Me li immaginavo tutti e cinque bambini, senza pensieri per la testa, solo la visione di un bel futuro.
Lanciai l'ultima carta riuscendo così a chiudere la partita nel momento in cui Niall rientrò.
-Hey Nì.- lo salutò Liam:-Come stai?-
Ci guardò sconvolto entrambi:-Sono innamorato di mia cugina.-
-Cosa?!- esclamammo in coro.
-Hazel, ve la ricordate?-
Annuimmo insieme.
-Io, beh...ho appena scoperto di essere suo cugino.-
-Cazzo...mi dispiace Niall.- provai a consolarlo, ma era davvero abbattuto. Non disse una parola, solo mi consegnò un foglietto macchiato leggermente di sangue, su cui lessi chiaramente una minaccia rivota a me e Harry:-Ok, uno...come fai a sapere di essere suo cugino? Due...come fanno 'sti due a sapere di me e Harry?!-
-Vi hanno seguiti.- sospirò:-E non voglio più parlare di Hazel. Ho combinato un casino già per conto mio.-
-Niall...davvero, io...-
-Vai con Liam, adesso. Dovete fare una cosa.-
Lo guardai stranita, non ci capivo più nulla. Il moro fece un cenno al biondo trascinandomi fuori dalla stanza.
-Spiegami che è successo!-
-Allora, con Niall non so, ma ora abbiamo un lavoretto da fare.-
-Del tipo?-
Fece un sorriso malizioso:-Dobbiamo trovare dei soldi. Non permetteremo mai che vi venga fatto del male, chiaro?-
-Va bene...abbiamo già un piano?-
Scosse il capo, sbuffando leggermente.
-Ok, allora io so cosa fare.- sorrisi, rivolgendomi al moro.
-Non stai sparando cazzate, vero?-
Lo guardai seria:-Ti sembro una che spara cazzate?-
Sorrise, scompigliandomi i capelli con la mano.
-Dobbiamo andare a casa mia.-
-Cosa?!-
-Sì, a casa mia.-
-E cosa devi...?
-Stai tranquillo.- lo rassicurai, mentre salivamo in macchina.
Durante il tragitto chiamai Harry, che era a casa con Louis e Zayn. Mi mancavano tantissimo.
Quando arrivammo davanti a casa mia ovviamente non trovammo nessuno. Di sabato mia sorella era via con quel suo fidanzato, e di solito andavano a visitare città famose e mio fratello era sicuramente col maggiordomo a comprare giocattoli. A lui bastava rendere un otto a settimana e il sabato si dedicavano ai "premi" per l'impegno.
Sapevo bene come fare ad entrare. All'ingresso c'erano due telecamere di sicurezza, quindi anche avendo le chiavi non avrei potuto fare niente. C'erano anche sul retro, e quelle erano abilitate ad inviare un messaggio in caso di rilevamente di movimenti umani non avendo disabilitato l'allarme. Quindi mi ritrovai a fare una cosa che non facevo dall'estate prima. Sul tetto c'era un lucernario che mio papà aveva installato quando erano arrivati i ladri, che avevano perforato il tetto del bagno, quindi al suo posto ora c'era un vetro spesso quindici centimentri. Ma io avevo scoperto che esisteva una serratura all'angolo di quel vetro, e mi sarebbe bastata forzarla con una forcina, in quanto era davvero minuscola come serratura. Avevo impiegato un bel po' di tempo per convincere Liam, perché credeva fosse pericoloso arrampicarmi per i cornicioni delle varie finestre, ma alla fine riuscii a convincerlo. Così arrivai sul tetto senza problemi, e una volta fatta scattare la serratura scivolai dentro casa. Purtroppo però ci fu un imprevisto...
-Aiutooo!!!-
Spalancai gli occhi verso la porta maledettamente aperta del bagno, e vi trovai Rosalia che urlava come un'ossessa agitando la scopa che teneva la mano. Merda, la donna delle pulizie. Mi era scordata che sabato c'era lei a casa.
-Rosie, sono io, Kassidy!-
Corsi verso di lei e le tappai la bocca, nella speranza che si calmasse.
-Signorina Kassidy! Santo Cielo dov'è stata?!-
-Rosie...beh, è una storia lunga. Io...sono scappata di casa.-
-Non le credo, ci avrebbe dato notizie!-
-Come se a qualcuno importassero.- sbuffai, dirigendomi verso camera mia.
-A me sì! A sua sorella e anche a suo fratello, ma ho detto io di non chiamare la polizia prima di avvisare i suoi genitori.-
-Dove cazzo sono quei due?-
-Sua madre è irraggiungibile poiché le si è rotto il cellulare e con gli impegni non riesce a comprarne uno, mentre suo padre è sempre in giro per ospedali in Spagna, non è mai reperibile purtroppo. Sono riuscita a chiamarlo solo una volta, e ci ho conversato per ventisette secondi.-
-Wow. Che famiglia di merda.-
-Mi dice cosa le è successo?-
Mi sedetti sul letto, dicendo a Liam che stavo bene e che doveva tornare in macchina per evitare inconvenienti.
-Sono stata rapita.-
-Mi dica subito chi è stato! Io lo denuncio!-
-No, non fare nulla Rosie. Loro sono importanti per me.-
-Ma cosa dice...?- vidi il suo sguardo confondersi nel mio.
-Sono cinque ragazzi...hanno all'incirca la mia età. Sono costretti da un uomo a commettere crimini.-
-Ma signorina, non posso permettere che le facciano del male.-
-Non mi hanno mai toccata. E ora c'è un ragazzo proprio qui fuori con la macchina, e io devo ritornare.-
-No! Lei non può farlo! Glielo proibisco!- appoggiò le mani ai fianchi, alzando il tono della voce.
-Se io non ritorno Igor farà loro del male! Io non posso permetterlo, ok?! Loro sono la mia famiglia ora!-
-Non può sostituire i suoi genitori con i suoi rapitori!-
-Ma non capisci, Rosie?! Non mi hanno mai considerata, non sono figlia di nessuno! Ora questi cinque ragazzi mi hanno accolto nella loro famiglia, e io mi sono innamorata di uno di loro!-
-C...che cosa? E' un amore insano, Santo Cielo!-
-La chiamano Sindrome di Stoccolma.-
-Ma...signorina...-
-Ti prego, Rosie. Io sono tornata per prendere dei soldi dalla cassaforte, perché nel caso in cui delle persone non dovessero avere quei soldi io e il mio ragazzo moriremmo. Ci hanno minacciati di morte.-
-Io non posso starmene zitta.- era disperata poverina, continuava a camminare avanti e indietro per la mia camera.
-Ti prego...Rosie, fallo per me. Chiederanno i riscatto tra poco, ormai non manca molto. Devi solo lasciarmi portare via dei soldi e tenere la bocca chiusa, altrimenti ucciderai cinque ragazzi. Sei, compresa me.-
-Ahi Dios mio, que tengo que hacer...?-
-Prego?- ridacchiai per l'accento spagnolo della donna.
-Dio mio, cosa devo fare?-
-Ti prego.- la raggiunsi vicino all'armadio, prendendole le mani congiunte in preghiera:-Per me.-
Scosse la testa, sfilandosi dal collo una piccola chiave:-Il codice è l'anno di nascita di sua madre.-
-Grazie!- sorrisi, abbracciandola forte, dirigendomi poi verso la cassaforte.
Misi in un sacchetto quasi tre milioni, in pratica la svuotai, e mi misi d'accordo con Rosie che se avessero chiesto avrebbe detto che i ladri avevano portato via tutto, entrando dal bagno. La ringraziai tante di quelle volte che dissi più "grazie" rispetto a tutte le parole che avevo detto prima. Così uscii da dove ero arrivata, evitando di farmi vedere dalle telecamere. Solo che per la fretta riuscii anche a scivolare da un cornicione, così caddi di schiena sul giardino, e per fortuna che avevano tagliato l'erba da poco. Non guardai nemmeno i danni, pensai a correre verso la macchina.
Entrai sbattendo la porta, gemendo dal dolore quando la schiena incontrò il sedile.
-Tutto ok?- mi chiese Liam, notando la mia espressione.
-Insomma...mi sono fatta male. Ma ho comunque i soldi.-
-Non mi importa dei soldi, cosa ti sei fat...- vidi che sbiancò di punto in bianco.
-Che succede?-
-La tua maglietta è sporca di sangue...-
Provai a toccare il tessuto sulla schina, riconoscendone l'umidità.
-Porca troia!- esclamai.
-Dai, andiamo in ospedale, così ti fai medicare e aiutiamo Niall con i suoi problemi esistenziali.-
-Va bene.-
Provai a sistemarmi meglio per non sentire male sulla schiena, e a breve fummo di nuovo in ospedale.
Liam andò da Niall, lasciandomi prima al pronto soccorso. Aspettai mezz'ora, poi mi portarono in ambulatorio e mi fecero una piccola visita, in cui mi medicarono e misero una benda grande quansi tutta la schiena. Quando avevano messo l'alcool per disinfettare imprecai un paio di volte, e per questo mi diedero una piccola pezza da mettere in bocca, così strinsi i denti.
Alle due andai su da Niall e sistemammo le ultime cose.
Hazel's pov
Erano le sei e mezza di sera.
Per tutta la giornata non avevo fatto altro che starmene da sola evitando ogni genere di contatto. Ero ancora sotto shock per la rivelazione di Niall...era lui quel ragazzino con cui giocavo ai Pokémon da piccola, era lui quel bambino che con un sorriso mi faceva sciogliere. Come avevo potuto dimenticare di quella volta che mi confidò di voler scappare di casa e io ignorai la sua richiesta d'aiuto?
Mi sentivo un mostro, io potevo fare qualcosa, ma me ne stetti zitta perché avevo paura.
Quindi che vita aveva Niall? L'avevo visto bene, braccio a parte, ma non mi sembrava maltrattato o altro. Forse era stato adottato, dato che aveva quattro fratelli adottivi.
La testa mi scoppiava, non ci capivo più nulla.
Avevo appena una mezz'ora e Niall se ne sarebbe andato.
Però lui mi piaceva, e non riuscivo più a nasconderlo nemmeno a me stessa. Anche se era mio cugino. Anche se era sbagliato.
Cosa stavo facendo?
Mi alzai di scatto da quella sedia della mensa deserta, e corsi ad uno degli ultimi piani, stanza 329. Lui non c'era. C'erano solo Kassidy e Liam.
-Ciao Haze.- mi sorrise la mora.
-Ciao ragazzi...dov'è Niall?-
-E' uscito poco fa. Non so dove...anzi sì, ha detto che andava aprendere una boccata d'aria. Quindi immagino sia fuori.-
-Grazie.-
Scattai verso la terrazza, perché non ci avevo pensato?
Ed ecco che lo vidi.
Era fermo davanti al panorama ormai buio di Londra. Solo in quel momento mi ricordai di non essere coperta da alcun genere di giacca, avevo solo una maglietta a maniche corte.
-Niall!- gridai. Il biondo si girò verso di me, fissandomi immobile.
Io mi avvicinai di corsa, nella speranza anche di riscaldarmi.
-Ho sbagliato.- ammisi:-Ho sbagliato perché tu mi piaci!-
Sorrise appena:-Se potessi in questo momento vorrei abbracciarti.-
-Già, a chi lo dici...-
-Ti stai forse congelando?-
-Nah...leggermente.-
Rise tranquillamente, per poi tornare serio e posare le sue labbra sulle mie, avvicinandomi a lui appoggiando la mano destra sul mio fianco.
-Non mi interessa se siamo cugini.- sussurrò:-Perché tu mi piaci, e dato che ci rimane poco ancora, non ho intenzione di perdere un solo secondo.-
E mi baciò di nuovo. Mi raccontò poi della sua vita, in quali casini era in mezzo, chi era realmente Kassidy. Mi raccontò di lei e Harry, di come il loro rapporto si era evoluto, di tutto ciò che riguardasse i suoi fratelli nell'ambito dell'amore. E le sette e mezza arrivarono in un batter d'occhio. Durante queste poche ore lo conobbi davvero, ma nemmeno quel legame di sangue che ci legava mi impediva di provare quello strano sentimento allo stomaco, quella voglia tremenda di stampargli un bacio su quelle labbra ogni qualche minuto.
-Devo andare, Haze.- sospirò, alzandosi da terra.
-Lo so.-
-Mi dispiace...-
-Anche a me. Ma non importa...ora ti ho ritrovato come cugino. E ti ho trovato come ragazzo. E...non credo mi sarà facile dimenticarti, anche se sei un criminale, o quello che vuoi.-
-Come la metterai con tua mamma?-
-Con mamma...beh, non so se fare finta di niente o dirglielo. Insomma...è una cosa troppo grande per me, forse.-
-Dici il fatto di sapere che sono vivo dopo otto anni?- rise appena, come se fosse una cosa normalissima sparire per otto anni.
-Esatto. E non ci trovo niente da dire, per la miseria. Guarda che ero disperata.-
-Immagino.- mi aiutò ad alzarmi come meglio poté, forse per fare il cavaliere.
Lo guardai attentamente in quegli oceani celesti:-Ah no, tu non immagini nemmeno.-
-Non ci scommetterei. Ti ricordi quando ti ho detto che eri la seconda persona che si chiamava Hazel?-
-Certo.-
-Ecco, in realtà no. Io mi ricordavo di te. Sei solo tu la persona con questo nome che conosco.-
-Sì beh...è un nome un po' particolare.-
-Particolarmente bello.- mi scoccò un piccolo bacio sulle labbra:-Andiamo?-
Annuii, anche se controvoglia, intrecciando la mano sinistra con la sua destra, dirigendoci verso la stanza 329.
Alle otto arrivarono Louis e Zayn, e ci fu l'addio.
Lo strinsi più che potei, perché sapevo che probabilmente non l'avrei più rivisto.
Me l'aveva detto lui che sarebbe stato meglio per entrambi, perché conduceva una vita troppo pericolosa per mettermi in mezzo. Anche se contro la mia volontà, non gli lasciai il numero. Me lo proibì.
Certo, beh...il numero no. Ma l'indirizzo sì.
Niall.
Niall.
Niall.
Ora quel nome rimbombava ancora più forte nella mia mente vuota e libera da ogni pensiero. Tutto mi sembrava diverso. Persino il divano del salotto di casa mia, su cui ero stesa provando a distrarmi un po' con la tv. Purtroppo era un pensiero fisso su Niall, non mi veniva in mente altro a cui pensare. Quegli occhi azzurri. Quei capelli dannatamente biondi. Quel sorriso perfettamente perfetto.
-Mi macherai, Niall.-
-Ma siamo cugini, saremo sempre uniti. Anche se non vicini.-
-Ma se non ti do il mio numero come faremo?-
-Se il destino ci vuole insieme, ci ritroveremo, poco ma sicuro.-
-Ti voglio bene.-
-Io ti voglio qualcosa di più di un solo "bene", ma mi fermo qui. Per adesso.-
Kassidy's pov
-Harry è a casa?- chiesi, sperando in una risposta positiva.
-Hem...- Louis fece qualche calcolo sulle dita della mani, per poi sorridermi:-Probabilmente.-
Sbuffai, sempre via era quello. Io lo volevo vedere e lui non c'era. Mi mancava tantissimo. Harry per me era come un tatuaggio...indelebile. Mi mancavano i suoi occhioni smeraldo, le sue fossette, i suoi ricci, il suo sorriso. Il suo...essere lui. Mi restavano tre giorni per poter stare con lui. Il ventisei sarebbe partito per Sacramento, e io probabilmente non l'avrei più rivisto. Era una cosa che mi bruciava tantissimo nel petto, volevo far svanire quel bruciore che mi rodeva l'anima, ma purtroppo non se ne sarebbe mai andato, perché io stavo perdendo Harry. E il peggio era che non avrei mai avuto il coraggio per dirgli veramente quello che provavo nei suoi confronti.
Io lo amavo, cazzo.
Non avevo mai sentito un sentimento più sbagliato per la persona più sbagliata di questo mondo e non ero mai stata più felice prima. Lui mi aveva conosciuta fin dal primo istante, e forse era per quello che non si era allontanato da me. Forse perché mi aveva conosciuto per quella che ero. Tutti e cinque l'avevano fatto, ecco perché erano loro la mia famiglia. Perché loro mi conoscevano, perché non si erano fermati ai pregiudizi. Perché Harry era riuscito a rubare il mio cuore, e sapevo che non me l'avrebbe più restituito.
-Dove accidenti è?!-
Ovviamente lui non c'era. Beh, perché avrebbe dovuto presentarsi, dopotutto?
-Kas, è via con Igor.- rise Louis:-Rilassati.-
-Forse dovrei. E tu dovresti andare a letto, Tomlinson, che domani è il tuo compleanno. Ormai mancano solo due ore e mezza.-
-Lo so, ma non ho sonno.- si buttò sul divano in braccio a Zayn, che imprecò sonoramente contro di lui.
-Sempre il solito sei. Niall, vieni un attimo?- feci cenno al biondo di seguirmi.
Così si chiuse la porta della cucina dietro le spalle e mi guardò interrogativo:-Allora?-
-Allora...con Hazel?-
-Beh...nulla.- sorrise tre se e se:-Ci siamo dati appuntamento al destino.-
-Questa me la segno.- scherzai:-Comunque sono felice per voi.-
-Grazie, davvero. E' stata una fortuna averti qui, Kas, lo sai? Hai migliorato le cose a tutti.-
-Nah...le ho cambiate. Ma non migliorate.-
-Non sminuirti sempre.-
Mi rivolse un ultimo sorriso, prima di tornare di là con i ragazzi, mentre io mi avviai verso la camera da letto. In pochi minuti mi lavai velocemente e mi misi il pigiama, così mi infilai sotto le coperte in attesa della mano di Harry.
-Kas...Kassidy...Parker!-
Aprii gli occhi di scatto, trovando a pochi mentri di distanza degli smeraldi che mi fissavano sorridenti.
-Harry!- mi lanciai contro di lui, inciampando anche sulle coperte.
-Sei sempre la solita maldestra.- mi sorrise, stringendomi a se:-Che diavolo hai combinato alla schiena?!-
Probabilmente notò le fasce a causa della canottiera.
-Diciamo che ti ho salvato io la vita, per questa volta.-
-Che vuoi...ah, ti riferisci ai fratelli O'Neil?-
-Esatto.- sorrisi contro il suo petto, ero davvero tanto felice per aver fatto qualcosa di buono per una volta.
-Liam mi hai detto che ti sei messa a fare Tomb Raider...ma come hai fatto a farti questa roba?-
-Sono scivolata e sono caduta per terra. Tutto qui.-
-Tutto qui un cazzo, io non voglio che ti succeda nulla.- mi baciò leggermente la fronte:-Sono le tre di notte, dovresti dormire piccola.-
-No, devo fare una cosa. E tu mi devi aiutare.-
-Che devi fare...?-
Lo guardai con aria di sfida:-Torta di compleanno.-
Sai perchè c'è tutto il capitolo?
Perchè è tutto completamente perfetto!
N-n-non puoi sospenderla.
Sì, sono una persona orribile che non mantiene la promessa di recensire... ma....
Non puoi...
Almeno dimmi che questa sospensione momentanea è molto momentanea....
Ti prego...
Comunque, tengo a farti sapere che amo Hazel.
Grazie al cielo sono solo cugini. Pensavo addirittura fratelli. Gran problema l'incesto. Almeno le relazioni fra cugini sono legali...
Io... boh... non so...
Ci sono rimasta un po' male a leggere che per un po' non continuerai...
Vedro di passare dalle altre storie...
Bacioni.
Sally_ |