Recensioni per
La fine è il mio inizio
di Nymeria90

Questa storia ha ottenuto 50 recensioni.
Positive : 50
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
30/12/14, ore 14:22
Cap. 28:

"Arriverà il giorno in cui l’umanità rischierà di essere spazzata via e allora dovrai decidere se sporcarti le mani per salvarla o guardarla bruciare nel vano tentativo di mantenere intatto il tuo onore". Questa bellissima frase riassume uno dei messaggi più importanti contenuti in questa storia e spiega anche il comportamento di Hannah, le sue emozioni, la sua freddezza. Credo che in qualche modo Hannah e Sasha si assomiglino, perché entrambe conoscono ogni sfumatura dei grigi compresi fra il bianco e il nero con cui Alex si ostina a vedere la realtà che lo circonda.
Sarebbe difficile dire quale delle due figure preferisco, perché entrambe estremamente intense e profonde. Se Sasha sembra generare in me un'empatia immediata, devo però confessare che alla lunga le motivazioni profonde di Hannah sono più "nobili" e ci sono intimamente care. Perché queste motivazioni saranno le stesse del futuro comandante Shepard, che in più di un'occasione sarà costretto a sporcarsi le mani e la coscienza e lo farà esattamente per i motivi che sua madre ha appena enunciato freddamente.
E ora devo necessariamente affrontare l'ultima parte di questo capitolo: ammetto di esserci rimasta male e di essere perplessa, ma non vorrei che dessi a queste mie parole un significato negativo. Mi chiedo se Hannah avesse capito che non sarebbe riuscita ad ottenere nulla dal figlio e che l'unico modo per arrivare al risultato che voleva ottenere consistesse nel fare leva sulle emozioni più profonde di Sasha. Perché io credo che l'abbia manipolata, in un certo senso, costringendola a fare una scelta che mai più avrebbe fatto.
Questa decisione di Sasha è terrificante. Se invece di agire in modo sconsiderato avesse aspettato di parlare con Alex, le cose sarebbero andate in modo diverso e noi non avremmo mai avuto il comandante Shepard alla guida della Normandy.
Invece Sasha agisce con tutta l'impulsività che la contraddistingue e con una leggerezza che in qualche modo dà anche molto fastidio. Perché ci sono decisioni che investono altre persone a noi care e quelle decisioni non possono essere prese d'impulso e, soprattutto, in modo unilaterale. Non so immaginare le emozioni di Alex (rabbia o delusione sono le prime che mi vengono in mente), ma credo che comprenderò qualsiasi sua reazione estrema, che potrebbe manifestarsi in modi contrastanti.
Perché Sasha l'ha combinata davvero grossa e no, onestamente non credo di riuscirla a scusare del tutto. Ma tu puoi sempre cercare di farmi cambiare idea...
Grazie mille per le emozioni intense che riesci sempre a generare in me e per le mille domande che sorgono spontanee ad ogni nuovo capitolo.

Recensore Veterano
15/12/14, ore 14:03
Cap. 27:

Ouch! E meno male che ti ho letta in ritardo, perché questo finale è da pugno alla bocca dello stomaco e foriero di disastri vari, anche se parzialmente immaginabili o preannunciati...
Sei riuscita a costruire una figura "materna" (tra virgolette) da brivido anche se, nonostante tutto, non riesco a considerarla antipatica. Non so perché, forse per le pose statiche che sono assolutamente convincenti in alcuni contesti e stonano invece in altri, facendomi immaginare un grosso autocontrollo e una enorme pena che Hannah ha deciso di tenere celata a se stessa e al figlio. Un autocontrollo spinto all'eccesso non può prevedere deroghe o si rischia il tracollo, la rottura improvvisa di una diga accuratamente costruita attorno a verità troppo dolorose.
Non so come ti appare questa mia interpretazione e spero che non vada assolutamente in contrasto con le tue intenzioni, ma dovevo necessariamente farti questa confessione che vuole sottolineare la tua estrema bravura e competenza nel delineare personaggi con caratteri tanto diversi e spesso complessi.
Chi ancora è assai poco complesso è il tuo Alex, ma so fin troppo bene che hai lavorato con estrema accuratezza anche su di lui, nelle storie che da un punto di vista logico seguiranno questa che stai ancora scrivendo.
Bellissime le scene e le ambientazioni, sempre coinvolgenti e realistiche, ricche di piccoli particolari che amplificano le sensazioni (come saprebbe fare uno scenografo di talento).
E adesso che altro aggiungere? Che aspetto con ansia il prossimo capitolo, ovviamente...

Recensore Veterano
08/12/14, ore 21:25
Cap. 26:

Immaginavo che ci sarebbe stato un qualche episodio crudele, ma con la mia immaginazione non sarei mai arrivata tanto...
Lo so che non devo sottovalutare la carica distruttiva, di angoscia e disperazione, che riesci a infilare nei tuoi scritti, ma questo va ben oltre le mie più nere prospettive. Perché tutta la faccenda è terrificante e di una crudeltà inumana, ma la notizia che sia coinvolto il padre di Alex è una bomba deflagrante.
"in quel momento seppe che non ci sarebbe stato nessun futuro per loro, nessuna fuga dall’Alleanza, nessuna casa in riva al mare, solo un buco nero che, lentamente, avrebbe inghiottito ogni cosa." Questa analisi impietosa è terribilmente realistica e foriera di ogni male futuro.
Mi rintano in un angolino e cerco di prepararmi psicologicamente al disastro in arrivo. Cronaca di una morte annunciata... perché è questo il capitolo che segna la fine di questa bella storia d'amore e che segna l'inizio del percorso che porterà Alex a diventare il comandante delle tue prossime storie... sigh.
Me lo aspettavo e lo sai, ma non riesco ancora ad assorbire questa botta in testa...
Complimenti come sempre, ovviamente: mi hai colto di sorpresa, nonostante sapessi che prima o poi tutto avrebbe girato per il verso sbagliato.

Recensore Veterano
19/11/14, ore 21:25

Ci sono frasi che squarciano il mistero e rendono realistica l'immagine di un futuro inaspettato. Per me questo periodo ha la potenza di una bomba atomica: " … e non riuscì a vedere oltre. Nei suoi occhi c’era spazio solo per un viso cosparso di lentiggini e una massa di capelli rossi."
Vuol dire che il comandante Shepard poteva essere altro. Un comune mortale, probabilmente, forse intento ad occuparsi della prole (numerosa, suppongo). Il destino gli ha riservato altro. Come e perché lo sapremo dalla tua penna, ma di certo non mi aspetto nulla di diverso da un fazzoletto stretto fra le dita per asciugare lacrime inarrestabili. Perché questo capitolo mi ha fatto piangere, eppure immagino che mi aspettino brani ancora più devastanti. D'altronde è giusto che così sia: il tuo Alex "di poi" non è questo. Il comandante Shepard di Mass Effect non è questo ragazzo dolce e innamorato, ingenuo e succube delle sue stesse emozioni.
Cito un'altra frasem che mi ha colpito in pieno petto: "aveva dovuto realizzare il suo sogno per accorgersi di non desiderare nulla di ciò che aveva conquistato" perché qui l'immagine del futuro comandante Shepard si completa, secondo me. Perché Alex non ha mai desiderato diventare un eroe, non ha mai voluto guidare la guerra contro i Razziatori, ma ci si è trovato invischiato dentro e ha sopportato il peso che altri (non lui stesso) gli hanno caricato sulle spalle...
Molte delle tue frasi successive raccontano inequivocabilmente le emozioni di un comune ragazzo innamorato. Un ragazzo disposto a sacrificare ogni cosa per il suo amore. Un ragazzo che non ha niente a che fare con l'Alex che conosceremo nelle tue storie successive.
Ci sono eventi che ti cambiano, che ti rendono una persona diversa. Forse perché si è sofferto così tanto da capire che non ci si potrà più permettere di soffrire in futuro (credo sia un discorso da "vecchi", ma di certo io non sono una ragazzina, per cui spero vorrai perdonarmi questo "saggio" pessimismo e questa spontanea immedesimazione nel tuo protagonista).
Solo una cosa mi appare ingenua (non da parte tua, ma da parte di Alex): la decisione inamovibile di combattere per vivere in un luogo che non ha mai conosciuto, per la Terra. Senza Sasha quella Terra non avrebbe nessuna attrattiva: sono i ricordi di lei (degli uccelli che cinguettano, per esempio) a fargli provare quel sentimento. Non puoi sentire la mancanza di qualcosa che non conosci e che non puoi amare, ma capisco bene che Alex possa amare la Terra a causa dell'amore di Sasha per la Terra (non so se è chiaro cosa intendo dire).
Se Sasha scomparisse (e so che questo accadrà, anche se non so come) Shepard non avvertirebbe più lo stesso impulso.
Come ti ho confessato in un messaggio privato, non ho fatto altro che asciugarmi gli occhi mentre leggevo questo capitolo: rappresenta ciò che poteva essere, in contrasto con ciò che è poi successo davvero. E si fa fatica a rassicurarsi che il destino del comandante Shepard dovesse davvero essere ciò che è accaduto davvero e che è stato meglio così...
Lo è stato? O era solo inevitabile? E, soprattutto, cosa ha dovuto passare il tuo Alex per diventare il comandante che tutti conosciamo?
Piango per lui e per tutto il dolore che so per certo che mi riverserai addosso a breve.
E prima di chiudere la mia solita delirante recensione, voglio che tu sappia che per me questo capitolo è stato veramente toccante ed emozionante, oltre che ricco di interessanti spunti di riflessione.

Recensore Veterano
13/11/14, ore 11:55

Mi hai colto di sorpresa: non mi aspettavo che Alex diventasse comandante, anche se ovviamente dovevo immaginarlo. Adesso ci sono tutti i giochi aperti, nel senso che non so come si svolgerà il colloquio fra Sasha e Shepard.
Passando al contenuto del capitolo, devo dire che la musica di sottofondo è perfetta per accompagnare la lettura. Si inizia con immagini di vita quotidiana, divertenti e dolci, per poi passare quasi inavvertitamente a una sensazione finale di paura e disagio, ma solo nelle ultime righe perché anche la narrazione dell'abbandono di Cross è al tempo stesso dolce e amara.
Sasha teme quel che le dirà Alex, io temo quasi di più quel che farà Sasha perché ho in simpatia questo comandante che non è ancora il comandante dei tuoi lavori successivi.
Chiudo questa breve recensione con i complimenti più vivi per come scrivi e per la tua capacità nel delineare il carattere dei personaggi, così che
tutto quel che si legge è molto realistico e coinvolgente.
E questa volta mi hai anche lasciato con una buona dose di sana curiosità per il capitolo successivo.
A presto, spero...

Recensore Veterano
10/11/14, ore 21:09
Cap. 23:

Mi sono presa del tempo per questa recensione e non solo perché ho avuto una settimana davvero intensa. Ci sono vari punti sui quali voglio discorrere, come se prendessimo un te insieme. Già perché, come accade quasi sempre quando ti leggo, fai scattare in me qualche molla che mi istiga a diventare logorroica.
Vado in ordine sparso, seguendo le immagini e le sensazioni che la rilettura di questo capitolo così intenso e interessante suscita in me.

Intanto mi è piaciuta molto la discordanza fra l'aspetto fisico di Ned e la sua essenza intima. Credo sia inevitabile formarsi una prima idea di qualcuno semplicemente dal suo aspetto fisico. Magari qualche volta è una sensazione parzialmente giustificata dal fatto che ci si può "atteggiare" o vestirsi e comportarsi per suscitare una qualche reazione negli altri (che poi, però, può essere esattamente contraria a quanto si desidera). Non è questo il caso, ovviamente. Qui c'è un uomo che non è gradevole di aspetto e che in qualche modo suscita timore e repulsione, ma che invece è una persona che è stata ferita nel profondo e ha sofferto, una persona che comprende Sasha perché è capace di empatia.

I discorsi sull'Alleanza, sulle suo scelte politiche, sulle azioni intraprese da frange più o meno riconosciute riprendono un tema a cui abbiamo accennato già nel capitolo precedente. Né tu né io abbiamo molta fiducia nelle autorità perché essere al potere e governare sembra implicare necessariamente il compimento di atti vergognosi, immorali e crudeli. Immagino sia questo il vero prezzo da pagare per detenere il vero potere. Il Consiglio della Cittadella affidava agli Spettri i compiti più rognosi ponendoli al di sopra delle leggi esistenti nella galassia (ho appena finito di leggere il primo volume di Mass Effect di Karpyshyn che si occupa anche di questo aspetto in maniera piuttosto dettagliata: la figura di Saren risulta estremamente sgradevole).

Legata in qualche modo a quanto ho appena scritto c'è una considerazione che anticipo qui (anche se è legata alla parte conclusiva del tuo capitolo): la debolezza di una persona è costituita dai legami affettivi che ha. Io credo che in determinate circostanze quasi tutti gli esseri umani sarebbero disposti a mettere a repentaglio la propria esistenza per un motivo che sembra loro valido o per un ideale. Ma non si è in grado di farlo con la stessa freddezza quando è una persona cara a rischiare la vita. Il dolore non è di chi muore, ma di chi resta, per cui è facile scegliere di fare l'eroe se si è sicuri di rimetterci in prima persona. Diventa estremamente complesso (o addirittura impossibile) se si sa a priori che stiamo facendo rischiare la vita a persone che amiamo.

La descrizione della guerra del primo contatto e del modo in cui viene gestita dagli umani è terribilmente realistica. La scelta delle persone da selezionare per quel compito e il loro addestramento riporta alla mia mente le immagini di tante pellicole che si sono occupate della guerra in Vietnam. La crudeltà e insensibilità degli istruttori che mirano a trasformare esseri senzienti in macchine per uccidere. Perché è facile gestire un plotone di automi... è molto più difficile mantenere l'ordine e comandare un gruppo di individui raziocinanti. Non tutti i comandanti sono degli Shepard, in grado di formare una squadra con individui tanto eterogenei, intelligenti in modo diverso e con obiettivi personali spesso contrastanti. Un'accozzaglia di esseri accecati da odio o comunque da sentimenti irrazionali è molto più semplice da manovrare e, forse, è anche molto più semplice mandarla a morte certa senza provare scrupoli o rimorsi (perché non si tratta più individui distinti, appunto, ma di un'accozzaglia di elementi confusi e indefiniti).

Credo, senza però essere sicura, che quanto hai scritto alla fine del capitolo "Un giorno se ne sarebbe andata, ma quel giorno non era oggi" segnerà la fine di questa tua storia e segnerà anche una trasformazione di Alex, dal ragazzo che è adesso al comandante che conosceremo. Ma qui mi fermo perché è la tua storia e non so come andrà avanti (e non vorrei neppure saperlo).

Recensore Veterano
31/10/14, ore 23:00

Non so dove stai andando a parare. O, meglio, non lo so esattamente, ma mi stai incuriosendo sempre di più... So che la storia di uno Shepard innamorato così perdutamente e immerso completamente in una storia d'amore, nonostante desideri non essere innamorato (parole tue), mi suona da campanello di allarme.
Non è lo Shepard che io conosco, ossia non è lo Shepard della trilogia Mass Effect. Soprattutto non è l'Alex della tua storia che, scusa se te lo dico, è un po' figlio di buona donna... Non mi è stato mai tanto simpatico, anche se l'ho in qualche modo compreso: sia lui, sia il motivo per cui lo hai descritto in quel modo.
Il che va benissimo, secondo me. Perché se tutta questa storia finirà in un troiaio pazzesco (e non vedo come non potrebbe essere così), lui, il tuo Alex, ne dovrà uscire segnato. E da qui potrebbe venire anche una maggiore comprensione/partecipazione per la sua condotta nella storia successiva che hai pubblicato, condotta che (come ben sai) non ho mai accettato completamente, anche se l'ho compresa e (in qualche modo) giustificata.
Stai sollevando in questo capitolo dubbi davvero importanti e stai instillando una sana disillusione nei confronti dei poteri forti. Sottolineo l'aggettivo "sana" che accompagna la disillusione perché io non ho mai creduto (e mai crederò) alla buonafede di chi sta al potere. Ma qui sto scivolando in argomenti che forse sono troppo politici.
Sappi solo che apprezzo enormemente questo taglio che stai dando alla storia e che sono veramente curiosa di vedere come andrai avanti.

Recensore Veterano
29/10/14, ore 12:18
Cap. 22:

Questo capitolo è la preparazione di quel che seguirà. E adesso, più di prima, sono piena di attese per ciò che scriverai in seguito.
La storia del padre di Sasha sembra essere arrivata ad un punto morto, ma sono certa che non sia affatto così e che ci fornirai una storia degna di quanto hai scritto finora. Perché tutto quello che hai scritto nel capitolo precedente fa supporre che le cose non sano semplici come Sasha le dipinge. Ma cosa tace? E perché? Sono quasi certa che non racconti tutto ad Alex, ma non so bene quale sia il motivo.
E poi c'è la presentazione dei nemici (i Razziatori) che ci accompagneranno per tutta la trilogia, densa di richiami ad avvenimenti futuri e carica di angoscia. Noi sappiamo quel che succederà, ma i tuoi protagonisti ancora non possono cogliere la portata della minaccia.
Comunque mi ha colpito il fatto che entrambi i tuoi personaggi decidano di non condividere tutto con la persona che amano. Perché lo fanno? Perché è nel loro carattere, mi sembrerebbe la risposta più banale e ovvia, ma ho imparato che risposte così semplici non si addicono alle tue storie.
Mi è piaciuto molto che tu abbia colto l'occasione di presentare Liara. Noi la conosceremo molto più in là (quando anche Shepard si sarà probabilmente dimenticato il suo nome) e non ci è stato dato modo di sapere se, e quanto, le sue ricerche avessero interessato la società asari. Ho apprezzato molto che tu l'abbia ricordata.
Ti confesso che non ho assolutamente idea di come andrai avanti, ma sono molto incuriosita, nonostante sappia benissimo che piangerò lacrime amare, prima o poi.
Un abbraccio forte e la solita pacca sulla spalla (gruntesca o wrexiana, a piacere): è sempre un grande piacere poter leggere i tuoi capitoli.
(Recensione modificata il 31/10/2014 - 11:09 pm)

Recensore Veterano
17/10/14, ore 17:22

Lo so che mi perdonerai perché la mia recensione finirà per tirare in ballo un personaggio che non c'entra nulla con la tua storia, così come so che sai benissimo di chi parlo e che forse, mentre leggi queste righe, stai già sorridendo... Lo sai che è inevitabile, no? E poi tu me le servi su un piatto d'argento queste ghiotte possibilità alle quali mi è impossibile resistere...
Il bianco e il nero... Lo sai che ho fatto un sobbalzo, no? Sì che lo sai, non puoi non saperlo! Ma quello che ho letto mi ha fatto sobbalzare perché il tuo messaggio è molto più profondo di quello che appare. Perché quella gamma infinita di grigi che separano il bianco e nero, e li distanziano di anni luce, è la chiave di una maturità che manca a Shepard (così come mancava a Garrus, quando l'ha pronunciata) mentre è stata acquisita da Sasha. Quei grigi stanno a significare che si è persa la purezza e l'ingenuità propria dei bambini che, appunto, classificano ogni cosa in bianco o nero, ossia in giusto o sbagliato, vero o falso e così via... E' un atteggiamento naturale di chi è ingenuo come un bambino, di chi non ha ancora capito quanto sia folle e impossibile basarsi su una visione così semplicistica della realtà che ci circonda. Nessun individuo è bianco o nero, così come non lo è nessuna scelta che facciamo.
Eppure, ogni tanto, tutti ricadiamo nella tentazione di tornare a cercare di scindere i grigi che ci circondano in bianco o nero. Perché è più facile e più tranquillizzante o perché ci evita l'imbarazzo di cercare risposte impossibili a domande troppo complesse da avere una sola soluzione.
Credo che sviscerare tutto quello che si può commentare sull'antitesi bianco/nero richiederebbe giorni interi e una capacità di ragionamento che va ben oltre le mie possibilità, ma voglio dirti che nella prima parte di questo bellissimo e apparentemente dolcissimo capitolo (ho scritto "apparentemente dolcissimo" perché c'è una tristezza disperata che sovrasta ogni altra sensazione in me, mentre gusto anche un sapore amaro nella bocca, come primo assaggio di ciò che potrebbe avvenire in futuro) la figura di Sasha svetta ben oltre quella del futuro comandante, così come la figura di una donna adulta, saggia e matura sovrasta per intensità quella di un bambino...
E poi c'è la storia dell'importanza dell'Alleanza nelle vite dei tuoi protagonisti. E anche qui mi sono ritrovata a confrontare ciò che hai scritto tu, nella tua storia, con la mia storia, perché le tue parole suonano come una verità assoluta, qualcosa che si fa fatica a mettere in discussione (uno dei pochi casi in cui si è certi di qualcosa? uno dei pochi casi in cui esiste il bianco o il nero?). Perché non ce lo vedo il tuo comandante a scegliere Sasha se ciò pregiudicasse la sua vita nell'Alleanza, così come il mio comandante non sarebbe potuta andare a vivere su un fottuto pianeta in compagnia di Garrus. L'alleanza, o se vuoi i cieli infiniti, sono un richiamo troppo forte per Shepard, per qualsiasi Shepard, maschio o femmina che sia, ancora cadetto o già comandante. Lo so che citi la Shangai e capisco i discorsi di Alex sulla apparente impossibilità di poter amare una nave più di una donna, ma il tuo comandante non ha ancora avuto la Normandy... non sa di cosa sta parlando, non può ancora saperlo.
E adesso ecco che arrivo a un nodo inestricabile e alla domanda che mi frulla in testa da qualche riga di queste mie note: ma gli eroi, forse, devono ragionare un po' in bianco o nero? Io credo che se così non fosse non sarebbero neppure eroi.
Non so se ci sia una vera contraddizione con tutto quello che ho scritto in questa recensione (che tutto è tranne una recensione), ma forse la contraddizione è solo apparente: perché gli eroi sono persone che seguono un ideale a ogni costo. Se si fermassero ogni volta a ragionare sulle tonalità del grigio, invece di classificarle rapidamente e freddamente in bianco o nero, non sarebbero eroi, non sarebbero uomini di azione, ma pensatori e filosofi.
Ok, torno con i piedi a terra e torno alla tua storia per dirti che mi hai lasciato con una bella dose di curiosità addosso e che spero di poter leggere presto il seguito. So che non me ne vorrai se continuo a partire per la tangente: la mia fedeltà nel leggerti e nel recensire con estremo piacere ogni tuo capitolo vale di certo più di mille rassicurazioni e complimenti che potrei scrivere ad ogni tuo capitolo.
A presto e un grazie di cuore per la gioia che mi dà ogni volta la lettura dei tuoi lavori.

Recensore Junior
17/10/14, ore 12:15

Recensisco a salti, perdonami. Questo capitolo, mi è piaciuto così tanto( insieme agli altri, naturalmente), che mi ha spinto a recensirlo. 
Premetto che io nel descrivere le scene romantiche sono una frana, è una cosa che proprio non mi riesce fare ed è uno dei motivi perchè in ciò che scrivo raramente sono presenti scene di questo tipo. Per cui, ho amato ogni singola parte di quei momenti, descritti senza essere troppo sdolcinati o scontati.
Tornando al capitolo, Alex è stata una sorpresa: così diverso da quel Comandante Shepard che abbiamo visto negli altri due tuoi racconti, sfrontato e sicuro di sè, come solo un giovane che ancora non ha avuto brutte esperienze può essere. 
Questo ultimo passaggio l'ho apprezzato molto: ""Era spavaldo e sicuro di sé, perché non avrebbe dovuto esserlo? Era giovane, bello e vincente ed era convinto di avere il mondo ai suoi piedi.
Mai avrebbe pensato di trovare un problema più grande di lui, di certo non quella sera.
Ma, forse, per la prima volta nella sua vita il tenente Alexander Andreji Shepard stava sopravvalutando se stesso." [cit.]
Apprezzo molto anche il tuo stile di scrittura, lineare, conciso e che sa farti venire la voglia di continuare a leggere la storia, come pochi sanno fare in questa sezione. Seriamente, non vedo l'ora di sapere che cosa succederà nel prossimo, e come svilupperai la figura di Mandy, un OC che ha molto potenziale a mio avviso, e che da quello si  è letto in questo capitolo, avrà un ruolo fondamentale in questa storia.
Un altro personaggio, e a cui avevi solo accennato in una delle tue storie(quella su ME2, credo...chiedo scusa e mi autofustigo, non mi ricordo il titolo al momento...), che mi piacerebbe vedere sviluppato, è la madre del Comandante, Hannah Shepard che così poco vediamo, o meglio, sentiamo in gioco. Non so ancora come si evolverà la trama, e non so se ci sarà posto anche per lei in questa tua storia, ma spero che farà almeno un apparizione.
Una piccola parentesi su Sasha. Credo sia entrata a far parte della piccola schiera di OC che ho incontrato in questa sezione che adoro, soprattutto per il suo non essere perfetta e per il background che hai saputo, magistralmente crearle. Forse perchè amo la Grecia e la sua cultura, il suo ruolo giocato nella storia dell'Umanità. Come la stai sviluppando, poi, credo sia un altro punto a favore di questa tua storia. Di cui mi dispiace ci siano così poche recensioni, perchè meriterebbe maggiore visibilità e considerazione, come altre storie di altre/i autrici/autori presenti in sezione.
Un grosso abbraccio, spero di non essere andata fuori contesto con questa recensione. 
Aspetterò pazientemente il seguito di questo capitolo, che si preannuncia ancora più interessante dei precedenti, e per cui, la mia passione da lettrice e scrittrice dilettante di romanzi polizieschi si sta già mettendo in moto.
A presto!
Nad.

Recensore Veterano
10/10/14, ore 21:39

Non ho notato le date, lo ammetto. A dirla tutta non me ne fregava nulla... Credo che raramente ho letto un capitolo così di fretta, come ingurgitandolo. Dovevo arrivare alla fine e rapidamente, per vedere se andavi nella direzione che speravo.
Non avrei potuto immaginare nulla di più desiderabile da parte mia, per tanti motivi, non solo romantici. Anzi, la freddezza di Sasha nell'analizzare la situazione odierna, nel ripensare al passato e vederlo, appunto, come passato, è terribilmente giusta, anche se non romantica. La vita non è romantica: la vita vera è fatta di ricordi e soprattutto di emozioni indimenticabili, come quelle che restano scolpite nella memoria di Sasha. Non avrei mai criticato Daario per essersene andato. Era la cosa giusta da fare. Ripeto: era la cosa giusta. Ma l'amore non vuole giustizia. Non ne ha bisogno... anzi, è l'esatto contrario.
Nota che il comportamento di Shepard nei confronti degli assalitori/stupratori non è giusto. Ma è in linea perfetta con il nostro comandante ed è in linea con l'Amore (quello con la A maiuscola).
E mentre ti dico quanto mi hai emozionato (sono riuscita a fartelo capure? Spero di sì, mentre scrivo con gli occhi ancora umidi...) capisco anche tutto a un tratto, con paura e rassegnazione, che questa storia, questa bellissima tua storia, avrà una fine tragica. Non potrebbe essere altrimenti. Lo so benissimo, ma mi fa male questo pensiero. Eppure è inevitabile...
Mi gusterò con gioia tutto quello che vorrai concedere a Sasha e Shepard, sapendo che dovrò assaporarlo in pieno, prima dell'inevitabile epilogo.
Chiudo questa recensione vagamente delirante dicendoti che ho solo odiato la mia incapacità di non riuscire a leggere più in fretta questo capitolo, perché ero dilaniata dall'ansia.
E sappi che no, mai neppure una volta ti ho trovata prolissa. Mai, da quando ti leggo. Ci tenevo a dirtelo!
Un abbraccio e un grazie di cuore per questi splendidi momenti che la lettura di questo capitolo mi ha regalato.

Recensore Veterano
08/10/14, ore 21:05

Il titolo di questo capitolo è perfetto. Perché per qualche ora riesci a far dimenticare le ansie, i dolori, le amarezze e tutta la brutalità e le brutture della guerra, e ci fai vivere invece episodi leggeri, che sono di vita quotidiana. E lo fai con stile, con discorsi che generano un sorriso divertito. Un'allegria spensierata, ma non eccessiva. Come deve essere.
E poi continui a tratteggiare il tuo comandante in modo superbo: ..."sul campo di battaglia, quando i proiettili ti sfrecciano attorno e tutto ciò che conta è sopravvivere, la patria è il pezzo di terra su cui sei arroccato e l’umanità intera si riduce al soldato accovacciato alla tua sinistra e a quello accovacciato alla tua destra.
Proteggere i suoi compagni significava proteggere l’umanità, perderli sarebbe stato come perdere il pianeta natale."
Credo sia questa la vera essenza di Shepard e tu l'hai riassunta in poche righe essenziali. Avere il dono di fare un discorso importante, ma di condensarlo in poche righe, è una capacità che stimo oltremisura.

Se ho gustato la prima parte del racconto di questa giornata "normale", ho gustato ancor di più la seconda, intrisa di sentimenti diversi e di pulsioni diverse. In ogni caso entrambe così realistiche che ho sorriso apertamente più di una volta e ho riletto più volte alcune righe perché le ho trovate ottime.
Io credo di sapere chi ha visto Sasha alla fine di questo capitolo e, se anche adesso le faccende potrebbero farsi terribilmente complesse, beh... in fondo me lo aspettavo. Una figura tratteggiata con tanta maestria nelle parti iniziali della tua storia, doveva tornare a mostrarsi.
E ora sono piena di incertezze, perché Shepard è Shepard... ma basterà?
Non so quale peso possa avere un amore che non si è mai realizzato e che ha il sapore della nostalgia. E non è solo questo... Ci sarebbe molto da dire, ma non posso farlo anche perché ammetto che potrei aver completamente sbagliato sulle tue intenzioni (come mi è già successo).
Non aggiungo altro, ma resto in fervida attesa del seguito, scusandomi se per motivi di lavoro ho dovuto aspettare qualche giorno prima di trovare il tempo per scriverti due righe.
A presto!

Recensore Veterano
30/09/14, ore 12:52

Mi ha emozionato molto questo capitolo. Ci sono due ragazzi giovani, con tante esperienze alle spalle, ma con assoluta inesperienza nei rapporti amorosi. Ci sono tanti dubbi, dettati anche dalle circostanze, ma non solo.
Hai creato una descrizione assolutamente credibile, dolce e amara, nostalgica e colma di speranze, ma anche di disillusione. Riaffiorano dolori lontani e si riassapora nuovamente la pena per il passato di Sasha. Quando i ricordi si concentrano e ci si lascia andare alle confidenze più assolute e sincere si rivive tutto il dolore in modo concentrato. La capacità di scordare il passato è preziosa: è la molla che ci consente di continuare a vivere. Se ci si ferma a pensare e a ricordare si rischia di dover pagare un prezzo salato che nel migliore dei casi è una nottata in bianco.
Non è facile spogliare i protagonisti delle loro auree solite per mostrarli semplicemente umani e vulnerabili, ma tu lo hai fatto alla perfezione, con entrambi. Se da una parte c'è la sofferenza di Sasha e le sue insicurezze, dall'altra c'è uno Shepard ragazzo molto credibile, di certo più a suo agio nel combattimento che in una serata come quella appena trascorsa. Immagino sia difficile per un soldato pensare ad una relazione seria e duratura. In fondo questo discorso è noto e in ME ce lo ricorda James.
Adesso resto con l'ansia di sapere qualcosa di più sul padre di Sasha anche se non so perché, ma non riesco a liberarmi da una sensazione di pericolo in arrivo, di qualcosa che sarebbe stato meglio non scoprire. Ma spero sia soltanto il mio pessimismo a parlare...
Spero di trovare presto un aggiornamento a questa storia avvincente. Un abbraccio forte.

Recensore Veterano
24/09/14, ore 11:53

Non lo faccio quasi mai: non interrompo una storia a mezzi per finire quaggiù, a scrivere qualche parola all'autore/autrice. Ma questa volta devo farlo perché, pur non sapendo cosa hai scritto dopo la prima parte, sono certa che le mie emozioni subiranno un cambiamento... e io non voglio. Desidero lasciarle sfumare lentamente, come quando hai bevuto un vino eccellente e finisci di assaporarlo in tutte le sue sfumature. Mi ha emozionato fino alle lacrime la prima parte di questo capitolo (come inciso: complimenti per la musica che hai abbinato) e non so spiegarti bene il motivo. Credo ce ne siano di svariati e ora voglio provare ad analizzarli anche se probabilmente potrei diventare prolissa.
Intanto ci sono le evidenti contrapposizioni fra i sentimenti provati da entrambi i personaggi: da una parte c'è un capo burbero che lascia affiorare tutta la sua umanità lasciandosi andare a confidenze intime, e dall'altra c'è una Sasha che contrappone la sua freddezza robotica alla resa incondizionata al sentimento. E basterebbe questo a emozionarmi, ma c'è anche la potenza emotiva del ricordo di Cross, che è stupendo e intenso eppure assolutamente verosimile. E c'è la motivazione di Davis, che si immola per un motivo ammirevole e che lo rende un capo vero, di quelli che si amano per il resto della vita perché soggiogano chiunque con la propria e innata nobiltà e superiorità.
E cos'altro? Me lo sto chiedendo mentre scrivo perché so che c'è ancora altro...
Ecco sì: c'è la vergogna per ciò che si è commesso. Questa emozione accomuna Cross e Sasha. La vergogna pura è un sentimento terrificante. Lo è per me. Mi sconvolge. Perché ci si deve convivere e si fa una fatica terribile a trovare dentro se stessi dei motivi validi che riescano ad alleviare la pena che si prova. Perché la vergogna è una resa: si ammette che si è sbagliato ed è difficile convivere con questa certezza perché il passato non si cambia (se non nei videogiochi) e quindi non esiste nessuna possibilità di vera redenzione.

Ok, avevo ragione. Era ovvio che la seconda parte cambiasse di tono... e mi aspettavo l'entrata in campo di Alex. E non sono affatto rimasta delusa. E' un colloquio importante, descritto in modo che ritengo eccellente. Non c'è una singola sbavatura. Tutto fila liscio come DEVE accadere. Non so come altro commentare. E' semplicemente perfetto, entrambi i tuoi personaggi sono perfetti, così come ce li si aspetta.
Voglio solo aggiungere una cosa, perché me l'hai fatta tornare in mente in modo prepotente. Ricordi Liara e Shepard durante la caccia all'Ombra? Quando il comandante cade e Liara continua l'inseguimento senza neppure pronunciare una parola per assicurarsi che Shepard stia bene? E ricordi quando il comandante, alla fine del DLC, glielo fa notare? Non lo fa con cattiveria e non lo fa in modo brusco. Eppure glielo fa notare, sia pure con tranquillità e gentilezza, perché non è quella la Liara che lui ricordava, non è più la Liara che aveva fatto parte dell'equipaggio della Normandy. Perché la squadra di Shepard deve comportarsi esattamente come hai descritto tu in questo brano. Un discorso simile Shepard lo farà anche a Thane. E' un discorso molto importante, probabilmente uno dei più importanti per il comandante proprio per come lui concepisce la sua squadra.
Grazie per avermi emozionato, come sempre. Un abbraccio forte forte.

Recensore Veterano
16/09/14, ore 13:39

Lo so che sono Garrus-centrica, ma non posso non fare i paragoni e gli accostamenti più assurdi se appena mi si presenta questa occasione. Alla fine di questo bellissimo capitolo ho fatto un sussulto, accorgedomi che Sasha prova la stesa rabbia cieca e senso di ingiustizia che ha provato Garrus quando è costretto a lasciar andare la navetta con Saleon a bordo. Capisco la reazione di Sasha, così come ho sempre capito la reazione di Garrus.
E in ME1, quando Garrus riesce a ritrovare la nave con a bordo quel dottore, gli ho impedito di ucciderlo a sangue freddo (anche se poi sono stata costretta a farlo io stessa, vista la reazione del tipo). Non me ne sono mai pentita, perché l'assassinio è pur sempre sempre un assassinio, anche quando la vittima è un essere ignobile.
In questo caso, poi, la nave contiene altre persone e non sarebbe stato accettabile il loro sacrificio solo per uccidere Diòs.
Le intromissioni di Alex sono assolutamente in linea con la personalità del comandante e le sue motivazioni sono quelle che conosciamo bene. A questo proposito devo dirti che ho trovato eccellente il punto in cui Shepard chiarisce a Sasha come la salvezza della squadra sia il punto fondamentale di ogni missione. Mi è piaciuto il modo in cui lo ha detto, la reazione di rabbia che sfocia in uno schiaffo inatteso, ma spiegabilissimo vista la tensione del momento e il casino che la tua protagonista è riuscita a combinare.
Mi hai fatto sorridere quando mi hai raccontato di uno Shepard che ha un'importanza speciale visti i suoi genitori. Non me lo aspettavo (probabilmente perché la mia Trinity era un'orfana) e per i rapporti complessi che il tuo comandante ha da sempre avuto con la madre, però va benissimo così, non è affatto ooc.

E adesso mi prendo qualche riga per confessarti che sono più curiosa che mai per il seguito di questa tua storia. Sono strafelice di poter contare sul fatto che questo Alex è lo stesso delle tue ff precedenti e che questa è una storia alternativa (perché, come sai, in qualche occasione il tuo Alex ha fatto venire anche a me la voglia di tirargli uno schiaffo).
Un abbraccio forte e una grossa pacca sulla spalla per incitarti a continuare a scrivere questa storia che mi sta piacendo moltissimo.