Ho sempre bisogno di qualcuno come te – a dire il vero sei sempre, solo tu – che mi ricordi chi è veramente Hans.
Leggendo l’introduzione, ho immaginato cosa mi stava aspettando, ma non mi aspettavo una one-shot così triste, struggente, così…bella.
Veramente, man mano che leggevo cresceva in me l’ammirazione nei tuoi confronti e scemavano via le parole, e ora non so davvero cosa dire…!
Per cominciare, perché hai messo tra le note “OOC”?! Credo che questa sia una delle poche storie presenti su questo fandom che rispetta appieno i caratteri dei due personaggi.
Elsa è quella del film, esattamente la Elsa del film, debole, desiderosa e bisognosa di affetto, di calore come nel film. Nasconde tutto questo dietro una maschera rigida di calma e rigore, maschera di debolezza che si sbriciola non appena entra in contatto con il principe.
Hans… Beh, tu fai sempre dei lavori meravigliosi con lui.
Lo abbiamo visto soffrire per colpe non del tutto sue in Less than just a spare; lo abbiamo visto soffrire per Elsa in Mi distruggerai, e adesso l’ho visto annaspare nella sua stessa finzione, nella sua convinzione di essere malvagio, freddo e manipolatore. La sua convinzione di poter conquistare il mondo, se lo volesse, e di riuscire a rimanere impassibile vedendolo bruciare.
…Ma lui non rimarrebbe impassibile, vero? vero?
Voleva dimostrare a sé stesso che sarebbe riuscito ad ucciderla, se ne avesse avuta la voglia, ma alla fine non lo ha fatto. E può pensare quello che vuole, ma non lo ha fatto perché sente qualcosa per lei. Chiamarlo amore è esagerato, in questa storia, almeno dalla sua parte, ma qualcosa lo ha spinto a non lasciarla andare quella notte.
Ormai era ovvio che lei lo avrebbe difeso in ogni caso, quindi perché raccoglierla da terra e cercare di rimettere a posto qualche pezzo?
Alla fine però ha avuto paura più di lei, e l’ha lasciata.
Ha avuto paura? Oddio, non lo capisco! Insomma, magari faceva tutto parte del piano! È questo il lato più fascinoso di Hans: non si sa quale sia il suo lato autentico, non si capisce se fa ciò che fa perché lo vuole davvero o perché è un semplice mezzo per raggiungere uno scopo. La verità sta sempre in mezzo, quindi mi piace pensare che ciò che ha fatto quella notte non era del tutto nei suoi piani, non tutto almeno.
“Cosa ho fatto...” mormorò, portandosi le mani al petto.
“Quello che è la tua natura” rispose Hans, la voce arrochita dal dolore. “ E' questo che noi siamo, Elsa, il dolore e lo solitudine”.
Questo scambio di battute è stato decretante perché la storia finisse fra le preferite. È come se lui le avesse fatto il lavaggio del cervello, convincendola che è la pura verità, e purtroppo lo è veramente, ma siamo sicuri che non ci sia via di scampo?!
Insomma, hai scritto una storia che mi ha affascinata, mi ha presa dalla prima frase fino all’ultima, una storia che lascia un alone di mistero su ciò che è stato e ciò che sarà.
Mi avevi detto che ci sono storie che non devono avere per forza un seguito; ebbene, credo che questa sia una di quelle. Ovviamente se dovessi decidere di scrivere una long, ti seguirei anche se la aggiornassi una volta all’anno, e la amerei come ho amato questa e tutte le altre tue storie; se invece decidi di non continuarla, me ne starò zitta e buona qui, a pensare a un mio personale finale (e, se mi conosci vagamente bene, sappi che sarà così smielato che rimpiangerai di non avermi scritto una long).
È una minaccia?
Lo è.
Il fatto è che ho come la sensazione che dopo quello che c’è stato fra loro, Hans possa essere in grado di frantumare quei dieci anni di calma e rassegnazione. Ed Elsa gli permetta di farlo, facendo del male a entrambi, ma più a sé stessa.
…Dio, ma mi sento?! Come faccio ad amarli proprio per questo?! xD
Comunque sei bravissima a descrivere le scene di sesso senza scadere nel volgare. Tu scrivi le sensazioni, non solo i gesti, e questo lo apprezzo davvero tanto quando leggo storie simili.
In poche parole: ti adoro. Sei davvero bravissima!
E grazie per la dedica, l’ho apprezzata moltissimo.
Buon Ferragosto,
Harley S. |