Ciao, Niky, cucciola!
Eccomi qui a recensire anche questa storia. Mi avevi detto di non farlo, finché non fossi stata meglio; che questa è una storia triste. Ma io sono voluta venire lo stesso, perché mi attirava troppo fin dalla trama. E dunque, eccomi qua.
Allora, innanzitutto ti segnalo un paio di errori.
Hai scritto: "... riuscì, e cadde con un tonfo sordo sulla superficie gelata."
La virgola dopo "riuscì" non ci va, perché subito dopo c'è una congiunzione, la "e" e prima di questa la virgola non ci va praticamente mai.
Poi hai scritto, nel momento in cui Jack salva la sorella: "predere la speranza" e non "perdere la speranza".
Per il resto, mi sembra tutto okay.
Ora passo a commentare il capitolo.
Che dire? Niky si caccia sempre nei guai! XD Ormai la conosco, so che è così e mi fa anche tenerezza quando si comporta in questo modo, però certe volte si mette veramente in pericolo (vedi la storia "La miniera", per citarne un'altra delle tue).
Quando Niky pattinava nel lago mi sembrav a una bambina, non una ragazza. Una bambina di quattro o cinque anni, spensierata, felice, che non sa ancora cos'è il pericolo; o che magari sì, lo sa, però non ci fa caso. Jack, invece, essendo più adulto e maturo, siè comportato come farebbe qualaissi fratello maggiore e come avrebbro fatto sicuramennte anche Joe, Averell, William e i loro genitori. Ecco, ho appunto notato questo contrasto tra le due personalità in quella particolare
situazione.
All'inizio pensavo che si sarebbe risolto tutto presto anche se, a pensarci bene, se Jack l'avesse salvata subito non sarebbe accaduto niente di che.
Mi ha fatto male legere di come la ragazza si sentisse avvolgere da quel tepore e sentisse la vita scivolare via pian piano. Poi ha avuto quello slancio di vita che però è durato poco, troppo poco; e il momento nel quale ha visto suo padre è stato emozionantissimo. Davvero, mi son messa a piangere leggendo questo passaggio:
"All'improvviso, la ragazza sentì che qualcuno le aveva afferrato il polso. Con estrema fatica, socchiuse gli occhi, e sollevò lo sguardo al cielo. Un'esplosione di luce la investì e, in lontananza, vide un volto. Capelli neri, un ciuffo ribelle sulla fronte. Un paio di baffi neri, sopra un sorriso caldo, dolce. Un viso. Il viso di suo padre.
Niky era felice. Ora sapeva che nulla avrebbe potuto farle del male. Sorridendo, lasciò che la attirasse a sé, e che la luce la avvolgesse nel suo tepore, strappandola a quel freddo abisso dal quale aveva temuto di non emergere mai."
E' un passaggio dolce, profondo, intenso, emotivamente molto forte e toccante. Niky non ha mai conosciuto il suo papà e, per quanto sicuramente sua madre e i suoi fratelli le abbiano raccontato molte cose di lui, sicuramente la ragazzina si sarà sentita meno fortunata di loro, perché almeno loro (scusa la ripetizione) lhanno conosciuto, mentre lei no. E quindi, nella sua vita manca comunque qualcosa. Certo ha i fratelli, la madre, Joe in particolare; però penso che quando non s si conosce uno dei due genitori, perché è morto (come in questo caso) o per qualsiasi altro motivo, ci sia comunque qualcosa che amnca, un vuoto dentro, un vuoto che niente e nessuno potrà mai colmare completamente, perché alla fine ogni persona è unica e inimitabile e il papà di Niky non fa certo eccezione.
Ho provato la stessa disperazione di Jack. Il ragazzo è ovviamente distrutto dal dolore, è repoccupato... Insomma, la sorella forse è morta e lui ce l'ha fra lebraccia... Spero solo che faccia presto, perché dato che il suo cuore si è fermato, non resta molto tempo per provare a rianimarla. Povera Niky! :(
Giulia |
