Cara Shakana,
come forse ricorderai, circa un mese(?) fa ho letto e recensito il tuo primo racconto pubblicato qui su EFP. Di recente mi sono dedicata alla lettura di quest'altro e devo dire che il miglioramento si vede tutto, anche nel testo. La scrittura è sempre fluida, i POV sono ben distinti e, anche se non ci fosse scritto chi è a narrare, si capirebbe comunque la differenza tra i personaggi (il che non è sempre scontato). Per quanto non sia una scelta narrativa che amo molto, l'importante a mio avviso è che se lo si fa lo si faccia bene... e in questo caso posso dire che, assolutamente, è fatto molto bene.
Sempre rimanendo in tema di scrittura - che ribadisco - trovo molto migliorata e in generale molto buona, mentre leggevo il racconto mi sono appuntata alcune cose (di testo e di testo/ storyline) su cui intendevo dare piccoli suggerimenti o fare considerazioni varie. Siccome non saprei in che altro modo fare, te li cito qui sotto, indicando il capitolo in cui si trovano (per praticità, con la numerazione di EFP, quindi in cui il prologo è considerato capitolo 1).
DAL CAPITOLO 3:
+++ Paolo ha capelli corti e scuri, ed è molto più alto di me: indossa una felpa grigia e porta degli occhiali muniti di lenti spesse che gli ingrandiscono le iridi nere. Apparentemente sembra un intellettuale, ma appena inizi a parlare con lui ti accorgi che è semplicemente miope; è il classico adolescente amante del calcio e dei videogiochi. +++
Attenzione alle lenti spesse che ingrandiscono gli occhi, argomento sul quale sono piuttosto ferrata, avendomi madre natura dotata di una vista abbastanza scadente!
A seconda del tipo di difetto refrattivo questo può essere corretto o con lenti convesse (positive) o con lenti concave (negative). Se le prime fanno apparire gli occhi più grandi, le seconde le fanno apparire più piccoli.
I miopi portano occhiali con lenti concave, quindi se Paolo lo fosse i suoi occhi dovrebbero apparire più piccoli. È verosimilmente ipermetrope, difetto che è di fatto l'opposto della miopia.
DAL CAPITOLO 10:
+++ Dio è buono e veglierà sempre su di noi. Era una delle frasi preferite di mia madre, fortemente cattolica, all'apparenza. Nella realtà andava a messa giusto una volta ogni tanto, per fare presenza. +++
Specifico per prima cosa che non c'è nulla di sbagliato in questo passaggio. Tuttavia, secondo me avrebbe meritato magari un maggiore approfondimento. La madre della protagonista è originaria dello Sri Lanka, in cui i due terzi della popolazione è buddhista.
Per quanto non sia impossibile che sia cattolica, appartiene comunque a quella che è una minoranza molto circoscritta nel suo paese d'origine. Magari sarebbe stato interessante approfondire il perché si sentisse di dovere "fare presenza" in chiesa, un po' come se subisse pressioni esterne.
Trattandosi di una persona originaria di un paese asiatico, secondo me, potrebbe destare più sorpresa proclamandosi cattolica che non "disertando" la messa domenicale.
DAL CAPITOLO 12:
+++ Con la tazza del cesso alzata +++ credo che si riferisca all'asse/ tavoletta, perché la tazza è quella su cui ci si siede, quindi dovrebbe essere sempre allo stesso posto!
DAL CAPITOLO 17:
+++ Aggrotto le sopracciglia e senza pensarci avanzo verso Marco.
«Che cosa cavolo vorresti insinuare? E adesso perché sei arrabbiato con me, scusa? È colpa mia se un idiota mi viene ad infastidire?»
«No, ma potevi almeno evitare di scoparti uno stronzo del genere!»
Con questo suo intervento capisco che ha ascoltato tutto quello che il tizio mi aveva detto poco prima della sfiorata rissa. +++
Sono abbastanza dubbiosa su questo passaggio, perché avviene in una discoteca. Inizialmente la stessa Maya sembra faticare a capire che cosa le stia dicendo quel tale, per effetto della musica molto alta.
Mi sembra abbastanza difficile, in realtà, che Marco possa avere sentito tutto quello che si sono detti. A meno che, per qualche motivo, la musica non sia stata improvvisamente abbassata (non so, per annunciare qualcosa), deve avere un udito davvero sopraffino per questo!
Bene, torniamo adesso a noi e veniamo alla trama. Devo dire che a mio parere l'hai costruita molto bene, con i protagonisti che hanno l'aura da giovani tormentati ma che, diversamente da quanto succede spesso nei racconti adolescenziali in cui i giovani sono tormentati perché sì, c'è alla base una vicenda personale (sia per Maya sia per Evan) che li ha portati a essere quello che sono. Non è scontato nei racconti di questo genere, quindi il merito va assolutamente riconosciuto.
Come forse avrai capito anche dalla mia precedente recensione all'altra storia, non sono una grande amante dei ragazzi problematici e penso che Maya avrebbe fatto di gran lunga meglio a continuare la sua pseudo-relazione di amicizia erotica con Marco, piuttosto che mettersi a inseguire Evan. Seppure sia vero che Marco in varie occasioni si è comportato in modo discutibile, non c'è nemmeno paragone tra uno che l'ha presa in giro o ignorata in modo infantile e uno che ha un passato di neonazista e che nasconde quanto sa su un omicidio. Mi fa piacere che Evan in qualche modo abbia avuto una sorta di riscatto personale, ma il fatto che l'abbia avuto uccidendo e allontanandosi dalla droga in qualità di carcerato non sono esattamente punti a suo favore! Voglio dire, avrebbe avuto la possibilità di denunciare e non l'ha fatto e idem, avrebbe avuto la possibilità di cercare di disintossicarsi prima (magari facendosi aiutare dai familiari di Enrico) ma non ha fatto nemmeno quello.
Vorrei aggiungere due cose, la prima è che ho apprezzato molto la situazione familiare attuale di Maya. Di solito i/le partner dei genitori nei racconti vengono messi come antagonisti o simili, mi fa piacere che invece Maya abbia un ottimo rapporto con la sua matrigna e che sia felice del matrimonio tra lei e il padre, questo nonostante abbiano divergenze a proposito di questioni domestiche (tipo Maya vorrebbe tenere il cane in casa, Anna invece non è d'accordo). Non è una cosa scontata e apprezzo questa tua scelta letteraria.
Infine, e te lo dico da lettrice di gialli fin da quando avevo tredici anni (intendo gialli seri, prima leggevo i gialli junior Mondadori) - e considera che adesso ne ho quasi trentacinque - mi piace molto il mistero e quando ci sono misteri ben costruiti. Non avrei mai, neppure lontanamente, immaginato che il "Capo" senza nome fosse l'uomo che aveva abusato di Maya quando era bambina! Né tantomeno che ci fosse proprio lui dietro a quanto successo a scuola. Quindi complimenti vivissimi per questo ottimo colpo di scena.
Bene, sento di averti detto tutto, o almeno tutto quello che mi viene in mente in questo momento. Spero che ricevere questa mia recensione ti farà piacere.
Un saluto,
Milly Sunshine |