Recensioni per
L. A. CONFIDENTIAL {Confidenzialmente Levi Ackerman}
di kamony

Questa storia ha ottenuto 73 recensioni.
Positive : 73
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
28/12/15, ore 15:18

Mi ha addolcito il finale natalizio di questa storia, amara e solo un po' dolce alla fine, come un cucchiaino di zucchero messo nel caffè senza mescolarlo. :-) Grazie e tanti auguri anche a te!

Recensore Veterano
27/12/15, ore 10:34

Azz... che pugno nello stomaco la storia di Levi. Già è tanto che non è venuto su un serial killer con un' infanzia così. Hai sviluppato bene Kenny e trovo azzeccato il percorso fatto da Levi per diventare quello che è, pettinatura compresa con la scriminatura alta.
Meno male che poi ha trovato calore e un vero compleanno con i soldati, almeno si è rifatto una vita.
Sono rimasto colpito: davvero brava.
Ciauzz,
K.-L.
(Recensione modificata il 27/12/2015 - 10:37 am)

Recensore Master
26/12/15, ore 23:16

Questo racconto mi ha davvero commosso! Del resto, la triste infanzia di Levi non può lasciare indifferenti. Attraverso la sua vicenda, analizzi, come sempre in modo magistrale, i meccanismi psicologici del bambino prima e dell'uomo poi, perché le prime esperienze che facciamo sono spesso determinanti nel nostro percorso umano e certi traumi sono difficili da sanare.
Non conosco, se non per sommi capi, la storia originale, ma in ogni caso la tua versione mi appare assolutamente credibile. Secondo me, hai reso molto bene anche lo strano rapporto tra Levi e l'ambiguo Kenny, a cui il bambino si affida e in qualche modo si affeziona, perché... non ha altra scelta, non ha nessun altro al mondo, e quindi accetta qualsiasi cosa, anche botte e umiliazioni, pur di non essere abbandonato al suo destino. L'uomo si prende cura di lui a modo suo, perché, come dici tu, nessuno è in grado di dare quello che non ha o trasmettere quello che non è. Probabilmente pensa anche di agire a fin di bene: non vuole o non può dare affetto, forse perché lo ritiene superfluo in quel mondo crudele, gli insegna solo a sopravvivere, a essere un duro, a lottare per non essere sopraffatto, a uccidere per non essere ucciso. Veramente terribile. Con queste premesse, Levi rischiava davvero di fare una brutta fine! In effetti, è un miracolo che non sia diventato come il suo “educatore”: anche quando viveva di espedienti, nel ghetto, era sì uno che non si faceva mettere i piedi in testa, ma non mi è mai parso gratuitamente crudele. Almeno, così io lo percepisco. Per il resto, sappiamo come è andata, con Smith e il Corpo di ricerca.
Anche la seconda parte è commovente, ma in modo diverso. Si contrappone al quadro fosco e gelido costituito dai ricordi di Levi come un caldo abbraccio, che riesce a sciogliere per un momento il ghiaccio in cui ha rinchiuso il suo cuore. Trasmette un senso di speranza e un piccolo insegnamento: per quanto la notte sia buia, prima o poi sorge il sole, per tutti, e il passato, per quanto doloroso, non deve per forza determinare il presente, se non glielo permettiamo.
Insomma, una storia dolce/amara, triste ma non disperata, commovente ma non patetica... come ormai ci hai abituato! Brava!

NB Secondo me i festeggiamenti del Natale ci stanno bene in quel contesto, che sembra in effetti simile all'Europa centro-orientale, anche se ne è stato smarrito il significato originario (cosa che spesso è accaduta nella storia).

Recensore Master
26/12/15, ore 21:29

Per capire l'uomo di oggi si deve conoscere il bambino di ieri.
Questo lo abbiamo imparato con Dickens, con le sue storie tristi e cariche di significato. Ecco, io ci ho visto molto delle atmosfere dickensiane, in questo tuo racconto: è  un complimento che ti faccio, dato che è uno dei miei Autori prediletti e praticamente lo è da sempre. Ci voleva una storia come questa, in questi giorni così carichi di significati spirituali: una storia intensa e profonda, che facesse riflettere.
Nel ghetto la vita è dura e sconti non te ne fa. Gli adulti sono abbrutiti, i bambini sono creature spaurite in mezzo al degrado ed alla disperazione. Kenny "adotta" il piccolo Levi, rimasto orfano, dopo la morte atroce della sua povera mamma, per "iniziarlo". E lo fa senza nessun rispetto, senza nessuna considerazione per quel povero bambino. Assistiamo, indignati, agli improperi che gli rivolge, agli insegnamenti che gli impartisce. Se anche il suo... "addestramento" per certi versi sarebbe a fin di bene (rendere Levi forte ed autonomo, sicuro di sé ed inattaccabile), sono le modalità che proprio ci disturbano (me, soprattutto.. ma io sono chioccia dentro). Ma la natura umana a volte sa compiere dei miracoli: nonostante l'influenza di Kenny, Levi potrà redimersi grazie a Smith, diventando un eroico combattente. Di certo, una lezione l'ha imparata da Kenny: non arrendersi mai e basarsi sulle sue forze, come se fosse sempre solo, in ogni circostanza. E chissà: magari il ricordo di quel bastoncino di zucchero riesce persino a rendere meno cupi certi ricordi, come un barlume di luce... uno solo, nel buio.
Eppoi a volte la vita oltre a toglierci qualcosa ci da qualcisa di buono: nel Corpo di Ricerca Levi ritrova una famiglia calda ed affettuosa, che lo festeggia con una festa a sorpresa. I suoi soldati ed il suo superiore gli si stringono addosso e lo gratificano con pensieri e presenti "a misura di Levi": la scopa di saggina personalizzata è stupenda! 
Ecco, io credo che questo racconto contenga una morale importante, e cioè che non possiamo che voltarci indietro, per non perdere noi stessi e ciò che abbiamo vissuto, nel bene e soprattutto nel male. Però non dobbiamo farcene sopraffare e cercare di trovare tutto ciò di bello e di caldo possiamo avere in questo presente.
Gran bel racconto: toccante e profondo, senza scadere nel mélo e nel patetico, ma scritto in modo equilibrato e compiuto.
Bravissima <3
Lou
 

Recensore Junior
26/12/15, ore 01:35

Per l'idea che mi sono fatta io del personaggio di Kenny, trovo che tu l'abbia molto centrato. Si da quel che si può, esattamente, me lo sono sempre chiesta com'è che quei due fratelli Ackerman fossero finiti così male entrambi, e la risposta che mi sono data è che evidentemente la vita non doveva essere stata tenera con loro. Specialmente parlo per la madre: non finisci a prostituirti se hai un'altra scelta, no?
Mi spingo a pensare che Kenny a modo suo a Levi-bambino possa persino avergli voluto bene, solo che non poteva dargli altro se non mantenerlo in vita, insegnandogli a sopravvivere nell'unico modo che sapeva. Non giustifica necessariamente la crudeltà, ma nel contesto di snk mi pare che la vita sia difficile un po' a tutti i livelli, davvero tanto, in una maniera che è difficile da pensare.
Un argomento difficile, insomma, molto serio, per cui stavolta un pochino ho trovato troppo scanzonato lo stile colloquiale, che di solito invece mi piace molto nei tuoi scritti. Ma è un problema mio, il tuo stile è il tuo stile e va benissimo com'è. Non toglie comunque nulla alla vicenda che hai chiaramente dipinto.
Per il resto mi è piaciuto molto: l'accenno a qualche tenero ricordo della madre e della sua infanzia finché era stata in vita, il modo in cui hai tratteggiato l'inconfondibile cipiglio severo che caratterizza così bene il personaggio che si smorza un po' per la sorpresa che gli fanno i suoi amici e commilitoni. E' un'immagine calda e confortante quella che hai dipinto sul finale, come certe brutte esperienze possano essere non dico dimenticate, ma almeno essere messe in secondo piano da una cosa bella, da un gesto d'affetto. 
Anche nella peggiore delle situazioni è bello vederci una speranza.

Recensore Master
25/12/15, ore 23:11

Awww che carini!
Mi è piaciuta tanto. Dolce, ma non troppo. Perfetta!
Ho apprezzato molto il flashback su Kenny, che nonostante il suo cinismo e anche violenza voleva veramente bene al piccolo Levi.
Meriti un applauso solo per il "mezza sega", termine che mi ritrovo ancora affibbiato (ovviamente in tono più affettuoso) dai miei amici, soprattutto maschi, a causa della mia scarsa altezza e capacità sportiva (insomma, sono un dannato puffo e una scarpa nello sport). Quel bel nomignolo mi fa venire in mente tanti bei ricordi ahahah :')
Continua così, aspetto con ansia la terza puntata!
Alla prossima!

Recensore Junior
22/11/15, ore 19:41

Fanciulla mia che bella sorpresa questa tua nuova idea! Mi piace e mi fa leccare i baffi fino alle orecchie! Per intanto questa prima OS è davvero speciale. Mi piace alla morte il tè e venero il Levi quando beve la sua bevanda preferita con la tazza così come la tiene nella tua immagine. Con questa tua interpretazione hai dato una spiegazione che potrebbe anche calzare come un guanto al nostro soldato preferito. E’ affascinante leggere come ti inventi dei legami  del suo passato tra l’altro è una cosa che mi ha fatto tanto innamorare del tuo modo di scrivere, mi riempi le zone d’ombra e allora ti dico che sono in prima fila  a godermi lo spettacolo che ci regalerei. Non vedo l’ora di leggere che cosa ci inventerai su di lui. L’inizio mi sembra molto stuzzicante. La scena che più mi ha fatto venire l’acquolina in bocca è stata la descrizione di come beve il tè e di come sta seduto quando si rilassa, una vera e propria fotografia. Le riflessioni che hai fatto sul suo passato e sulla sua vita presente sono profonde, i suoi ricordi attinenti e dal sapore di verità, potrebbe davvero essere come tu immagini non farebbe una piega. Non mi deludi mai, anzi sei una vera garanzia. Urrà anche per questo nuovo progetto! Brava!
Ps ma arriva anche Blades presto vero? Sono in astinenza e tu devi procurarmi la mia droga ;-)  
(Recensione modificata il 22/11/2015 - 07:43 pm)

Recensore Junior
22/11/15, ore 15:20

Sul tè mi pungi sul vivo, e piacevolmente aggiungerei.
Mi piace quest'idea di interpretare un personaggio in questo modo, anche perché l'ispirazione che può venire da idee altrui a volte può essere qualcosa che ti costringe a vedere le cose sotto un'ottica troppo limitante. Così facendo però, trasformandolo in uno spunto iniziale che serve solo come punto di partenza per qualcosa di completamente tuo, rendi tutta la faccenda estremamente interessante e originale.
Sono curiosa di vedere come sarà il tuo Levi. ;)

Recensore Veterano
22/11/15, ore 10:52

Così ci dai la tua spiegazione sulla fissa di Levi per il tè ☕. Ci può stare benissimo, perché tutto quello che abbiamo avuto da bambini poi ci condiziona da adulti, nel bene e nel male. E l'infanzia di Levi è stata dura, avendo perso la mamma in modo tragico.
Questo primo racconto mi è piaciuto molto.
Aspetto il prossimo coniglio dal cilindro.
Ciauzz
K.-L.

Recensore Master
21/11/15, ore 08:24

Da vecchia estimatrice del tè quale sono non potevo certo lasciarmi sfuggire questa storia. Amo il tè in tutte le sue versioni, occidentali e orientali, e guarda caso ne ho anche ora una tazza proprio accanto al pc. Quindi capisco benissimo Levi che si ritaglia una minuscola pausa dalla follia di un mondo che sta andando in cenere e che lo fa lentamente, dandogli importanza, perché è proprio la magia delle piccole cose che può salvarci dalla follia. Una salvezza temporanea, certo, una scintilla nel buio, ma è proprio nei più banali gesti quotidiani che si annida, tenace, la nostra umanità e se perdiamo quella allora abbiamo perduto tutto, abbiamo perduto la guerra, qualsiasi guerra.
Hai descritto con grande precisione il rito del tè, ne ho sentito il calore, il profumo e il sapore leggermente amaro e forte. Seguirò con piacere questa raccolta!

Recensore Master
20/11/15, ore 23:09

Fantastica quest'idea di una "biografia non autorizzata" del signor Levi Ackerman! Per un'autrice piena di risorse e fantasia come te, un tipo così misterioso, intrigante, con tante zone d'ombra, è un invito a nozze (in tutti i sensi... ahahaha!), e io già mi stropiccio le mani pregustando le prossime scene!
Già l' "antipasto" promette bene, a partire dal titolo. Un gesto assolutamente banale come quello di prepararsi e bere un tè, per Levi diventa un'azione profondamente simbolica ed evocativa, una sorta di "incantesimo", appunto. Non è soltanto un momento di relax e di pacifica solitudine, ma la possibilità di vivere, anche solo per brevi istanti, una agognata normalità, senza giganti, senza pericoli continui, senza morte e senza dolore. Ma anche un rito che infonde calore all'anima prima che al corpo, che lo lega profondamente alla memoria di una madre coraggio, che ha fatto di tutto, anche attraverso gesti semplici e pietose bugie, per salvare quel bambino dalla dura condizione di "figlio di".
Il rituale sempre uguale, la scelta del tè, l'uso della stessa teiera, tutto fa parte dell'incantesimo, che ha questo potere balsamico, rassicurante, su una personalità tormentata e contraddittoria. E tu hai descritto benissimo tutto questo, e in modo vivido, quasi fotografico. Si sentiva quasi l'aroma del tè!
A prestissimoooo!

Recensore Master
20/11/15, ore 17:23

Bella trovata, mi piace molto!
Entrare più a fondo nella personalità di Levi è sempre molto interessante, del resto lui è un personaggio così criptico.
Il passato di Levi mi ha sempre toccata particolarmente, adoro il modo in cui l'hai trattato, complimenti :)
Spero di risentirti presto.
Alla prossima!

Recensore Master
20/11/15, ore 17:20

Ed eccoti alle prese con una nuova avventura narrativa: una raccolta di shot! Come una collana di perle che ci donerai di volta in volta.
Già questo primo racconto è un bijoux: ma ormai mi hai viziato con le tue belle storie e da te non mi aspetto nulla di meno o non saresti più tu!
C'è uno splendido fermo-immagine in questo racconto: vediamo il coraggioso combattente in un breve momento dedicato solo a se stesso.
Niente esercito.
Niente Giganti.
Niente doveri e missioni.
Solo se stesso ed i suoi ricordi. La cerimonia del tè circoscrive e chiude questo intimo momento, che ha quasi qualcosa di sacro: questo perché quando rivolgiamo il pensiero a chi di più prezioso per noi non c'è più, ci riallacciamo alla parte più profonda di noi stessi. Qualcosa di così potente e radicato che neppure le parole umane sono sufficienti ad esprimerlo: credo che solo il lingauggio degli angeli sarebbe in grado di farlo.
Ma noi non siamo angeli e non lo è Levi: è un uomo, con i suoi limiti e le sue debolezze, che ora ci mostrerai nei tuoi racconti, per rendercelo un po' più vicino.
Intanto, immaginiamo pure noi di berla una tazza di tè, insieme a lui... vuoi?
Complimenti per la splendida idea della raccolta e del suo precipuo tema e per questa bellissima e toccante shot.
Baci,
Lou

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