Recensioni per
L. A. CONFIDENTIAL {Confidenzialmente Levi Ackerman}
di kamony

Questa storia ha ottenuto 73 recensioni.
Positive : 73
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
28/06/16, ore 09:41

Più in ritardo di me non puoi essere :-).
Dunque, vediamo se ho capito bene, nel capitolo 55 Levi e Hanji torturano qualcuno, presumibilmente per ottenere informazioni vitali? Humm... è un tema molto delicato. L'accenno al sangue che non va più via è molto Lady Macbeth, ed è giusto che sia così, certe colpe non si lavano e non si giustificano e questo è davvero un lato oscuro dei nostri personaggi. Non mi sono piaciuti in questo ruolo, ma probabilmente è quello che volevi ottenere, no? Far vedere che anche negli "eroi" ci sono parti oscure e vergognose, in nessun modo giustificabili. Il racconto è scritto molto bene e rende moltissimo l'idea della sconfitta che è comunque la guerra. Quel suo andarsene curvo, di Levi, di chi sa che, comunque vada, personalmente ha perso, e che ci vuole sempre qualcuno che perda per vincere, è molto bello. C'è solo un errore "mostra natura" anziché "nostra natura". Ma direi che è un lapsus emblematico... a volte la natura è davvero "mostra".

Recensore Junior
29/05/16, ore 22:35

Ciao!
Ti chiedo scusa ma arrivo con un ritardo vergognoso ma purtroppo non sto passando un periodo leggero.
Tornando alla storia, ma che bel ritratto ci hai fatto di Levi!
Inanzitutto ti faccio i miei complmenti per aver trattattato quel capitolo quasi crudele che ha lasciato tutti noi lettori di stucco per la violenza con cui Levi ha picchiato l'informatore.

Questo capitolo mi è piaciuto perchè è presente uu dialogo anche se con dolore, lui si confronta e un poco si confida con Hanji.
In un certo senso la consola, ma ho trovato fantastica la seguente frase
" e invece siamo così".
Qui è racchiuso Levi, un uomo empatico dotato di sentimenti ma al contempo "crudele", una crudeltà costretta dalle circostanze, chissà quante volte ha dovuto compiere tali atrocità per sopravvivere.
Bellissimo il discorso sui giganti, non sono altro che la parte più brutta e marcia dell'umanità, quella che è racchiusa dentro ogni essere umano.
Ma Levi non si rassegna poiché crede nel libero arbitrio, lui ci crede a fondo e hai risaltato questa inclinazione in questo capitolo.

Bel capitolo, per l'ennesima volta mi hai emozionata *.*
grazie per averci regalato questa storia
un abbraccio grande
Mistiy

Nuovo recensore
23/05/16, ore 16:53

Buondì!Comincio con il dire che questo capitolo mi ha un tantino sconvolto...come tu sai non leggo il manga e sinceramente non mi aspettavo una scena del genere da parte di Levi e Hanji,Isayama mi sorprende sempre O.o
Secondo me questo potrebbe essere uno dei punti cruciali della storia,analizza la parte più brutale degli esseri umani.Avevo già pensato all idea che i giganti potessero essere stati creati dagli umani stessi e poi hanno perso il controllo di queste creature che alla fine si sono ritorti contro i loro creatori. Non so se mi sono spiegata bene,ma credo sia più o meno questa l idea di Isayama...poi bisogna vedere come la svilupperá(ansia). Quando hai detto che avevano tirato le unghie a quell uomo mi ha ricordato una Scena di tortura che subisce il protagonista in un anime che si chiama Tokyo Ghoul*pensa a Kaneki e si dispera* e questo ha contribuito a renderla più inquietante...ottimo lavoro come sempre comunque! Alla prossima,un bacio!

Recensore Veterano
23/05/16, ore 01:06

Ci proponi forse il momento più buio della storia dell'armata ricognitiva. Credo che questo episodio oscuro abbia creato disagio a non pochi appassionati di questo splendido manga. Proprio per questo motivo, ho apprezzato il fatto che tu abbia scelto di esplorare un momento così difficile narrativamente.
La violenza della guerra non risparmia nessuno, neppure coloro che si trovano "dalla parte giusta".
Sei riuscita a donare un soffio di umanità ad un atto di pura violenza, esplorando i dubbi di Hanji, e la reazione di Levi alla loro comune esternazione di umana violenza.
Hanno condiviso molte cose Hanji e Levi, e la loro empatia sussurrata emerge anche in questo apice negativo di condivisione, un missing moment colmo di chiaroscuri.
Mi è piaciuto molto il duetto tra i due: non solo è emersa la diversa personalità del capitano e della squad leader, ma anche una sottile differenza tra modo di sentire maschile e femminile, di fronte alla violenza. Nonostante la guerra, nonostante la morte ed il sangue, Hanji esprime la sensibilità di una donna soldato nelle sue parole, mentre Levi rinforza la convinzione che si stia agendo per la causa, per il fine ultimo di vincere la guerra. La guerra è ingiusta per definizione, la guerra è crudele.
Lapidario quanto tragicamente vero il giudizio di Levi : “Siamo tutti mostri, chi più, chi meno.” Io aggiungerei “in guerra”, e la frase è terribilmente logica. Una mini-apologia tesa a convincere Hanji e, in fondo, anche se stesso che il dolore e la tortura che hanno provocato siano giustificati dalle circostanze. Siano una scelta obbligata, in fondo.
E la chiusura è intrisa di latente umanità, che trova una sommessa espressione nella scelta di sopravvivere, espressa da Levi. Le scelte obbligate sono insite nella guerra, le scelte obbligate sono necessarie alla sopravvivenza del genere umano, considerando soprattutto che l’armata ricognitiva non sta combattendo per se stessa, ma per tutti i civili.
Un pezzo crudo, difficile, tagliente come una lama invisibile che penetra dentro al lettore. E che riesce a donare quel minimo di umanità ad una scena difficile da accettare, rendendo sommessamente fragili, seppur in modo diverso, due dei protagonisti assoluti di Shingeki no Kyojin. Chapeau.
(Recensione modificata il 23/05/2016 - 03:09 am)

Recensore Veterano
15/05/16, ore 23:04

Io il manga non  lo leggo, vedo gli anime e neanche tutte le puntate e quindi non conoscevo questo episodio.
Una scena delle torture prima o poi me la aspettavo però, perché purtroppo i soldati fanno anche queste cose e così pure i servizi segreti. Vogliamo poi parlare della CIA, che cosa fa?
Gli ufficiali le mani se le sporcano, eccome. Quindi il tuo racconto è giusto, e sviluppi bene i pensieri della scienziata matta e di Levi.
Anche per queste cose il ritorno a casa dei soldati e degli ufficiali quando finisce la guerra o la missione è difficile perché se ti sporchi le mani poi è dura. Si rimane traumatizzati per le cose brutte che si è stati costretti a fare o a subire (Palla di lardo di Full Metal Jacket insegna). Alcuni diventano pazzi.
Stai sviluppando molto bene l'universo di Levi, ce lo mostri sotto vari punti di vista.
Ottimo, vai così
Ciauzzzz
K.-L.
 

Recensore Veterano
15/05/16, ore 22:55

Eccomi, in ritardo stratosferico ma ho avuto turni di lavoro da incubo.
Fatta la pennica domenicale, mi sono letto i tuoi ultimi racconti ed ora ti dico cosa ne penso.
Petra è una brava ragazza, quella che ogni suocera vorrebbe la domenica a pranzo. Io preferisco Mikasa perché a me piacciono le donne cazzute ma pure Petra mi sta simpatica. E penso che nel tuo racconto venga fuori benissimo: lei è così, pensa sempre a lavorare bene in gruppo e obbedisce sorridendo. Povera ragazza, che brutta fine. Non ho digerito la sua morte.
Levi non è scemo e capisce che Petra è il fiore all'occhiello della squadra, invece dei bauscia.
Brava. Ora passo al commento del prossimo racconto.
 

Recensore Junior
15/05/16, ore 20:19

Credo che questa, tra tutte sia la storia che mi ha abbia colpita di più.

Mi sono ritrovata in questi giorni a rileggere uno dei primi capitoli, quello in cui Hanji raccontava ad Eren i suoi esperimenti sui titani Sonny e Bean. E c’era tutta la sua sofferenza nel ritrovarsi ad infliggere loro quelle torture, tutto il suo raccapriccio e anche il senso di colpa. Arriva a piangere e ad urlare. E se la sua reazione verso esseri che umani non sono (questo accadeva prima ancora che Connie le rivelasse la drammatica scoperta fatta nel villaggio natio) era questa, quale strazio può aver provato poi nel torturare un uomo? È questo ciò che mi sono sempre chiesta.

E tu sei riuscita a sviscerare quest’orrore, questo conflitto interiore e questa sorta di tormentato compromesso con la propria coscienza. Quella tortura è necessaria. Ma questo non la rende più facile da accettare. E non lo è neanche per Levi, che pure sembra essere impassibile e distaccato. E mi è piaciuto questo modo diverso che hanno di esprimere il proprio disagio. Hanji riesce a verbalizzarlo, esponendo i suoi dubbi, le sue angosce. Levi, invece, somatizza, soffrendo in silenzio.

Complimenti.

Recensore Master
15/05/16, ore 18:38

Questo capitolo è davvero d'effetto.
Il rapporto tra Levi ed Hanji è assolutamente unico, e mi è piaciuto come hanno interagito e come tu li hai trasportati in questo capitolo.
Soprattutto, ho adorato che hai messo molto in luce il vero significato che Attack On Titan in fondo vuole trasmettere: i Giganti rappresentano "la parte mostruosa dell’umanità che ha preso vita propria. Quella parte sorda, muta e cieca che distrugge per prevaricare, semplicemente perché è più forte e può schiacciare i più deboli".
Spesso molti fan tralasciano questo dettaglio che invece ha permesso a me di apprezzare a pieno quest'opera.
Ho adorato come si intravedere il lato umano di Levi e quello "fragile" di Hanji, pronti a tutto e compiere delle "scelte obbligate". Sono un duo micidiale e tra i miei quattro personaggi preferiti non per nulla!
Continua così, carissima, perchè sei eccezionale!
Alla prossima!

P.s. il capitolo 55 mi aveva completamente traumatizzata. Che brutta notte che passai dopo la lettura ^.^"

Recensore Junior
15/05/16, ore 14:40

Ecco, questa vicenda che prendi in esame in questa storia è su tutte una di quelle sulle quali ho riflettuto di più, per poi non arrivarne a niente di fatto, almeno per quanto riguarda la mia produzione, se si escludono piccoli accenni. È un dettaglio fondamentale nella dinamica di questi due però, probabilmente proprio un cardine significativo del loro rapporto, un esempio chiaro della loro dinamica che hai descritto molto bene in quest breve scambio che hanno.
Non lo potevi raccontare meglio, e non lo dico solo perché hai tirato praticamente le stesse conclusioni a cui sono arrivata pure io nelle mie elucubrazioni, per cui non ho molto da aggiungere in commento.
Bel lavoro.

Recensore Master
15/05/16, ore 01:01

(Ah, adesso aggiorni così, a tradimento!)

Questa storia affronta delle tematiche davvero difficili, sia dell'opera originale sia più generali, con il tuo solito piglio apparentemente semplice, ma in realtà molto profondo e "carnale", che costringe a riflettere.
Quel capitolo del manga è uno dei più disturbanti. Il disagio che sicuramente provano Levi e Hanji a fare quello che fanno lì è solo intuibile e tu l'hai reso esplicito attraverso il loro sofferto dialogo. Levi di suo probabilmente non ne avrebbe mai parlato: lui esegue, fa sempre ciò che è necessario, all'apparenza senza emozioni. Ma non è così (come dimenticare quanto è sconvolto quando si comincia a ventilare l'ipotesi che i titani siano in realtà esseri umani, che lui ha ucciso a centinaia?). Semplicemente ha come "anestetizzato" quella parte di sè, per sopravvivere all'orrore. Sa che la resa dei conti verrà poi, quando le circostanze cambieranno. Hanji prova le stesse cose, solo che lei le tira fuori, e lo fa con lui, perché è con lui che ha condiviso quelle azioni ignobili, che ora sta guardando come "da fuori", come se le avesse commesse un'altra persona. E Levi non soltanto la ascolta fino in fondo, ma cerca anche di assolverla, di farla sentire meno un mostro. Perché mostruosa è la situazione che stanno vivendo, in cui spesso, semplicemente, ci sono delle "scelte obbligate". Cioè, in pratica, non c'è altra scelta.
E qui si innescano le domande più generali: fino a che punto è lecito spingersi? Che cosa saremmo capaci di fare noi, in circostanze estreme? E' facile fare i virtuosi, quando non si è messi alla prova!
Mi ha colpito molto il particolare delle nocche sbucciate, che Levi decide di non farsi medicare, per ricordarsi delle sue azioni, forse per espiarle. E poi come si allontana: sembra triste e stanco, moralmente, più che fisicamente, prigioniero anche lui, suo malgrado, di quella spirale di morte e violenza.
Davvero commovente!

Recensore Master
14/05/16, ore 19:34

Quando dico che Shingeki no Kyojin NON è una storiella atta alla banalizzazione con ambientazioni frou frou mi riferisco ANCHE a questo.
Siamo in guerra. Siamo in guerra contro dei mostri. Siamo in guerra pure con le caste privilegiate. Siamo in guerra con chi, dietro le quinte, ha messo in moto tutto questo abominio.
E, purtroppo, come in tutte le guerre del passato, del presente e, temo, del futuro, non si andrà troppo per le spicce, specialmente con nemici e spie.
Con la tua ultima one-shot, conosciamo l'aspetto più disumano della guerra: due ufficiali, Levi ed Hanji, si vedono costretti ad inquisire brutalmente (leggasi: a torturare) un soggetto. Essi si apprestano a svolgere il penoso compito, pur provandone disgusto lei ed una sorta di sorda rassegnazione lui.
Ma è necessario avvilirsi e degradarsi al punto da torturare un altro essere umano, sebbene nemico/spia/prigioniero che dir si voglia?
«A volte ci sono delle scelte che sono obbligate»
Credo proprio, come anche da titolo del racconto, che il fulcro della questione sia proprio questo.
Levi ha già deciso da tempo da che parte stare: i sentimenti più belli e puri li tiene custoditi gelosamente nei reconditi del suo animo. In questo momento cruciale della lotta ai Giganti/Titani non si deve perdere l'obiettivo principale, quello di capire come debellarli fino all'ultimo mostro. Non c'è tempo per altro.
Solamente dopo la liberazione dall'incubo, lui, come tutti gli altri, potrà permettersi il lusso di scelte meno dolorose per la propria coscienza.
Quest'ultima, ora come ora, deve aspettare, in silenzio.
Ci sarà tempo per il pentimento in un momento successivo.
Apprezzo moltissimo come sei partita da un arduo numero del manga per parlare di un argomento "scomodo". L'eroe sa essere sporco.
Se si tocca l'idolo, l'oro resta sulle dita (cit.): ma dobbiamo finirla con questi erori perfetti ed impomatati che fanno/dicono sempre e solo la cosa giusta.
Hai perfettamente caratterizzato i due personaggi a mio avviso più interessanti dell'opera originale, sviluppando in modo coerente le possibili reazioni di ciascuno di loro all'inquisitoria espletata. Hanji è turbata, Levi è rassegnato.
Questa è la guerra.
Questo è Shingeki no Kyojin.
Le favole Disney sono altrove.
Bravissima.
Lou

Recensore Junior
14/05/16, ore 19:04

Ho visto l'aggiornamento e mi sono fiondata a leggere. Che dire... wow e potrei concludere la recensione così. Invece proseguo perché questo capitolo merita, sicuramente, più di un semplice Wow o della mia bocca ancora spalancata e che sfiora il pavimento.
Io penso sia il più bello tra quelli che hai scritto fin'ora... non mi vergogno a pensarlo, ma se dovessi scegliere il mio preferito sarebbe sicuramente questo e non solo perché racconti così maledettamente bene uno dei momenti più discutibili di Aot ma anche per il modo sapiente con cui ci dai una visione diversa dei Giganti attraverso le parole di Levi. Io mi sono sciolta.
Questo dialogo mi ha riportato alla memoria le Operette Morali di Leopardi (no vabbé non voglio fare la saccente, ma un po' il concetto è quello). Un dialogo tra due interlocutori che hanno due diverse posizioni sulla natura di quello che hanno fatto. Finalmente abbiamo una Hanji che dubita dei mezzi che hanno usato e un Levi, che nonostante non rimpianga mai ciò che ha fatto, preferisce non cancellare i segni per non perdere la pare umana che ha ancora. Io penso che tu mi abbia fatto apprezzare il personaggio di Levi più di quanto non lo faccia già Isayama. Te lo dico sinceramente, in questo capitolo ci mostri tutta la sua bellezza interiore, la sua naturale insofferenza verso i problemi degli altri e la sua capacità, nonostante tutto, di saper capire. Trovo che Levi sia un personaggio straordinario e qui ce l'hai mostrato in un tutto il suo splendore, nel suo accettare e addossarsi il peso delle scelte obbligate che deve prendere perché non c'è alternativa. Il modo in cui lo fai congedare è pura poesia.. il suo modo di cammianare un po' stanco, un po' trascinato, non più fiero e retto, ci mostra un Levi che comincia a sentire il macigno sulle spalle eppure procede perché non è ancora giunto il momento di cadere. Scusa mi sono lasciata trasportare ma come ti ho già detto questo capitolo mi ha lasciata a bocca aperta. Lo rileggerò altre volte perché mi è piaciuto veramente tanto. Complimenti davvero
Ti rinnovo il mio wow e spero di leggere il prossimo capitolo
Un bacio grandissimo!

Recensore Master
29/04/16, ore 01:23

Perfetta. Davvero perfetta. Sai quanto adori Petra e tu non potevi descriverla meglio. Hai centrato in pieno, a mio modesto parere almeno, lei in tutta la sua essenza e come, da un lato purtroppo sentimentalmente parlando, la vedeva Levi. È stramaledettame te vero simile e sono quasi certa che il nostro 'caro' Isayama sarebbe d'accordo con te. Sarebbe bellissimo vedere questa one-shot disegnata. Io, come sempre, rimango affascinata dal tuo modo di leggere Levi e tutti i personaggi di questo mondo e mi chiedo come tu ci riesca senza scadere nel OOC (pecca che invece ho io, è più forte di me), quindi posso solo scriverti un GRAZIE enorme per l'ennesima piccola perla. Davvero. Un bacio enorme!

Martina

Recensore Master
28/04/16, ore 17:06

Un vro comandante sa essere anche e soprattutto un po' psicologo: certo, il fine militare è precipuamente quello di sconfiggere il nemico, sapendo utilizzare al meglio le risorse a disposizione, sia in fatto di armi che di uomini. Ma che comandante sarebbe (o meglio: a cosa servirebbe) colui che non sappia appieno "sfruttare" ciò che ha al servizio suo e della causa?
Un conoscitore di uomini può essere un leader efficace, nel breve e nel lungo termine. Questo lo hai saputo ben esprimere in questa tua nuova one-shot. Apprezzo molto la profondità del personaggio di Levi così come sai esprimercela, rispettando il precipuo character originale ed arricchendolo del tuo sentire.
Il burbero Levi si riassume in: «Ma era proprio necessaria?» chiese l’ufficiale lanciando un’occhiata torva al suo comandante. «Ma cosa?» gli chiese Smith senza capire. «Questa promozione del cazzo!» abbaiò Levi stizzito.
Il Levi del ghetto non ha interesse per promozioni e per medaglie. Il Levi comandante invece conosce i suoi uomini e sa fare le sue scelte.
Interessante questo dualismo del personaggio, così come ce lo hai saputo rappresentare. Del resto, egli è e resta un personaggio complesso e sfaccettato, poco facile da rendere nel modo giusto.
E poi abbiamo la piccola Petra Ral. Non è il mio personaggio femminile preferito, ma l'ho sempre molto apprezzato, per la sua lealtà, per il suo immenso coraggio e per il suo buon carattere. La sua morte è stata difficile da digerire, almeno per me.
Ne hai fatto un ritratto stupendo, con sommo rispetto e, perché no, con affetto.
Del resto, i personaggi di Isayama sono molto belli e complessi e trattarli con rispetto, come fai tu, mi pare doveroso.
Levi impara a conoscere e ad apprezzare Petra Ral, come persona e come soldato: la sua scelta risalta per obiettività e buon senso, dato che in un gruppo è necessario prevedere un soggetto come Petra, che sa stemperare gli animi, che sa fare il lavoro di squadra. e che non discute gli ordini.
Ancora complimenti, carissima, ed alla prossima!
Baci 
Lou
(Recensione modificata il 28/04/2016 - 05:08 pm)

Recensore Master
27/04/16, ore 12:52

Un bellissimo "quadro" di quello che è Levi nei suoi rapporti con la squadra. Come sempre non so molto dei personaggi, ma direi che hai descritto molto bene le dinamiche che entrano in gioco nel pensiero di Levi (e degli altri), la sua freddezza solo apparente, la sua insofferenza, la preoccupazione e persino la delicatezza (!) che ha verso gli altri. Il senso di responsabilità che non lo abbandona mai, fin troppo. Allo stesso tempo mi è piaciuta la figura di Petra, solo apparentemente mite e umile, in realtà determinata e fiera, senza il bisogno di dimostrare nulla a nessuno, ma anche col coraggio di dire quello che pensa quando serve. Bel lavoro :).