Recensioni per
Una Mano Tesa
di tixit
Hai espresso il mutare dei tumultuosi sentimenti di Oscar e dei suoi ricordi con il tuo abituale stile perfetto e accattivante. |
Sono contenta che l'hai continuata. E che ci hai raccontato i siparietti arditi col Conte (belli, davvero...) che, quanto meno per me sono stati una grande sorpresa. E spero davvero che, senza fretta, la continuerà, raccontandoci del grande assente, di un temporale, di un letto e del bacio di Giuda... Bravissima, mi è piaciuta molto. |
Non stai bene uno schifoso raffreddore e poi trovi che una delle tue autrici preferite ti fa un regalo ha continuato la storia e ti rallegri. Anche per me Girodelle resta un personaggio positivo. Indipendentemente dal fatto che l'ami o semplicemente la rispetti interviene prontamente in modo delicato conoscendo l'intemperanza della bionda e quindi dice e non dice fa osservazioni pertinenti e cerca di salvarla in primis da se stessa. Troppo faticoso dover vederla perdersi dietro ad un bastardo che prende tutto e non da niente. Girodelle é un gentiluomo ma non è cieco,conosce bene il mondo in cui vive. |
non oso sperare in un rapido prosieguo...ma spero!saluti |
Leggo Silvia e allora vado a rileggere la Os, almeno un altro paio di volte e allora forse ora ho capito! |
Manca D. E lui non lo dice. |
Capolavoro!! Lo dico e lo penso... hai risposto a qualche domanda con questa one shot che si colloca subito dopo temporalmente la prima (o almeno sembra) e lo hai fatto come solo tu sei capace: ci regali infatti uno scorcio, un frammento di ricordo crudo nella sua essenza, ma velato di malinconia. Dunque Oscar e Fersen hanno avuto una relazione, tra l'altro niente di che...quando lei gli porta i biglietti di MA. Sono giochi innocenti, lui in realtà non la vuole...ma ad un certo punto crede che lei voglia di più, ed ecco che sparisce con quella frase sibillina che Oscar non ha nemmeno capito realmente, secondo me per lo meno in quel momento. Ora, a distanza di tempo, ha ben chiaro il quadro... |
Il racconto è decisamente criptico...molte allusioni (la.cicatrice di cui non si parla, frutto di arroganza, una notte di tempesta che non è riferita allo strappo, perché la tempesta era semmai solo negli animi ecc ecc), poche certezze:Oscar sta affogando qualche suo dispiacere in una bottiglia, Girodelle (e qui riconosco il giovin signore pacato del manga con la.profondità d'animo di quello dell'anime) le tende una mano cercando di ricordarle che è una privilegiata, che la sua vita vale.più di una bottiglia e che potrebbe fare qualcosa per salvare se stessa, tuttavia un qualcosa che rimane vago e indefinito. Sospendo il giudizio...il tuo stile mi piace e lo sai, anche questo racconto mi è piaciuto, solo che ho l'impressione che manchi qualcosa: troppi dubbi, troppe domande... ma io so che tu hai le risposte, per cui...che ne dici di continuarla, magari più avanti? |
Atmosfera cupa e malinconica, Oscar è irritata, resa come una corda di violino, ma si sa che la verità non le piace sentirsela dire... e così Girodelle, molto elegante, molto acuto, sembra spronarla ad apprezzare quello che ha (o che ha perduto), ad aprirle gli occhi di fronte al fatto di essere una privilegiata(acqua di fonte in bicchieri di cristallo), e di non aver vissuto affatto, finora. |
Girodelle è più acuto di Oscar, che in questo momento è ferita sicuramente dallo strappo di André; forse è proprio il bel capellone a spingerla ai soldati della guardia! |
Qualcosa che non ci racconti è sicuramente accaduto, ed è stato talmente dirompente da cambiare gli equilibri. Parli di André che per qualche motivo non è più lì, a due passi di distanza e parli di un temporale e di un letto. Qualunque cosa sia stata le ha lasciato in gola solo fiele. E Girodel, il tuo, quello che ti piace raccontare, le tende una mano, come lei vorrebbe, senza che troppo si veda... Molto tuo, con le parole da soppesare ad una ad una, come sempre. E, come sempre...mi è piaciuto molto. Un abbraccio. |
Come è fastidioso questo Girodelle! Mi meraviglio che Oscar non gli abbia svuotato in testa il contenuto dell bicchiere (non di cristallo ma probabilmente di stagno) che aveva in mano. |