Recensioni per
Storia di un Natale
di Celtica

Questa storia ha ottenuto 26 recensioni.
Positive : 25
Neutre o critiche: 1 (guarda)


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
[Precedente] 1 2 [Prossimo]
Recensore Master
13/12/16, ore 14:56

1° Posto
Storia di un Natale
di Lun@









Grammatica: 9.6/10
Lilian glielo aveva detto: "non hai scelto il giorno migliore per dirglielo." -> -0.1 (in maiuscolo.)
Sembrava dire "non mi rovinerai il Natale." -> -0.2 (due punti.)
Ma ora, ora era diverso -> -0.1 (è un esitazione, stanno meglio i punti di sospensione.)
Non ci sono praticamente errori, nessuno di grave. Hai presentato una storia praticamente perfetta. Ti faccio i complimenti anche per il passaggio diretto e indiretto: sei tra i pochi che lo ha gestito nel modo corretto.

Stile: 9.6/10
“le mani di sua madre erano calde, morbide e la facevano sorridere. Lilian invece aveva un modo di fare più nervoso, come se avesse sempre fretta.” -> -0.1 (Reputo più idoneo un punto-virgola, visto che stai elencando le differenze dopo i due punti.)
Che dire? Hai uno stile poetico, che io personalmente adoro e prediligo. Una disposizione dei periodi equilibrata, ben ponderata. I dialoghi sono attinenti e profondi, il lessico più che appropriato. Ho adorato l’ambientazione francese e la cura con cui hai inserito i dettagli; ne ho potuto respirare il clima, il sapore della neve sulle sue strade. Non ho mai visitato la Francia, tu sei riuscita a portarmici con l’immaginazione.

Originalità e trama: 10/10
Perfetta!
Mi è piaciuto il carattere che hai messo in queste pagine. L’ambientazione era parte vivente della storia, importante fisicamente e metaforicamente. Lo sviluppo della trama è impeccabile, equilibrato. Hai usato tre POV gestiti alla grande, per quanto mi riguarda, controllati alla perfezione; e non è una cosa che si vede tutti i giorni.
Abbiamo la felicità dei più piccoli, che sono delle bambole con carattere dominante, soprattutto Rochelle ( ne parleremo fra poco). Abbiamo poi il cuore della storia: l’esperienza Lilian, di questo amore maturo, “realistico”, vissuto in ogni sua sfaccettatura che si va a contrastare con quello più complesso e mal sentito della figlia. L’intera trama mostra un sfondo natalizio da far paura, incantevole e studiato in ogni suo dettaglio. Hai perfino saputo mostrare la folla, la cacofonia della gente festante per strada, le luci…ah, le luci, sono brillate nei miei occhi, rifulgendo dalle pagine della tua storia. Nonostante ciò, però, c’è il male, il cancro, che è colui che è protagonista invisibile, ma percepibile magnificamente: un matrimonio mal gestito, una coppia che rischia di andare in frantumi. E il vizio capitale: l’alcool.
“In ogni caso gli restava sempre il vin brulé.” C’est magnifique!

Titolo e impaginazione: 4.5/5
Per questo contest ho preferito non esaminare tutti gli aspetti dell’impaginazione a cui io tengo. Ho limitato la critica sul testo giustificato, il minimo per una pagina ordinata ed esteticamente pulita. Nel tuo caso, era perfetto.
Stavolta, ahimè, ho da ridire sul titolo: nonostante racchiuda abbastanza bene il significato della storia e la sua trama di “contorno”, non ne ho sentito il sapore pungente sulla lingua. C’è molto più del Natale, molto più di “una storia”. Avrei preferito qualcosa di più profondo, complesso, soprattutto da chi scrive così meravigliosamente.

Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
Qui inizia la festa!
Rochelle e Philippe: due bambini, due immagini chiave della vita di Lilian soprapposti ai loro volti, quella del marito e della figlia. Se il maschietto è il classico tenerone spensierato, Rochelle mi ha letteralmente fatto impazzire, con la sua “intelligenza infantile”, quella cruda innocenza che s’intravvede nelle parole, l’animo di chi crede di potere ogni cosa, la potenza dell’immaginazione e della volontà che solo i bambini della sua età possono avere. Non ancora abbastanza grande per carpire tutti i segreti della sua famiglia, ma così sveglia e testarda da sognare il mondo intero. Potente e ad effetto.
E poi Lilian: credo che, anche se non era nei suoi pensieri, ella rivede se stessa in quei due bambini. Dopotutto noi siamo fatti di ricordi, e Lilian conserva gelosamente quelli della sua famiglia. Rochelle e Philippe sono due espressioni del suo essere, quello che lei ha amato e desiderato. Philippe è una dolce carezza sul viso, malinconica ma sempre piacevole; mentre la femminuccia è colei che dà vitalità, che ti mette davanti a domande e riflessioni che da solo non ti saresti mai posto, con la semplicità e spietatezza dei bambini curiosi. Lilian è colei che ha amato sopra tutto e tutti, un amore puro e ormai finito ai giorni nostri; lei è l’emblema della comprensione e della conoscenza, vecchio stampo. E non comprende le scelte di sua figlia, nonostante sia a conoscenza dei problemi del genero, anzi: si preoccupa per lui e ne prova quasi pena.
E infine Marguerite: è una donna che ama, ma che è stata portata al suo limite. Stanca dei vizi del marito, s’impone, quasi contro volontà, di liberarsi di lui e delle pene che le causa. Una forza che si trasforma nuovamente in amore e accettazione, quando è posta davanti al fatto.

Gradimento personale: 4.5/5
Qualcosa, forse la mia visione della vita, mi ha impedito di darti punteggio pieno o lodare fino in fondo questo tuo capolavoro: ed è la soluzione finale della storia. Un uomo ubriaco, forse senza lavoro e in crisi con se stesso – certo, non violento, ma comunque senza controllo o rispetto verso i suoi cari – non può essere condonato a cuor leggero. E forse Marguerite non lo fa, ma mostra la debolezza di chi non è risoluto o forte a sufficienza per cambiare le cose. È ambiguo il messaggio che dai: se da un lato credo che l’amore di coppia debba affrontare i problemi insieme, e anche vero che qui la coppia non li affronta, li sopporta in silenzio. E questo non lo accetto.

Punteggio: 48.2/50

Recensore Veterano
02/11/16, ore 18:56

Ciao! Storia stupenda e commovente dai cui nonostante le vicende dei protagonisti trapela il natale. Non credo di avere altro d'aggiungere se non farti i miei complimenti con tanto di cappello :)

Un Bacio e alla prossima :3

Recensore Veterano
18/06/16, ore 02:01

Eccomi qua per lo scambio a catena!
Nonostante sia giugno e le giornate incominciano a farsi davvero afose e calde, ho deciso di rinfrescarmi un po' la mente con questa One-shot Natalizia.
Devo dire che mi sarei aspettata qualcosa di più malinconico e invece l'ho trovata molto sentimentale.
Il tuo modo di scrivere è veramente impeccabile e questo è sicuramente uno dei tanti motivi per cui tu sia arrivata prima al contest.
Come ogni famiglia, ci si riunisce il giorno di Natale e per tutti è un giorno di festa, anche per chi lavora, per questo quando ho letto quello che Marguerite voleva fare sola con il marito, mi ha dato parecchio fastidio. Fastidio non tanto perchè tra i due le cose non vanno molto bene, ma perchè senza pensarci avrebbe rovinato un giorno speciale ai suoi figli. Philippe, mi ha dato la sensazione che fosse un bambino dolcissimo e anche più piccolo di Rochelle e l'ho trovato tenerissimo quando si stava mettendo a piangere per le parole dette dalla nonna eheh sarei andata da lui solo per abbracciarlo <3
Rochelle invece, ha quel carattere particolare che non a tutti potrebbe piacere... Prima ti dà l'impressione che non le importi niente e poi dice di essere la roccia più resistente, mi ha dato l'impressione che lei sapesse qualcosa sui suoi genitori... magari è stata solo una mia impressione XD
La nonna Lilian alla fine, si risolleva vedendo che una volta tornati dalla passeggiata, sua figlia Marguerite non ha messo fine al matrimonio con il marito, ricordandole di come lei nonostante tutto, nonostante la morte di Jean-Claude, continuasse ad amare suo marito.
Ripeto, per me non è tanto malinconico :). Se però ci si ferma a pensare dal punto di vista di un bambino, si allora lo sarebbe!
alla prossima
KAGGY92

Recensore Master
18/05/16, ore 22:34

Buonasera a te,
Ho scelto questa storia perché credo che abbia voluto perdermi un po' nella giornata di Natale dato che ultimamente ho pensieri strani e malinconici e dopo aver concluso il sequel di Tempus Fugit, mi sono sentita attraversare dalla voglia di cambiare un po' ed eccomi qui. Dunque, mi hai lasciata molto sorpresa perché avevo sentito Grenoble, ma tutte le vie e le strade o i posti non li conosco nemmeno uno e io stata una che amava molto il francese. Poi ho cambiato idea, va bé, però mi hai lasciato qualcosa dentro di me. Una specie di sensazione nostalgica e piena, che mi ha fatto apprezzare ancora di più tutto quello che ho letto.
Andiamo per gradi:
RochelleUna bambina che all'inizio mi ha dato un po' fastidio quando sentiva la parola nonna e pareva sbuffare, avendo voglia di andare con il papà o addirittura rimanere in casa. Una bambina come tante altre, mi son detta più volte e dato che anch'io, come tutti, siamo stati piccoli, perché criticarla soltanto per l'essere piccola? Più che altro non amo i bambini quindi un po' ho faticato tanto a farmela piacere, ma poi quando la nonna ha detto a lei che bisognava lottare e che la vita è dura e non bisogna aspettarsi niente, bé, diciamo che lì quando le ha risposto dicendo che era una roccia e sarebbe sempre stata una roccia, mi sono addolcita un po'. Avrei voluto essere lì con lei e dirle che era proprio una brava bambina, avrei voluto essere lì e dirle una qualsiasi parola per addolcire quei lineamenti che la facevano diventare una ragazzina capricciosa.
Il tuo modo di tratteggiarla, però, mi ha fatto capire molte cose tra le quali che hai avuto farci capire - a  noi lettori - che alla fine pur ascoltando le parole della nonna, di una persona che non si apprezza molto da bambini, persino Rochelle pare essere riuscita ad affrontarla e risponderle sinceramente.
Philippe. Questo bambino era la dolcezza in persona, anche se piangeva e voleva il papà, ma era molto piccolo o almeno io è questo che ho capito da questa OS breve. Le parole della nonna lo hanno spaventato, ma ho recepito tanta voglia di divertirsi e scoprire quanto più gli sia stato detto, specialmente grazie alla festa del Natale che allo stesso tempo lo rendeva gioioso e voglioso di muoversi per vederne la bellezza. Una bellezza immensa, una bellezza che non dovrebbe divenire grigia soltanto per questo motivo qua della futura vita e Philippe riesce nonostante il tutto, a sorridere tra le lacrime. A lasciare che il resto passi tanto poi sarebbe tornato a casa dal suo papà. Dall'uomo che però forse non vi sarebbe più stato.
Lilian. La cara e vecchia nonna, colei che ha subito di tutto e di più con la figlia Marguerite, con suo marito Jean-Claude e che ora è rimasta sola e si è intristita di più. Dopotutto accade quando il tuo mondo viene spezzato con la perdita del nostro amore più grande. Però ha la famiglia, ha sua figlia che è diventata una grande donna anche se un po' l'ha delusa per la storia del padre. Quando invece lei e Jean-Claude erano perfetti e avevano superato ogni litigio e problema vivente, quindi mi chiedo cosa accadrà in futuro e cosa Lilian potrà fare per Marguerite.
Dall'altro lato però ho apprezzato la durezza delle sue parole ai nipotini dato che bisogna dire la verità, quindi la realtà cruda e non la falsità per addolcire il tutto. La signora che è passata e che l'ha guardata male probabilmente si trattava di una di quelle persone che diceva il finto per non far soffrire, ma così non si fa. Per niente.
Io sono d'accordo con Lilian.
Marguerite e il marito. Entrambi, perché? Perché una litigata immensa e duratura nel tempo può portare ad una rottura incredibile, ma dato che i miei genitori sono molto - anzi nella maniera più completa - inconciliabili ed eppure proseguono anche dopo le litigate, io credo che anche così vada bene una famiglia. Non si tratta di sacrificarsi, come ho letto in un'altra recensione negativa, si tratta di capire cosa è giusto per la famiglia interamente. E' giusto lasciare tutto soltanto per un litigio che non si può risolvere? Non credo, bisogna poi chiedersi: davvero è stato fatto tutto? Davvero è finita ogni cosa? Se non si è davvero convinti, continuando a rimuginarci sopra pensando a cosa avrebbero fatto i nostri genitori, allora io credo che bisogna riprovarci non essendo completamente contenti di quello che sta avvenendo in casa.
Marguerite lotta, lascia andare, ma poi pensa a Lilian e così non va: se sei davvero sicura di quello che vuoi fare, lasciando tuo marito, poi non pensi a quello che farebbe tua madre. Infatti poi ha capito che deve lottare di più, che deve parlare in modo più completo e quando sarà sicura di ciò che vorrà fare. 
Tu non ci hai spiegato, non hai inserito il loro litigio, ma io credo che sia stato qualcosa di davvero forte e intenso e che tu abbia preferito eliminarlo perché dopotutto era Natale e avrebbe stonato con il resto della OS. Dopotutto è una OS, non una long di ventimiliardi di parole.

Tra tutti i personaggi, mia cara, io ho apprezzato molto la forza di Marguerite e la durezza delle parole di Lilian mischiata alla lingua dispettosa e i capricci di Rochelle. Ma non dimentichiamoci pure il dolce e bambino Philippe. Quindi, per farti capire, ho apprezzato tutti dato che li hai messi giù in un modo che io ho apprezzato.
Per non parlare del fatto che stavo per mettermi a piangere, e sai che odio farlo perché sintomo per me di debolezza, dato che sapevo quello a cui stavo andando incontro: sapevo che Marguerite avrebbe parlato col padre e che alla fine le cose sarebbero cambiate. Però poi son tornata su, non contenta di scendere giù a leggere della tristezza del padre che se ne andava e ho riletto le parole della nonna che tra sé e sé diceva che, sebbene sua figlia avesse deciso una volta per tutte di lasciare il marito, in qualsiasi modo sarebbero andate le cose Rochelle avrebbe lottato come una roccia. Quindi ho capito che sotto sotto volevi farci capire che la positività avrebbe regnato in questa OS e difatti... avevo ragione.
Ottima descrizione dei personaggi, ottima introspezione tra i pensieri di Lilian e quelli dei bambini che non avrebbero voluto proprio andarsene con l'anziana signora e ottima parte di pov della madre che pensava di non rivederli mai più. 
Un cambio di persone, un cambio di pov che ci hanno fatto capire quanto possa essere difficile vivere in una famiglia e crearsela, perché dopotutto l'amore a volte non basta. Bisogna crederci, com'è anche la festa del Natale e tu ci sei riuscita a fermlo credere.
In tutto.

Ora concludo dicendoti che è stata una piacevolissima lettura, molto malinconica ma anche dolce e satura di speranza e amore e per un attimo mi hai fatto dimenticare la mia Ruth e il mio Jeffrey.
Buona serata, 
Au revoir



Ps: Ah, giusto, ovviamente tanti auguri a te, mia cara amica Celtica.

Recensore Veterano
20/04/16, ore 17:18

Ma che bella questa storia!
Ecco, il tuo stile si addice alla perfezione a questo racconto. Non smetterò mai di ripeterti quanto mi piaccia leggere quello che scrivi, il modo in cui lo dici, i pensieri che susciti. È talento e tu devi continuare a sfruttarlo!
Tornando alla storia: davvero bellissima. Tenera e dolce, ma anche amara e seria. Una visione del Natale che si divide in due: magico e speciale per i bambini, inevitabile e pesante per gli adulti. Lo vediamo attraverso gli occhi stanchi della nonna - una donna innamorata che ha perso la sua roccia e sta cercando il suo nuovo posto nel mondo; lo troviamo con la madre e il padre - una coppia che potrebbe scoppiare ma che tiene duro, nonostante le difficoltà, nonostante i problemi, perché trionfa l'amore e questo basta; e poi lo vediamo attraverso gli occhi dei bambini: un Natale mistico, pieno di speranza, pieno di gioia. Mi è piaciuta la caratterizzazione di tutti i personaggi, ma forse i due fratellini sono quelli che mi hanno colpita di più: così diversi, così belli. Non so spiegartelo, ma Rochelle l'ho trovata davvero perfetta, una bambina sicura di sé, sveglia, forte, pronta a urlare al mondo che lei esiste e che ha intenzione di prendersi il posto che le spetta. Non so, ci ho trovato davvero tanta forza in lei, una forza che riesce a trasmettere anche alla nonna e che la stessa madre possiede - la forza di andare avanti, nonostante tutto.
Uno squarcio della vita che ti fa pensare. Davvero bella storia.
Complimenti, ma tanto ormai lo sai che mi piace tutto quello che scrivi!
Always_Always

Recensore Junior
16/04/16, ore 18:34

Ciao!
Allora allora allora... per prima cosa devo notare come la forma sia assolutamente perfetta. Scorrevole e rapida la lettura (facilitata dalla brevità della storia), grammatica ineccepibile e ottima struttura dell'Html, che raramente noto ma che sto giro è fatta davvero bene.
Una cosa che ho notato sono i dialoghi che, a differenza di come capita spesso in storie di questo tipo, non sono affatto melensi o "irrealistici", ma brevi e credibili (qui su Efp, ho letto dialoghi allucinanti nella sezione drammatico, lascia sta!), cosa che contribuisce alla confezione perfetta che avvolge una storia che di certo non mira a stupire ma che svolge comunque il suo lavoro. In the end sai decisamente scrivere e si vede!
Ok, credo di aver detto tutto, ciao ciao!

Recensore Master
06/04/16, ore 18:57

In merito alla battaglia navale, devo recensirti ed è un bene perchè sto leggendo una perla che mi era sfuggita. Lo sai che ti seguo e ti leggo ma questa non l'avevo mai vista. mi è piaciuto molto questo racconto natalizio, pieno d'affetto e amore. Bravissima :D

Recensore Master
01/03/16, ore 22:28

Bene, mi è piaciuto così tanto leggerti l'altro giorno che ho deciso di buttarmi su quest'altra one shot, sebbene il natale sia passato da un pezzo grazie al cielo.

Questa storia mi è piaciuta molto, anche se più lunga e complessa dell'altra tua one shot originale (a quest'ora, dopo una giornata del genere, mi tocca usare la lunghezza di un racconto come metro di valutazione, perdonami!). Mi è piaciuta perché ci sono molti temi attuali, non è la classica storia sul natale: in quel caso, proprio non la sopporterei.
Invece hai saputo portare all'attenzione dei lettori due cose.

La prima è la disillusione che, con l'età, giunge insieme al natale. Io di anni ne ho ventitré, ma è da un bel pezzo che lo trovo una festa ipocrita — al punto da apprezzarne solo il consumismo, perché "dichiarato", sotto gli occhi di tutti e quindi non falso come la maggior parte degli altri sentimenti correlati. Mi piace che Lilian decida di aprire gli occhi ai suoi nipoti proprio in questa notte così importante, perché sa che li turberà ma in un certo senso saranno protetti dall'atmosfera natalizia.

La seconda, che personalmente mi ha mandata in visibilio, è la sottolineatura del divario tra generazioni: Lilian, Marguerite e Rochelle sono di tre generazioni molto diverse, sono l'una la discendenza dell'altra e prendono la vita in modi davvero diversi. Però tutte e tre rappresentano bene la propria "categoria".
Lilian è cresciuta con l'insegnamento del finché morte non ci separi, ha imparato che si stringono i denti e si va avanti nonostante le difficoltà perché c'è sempre qualcosa da guadagnare, un gioco di squadra da fare, un insegnamento da tramandare. Ci si accontentava di poco, una volta, e lo si trasformava in molto perché si viveva di piccole cose.
Marguerite è figlia di questi insegnamenti, eppure si trova nel mezzo — tra la compostezza di chi si accontenta e il furore di chi è nato per non accontentarsi — ed è in lotta con se stessa perché non ha ancora deciso da che parte stare. Spesso l'ago della bilancia si sposta completamente a caso, ma è anche vero che se alle spalle gli insegnamenti sono solidi è possibile riconoscere gli insegnamenti e farne tesoro, anziché rinnegarli. E, francamente, sono contenta che sia andata così: io forse faccio parte della terza generazione, quella di Rochelle, ma è anche vero che credo molto nel valore della famiglia e se avesse deciso di lasciare suo marito senza provare a sistemare le cose almeno un'altra volta (almeno a natale, visto che ci siamo) non ne sarei stata affatto contenta.
Comunque, dicevo, Rochelle è ancora intonsa, come una tela bianca su cui non è ancora stato dipinto nulla. Il suo grande potere è quello di poter scegliere cosa dipingere, perché come ogni ultima generazione ha una libertà in più di chi l'ha preceduta. E ha già deciso che sarà più forte di sua nonna (tra l'altro, "adoro" il suo modo di rapportarsi a Lilian, perché è molto realistico, sebbene irrispettoso... mi ricorda il mio modo di rapportarmi a mia nonna, a volte così soffocante ma sempre, palesemente, per il mio bene), l'ha già etichettata come colei che si lascia passare pur di non stravolgere la propria vita.
Potrei parlare per ore dei divari generazionali, mi affascinano moltissimo e sono contenta di aver trovato una storia di questo genere, perché spesso è una cosa che non viene apprezzata e mi sento quasi fuori dal mondo. Forse non sei giovanissima (relativamente... anch'io mi ritengo "non giovanissima", in questo discorso), hai presente i divari tra generazioni perché hai vissuto il natale come qualcosa di un po' più profondo di una banale festa piena di doni e banchetti... sai di cosa parli, ecco. E questa cosa mi è piaciuta tanto.

Un altro aspetto che apprezzo sempre è la cura per i dettagli: non sei stata ossessiva con l'ambientazione, non hai speso paragrafi nel definire ogni linea del paesaggio, la latitudine, la longitudine e tutto il resto. Hai piazzato pochi, ma significativi dettagli e hai permesso al lettore di inquadrare due cose: l'ambientazione e la tua consapevolezza dell'ambientazione. Per me è il top, davvero, è quello che fa la differenza tra una storia decente e una storia bella.

Insomma... come avrai capito mi è piaciuto tutto anche stavolta. Purtroppo la recensione è un po' sconclusionata perché sono un po' stanca e mi riesce più difficile mantenere un filo logico, ma spero tu abbia capito comunque quello che intendevo dirti.
Non mi resta che farti i complimenti per tutto ciò che ti ho detto e, come al solito — ma non c'è nemmeno bisogno di dilungarsi troppo —, anche per la grammatica e lo stile così piacevole, elegante e bello proprio da vedere. Se tutte le storie fossero come le tue, lascerei davvero l'università per fare la lettrice e scrittrice-di-recensioni a tempo pieno.
Brava, davvero.

A presto,
Chara
(Recensione modificata il 01/03/2016 - 10:30 pm)

Recensore Master
28/02/16, ore 22:58

PRIMO POSTO AL WINTER CONTEST

Storia di un Natale

di Celtica


_Sviluppo della trama e personaggi: 10/10



A mio parere il tema principale di questa storia è il Natale, visto da tre diversi punti di vista quelli delle tre donne di casa: la piccola Rochelle, nonna Lilian e mamma Marguerite.

Tutte loro vivono questa festa in modo diverso, la prima con gli occhi innocenti e colmi di aspettative riguardo i regali e la presenza dei genitori, la seconda con l'amarezza per il tempo passato col marito che non tornerà più e per la decisione della figlia, la terza con l'esasperazione per una situazione matrimoniale ormai ingestibile, ma soprattutto queste donne hanno tre modi diversi di approcciarsi alla vita e alle difficoltà che si affrontano durante questo percorso.

La scelta di trattare una separazione proprio in questo periodo è davvero originale e con il cambio di point of view sei riuscita a tenere alta la tensione, al punto che alla fine il lettore è così convinto che Marguerite divorzierà che scoprire quale sia stata la sua decisione sorprende davvero molto visto il fatalismo che si evince dai pensieri di Lilian.

La piccola Rochelle è uno di quei personaggi che o si amano o si odiano, bellissima, ma anche viziata e testarda e la sua avversione per la nonna è così palese che dà quasi fastidio ( nonostante ben sappia che non tutti i nipoti amano i propri nonni).

Lei è ferma nelle sue posizioni, crede di avere sempre ragione come tutte le ragazzine sveglie e spigliate che hanno avuto accanto genitori che le assecondavano, è molto arguta per la sua età, forse anche troppo, ma non l'ho trovato esagerato visto che sono convinta che i bambini comprendano il mondo e i suoi meccanismi molto più di quanto pensino gli adulti. Perfetta la scelta del suo nome, che riporta da solo fa già percepire come sia il suo carattere: forte "come il Vercors che non fa passare il vento". A questo punto della sua breve vita è inamovibile, ha certezze che le permettono di essere salda nei suoi propositi e sarei curiosa di scoprire se anche da adulta manterrà questo approccio alla vita.

Nonna Lilian, invece, si sente ormai prossima alla fine della propria vita dopo essere rimasta vedova e non approva la decisione presa da sua figlia perché lei darebbe qualunque cosa per riavere accanto Jean-Paul. È una donna provata dalla vita, che va avanti facendosi trascinare dagli eventi, accettando sia il bello sia il brutto, come il fiume Isère che segue il proprio percorso senza deviazioni ( una delle similitudini che più ho amato).

È una nonna che ha a cuore il benessere dei nipoti, nonostante abbia più simpatia per il nipotino a causa della sua somiglianza con l'amato Jean-Paul, ed è per questo che cerca di avvertirli e metterli in guardia sugli ostacoli che la vita metterà davanti a loro, anche se le sue parole non vengono capite dal piccolo nipotino troppo giovane per percepire cosa si celi sotto il suo discorso e non vengono accettate da Rochelle, troppo decisa a godersi l'aria natalizia.

Marguerite invece è una donna esasperata dai continui litigi col marito, che lavora persino nei giorni di festa ed è ben decisa a lasciarlo nonostante le rimostranze di Lilian e il fatto che dare a Natale una notizia del genere all'uomo che ha sposato è davvero una cosa spregevole da fare. Non sei entrata molto nei particolari, ma da quello che raccontano i piccoli ho intuito che l'uomo è sempre nervoso e stressato e che riesce a ritrovare il sorriso solo dopo qualche goccio d'alcool e infatti loro insistono per comprare un po' di vîn brule.

La scelta di Marguerite di restare con il marito, di resistere, per il bene dei figli e per trasmettere loro i princìpi con cui è stata cresciuta lei, è senz'altro una decisione controversa. Qualcuno potrebbe pensare che non è giusto che una donna si annulli e si sacrifichi per il bene dei figli ed avrebbe ragione, ma noi non abbiamo assistito al processo mentale di Marguerite, non sappiamo se ama ancora il marito, forse ha capito di essere stata superficiale e troppo avventata e ha semplicemente deciso di concedere a lui e a sé stessa un'altra possibilità, inoltre non è detto che magari a distanza di giorni non cambi di nuovo idea. L'animo umano è davvero complesso e sfaccettato.


_ Stile, sintassi e grammatica: 10/10


Non ho notato nessun errore grammaticale, le frasi sono ben strutturate e la lettura risulta scorrevole, fluida e molto piacevole.

Hai scelto un registro linguistico poetico ma non pesante o ridondante, arricchendo il testo di descrizioni e metafore atte a farci percepire al meglio non solo l'ambiente che circonda i personaggi, ma anche il loro carattere, i loro difetti e punti di forza.

Ho adorato le candele poste a dividere i paragrafi, danno un tocvo malinconico, ma natalizio che decisamente non guasta.


Gradimento personale: 10/10


Ho adorato leggere questa storia, in ogni riga ho respirato l'aria di Grenoble con le sue strade trafficate, il monte Vercors a proteggerla dai venti e il quieto e costante scorrere dell'Isére a fare da sottofondo, mi sono così immersa da avere l'impressione di camminare lentamente accanto a Lilian, mentre cerca di abituare i nipoti all'idea che la vita è dura e spesso ingiusta e bisogna tutelare il proprio cuore e resistere.

È una storia viva, vibrante, per niente scontata, mi ero rassegnata a piangere per il dispiacere che avrebbero provato i bambini una volta tornati a casa dalla passeggiata e scoprire che i genitori si stavano separando e invece, a sorpresa, hai optato per un lieto fine con finale aperto che mi ha scaldato il cuore.


TOTALE: 30/30
(Recensione modificata il 28/02/2016 - 10:59 pm)

Recensore Master
15/01/16, ore 18:47

Per favore, dimmi che da qualche parte esiste un libro scritto da te perché davvero queste piccole perle iniziano a non bastarmi più!

Ehm... Ciao!
Che dirti? Avevo iniziato a leggere questa deliziosa one shot qualche giorno fa, ma a causa dei vari impegni ho dovuto rimandare più e più volte.
Vorrei cominciare col dirti che, se mai avessi avuto l'opportunità di votare questa piccola storia natalizia, la tua one shot avrebbe guadagnato un dieci bello pieno.
Perché dici questo, Relie? Sei uscita fuori di senno? No, e adesso ti do le motivazioni del mio giudizio:

- Partiamo dallo sfondo, dove tratteggi una Francia innevata e carica di ricordi che le conferisce quell'aria un po' antica e malinconica. Io mi sono sentita praticamente catapultata nel clima francese e credo si tratti di una tua abilità: non tutti ne sono capaci;

- I NOMI. Ecco, so che per molti questo è un dettaglio effimero, ma non lo è per me. Il nome caratterizza il personaggio, né dà spessore, colore e musicalità. Credo che la scelta del nome incida molto sulla storia in sé.
Rochelle è il nome che più mi ha colpito e che credo mi appunterò da qualche parte per non dimenticarlo; è melodioso, elegante e "d'impatto". Sicuramente conferisce al tuo personaggio un dato carattere e virtù.
Jean-Claude arriva in seconda posizione. Il suo nome mi rimanda indietro nel tempo, come se fosse stampato su una polaroid seppia. Non so spiegarti bene il perché, ma sono ossessionata dai nomi e tu li hai azzeccati tutti, sorprendendomi positivamente. Complimenti!

- La leggerezza che traspare dalla scrittura e lo spessore morale del messaggio che vuoi trasmettere.
Te l'ho già detto molte volte, ma ripetersi non fa mai male: scrivi benissimo. Scrivi come mi piace leggere e questo è ovviamente un tuo talento.
Il messaggio morale: in realtà, credo ce ne sia più di uno. All'inizio, Lilian sembra volerci dire che la vita è imprevedibile e che tenta in tutti i modi di spezzarci; dobbiamo avere coraggio, stringere i denti e andare avanti.
Sicuramente un bel messaggio!
Poi, non so te, io ci ho rivisto una "ripresa dei vecchi valori", come se stessi confrontando i tempi di Lilian e Jean-Claude con quelli della madre di Philippe e Rochelle. Inutile dirti che il finale mi è piaciuto molto.

I personaggi sono profondi, ti colpiscono e ti ci affezioni in modo innaturale. Io, ad esempio, mi sono innamorata di Rochelle - del suo nome, soprattutto -, della sua strana ostilità nei confronti della nonna, aspetti per cui, forse, mi sento molto legata a lei.
E' una one shot che parla da sé, che ti rapisce e ti coinvolge con una naturalità spaventosa e questo perché l'autrice è capace e talentuosa, perché MERITA.

Potrei continuare a scrivere in eterno, ma non farei altro che tediarti, quindi mi eclisso, aggiungendo questa splendida storia alle preferite e rinnovandoti i miei complimenti.
OTTIMO LAVORO!
Alla prossima!

Recensore Junior
13/01/16, ore 15:09

Ancora ciao Celtica! Come promesso mi sono immersa nella lettura di questa one-shot natalizia, anche se di natalizio ha ben poco. Mi sono venuti i lacrimoni, lo ammetto...le tue storie sono sempre molto realistiche e mi sono immedesimata perfettamente in questa donna, in questa madre, in questa moglie che si tormenta. E' Natale ma le disgrazie e i dubbi e le difficoltà della vita non vanno in vacanza, purtroppo! Lo stile è chiaro, pulito, esente da errori grammaticali. Ammetto di aver fatto un po di confusione con i nomi (che mmi piacciono moltissimo, soprattutto Rochelle *^*) ma, una volta sciolti i dubbi, è stato un piacere scivolare sulle tue parole :)

-mmh

Nuovo recensore
10/01/16, ore 20:18

Ciao, senza preavviso sono venuta a recensire, spero non ti dispiaccia :3
Ammetto che appena ho aperto la tua pagina ho subito adocchiato la long ma poi mi sono ricordata della tua richiesta quindi eccomi qui c:
Come prima cosa posso dirti che adoro tantissimo l'impostazione grafica: è pulita, non appesantisce la pagina, è essenziale ma giusta.
Mi piace il tuo stile, è giusto e delicato. All'inizio ho provato la stessa antipatia - se così si può definire - che ha Rochelle nei confronti di Lilian ma poi leggendo ho cambiato idea e la situazione si è ribaltata. Ma perché quella ragazzina è così verso sua nonna? Lilian per esempio mi ha fatto molto tenerezza, è stato bello il piccolo viaggio nei suoi ricordi.
Mi piace molto come hai usato il nome dei luoghi, ha reso il racconto ancor più vivo e vero di quanto non lo fosse. È stato facile per me immaginare i tre immersi nelle strade parigine, la nonna con la camminata lenta e un po' affaticata e i piccoli con gli occhi brillanti a pensare al vino e a loro padre.
Giusto oggi poi mi è capitato di leggere quella frase che dice una cosa come "Come facciamo a stare io e tuo nonno ancora insieme dopo tanto tempo? Siamo nati in un'epoca dove le cose rotte si riparano e non si buttano" e ho trovato questa storia un modo molto più elegante e bello di trasmettere questo messaggio.
Nel complesso ho apprezzato tutto - e anche nel dettaglio, non preoccuparti -. Passerò di nuovo? Certo, quella long è lì che mi aspetta quindi tornerò di nuovo.
Un abbraccio,
JTown.

Recensore Veterano
09/01/16, ore 23:23

Ciao!
Allora... Ok, spero mi perdonerai per non essere passata subito dalle oneshots (ammetto di essere stata attirata dalla tua long che avevo iniziato in passato) e anche per questa bandierina bianca qui a fianco.
Dal punto di vista della caratterizzazione dei personaggi e della grammatica non ho nulla da dire: sei stata impeccabile e la storia è veramente ben costruita, in modo realistico. Ho avuto un po' di difficoltà a trovarmi nel cambio di POV a metà capitolo, ma per tutto il resto, la storia è veramente perfetta.
Ciò che però non ho apprezzato è stato il messaggio che hai voluto trasmettere: una donna che decide di non lasciare il marito per permettere ai suoi figli di crescere con entrambi i genitori. Di sicuro è una scelta nobile, ma spesso non è la più giusta e mi permetto di dirtelo per esperienza personale, dato che fino a poco tempo fa la Lilian di cui parli sarebbe potuta essere mia mamma.
Il fatto è che in molti casi è meglio vivere e crescere con un solo genitore o in una famiglia ritenuta diversa piuttosto che adeguarsi alla "tradizione", ritenendo di poter crescere i propri figli come si è stati cresciuti. Già di per sé, a mio parere, quest'idea non è del tutto esatta, dato che è impossibile riuscire a trasmettere gli ideali che si ha ricevuto senza in qualche modo dare loro un'impronta personale. Inoltre, davvero, ti garantisco che, di fronte a determinate situazioni, è meglio per tutti che i bambini in questione crescano in situazioni diverse da quelle della presunta normalità- e forse un padre spesso assente e che ritrova la felicità solo nel bere che vin brulé potrebbe rientrare in uno di questi casi.
A mio parere, una donna non deve annullarsi per la propria famiglia, sacrificando se stessa, perché in questo modo di certo non da un'esperienza costruttiva ai propri pargoli, né prosegue la propria vita.
Quindi, spero mi scuserai, ma il finale della shot non mi è davvero piaciuto. Si tratta ovviamente di un parere personale, dovuto anche a mie esperienze e spero non te la prenderai troppo. Ho cercato di esprimere le mie argomentazioni in modo chiaro ed educato, ma sono un poco stanca al momento e potrei aver scritto male o comunque essere sembrata troppo aggressiva: nel caso, mi scuso.
Spero ancora che tu non ti sia offesa e che magari in seguito potremmo scambiare altro, se ancora ti andrà.
Baci e a presto,
Nox

Recensore Veterano
09/01/16, ore 21:11

Una One Shot davvero interessante!
Innanzitutto scritta benissimo e molto curata, nel linguaggio e nella sintassi. Le parole francesi che hai inserito ci stanno a pennello.
Il contesto natalizio si incastra perfettamente con la trama: in poche frasi sei riuscita a dare vita ai vari personaggi e a caratterizzarli bene.
Il parallelismo tra madre e figlia è molto dolce e fa riflettere sulle difficoltà che una coppia può incontrare; mi è piaciuto che Marguerite abbia deciso di tenere duro e provare a migliorare il rapporto con il marito, nonostante tutto.
Sicuramente però le interazioni che ho apprezzato di più sono state quelle tra nonna e nipote, davvero ben scritte.
Brava ;)

Recensore Junior
09/01/16, ore 15:23

Ciao cara, ho dato un'occhiata al tuo profilo e alla fine ho scelto questo racconto dal genere malinconico. Forse perché lo sono anche io, un po' malinconica.

La tua piccola storia di un natale minacciato da incomprensioni di adulti mi è piaciuta veramente, ha un sapore agrodolce direi e sai quando l'ho assaporato in particolar modo? Nel pezzo in cui Lilian ricorda la sua giovinezza e rivede nei nipoti se stessa e suo marito, rimpiangendo momenti che purtroppo non possono tornare. La nostalgia e la mancanza di qualcosa, anche un piccolo gesto ripetutosi nel tempo, bé può essere dura da accettare.
Detto questo, torniamo alla recensione.
Ho l'impressione che la vera protagonista, pernio e albero maestro, sia proprio nonna Lilian. Mi piace il rapporto se mi permetti "distaccato" tra la nipote Rochelle e lei, toglie alla storia quella dose eccessiva di zucchero che a me non piace per niente.
Sono rimasta sorpresa dal finale sai? Credevo che Marguerite lasciasse suo marito, ma ho capito benissimo la tua scelta, hai fatto un collegamento fine e di gusto con il discorso sul monte Vercors che fa la bambina. La frase finale "Il Vercors" è forte, i venti non passano è bellissima. Come ultima cosa aggiungo che la candelina scelta da te come divisore dei paragrafi cala il lettore nell'atmosfera intima e calda che ci vuole per uno scritto come questo.
Bravissima!

Baci, Morgana la Strega.

[Precedente] 1 2 [Prossimo]