Recensioni per
Tu ed io, contro il Mondo, contro il Tempo
di Lory221B
Non è obbligatorio che, per essere apprezzate, le storie debbano avere per forza l’happy ending. Diventerebbe tutto più piatto e scontato. In questo capitolo si è rarefatto il sapore di commedia che aveva caratterizzato le vicende di Sh3rl e, ciò che racconti, è caratterizzato da uno sfondo malinconico in cui si muovono e prendono vita emozioni coinvolgenti. L’apatico atteggiamento del dott Watson di fronte alle relazioni umane viene scosso dai messaggi che arrivano dall’androide. (“…Martin?...Dimmi…”): piacevole l’idea della chat criptata in cui Scott rivela una vivacità intellettiva particolare, la voglia di diventare umano e l’ attrazione che prova per Martin. Via via che la ff procede, si scopre che la ricchezza interiore, in quella che altri definiscono “macchina”, è decisamente maggiore rispetto all’ottusa cecità degli uomini che gli sparano. Annoto una frase che mi è rimasta impressa “…spero davvero che un giorno, quando non dovrò più ricordarmi di svegliarmi ogni mattina e respirare, potrò rivedere i tuoi occhi azzurro cielo…”. Rimane l’amarezza della fine di qualcosa che avrebbe potuto restituire a Martin una ragione di vita, la malinconia di tutte le cose che non sono più, ma la convinzione che…questa, dell’androide Scott, è una delle ff più riuscite che abbia letto fino ad ora. Davvero. |
Come sai, al momento nella mia città si sta svolgendo una specie di nubifragio. |
Meravigliosa! Non mi aspettavo l'happy ending, quindi non sono rimasta delusa. Martin ha ragione quando dice che Scott era molto più umano di quelli che lo hanno progettato. L'androide gli ha salvato la vita, si è sacrificato per lui. Forse lo ha fatto per amore, forse per gratitudine, perché Martin lo ha sempre trattato con rispetto, non lo ha mai considerato una macchina e, alla fine, il robot ha smesso di esistere, è diventato un uomo, un vero uomo. |
…e via, fino al 3321, a bordo della navicella Holmes 221! Geniale, mi diverte molto quando, chi scrive, usa intelligentemente la fantasia ed uno sguardo ironico. “…Lo so che mi sta cercando per tutta la Galassia…”): anche Mycroft e il suo affetto per il fratello , comunque esistente al di là del suo essere “uomo di ghiaccio”, sono stati catapultati nello spazio più sconfinato, perennemente in lotta con la disperante unicità di Sh. Che è sicuramente il “nostro” Sh, con le caratteristiche che, ormai, impariamo a riconoscere anche se trasportate in un alieno, in un’altra dimensione: “…dai capelli corvini e gli occhi di ghiaccio… annoiato e molto curioso…”. Invece, in quel terrestre cocciuto, coraggioso ed espressivo, c’è il “nostro” John con la sua travolgente umanità. Rispuntano, a sorpresa, il diario di Sir William Scott Holmes e le lettere tra William ed Hamish; quegli oggetti sono significativi perché, nelle mani di Sh3rl, è come se gettassero un ponte tra i vari universi temporali. Sembra che le varie vicende che stai dipanando siano l’una lo specchio dell’altra, e si comincia a provare quella sorta di vertigine positiva che coglie il visitatore in quell’attrazione al Luna Park, in cui ci si trova in un labirinto di specchi che rimandano la nostra figura ripetuta all’infinito. Ma l’immagine, qui, è sempre quella di un amore non espresso e quindi soffocato dai malintesi e dal silenzio. “…I peggiori sono questi due, il detective col cappello e il medico militare…”: sembra uno sguardo dall’alto che colga tutta la panoramica di un luogo, questa sintesi oggettiva della contemporaneità di Sh e John affidata al razionale distacco dell’alieno. Quello che succede, poi, scivola quasi naturale e, finalmente, in quel tempo così lontano, “quei due” riescono a trovarsi. |
Si continua a viaggiare nel tempo e nello spazio ma rimane, come filo conduttore, la traccia indelebile di ciò che lega Sh e John, al di là dei condizionamenti contingenti, sia che ci troviamo nel presente, nel passato o nel futuro, a Parigi, Londra o su una nave o da qualche altra parte. Mi pare di aver colto che non si tratti di piani temporali paralleli appartenenti ad universi contemporanei ma diversi, ma del viaggio eterno di due anime l’una continuamente attratta dall’altra, perché perfettamente complementari. L’altro elemento di raccordo, almeno fino a questo capitolo, è quello che è emerso chiaramente nelle serie televisive e nello Special, cioè quel tenere sotterraneo ed inespresso, da parte dei due protagonisti, ciò che, ironicamente, può essere indicato come “l’elefante nella stanza” e che si nutre di paure, angosce, disistima di sè, convenzioni sociali, scelte “pesanti” (Mary). Perciò mi sono piaciute molto quelle frasi barrate, che indicano l’insicurezza e l’àncora pesante del non-detto che creano vuoti abissali tra Sh e John. Bella la prima parte, ma particolarmente accattivante il salto nel futuro che ci porta uno Sh androide, di nome Scott, che tu connoti piacevolmente con le caratteristiche del consulting in carne ed ossa. Apprezzo molto il tuo impegno che sta regalandoci una storia originale e ben fatta., |
Esperimento narrativo interessante ed impegnativo che tu, con la tua capacità di scrivere, affronterai con un buon esito, ne sono sicura. Il primo pezzo è angosciante (“…Sentiva freddo…. Era tutto buio, lugubre…”) per l’intrecciarsi di due situazioni critiche. Prima di tutto il ferimento di John e, contemporaneamente, il dolore di Sh, urlato in quella domanda (“…perché?...”) che non ha trovato risposta, nemmeno nel cuore di Watson. Ad aggravare l’atmosfera cupa di tensione ci pensa quello squillo a vuoto del cellulare di Holmes, annuncio, forse, di una tragica realtà. La seconda parte è ancora più ermetica della prima. Possiamo supporre che Sh sia stato forzato dal fratello maggiore a seguirlo in un viaggio per allontanarlo dalla sua tossicodipendenza, ma torna insistentemente il nome di John e allora le ipotesi si fanno più numerose. Compare Victor, l’eterno rivale di Watson nel mare grande del fandom, e già qui si può azzardare il suo ruolo, forse a lungo termine, di perdente. Storia che si preannuncia interessante. |
Che dolci!!! Questo capitolo mi è piaciuto moltissimo. Hai riassunto gli "episodi" precedenti, aggiungendovi qualche dettaglio e spianando la strada a questo Sherlock-Spock, in cerca di risposte sull'amore. |
In questo capitolo hai introdotto altre due linee temporali diverse da quelle del primo. Sono veramente interessati entrambe. |
Confesso che non ho la più pallida idea di cosa sia Cloud atlas, ma la tua storia è intrigante. |
Ma che cosa dolcissima. 😍 |
Mi hai fatto piangere!! Questa è la storia più bella di tutte!! Finalmente stanno insieme! Sono riusciti a parlarsi, a dichiararsi reciprocamente!! |
Oh, è così affascinante questa FF! Le varie vite di Sherlock e John sono una più intrigante dell'altra!! Cambiano i nomi, anche i corpi (?), ma le loro anime si ritrovano sempre! E' così romantico e struggente!! Anche perché non sono felici in nessuno degli universi paralleli, diciamo così! |
Questo capitolo è... Non sono certa di riuscire a trovare le parole adatte. "Incredibile", forse, è ciò che più si avvicina. Mi sono piaciute moltissimo le lettere, soprattutto le parti che Hamish decide di tagliare. E sono davvero sconvolta che William sia stato rinchiuso solo per aver espresso il desiderio di andare da lui. |
Ciao! L'idea degli universi paralleli è molto intrigante!! Non vedo l'ora di leggere i prossimi capitoli!! A presto, spero!!! 😊 |
Ehilà! :D Ammetto che dopo aver visto i primi dieci minuti di Cloud Atlas mi sono addormentata e da allora non ho più provato a rivederlo, ma il plot dei vari universi storici è intrigante :) mi ricorda per certi versi una storia che lessi tempo fa sempre in questa sezione, ora non ricordo il titolo. ^^" |