Recensioni per
L'ultima porta
di Old Fashioned
Finito anche questo capitolo. Questa storia è così tormentata che mi lascia interdetta ogni capitolo che leggo. Mi fa storcere la bocca, ma non mi sento di giudicare nessuno: né Jason, che è un bravo ragazzo al momento molto confuso, né Kyle, che sta chiaramente male di testa, ben oltre il giustificabile intermezzo che è l'adolescenza in cui puoi permetterti di fare cretinate e nessuno ti dovrebbe dire niente. Io ormai ho la cocente sensazione che tutto si risolverà per davvero nel sangue, nella maniera peggiore - te l'avevo già detto, no? |
Sei bravo a enumerare i giorni e il ritmo dei messaggi e delle chiamate, il rapporto tra Jason e Kyle che si fa sempre più stretto, così velocemente. Mi ricorda un po' una ragazza che ho conosciuto tanto tempo fa, che aveva moltissimi problemi e aveva deciso di attaccarsi. Le volevo un mondo di bene, ma alla fine era riuscita a spaventarmi con tutte le problematiche che si portava dietro, e mi dava un senso profondo di inquietudine. Forse è per questo che sento così tanto questa storia rispetto ad altre. Mi fa sentire esausta ogni capitolo che leggo, credo che non potrà che andar peggio di capitolo in capitolo, ne sono certa. Povero Jason, che sta per essere trascinato dentro un baratro che difficilmente può capire. Crede di essere padrone delle proprie azioni, lui. Kyle sta davvero tanto male. |
Certo che Vesper/Kyle ha un mucchio di problemi, e chiaramente Jason non è la persona più adatta per affrontarli. Però mi sa anche che se quel pazzo fottuto di Kyle avesse voluto farsi salvare non avrebbe continuato a chiamare Jason ma avrebbe cercato aiuto presso persone più competenti di quello studente! |
Io ti adoro! Non vedevo l'ora di cominciare qualcos'altro di tuo mentre attendo altri capitoli della Scelta, ed eccomi qui! Adoro le tue storie lunghe, anche più di quelle corte, e questa si presenta benissimo. Hai curato tanto i dialoghi, che appaiono secchi ed efficaci, come quelli di una sceneggiatura per un film. Ma certo non di un qualunque film! Di uno davvero ben costruito. Jason ogni tanto manca di empatia, ma è giustificato visto il lavoro che fa. Vesper...beh, ha chiaramente bisogno di aiuto e non so se Jason sia la persona più adatta per darglielo. La tipa del Maine Coon ha seri problemi, ma quello per cui sono veramente curiosa - lol - è la chiamata per il gruppo di auto-mutuo aiuto per lesbiche afro-americane. |
Sapevo che questa storia non avrebbe avuto un lieto fine, perchè meritava una conclusione angosciante, triste, ma adesso che ho finito di leggere, le lacrime e il senso di oppressione che provo al petto sono orribili. Ho letto con la costante sensazione di vivere al posto di Jason, di non riuscire a capire il mondo e di non riuscire a capire Kyle. |
C'è solo una parola per definire ciò che ho letto fino ad ora: incredibile! |
Iniziando a leggere ho provato un senso di malinconia, perché una linea che aiuti i suicidi fa questo effetto. La chiamata con il presunto camionista mi ha messo angoscia, mi rimandava un senso apparentemente inquietante, sarà il racconto crudo o quella figura burbera che ti immagini dall'altra parte della cornetta, ma sono rimasta a leggere con in viso un'espressione un po'disgustata. Poi, la chiamata per i diritti dei gayiil gatto ingrato che si fa i giri dell'isolato, mi hanno fatto ridere un sacco. Povero Jason, certe telefonate sono imbarazzanti e scoccianti allo stesso tempo. |
(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) |
Premessa: io adoro le storie drammatiche e angst. Mi fanno andare in brodo di giuggiole. Ma di contro odio le storie scritte male. Beh, questa storia è scritta benissimo! Non è un complimento fatto alla leggera. Oltre al fatto che non ho trovato neanche un errore dal punto di vista "tecnico" o "grammaticale", ha come pregio quello di riuscire a coinvolgere sempre di più, proprio come fa Kyle coinvolgendo sempre di più il povero Jason. E non scherzo nel dire che (almeno a me ha fatto questo effetto) tiene attaccati allo schermo. L'ho letta nel cuore della notte, con gli occhietti che volevano chiudersi per il sonno, ma nonostante ciò l'ansia, l'angoscia e la tensione (che hai saputo instillare in me) di sapere cosa sarebbe successo nel capitolo successivo e come si sarebbe conclusa mi hanno impedito di chiudere gli occhi prima di aver letto la parola fine. Che mi ha sia "soddisfatto" sia "deluso", dato che speravo continuasse (ah, certe storie vorrei non finissero mai!). Adoro anche la caratterizzazione dei personaggi. Mi ha ricordato leggermente la storia di un film (Keith), che parla di un ragazzo con una malattia terminale che "rovina" la vita di una sua compagna adolescente. Devo dire che questo mi ha fatto piacere, nonostante le differenze siano parecchie e le storie per certi versi completamente diverse. Mi devi scusare se questa recensione non è perfetta, ma di perfetta c'è già la tua storia e io (che sono pigra) ho loggato oggi appositamente per potertelo far sapere. Se scrivessi un libro, ecco, lo comprerei. E ti assicuro che una cosa simile non la dico a tutti. Intanto metto in preferiti la tua storia per momenti di disperato bisogno di angst che so verranno in futuro, e mi riservo la facoltà di sbirciare le altre tue storie appena mi sarà possibile. Continua così! |
Sono finita anche qui, come era (per me) prevedibile. La conclusione mi è apparsa chiara a qualche frase dalla fine. Una madre che chiama per il figlio suicida, di diciotto anni che studiava arte. Mi sorprende che il cuore di Jason non gli fosse già schizzato alla gola con campanelli d'allarme come questi. O forse gli è schizzato, ma tu non ce lo hai detto. Nelle ultime righe ci hai lasciato in pace, bonariamente parlando, mettendoci davanti solo domande e risposte secche; noi non dovevamo neanche fare due più due, dopotutto. Ma perché è successo? |
ok. uh.... questa cosa che ho letto fa male, fa molto male °-° |
Di chi è la colpa? |
Melanie è insopportabile, ma è la parte lesa, tuttosommato. |
Jason ha sperimentato una vita senza Kyle. Breve. |
È triste e imbarazzante appurare che nel XXI secolo, un genitore consideri l'omosessualità di un figlio fonte d'imbarazzo e di tragedie domestiche. Eppure accade. Il padre di Jason palesa l'omosessualità del figlio come una possibilità tangibile. Ha visto segnali che Jason non vuole o non riesce a vedere |