Recensioni per
A Freak Show
di naisia
Positive : 73
Neutre o critiche: 0
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Ciao! *-* |
Povero John! È sempre più confuso!! Addirittura invidia la vita di un ramarro!! In fondo lo capisco.. Sarebbe bella una vita senza preoccupazioni!! |
Parte fondamentale di questo capitolo, anche se si tratta di una descrizione, è la rappresentazione puntuale e non banale dell’interno della roulotte di Martha Hudson. Infatti è un’ambientazione che ha i suoi effetti importanti sull’animo di John che, come sappiamo, ci ha lasciato, nel precedente capitolo, con un “no” secco alla richiesta, da parte di Holmes, di aiuto nelle indagini. L’atmosfera, un po’ desolata e particolare del luogo dove sono accampati gli artisti del circo, lo preoccupa, quasi percepisca delle implicazioni negative. Ma al suo ingresso nella roulotte suddetta, già è morbidamente accolto da una fitta moquette che attutisce i suoi passi ed i suoi…sospetti. Un buon profumo di biscotti allo zenzero, che richiama l’idea di “casa” e la raccolta degli oggetti più disparati lo introducono in un mondo che, non solo non lo spaventa ma che, addirittura, gli riporta immagini della sua infanzia: il circo ed il suo fascino, rappresentato dai cimeli di Martha. È dunque un’atmosfera familiare che lo accoglie, da te rappresentata in modo molto credibile, e mette a tacere, per il momento, le sue ansie. Quando Sh poi, alle sue spalle, entra e chiude con decisione la porta, John si sente più sicuro, più disponibile. Percepiamo l’effetto “Holmes” su di lui, la sua inconsapevole attrazione che gli fa attingere sicurezza anche da un semplice uscio che si chiude. Ho ritrovato molto IC il ruolo della signora Hudson, personaggio che non è certamente secondario in quanto, spesso, nelle Stagioni BBC, diventa catalizzatore di energia tra Sh, John e gli altri. Molto suggestivo il personaggio di Molly, con la sua malinconica diversità. In effetti, come mi facevi notare tu, in una risposta ad una recensione precedente, l’ipocrisia di Cornville non è migliore della non convenzionalità di quel circo e, anche se percepiamo chiaramente la malvagità di Moriarty, essa può essere considerata alla stregua di tutte le ombre sinistre che si agitano nell’apparentemente tranquilla cittadina. |
Ciao!! *W* |
Ciao! Sono contenta che John abbia cambiato idea e che adesso voglia aiutare Sherlock ad indagare! |
Dominano, in questo capitolo, i pensieri tumultuosi di John spinti nelle varie direzioni che la conoscenza di Sh gli ha aperto: il mondo dei "reietti", il sospetto di terribili cattiverie e malvagità nascoste, il costrutto fragile ed effimero del suo matrimonio. Ma, soprattutto, la percezione che, dentro di lui, si stia delineando qualcosa di nuovo, sconosciuto ma terribilmente bello, connesso all’affascinante figura del telepate. Piacevolissime le schermaglie che hai posto tra di loro, tra un John riluttante ad approfondire il suo rapporto con lui ed uno Sh che sa già che c’è qualcosa che lo lega al medico. |
Chissà che cosa Sherlock ha in serbo per John.. mi sa che non gli offrirà soltanto un te.. farà di tutto per convincerlo ad indagare insieme a lui!! |
Ciao! *^* |
Ritrovo un gustosissimo ritratto dello Sh investigatore, che tu ci riporti, così IC, nel suo comportamento da geniale segugio: dal far schioccare, per infilarselo, il guanto di lattice a quello sfregare i polpastrelli per saggiare la consistenza di ciò che ha trovato, a quel muoversi convulsamente ed apparentemente senza senso, sulla scena del delitto. Tutto mi riconduce con precisione all'Holmes BBC ed anche a quello, splendido, trasmesso tra il 1984 ed il 1994, interpretato da Jeremy Brett che ho avuto modo di rivedere. La scena che segue è perfettamente sovrapponibile, per esempio, a quella vista in TBB, quando i due sono alla ricerca di indizi riguardanti la criminalità cinese sui binari della ferrovia: Sh che trascina, entusiasta e concentrato, un John confuso ma, tutto sommato, contento di collaborare con il consulting, in un estemporaneo girotondo. È questo, il tuo, un capitolo di raccordo nella vicenda ma mi è piaciuto molto proprio per la vivacità e la precisione nel descrivere certi comportamenti di Holmes “sul campo". John ne è affascinato, indubbiamente sente un'attrazione, anche fisica, che sta diventando ingombrante e, in più, percepisce che, lo stare vicino a Sh e condividerne certe emozioni, lo fa sentire più vivo. Rimangono, comunque, ancora delle remore a seguirlo totalmente e quell' "Assolutamente no" finale è grandioso. Come un'ultima barriera che il medico cerca di tenere salda all'irrrompere di quello strano ma affascinante personaggio nella sua vita. Non credo ci riuscirà: tornare nel grigiore di Cornville, ora che ha conosciuto un modo di vivere diverso ed una persona unica nella sua fisicità ed intelligenza, sarebbe impossibile. Alla prossima, complimenti. |
Come no? John non vuole collaborare con Sherlock perché ha paura di quello che prova per lui, ne sono sicura. Sta scappando da tutto questo, ma non riuscirà a scappare da se stesso. Si percepisce chiaramente la tensione sessuale che c'è tra i due, si può tagliare con il coltello! |
Ciao!! *-* |
Con questo capitolo ho più informazioni sul comportamento di Sh e ritrovo volentieri le sue caratteristiche più IC, come l’arroganza, che però fa parte di un atteggiamento di difesa nei confronti del prossimo, il suo fascino magnetico che lo pone al di sopra degli altri, la sua attitudine ad investigare e la sua grande intelligenza. Inoltre c’è quell’attrazione che lui e John provano quasi fatalmente (“….John lanciò un'occhiata al girovago, che gli restituì uno sguardo penetrante…”). Il medico già lo dimostra con quel difenderlo di fronte a chi lo accusa di omicidio e non perché quell’uomo gli piace e basta ma in quanto sente che di lui può fidarsi. Ho trovato molto efficace la scena in cui John mette, anche fisicamente, Sh alle strette e gli intima di dirgli la verità sulla sua partecipazione o meno all’atroce delitto (“…rivoltò Sherlock e lo spinse contro la parete del fienile…”). Mi è piaciuta molto la determinazione con cui hai caratterizzato l’intervento di Watson e anche questa l’ho trovata IC, mi ha ricordato certi atteggiamenti di John, quando rimprovera Sh per qualcosa, visti nelle serie BBC. In effetti Watson è un uomo onesto ma ha un lato oscuro, particolarità caratteriale sicuramente, ma anche eredità del clima di precarietà e di violenza vissuto in guerra. Hai reso divertente la reazione di Sh, simile a quella dell’amica della madre di John: quest’ultimo, si era “intrufolato sotto gli innumerevoli strati di tulle e crinolina della sua gonna per recuperare una biglia”. Fai perfettamente immaginare l’aria offesa ed oltraggiata che caratterizza l’Holmes che non sa nascondere del tutto la propria insospettabile timidezza e ritrosia. Questo capitolo, poi, introduce un’interessante prospettiva: iniziano le investigazioni di Sh che, dunque, è proprio il “nostro” consulting, anche se in altro tempo ed in altro luogo. Leggo divertita le tue “Note finali”: certo che vederlo aggirarsi con il suo cappotto nell’Iowa, con trenta gradi, sarebbe apparso fuori luogo anche ad una irragionevole sherlocked come me… |
I loro battibecchi mi fanno morire!! |
Ciao, cara!! *-* |
Mi è piaciuto molto quell’apertura del capitolo con il susseguirsi di dati visivi, soprattutto relativi ai colori, che fanno, di ciò che circonda John, una tavolozza dalle forti tonalità, un dipinto quasi espressionista, dove non esistono sfumature per addolcire gli stimoli che arrivano alla vista: il rosso ed il bianco del fienile, il giallo dei campi di grano, l’azzurro intenso del cielo, l’argento della bicicletta. Mi dà l’idea che lì non ci siano mezze misure e che anche la cattiveria, il cui frutto sta per scoprire il medico, sia intensa, senza sconti. Questa impressione mi viene confermata dal modo crudele con cui è stato ucciso Geremia Cooper: il suo cadavere, crocifisso all’ultima trave del soffitto, ne è la prova. Hai dipinto con realismo il triste spettacolo che aggredisce John con la sua livida crudezza. A questo disagio si aggiunge il sentirsi invitare perentoriamente dallo sceriffo a staccare dalla “croce” il poveretto. Certo che Cornville la stai, via via, facendo scoprire come un ricettacolo di umanità varia, a dirla con eleganza: dall’impatto con l’ipocrita atteggiamento di gran parte del pubblico al circo, alla scoperta di questo terribile omicidio. La cittadina in cui Watson si sentiva in pace e realizzato, ora sembra quasi che lo voglia colpire con scoperte inquietanti. Ho apprezzato, ma non per sadismo, ovvio, i particolari con cui hai complicato ancora di più la scena del crimine (“…John, ha visto le sue mani…”), infittendo il mistero sull’omicidio. Io amo i gialli e qui trovo del materiale molto interessante che hai reso più credibile con la dettagliata descrizione di quell’orrore. Risparmiarcela, probabilmente, non avrebbe reso con efficacia il senso di angoscia che aleggia nella storia. Non manca un’ulteriore sorpresa finale con l’arresto di Sh e, forse, con l’accusa, nei suoi confronti di essere stato l’autore di quel delitto così terribile. |