Recensioni per
||Righe||
di l_s

Questa storia ha ottenuto 64 recensioni.
Positive : 64
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
14/07/09, ore 18:56

A me è piaciuta molto. La preferisco alle precedenti, anche se la prima rimane anche la mia preferita.
Ho sentito la pesantezza, il fiato corto, l'ansia e il vuoto. L'ho sentita sulla mia pelle, come se fossi stata io a vivere quell'attimo.
Anche le rime e il ritmo mi sono piaciuti, accompagnano gli occhi fino alla fine e si lasciano in sospeso in quel vuoto.
Complimenti, davvero.

Recensore Master
14/07/09, ore 16:26

Ti allontani sempre più dalla terra, da ciò che è quotidiano, da ciò che si può vedere, toccare, provare; ti allontani per avvicinarti (almeno in questo ultimo pezzo) a qualcosa di metaforico(?) e metafisico; ci vuole tempo, per capire una cosa così, a meno che non sia qualcosa di chiaro che il mio cervello non è riuscito a decifrare (cosa molto probabile)... Che dire, non ci sono frasi che mi sono rimaste addosso, la prima resta a mio parere ancora la migliore, ma tu prosegui....forse sono solo io a restare indietro.

Nuovo recensore
14/07/09, ore 15:18
Cap. 4:

No ... ci sono parecchie involuzioni rispetto alle due precedenti. Però ogni poesia è diversa da un'altra. Poco da fare. In ogni caso credo che tu sia la poetessa che più seguo su questo sito.

Recensore Veterano
12/07/09, ore 11:19
Cap. 4:

Una poesia estremamente dolce, le cui dinamiche ricordano una mano protesa verso un'altra anima. Solo le rime non mi piacciono. Molto, molto carina.

Recensore Master
11/07/09, ore 14:56
Cap. 4:

E' tua, indissolubilmente tua. E quindi poco se ne può dire.
Io non sono una di quei tipi che riesce ad analizzare la forma di una poesia, a districarne i versi, a scioglieri e metterli uno staccato dall'altro per dicuterne la tecnica e quant'altro.
Io sono una di quei tipi [almeno credo] che le storie e le poesie, indistintamente, le legge compatte, così come sono servite. Nella forma, nel ritmo. Le sente, le vive, cerca di capirle, ma non va oltre. Non cerca le radici della metrica e tutto il resto che si dovrebbe fare per commentare come si deve una poesia.
Probabilmente è una mia mancanza, e me ne rendo anche conto, però io, nelle recensioni, riesco a dire [o almeno ci provo] se una storia mi ha colpita o se mi è scivolata addosso come acqua, al massimo posso dire se mi sono piaciute o meno le parole.
Detto questo [e probabilmente tu lo sapevi già], non mi resta che dire quello che penso e che sento. L'ultima poesia, ad essere sincera, non mi era piaciuta. L'avevo trovata un po' banale, soprattutto nel finale. Anche questa non mi ha emozionato particolarmente, ma ci vedo una dolcezza infinita, quasi una gratitudine. Una fiducia affidata alle mani di qualcuno e l'implorazione di averne cura. Ecco, questo mi è piaciuto e questo mi fa credere che sia proprio una bella dedica. Non è troppo lunga, né troppo corta. C'è quello che serve a dare un'idea e a coinvolgere fino ad un certo punto.
Alla prossima [con un po' più di parole da parte mia, sperando] con la mia solita impazienza di leggere qualcosa di nuovo, soprattutto se tuo.

Recensore Master
10/07/09, ore 23:07
Cap. 4:

Dolce, malinconicamente triste, eppure forte, decisa, solida. Non credo di poter dire altro.....forse non so farlo. Ma è.....bella. Da leggere e sentire dentro.

Nuovo recensore
08/07/09, ore 15:37

Allora l'idea all'inizio era stupenda !!! Ma non l'hai saputa costruire nell'ultima parte. Meglio se ti mantenevi sulla falsa riga dei primi versi. Mi stai stupendo molto ... hai degli spunti importanti! Mi piacerebbe avere modo di parlare con te ... vedo nella tua poetica molte affinità alla mia anche se ne risultano due prodotti molto diversi. Complimenti. Ciao.

Recensore Junior
04/07/09, ore 17:27

uau...allora, ancora un 30 e lode per la tecnica di scrittura, che oserei definire quasi camaleontica! Un altro lo do all'atmosfera che si viene a creare con le tue parole! Il terzo per il metodo usato, che mi ricorda un pò lo stesso che ha usato de André per la sua storia di un impiegato: Il passaggio del soggetto, che nelle canzoni di de André era dal "voi" al "noi", e nel tuo caso è dal tu all'io, un io molto suggestivo a mio avviso. Che dire?! Ognuno di noi può aprire il cuore degli altri...è il tipo di bisturi a fare la differenza?

Recensore Master
04/07/09, ore 17:12

Incisiva. Forte. Con un finale veloce e sui cui riflettere a lungo.

Recensore Veterano
29/06/09, ore 19:57
Cap. 2:

Mi sono dovuta prendere il mio tempo per recensire questa poesia che, sì, è meno futurista --- ma ti ha proprio colpita questa parola :), spero con simpatia e non negativamente... --- ma conserva la caratteristica comune a molti dei tuoi scritti: immagini "plasticose", se mi passi il termine, espresse tramite parole "fumose". E beccati un'altra pioggia di definizioni Fridiane: i tuoi scritti sono raccontati per mezzo di immagini di plastica, con parole di fumo e una forma futurista. Mi faccio ridere da sola, e forse questo ha del patetico. Direi che procedo con la recensione.
Trovo che la quintessenza del Torpore sia concentrata interamente nella prima strofa, che trovo bella, e quasi giudicherei pleonastiche le altre strofe, se non fosse per quel Che ti accolga il suo petto col suo latte viziato che mi ha catturata. Volendo provare a spiegare ciò che intendo per immagini di plastica, dirò che è alla birra, alla discarica, al cemento e al calciatore che facevo riferimento. Le chiamo "plasticose" perché sono immagini totalmente materiali, concrete e per questo svalutate. Ma tu le mischi ad espressioni linguistiche mistiche, difficili da afferrare --- "fumose", appunto.
E comunque del futurismo c'è anche qui: non hai resistito a ricorrere al carattere e ai colori per esprimere meglio l'idea di torpore :D. E' il tuo stile, ti distingue... Non perderlo.

Recensore Master
29/06/09, ore 15:17
Cap. 2:

Ho provato a leggerla e rileggerla, per carpirne qualcosa in più, ma non ci sono riuscito. Trovo che ci siano delle immagini molto particolari, molto, decisamente, assolutamente particolari, ma non mi è entrata dentro. Non come la prima. Non con la sua forza ed intensità. Ad ogni modo, sono contento di questo tuo esperimento nei versi. Lo seguirò. Con attenzione.

Nuovo recensore
27/06/09, ore 13:46
Cap. 2:

Bene !!! Questa è in assoluto la poesia che più mi ha colpito fra quelle che ho mai letto su questo sito. Si avvicina molto a quella che è la mia concezione di componimento, sia per contenuti che per immagini. Ho adorato la maliziosa vena di erotismo dell'ultima strofa: sussurrata, pacata. La prima poesia ti confesso che non mi era piaciuta granchè, ma se continui così potrai fare numerosi passi avanti. Complimenti. Ciao.

Recensore Master
27/06/09, ore 12:35
Cap. 2:

Brava. Brava. Brava!
E' una poesia bellissima. Davvero. Come prima di me hanno già detto, la prima strofa è sublime. Unica.
Ho letto questa storia ieri pomeriggio e l'ho riletta oggi, per trovare un po' più di parole da scrivere in questa recensione, eppure sembra che, oggi come ieri, siano scappate chissà dove.
Avrei voluto esprimerti a parole le emozioni che mi hai trasmesso, ma mi risulta quasi impossibile. Per cui mi fermo qua. Con un mazzo di complimenti in mano e un sorriso d'ammirazione sulle labbra.

Recensore Veterano
26/06/09, ore 21:59
Cap. 2:

"Sotto il sole estivo delle quattro/a bere birra e Rimbaud nella discarica/con il cemento che sublima l'atto,/inciampano lingue senza identità/in sonnolente poesie di solitudine,/s'offuscano occhi inquieti/in mirabili miraggi d'oblio."
Poesia MERAVIGLIOSA. Lodi, lodi, lodi. La prima strofa è indimenticabile. E' piena di immagini e sensazioni che mi hanno colpito come pugni in occhio - eppure, a fine poesia, non mi sono sentito turbato. No, giunto all'ultimo verso, ho sentito il lieve fiele dell'angoscia e la Noia, il Tedio, compagna di vita, indesiderata.
Merita!

Recensore Veterano
19/06/09, ore 21:01

Davvero bella. Davvero davvero bella. Senza tanti giri di parole, di analisi superficiali e/o profonde, semplicemente mi ha colpito tutta, dall'inizio alla fine. Per il dolore mascherato in colori vivaci, per questo desiderio di uscire dalle righe che in qualche modo viene impedito. Per te, che sei stata eccezionale ancora una volta. E per tutte le prossime volte che mi stupirai. Aspetto e spero. E so di far bene.