Recensioni per
||Righe||
di l_s

Questa storia ha ottenuto 64 recensioni.
Positive : 64
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
29/08/09, ore 16:49

Come quando uno sta incazzato e pensa piano piano, chiedendosi se sia colpa tua, e magari non capisce se ha sbagliato, ma in ogni caso è andata male, e allora sfoga con un pugno su un malcapitato muro, così pare anche la tua poesia, che nell'introduzione sussurrata sembra quasi che quelle parole non vogliano raggiungere le orecchie degli ascoltatori, che vorresti tenerle per te (ma questo è un testo scritto, e queste sono solo impressioni di un musicista e di un sognatore). E l'ultima parte, il tuo sfogo, come se avessi capito tutto a quel punto e ti danni per cercare di capire cosa non va, nonostante in fondo tu lo sappia già! Tutto molto bello come al solito, perché come al solito sei bravissima, ma, chiamami "poeta" ancora una volta, io non sono del tutto d'accordo..."E che senso ha il lamento se non riesci più a parlare?"...è una bellissima frase, quella che sicuramente mi ha colpito di più, ma io rispondo sempre allo stesso modo: se non sai più parlare puoi ancora scrivere, se non puoi più scrivere puoi ancora indicare, se non puoi più indicare puoi sempre trovare un modo per farti capire...ognuno di noi sta morendo dalla nascita, ma io, fino a quando non sarò morto del tutto, continuerò a lottare goffamente e a inciampare in me stesso e negli altri, a incazzarmi e tirare pugni, e a chiedere spiegazioni e a pretenderle quando non capisco, e a proporre e propormi! Citando ancora una volta come sono solito fare, canto guccini che dice "Ma se io avessi previsto tutto questo forse farei lo stesso: mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino e poi son nato fesso, e quindi tiro avanti e non mi svesto dei panni che sono solito portare; ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto!". Leo

Nuovo recensore
29/08/09, ore 14:47

Allora, oggettivamente la poesia non è molto originale nella prima parte. Mi piacciono invece gli ultimi versi che mi hanno saputo dare quel solito tocco di te che tanto apprezzo nei tuoi scritti. Concentrati più su quell'aspetto e lascia stare i luoghi comuni. Complimenti. Un simpatico saluto. Totò

Recensore Master
29/08/09, ore 13:39

Come faccio, io, a commentare questa poesia, se dopo la prima strofa già avevo le lacrime agli occhi? E poi quella frase in nero, quella domanda troppe volte ripetuta, quella domanda che ti marchia come scarto di fabbrica, come disco rotto, appunto. Che tutti ti ripetono come una cantilena, ridendo, scherzando tra loro in quel linguaggio a cui tu non ti vuoi mischiare ma in cui, già da tempo immemore, navighi. Con le loro convenzione, le loro parole chiave che tu ancora non riesci a capire, ad afferrare. E mentre ridono ti deteriori e muori, muori da tre secoli ed un giorno e sempre un giorno di più, verso una morte che si allontana, verso un altro giorno che perde senso, senza le parola differenti che la tua mente riusciva a creare, senza la melodia perfetta che la tua musica sapeva cantare.
E' una metafora perfetta. Una poesia che, come molte altre tue, mi spacca con violenza il cuore, mi fa mancare un battito e mi fa chiedere "Anche tu, ma perchè?" con voce rotta.
Non è un commento questo, io ormai non so più commentare. E' semplicemente qualcosa che vuole assomigliare ad una pacca sulla spalla, ad uno sguardo comprensivo, ad un abbraccio affettuoso e lungo, ad un bacio sulla guancia pieno di amicizia, ma che riesce ad essere solo un accumulo di sgorbi neri su uno sfondo bianco.
Io non so commentare e questo non è un commento, perchè, d'altronde, anche se messo in versi e strofe, il dolore non ha commento.

Recensore Veterano
14/08/09, ore 10:17

Lu', questo scritto è una canzone: starebbe benissimo messo in musica. Senza contare che è molto evocativo: leggendo mi si presentava continuamente davanti agli occhi l'immagine di ombre che camminano tenendosi per mano accarezzate dai raggi obliqui di un sole che tramonta.
Molto, molto veritiero: ogni parola la sua piena ragion d'essere, il suo significato collegato direttamente alla realtà di ciò che è stato.
temono monache o fuochi o ratti ... molto divertente. Lasciamo perdere quello che mi è capitato nei giorni scorsi, guarda.
Senza contare che probabilmente nessun altro definirebbe qualcuno "splendidamente malato" con la tenerezza che emerge da questo scritto.
Grazie.

Facciamoci questa pisciata di gruppo, amica.

Recensore Veterano
14/08/09, ore 10:06

Uno scritto che fa inciampare l'occhio del lettore, che leggendo ignaro si ritrova immagini forti nascoste qua e là pronte a inchiodarlo sul posto chiedendosi da dove siano uscite. Uff, ma perché le mie recensioni ai tuoi lavori sembrano sempre senza senso? (Rileggi le ultime quattro parole e beati della tua amata allitterazione, cara!). Mi sono accorta di condividere la sgradevole sensazione nei confronti dei medici che hai espresso qui. Quanto all'ultimo capoverso, è molto musicale, ritmato, bello da leggere. Mi è piaciuto il fatto di scrivere quel vuoto in quel modo: dà un senso di compiutezza allo scritto, fa le veci di un punto.

Recensore Veterano
12/08/09, ore 14:44

Io non c'entro nulla, lo so bene, ma ci tenevo a farti sapere che mi è piaciuta immensamente anche questa, molto più sciolta e libera, come il vento. Brava.

Recensore Veterano
12/08/09, ore 14:40

Incredibilmente comunicativa, incredibilmente masochista e al tempo stesso sadica, potente come poche. E quanto nero, quanta disperazione [non]celata c'è dentro. Se ti facessi i complimenti, mi congratulerei col tuo dolore (se c'è), eppure non posso farne a meno: brava anche stavolta.

Recensore Veterano
12/08/09, ore 14:35
Cap. 4:

Meno forte, meno vendicatrice, non se mi spiego, ma dolcissima nella sua amarezza stagionata. Non credo di essermi spiegata come avrei voluto, ma ti assicuro che è arrivata, ha toccato il cuore, ha tastato il terreno e ci si è assopita. E' lì, ormai. Complimenti.

Recensore Junior
07/08/09, ore 23:27

Sai una cosa?! Per la prima volta, forse, una tua poesia è del tutto spensierata, sembra che non sia dettata da un macigno pesante dal quale speri di liberarti scrivendo, ma da una leggerezza meravigliosa, quasi ottimistica, da un volo della mente e del corpo. Dev'essere stata un'esperienza meravigliosa...proprio una fotografia...complimenti, a tutti voi, per quello che avete creato!

Recensore Master
07/08/09, ore 12:22

Credo sia l'ultima recensione che io possa lasciare prima di partire e lasciarla a questa poesia così reale e così sentita è un piacere enorme.
E' come una fotografia dai contorni incerti ma dal contenuto che non lascia alcun dubbio. Ci siamo noi, ci siamo noi insieme. Ed è qualcosa che non mi sarei nemmeno sognata, fino a qualche settimana fa e che adesso mi ha lasciato segni così tangibili addosso da farmi fremere al ricordo.
E' impossibile, per me, non amare questa poesia e non sentirla completamente mia. Mi viene in mente solo una parola, ripensando a tutto e pensando a questa poesia: splendido.

Recensore Master
07/08/09, ore 11:40

Dimmi come si fa a non commentare una simile cosa a caldo, quando, dopo aver letto, il mio cuore ha iniziato a far ribollire il mio sangue; quando i miei ricordi, la mia memoria, spinta dalla parole, hanno iniziato a lavorare all'unisono per ripropormi quello che, adesso, è ufficialmente passato. Ciò che ho letto è un ritratto; un ritratto fatto con parole semplici eppure sentite; un ritratto vivido, colorato, a tratti ombroso, un ritratto partecipe e a cui si è in qualche modo partecipato. Com'è essere un pittore che dipinge su carta ciò che lui stesso ha vissuto? Non lo so. Ma è una poesia che adoro. Come adoro i suoi personaggi.

Recensore Master
19/07/09, ore 16:01

Quanto mi fai male. Quanto, quanto dolore mi getti addosso.
C'è familiarità nei tuoi gesti. Nemmeno io riesco a dirti quanta me ci sia tra quelle righe, nelle pieghe di quel d o l o r e.
La sento così mia questa poesia da non poter credere che l'abbia scritta tu. Così bene, così viva, così forte.
Ecco, meno male che l'hai scritta. Tu.

Nuovo recensore
18/07/09, ore 12:19

Bene!!! Questo stile decisamente più semplice e lineare ti si addice sicuramente di più. Buona così ...

Recensore Master
17/07/09, ore 21:53

Bella. Demoniaca. Bella esteticamente e dal punto di vista del contenuto. Bella. Ma dannazione quanto dolore c'è dentro.

Recensore Junior
15/07/09, ore 21:03

Allora, visto che la poesia è divisa in tre parti, anche la mia recensione sarà così strutturata: 1) bello l'alternarsi dei versi, la "pesantezza" della scrittura, come al solito camaleontica ai sentimenti, e ottimo approccio al "peso" che volevi esprimere, e che secondo me è stato ampiamente soddisfacente. 2) La strofa sembra sussurrata rispetto alla prima, come se fosse una spiegazione, come una confessione, per l'appunto. Bella l'immagine del medico che cerca di guarire qualcuno che ha la stessa sua malattia (è quello che ho colto, ovviamente potrei anche sbagliarmi) e disutile al mondo, in quanto capace di sacrificare il paziente per trovare una medicina che poi userà su di se... 3) Qui, io c'ho visto i media, i loro attacchi insensati all'evidenza; "esaspera l'atto" in modo da attirare l'attenzione solo su di un "peccatore", che poi sarà sotto attacco totale dei cani in affitto, e che poi sparirà nel "vuoto". Mi è molto piaciuta, come l'ho intesa io, anche se ho paura di essermi confuso. Mi ha ricordato un pò le insulse azioni politiche e non dei tempi moderni. Complimentissimi!