Ne sto leggendo una caso, dalla raccolta, tanto poteva solo andarmi bene *-* |
buongiorno, cara |
Per Sherlock finalmente dormire non è più tanto noioso! |
Qui il raccontare della Johlock diventa un sussurrare, un respirare nella penombra che, come un abbraccio, lo avvolge proteggendolo dal troppo svelare quanto lui ami John, sempre timoroso di sconvolgere, con atteggiamenti che possano apparire sconcertanti, l’uomo di cui è innamorato. Perdersi nella contemplazione della persona che abbiamo messo al centro della nostra vita è una cosa che si fa, ma usare la strategia di farlo mentre l’oggetto della nostra attenzione dorme, permette di non mascherare alcuna emozione, con l’unica preoccupazione di non respirare troppo rumorosamente per non spezzare l’incanto di quel momento. Una OS breve e leggera come un battito di ciglia, quell’impercettibile movimento, quasi un battere le ali dell’animo, che permette a Sh lo svelarsi progressivo della luce che è diventato John nella sua vita. Come dicevo prima, è una storia che tu racconti con parole che suscitano toni delicati (“…lento…tepore…scivolare…morbido…ecc…”), sussurrati appunto; più che un racconto è un’immagine dai toni tenui e sfumati in cui racchiudi l’essenza stessa della Johnlock: Sh che, reduce da un cammino lungo e aspro, nel buio della solitudine e dell’incomprensione che hanno sempre caratterizzato la sua vita, ora sa che la luce che lo fa procedere, sicuro, non si spegnerà finchè John rimarrà con lui; e quest’ultimo, il cui “volto disteso” rivela il potersi abbandonare, finalmente, alla verità che il suo cuore gli ha sempre gridato ma che lui non ha potuto, o voluto, ascoltare prima, può ora riposare senza incubi. |
Poetica. È stata la prima cosa che ho pensato alla fine della lettura della tua flash. |
Mi piacciono gli aeroporti. Io sarei come Sherlock e Rosie, mi metterei ad osservare e a dedurre la gente che arriva, che va, che sosta, che si lascia o si ritrova, che comincia una nuova vita o ritrova I fili di quella vecchia.Negli aeroporti si vede spesso l' amore, di qualsiasi genere. (Love Actually docet). Ed e' cosi' per John che trova il suo compagno ad attenderlo e sa che gli e' mancato ed e' reciproco, ed e' cosi' per Rosie che corre incontro al suo Papo e trova subito quella complicita' che li fa essere famiglia pur non avendo lo stesso dna. Ed e' cosi' anche per Sherlock che e' entrato in una modalita' nuova, ancora un po' impacciato a confronto della naturalezza con cui si approccia John. Una quadretto di vita familiare, in cui l' abbraccio non puo' che esserne il segno distintivo. A pensarci bene, la cosa piu' immediata e intuitiva in un aeroporto, tra bagagli, stanchezza e voglia di tornare a casa.... grazie ancora per questi momenti di tenerezza. |
Teneri. Teneri. Teneri. |
È una storia molto "tattile", concreta, dove emerge il bisogno di sentirsi in un abbraccio, d’appoggiare la testa contro il petto dell'altro, di sfiorarsi con un rapido bacio... |
Ciao amica, la tua simpatica os parentlock può essere teneramente riassunta in questa frase "quasi a compensare - in modo amorevole e istintivo - con i segni caratteriali la mancanza di quelli più strettamente genetici". Sono una famiglia, Rosie ha le stesse passione del papo (questa è una cosa che mi piace sempre ritrovare nelle parentlock), un abbraccio, due abbracci, baci veloci e poi un gelato davanti al nastro trasportatore. Bello scorcio di quello che potrebbero essere davvero :) |
Ciao cara! Che dire.. sono una famiglia meravigliosa! |
ma che dolcezza questa kidlock :) |
Credo che non sia sempre necessario usare fiumi di parole, la bravura sta nel dosarle nel modo piu' funzionale a cio' che si vuole descrivere. E ci sono poesie di pochissimi versi su cui si sono scritte pagine di considerazioni. La scena che ci proponi e' semplice, eppure riesci a dire, senza dirle, tante cose. C e' la nuova consapevolezza di Sherlock nel volto sereno e addormentato di John che, in questa nuova dimensione, diventa piu' importante di un caso. Sherlock si e' arreso al sonno, all'amore, al "suo" John. Una resa che non sa assolutamente di sconfitta. E' un mattino nuovo per lui. La promessa di un nuovo giorno e, si presume, di nuove abitudini, come la condivisione di un letto. Brava come sempre pur con tutto il caos che stai passando..... |
Ciao cara, questa flash mi fa pensare ad una cosa: è proprio vero che l'amore cambia per le persone! |
La tua storia è tanto piccina eppure COSÌ bella! Hai scelto di parlare dell'insonnia di Sherlock e del momento in cui si è interrotta, grazie all'amore per John. Ma ci credi che non ci avevo mai pensato? Eppure è una cosa così dolce! Sherlock che non ricorda pienamente quando sia cominciata (e sull'insonnia purtroppo posso comprenderlo appieno) ma ricorda perfettamente quando questa cosa sia terminata. Mi ha fatto pensare a quella nota di qualche capitolo fa (non sto dicendo stupidaggini, era tua vero?) sul modo di catalogare i ricordi di Sherlock. John rappresenta sempre un punto di rottura, lui sconvolge in ogni modo possibile la vita di Sherlock. Hai usato una sola frase per descrivere la loro dichiarazione eppure me la sono immaginata alla perfezione. Ed è stata bellissima, imbarazzata, timorosa, impacciata. Grazie per questa tenerezza, ce n'è sempre bisogno. Soprattutto in periodi di cambiamenti importanti. In bocca al lupo per tutto e a presto! |
Questa tua OS, per me, è come un graditissimo soffio d’aria fresca in un’estate che continua ad imperversare con pesanti capricci climatici e nella concreta crisi di nostalgia delle avventure di quei due… Qui, in poche, chiare parole, hai colto tutta la Johnlock nel suo vero significato, che non è uscito purtroppo in maniera definita dalla S4, ma probabilmente i diabolici autori hanno pensato che le implicazioni più evidenti, lasciate indistinte, sono le più intriganti. Qui, invece, si rivela la pace che scaturisce finalmente dalle cose consuete, che vengono illuminate da un chiarore diverso, avvolgente, morbido, rassicurante, in un silenzio che abbraccia e consola. |