Recensioni per
Rimasugli di pensieri
di alessandroago_94

Questa storia ha ottenuto 1079 recensioni.
Positive : 1076
Neutre o critiche: 3 (guarda)


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Nuovo recensore
16/04/19, ore 14:31
Cap. 4:

Mi piacciono i cuori pazzi e scalpitanti, sono vivi ed energici come è giusto che siano. La tempesta credo sia propria di un temperamento giovane. Man mano andrà calmandosi. Anche questa mi è piaciuta molto, complimenti :3

Recensore Veterano
09/03/19, ore 19:25
Cap. 4:

Ciao di nuovo, carissimo.
Sì, non potevo perdermi nemmeno questa da recensire! Piano piano me le leggerò tutte, le tue poesie. :"D

Ti dirò, all'inizio pensavo che stessi parlando di un cuore rassegnato in ambito sentimentale, ma mi sono resa conto di aver fatto un buco nell'acqua quando ho letto della morte che sopraggiungeva.
Anche questa è una poesia profonda,
che lascia molto nel cuore e che, diciamolo, in qualche modo turba gli animi al positivo! Riesci sempre a trasmettere sensazioni contrastanti con poco, bravissimo.
Qui parli della nebbia che ricopre il cuore, come se volesse opprimerlo - e se, invece, fosse solo una sorte di protezione?
Un cuore che non vuole accettare la morte, e quindi si ricopre di sua volontà di nebbia, per smettere di vedere.
Come qualcuno che non vuole accettare la possibilità di morire - ma sto di nuovo divagando nelle mie supposizioni.
Ho immaginato che sul punto di morte, quel cuore venisse illuminato da una luce, perché finalmente libero da una sorta di dolore che la nebbia gli impediva di "vedere o percepire", per così dire.
Sempre molto bella e ben scritta, complimenti come al solito.

Alla prossima.
One kiss,

- Hao Sakura

Recensore Master
31/12/17, ore 15:16
Cap. 4:

Questa invece non mi ha convinto del tutto, l'ho trovata più difforme e irregolare rispetto alle altre, ma probabilmente è un effetto voluto (?). Il mescolarsi dei registri tra il linguaggio poetico e quello della meccanica mi fa pensare a un cuore che scoppietta come un vecchio motore che non riesce a mettersi in moto. Anche qui c'è un'impronta pop e adesso, per merito tuo, canticchio "cuore matto, matto da legare" ^^'.

Recensore Master
01/11/17, ore 16:22
Cap. 4:

Ehii, eccomi, come sempre! Ti sono mancata?? Ahah, parliamo della poesia.
Mi è piaciuta, ma questo è scontato, hai estro creativo, hai emotività, e metti tutto questo nero su bianco, si vede proprio che hai voglia di comunicare. Alcune rime mi sono piaciute, altre come ti dicevo l'altra volta le ho trovate forzate, ma in linea di massima direi che la poesia ha una bella cadenza.
Di certo, il tema di un amore tormentato rende sempre una bella poesia appassionante. Mi hai un pochino inquietata quando parli di morte, ahah, ma penso che hai detto cose moolto interessanti in merito.
Volendo fare la pignola come mio solito, ahah, soltanto il titolo non mi è piaciuto moltissimo, si è sentito un po' troppe volte, anche se è abbastanza rappresentativo di ciò che parla la poesia.
Riassumendo, bella poesia, belle emozioni, bravo!
Un bacio <3
Karen.

Recensore Master
12/09/17, ore 19:17
Cap. 4:

Ciao carissimo, eccomi qui finalmente a recensire le tue poesie! Avevo visto da un bel po' i tuoi aggiornamenti, ma come ben sai non sono potuta passare per cause di forza maggiore. Ma la bella notizia è che ora ho ben due poesie della tua raccolta da leggere ^^
Allora, che dire? Questo componimento mi è piaciuto e mi ha colpito molto per la sua completezza: si attraversa una fase inziale descrittiva, in cui si spiega la situazione, poi si arriva a una quasi arrendevolezza, alla consapevolezza che prima o poi la morte giungerà, poi c'è un ritorno alla realtà e infine un barlume di speranza, proprio nell'ultima strofa, quando ormai il lettore non ci sperava più.
Insomma, hai descritto una gran quantità di emozioni e le hai sapute gestire magistralmente, nonostante il componimento non fosse poi così lungo. Complimenti, non è facile racchiudere tante cose in dei versi!
Mi ha colpito e conquistato l'ossessività con cui nominavi la nebbia, accentando ancora di più la sua condizione opprimente. E' una cosa quasi esasperante, sempre presente.
La nebbia la trovo quasi come una sorta di inibizione, di timidezzza, di chiusura, che non permette al cuore di battere forte. O meglio, il cuore batte forte all'interno della nebbia, ma non riesce a farsi sentire all'esterno. Correggimi se ho sbagliato interpretazione :)
Per quanto riguarda lo stile, l'ho trovato molto ritmato, tanto che a volte mi sembrava di leggere un testo di una canzone! Complimenti davvero, il ritmo e la musicalità nella poesia sono davvero importanti ^^
Non mi resta che farti ancora una volta i miei complimenti, la tua abilità nel comporre versi mi colpisce sempre :3
Passo all'altro componimento!!! ♥

Recensore Master
09/09/17, ore 12:15
Cap. 4:

Ciao alessandroago, davvero tantissimi complimenti per questa poesia.
Hai parlato della morte in modo molto originale e particolare, con metafore che fanno riflettere tantissimo. La parte che ho preferito è quando hai citato la nebbia, immagini molto forti e che danno proprio il senso di oppressione. Bravissimo!
Ora passo alla successiva^^

Nuovo recensore
06/09/17, ore 01:54
Cap. 4:

Ciao Ale,
l'epifora della parola "nebbia", la ripetizione di "cuore" e il tema del dolore (quasi tortura? Es. dardo, bastone) mi hanno portato alla mente un'immagine particolare: la nebbia ammaliatrice e tossica che toglie visibilità e quindi contatto, affetto, speranza al cuore ferito.
Mente leggevo, nella mia mente la poesia prendeva consistenza ed è stato bellissimo.
Complimenti.

Recensore Master
04/09/17, ore 09:58
Cap. 4:

Buongiorno e buon inizio settimana
Oltre al cuore, mi sembra che la nebbia sia la co-protagonista della poesia. Naturalmente non si tratta della nebbia propriamente intesa come fenomeno meteorologico, mi pare più un qualcosa che vuole impedire al cuore di fare la sua vita, di percorrere il suo sentiero per raggiungere la meta. Sappiamo bene che la nebbia nasconde tutto (ci sono dei giorni qui in cui fatico a vedere la casa di fronte alla mia!) però prima o poi questa se ne va grazie alla potenza dei raggi del sole o del vento: perché qui resta? Ci si arrende? Perché si soccombe all'eterno oblio?
Perché quel raggio di sole forse fatica un po' di più a mostrare la sua potenza, perché alla fine arriva e spazza via tutto. Ed è così che dovrebbe essere! Il cuore è libero di battere senza doversi nascondere, magari il sole è il coraggio che spesso manca.... Ma se il sole non ci prova, non riuscirà mai a dissipare la nebbia.
Anche questa volta un ottimo lavoro e un ottimo spunto di riflessione.
Scusa per il ritardo e a presto

🌛

Recensore Junior
03/09/17, ore 18:52
Cap. 4:

Ciao :)
Dico subito che questa poesia mi è piaciuta molto (ha un ritmo bellissimo!) e mi ha fatto riflettere. Questa nebbia è qualcosa che imbriglia il cuore e lo rende incapace di esprimersi, lo mette a tacere. È una situazione dolorosa e che provoca sofferenza. Inoltre la nebbia preannuncia la morte, che annulla tutti i sogni, i desideri, le speranze e le passioni.
Perciò si può vivere appieno solo allontanando la nebbia e cercando di sfruttare al massimo tutte le occasioni che ci sono offerte e ogni secondo di vita che ci rimane. Per me, questo è un pensiero bellissimo, cercare di rendere degno ogni minuto che viviamo :)
Alla fine in questa poesia ci ho trovato un messaggio di positività, anche se tratta di temi alquanto cupi.
I miei versi preferiti sono questi: "Alla luce fioca di una Luna eterna, la mia essenza si dissolverà, e i miei sogni mai realizzati cancellerà." perché l'immagine dei sogni mai realizzati mi affascina un sacco.
Che dire di altro, complimenti e a presto! :D

Alessia Krum

Recensore Master
03/09/17, ore 15:04
Cap. 4:

Ale, finalmente sono riuscita a passare ^^
Come sempre, hai creato una bellissima poesia, dei versi molto toccanti, ma i miei preferiti sono:
"ma la nebbia, la nebbia è come un dardo
conficcato lì, lì nel mio cuore".
Davvero bellissimi, soprattutto l'accostamento di un dardo conficcato nel petto... e la nebbia che offusca tutto, un'immagine pazzesca.
Sei stato magnifico, complimenti davvero :3
A presto ♥

Recensore Veterano
01/09/17, ore 23:55
Cap. 4:

Ciao Ale!
La bellezza dei toni di questo argomento è disarmante. Il modo in cui hai deciso di rendere il tema nefasto della morte ha sicuramente avuto il suo effetto. Siamo soliti immaginare la morte con un corvo (povero cucciolo!) con un incappucciato munito di falce, con uno scuro colore nero che come un cancro avvolge ogni cosa, ma chi mai aveva pensato alla morte come dipinta di una neutralità grigia opaca? Il grigio - la nebbia -, qui evocato a dismisura attraverso l'uso di numerosissime parole chiave, non è né bianco né nero, e concede al lettore la possibilità di dare un connotato, una gradazione personale, all'ultimo stadio della vita. La morte - come diceva san Francesco d'Assisi nel suo Cantico delle Creature - non è che la sorella della Vita - di cui il cuore, qui, è la concretizzazione. Abbiamo, perciò, un conflitto tra Cuore e Nebbia, Vita e Morte, in cui i due validi oppositori ingaggiano un torneo - perciò i riferimenti alle armi e al cavalierato, molto apprezzati ^^ - e dal quale escono entrambe sconfitti e sfiancati. Ma alla fine, ovviamente, la Nebbia - stritolatrice ed oppressiva - ha la meglio, per ovvia forza del destino da cui nessuno vivente può sottrarsi. Non è forse anche la morte una tappa del cammino di crescita ed evoluzione dell'uomo e di tutte le creature? E poi, trovo molto speranzosa la chiusura del tuo componimento in cui è marcata una nuova felicità, con un protagonista che ha tra le mani un nuovo filo del destino, senza più nebbia ad avvilupparlo. Un altro richiamo al Cantico di San Francesco mi risulta palese: "guai a quelli che morrano ne le peccata mortali; beati quelli che [sora morte] trovarà ne le tue santissime voluntati". Il corpo si disintegra, d'accordo, ma l'anima, la memoria, l'alone del cuore - e perché no, anche della nostra nebbia - rimane in eterno. 
Che dire? Come al solito sei riuscito a mettere su una poesia di una bellezza enorme e di un valore inestimabile. Vivissimi complimentoni ad un poeta che porta sempre in alto il suo titolo senza mai smentirsi ;)
Makil_
(Recensione modificata il 01/09/2017 - 11:58 pm)

Recensore Veterano
01/09/17, ore 23:28
Cap. 4:

Posso dirti che avresti dovuto aspettare qualche mese prima di pubblicarla? Sono certo che, letta colla nebbia fuori dalla finestra che si avvicina e copre ogni cosa di gran lena, sarebbe stata certamente ancora più evocativa. Dove abito io, per esempio, ci sono giornate durante le quali il Sole è un miraggio e la nebbia accompagna tutto e tutti dall'alba al tramonto, soprattutto d'inverno.
In ogni caso, buona parte del testo mi ha fatto pensare al film 'Gorillas in the Mist' (1988): mi ha fatto sentire come quando Dian Fossey, la famosa zoologa statunitense, è riuscita a incontrare i gorilla che tanto poi amerà e proteggerà dalle tribù locali nel Ruanda tra gli Anni '60 e gli Anni '80, riuscendo anche ad avvicinarli come mai nessuno era riuscito a fare prima. Ti consiglio di vedere il film in questione, non soltanto per l'ottima prova di Sigourney Weaver nei panni della Fossey, ma soprattutto per come affronta anche gli aspetti più controversi la personalità della zoologa e quell'atteggiamento tendente all'ossessione verso i "suoi" gorilla e i controversi rapporti colle tribù locali. Inutile dire che il rimando al film e alla Fossey sta anche nella terza strofa: non ti dico per quale ragione, per quanto possa essere intuibile, perché te lo lascio scoprire attraverso il finale della pellicola.
In generale, un'altra ottima poesia di tema e tono drammatico, per quanto tratti un aspetto della vita - la morte - inevitabile e chissà quanto la si vorrebbe evitabile - le implicazioni pratiche e morali di questo "istituto", a differenza di quelli tanto complessi quanto inefficaci di cui trattano la dottrina e la giurisprudenza, sono molteplici -, che, come la maggior parte degli aspetti della vita umana, sono più drammatici di quanto si possa pensare. La nebbia avvolge e oscura, in una sorta di abbraccio mortale, forte e potente quanto le spire dell'anaconda attorno allo sfortunato capibara di turno nella foresta amazzonica, quanto il pensiero della Morte, penso soprattutto negli ultimi mesi di vita a seguito di una diagnosi nefasta. Immagino che, ad un certo punto, il soggetto senta come un rumore molto simile a passi lenti e inesorabili, di un bastone che batte regolare sul pavimento, di un respiro che si sente avvicinarsi sempre più, come di un brivido lungo la schiena.
Eppure, forse la si può interpretare ancora in un altro modo: per esempio, la nebbia potrebbe essere quel vedere tutto nero e come fonte di problemi e negatività varie a seguito della fine di una grande amicizia o di un amore profondo. Ma di questa possibilità sarai tu a parlarmi, che non posso dire tutto io, eh.
In conclusione, ancora un ottimo lavoro, sempre molto sentito e utile a riflettere su temi e/o argomenti molto importanti, e per questo ti faccio i miei più sentiti e sinceri complimenti e ci si vede presto. ;-) :-)

Recensore Master
31/08/17, ore 22:08
Cap. 4:

Buonasera, Alessandro!

Questa poesia mi è piaciuta molto; è davvero intensa e come sempre capace di far riflettere su una questione particolare della vita: la morte.
La morte è come un viaggio, un passaggio necessario.
È quella nebbia dissolta, quella che ha fatto palpitare il cuore una vita intera e al momento dell'itinerario ci si trova a riflettere sulla brevità dell'esistenza.

Complimenti, davvero. Sei sempre bravissimo.

Buona notte

-Bigin