Recensioni per
Tutti a tavola!
di alessandroago_94

Questa storia ha ottenuto 101 recensioni.
Positive : 101
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
20/04/18, ore 01:12

Davvero molto simpatica la storia dei Cappelletti!! Complimenti per la fantasia è la spontaneità!
Semplice e genuino
Come dei cappelletti in brodo... ;)


Continua così!
Alla prossima~

Recensore Veterano
10/04/18, ore 22:39

Breve storia triste: sono le 22.39 del 10 aprile, sono reduce da un'ora di zumba, ho cenato con un misero petto di pollo, ho fame e ho aperto questa raccolta di acrostici, incuriosita dal titolo.
Risultato: mi sono divertita a leggere dei cappelletti in brodo, ma ho ancora più fame di prima!
Scherzi a parte, sei proprio portato per queste cose :)

Recensore Veterano
10/02/18, ore 17:11

Solitamente non leggo storie pubblicate nella sezione "poesia", ma una sfida di acrostici legati al cibo è un'occasione troppo "ghiotta" (e scusa il gioco di parole) per lasciarsela sfuggire.
Se poi parti con i cappelletti in brodo (che mi ricordano automaticamente i pranzi di Natale e quelli del giorno dopo, e di quelli del giorno dopo ancora) inizi già alla grande!
Metto la storia tra le seguite e continuo a leggere.
Alla prossima,
L_A_B_SH

Recensore Master
06/01/18, ore 09:03

Cappelletti in brodo tutta la vita! Deliziosa questa raccolta natalizia culinaria, adoro gli artistici... e mi hai fatto venire fame! Buon appetit... cioè, buona Befana!

Recensore Master
22/12/17, ore 08:12

Cappelletti in Romagna e tortellini qua a Bologna, mai capita la differenza, e già questa è un'eresia. Denominatore comune, nonne al lavoro. E poi le grandi tavolate delle feste, in città come nelle campagne. Mi hai fatto tornare per un attimo all'infanzia, a casa della nonna. .. È il potere evocativo del cibo e della poesia....

Nuovo recensore
27/11/17, ore 20:29

Un componimento molto allegro e frizzante! Mi è piaciuto molto e ho visto davvero la tavolata con i parenti e il vecchio nonno che affonda il cucchiaio!

Recensore Master
12/10/17, ore 13:39

Ehii, eccomi in questa raccolta! Ammetto di averla scelta perché è una delle più recenti e dati gli impegni che ho mi viene più facile seguirla in contemporanea.
Allora, intanto direi che è una fortuna che giusto ora vado a mangiare, visto che mi hai aumentato di più la fame xd. Poi io ho una certa sensibilità a questi temi, dato che non mi faccio problemi a concedermi al cibo xd. Questo primo acrostico è squisito, direi che è la parola perfetta per indicare ciò che trasmette. Mi piace sopratutto l'ultimo paragrafo, bello e dolce, che sottolinea il diverso valore che può avere una cucina alta e quella invece della cara, vecchia nonna.
Ottima forma, in poche righe sei riuscito a rievocare profumi, sapori e sensazioni, cosa importantissima. Molto scorrevole, direi che si mangia in un sol boccone! :D
A presto, un bacio,
Karen.

Recensore Master
10/10/17, ore 17:29

Ciao =D
Oddio... Scusami tantissimo per questo enorme, enorme ritardo nel leggere e recensire.
E' imperdonabile dato che sono colei che ha ideato questa sfida e poi che faccio? Non passo, ma pur se non ho scusanti non è del tutto colpa mia. Sì, tra studio, casa, sono stata anche per qualche giorno fuori... E' stato un caos, ma ora eccomi qui *_*

Oddio.... è davvero incredibile leggere il tuo acrostico, lo sai ormai... Amo come scrivi sei in grado di farmi vivere l'immenso. Ormai è anche noto come in queste sfide c'è sempre un fattore che ci accomuna, l'ho notato anche in altri autori- compresa me- abbiamo fatto riferimento tutti alla famiglia, alla tradizione.
E' sensazionale vedere come un piatto ci può dare, pur se si tratta di autori diversi.

Complimenti davvero perchè sono rimasta senza parole, per non contare l'incredibile voglia di mangiare quel piatto che mi hai dato una volta finito di leggere ;)



[Cappelletti in brodo di gallina,
Antica specialità della nonna;
Per il pranzo domenicale,
Per quello di Natale;]


Ecco... l'inizio di un meraviglioso testo, poesia, acrostico... E' vero, possiamo chiamarlo in qualsiasi modo vogliamo,m a rimane sempre un tuo capolavoro. MI piace questo richiamo che hai fatto alle tradizioni, a ciò che rappresenta per tutti noi.

Lo sai, la cosa che mi piace di più nel modo in cui scrivi sono i termini che utilizzi, il testo che pur se centrato evidenzia la bellezza di un concentrato di pura magia. Non c'è niente da ridire, crei solo piccole storie che ci fanno immergere in un mondo nuovo, ma allo stesso tempo conosciuto.


[E tutti i conflitti sembrano appianati.
Tutti, di fronte alle rispettive porzioni
Tentennano un poco; sia
Il patriarca a immergere per primo il cucchiaio.]


Ammettiamolo... Tutti a tavola, ci fermiamo, riflettiamo anche se per un millesimo di secondo, e poi ogni lite sparisce e si rimane di fronte il piatto e si aspetta che il capotavola immerga il cucchiaio o la forchetta nel piatto e poi si inizia a mangiare tutti. Sarà una cosa antica, ma non si può non aspettare che il capotavola inizia, lo nascondiamo ma tutti quando siamo a tavola pensiamo che il cibo ci dia qualcosa... alla fine è così.



[Or dunque, dalle decrepite case
Delle nonne sagge, aleggia un distinto profumino.]


E poi ci ritroviamo così, a ricordare i piatti cucinati dalla nonna e con la nonna... Non possiamo parlare di cucina senza ricordare le tradizioni e le nonne. E poi... in cucina non si può non fare un riferimento al profumo, è la prima cosa che notiamo, la prima che non dimentichiamo. Sogniamo a occhi aperti, lasciamo che tutto attorno a noi scompaia e rimanga il profumo, lo immaginiamo e appena apriamo gli occhi c'è lo troviamo davanti e... E non riusciamo, non possiamo non assaggiarlo.




[Ora o mai più! I golosi nipotini accorrono a tavola, cucchiai in pugno.]


Ok, sembra quasi un'imposizione, non lo è eppure allo stesso tempo lo è. Lo so, sono contraddittoria, ma non possiamo avere un piatto davanti e non assaggiarlo, non possiamo non fare i golosi o nasconderlo.
Saremo piccoli o grandi avremo sempre la stessa espressione sul viso quando siamo a tavola.


Complimenti... Sono estasiata e senza parole....
Oddio... un capolavoro *_*


Alla prossima,
Claire

Recensore Master
05/10/17, ore 14:42

Perdona il ritardo nella recensione, ero convinta d'averti recensito per primo, come nel caso di Bigin, poichè siete stati i primi a lasciare un commento alla mia storia, e invece mmi sono sbagliata.
Communque, davvero bella l'atmosfera familiare che hai ricreato in quest'acrostico, di tutti componenti di un nucleo familiare numeroso che si riunisce a tavola per mangiare i cappelletti prrparati dalla nonna!

Recensore Master
19/09/17, ore 19:29

Ed eccomi anche qui, come promesso *-*
Oddio, ieri ho letto l'acrostico di Bigin e devo dire che sia lei che tu mi avete fatto venire una fame allucinante! Mi sembrava quasi di sentire l'odore del cibo, di vedere i piatti pieni sulla tavola, e... oddio, sinceramente non ho mai assaggiato i cappelletti in brodo, ma lo vorrei tanto fare!
Sei un bravo cuoco? Perché quando verrò da te me ne dovrai cucinare una pentola piena ahahahahahahahahah :D
Ma torniamo seri: mi piacciono molto due concetti che hai espresso.
Il primo è quello del cibo inteso come unione: è proprio vero che a tavola ci si riunisce nei giorni di festa, si riunisce con tutta la famiglia, ma anche nei giorni non festivi il pranzo e la cena sono un pretesto per stare tutti assieme e conversare, raccontarsi com'è andata la giornata eccetera.
Il secondo è l'importanza del cibo semplice: spesso le cose più banali sono anche le più buone, sono quelle ricette che si tramandano di generazione in generazione e che assumono un grande significato nella storia di una famiglia. Il che è molto meglio dei piatti raffinati e freddi di certi chef di successo, che possono essere belli e buoni quanto vuoi ma manca sempre quel qualcosa di casa, di calore, di famiglia!
Complimenti davvero! Ho adorato questo componimento e sono curiosa di sapere cosa combinerai nei prossimi acrostici :3
Alla prossima!!! ♥

Recensore Veterano
17/09/17, ore 15:41

Ciao Alessandro! Che dire, una poesia culinaria davvero molto bella, curata, che fa venire decisamente l'acquolina in bocca! Un acrostico scritto con maestria, tra l'altro per nulla scollegato, anzi, le immagini da te scelte si combinano alla perfezione con grande eleganza. Dietro le parole dei versi si riesce a precepire in profondità ogni singolo sapore, le antiche tradizioni della cucina dei cappelletti! Davvero un ottimo lavoro! Originale poichè hai creato versi non comuni per descrivere un piatto famoso, semplice, ma gustosissimo! Il lessico è curato, sa di antico, come una poesia d'altri tempi, ritrovata in chissà quale antico manoscritto! Bravo, poiché hai combinato alla perfezione ogni parola dosandone il gusto e il significato. Ho apprezzato molto, alla prossima, un abbraccio, Fervens_gelu_

Nuovo recensore
16/09/17, ore 11:51

Questo acrostico è semplicemente F-A-V-O-L-O-S-O! L'ho scoperto per puro caso e mi ha letteralmente fulminata, giuro. Il che è strano, perché io non me ne intendo di poesia o di componimenti. Io sono davvero una frana, non riuscirei mai a buttarne giù uno decente, soprattutto perché non sono in grado di riassumere concetti in così poche parole. E questo mi porta ad ammirare ancora di più chi ci riesce!
Innanzitutto, mi ha davvero colpito la semplicità dell'argomento. Molto spesso, quando si tratta di poesia, si tende sempre a scrivere in maniera più astratta, parlando appunto di puri sentimenti o idee e concetti poco concreti. E in parte è proprio per questo che non mi piace molto leggere poesie. Mi colpiscono poco, oppure non riesco a ritrovarmi nelle idee e negli stati d'animo espressi. Tuttavia, tu hai scelto un argomento concreto e con cui tutti abbiamo a che fare ogni giorno e in mille occasioni diverse: il cibo! Ed è stato questo, in primis, a catturare la mia attenzione.
Parlando proprio dell'acrostico, c'è una scelta del lessico e delle parole chiave davvero notevole, che ricrea in maniera perfetta tutto quello che un semplice piatto di cappelletti può significare.
Hai colto il lato più nostalgico dei cappelletti: quindi il fatto che siano una specialità della nonna e il fatto che si consumino in famiglia, durante i pranzi di Natale o della domenica. E questo subito mi ha dato una stretta al cuore: mi hai immediatamente fatto pensare alla mia infanzia, quando il legame con la famiglia era ancora più stretto e vissuto in maniera più innocente, e che rimaneva unito e intatto anche grazie a questo piccolo piacere della tavola.
Hai colto poi anche il fatto che siano una specialità che piace a tutti, e che è proprio la loro semplicità a essere amata, a tenere ogni persona unita, di generazione in generazione. Anche quella parte "Ora o mai più!" sottolinea come siano un piatto che viene spazzolato subito. Fa quasi pensare che la gente si riunisca ancora nei pranzi e nelle cene di famiglia solo per mangiare i cappelletti (xD). Ma mi piace come messaggio! Essendo io una mangiona, do molto valore al cibo, e condivido appieno l'idea di come sia davvero la tavola, a volte, a unire e riunire le persone, a farle andare d'accordo, e a tramandare tradizioni di famiglia che in qualche modo tengono viva la famiglia stessa. Come hai proprio scritto tu, è un "Elisir di lunga vita" interpretabile davvero in mille modi diversi.
Davvero un ottimo componimento, molto profondo nella sua semplicità, ricco di messaggi positivi e nostalgici. Semplice e delizioso proprio come un piatto di cappelletti!
Ti porgo tutti i miei più sinceri complimenti e ti faccio un in bocca al lupo per la challenge. ;)

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Recensore Master
16/09/17, ore 09:23

Buongiorno Alessandro, sono Evelyn.
Premetto che, il primo incontro con gli acrostici, l'ho avuto in prima media. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, ma non hanno mai smesso di affascinarmi, perché a leggerli sembrano semplici e di facile composizione ma così assolutamente non è. Per di più, l'hai unito ad un componimento poetico, per i quali io sono assolutamente negata, ed il risultato è perfetto. Hai creato un signor acrostico, una poesia semplice ma d'effetto e, last but not least, hai elogiato un piatto culinario della tradizione regionale italiana così caro alle nostre nonne ed evocativo, appunto, di Vigilie di Natale.
Complimenti per l'originalità!
Darò senz'altro un'altra occhiata alla tua pagina per scovare altre storie.
A presto!
Evelyn

Recensore Master
15/09/17, ore 12:35

Una ricetta così emiliana che non si può che batterti le mani! E sembrano pure molto buoni. :P

Nuovo recensore
14/09/17, ore 19:44

Caro Alessandro,sei sempre sulla breccia. Dovró fare i conti io con la bilancia che non mi perdona. Questi cappelletti mi rimandano alle mie Puglie.
Ti abbraccio e ti saluto.

Pasta 14/9/2017.

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