Recensioni per
Frattaglie
di Francine
Cercare "le parole giuste nelle tasche dei pantaloni" è un'espressione bellissima, e dà un'idea precisissima, nella sua allusività. Ché quando cerchiamo quella monetina che crediamo d'avere, nelle tasche dei pantaloni, ci troviamo puntualmente sotto le dita lanugine, scontrini tanto accartocciati che sfidano l'incomprimibilità dei solidi, finanche gli occasionali talismani dimenticati in un mare di fazzolettini usati... (sì, le mie tasche sono un museo degli orrori) E, forse, alla fine della fiera, le parole giuste non si possono trovare. |
Mi piace immensamente la scelta che hai fatto di raccontare un momento tragico e d'azione a posteriori, in un tramonto, come una rievocazione dei fatti: dà una connotazione emotiva al tutto e lo fa affondare tra le costole, dritto dritto al cuore, come un paletto di frassino di venticinque centimetri. Sì, sì, sì. Non solo avvincente, ma bello, bello. |
Che dirti? L'interazione tra i due fratelli è godibilissima, è fresca, è ricca, ha la voce giusta. Potrei partirmene con un volo pindarico sulla filosofia dell'AU (still in fieri, ma del resto non lo è tutta la filosofia? sorvoliamo, va'), ma il succo resta quello: la voce, il tono, quello che rende i personaggi riconoscibili anche in un contesto completamente diverso da quello noto (per dirla in modo medievale: anche se i loro accidenti estrinseci sono cambiati), deve essere riconoscibile; solo così si salva l'identità controfattuale. Qui le voci sono riconoscibilissime. |
Ok – indovina chi ha quagliato un sacco, ma proprio un sacco oggi? E anche oggi si lavora domani. Comunque. Eccoci. |
I gabbiani sono cattivi e terrificanti, lo sappiamo. E se guardi un gabbiano negli occhi, non devi essere proprio un pezzo di pane manco tu – il gabbiano è il nuovo abisso nietzschiano, sia messo agli atti. |
Sì, ci sta. Che sia Marin a dare la pace ad Aiolia, intendo. Per un attimo, all'inizio del capitolo, pensavo che fosse una vampira pure lei, e che fosse venuta a punire Aiolia per aver tradito i suoi simili. Invece il fatto che lei sia mossa dalla vendetta per la perdita di Shura la rende molto più interessante. Sono due figure speculari, Marin e Aiolia. Entrambi hanno perso qualcosa di importante, ma solo Aiolia non ha altro da perdere. Marin ha ancora la vendetta. E la vita. E' dolce, malinconico e tragico questo epilogo. Sarà pure stato un divertissement, ma questa storia l'hai affrontata con la serietà che ti contraddistingue. Non poteva che uscirne un lavoro ben fatto, sebbene così diverso da ciò a cui mi hai abituato. Inutile farti i complimenti, quelli sono il sotto traccia di ogni mio commento. Cercherò di venire a trovarti più spesso perché sei sempre fonte di ispirazione. E me ne serve parecchia visto che la mia storia è arenata peggio della Costa Concordia! |
Eccola qui, Marin. Ancora una volta mi hai spiazzato. Mi aspettavo un incontro di natura ben diversa, ma in fondo va bene così. E poi non è mica detta l'ultima. Manca ancora un capitolo. A questo punto volo a vedere cosa succede! |
Oh, finalmente! Aiolia si libera a forza di revolverate dell'ingombrante onnipresenza del fratello, che da vivo e da morto lo aveva sempre manovrato come un burattino. Freud avrebbe da analizzare a lungo le varie azioni penetrative (in forma di proiettili, stiletti o altro) con le quali Aiolia riesce a dare sfoggio di virile ribellione. La sua natura umana non è sparita. Si è sublimata nella vendetta. E adesso che farà il non-morto senza più un ovile a cui tornare (perfino Saori ha fatto una magra fine) e senza una guida da seguire? |
Mia cara, sto scoprendo un lato di te come autrice che davvero non mi aspettavo. Abituata com'ero a storie più introspettive e mai cuente (perlomeno quelle che ho letto finora), trovarti in questo abito fra l'horror e il noir mi stupisce davvero molto. Lasciati dire che sei molto efficace! Sto leggendo il tuo lavoro come se fosse un originale, perché in fondo in un AU come questo restano solo i nomi e poco altro a collegare la storia all'universo di Saint Seiya. Ne sta venendo fuori qualcosa di pregevole. Aiola continua il suo apprendistato, per così dire, sotto lo sguardo attento e con la guida sordida di un Aiolos sempre più irriconoscibile. E' interessante che la vittima prescelta abbia le sembianze di Seiya. E' l'omicidio rituale di quell'ultimo barlume di amicizia e buoni sentimenti che Seiya incarna. Mi è piaciuta anche la vena sensuale di questa iniziazione. Tutto si consuma sul limite sottile fra orgasmo e morte (un tema ben indagato anche nel Dracula di Bram Stoker), con il desiderio del possesso carnale che sfocia nella brama del sangue, e una morte tutto sommato pietosa che coglie la vittima nell'apice del piacere. |
Ecco, il dramma è compiuto. Aiolia assaggia il sangue, e la sua nuova natura gli esplode dentro. E' ironico, e interessante, che sia proprio Aiolos a condurre il fratello lungo il percorso della perdizione. Lui, che nel manga è il Mentore con la M maiuscola, prodigo di insegnamenti e buoni sentimenti come un prete, qui è il cattivo esempio. Non si può dire che non abbia le sue ragioni. In fondo ora è altro, e non pensa più da umano. Cerca di difendersi, e per questo fa fuori uno a uno i suoi antichi compagni. Come definirli tali, del resto, se hanno cercato di infilzarlo come un palo? Il limite fra bene e male è sfumato e dipende solo dal punto di vista. L'ho sempre creduto e l'ho sempre rappresentato nei miei lavori. Qui il concetto diventa pulp, ma la sostanza è la stessa. E così Aiolia va in crisi insieme alle sue certezze (il Bene, l'Amicizia), che diventano quasi patetiche a confronti con i fatti. |
Ti dirò, tra tutte le cose legate ai vampiri, specchi, corsi d'acqua, croci, sole ... il Fammi Entrare è quello che adoro di più. Il fatto che in un certo senso il vampiro abbia bisogno del permesso per entrare in quella che fu casa sua. È quasi un implorazione, un ponte tra la morte e la vita. Con Aiolia ha vinto facile. Me lo immagino Kanon al posto di Aiolia. Prima gli avrebbe conficcato un paletto nel cuore e poi vedendo che non finiva in cenere avrebbe detto "Ah, ma allora avevi ragione! Pace fratello, ti ho voluto bene. Forse." |
Il titolo è una citazione Zarrilliana ;-) |
Ecco, lo sapevo. |
Eh sì, la parola detta ha il potere di rendere reale il pensiero, che nel momento in cui dici una cosa, quella cosa non te la puoi più riprendere ed è peggio delle cose scritte, perché come fai a strappare un suono? |
Mi stai spiazzando. Cerchiamo di ricapitolare. Nel capitolo precedente Aiolos, il Santo caduto (che ottimo ribaltamento, peraltro!) azzanna l'amato fratello per sedare la sua sete. Qualcosa però va storto, perché qui ritroviamo un Aiolia nel pieno delle sue facoltà, e sopratutto incazzato come un drago che non vede l'ora di far fuori l'amato fratellone (e anche questo è un ribaltamento di prospettiva molto interessante, quasi catartico). Delle due l'una: o Aiolos ha deciso di non andare fino in fondo, preso da chissà quale senso di colpa, e si è ritratto prima che Aiolia subisse i danni irreparabili del suo morso, oppure qualcuno (Shura?) è intervenuto appena in tempo per interrompere il pasto del fu Sagittario, salvando Aiolia da trasformazione certa. Quale che sia la verità, Aiolia sembra stare a metà fra i due mondi, e sfrutta questa sua ambiguità per mietere vittime fra i vampiri. |