Recensioni per
When you smile
di MissAdler

Questa storia ha ottenuto 47 recensioni.
Positive : 47
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
25/09/19, ore 15:23

Eccomi qui! Era da tempo che questa storia stava nelle seguite, e non vedevo l'ora di avere un secondo di tempo per venire qui e recensirla.
Adesso quel tempo ce l'ho e sono felice.
Non ho commentato molto di tuo, ma io amo come scrivi. E un po' è dovuto al fatto che mi sembra di capire abbiamo un modo molto simile di "sentire" John. Per questo mi fa particolarmente piacere leggerne come lo scrivi tu, che hai uno stile stupendo.
Questa storia so che mi farà piangere. Già lo so perché sono commossa e con occhi lucidi fin da questo primo capitolo.
La stessa amarezza, malinconia che sfocia in tristezza, che Sherlock percepisce in John pervade queste righe e ti avvolge durante la lettura. Mi sento sempre molto coinvolta dalla tua scrittura.
Sento una nostalgia profonda al tuo nominare il John ragazzo, quello "col bastone incontrato al Barts". Perché mi manca molto quello che era, nonostante il John di ora non abbia nulla da invidiare, se non un peso meno oneroso sulle spalle, che si riflette nelle sue rughe più evidenti e negli occhi sempre più spenti.
Come mi dicevi, anche tu ti concentri sul post s4. Qui il fulcro è il bisogno di Sherlock di ripagare il valore che Mary ha dato alla sua vita, sacrificandosi per lui. E, di conseguenza, il senso di impotenza nel non riuscire ad aiutare John come vorrebbe.
Mi piace molto che il pov di Sherlock sia reso anche dai termini utilizzati. Come una telecamera, le prime righe del capitolo fanno uno zoom sul viso di John, descrivendolo con minuzia scientifica e termini quali "orbite oculari". Non so, mi rafforza la sensazione che sia proprio Sherlock a parlare, sebbene il narratore sia in terza persona.
Che dire, complimentissimi.
Cercherò di correre il prima possibile al secondo capitolo.
Intanto, un grande grazie a te per questa perla preziosa.
Un abbraccio,
Izu

Recensore Master
13/06/19, ore 19:34

Carissima missAdler, <3

PERDONO se ti recensisco solamente oggi <3, ma credevo di avere più tempo sabato e sono tornata solamente oggi da un breve, ma denso, viaggio nel nord intrapreso in questi ameni giorni. E ora sono qui a leggerti e recensirti, ancora un po’ stravolta, ma vigile e presente, e soprattutto ad apprezzare di nuovo la tua capacità di raccontare l’innamoramento e la struggente dolcezza che lo contraddistingue. È vero, amiamo delle persone che ci sono accanto anche i nervosismi, le idiosincrasie, le contraddizioni. Amiamo tutto, di loro, e a volte l’amore è qualcosa di doloroso. Il tuo Sherlock ha come sempre tutte le caratteristiche del personaggio che lo definiscono come IC, ma quello che ho apprezzato maggiormente è che ha un modo di soffrire e di guardare Watson virile e maturo. È un’analisi attenta, la sua, oserei dire quasi chirurgica e microscopica, che si sofferma intensamente sui dettagli, come il conto dei muscoli che Watson muove sorridendo o increspando le labbra, ma è anche un’analisi che procede nel tempo, che rivede e paragona il John soldato che fingeva inconsapevolmente di zoppicare con l’uomo spezzato di oggi.

Ecco un’altra cosa che ho apprezzato. Non c’è una negazione di Mary e della sua importanza, ma una lettura profonda della sua morte e di quello che ha significato per John, che comunque l’ha amata al punto da sposarla e da farne la madre dei propri figli nonostante l’intensissimo rapporto con Sherlock, non ancora pronto per evolversi in altro e qui ripreso nonostante tutto lo strazio della quarta serie non senza dolore e difficoltà. E l’amore di Sherlock è totale senza essere però banale o malato o eccessivo o fuori dalla realtà. È, invece, una presa di coscienza amara e matura anche nell'accettazione di non poter fare nulla, così evidente nel pezzo del brano dove Sherlock amaramente constata che Watson per quel giorno non sorriderà mai più. Alla sua descrizione accorata e accurata si lega anche altro: una normalità che è solo la maschera di una passione bruciante che, come sappiamo, connette due anime canonicamente affini e complementari, così come complementari sono le anime divise del Simposio di Platone – che ci posso fare se mi fai sempre fare riferimenti classici?? XD. –

Il fatto di subire il dolore in silenzio è un’accettazione totale di un presente problematico, ma anche della stessa natura di Watson, che è un personaggio più complesso di quanto non sembri di primo acchito. Generalmente è il brillante Holmes a catturare lo sguardo del lettore/spettatore perché è colui che, grazie al suo genio, risolve in pochissimo tempo e con grande arguzia ogni tipo di caso, anche il suo complesso. Vedere il brillante protagonista che guarda alla sua spalla con questa devozione, con questo amore, con questa infinita dolcezza e questa compassione nel senso latino del termine è stata un’esperienza come sempre intensa. Con grande semplicità e senza arzigogoli mi hai dato una lettura profonda e attenta dell’amore e di quello che decidiamo anche di subire, sempre per amore.

Un caro saluto e a presto (nonché ancora scuse infinite),
Shilyss

Recensore Master
15/03/19, ore 00:56

Arrivo finalmente anch’io a lasciare qualche osservazione a questa tua storia che, da troppo tempo, ma purtroppo non è l’unica, occhieggia da mesi tra quelle da recensire e mi accorgo che sono preceduta da molti interventi di altri lettori. Questo mi fa piacere perché le ff che meritano dovrebbero avere sempre un riscontro del gradimento che trovano nel fandom.
Le tue Note introduttive, che collocano i fatti nel post quarta Stagione, già mi preparano ad un’atmosfera impegnativa.
Infatti sono sicura che, alla maggioranza dei cultori della Johnlock, in cui mi colloco, sono rimaste ancora negli occhi le terribili immagini di un John cambiato e reso più aspro rispetto a quello che esprimeva, con la sua vitalità, il meglio del clima goliardico del 221b, ai tempi d’oro delle prime due Serie. Inoltre difficile dimenticare quello Sh così dimesso e sconfitto, rannicchiato disperatamente, pieno di lividi, sul pavimento dell’obitorio in TLD, dopo il pestaggio subito ad opera del suo ex conduttore di luce.
Ma l’invito ad “entrare” nelle vicende è facilmente da accogliere perché all’ingresso, se così si può dire, poni i versi immortali di Neruda.
La scelta che hai fatto è sorprendentemente coerente con il contenuto di questo primo capitolo perché, in essi, è quasi automatico leggervi la disperata devozione con cui Sh vive della presenza di John di cui è, chiaramente, innamorato da sempre.
La strategia stilistica che adoperi per raccontare è una delle più delicate da “maneggiare” perché usi la seconda persona singolare ed è facile scadere in una pseudo lettera zeppa di banalità.
Tu, invece, riesci a farci vedere John con gli occhi di Sh, con tutta la forza di quel sentimento che ha attraversato, cocciuto ed inestinguibile, le più terribili tempeste ed il trascorrere inesorabile del tempo.
È una quotidianità che appare connotata da un consueto svolgersi di riti usuali, come il guardare la tv, ma è solo apparenza.
Infatti scorre un fiume di dolore tra i due di Baker Street e si ha la triste sensazione che nulla potrà mai permetterne l’attraversamento per arrivare alla meta di un essere, finalmente, in due, davvero.
Ci rendi partecipi dello strazio di Sh che, purtroppo per lui, conosce “ogni microespressione di quel volto” e, quella che vede, è la rappresentazione replicata, ormai giorno per giorno, di un dolore straziante e profondo, di fronte al quale si sente del tutto impotente.
Impotente e tormentato dai complessi di colpa per non aver capito che, il tenere fuori Watson dal piano per eliminare la rete criminale di Moriarty, come abbiamo visto in TRF, gli ha sì salvato la vita ma ha spento qualcosa che era davvero vivo e profondo, permettendo al destino di intrecciare, tragicamente, le loro strade con quella di Mary (il mio incubo).
Attraverso le tue parole, sai esprimere una tenerezza ed uno sconfinato affetto che trasformano, quello che era uno splendido consulting, in un uomo disperato che non riesce a superare il confine con il possibile. Rimane, Sh, in una dimensione inespressa, di attesa e di dolore per non aver la forza ed il coraggio di osare quello che potrebbe dare una svolta alla sua vita, ormai arenata nelle deduzioni di ciò che significa uno sguardo, un sorriso spento, un sospiro denso di parole non dette.
Bellissimo, veramente, il ritratto di quel John così diverso, ormai invecchiato e stanco, la cui luce si sta spegnendo inesorabilmente.
Complimenti.

Recensore Master
19/02/19, ore 03:35

Ciao cara, eccomi qui per lo scambio del Giardino, perdonami la recensione corta ma è un orario infame 🙈
Mi sono buttata su questa long perchè amo Sherlock, ma soprattutto mi interessava scoprire che sfumature avresti dato al dolore di John Watson: un uomo all’apparenza semplice, a volte sidekick un po’ imbranato rispetto alla metodica genialità di Sherlock, spesso asso risolutivo della situazione (Mycroft avrebbe da ridire, scommetto haha) e sottovalutato dai più, pubblico compreso. Sì, ecco, se non si fosse capito John è il mio babe e lo difenderò sempre <3

L’ultima stagione, con la morte di Mary, l’ha segnato profondamente – ma il John che vediamo qui, a mio parere molto simile a quello della BBC, non si lascia scalfire in apparenza. Immediatamente immergi il lettore in un presente molto vivido (merito della narrazione meravigliosa e incalzante, ma ci arrivo) in cui John ride di fronte alla TV. BAM. Un contrasto sin dalla prima parola che mi ha incuriosita e intristita, soprattutto in merito alla descrizione a seguire, che lo vuole invecchiato dagli eventi.
Due cose sono immediatamente chiare in queste prime righe: John è bello, ed è invecchiato. Lui e Sherlock hanno un passato che lo sguardo di Sherlock rievoca, riportando il lettore al loro primo incontro, fino agli “eventi che l’hanno eroso”. L’hanno cambiato: è attraente, ora, si veste bene, ed è a suo modo piegato dal lutto. É alla fine del film in TV che viene a galla questa parte dell’introspezione, la tristezza, fortemente in contrasto con l’inizio. Mentre nella prima parte studiamo John con gli occhi di Sherlock, nei dettagli come i muscoli facciali fino al contrasto con il John del loro primo incontro, nella seconda ci accorgiamo di quanto perfettamente il buon Holmes sappia riconoscere il minimo cambiamento nell’atteggiamento di John: il che è tutto dire, per qualcuno che nota i dettagli ma è completamente incapace di dar peso agli stati d’animo. In questo caso, no. In questo caso, Sherlock è estremamente attento ma allo stesso tempo partecipe e spettatore della tristezza di John, del modo in cui si rifugia nel Brandy. Alla fine, saggiamo la sua esitazione. 

Lo stile è veramente bellissimo, non so cosa dire se non complimenti. Non ho trovato mezzo refuso, non cambierei una virgola, le frasi sono molto potenti e dirette. La voce di Sherlock è attenta, quasi esasperata sulle cose che potrebbe fare, soprattutto alla fine, ma non osa. Stilisticamnete, insomma, mi ha presa completamente e immersa nella testa di Sherlock, nel dolore di cui è partecipe. 
Io sono innamorata della tua prosa, onestamente. É diretta, l’introspezione è curata, scorrevole e (passami il termine poco tecnico haha) fatta da dio e Sherlock è IC in tutto, soprattutto nelle menzioni al loro passato e in quel bellissimo passaggio sul palazzo mentale trasformato in Mausoleo. Tra il sentimento e la perdita, che sono i veri protagonisti di questa storia, c’è un certo egogentrismo, mi pare di leggere tra le righe, che è tipico di Sherlock: vorrebbe salvarlo, vorrebbe accarezzarlo, il suo John di cui solo lui riesce “a dedurre quel dolore”. Il che sarebbe assolutamente da Sherlock e, se non è voluto, sappi che mi ha fatto comunque dire “ok, no, wow, caratterizzazione 10/10”.
C’è poi una sorta di “contrapposizione” che Sherlock fa nei confronti di Mary, in una frase che ho adorato: E ti ripeti che vederlo così è il prezzo che paghi per essere ancora vivo, mentre Mary è morta. . Anche qui c’è sempre stato in canon questo sentimento di collaborazione/contrapposizione, tra Sherlock e Mary (lo vediamo per tutte la serie, dove Sherlock dà il suo meglio al matrimonio a mio parere LOL è indimenticabile) e anche qui mi è sembrato presente, o forse ancora una volta mi sto facendo influenzare dalla serie 🙈

Alla fine, rimane questa potenzialità inespressa: e se? e se avesse osato? Se non avesse esitato per l’ennesima volta (adoro l’uso di quel “Anche oggi è andata così.” Che trasmette tutta la rassegnazione di Sherlock dando una precisa ripetitività ai pensieri e, allo stesso tempo, mi spezza il cuore) mi chiedo cosa sarebbe successo. Sono molto curiosa di vedere gli sviluppi perchè, giustamente, con Sherlock non può essere una cosa immediata, soprattutto con un John così spiccatamente provato, vedovo da poco, scosso dagli eventi seppur in apparenza sembri lo stesso John che ride davanti alla TV.

A questo punto, non posso che farti davvero tanti, tanti, tanti complimenti e mettere la storia tra le preferite e la seguirò di sicuro. É bellissima e ha stracciato i miei sentimenti, dunque non posso che continuarla: giusto perchè mi voglio male e, dopotutto, che me ne faccio di un cuore? 😭



Ellie


Recensore Master
04/02/19, ore 13:34

Io sono completamente innamorata del tuo stile.
Questa seconda persona singolare presente è meravigliosamente evocativa. Io la amo, ma non tutti la sanno usare. C'è chi ne abusa anche quando non serve e invece tu la sai usare dove e quando ne hai bisogno, e dove ne abbiamo bisogno noi. Questo accusatorio di Sherlock è poesia. Vedere John ridere, studiarne ogni sfumatura, ogni espressione, è da lui. Non è forse un detective? Osservare è il suo forte, no? E guarda John. Ridere e poi non ridere più. Per ora basta. Ha riso abbastanza e torna la tristezza.
L'introspezione di John attraverso gli occhi di Sherlock fa ancora più male. Perché lui nasconde il dolore ma Sherlock lo vede. Sa che c'è. Si sente di troppo. Si sente che avrebbe dovuto morire lui invece di Mary.
Fa male anche a me, perché sappiamo quanto Sherlock non dica, ma quanto Sherlock abbia da dire. E quante cose ha dentro. Il desiderio di John, della sua felicità. Di vederlo ridere e di baciarlo. Di toccare la sua pelle. Di sentire sotto i polpastrelli ogni sua ruga. È un desiderio perpetuo. Non abbandona mai la sua testa ma rimane solo un desiderio che ogni sera vorrebbe realizzare ma non lo fa.
Che amarezza in quei "buonanotte". Hai davvero dato spessore il senso di impotenza di Sherlock e alla rassegnazione di John ad una vita vuota.
Non vedo l'ora di continuare!
Sei bravissima!
Miry

Recensore Master
28/01/19, ore 19:31

Ciao **
Eh vabbe. Allora, sappi che le tue storie sono dei piccoli gioielli. Mi piace veramente tanto lo stile che usi, è molto elegante e poetico, pur trattandosi di prosa. Tra l'altro adoro come tratti il personaggio di Sherlock e come lo caratterizzi. Già di per sé è un personaggio complesso, ma l'introspezione che ne fai è davvero un piacere. E' bello poter vedere John attraverso gli occhi di Sherlock, anche mentre compie gesti normali e banali. Sherlock si perde a guardarlo e a pensare a quanto sia bello in tutte le sue sfaccettature. Hai scelto di ambientare la storia in un momento delicato, perché Mery è appena morta, e nonostante John sia con lui, Sherlock si sente... inutile, inerme, come se non potesse fare nulla di realmente concreto per stare accanto a John come dovrebbe, non capendo che in realtà va benissimo così com'è.
L'imbarazzo verso la fine è adorabile e assolutamente IC.
Complimenti, è stato un piacere twt
Alla prossima,

Nao

Recensore Master
27/01/19, ore 22:12

Ciao cara^^
Che meraviglia questo cap. John, così bello, così triste. Lo descrivi splendidamente, nei minimi dettagli, proprio come se fosse Sherlock a farlo. John è bello, è affascinante, molto di può adesso che il suo interprete si sta avvicinando alla cinquantina. Come negarlo, come il buon vino migliora con l'età, e tu descrivi al meglio ogni particolare. Manca solo una risata sincera a questo John, un po' di serenità, un po' di felicità, poi sarebbe davvero perfetto.
Capito bellissimissimo ❤️
Béa

Recensore Master
27/01/19, ore 16:20

Sono imperdonabile, davvero... sono qui per lo scambio a catena e mi scuso per non essere riuscita a passare prima T___T
Sono contenta, però, di averti prenotata e di aver seguito il tuo consiglio di "priorità" e aver iniziatoo when you smile... è davvero bello questo primo capitolo. Scritto benissimo e ben delineato. Hai caratterizzato molto bene anche John e Sherlock... soprattutto Sherlock, che pensa tutte quelle cose mentre guarda John, il suo John, e vorrebbe sperimentare la sensazione di un suo bacio e della pelle di lui sotto le sue dita <3 amori dolcini!! Li shippo tanto anche io, anche se Mary mi piaceva, rivelazioni finali sul suo personaggio incluse. Ma John e Sherlock mi fanno morire... si vede che si amano <3 chissà se mai ci sarà una fantomatica stagione 5 e se finalmente vedremo qualcosa in più su di loro. Mi dispiace davvero tanto vedere che la serie si è interrotta così e sia in stallo, in attesa di capire se Benny e Martin riusciranno a conciliare i loro impegni per tornare sul piccolo schermo.
Mi manca da morire anche Lestrade, lo confesso :(
Bè, che altro dire? Davvero davvero complimenti, mi è piaciuto molto questo inizio :)
A presto
Alice

Recensore Veterano
25/01/19, ore 19:01

Ciao sono qui per l'abc delle recensioni del giardino di efp.
Allora il titolo è breve, facile da ricordare, abbastanza ad effetto. L'introduzione non colpisce particolarmente, ma descrive molto bene l'argomento di cui tratta la storia.
Non c'entra nulla con il tuo racconto, ma la citazione di Pablo Neruda è davvero molto bella, non la conoscevo e mi ha fatto piacere scoprirla.
Lo stile mi piace molto: con queste frasi brevi, che colpiscono il lettore tenendo desta l'attenzione. Il lessico non è particolarmente ricercato, ma credo che sia perfettamente adatto per l'introspezione della storia.
Qui vediamo più che altro la caratterizzazione di John, provato dagli eventi, ma che nonostante tutto continua a vivere a Baker Street e tutto sembra come sempre. Di Sherlock non si sa nulla perchè è suo il punto di vista e credo che sia giusto, in una storia così corta mettere in luce un solo personaggio.
Complimenti e spero di ritrovarti presto :)
P.S: spero di essere arrivata al numero minimo di parole per la recensione, ma non ne sono del tutto sicura, se così non fosse perdonami, mi rifarò la prossima volta :)

Recensore Master
22/01/19, ore 15:05

Ciao!
Innanzitutto perdonami per il ritardo, avevo parecchie recensioni da lasciare! :s
Era da molto che volevo leggere qualcos'altro in questo fandom, essendo io una fissata della serie tv, e sono parecchio felice di aver trovato una nuova autrice che ci scrive. La Johnlock è qualcosa di meraviglioso e sacro. <3
Questo capitolo è così angst e a tratti così fluff che, davvero, ho amato tutto ciò. 
Il tuo stile mi ha colpita particolarmente. Mi piace il fatto che scrivi frasi brevi e vai costantemente a capo, tutto contornato da un uso del presente che di solito mi fa storcere il naso, ma che qui è meraviglioso *^*
Introspezioni davvero molto belle, tra l'altro, le tue.
Ho trovato i personaggi IC. <3
Complimenti davvero e alla prossima!
fumoemiele

Recensore Junior
22/01/19, ore 00:50

Veramente veramente bello! Nono conosco molto la serie, ma mi ha coinvolto subito! 😍
Eccezionali le descrizioni. Hai caratterizzato la scena alla perfezione senza lasciare assolutamente niente al caso! Ma la cosa che colpisce di più è l'emozione che trasmetti, sei riuscita con grande maestri a esprimere il conflitto interiore di Holmes, che combattuto con se stesso vuole alzarsi e confortare Jhon, ma che sa di non riuscire a fermarsi dal baciarlo.
Alla frase: "Anche oggi è andata così" ho sentito tutta la delusione di Sherlock!
Veramente complimenti!
Alla prossima 33NaLu33 💙

Recensore Master
20/01/19, ore 22:11

Ciao MissAdler!
Questa serie di One Shot mi ha incuriosita, per cui eccomi qui.
Il tuo stile mi piace davvero tanto, nettamente introspettivo e la seconda persona si addice molto al contesto, per cui complimenti.
Anche sul linguaggio, a volte specifico, a volte un po' meno, ho solo da annuire e farti i complimenti perchè è ben dosato e ponderato.
La trama mi intriga, d'altronde il nostro ex soldato è molto più emotivo di Sherlock, che di solito si mostra sempre apatico.
Mi son dimenticata di specificare che non sono fan Johnlock, cioè li vedo come qualcosa di più che amici, ma non amanti, li vedo complementari.
Qualcosa che va al di là dell'amore e dell'amicizia, qualcosa di più solido e innegabile. Però hai mostrato benissimo questo legame indissolubile tra i due, la familiarità che hanno acquisito nel corso del tempo trascorso insieme.
Mi affascina Sherlock Holmes, in ogni sua rappresentazione, ma soprattutto lo adoro quando riuscite - voi scrittrici del fandom - a mantenerlo IC nonostante riesca a provare dei sentimenti e dei rimorsi.
Sherlock Holmes che si sente in colpa per essere vivo? E' una barzelletta?
No, pura verità, ma bisogna saperla raccontare, la verità, e tu ci sei riuscita in pieno.


A presto!

Nuovo recensore
04/01/19, ore 14:43

Cosa devo dire MissAdler mi sorprendi sempre di più!!!
Questa storia mi piace, solitamente le lunghe descrizioni non le amo ma questa è davvero bella, mi piace questa versione di JW che soffre perché è così che vive per un certo periodo ed è SH che lo fa risalire e lo riporta alla vita di tutti i giorni.
Mi chiedo se ci sarà anche Rosie... a volte è un bene che sia presente nelle ff a volte un "male"( per così dire) perché se la ff é incentrata troppo sull'amore fra JW e SH Rosie a volte stona con la storia, ma se la ff é ben organizzata qualsiasi personaggio ci metti viene fuori una bellissima storia.
Scusa la mia grande confusione mentale, ma quando devo dire o scrivere tante cose finisco per fare un grande miscuglio e dimentico delle cose da dire.
Detto questo non vedo l'ora di sapere come si evolve la situazione fra i bakerstreet boys Ahahahah
Bye bye

Recensore Master
03/01/19, ore 15:59

Ciao, la prima cosa che mi sento di dirti è che questa storia già mi piaceva fin dalla citazione in alto alla pagina. Adoro Neruda (ma poi, c'è qualcuno che non lo ama?) e poi i versi che hai scelto, tratti da Il tuo sorriso... mi è piaciuto da morire già soltanto per quello. Naturalmente poi ho apprezzato anche l'affinità con quello che poi il capitolo contiene, con l'elemento della risata che introduci con la citazione e riporti fino alla fine. A mio avviso è molto importante far quadrare anche queste cose, che sembrano piccole ma in realtà mostrano quanto l'autore è consapevole di quanto ha scritto. Le citazioni sono meravigliose da usare, ma il rischio di usarne una che magari è bella ma non c'entra niente, è sempre dietro l'angolo. Tu sei stata bravissima e anche per come hai strutturato il capitolo. Che è piuttosto breve e completamente incentrato su una singola scena, ovvero Sherlock e John a Baker Street, in un momento che, apparentemente non nasconde nulla di più profondo. John guarda un film, ride, sempre felice e spensierato. Tutto normale. O quasi. Già perché l'occhio attento e vigile di Sherlock riesce a cogliere anche le cose che John non dice, la sua sofferenza, il sorriso che si spegne e il divertimento che svanisce del tutto. Se paragonata a ciò che in realtà prova, la risata di John sembra un qualcosa di lontano e di poco importante, quasi di frivolo. Non lo è affatto, a mio avviso. Perché si può pensare che John sia riuscito, anche se soltanto per un istante, a staccare il cervello e a lasciarsi andare completamente. Ma come succede spesso alle persone dai pensieri (o dolori) profondi, le risate svaniscono e resta soltanto il silenzio. E succede qui. Davanti a questo Sherlock che vorrebbe dire un milione di cose e farne altrettante, ma che non fa nulla e si limita a dare la buona notte. Uno Sherlock che sembra già perdutamente innamorato e che, forse, proprio per questo, non fa nulla per far andare avanti le cose. John è un uomo chiuso, ermeticamente. Non servirebbe a nulla forzarlo e infatti Sherlock lo sa e, come fa spesso, tace e non dice nulla.

Un capitolo, in questo senso, dai tratti dolci (specie per come viene fuori l'amore di Sherlock e il modo in cui lo vorrebbe esprimere) e l'amarezza di John, che diventa addirittura palpabile. Sarei un po' preoccupata per il loro futuro, se non che ci sono quei due generi, romantico ed erotico, a rincuorarmi per il finale. Che ovviamente aspetto con ansia.
Koa