Recensioni per
La verità su Ingeborg Barrow
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 58 recensioni.
Positive : 58
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/09/21, ore 09:58
Cap. 3:

Ciao Old Fashioned,
mi piace molto la razionalità con cui Austin affronta l'indagine sui misteriosi sabotatori, vincolando porte e finestre nella casa e ricorrendo anche a telecamere a infrarossi, prima di doversi arrendere all'evidenza che l'unica spiegazione plausibile è la reale esistenza di un fantasma adirato per la denigrazione della sua memoria.
Meno chiara è l'origine e lo scopo di questa denigrazione, che da qualcuno dovrà pur essere cominciata.
La storia, con un piacevole lieto fine, è molto originale, e mantiene alto lo standard dei tuoi lavori.
A presto
MaxT :)

Recensore Master
16/02/21, ore 10:32
Cap. 3:

Ciao Old Fashioned. Eccomi per l'ultima parte di questa tua bella storia. Quello che mi è piaciuto di più è stato il fatto che Austin abbia resistito fino all'ultimo, ammettendo solamente davanti all'evidenza che quello con cui aveva a che fare era qualcosa di paranormale. Ma, nonostante questo, ha affrontato il tutto con la massima calma e razionalità. Bello come abbia caratterizzato il suo personaggio, dove è stato alla fine aiutato da qualcosa di non tangibile, un sogno. Sono lieta si sia scoperta la verità riguardo Ingeborg e anche Donovan ha risolto i suoi problemi. Suggestivo il finale dove lo spirito della donna si manifesta per l'ultima volta, potendo finalmente riposare in pace. Tutto ben scritto. Alla prossima. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 16/02/2021 - 10:34 am)

Recensore Master
15/09/19, ore 20:30
Cap. 3:

Recensione premio del contest "Villains against Heroes - II edizione" indetto da missredlights sul forum di EFP.
Dire che mi hai tenuto col fiato sospeso è dire poco.
A un certo punto mi sono messa a vedere se le finestre di casa mia fossero chiuse.
Devo dire che ci sono rimasta parecchio male sul fatto che sia stata proprio un'associazione storica a calunniare una donna che in vita ha fatto del bene. Per quale motivo, poi? Austin ala fine è stato un genio. Non solo ha trovato il problema ma ha trovato perfino la soluzione. Donovan gliene sarà per sempre grato. Ti ringrazio per avermi fatto leggere questa storia molto bella e accattivante. Ci vediamo alla prossima lettura.
A presto
Missredlights

Recensore Junior
29/08/19, ore 16:28
Cap. 3:

Tanto per cominciare, sappi che quest'ultimo capitolo l'ho letto con una strizza atomica - e sono le quattro del pomeriggio, la casa è illuminata dal sole e alle spalle ho una delle solide pareti della mia cucina, quindi non mi aspetto sorprese soprannaturali a meno che non trapassino sassi e mattoni per piombarmi sul coppino.
Sono stata indecisa fino all'ultimo sul destino di Austin e della tenuta, nonché sul ruolo del fantasma nella storia, e mi ero fatta un'idea che poi si è rivelata sbagliata... ma tanto meglio, così ho avuto una bellissima sorpresa. Il finale mi è proprio piaciuto per il modo originale in cui hai saputo trattare una questione delicata come quella razziale.
Ribadisco inoltre il mio affetto per Austin: nessun altro a parte lui avrebbe potuto risolvere il mistero di Ingeborg.
Che altro aggiungere, se non GRAZIE per quest'altra bellissima storia? Mi sono divertita un sacco a leggerla ^^ e complimenti per tutto, ma soprattutto perché non è facile scrivere delle buone storie sui fantasmi, che sappiano coinvolgere senza scivolare troppo nei cliché del genere.

Alla prossima!!! ^^

Recensore Veterano
27/08/19, ore 22:56
Cap. 3:

Bene, ho finito, non so se aggiungere anche "purtroppo". Mi stava piacendo tanto!

Intanto con l'inizio del capitolo mi hai spaventata a morte. Da un momento all'altro ero sicura che un qualcosa sbucasse da qualche parte, pronta a fare fuori Austin e, di riflesso, anche me.
(Tra l'altro come personaggio mi piace sempre di più, con tutte le sue manie.)

Alla fine, invece, si scopre che il fantasma è uno spirito gentile, una specie di vecchia zia trapassata.

Ció che viene raccontato è un falso storico (e qui bisogna anche capire il perché è stato raccontato) e la signora Barrow era una brava donna.

Diciamo che il finale mi è piaciuto moltissimo. Da una parte abbiamo Donovan che, tutto contento, apre la sua tenuta. Dall'altra abbiamo Austin, che viene ringraziato dallo spirito un'ultima volta.

Come dicevo, scombini le carte in tavola che è una meraviglia.

A milady Barrow bastava solo che si sapesse la verità su di lei. Forse è per questo che i libri mastri erano stati nascosti.

Quindi, nuovamente, chapeau.

Alla prossima! ^^

Recensore Veterano
28/05/19, ore 07:58
Cap. 3:

Nooooo, e non mi fai morire nessuno? Sei riuscito a sorprendermi con questo finale, proprio non me lo aspettavo.
Dunque, tutto ciò che voleva lo spirito di Ingeborg Barrow era che fosse fatta giustizia al suo buon nome e alla sua integrità morale. La donna non era una negriera sadica, come preferivano far credere i signori della pseudo associazione storica (solita vecchia storia: sei bianco quindi sei razzista. E la cosa tragica è che, ai nostri giorni, i primi a dire una caxxata del genere sono i bianchi. Tutti gli uomini possono essere razzisti, bianchi gialli neri marroncini arancioni e rossi, perché il razzismo fa parte del retaggio culturale di ciascun essere umano), ma una benefattrice amata dalla gente che la conosceva.
Il racconto ha un finale con sfumature romantiche (insospettabili) che mi hanno piacevolmente sorpreso. Mi dispiace solo di una cosa: che mr. Donovan, che mi sta proprio sulle palle, sia finalmente riuscito a far ristrutturare la tenuta per godersela indisturbato. Meritava un'altra fine.
Bel racconto, Vecchio mio, scritto come sempre in maniera ineccepibile. Diverso dal solito, ma non per questo meno godibile.
A presto!

Recensore Veterano
24/03/19, ore 18:02
Cap. 3:

Se tutti i mapazzoni fossero come i tuoi non sarebbero così bistrattati XD
Nonostante Austin non sia un fantasma la storia mi è piaciuta molto: è un po' il contrario di quel che uno si aspetta parlando di case stregate di proprietari di schiavi, qui la crudeltà era quella di coloro che volevano diffamare la sig.ra Barrow in nome del razzismo ( al contrario).
Sono contenta per Donovan: finalmente ha potuto mollare gli arredi finto giappone XD
Bellissimo racconto, da rileggere ancora. A presto e alla prossima!^-^

Recensore Master
04/03/19, ore 15:28
Cap. 3:

Valutazione per il contest “Terapia d'urto”

Grammatica, lessico e stile: 13.75/15


Dal capitolo uno:

• Ancora immerso in immagini di sogno... → da.
• Alla fine rivolse un’occhiata truce anche sull’amico... → all’.
• Solo che lei mi promette di chiamarmi James. → se.
• ... tergendosi la fronte madida[.] “Qui c’è qualcosa, James.” → manca il punto.

Dal capitolo due:

• ... alcuni documenti e li postò sul piano del mobile... → posò, appunto stilistico: nel caso di semplici documenti ritengo la scelta del verbo ‘postare’ un po' eccessiva per il significato che ha, ‘posare’ è sufficiente.
• ... lo fissò perplesso. “perché lo chiede... → Perché.
• Senza smettere si telefonare... → di.
• Preda questo... → Prenda.

Dal capitolo tre:

• Si chiese quale fosse il razionale [?] alla base di quel comportamento... → non ho capito se lo intendevi come sostantivo o aggettivo, nel dubbio: movente oppure la ratio.
• ... dato disposizioni affinché gli essi fossero liberati... → da togliere.
• ... per un semplice motivo: che la tenuta era infestata... → avendo già inserito i due punti il ‘che’ crea una ridondanza, oppure avresti potuto scrivere: “... per il semplice motivo che la tenuta...”
• ... intervento soprannaturale?[_]Ira sig.ra Barrow? → manca lo spazio.

Il punto di forza della storia risiede indubbiamente nelle descrizioni. I paesaggi, siano essi soltanto in foto o dal vivo, così come la proprietà Christineberg sono descritti con cura in ogni dettaglio, facendo caso ai colori e all'atmosfera.
Il punto di vista in terza persona ti ha permesso di introdurre la vicenda con un personaggio e portarla avanti con un altro. Il tutto adeguando sapientemente il lessico in base al carattere del protagonista, dando loro una voce distinta e distinguibile nei dialoghi. Il diverso carattere dei personaggi contribuisce anche a cambiare il tono della narrazione: frizzantino e frenetico con Donovan, placido e riflessivo con Austin. Adoro quando i personaggi sono in grado di imprimere e dettare il loro ritmo sulla vicenda.

Una cosa, però, che ho notato nelle prime scene è che ti sei ripetuto (tre, forse quattro volte) nell'utilizzo del termine “tono”, laddove invece avresti potuto trovare sinonimi del verbo ‘dire’ per enfatizzare le emozioni impresse nella voce; alcuni esempi: sbottareesclamaresibilare, a seconda della circostanza, evitando così di ripetere “con tono...” Non le ho segnate ma, in generale, anche dopo ho riscontrato parecchie ripetizioni di quel termine, in un testo così lungo è normale che ci siano, tuttavia ritengo che almeno la metà potessero essere evitate sfruttando al loro posto, magari, degli aggettivi che rendessero gli stessi concetti. Alcuni esempi: anziché “rispose con tono tagliente” (ripetuto spesso, di cui due volte per Keynes nella stessa scena), funzionerebbe ugualmente “rispose tagliente”, “rispose pungente”, “rispose piccato”; in breve, taglia il superfluo e gioca di più coi sinonimi.

Allo stesso modo ritengo che alcuni dialoghi, superflui, possano essere tagliati e sostituiti con una sequenza narrativa, questo specie nella parte conclusiva di una scena. Esempio di un dialogo di chiusura: “Ok, lasciamolo perdere, allora.” Normalmente trovo molto a effetto i dialoghi che fanno sfumare una scena verso la sua conclusione, tuttavia sono dell'idea che se un dialogo non porta con sé informazioni aggiuntive, non arricchisce la transizione, ma è più semplicemente di “contorno”, allora è preferibile tagliarlo, anche per non rendere la chiusura secca, robotica, passami il termine. In questo caso Donovan aveva già scartato l'opzione, quindi, a mio parere, non c'era il bisogno della risposta del suo interlocutore.

Originalità e trama: 10/10

Già ho elogiato le tue descrizioni nel parametro precedente, ribadisco i miei complimenti anche qui. Definire e dare forma all'ambientazione è il primo passo per rendere il lettore consapevole sul contesto e l'ambiente in cui si colloca la vicenda. Nello specifico, risalta la tenuta Christineberg, delineata sia nell'aspetto che nella sua storia. Addirittura si vengono a sapere due versioni relative alla padrona della tenuta ed entrambe sono elementi chiave della vicenda, poiché spingono l'immagine della signora Barrow in direzioni opposte, creando un malinteso, e per alcuni un pregiudizio, nei suoi confronti.
Donovan contribuisce all'innesco della vicenda, mentre è Austin a portarla avanti, a svolgere le ricerche sul caso e risolvere la questione. Un passaggio di consegne che rende la trama dinamica, fresca e coinvolgente. Costruita tassello dopo tassello, con un rilascio graduale di informazioni, la trama si snocciola piano piano rivelando un mistero più difficile a risolversi del previsto. Se il lettore ha già la risposta in mente, è interessante leggere della testardaggine con cui Austin continua a convincersi del contrario. Non è banale, le sue convinzioni sono basate sul suo vissuto, sulle conoscenze e la sua razionalità; è giustificato in ogni suo tentativo di provare la presenza di persone in carne ed ossa, salvo poi fare la scioccante scoperta.
Il pregiudizio è uno dei temi di questa storia, che per gran parte della vicenda induce il lettore a farsi l'idea sbagliata. Ciò infittisce il mistero rendendo la verità su Ingeborg Barrow un vero colpo di scena, di quelli che, a pensarci bene, ti fanno venire anche il dente avvelenato proprio per via dell'impossibilità di difendersi della donna. A maggior ragione, il finale regala tanta soddisfazione.

Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

È il caso di dire che mi sono trovata in difficoltà per scegliere chi ho preferito dei due protagonisti. Donovan e Austin, due uomini apparentemente diversi, agli antipodi, ma con alcuni aspetti in comune. Entrambi infatti antepongono alla vita sociale, romantica e familiare, il loro lavoro.
Donovan è un giovane uomo ambizioso, intraprendente, sempre in cerca della grande occasione per migliorare la sua situazione, per fare il salto di qualità. In realtà, si scopre essere molto attivo sentimentalmente, ma quando c'è di mezzo il lavoro, che sia la moglie o l'amante, la partner sparisce dalle sue priorità. Un personaggio che mi ha conquistata soprattutto per via dell'imprecazione facile che dimostra il suo essere una testa calda, dalla poca e limitata pazienza. Quando succede il minimo intoppo scatta come una molla, si mette in moto finché non ha una soluzione per le mani.
Se Donovan apre le danze, è Austin a portarle avanti. Avevo il sospetto che con un difetto come quello potesse uscire fuori un personaggio noioso, grigio, e invece Roderick è un concentrato interessante e ben riuscito di disciplina, tenacia e involontaria ironia. Sì, perché più volte sono venute a crearsi situazioni che, complice la sua serietà e mono-espressione, sono risultate ridicole, delle vere e proprie gag accidentali da parte sua. O almeno, così le ho recepite per via del contrasto con chi gli stava intorno. Anche lui trova piena espressione nel parlato, nelle azioni e nel modo di fare. Rispetto a Donovan, è risultato più difficile da decifrare in termini di introspezione, ma in generale il suo personaggio ha saputo stregarmi con la sua umile compostezza.

Sviluppo e utilizzo del pacchetto scelto + fattore malizia: 8+2/8+2

— Non è un solo personaggio ma sono in due a essere zelanti. Infatti, sia Donovan che Austin, seppur in modi dissimili, mettono in primo piano il loro lavoro, anche a costo di trascurare altri aspetti della loro vita, come la sfera sentimentale, familiare, e così via. Austin in particolare ha degli atteggiamenti maniacali anche per quanto riguarda l'ordine, una meticolosità sconfinata che comunque gli è tornata, ironicamente, utile quanto un pregio. [4/4]

— Anche nel caso del sentimento hai giocato in doppio. Lo sconforto lo viene a provare sia Donovan, nel momento in cui si ritrova a fronteggiare un ritiro dopo l'altro da parte delle imprese edili, con il rischio di veder sfumare il suo ambizioso progetto e con la banca a tenergli il fiato sul collo, che Austin una volta ritrovatosi faccia a faccia con una stramba realizzazione in grado di smontare le sue logiche credenze. [2/2]

— Da un certo punto della storia in poi si consolida sempre di più una sensazione: il tempo è ormai agli sgoccioli. A causa dei continui ritardi nei lavori, infatti, comincia a farsi man a mano più concreta l'idea che il progetto di Donovan possa fallire. È una corsa contro il tempo per risolvere il mistero della tenuta e far ripartire le ristrutturazioni. L'elemento viene sfruttato come un invisibile countdown, ma, a mio parere, c'è stato anche un utilizzo più velato. Infatti, lo stesso inserimento di un fantasma, la cui coscienza persiste e sopravvive nel tempo nonostante la morte, rientra nell'interpretazione del prompt. [2/2]

— Donovan e Austin, da uomini laboriosi, vogliono soltanto portare a termine il loro lavoro. Il primo ha colto al volo l'occasione della vita e non vuole sprecarla con il rischio di cadere in rovina; il secondo, pignolo e diligente, è sempre riuscito a portare a termine qualsiasi compito assegnatogli. Ma in questo caso, che sia sfortuna o cattiva sorte, il fato sotto forma di evento soprannaturale ci si è messo d'impegno per mettergli i bastoni fra le ruote. [2/2]

Gradimento personale: 9.75/10

Una storia che cattura l'attenzione sin dalla prima scena e più si infittisce il mistero, tanto più diventa avvincente. Viene spontaneo interessarsi alla storia, al passato di questa tenuta e mentre si scoprono informazioni insieme a Austin, ci si fa anche un'idea sul personaggio di Ingeborg Barrow. Personalmente ammetto di esserci cascata in pieno, credevo si trattasse di una crudele e cinica schiavista, che in seguito alla morte è rimasta sotto forma di fantasma nella villa per tormentare i visitatori. Invece, la scoperta sulla vera natura della donna mi ha colpito, ha completamente ribaltato l'impressione che avevo di lei e sul finale, con quel bacio inconsistente, come una carezza del vento, rivolto a Austin mi si è scaldato il cuore dalla dolcezza. Una storia meravigliosa!

Totale: 53.5/55

Recensore Master
21/02/19, ore 15:29
Cap. 3:

Ciao! Perdonami se arrivo solo ora a completare la lettura di questa bella storia... geniale veramente, e credo sia stata una bella faticaccia riuscire a scrivere qualcosa di innovativo sul tema della casa stregata! Tu ci sei riuscito molto bene, anche se qualche punto è rimasto irrisolto: perché mai la mama Inga godeva di una fama così sinistra? Al contrario, quelli dell'associazione storica avrebbero avuto tutto l'interesse morale a esaltarne la figura...
Come mai anche la bara della donna, oltre ai documenti, si trovava chiusa nella grotta sotterranea?
In ogni caso una bella storia, con un simpaticissimo e pignolissimo personaggio.... complimenti come sempre e alla prossima!

Recensore Master
17/02/19, ore 03:20
Cap. 3:

Hai capito i figli di puttana dell'agenzia...
Oh, ad ogni modo, non credo proprfio sia il caso di fare la persona brutta e cominciare in maniera così tanto volgarissima. Quindi, tantissimo per cominciare, buona notte, dato che sto recensendo ad un orario così ignobile e privo di senso XD però ci sta, no? Storia di fantasmi, l'ora del diavolo in cui capitano tutte le robe creepy inquietanti della situazione, e quindi... creaiamoci una buona atmosfera per una buona recensione XD comunque sia, scherzi a parte, qua non c'è poi troppo da essere terrorizzati - da una parte, in un certo senso... - se non da rimanere sorpresi e, oltretutto, piuttosto soddisfatti.
Insomma, mi hai davvero lasciato senza parole con questa storia di spiriti: mi aspettavo decisamente un cambiamento di eventi completamente diverso, come un qualcosa in puro stile ESP fenomeni paranormali, in cui lo spirito della defunta padrona di casa si rivelava un demonio terrificante ben peggiore della Papessa Nera e parecchio cattiva. E che Austin, di conseguenza, non uscisse mai più da quella casetta infestata dai demoni.
E invece, lo spirito in questione era ciò che esiste di più classico, e di cui non se ne vedono più di questo tipo da un bel po' di tempo: un'anima tormentata, e anche piuttosto rabbiosa, del fatto che il suo nome venisse diffamato in modo così orribile e ingiusto.
e direi che ha tutte le ragioni del mondo per essere così furiosa, visto tutto quello che ha fatto in realtà per i suoi 'schiavi', insomma, una specie di utopia, per il tempo: cure mediche, case dove poter dormire e riposare, addirittura uno stipendio che, nonostante sembri banale, al tempo era fantascienza.
Apparizioni inquietanti permettendo - mi sognero la scena della videocamera di notte - questo era uno spirito decisamente benevolo, solo un pochettino in cerca di attenzione e che la verità venisse rivelata. Austin decisamente, per quanto pragmatico e dedito a tutto quello che riguarda affari e problemi riguardanti gli affari, sembra avere comunque un senso di giustizia, perciò dopo aver ritrovato quel manoscritto che parlava di come in realtà la donna fosse una vera e propria filantropa, decide di indagare ancora più a fondo, e scopre finalmente la verità e tutti i diari della donna, per poterli finalmente pubblicare e far comprendere a tutti la verità vera.
Alla facciaccia di quelle facce da culo dell'agenzia - non sono razzista. Se le persone fanno schifo fanno schifo e basta - che l'hanno dipinta come l'anticristo... e io ci ero pure cascato.
Mannaggia, vedi quando le cose son scritte bene quanto ci cado?
COmunque sia, la questione si risolve nel migliore dei modi, come gli episodi di ghost whisperer: lo spirito passa oltre ringraziando il suo liberatore, l'hotel viene aperto - non ci credevo più XD - e la povera donna potrà venire finalmente ricordata per quello che in realtà era. Davvero, davvero, davvero complimenti, anche con questo colpo di scena finale che mai nella vita mi sarei aspettato.
Un vero e proprio tocco di classe, che tanto si distacca dalle tue storie sempre piene di drammaticità e morti orribili - ok, forse non tutte... ma la maggior parte di quelle che ti ho letto sicuramente sì XD - detto ciò, veramente, ancora grassi e grossi complimenti.
Ora non vedo l'ora di essere portato nel Bayou... perché so che c'entrerà qualcosa con la prossima storia!
Ancora complimenti!

- TONIGHT, WE REWIEW! -

Recensore Veterano
13/02/19, ore 11:25
Cap. 3:

Ciao, carissimo ^^ Ormai non mi sopporterai più ma è giusto lasciare un commento anche all'ultimo (di già? T.T) capitolo di questo sorprendente racconto. Aspettavo un crescendo di pathos, un climax di azione ed orrore fino a precipitare in un finale sconvolgente. E invece! Invecesei riuscito a ribaltare per l'ennesima volta le carte in tavola e a sorprendere. La verità. Cos'è la verità? Non è una, sola, inequivocabile e inconfutabile perché Parmenide ce lo siamo lasciati dietro da un pezzo. Ha tanti volti e tanti nomi quanti sono i protagonisti delle vicende umane. Perché è vero che gli schiavi sono stati ridotti in condizioni disumane e seviziati, ma è altrettanto vero che sono esistite persone di cuore che se ne sono prese cura, restituendo loro la dignità di persone, come la nostra Ingeborg che finalmente può riposare in pace. Grazie soprattutto al portentoso, cazzutissimo, Austin che ha risolto anche questo problema. Come sempre, complimenti per aver costruito un intreccio leggero ma profondo e originale, anche divertente. Davvero molto bravo. A presto ^^

Recensore Master
13/02/19, ore 10:21
Cap. 3:

Un'anima errabonda, che non trovava pace. Troppe menzogne abilmente giostrate sul politically correct avevano rovinato la reputazione di una persona perbene, generosa, che di certo non si sarebbe meritata la damnatio memoriae.
Meno male che abbiamo avuto a che fare con un uomo "tutto d'un pezzo", che non si lascia intortare facilmente: grazie all'operato di Austin la povera Ingeborg ha potuto lasciare questa terra e riposare per l'eternità.
E finalmente adesso abbiamo un resort con i fiocchi!
Complimenti come sempre per una storia di fantasmi assolutamente originale, dal finale per niente scontato, in cui lo spirito errante non è stato dipinto come il solito cattivone da film horror.
Bravissimo e unico, il nostro Old!

Recensore Master
12/02/19, ore 15:51
Cap. 3:

Ciao! ^^
Finalmente, anche io sono riuscita a leggere la tua storia, anche se con imbarazzante ritardo (si vede che sono in piena sessione d'esami?)
Bando alle ciance: io adoro le storie sovrannaturali e di fantasmi, quindi già le premesse a che la storia mi piacesse c'erano tutte. Ho divorato i tre capitoli tutti d'un fiato, quindi direi che, a conti fatti, ho gradito molto questo racconto, ed io sono una tipa piuttosto difficile in quanto a gusti.
Innanzitutto, ho apprezzato tantissimo il tuo stile: lineare, pulito, scorrevole e, soprattutto, senza strafalcioni grammaticali, il che è cosa ben rara. Hai un modo di scrivere molto diretto, che cattura e fa immergere nelle vicende, senza troppi fronzoli che possano distrarre o rallentare ed appesantire la lettura.
I personaggi sono caratterizzati veramente molto bene: la loro personalità si svela a poco a poco durante tutto l'arco della narrazione, soprattutto per quanto riguarda Austin, che non si riesce subito ad inquadrare (e, ovviamente, questa è tutt'altro che una cosa negativa, almeno personalmente: adoro i personaggi che si svelano a poco a poco). Mi è piaciuto molto Donovan, mi ha fatto ridere il suo modo di essere e fare, tutto soldi ed investimenti; ho trovato esilarante il suo modo di porsi dinanzi ai problemi, ed il suo modo di affrontarli: non so se la tua intenzione fosse di ridicolizzare un comportamento tanto estremizzato, sta di fatto che mi ha divertita tantissimo. Austin, inizialmente, mi ha perplessa, ma andando avanti con la narrazione sono riuscita ad inquadrarlo e l'ho apprezzato molto: ho adorato il suo approccio scientifico ed il suo disturbo ossessivo che gli fa compiere maniacalmente determinati rituali. Ed ho apprezzato anche il fatto che Ingeborg Barrow sia riuscita in un certo qual modo a spezzare questi suoi ritualismi (quando si precipita nella stanza di lei dopo aver fatto il sogno, anziché radersi prima di ogni altra cosa). Il fantasma compare molto poco, ma quella sua comparsa è di grande impatto e più che sufficiente per darne un'immagine precisa. Tutto è perfettamente equilibrato, tanto che oserei dire che dilungarsi ulteriormente nella descrizione dei fenomeni paranormali o di Mama Inga avrebbe stonato.
Ho apprezzato anche che questa storia di fantasmi non sia quella "classica", nel senso di entità malvagia che possiede un luogo e di povero malcapitato che deve combatterci; mi è piaciuta molto questa chiave di lettura di una presenza benevola che aleggia per la tenuta e che non vuole altro che la verità sul suo conto (giustamente). Ho adorato anche la dicotomia tra l'approccio scientifico di Austin e la vicende che è tutt'altro che spiegabile con la razionalità. Mi è piaciuto anche il fatto che Austin abbia preso con pragmatica lucidità la faccenda, e si sia rassegnato dinanzi all'evidenza dell'esistenza dei fantasmi, senza che la cosa lo scomponesse più di tanto, tra l'altro.
Quindi, in conclusione, è una storia che mi è piaciuta molto: è stata delicata, in un certo modo, quasi una favola un po' raccapricciante. Mi è piaciuta l'atmosfera che ha aleggiato per tutto il racconto e, soprattutto, ho adorato la frase di chiusura, che si sposa perfettamente con lo spirito della storia.
Davvero complimenti! Ed in bocca al lupo anche a te per il contest (anche se credo ci siano ben pochi dubbi sulla tua più che meritata posizione al primo posto nella classifica ^^)

Recensore Master
12/02/19, ore 14:23
Cap. 3:

Ohi ohi, la metodica e la pignoleria del signor Austin niente hanno potuto contro il sovrannaturale!
L'apparizione del fantasma che si avvicina alla videocamera l'ho letta con un occhio chiuso e uno aperto sotto la copertina di pile; c'è una ragione per cui non guardo volentieri gli horror, è che vorrei dormire di notte :D
Però alla fine il pragmatismo del "risolutore" è venuto utile, è riuscito a fare chiarezza nella vicenda e con un buona buona pianificazione è venuto a patti col fantasma, che si è vista restituire i dovuti onori e il rispetto della verità storica.
Alla fine pare perfino che mama Inga si sia affezionata a lui!
Chissà se Austin guarderà le cose in modo leggermente diverso dopo questa esperienza, di certo c'è che non potrà metterla sul curriculum!

Recensore Veterano
12/02/19, ore 09:55
Cap. 3:

Finalmente riesco a trovare un attimo tranquillo per leggere e quasi mi fai perdere la fermata della metro.
Comincio col dire che ho adorato una scena in particolare: vedere un libro di Hegel lasciato a morire ai Caraibi, che goduria.
Mi hai terrorizzata, almeno finché non è saltato fuori che la povera Inge in realtà era una bonacciona. Adoro il modo in cui hai descritto nel dettaglio le azioni di Austin per farci capire quanto sia preciso in tutto quello che fa, adoro le atmosfere, adoro tutto quanto insomma, come sempre.
Mi dispiace davvero tanto che sia già finita (anche questo lo dico sempre, vero?) perché anche questa storia l'avrei letta per anni e anni. Bello anche il fatto che alla fine il titolo della storia è il titolo del libro.
Bravissimo.
A presto!

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