Recensioni per
Fenix
di pattydcm

Questa storia ha ottenuto 20 recensioni.
Positive : 20
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
24/02/19, ore 15:47
Cap. 4:

Ciao di nuovo, temo lo sentirai spesso oggi perché ho intenzione di recensire tutti i capitoli di questa storia, approfittando della domenica e del fatto che ho il computer a mia disposizione. Dunque, interessantissimo capitolo (anche questo temo lo sentirai spesso), ma il fatto che ognuno è stupefacente e interessante alla stessa maniera e ognuno lo è per motivi diversi. Qui per esempio ci troviamo di fronte a quella che è un'ennesima analisi del rapporto tra John e Sherlock fatta da una persona esterna ai due. Sarah parla quasi con cognizione di causa, lei sa più di quanto John non voglia ammettere. A questo punto della storia, credo sia collocata dopo che i due escono insieme per la prima volta. Il che significa che Sarah sa, e che ha visto. Parla come se conoscesse Sherlock, come se sapesse che cosa il lavoro di John comporta. E infatti è così. Tutto il suo pensiero a riguardo si riassume nella frase: "Corri ancora dietro al tuo coinquilino?" Perché vuol dire tutto. Perché sottintende un John che rimane quasi indietro e che è costretto a correre dietro a Sherlock, in un senso non solo fisico del termine ma anche più generale, più presa in senso lato. Un correre dietro come un insistere nel voler frequentare una persona che, chiunque altro, avrebbe mollato dopo due minuti ma che John che invece continua a inseguire, continua ad apprezzare. E a volere sempre di più. Nelle parole di Sarah c'è un intuito femminile nell'aver capito ben prima di loro in quale situazione fossero i ragazzi di Baker Street, ma c'è anche il suo non capire come sia possibile che un uomo come John ne apprezzi uno come Sherlock Holmes. Chi può dirlo... forse lei è ancora affascinata dal lato buono del carattere di John, quello positivo e che conquista le donne. Forse sì, è affascinata da tutto questo e un po' avvelenata nei confronti di Sherlock. Il che fa sì che la sua analisi sia corretta, ma detta in modo aspro. Ed è per questo che John si infastidisce e finisce col lasciar perdere quella conversazione. Alimentandone invece un'altra, lì, in quel momento si rende conto di che cos'è diventato il suo nome se accostato a quello di Sherlock, ed è la seconda volta che viene fuori in questa storia. Il dottor Watson che scrive sul blog le avventure dell'unico consulente investigativo al mondo, è diventato un uomo che le persone cercano e vogliono conoscere, quasi come se fosse una celebrità. E questo è un aspetto secondario della sua vita a Baker Street che non aveva considerato e che lo fa sorridere, pur non dandogli troppa importanza. E infatti è un'occasione per stemperare l'atmosfera e per farsi una risata. Poi infatti, John se ne va come se non fosse successo niente.

Di nuovo il caso c'è, lo sappiamo perché ne parlano anche sul finale. Ma di nuovo e per un'altra volta, l'ennesima, non è quello che conta al momento. Sherlock e John e la loro relazione fatta di cose non dette e parole che rischiano di non dirsi mai, la fa da padrone. Anche questa volta abbiamo la gelosia di John al centro di tutto e ci sta in un modo non dissimile da quanto visto nei capitoli precedenti. Di nuovo, Sherlock si incontra con un'altra persona. Forse fuma dell'erba o magari peggio, o forse è solo una sigaretta, John non lo sa e davvero non è questo a infastidirlo di più. Nonostante si rifiuti di ammetterlo a se stesso, il suo problema è il rapporto che Sherlock ha con altre persone (altri maschi per la precisione) che non sono lui. Sì, questa è gelosia bella e buona. Una di un tipo che sta facendo star male il povero John, il quale si ritrova invischiato in discussioni con Sherlock che sembra essere destinato a perdere.

Sherlock dal canto suo credo ci capisca poco, ma non ne sono affatto sicura, no! Sta tenendo lontano John perché lo crede troppo coinvolto con i fatti che riguardano i suicidi, il che è anche vero, ma non credo c'entri soltanto con quelli. Quanto abbia capito circa l'infatuazione di John per lui, questo è un mistero, almeno per adesso. Ma ho l'impressione che stia tentando di tenerlo lontano da sé, e il caso è l'occasione perfetta. Mi è piaciuto il fatto che abbia comunque cercato di tenerlo aggiornato e questo perché ha capito che John tiene a Greg e vuole che sua figlia sia sana e salva, questo Sherlock lo capisce e infatti è quello il momento in cui capiamo un po' meglio con che cosa abbiamo a che fare ovvero con un tipo di organizzazione molto complessa e articolata, che diventa una vera e propria trappola per adolescenti, alcuni dei quali finiscono col suicidarsi. Un resoconto perfetto ha portato John a rendersi conto di che cosa Sherlock deve affrontare da solo, un discorso che porta entrambi a parlare di temi difficili come il bullismo e che fa riemergere in Sherlock vecchie ferite. E quella scena è la prova che il famigerato controllo che Sherlock mette in atto sui suoi sentimenti è un'illusione, c'è un frangente in cui fa uscire tutto il dolore che ha provato e il suo cercare conforto nella figura di John che continua, per sua stessa ammissione, a essere non l'altra metà di una coppia. Insomma, Sherlock lo tiene lontano e John non ama starci. E infatti alla fine assistiamo a un gesto di dolcezza, che prende entrambi in contropiede e che ammetto avermi fatta sciogliere. Molto dolce e molto carino anche tutto quello che c'è stato prima, con la pomata sul polso e quel cercarsi dolce e quasi impercettibile. Questi due hanno un disperato bisogno uno dell'altro e prima lo capiranno, meglio staranno.

Al prossimo capitolo.
Koa

Recensore Master
24/02/19, ore 15:24
Cap. 3:

La presenza del nostro amato Greg Lestrade a inizio capitolo ci riporta diritti nelle atmosfere del caso in questione. Nonostante la breve parentesi dello scorso capitolo in cui si siamo concentrati più sulle relazioni sentimentali di Sherlock e John che sul suicidio, in questa primissima parte ci ritroviamo nuovamente immersi in questo suicidio che tutto grida fuorché al caso semplice. E così infatti è, e lo capiamo già da subito ovvero fin da quando vediamo Greg irrompere al 221b di Baker Street. L'atmosfera è apparentemente tranquilla e fa quasi sorridere come John si ritrovi a bussare alla porta del soggiorno, quasi si aspettasse di trovare Sherlock e il suo amante seminudi che si rotolano sul tappeto. Non è quello che succede, ovviamente perché Sherlock è solo e tra loro adesso aleggia una stranissima atmosfera. Più che di tensione, direi che è di non-detto. John ha una vagonata di domande da fare, ma tace e non ne tira fuori neppure una mentre Sherlock... beh, lui è meno chiaro da decifrare, essendo questo il punto di vista di John fatico a immaginare quali pensieri possano attraversargli la mente. Forse direi che domina il non capire, Sherlock quasi fatica a star dietro ai ragionamenti di John, ma di questo non posso dirmene sicura (così come di tutto il resto, naturalmente le mie sono soltanto delle teorie, questo è meglio specificarlo).

Ad ogni modo, Lestrade arriva e si porta dietro un secondo suicidio. Il che ci fa capire che no, non è un caso isolato e che c'è dietro qualcosa di molto più grosso di quanto non sembra. Come avevo intuito niente è facile in questo caso specifico e quello che succede dopo ce lo conferma. Anzitutto, ho amato l'idea di un figlio di Greg. In genere non son fan dei ragazzini nelle fan fiction (fatta eccezione per Rosie), ma in questo caso l'ho trovato usato molto bene. George, che ha un nome simile a quello di Greg (giusto per incasinare Sherlock ancora di più coi nomi! XD), arriva in punta di piedi. Quasi timoroso ed eccitato dall'idea d'incontrare il famoso Sherlock Holmes. Ma lui non è lì soltanto per quello, si porta dietro un problema bello grosso e che c'entra con tutto quello che è successo alle due ragazze morte suicide. Cosa che coinvolge l'altra figlia di Lestrade. Questa volta una femmina e, non a caso, in età adolescenziale. Sì, il caso si sta indubbiamente ingigantendo e le nuove informazioni che ci hai dato in questo capitolo ci permettono di capirci qualcosa di più, ma ancora non è questo a tenere banco. Non tanto quanto le vicende amorose di Sherlock e John.

Come notavo anche nel capitolo passato, John è geloso. Ma la sua gelosia nasce da un qualcosa di profondo, non è possessione, non è desiderio di non veder condiviso il proprio uomo (che poi "proprio" non è visto che, come diceva anche Sherlock, loro non stanno insieme) è insicurezza. Pura e semplice insicurezza. Che è un sentimento che ritrovo in una tua storia, dopo averlo già visto in altre passate. Un tema portante per quel che riguarda la caratterizzazione di John, che ruota proprio attorno a questo. John è anche geloso, ovviamente le cose non sono mai bianche o nere. Non è l'una o l'altra cosa, ma una commistione di entrambe che porta con sé problemi di natura violenta. Non definirei John un violento, proprio non me la sento di definirlo così, ma è un uomo con tanti problemi e qui ne vediamo uno. L'essere oppresso dalla rabbia è senz'altro uno di quelli. Si sente messo da parte, si sente insicuro perché crede che Sherlock non possa mai interessarsi a uno come lui e infatti si definisce un coinquilino per Sherlock, un biografo. Nel capitolo precedente dicevo che si sentiva umiliato dall'idea che la sua ragazza potesse vedere soltanto questo nel rapporto tra lui e Sherlock e quindi non un amico, non un collega che potesse seguirlo nei casi. Ed è questo ad averlo fatto arrabbiare e a scatenare tutto questo. Crede di non essere abbastanza e come se non fosse sufficiente, Sherlock insiste nel volerlo mettere da parte. Gli dice che non potrà assistere alle indagini e pur essendo certa che Sherlock abbia le migliori intenzioni (tra cui il volerlo proteggere), John ci soffre tantissimo lo stesso. E questo scatena ciò che abbiamo visto qui, la rabbia, il sentirsi messo da parte... mista alla gelosia per questo chitarrista bellissimo che gli ha rubato il fidanzato, beh, John arriva a questo. E subito se ne pente e, anzi, quel suo gesto rabbioso lo porta ad accettare a testa bassa l'estromissione al caso. No, il capitolo non si conclude nel migliore dei modi, ma una nota positiva è che almeno John si è reso conto di quello che lui ha fatto a Sherlock e se ne è pentito subito. Già questo è un fattore molto importante.

Al prossimo capitolo.
Koa

Recensore Master
24/02/19, ore 14:52
Cap. 2:

Ciao, capitolo interessantissimo e che mi ha sorpresa. Ma di questo non ne sono stupita, ormai ho fatto l'abitudine perché con le tue storie non so mai dove andrai a parare e mi lascio semplicemente cullare dalla tua capacità di scrittrice. Credevo infatti che ti saresti focalizzata sul caso in questione, ma invece il capitolo devia su altri binari. Mi pare d'aver capito che i filoni narrativi principali saranno due e uno di questi sarà proprio lo sviluppo del rapporto tra John e Sherlock, il che non può che farmi piacere.

Sono ovviamente felice di ogni loro interazione, ma in questo caso lo sono ancora di più perché sono un'amante della gelosia di John e Sherlock. Quest'ultima si è appena intravista nel capitolo passato, in quell'accenno alla ragazza di John, qui invece è quella di John a tenere banco.
Per tutta la prima parte fa la sua comparsa l'attuale ragazza di John, che però non sembra interessarlo. John è pensieroso, distratto e non è solo il caso a preoccuparlo e questi pensieri sul tentato suicidio di una persona a lui cara, a inquietarlo quanto Sherlock. Sherlock è il comune denominatore di ogni pensiero di John, il suo flirtare con quel ragazzo che suonava la chitarra ha acceso in John qualcosa di sopito, di tenuto ben nascosto dentro se stesso e che lui non riesce a decriptare o anche solo a capire. È per questo che si arriva a questo punto. La ragazza è odiosa e se volevi ritrarla come tale complimenti, perché è davvero detestabile. Il suo giudicare Sherlock, il ritenerlo uno strambo e il credere che John non c'entri nulla con lui e che sia un semplice biografo, sviliscono il rapporto che si è creato tra lui e Sherlock e soprattutto mortificano il loro legame. John si sente offeso perché la sua ragazza ha offeso Sherlock e questo non riesce ad accettarlo e quindi si alza e se ne va, senza fare promesse ma solo andandosene via da lì.

La famosa gelosia torna a farsi viva nella seconda parte che no, non mi aspettavo. All'inizio nemmeno io me ne sono resa conto e tu sei stata bravissima a filtrare tutto dallo sguardo di John perché non avevo capito niente. Il ragazzo della chitarra ha seguito Sherlock a casa e la visone sconvolge John. Sì, la gelosia c'è tutta e non se ne va ma a sconvolgerlo è l'idea che Sherlock sia interessato anche al sesso e alle relazioni, che lo agitano. Prospettiva che non aveva mai accarezzato, forse ritenendolo asessuale o magari interessato soltanto al lavoro. Comunque John se ne va con la coda tra le gambe, quasi vergognandosi (anche se non ha fatto nulla di male), ma i pensieri lo tormentano e sempre hanno a che fare con Sherlock. Quello che diventa via via sempre più chiaro è che John sta realizzando qualcosa di molto importante.
Quanto ci metterà è tutta da vedere.

Alla prossima (e perdona gli errori e l'approssimazione ma sono da cellulare e non è la cosa più comoda del mondo scrivere da qui).
Koa

Recensore Master
24/02/19, ore 11:32
Cap. 1:

Ciao, come da tuo suggerimento vengo subito a leggere una delle tue storie di recente pubblicazione. Ho notato da un po' anche la storia incentrata su Lestrade, ma non l'ho ancora letta perché l'avevo lasciata un po' lì ma più passava il tempo e più notavo che si ingigantiva sempre di più e quindi ho preferito aspettare che fosse conclusa. Insomma, ci arriverò. Intanto leggo questa. Che noto, dalle tue note iniziali, essere una riedizione di un'altra storia. Che mi dice qualcosa, ma ho la memoria corta e al momento non ricordo se l'altra l'avevo già letta oppure no. Di sicuro leggerò questa e il motivo principale è perché l'hai scritta tu e ho apprezzato tutte le tue storie (che ho letto) fino adesso. Di conseguenza sono molto attratta, perché sai delineare i caratteri dei personaggi in un modo personale e unico, ottimamente ma questo è ovvio. E poi il secondo motivo, perché sì ce n'è un altro, è che si tratta di un giallo e io amo i gialli. Che lo sia, beh... Almeno è quello che si intuisce leggendo sia il titolo che l'introduzione e che pare riguardi un caso difficile che ci mostra un probabile suicidio (ma personalmente non ne sono del tutto sicura, anche se è chiaro che verrò certamente smentita, come in ogni giallo che si rispetti), ma non soltanto questo. Ciò che è successo a questa ragazza fa riemergere in John dei ricordi dolorosi. Non viene specificato chi sia questa persona che lui ha salvato in extremis, ma intuiamo possa trattarsi di Harry. Insomma è un'ipotesi e questo è chiaro, ma è il solo nome che mi è venuto in mente. Sappiamo più o meno, o meglio lo intuiamo, quella che può essere stata la sua storia. Le deduzioni di Sherlock in A study in pink non lasciano troppo all'immaginazione. Una donna con problemi di alcolismo e che con John è in cattivi rapporti per via, probabilmente, di fatti legati al loro passato... ecco, è quasi scontato che si faccia questa connessione. Sherlock di sicuro ci arriva e sa perfettamente quello che è successo a John, come abbia fatto a capirlo questo non lo so dire, ma è anche vero che Sherlock ha quasi un super potere delle volte e capire come arriva alle sue deduzioni è difficilissimo. Quel che è sicuro è che qui centra il punto in un modo che sorprende John, di certo lo prende in contro piede. Da quel momento in avanti è difficile dare un senso a ciò che si legge, ma non in senso negativo ovviamente. E ora mi spiego meglio.

Al solito, nelle tue fan fiction, ci troviamo di fronte a uno Sherlock stupendamente IC. Le sue risposte sono dirette, taglienti, quasi sarcastiche. Ingannerebbero chiunque lasciando intendere che dietro quella maschera che porta non ci sia altro che una persona fredda e senza sentimenti. Noi lettori sappiamo che non è così e che Sherlock è altro, che è sensibile ed emotivo ma John no, lui non ne ha idea. Perché John Watson è un po' ottuso e fatica a concentrarsi su ciò che c'è oltre l'apparenza, non lo definirei superficiale diciamo che ci mette più tempo per capire. E poi, diciamocelo, Sherlock non è una persona semplice da leggere. Qui per intanto pensa davvero che Sherlock non abbia sentimenti e che la morte di una ragazza lo lasci insensibile e quasi indifferente. Quello che vedo in questa tua storia e che si differenzia in maniera importante dalle altre che hai scritto, è la difficoltà di Sherlock nel farsi capire. Come dicevo, Sherlock indossa una maschera (chiamiamola più comodamente così, anche se il termine non è propriamente corretto) ed è quindi difficile che gli altri capiscano che cosa c'è sotto, quali emozioni prova. E qui sta l'ambiguità del personaggio, perché è una persona anche molto complicata e questo non è mai da dimenticare. Io credo che da una parte Sherlock voglia essere capito e che sia profondamente ferito dalle parole di John, dalla sua rabbia, dalle sue accuse d'essere un mostro insensibile. Credo che la cosa lo tocchi moltissimo e che vorrebbe farsi capire, ma che non ci riesca. E qui c'è l'ennesimo divario perché da una parte Sherlock deve mantenere un distacco mentre lavora, proprio come farebbe un medico, non può lasciarsi coinvolgere dai casi che si ritrova a dover risolvere perché altrimenti verrebbe meno la sua capacità di giudizio e la sua mente analitica verrebbe ottenebrata dai sentimenti, ma al tempo stesso vorrebbe comunque che John capisse senza bisogno di che Sherlock si spieghi. Chiamiamola: empasse. Ragion per cui, ecco che mi sono ritrovata a provare quasi rabbia durante la lettura, John è un idiota ma capisco perché si comporta in questa maniera, oltre a essere coinvolto in un ricordo che ha contorni simili a quello che è successo a quella ragazza, conosce Sherlock da pochissimo. Sei mesi non sono niente per conoscere bene, e a fondo, un uomo come Sherlock Holmes. E da qui arrivano le incomprensioni, il ritenere Sherlock quasi come un mostro e arrivano le reazioni di Sherlock, fredde, distanti... è quasi cattivo nel modo in cui alla fine lo manda via, citando addirittura una delle fidanzate di John. E qui arriva ciò che non capisco, almeno non ancora. La ragione per cui Sherlock dice a John di non lavorare a questo caso mi sfugge nel suo complesso. Sembra che sia legato alla rabbia che prova, al suo essere coinvolto emotivamente non tanto con la morta ma con una ragazza di un'età simile che ha compiuto un gesto suicida. Sembra sia legato a questo, ma mi chiedo se sia realmente così perché con Sherlock Holmes le cose non sono mai banali o scontate e di sicuro non lo sono nemmeno nelle tue storie, questo è chiaro. Ed è ovvio che ha capito molte più cose di quanto non sembra, tutto ciò che fa è limitarsi a tacere invece che sbrodolare deduzioni, ed è questo a essere sospetto. Insomma, c'è di più ecco.

Dunque, primo capitolo interessantissimo. Sul caso ne avrei da dire a tonnellate di cose, ma per il momento mi limito a osservare la cura dei dettagli che hai avuto nel ritrarre un contesto che noi lettori non conosciamo e il fatto che ci si ritrovi immersi in una morte che potrebbe essere meno scontata di quello che sembra a un primissimo impatto. Io amo i gialli, come ti ho già detto, e quindi ci vado a nozze e mi rivedrai prestissimo a leggere anche il secondo capitolo.
Koa

Recensore Master
23/02/19, ore 22:26
Cap. 1:

Mi stavo preparando per lasciare finalmente qualche osservazione alla tua ”Dalle ceneri risorgerai”, quando mi sono imbattuta nelle indicazioni che hai lasciato nelle Note iniziali riguardanti appunto quella long.
Vedo un caloroso invito a leggere “Fenix”, perché i due pezzi sono collegati.
Allora ho eseguito la tua indicazione ed…eccomi qui, a recensire brevemente questa ff, che ho trovato veramente di qualità.
Ho apprezzato molto la tua decisione di suddividerla in capitoli, che permette in modo più agevole di attivare la concentrazione sulle tematiche che si fanno impegnative e più consistenti. Pertanto ritengo positivo rispettare le esigenze narrative di dare spazio il più possibile a tutto ciò che è necessario dire, e questo potrebbe trovare soluzione nel distribuire il contenuto in più parti, in più capitoli, proprio per dar modo a chi legge d’interiorizzare, con più calma, i messaggi del testo.
Un unico pezzo, molto corposo, potrebbe costituire un deterrente per una corretta concentrazione.
Dunque bene così, mi ha fatto davvero piacere ritrovare “Fenix” con una struttura a più ampio respiro.
La storia è splendida, i personaggi hanno una caratterizzazione notevole, IC sicuramente quelli delle Stagioni BBC.
Molto credibili gli altri, Fox, per esempio, la cui figura ho avuto modo di apprezzare in “Hasta…”.
La trama “gialla” è intessuta con equilibrio, la giusta dose di “suspense” e, su di essa, si dipana il luminoso ed avvincente filo della Johnlock.
Gli elementi a riguardo ci sono tutti: il disorientamento di John di fronte a quello che sente sempre più chiaro nel suo cuore ma gli riesce difficile accettare per mille paure, disistima di sé, il suo progressivo ed implacabile innamoramento nei confronti di Sh e la conseguente gelosia che lo tormenta, l’atteggiamento sfuggente di quest’ultimo che maschera ciò che prova dietro ad espressioni d’arrogante superiorità, aspra ironia…
La tematica, però, che ho trovato davvero una proposta impegnativa e coinvolgente è quella del cyberbullismo, più che mai presente nella nostra epoca e più pericolosa di molte altre “sirene” che fanno allontanare i ragazzi dalla strada giusta per loro. Tu l’hai trattata con serietà, ed è evidente la preparazione che sottende alla tua capacità di parlarne senza scadere nell’approssimazione o nel pressapochismo, atteggiamenti che, di fronte a questi veri e propri drammi sociali, non fanno altro che rendere più difficile un intervento serio e mirato della società cosiddetta “adulta”.
S’intravvede, sotto al racconto, un fondo di esperienze realmente vissute, nell’incontro con persone coinvolte in tali penose situazioni.
Brava.

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