Recensioni per
Just the two of us against the world
di MissAdler

Questa storia ha ottenuto 48 recensioni.
Positive : 48
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
03/06/19, ore 20:24
Cap. 3:

Carissima, carissima, sembra passata un’eternità dall’ultima volta che ho letto questa storia.
In realtà avevo già letto l’epilogo, ma come puoi ben immaginare avevo fatto fatica a metabolizzarlo subito.
 Come dici tu sì, a proprio modo è un lieto fine: dopo il bellissimo momento del matrimonio, da te descritto con così tanta dolcezza, John e Sherlock sono rimasti sposati per anni, hanno avuto la loro vita e condiviso moltissimo…ovviamente però noi ci tuffiamo nel loro momento di angst.
Ci vogliamo male, che ci dobbiamo fare? Io, personalmente, apprezzo molto questa tua scelta stilistica, mi è piaciuta tantissimo: a) perchè mi piace avere qualcuno che mi calpesta il cuore e lo butta nel cesso, b) perché è la semplice realtà dell'esistenza umana. La vecchiaia esiste, è un dato di fatto, e il fatto che una storia non cristallizzi per sempre i personaggi nella loro gioventù, all’apice dell’amore dopo aver superato le difficoltà, quando è (circa) tutto bello è una mossa non semplice e coraggiosa, ma che paga se gestita bene.
In questo caso, la gestione è veramente meravigliosa, ma non mi aspettavo altro conoscendo come scrivi e come hai gestito i capitoli precedenti.


Inizi da un particolare, da un dialogo che appare quasi impersonale. Ne avevo compreso uno degli interlocutori (piuttosto chiaramente John, anche grazie al canon che lo vuole scrittore) ma l’altro mi sfuggiva…pensavo fosse Mycroft quasi, che per un motivo X aveva perso la memoria, ma non mi era venuto in mente che potesse essere trascorso così tanto tempo fino alla delicata, quasi casuale, descrizione delle rughe profonde, che si amplia poi nel mostrare l’età. 
Tuttavia, la mente, l’occhio di Sherlock per i dettagli (come il ricordare del valzer insegnato proprio da Sherlock a John in occasione del primo matrimonio) rimane, anche e nonostante la malattia: c'è sempre quell’attenzione acuta e la predisposizione a fare le domande giuste (“perchè quell’idiota ha sposato Mary?”) in maniera piuttosto diretta. Non immagino neanche quanto sia stato difficile per John convivere ogni giorno con questa situazione, ma il bello è che comunque dipingi un quadro di pace molto simile a quello dei capitoli precedenti (dopotutto, il setting è lo stesso) con le sedie di vimini, il tè, l’apicoltura e la campagna…tutto che dà un senso di quiete e bellezza, ma che si tinge di malinconia nel momento in cui ci si rende conto di come stanno le cose, della malattia di Sherlock e di quello che si sta perdendo.

Quando ho capito, ho capito di botto. 
É stato straziante, soprattutto perché è un vero e proprio ricongiungimento: forse la cosa peggiore è la mancanza di certezze, non sapendo quanto tempo si ha prima che la malattia porti via di nuovo l’amato, quel “L'ultima volta sono stati cinque minuti.” che mi ha fatto salire il magone.

Un altro dettaglio che mi ha davvero spezzata è stato il flashback del matrimonio, che viene vissuto in un battito di ciglia con una breve (ma ancora una volta, più che on point) descrizione della sala in cui hanno ballato insieme, proprio come stanno facendo tanti anni dopo…è davvero un momento toccante, così come è emozionante tutto il dialogo, le poche righe in cui John riesce a parlare con suo marito prima che il tono torni a farsi amichevole ma distaccato, quel “mi aiutA” che, senza bisogno di ulteriori descrizioni, risuona in maniera terribile.

É una shot emotivamente pesantissima, ma l’ho trovata anche sincera e senza paura di mostrare esattamente cos’è l’amore di John, ovvero qualcosa che va oltre i bei momenti e i valzer al matrimonio e i casi risolti insieme: è dedizione giorno dopo giorno, anche se muta.


Insomma, l’intera orchestra di questa shot è magistrale, tocca con delicatezza un tema estremamente difficile e che è reso ancora più straziante dal contrasto con i due capitoli precedenti, che sono invece il coronamento della loro felicità. 
L’annotazione finale mi ha colpita, soprattutto perché richiama chiaramente il titolo ma anche perché un “you and me” ora prende un significato completamente diverso, e quel mondo che stanno “combattendo” non sono più i criminali ma qualcosa che non puoi mettere in prigione o incastrare, non è una cosa che si può nemmeno capire, ed è straziante.

Una cosa che mi sono persa, forse, è quando esattamente Sherlock inizia a stare male: questo mi ha lasciata molto angosciata perché il mio solito pessimistic ass ha immaginato che Sherlock si sia ammalato presto, perché amo farmi male, ma spero vivamente che non sia così e che siano riusciti a vivere una bella vita.
Dopotutto, devo fidarmi delle note 😂


In conclusione, una cosa che mi ha fatto sorridere (almeno una haha oltre ai traguardi di Rosie, sono felice che baby Rosie se la passi bene e che Greg e Mycroft si siano sposati) sono le poltrone, portate da Baker Street e ancora con loro così tanti anni dopo.

La descrizione che ne dai (”scolorite e rovinate, perfette e insostituibili, proprio come loro.”) è bellissima, e credo che si sposi bene non solo ai protagonisti ma anche a tutto il mood della storia. C’è un sottile velo di malinconia che è soffuso ma sufficientemente pesante da ammazzarti di feels, e che però risulta comunque un insieme molto elegante: ecco, tratti il tema in maniera estremamente elegante e con rispetto, cosa che rende questo epilogo un onesto (non crudo, in questo caso, ma nemmeno infiocchettato o “girandoci attorno”) ritratto della realtà.

Insomma, kudos.
Kudos perché questa minilong è meravigliosa, scritta benissimo e con ambientazioni che prendono vita, tenerissima ma con un velo di malinconia dovuta a ciò che è successo in passato.
 Io boh, sono innamorata, è veramente un utilizzo meraviglioso di due tematiche inflazionate ma riviste in chiave che si adatta meravigliosamente a Sherlock e che il tuo stile di scrittura, pulito, immediato, quasi cinematografico, esalta in maniera meravigliosa.
Ho adorato, davvero. Grazie per la bellissima lettura, sono in mezza estasi e mezzo pianto quindi chiudo qui, ma potrei andare avanti anni a dirti quanto sei brava ;;
Perché sei tanto, tanto, tanto brava 😭



Un abbraccio,

Ellie

Recensore Master
22/05/19, ore 17:48
Cap. 3:

Ciao tesoro mio <3
Allora, io sono stupida perchè ho messo la storia nelle preferite appena arrivata in fondo alla lettura, e giustamente EFP mi ha detto che l'avevo già fatto. Questo per dirti quanto ho amato tutto, anche questo finale tragico ma romantico allo stesso tempo; perfetto nella sua semplicità e nella sua tristezza. Una persona portata via dalla malattia, uno scherzo un po' brutto da fare a un genio con una memoria di ferro come Sherlock, ma il constrasto ci sta tutto. Il fatto che sia John quello a ricordare, quello a portarsi dietro la gioia e l'amore di una vita vissuta insieme, la loro più grande avventura, rende l'epilogo molto dolce e molto commovente.
Mi piace tanto quando incastri le storie con quello che abbiamo visto nella serie tv; l'originalità che dai loro, i dettagli che aggiungi e che arricchiscono questo e tutti gli altri racconti che scrivi su di loro. Sembrano sempre due persone diverse, impossibili da non riconoscere, sempre loro in tutta la loro essenza, ma allo stesso tempo diversi, nuovi, ogni volta una scoperta in più. Non so bene come spiegarmi, ma penso sia un dono stupendo <3
Del resto, è impossibile non amare le tue storie, la passione che trasmetti quando racconti di John e di Sherlock, ogni volta facendomi battere il cuore per queste due soulmates che s'incontrano sempre, non importa dove o quando, l'Alzheimer, i pregiudizi ancora in vigore, i dubbi infiniti di Sherlock che davanti a John non capisce più niente.
Sono incredibilmente fragili, umani, ma anche invincibili insieme, capaci di sollevare montagne. Proprio "loro due contro il mondo" <3 ed è bellissimo!
Non so più cos'altro dirti, bellezza, se non che sono sempre più contenta di averti conosciuto e di poterti leggere tutte le volte, ognuna migliore della precedente!
A presto prestissimo
Alice
P.S. Mycroft e Greg <3 <3 <3

Recensore Junior
28/03/19, ore 22:56
Cap. 3:

E magari c'è un motivo valido, se ti ho esternato il mio odio! Grrrrrr. 
Scherzi a parte, ho gradito immensamente, come qualsiasi cosa che non mi aspetti. Essere sorpresi da una lettura, specie se amatoriale, accade così raramente...che trovarla così ben congeniata e messa ad arte è una rarità, te lo assicuro. 
L'omaggio al fim è davvero ben fatto, non accampa pretese e riesce a restare in quel sapore agrodolce pregno di significato che c'era già solo negli sguardi dei due protagonisti. 
E i tuoi Sherlock e John non sono da meno: perché la malinconia non inficia una vita scelta di affrontare insieme, la malattia degenerativa di Sherlock non contamina la dedizione dei due o la loro unione. 
Nonostante tutto, loro resistono. E resisteranno sempre, come nella nostra memoria. 
Ancora innamorati, ancora sposati, ancora capaci di vincere sul tempo e strappare momenti densi di vita. 
Grazie di tutto. 
Grazie per la poesia. 

Recensore Master
27/03/19, ore 19:00
Cap. 3:

Ciao ^^
Ah, morire è un così dolce dolore…
Permettimi una botta d’autostima, ma ho colto il riferimento al libro di Sparks praticamente subito e mi si è stretto il cuore quando ho capito cosa davvero ci stavi raccontando. Mia nonna era malata di Alzheimer e io la mia famiglia con questa malattia ci abbiamo convissuto per anni, sentendoci impotenti perché, purtroppo, da un certo punto in poi lei non ha più dato segni di lucidità. Eppure mio nonno gli è stato accanto fino alla fine e, sì, il suo era l’unico nome che lei ricordava. Aveva dimenticato i figli, i nipoti, i fratelli, ma lui no. Lui era sempre il suo Renato.
Il tutto per farti immaginare in che stato possa avermi ridotto questo finale: eppure, hai perfettamente ragione, in qualche modo questo è sicuramente un lieto fine, perché John e Sherlock stanno ancora insieme dopo quarant’anni, forse non nel modo in cui avrebbero voluto, ma dopo il matrimonio hanno avuto tanti anni di felicità, hanno vissuto un’esistenza piena e degna di essere raccontata. Hanno coronato il loro amore, lo hanno vissuto nella sua completezza e questo è più di quanto la stragrande maggioranza degli esseri umani può vantare.
Sherlock ora è “lontano” per la maggior parte del tempo, ma nemmeno la malattia riesce a separarlo definitivamente dal suo John, e in una sera di aprile di cui sono riuscita ad avvertire addirittura i profumi per quanto l’hai descritta nei minimi dettagli, il geniale (ex) detective ritorna dal suo amore per ballare sulle note che hanno fatto da colonna sonora al momento più bello della loro vita. Se non è romanticismo questo…
Credo che mi sia entrato qualcosa negli occhi, perché improvvisamente hanno cominciato a pizzicare. Lasciami dire infine che questa minilong è stata un vero e proprio balsamo per l’anima, così dolce e piena di luce, d’amore e di speranza che davvero mi ha fatta sciogliere come una noce di burro in padella (perdona se con questa similitudine ho di fatto abbassato il livello di tutta la recensione, ma non me ne è venuta in mente una migliore XD).
Ti rinnovo di nuovo i miei più sinceri complimenti, sia per la storia che per il tuo stile così armonioso, raffinato ed evocativo. Mi piace moltissimo e sono davvero contenta di averti conosciuta come autrice *_*
Un bacio e alla prossima!
:*

padme

Recensore Junior
26/03/19, ore 23:45
Cap. 3:

Ieri sera tra una cosa e l’altra non ho avuto più modo di leggere l’ultimo capitolo. Ho rimandato a questa mattina durante il viaggio in treno. Avevo capito che quest’ultimo capitolo dovesse essere “triste”, ho cliccato sul link della fanfiction e senza badarci troppo ho cominciato a leggere. La cosa strana però era che cominciava esattamente come il primo capitolo, quindi nella mia mente ho fatto due più due: no happy ending, più, di nuovo Sherlock che viene sorpreso dal fratello a fumare, uguale, John in realtà si sposa con Mary e tutto era frutto di un grandissimo viaggio mentale di Sherlock dovuto all’effetto della canna. Solo dopo essere quasi arrivata alla fine del capitolo mi sono accorta che di fatti stavo rileggendo il primo e che mi ero completamente sbagliata.
Dopo questa - poco breve, ma buffa - esperienza, ho aperto il capitolo giusto e ho cominciato a leggerlo.
La situazione devo dire che non è migliorata, sarà che era mattina presto e il mio cervello ancora faticava ad accendersi, ma inizialmente non ho subito afferrato che i due uomini anziani che stavano dialogando erano proprio John e Sherlock. Il resto del racconto l’ho letto d’un fiato, curiosa com’ero di capirci di più. La malattia è una delle possibilità nel corso della vita, e nonostante quella i due protagonisti dimostrano di essere ancora capaci di ritrovarsi e di amarsi quanto il giorno del matrimonio, se non di più.
Ho gradito molto conoscere come si sono evolute le cose per i loro cari, Rosie sposata con dei figli e una di questi sta per sposarsi a sua volta, e Mycroft che finalmente si è unito a Greg. Il fatto poi che Sherlock abbia acquistato proprio quel cottage, andandoci a vivere portando con sé le poltrone, è qualcosa di straordinariamente romantico.
Dico a priori che un paio di lacrime sono sfuggite al mio controllo e una bambina che viaggiava accanto a me nel treno ha sussurrato alla mamma “la signora sta male” indicandomi. Ebbene si, mi sono emozionata, ma non per forza in maniera negativa. Anche questo capitolo mi è piaciuto molto. Sono d’accordo con te quando dici che la vita è esattamente così, certe volte cruda, altre più benevola.
Sono sincera quando dico che non mi aspettavo un finale del genere dopo quello che è stato scritto in precedenza. Pensavo che la storia continuasse sullo stesso filone più leggero, eppure ora che ho metabolizzato il tutto credo di preferire questa versione ad una forzatamente melensa. Se ci si pensa la vita dei due amanti non è mai stata tutta rose e fiori, tant’è che sono arrivati a sposarsi molto tardi.
La frase emblematica che secondo me raccoglie un po’ il senso di tutto è la risposta che dà John a Sherlock quando quest’ultimo gli dice che alla fine “la loro vita è stata incredibile, un’avventura straordinaria”. Non c’è null’altro da aggiungere.
Grazie per questa bella storia, spero di leggerne presto delle altre.

Recensore Master
26/03/19, ore 21:10
Cap. 3:

Mia cara, carissima MissAdlet.
Non ho parole per esprimere cosa questo capitolo abbia sviluppato in me, ma se dovessi usare una parola per racchiuderle tutte, userei stupore sì, perché è questo che questa storia ha fatto: mi ha stupita.
Dal primo capitolo abbiamo un nuovo inizio, una promessa, una famiglia che si allarga,sebbene vi sia stata la perdita di Mary, ma è quasi servita a ricominciare, a far chiudere un cerchio e aprirne un altro. Nel secondo capitolo c'è l'unione di due anime gemelle che ballano, si isolano da tutto il resto del mondo (e il titolo torna a dare forma a questo amore... noi due contro il resto del mondo) e si fanno la promessa che possa essere per sempre.
Qui scopriamo che il per sempre, c'è, anche se spezzato da una malattia che permette, dannazione, alla mente di dimenticare la vita, le persone e se stessi. leggendo ero davvero incuriosita, pensavo fosse una sorta di omaggio a Conan Doyle, invece no... sono loro. John racconta a Sherlock la loro vita, la loro esistenza, le loro avventure, la loro storia ben sapendo che Sherlock, ora, la vive da tutt'altra prospettiva. Come se lui non l'avesse mai vissuta. Poi hai voluto usare quell'elemento che nel capitolo precedente ha dato vita alla magia di quell'amore, alla sua unicità: il ballo. Il loro ballo, che come un rito risveglia tutto, persino le memorie. Persino la consapevolezza in se stessi.
E Sherlock ricorda. Ricorda John, ricorda che quella storia che gli è appena stata raccontata, è la loro. Che lui ha vissuto tutto questo ed è magico. Imprevedibile. Non avrei mai immaginato avresti ricreato un momento narrativo così intenso, intriso ancora di quella promessa che dura da una vita, che ha davvero reso quell'amore infinito.
In più, John si è preso carico di ricordare per entrambi e di ricordare a Sherlock cosa sono, cosa erano e, a quanto pare, cosa saranno ancora.

- Jawn...sei l'amore della mia vita.
- E tu della mia, Sherlock. Lo sei sempre stato.


E, dopo tutti questi anni, è impossibile solo affermare... anzi, sarebbe vergognoso, dire che questo non è vero amore. Che questo non è autentico. Questo è amore, puro, crudo, malinconico e non finirà mai.
Insomma, mi hai dato tantissime emozioni, come sempre. Riesci sempre a mostrarmeli in salse diverse, eppure rimane il tuo calco, il tuo timbro di fabbrica, che me li fa amare immensamente.
Grazie per questa meravigliosa avventura,
a prestissimo!
Miry

Recensore Master
26/03/19, ore 17:03
Cap. 3:

Carissima MissAdler,

Che bella fine hai regalato alla tua storia.
È vero, un po’ di commozione c’è ed è inevitabile: mi sono un po’ sciolta di fronte allo spettro dell’Alzheimer che toglie i ricordi, lo confesso, perché è una fine davvero terribile, ma hai ragione: Sherlock e John hanno passato una lunga vita insieme, sono stati felici, sono invecchiati. Hanno giurato di rimanere insieme in salute e in malattia e lo stanno facendo. La vita umana è fatta anche di questo, di un lento e inesorabile declino, ma ciò che resta della tua storia è che l’amore rimane e, in un certo senso, è eterno. Dalle tue parole traspare anche un ipotetico seguito: tutte quelle avventure che non sono state ancora narrate, cui accenna il vecchio Watson e che mi piacerebbe poter leggere 😉. Non credo potesse esserci un finale più adatto di questo, probabilmente perché io stessa, da lettrice/spettatrice, non amo i finali lieti a prescindere. Il finale deve essere giusto, deve dire qualcosa sulla storia, e la tua lo fa, dice qualcosa, chiude l’ideale cerchio con la scena del matrimonio che non era la fiabesca fine d’una storia d’amore, ma l’inizio di una vita insieme di cui le poltrone e il cottage che citi sono uno stupendo esempio. Un matrimonio fatto nel fiore dell’età adulta, nel mezzogiorno della vita, che fa da contrasto al dolce e melanconico tramonto della coppia di anziani.

Ho apprezzato lo stratagemma del racconto e del romanziere anche perché, pensandoci, vidi quel film, anni fa e quindi apprezzo anche la rielaborazione che tu ne hai fatto. Spicca in tutto il capitolo la forza di John, che ha il coraggio di rimanere al fianco di Holmes in attesa dei brevissimi momenti in cui quest’ultimo torna finalmente a essere suo marito e il tutto è raccontato in maniera così semplice e vera e per questo ancora più drammatica che ne sono rimasta profondamente colpita; l’espediente narrativo che scegli per trasportarci nel tuo mondo e finire di raccontare la tua storia è principalmente il dialogo e funziona davvero benissimo in questo contesto. Confesso che avevo intuito quasi da subito che uno dei due anziani era John, ma sono stata letteralmente rapita dalla lettura di questa storia bellissima.
Tantissimi complimenti, mia cara! Spero a presto,
Shilyss

Recensore Master
26/03/19, ore 12:27
Cap. 3:

No, insulti proprio no, non te li meriti perché la tua storia si é concluso in un modo realistico, denso di malinconia ma con quel sapore rassicurante di esserci sempre l'uno per l'altro, qualsiasi cosa succeda. Che è realmente l'essenza del grande amore, di quello che accoglie la persona amata con tutte le sue fragilità, trasformandole in opportunità per trovare nuovi impulsi, nuove motivazioni per dirsi ancora 
"Ti amo" e per vivere questa affermazione nel modo più totalizzante possibile.
Mi ha davvero fatto commuovere la totale devozione di John nei confronti di uno Sh colpito proprio là, dove risiede la sua formidabile intelligenza. Infatti ce lo presenti invecchiato e, purtroppo, malato di Alzheimer, vittima di devastanti amnesie che lo rubano all'affetto del suo John.

Quest'ultimo lo ritrai quasi statuario, nella sua paziente accettazione del destino toccato loro a causa della malattia che trasforma, in estranee, persone che hanno vincoli di sangue o, come in questo caso, sanciti per legge ma illuminati dal vero amore.
John attende che la mente di Sh apra, di tanto in tanto, la porta della sua consapevolezza e della sua lucidità mentale per riconoscerlo e continuare a stargli vicino.

Bellissima questa tua rappresentazione dei due, ormai anziani, che continuano, nonostante tutto, ad amarsi.
 Certo che l'atmosfera induce chi legge a provare tristezza per l'epilogo della loro storia d'amore, ma la chiave di lettura, che offri per interpretare, in modo meno drammatico, ciò che scrivi, io l'ho trovata subito, in quella frase che viene detta all'inizio del capitolo da quello che, poi, scopriamo essere John.
Un John che sta dialogando con il perfetto estraneo che diventa il suo Sh, quando la malattia che lo tormenta gli toglie la consapevolezza della sua identità.
E sono le parole che pazientemente Watson rivolge alle domande di Sh che mi hanno colpito ("...Uno accanto all'altro, in ogni istante. Per tutta la vita....").
 Splendido. Frasi rassicuranti come un abbraccio, quando la speranza sembra essersi consumata.
Tutto il sentimento da cui siamo stati travolti, in senso positivo, ovviamente, nei primi due capitoli, non è morto. Gli hai fatto assumere un'altra forma, adeguata al trascorrere del tempo, realistica e credibile nelle situazioni che si possono, purtroppo, creare nella vita. E, credimi, recentemente ho avuto l'esperienza sconvolgente di assistere, nella sua tragica evoluzione, proprio al concretizzarsi delle previsioni diagnostiche riguardo alla moglie di un carissimo amico, una coppia anziana, legatissimi da sempre. Di fronte all'inesorabile trasformazione della signora in una perfetta estranea, sconvolta dalla malattia, lui ha sempre affermato che non aveva alcuna intenzione di affidarla a strutture dedicate. "Lei sta bene a casa, con me!": questo è stato il commovente mantra che mi accoglieva quando andavo a salutarli. E quando la morte é arrivata, non c'è stato alcun, pur umanissimo, moto di sollievo da parte sua, solo una dolorosa constatazione sul fatto che, purtroppo, era rimasto solo.
Ti ho raccontato tutto questo, e scusami per la prolissità, perché la lettura di questo bellissimo capitolo, mi ha riportato le emozioni relative a ciò che ha riguardato quella mia esperienza di vita vissuta.
Di fronte, infatti, alla livida immagine di chi non è più come prima, tu offri la forza di un sentimento così grande che nemmeno la crudeltà dei fatti può spezzare. In parole povere, volevo farti i complimenti, quindi, anche per la credibilità e verosimiglianza con cui hai illuminato questa storia, sollevandola dalle pesantezze di ovvietà e di banalità.

In John, alle prese con la cocciuta, amorevole ricostruzione del loro passato, grazie ad appunti, alla colonna sonora, ormai lontana nel tempo, del loro matrimonio, al suo incessante rispondere, senza lasciarsi prendere dall'impazienza e dalla stanchezza, alle domande dell' "altro" Sh, hai espresso quella che, credibilmente, è l'evoluzione di un amore grande.

Hai inserito anche una leggera e piacevole nota ironica quando Sh, nella tregua che la sua malattia gli lascia, sbaglia ancora, come mille altre volte, il nome di Greg, che, stavolta, è diventato "Geoffry". E questo, per John, è un motivo di grande gioia perché sa che, quello con cui sta parlando in quel momento, è senza dubbio il suo Sh.
E chiudi questa meraviglia con l’immagine di quel taccuino in cui John conserva preziosamente tutti i ricordi di una vita, il cui racconto costituisce, per chi se ne sta andando in un mondo irraggiungibile, la più efficace delle medicine.
Il prezioso libretto diventa quasi la trasposizione, concreta e palpabile, del suo cuore, che trasmette ad entrambi l’energia vitale per percorrere, sempre insieme e “contro il resto del mondo”, l’ultimo tratto di strada, poi ci sarà ancora il loro amore, in un’altra dimensione, indistruttibile.
Grazie sinceramente per la tua storia.

P.S. nel mio P.S. ,che ho lasciato in calce alla recensione del precedente capitolo, mi sono fatta una domanda…Ebbene tu mi hai fornito una risposta davvero esauriente, smentendo le mie perplessità. Infatti, hai scritto, in questo pezzo conclusivo, qualcosa che, non solo è all’altezza emotiva del secondo, ma, secondo me, la supera. Sorprendente.

Recensore Junior
25/03/19, ore 21:21
Cap. 3:

Sarò una voce fuori dal coro ma a me questo capitolo è piaciuto molto, sono ancora insieme dopo tutte le avversità della vita, questo è un capitolo molto realistico, fa capire che quando un amore è così grande può superare ogni avversità, John ha mantenuto la sua promessa, mi sono molto commossa sai? Grazie per questa meraviglia, un abbraccio da Monica. 😘❤️

Recensore Master
25/03/19, ore 19:45
Cap. 3:

Eccomi^^
No non ti odio, forse un po' ma solo un po'. Questo non è angst. Hai ragione, sicuramente non è come ce lo si aspetterebbe, ma è comunque già qualcosa. Qualcosa di buono. Sicuramente più di quello che si è visto nella serie tv, anche se la speranza è sempre l'ultima a morire. Hai scritto qualcosa di molto originale e sorprendente. Hai tutta la mia stima e ti faccio i miei più sentiti complimenti. Mi aspettavo qualcosa di diverso, è vero, è come se fossero 2 ff separate, ma infondo è così, una è la realtà e l'altra il racconto di John.
Baci baci
Béa

Recensore Master
25/03/19, ore 18:47
Cap. 3:

Tu lo sai da sola quanti insulti ti meriti, giusto? Quindi non sto qui a perder tempo, perché sono parecchi.
È vero, ovviamente, che il lato positivo di tutto questo è che hanno vissuto davvero insieme uniti come non mai, e in realtà lo fanno anche ora. È vero quindi che c'è una vita ricchissima d'amore e di pazzie che possono accadere solo a loro. Quindi sì, il lieto fine c'è, è dolceamaro però così come succede nella vita reale, forse è proprio questo che rende questo finale così vero. Ciò non toglie che mi devi un paio di vagonate di fluff, per iniziare poi vedremo 😂

Recensore Master
25/03/19, ore 17:50
Cap. 3:

AAAAAAAAH **
Sono felicissima tu ti sia ispirata anche a Sherlock Holmes e il mistero del caro irrisolto, di cui ho visto il film e l'ho amato!
Da amante dell'angst, ho adorato questo finale. Inizialmente non capivo, pensavo fossero altre persone a parlare, però poi ho pensato, chi può conoscere così bene questa storia se non proprio John e Sherlock? Poi, quando lui gli chiede di ballare beh... LACRIME.
E' assolutamente comprensibile e realistico che Sherlock si sia ammalato di Alzheimer. Certo, è doloroso, ed è anche triste e romantico allo stesso tempo il fatto che John gli racconti - e magari gli racconti ogni volta - la loro storia, ripercorrendo tutti i bei momenti. Mi ha fatto tenerezza anche Sherlock, perchè deve essere terribile dimenticare tutto... dimenticare fa paura. Però io sono felice così. Temevo che uno dei due fosse morto prima dell'altro, mentre invece per me John e Sherlock sono di quelle coppie che devono andar via insieme.
Qui sono insieme, c'è qualche problemino, ma il legame, l'amore, quello non si dimentica. E sono così felice all'idea di immaginarmeli mentre vivono i loro ultimi anni insieme, in quel cottage. Hanno avuto una bella vita, Rosie è cresciuta, si è fatta la sua vita, Greg e Mycroft si sono sposati a loro volta. E' comunque un lieto fine.
Tesoro, i miei più sentiti complimenti **
Alla prossima,

Nao

Recensore Junior
25/03/19, ore 16:10
Cap. 3:

Ci sono rimasta male. Ero seriamente convinta che l'ultima parte riguardasse qualche altro momento del matrimonio, soprattutto considerando le ultime parole del ritornello della canzone. Invece tu mi hai presa in contropiede, giuro. Tutto mi sarei aspettata tranne che ritrovare Sherlock con l'Alzheimer. Che per l'età è poi un fatto (tristemente) normale, eh, per carità. Ma alla prospettiva di un John che non può che attendere barlumi di memoria mi si stringe il cuore.
Però, ragionandoci con molta lucidità, hai ragione tu, alla fine è incomparabilmente romantico che una coppia che vive dopo decadi insieme, che invecchia senza dividersi e che non viene minimamente soggiogata dalla malattia, continui ad avere questi sprazzi di luce, questi momenti d'amore qua e là, questa tenerezza. Può considerarsi un lieto fine, anzi, è, a questo punto, da considerarsi un lieto fine. Se non altro in funzione di quei meravigliosi bagliori di ricordi che hai lasciato, rievocati con nostalgia da John, ancora vivi ma un pò tremuli, palpitanti.
Ciò non toglie che sia una vittoria dolceamara, e che il mio broncio durerà per i prossimi dieci minuti buoni.
Ovviamente brava come sempre, anche per lo stile e la scelta delle parole, portatrici di dolcezza e malinconia. Ora dacci sotto con i kink, però, che dopo una bella storia come questa servono ;)

Recensore Junior
25/03/19, ore 11:26
Cap. 3:

Accidenti Miss Adler...sto ancora piangendo. Adesso giuro che smetto di piangere e recensisco.
Allora: all'inizio non riuscivo a comprendere bene la situazione e ho ipotizzato che qualcuno (che poi ho inteso essere John) stesse raccontando la storia ad uno sconosciuto, ma appena ho capito che questi era Sherlock le lacrime sono scese da sole.
È stato emozionante dall'inizio alla fine, vedere uno Sherlock con problemi di demenza senile è stato triste, ma l'amore di John che gli legge la storia della loro vita è stata la cosa più dolce che io abbia mai letto in vita mia.
Complimenti ancora, io sono ripetitiva quando recensisco perché leggo sempre storie che in qualche modo mi emozionano e le tue sono sempre in questa lista!

Un abbraccio,
Elena.